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INFANZIA E NUOVE TECNOLOGIE
Quando il bit diventa arte.
In campo educativo prolifera l’organizzazione di iniziative per avvicinare i bambini all’arte; laboratori di creatività nelle scuole elementari, materne e asili, nascita di veri e propri musei dedicati ai bambini. L’obiettivo è quello di incoraggiare la creatività dei bambini e allo stesso tempo la comprensione dell’attività creativa.
L’arte è un percorso che si compie, un progetto che si realizza; per comprendere questo processo è indispensabile riviverlo, esprimerlo quotidianamente attraverso pratiche operative che permettano di svilupparne la consapevolezza.
1. L’ATTO CREATIVO È UNA LIBERTÀ DEI PIÙ PICCOLI?
“Non dire cosa fare, ma come fare”. Con queste parole Bruno Munari, uno dei massimi protagonisti del design e della grafica del Ventesimo secolo, riassumeva questo approccio al bambino. Il “Metodo Munari” è il risultato più importante della sua ricerca poliedrica sul tema del gioco e dell’infanzia. Egli suggerisce l’uso della creatività in tutte le diverse situazioni del quotidiano e insiste sull’importanza di accompagnare i bambini nell’esplorazione della realtà, senza dire cosa fare, ma incoraggiando il senso critico e una personale elaborazione dell’esperienza.
Con Munari diventa chiaro, quindi, che la fantasia, intesa come capacità di rimettere insieme materiale già noto, con risultati del tutto originali, ha bisogno di essere incoraggiata e stimolata dalla pratica inventiva e creativa.
I bambini sembrano essere più creativi degli adulti.
Perché succede questo? E che cosa è la creatività?
In realtà ognuno di noi è creativo, anche se non tutti ne sono fino in fondo coscienti.
Il concetto di creatività è intimamente connesso a quello di libertà. Gran parte della popolazione adulta, infatti, è soggetta a tutta una serie di condizionamenti dettati dalla famiglia, dalla scuola e, più in generale, dalle regole sociali che allontanano dalla spontaneità dell’atto creativo a favore di tutto ciò che è razionale.
I bambini, al contrario, non essendo ancora entrati in questi meccanismi sociali, non hanno timore a “buttarsi” nelle esperienze e per questo applicano la loro creatività senza sentirsi minimamente vincolati. La loro curiosità di scoprire gli aspetti molteplici della realtà fa sì che ne evidenzino perfino gli aspetti non immediatamente percettibili a chi indossa i paraocchi dei pregiudizi, della retorica, della routine e delle convenzioni.
Come sostenuto da Luigi Pagliarini nel corso del suo intervento, è come se i bambini stessero ai “margini della società” e quindi non si omologassero perfettamente alle sue regole; un po’ come gli artisti che scelgono di non aderire pienamente ad esse pur conoscendole.
Graficamente, possiamo immaginare questo sistema di relazioni individuo-norme come una serie di livelli concentrici che compongono il tessuto della società.
La figura rappresenta la società nel senso più ampio del termine, un organismo dinamico che si espande grazie all’insaziabile curiosità e voglia di sperimentare caratteristici di chi non si conforma alle regole, i pionieri appunto.
Nel nucleo centrale, invece, troveremo gli individui completamente omologati.
Un nuovo ambito di ricerca sperimentale, per esempio, verrà studiato e introdotto dai pionieri, per poi eventualmente penetrare nella società; una volta raggiunto il nocciolo centrale, la novità non sarà più tale, ma si darà per assodata e come facente parte a tutti gli effetti delle pratiche di quella società.
Tornando al parallelismo artista-bambino, entrambi sono accomunati, appunto, da istintività e libertà di espressione.
Questa affinità può spiegare perché i bambini sembrano comprendere in maniera più immediata l’arte. Non si tratta tanto della natura infantile del linguaggio dell’artista, visione, questa, che appare oltremodo semplicistica, quanto di un modo di conoscere privo degli schemi logici e regole che caratterizzano l’adulto già inserito nella società.
Citando ancora Munari, "tutti quelli che hanno la stessa apertura visiva e vedono il mondo nello stesso modo non hanno osservazioni diverse da comunicarsi. Solo chi ha un'apertura visiva diversa vede il mondo in un altro modo e può dare al prossimo un'informazione tale da allargargli il suo campo visivo"(Bruno Munari, “Guardiamoci negli occhi”).
