Tecnologie multimediali per studiare le lingue

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Tecnologie multimediali per studiare le lingue

LATINO E COMPUTER

di Gabriella Pietrantoni

L’idea di utilizzare le tecnologie multimediali per studiare le lingue classiche potrebbe apparire  una delle tante trovate consumistiche per incrementare le vendite di personal computer, o peggio, un patetico tentativo di dare una veste moderna e innovativa ad una disciplina che nell’immaginario comune invece è piuttosto antiquata, e ancorata, per di più, a modelli didattici vecchi e poco stimolanti.
Chi ha qualche conoscenza un po’ più specifica in campo informatico sa bene che già da diversi anni sono stati elaborati indici analitici di tutte le opere di tutti gli autori della latinità. La possibilità di ottenere indici di ogni genere: alfabetici, frequenziali, o relativi alle concordanze nei singoli autori, rende velocissima la ricerca di forme o sintagmi inseriti in contesti di qualsiasi estensione, per opera o per autore.
Il più importante prodotto del genere è il “Thesaurus linguae latinae”, che consente ai filologi una ricerca di qualsiasi genere, linguistico, stilistico, storico, in modo estremamente rapido e mirato, ed è la prova di quanto le tecnologie possano agevolare il lavoro degli studiosi.
Ma in che modo il computer può incidere sulla creazione di nuove procedure didattiche, e fino a che punto queste procedure didattiche alternative risulteranno efficaci o preferibili a quelle tradizionali? E come evitare di trasferire semplicemente sullo schermo o sulla tastiera, in sostituzione del supporto cartaceo, attività e processi che di innovativo hanno ben poco?
Sono domande alle quali si può tentare di rispondere solo cominciando ad occuparsi del problema e partendo dalla convinzione che entro pochissimo tempo la scuola cambierà, cogliendo di sorpresa tutti quei docenti che non sono ancora attrezzati ad usare le nuove tecnologie: dovremo essere pronti a farlo in tutti gli ambiti disciplinari, soprattutto quelli che appaiono un po’ in pericolo, come il latino, rispetto agli interessi e alle motivazioni degli alunni, e per questo  meritano di essere difesi e rinnovati non solo esteriormente, ma dall’interno.
Le riflessioni che seguono, dunque, non hanno la pretesa di offrire delle risposte, ma solo di innescare una curiosità che induca in futuro a ricercare, ciascuno  per suo conto, delle strade di rinnovamento metodologico con il supporto delle tecnologie.
Rossana Valenti, autrice del volume “Informatica per la didattica del latino” Loffredo editore, Napoli, pone alcune interessanti premesse su questo argomento di ricerca e osserva in particolare che lo stesso sviluppo tecnologico ha imposto un rapido cambiamento della comunicazione per cui la trasmissione del sapere non è più affidata a sedi esclusive quali la scuola e l’università, e finisce per mettere in crisi  la didattica tradizionale. Infatti il sapere istituzionale e formalizzato si trova a confrontarsi con uno molto più vario nelle modalità di accesso e di fruizione: non solo libri e periodici, ma anche televisione, software, banche dati, Internet.
Questo sapere nuovo è difficilmente controllabile sotto il profilo del livello qualitativo e dell’attendibilità, ma è anche facilmente accessibile, nuovo, fluido e innegabilmente presente.
Si tratta a questo punto di capire se le nuove tecnologie dovranno entrare nella scuola solo come strumenti o come veri e propri ambienti di formazione dell’esperienza e della conoscenza.
Nel primo caso infatti la loro incidenza non sarà significativa sulla qualità culturale dell’insegnamento e dell’apprendimento, nel secondo caso invece la tecnologia informatica diventerà un vero e proprio metodo, un “moltiplicatore di conoscenze”, spingendo le singole materie ad allargare i propri confini e ad intrattenere rapporti sempre più significativi tra loro..
Non si tratta qui di mettere in discussione una cultura, ma la nozione di sapere e di fare: il fare consisterà nella capacità di usare apparecchiature e procedure telematiche; il sapere nella capacità di arricchire in modo molto più rapido la propria cultura: questa non potrà più essere un possesso stabilmente acquisito e incrementato lentamente nel tempo, ma una disponibilità mentale a guardare avanti e ad apprendere continuamente.
Del resto chi ha a che fare quotidianamente con gli adolescenti, che sono autodidatti straordinariamente abili del linguaggio informatico, riscontra la diversa natura e modalità del loro apprendimento: memoria visiva, capacità di stabilire collegamenti trasversali tra concetti, visualizzazione per mappe concettuali; ma accanto a questo anche una serie di aspetti negativi: una certa povertà lessicale nei processi di verbalizzazione e una difficoltà generalizzata ad acquisire consapevolezza nell’uso dei tempi verbali. Qualche specialista della ricerca psico – pedagogica ha osservato che la presenza dell’opzione  “annulla – ripristina” identificata dall’icona delle freccette rivolte a destra o a sinistra finisce per togliere all’attività svolta al computer, sia essa di ricerca, scrittura o di gioco puro e semplice, ogni connotazione temporale: il passato e il futuro, il prima e il dopo sono sempre reversibili, e riconducibili in ogni momento ad una dimensione attuale, ma proprio per questo atemporale.
È solo un esempio di come le nuove tecnologie elettroniche e le procedure mentali ad esse sottese mettono in discussione i vecchi modelli didattici, improntati ad un apprendimento di tipo lineare, e per quanto ramificato verso nodi di intersezione con altre discipline e ambiti di sapere, sempre organizzato in una dimensione per così dire gerarchica. L’apprendimento multimediale implica invece  percorsi flessibili e distribuiti in una sorta di reticolato concettuale, in cui ogni nodo può essere indifferentemente punto di arrivo e di partenza.
Tuttavia si può tentare di cercare degli elementi di continuità tra la tradizione classica e le moderne tecnologie, ed evitare di accettare come un dato inevitabile la possibile frattura tra il presente  e il patrimonio di valori e di pensiero che la civiltà latina ci ha trasmesso.
Con questa finalità Rossana Valenti ripercorre la storia della trasmissione dei testi ricercando in essa l’elemento embrionale di quella multimedialità che oggi noi identifichiamo con il cosiddetto ipertesto, quasi a voler indicare un superamento, un potenziamento del testo scritto. In realtà la parola stessa “testo” rivela una polivalenza di significati: Quintiliano la definisce come metafora del tessuto, nel senso di “trama”e “ordito” del discorso; nel termine consistono l’aspetto immateriale (struttura e articolazione del discorso; contenuto del messaggio) e quello materiale: scrittura o supporto cartaceo del messaggio.
La parola è prettamente latina, poiché in Grecia persistette, specie in ambito platonico, un atteggiamento diffidente verso la scrittura, come semplice espediente di conservazione del discorso orale, che una volta scritto rischiava tuttavia di cadere in mani sbagliate e di essere manipolato o frainteso. In ambito romano si attribuiva invece calore sacrale e politico alla scrittura, tanto da affidare ad un preciso collegio sacerdotale il compito di consultare i libri sacri, e in ambito giudaico cristiano il testo si identifica con le Sacre Scritture come sviluppo del gesto antichissimo con cui Dio scrisse con il suo dito le Tavole della Legge.
Il libro scritto, più durevole di un monumento di bronzo, come lo definisce Orazio, diventerà però un documento fisso e inalterabile solo con la stampa. Infatti prima di allora il manoscritto consente una potenzialità di scrittura per cui al testo in sé stesso si sovrappongono altre due variabili: la mano di chi trascrive e la mano di chi commenta. Ciò rende il testo tutt’altro che rigido e stabile, ma soggetto a trasformazioni legate  ai vari passaggi intermedi tra l’autore, che detta l’opera, e coloro che la riproducono, la chiosano ampliandola con riferimenti, notizie, interventi vari di tipo linguistico e contenutistico. Ciascun manoscritto è un testo concluso ma anche progressivo, mobile e flessibile. Proprio come oggi, che la scrittura elettronica ha reso possibile la continua modificabilità del testo, e ne ha fatto un elemento plastico e rimodellabile. Tutte le fasi di elaborazione di un testo elettronico (scrittura e revisione) ma anche le procedure di aggiungere, togliere, spostare porzioni di testo, sono in qualche modo assimilabili alla prassi degli antichi, con la sola differenza che il word processor non lascia traccia di queste operazioni, mentre restano invece stratificate sulla pergamena e sulla carta le tracce delle modifiche attuate manualmente sui testi.
Ma gli aspetti in cui cogliamo una sorprendente continuità tra la cultura antica e quella multimediale  riguardano soprattutto i cosiddetti mediatori espressivi del testo: la voce e l’immagine che integrano lo scritto.
Il fatto che Greci e Latini leggessero ad alta voce e che dunque la lettura fosse solo un processo orale, non può essere spiegato solo con la ridotta alfabetizzazione del mondo antico, ma piuttosto dal fatto che la scrittura era nata non come rappresentazione, ma come strumento di produzione della voce: proprio come uno spartito musicale, che non vive di una vita autonoma, ma ha bisogno di essere riattivato dal suono della musica. La lettura mentale o silenziosa rimane un’esperienza marginale, mentre la lettura a viva voce era così diffusa che qualunque testo fosse pubblicato esso era ufficialmente letto ad alta voce e il passaggio alla lettura silenziosa si compie nel Medioevo, in stretto collegamento con alcune innovazioni  quali la divisione dei libri in paragrafi e capitoli funzionali allo studio, silenzioso e individuale.