La trasgressione, insomma, incoraggia l’autonomia soprattutto perché mostra la possibilità di riscrivere le regole e di individuare significati del tutto personali e originali.
2. L’ARTE ELETTRONICA
Cambia la società, cambia il modo di comunicare.
E, come sostiene Pagliarini, l’arte è la madre della comunicazione.
Con le nuove tecnologie, quindi, variano i modi utilizzati dagli uomini per vedere il mondo: oggi vediamo in una nuova maniera. E’ per questo motivo, probabilmente, che risulta giusto ed utile coniugare l’esperienza artistica con i nuovi mezzi messi a disposizione dalla tecnologia.
Abbiamo visto quale è il rapporto tra bambino e creatività, intesa sia dal punto di vista produttivo che da quello ricettivo: per comprendere un atto creativo è necessario sperimentarlo e riviverlo.
A questo punto c’è da chiedersi quale sia il rapporto tra bambino e tecnologia.
Il bambino nel mondo digitale.
I bambini riescono ad avere nei confronti delle tecnologie un approccio immediato e istintivo. Questo è sorprendente se consideriamo le difficoltà incontrate dagli adulti.
Questa loro capacità deriva dal fatto che nascono e crescono in una società tecnologica e quindi imparano fin da piccoli a relazionarsi in maniera naturale con il digitale e con i vari media. Già in età prescolare, i bambini sanno usare la televisione, scegliere i canali in base a ciò che desiderano vedere in quel momento, vedere un cartone animato in dvd, ecc. Nelle scuole primarie imparano ad usare il computer, sia a scopo ludico, sia per effettuarvi ricerche; questo permette loro di entrare in contatto con internet e cominciare ad apprendere le regole della navigazione.
Il mondo digitale nell’arte: la visione.
Quando le nuove tecnologie incontrano l’arte, nasce una forma creativa che, come tutte le forme di arte della storia, appare in grado di riprodurre il modo in cui l'uomo moderno si relaziona con il mondo.
E’ necessario sottolineare una caratteristica fondante della nuova arte digitale: la base visiva. Essa pone al centro della comunicazione e della elaborazione l'immagine (come fanno il cinema o la televisione).
In realtà la visione è una percezione del mondo che va ben oltre l'esperienza sensoriale. La visione è un processo attivo nel quale si producono costruzioni mentali collegate alle sensazioni visive anatomiche.
Essa costituisce una complessa forma di apprendimento nella quale è possibile mettere in atto un metodo cognitivo innato e poco difficoltoso, il metodo senso-motorio, secondo il quale, sulla base delle informazioni visive, si interagisce con la realtà adattandola e modulandola, in un processo combinato con la percezione sensoriale al di fuori della presa di coscienza.
Questo metodo di apprendimento è caratteristico del bambino durante la prima infanzia, ed è quello che istintivamente tenteremo di usare tutte le volte che ci sarà possibile farlo.
Le nuove tecnologie, proprio in virtù della loro base visiva, non fanno altro che facilitare ed ampliare le possibilità di applicazione del metodo senso-motorio, estendendo la percezione visiva ad oggetti non fisici e neanche necessariamente esistenti, in tutti i campi della conoscenza e, a maggior ragione, in quel campo in cui la percezione e l'elaborazione visiva giocano un ruolo fondamentale ed imprescindibile, l'arte visiva.
3. L’ARTE PUO’ INSEGNARE?
Il punto chiave è il coinvolgimento emotivo. Ciò che viene appreso tramite la meraviglia e la partecipazione emotiva non viene più dimenticato e può costituire uno stimolo per futuri approfondimenti.
Quindi, coinvolgere emotivamente significa, dal punti di vista psicologico e pedagogico, creare disponibilità e apertura verso l’argomento didattico proposto.
L’arte contemporanea appare uno strumento educativo di straordinaria importanza, dato che nei lavori degli artisti si rintracciano gli interrogativi, le scelte, le conflittualità del nostro vivere quotidiano: avvicinarsi a queste esperienze aiuta a elaborare una nuova consapevolezza di sé e del mondo.