Quanto più si afferma la lettura silenziosa, tanto più la pagina diventa il supporto di un codice non più solo verbale ma anche iconologico: i carmi figurati, che richiedono tecniche sempre più specialistiche: la geometria, la calligrafia, il disegno e perfino la chimica per la scelta dei colori.
È tanto stretta l’interconnessione tra la scrittura e l’immagine che persino Dante nell’elaborazione figurale di alcune situazioni del Paradiso sembra influenzato dalla folta iconografia medievale, di cui basterà qui ricordare il “Liber figurarum” di Gioacchino da Fiore, in cui l’Abate “di spirito profetico dotato” illustra in immagini complesse e suggestive pagine della Bibbia e in particolare dell’Apocalisse.
Il contenuto iconografico assume vera e propria valenza didascalica nei rotoli sacri di Exultet, usati nei riti pasquali, che contenevano immagini destinate al pubblico per illustrare il contenuto dei testi recitati dal celebrante.
E il carattere prezioso delle miniature dei codici si conserva nei primi esemplari a stampa dove gli spazi per le iniziali lasciati in bianco vengono riempiti a mano dai miniatori,  di lettere riccamente ornate, a riprova che ogni tecnologia non distrugge ma ingloba la precedente.
Lungo un itinerario così lungo e complesso, nel progressivo mutamento di cultura e  tecniche librarie, testo scritto immagini e oralità si sono uniti o contrapposti, ma oggi pare innegabile che stia riprendendo il sopravvento una modalità di comunicazione orale e visuale, in cui in cui la scrittura sembra avere un ruolo più ridotto, dettato dall’accelerazione dei processi comunicativi: le abbreviazioni talora criptiche degli SMS sono un segnale eloquente di questo cambiamento; e se è vero che l’invenzione della stampa determinò una svolta epocale nei processi di produzione e circolazione del sapere e del pensiero, non è da escludere che qualche profonda trasformazione  possa prodursi sui processi cognitivi e logici per effetto delle nuove tecnologie.
Quali strumenti e metodi potremo ipotizzare di sfruttare per la didattica del Latino? E in relazione a quali obiettivi?
Prendiamo in considerazione ciò che il docente può fare utilizzando le nuove tecnologie: la scritture elettronica consente di elaborare con rapidità e di archiviare materiali didattici di vario genere, calibrati sulle esigenze delle singole classi e modificabili per essere utilizzati in vari modi. Anche INTERNET è un enorme serbatoio di materiali: attraverso la rete non solo si può accedere ad una quantità praticamente illimitata di testi, ma scoprire numerosi siti dove scovare nuove idee, prendere parte a dibattiti culturali e didattici nei cosiddetti “forum”.
A dire il vero il proliferare di siti del genere è un’arma a doppio taglio, perché i primi a scoprirne l’esistenza e a sfruttarne le potenzialità nel modo peggiore sono proprio gli alunni, che vanno a cercare nelle banche dati brani d’autore già tradotti e magari anche commentati, e si risparmiano un bel po’ di fatica. Sotto questo profilo INTERNET ha ingigantito enormemente le opportunità di “alleggerimento” dello studio trasformandosi in un enorme “Cirannino” o “Bignamino”, per usare i termini che per la nostra generazione o per quella ancora precedente alla nostra designavano i mini traduttori, o i sunti delle varie discipline, severamente proibiti ma assai diffusi tra gli studenti.
Per fortuna INTERNET offre anche molto altro di più e di meglio: a cura di alcune case editrici o di istituti scolastici dotati di un loro sito, è possibile navigare entro percorsi multimediali che offrono interessanti notizie e curiosità sul mondo antico: MILIARI.IT, ad esempio, curato dalla Nuova Italia, ci introduce nel mondo dell’antica Grecia e dell’antica Roma, ed è una bella opportunità per la conoscenza di aspetti di civiltà che già altrove abbiamo indicato come corredo indispensabile allo studio della lingua e alla lettura dei testi latini.
Esistono poi in commercio svariati CDROM che consentono una specie di passeggiata virtuale in città o territori del mondo antico, perfettamente ricostruiti e realisticamente animati da personaggi storici o mitologici che si comportano come immaginari interlocutori del navigatore. Penso al "Pompei virtual tour" o a tutti quei giochi basati sulla decodifica di messaggi cifrati per il raggiungimento di un obiettivo finale. Siamo ancora però, in una dimensione ludica che può fare da supporto, da corredo, ma non da struttura portante della didattica.