Nel campo specifico della didattica, il fine non è dunque l’ammirazione acritica dell’opera, ma lo stimolo alla comprensione, l’attivazione di processi percettivi e cognitivi in grado di cogliere le molteplici implicazioni contenute nelle forme d’arte e di stimolare percorsi di creatività e rielaborazione personale.
4. ESEMPI CONCRETI
Museion – Bolzano
Museion, Museo d’arte moderna e contemporanea di Bolzano, ha cercato di elaborare delle proposte che tenessero conto dell’età dei visitatori. Adesso è in grado di offrire visite guidate e laboratori sulle mostre per tutti i gradi di scuola e, da qualche anno, anche per bambini in età prescolare.
Tra le proposte troviamo: laboratori sul rapporto tra arte e linguaggio per bambini dai 5 ai 10 anni, incontri dedicati ai media utilizzati dall’arte contemporanea, laboratori sul tema del suono e della luce.
Inoltre, in occasione di ogni nuova mostra, vengono proposti incontri introduttivi per insegnanti ed educatori.
Per il futuro sono previsti ampliamenti che permettano a bambini e ragazzi di muoversi e formarsi al Museion con pari diritti rispetto agli altri visitatori.
Arte al Centro – Roma
Esplora, il museo per bambini di Roma, e la scuola napoletana “Dalla parte dei bambini” hanno curato una mostra-gioco, che si conclude il 6 giugno prossimo, dedicata ai bambini dai 3 ai 7 anni.
Una selezione di 14 installazioni, frutto del lavoro di 500 bambini della scuola dell’infanzia ed elementare, rappresenta lo spunto tramite il quale far riflettere i piccoli visitatori sull’uso dei diversi linguaggi artistici e sul cosa significa vivere un’esperienza all’interno di uno spazio museale.
Ogni singola installazione è pertanto incentrata su un aspetto specifico dell’arte creando così un percorso in cui opere pittoriche e realizzazioni degli stessi bambini si mescolano per aiutarli nella comprensione di alcune strutture profonde e dei principi organizzativi dell’opera d’arte quali i rapporti fra le forme, l’interno e l’esterno, la riflessione della luce, l’armonizzazione dei diversi linguaggi ( visivo, tattile, sonoro, etc… ), la rappresentazione del sé e dell’altro, il movimento, il cambiamento del punto di vista e il rapporto fra parola e immagine.
Burri, Gli artisti e la materia – Roma
I Servizi Educativi delle Scuderie del Quirinale, in occasione della mostra Burri. Gli artisti e la materia 1945-2004, svoltasi dal 12 novembre 2005 al 16 febbraio 2006, hanno proposto alle scuole d’infanzia e alle scuole primarie laboratori artistici improntati, da un lato, allo sviluppo dei sensi nei bambini stessi e, dall’altro, alla comprensione del panorama artistico degli ultimi decenni e, in modo specifico, sul come e perché ogni artista avesse scelto, per le sue opere, quei materiali specifici.
Il percorso didattico prevedeva due momenti diversi: iniziava con la visita della mostra e si concludeva all’interno del laboratorio dove gli stessi bambini potevano applicare di persona quanto appreso.
La mostra si strutturava in modo tale da coinvolgere tutti i sensi: passando attraverso i sacchi, le plastiche e i ferri di Burri, il vetro di Lucio Fontana e i decollage di Mimmo Rotella, il piccolo visitatore giungeva ad occhi chiusi, guidato dall’olfatto, nell’ambiente di foglie di alloro “Respirare l’ombra”, installazione di Giuseppe Penone, per concludere poi con l’ultima delle “materie” esposte, quella organica, ovvero con le opere di Damien Hirst, realizzate con insetti.
In seguito, all’interno dei laboratori, suddivisi per fasce d’età, i bambini avevano la possibilità di giocare loro stessi con le materie che hanno osservato poco prima sperimentando quindi personalmente il modo in cui esse si plasmano tra la mani dell’artista.
Arte in erba - Pistoia
La fattoria di Celle, importante collezione privata d’arte ambientale in Italia, unica nel suo genere poiché le opere degli artisti sono collocate en plein air, è il luogo in cui, ogni primavera, prende vita un’ iniziativa dedicata ai bambini dai 4 ai 10 anni e curata dell’associazione Arte in erba.
L’idea parte dalla convinzione degli organizzatori che un’ esperienza gradevole lasci, nel bambino, una passione in potenza, un desiderio di un ulteriore contatto con l’arte. E’ per questo che Arte in erba ha cercato di favorire l’interazione fra bambino e l’opera d’arte tramite modalità ad esso più consone rispetto alla tradizionale visita all’interno di un museo.
All’interno del parco, infatti, i bambini possono muoversi liberamente fra le opere, correre e giocare.
Le consuete guide dei musei vengono sostituite da alcuni personaggi, Scheggiolina e Folletto, che con il mimo, in silenzio e con il solo movimento del corpo, aiutano i bambini a leggere l’opera d’arte. La loro funzione non è semplicemente quella di divertire i bambini: le loro azioni sono state studiate e calibrate di fronte alle opere, non si impongono di fronte alle opere ma conducono i bambini in modo discreto costituendo inoltre un filo rosso capace di legare fra loro tutte le esperienze della visita.
5. MUSEI DEI BAMBINI NEL MONDO
Il primo Children's Museum è sorto a Brooklyn del 1899. Quello di Indianapolis è attualmente considerato il più grande al mondo, per i suoi 15.000 mq di percorso museale. Negli ultimi 5 anni ne sono stati aperti altri 60.
In U.S.A. i più importanti per grandezza e per popolarità sono i Children's Museum di Boston, Houston, Manhattan, Philadelphia, Seattle e quello di Indianapolis.
Sono raggruppati dall'associazione A.Y.M. - Association of Youth Museums.
In Europa, la prima struttura, interamente dedicata ai bambini, la Cité des Enfants è nata a Parigi nel 1988, all'interno della Villette, la Cité des Sciences et des Industries.
Il più importante e il più grande, con i suoi 4.500 mq, è Eureka! sorto nel 1992 ad Halifax nello Yorkshire. Che accoglie più di 300.000 visitatori all'anno ed ha vinto diversi premi in Inghilterra dei settori per il Design, l'Architettura e il Turismo.
Hands On Europe, è l'associazione che raggruppa la rete dei Children's Museums europei.
In Italia i musei dei bambini sono relativamente recenti. I maggiori si trovano a Napoli, dove L'Officina dei Piccoli fa parte della Città della Scienza, e a Genova, che accoglie la Città dei Bambini all’interno del complesso dell'Acquario.
Altri si trovano anche a Milano, Palermo, Venezia, Reggio Emilia, Bologna, Siena, Taranto, Catania.
SITOGRAFIA
www.artantide.com
www.artantide.com/news/Articolo.php?idArticolo=512
Sito in cui è possibile comprare e vendere opere d’arte contemporanea.
www.querinistampalia.it
www.querinistampalia.it/didattica/lab-tempo.html
Sito della Fondazione Querini Stampalia.
www.heoos.org
www.heoos.org/munari/bruno.htm
Questo sito web raccoglie testi di natura letteraria, scientifica, politica e artistica a scopi culturali e senza fine di lucro.
www.giornalediconfine.net
www.giornalediconfine.net/anno_2/n_2/21.htm
Rivista ondine di filosofia, arte e letteratura.
www.arteinerba.it
Sito dell’associazione Arte in Erba che promuove eventi per bambini dedicati al mondo dell’arte.
www.exibart.com
Sito dedicato al mondo dell’arte con eventi, news e recensioni.
www.mdbr.it
Sito di Esplora, il Museo dei Bambini di Roma.
www.museion.it
www.museion.it/ita/755.html
Sito di Museion, Museo di arte moderna e contemporanea di Bolzano.
www.scuderiequirinale.it
Sito ufficiale del museo.
Benedetta Bitossi
Marzia Casasanta
Antonella Genna
Giulia Martini
Pamela Micheli
Elena Mugnaini
Fonte: http://docenti.lett.unisi.it/files/1/8/4/9/MAESTRA_ARTE.doc
Sito web da visitare: http://docenti.lett.unisi.it/
Autori del testo: sopra indicati nel documento di origine
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www.riassuntini.com dove ritrovare l'informazione quando questa serve