Per una proposta veramente nuova della didattica dell’antico occorre sfruttare fino in fondo la multimedialità come occasione per integrare mezzi espressivi e discipline finora separate, per realizzare una effettiva interdisciplinarietà. Non si tratta di proporre lo stesso contenuto attraverso diversi mezzi che si rivolgono a sensi diversi, ma piuttosto di offrire al discente la possibilità di apprendere tramite diversi tipi di rappresentazione diverse conoscenze.
Ciò che in parte si è già cominciato a fare è la costruzione di ipertesti incentrati su percorsi di studio multidisciplinari come quelli richiesti dalla recente normativa per gli esami di Stato Anche a partire dai documenti reperibili sul territorio, che diventano il materiale iconografico dell’Ipertesto, è possibile costruire un percorso multimediale trasversale a più discipline, come quello elaborato ad esempio da alunni del Liceo Calamandrei sul mito della Sibilla Cumana, analizzato a partire dai luoghi geografici di origine, passando attraverso la poesia, le rappresentazioni artistiche e architettoniche e infine le permanenze nella cultura popolare e nel cinema contemporaneo.
Ma per restare più rigorosamente vicini al nostro oggetto di indagine, cioè l’insegnamento linguistico,  proviamo ad analizzare le possibilità che ci vengono offerte dalle nuove tecnologie: si sta sviluppando, accanto all’informatica documentaristica, anche una informatica linguistica che analizza testi e lingue. È possibile concentrare l’analisi su singole parole o frasi, seguirne le ricorrenze in un autore, in un gruppo di testi in un arco di tempo ben definito. Gli indici analitici a nostra disposizioni non offrono solo  possibilità di studio agli specialisti della ricerca letteraria, ma consentiranno in futuro di affiancare nuove procedure didattiche a quelle tradizionali. Prendiamo ad esempio lo strumento multimediale costituito dalla banca dati del nuovo dizionario Campanini Carboni, “NOMEN”, il cui programma di gestione offre numerose possibilità di accesso al materiale:

  1. analisi grammaticale di tutte le parole latine;
  2. riconoscimento di parole omografe;
  3. flessione completa di verbi, sostantivi, aggettivi, pronomi;
  4. analisi semantica delle parole;
  5. ricerca per frasi;
  6. ricerca lessicale selettiva.

Alcune sezioni speciali consentono di reperire informazioni di carattere trasversale, perché contengono notizie biografiche su personaggi storici, carte geografiche con relative cronologie, e ancora espressioni proverbiali, un elenco dei principali falsi amici e soprattutto ben 11 glossari utilissimi per lo studio dei linguaggi settoriali: linguaggio militare, navale, politico; pesi, misure e monete; culto sacro;  calendario e ore del giorno; arte e architettura, ecc.
Sempre nelle sezioni speciali troviamo un repertorio di Storia delle parole, con 3000 schede lessicali comparate (prestiti dal Greco e da altre lingua indoeuropee), casi di termini isolati di origine oscura, ecc. e tanti altri fenomeni interessanti sotto il profilo della didattica della grammatica storica: traslitterazioni o ricalchi dal Greco).
Alcune di queste sezioni, si potrebbe obiettare, non mostrano particolari peculiarità a parte quella di apparire su schermo invece che su carta. Tuttavia la possibilità di accedere a ciascuna sezione a partile da un qualunque lemma consente di lavorare su singoli aspetti strutturali o lessicali di un dato contesto: si sceglie un brano in lingua, lo si propone alla classe per un lavoro di analisi sintattica e/o lessicale  e la lezione diventa interattiva, sicuramente molto più coinvolgente di quanto non sarebbe in una modalità tradizionale..
Naturalmente occorre disporre di una rete locale,  che consenta agli alunni di lavorare in non più di due persone per postazione, e di procedere individualmente, o in gruppo, alla ricerca di risposte di tipo sintattico o lessicale.
In particolare l’apprendimento lessicale, che è sempre quello che incontra maggiori resistenze, potrebbe risultare meno arido o astratto, mediante la metodica multimediale, grazie al duplice processo cognitivo, visuale e verbale. Tra l’altro la procedura dell’analisi per frase, pone gli alunni di fronte al problema degli omografi, di cui si forniscono le possibili interpretazioni in  un ordine assolutamente casuale, lasciando all’utente il compito di operare una scelta corretta: esempio: una frase del tipo “sapiens a nullo contemnitur” viene così analizzata:
sapiens = sost. Maschile nom. sing. sapiente
a = prima lettera dell’alfabeto (omografo)
nullo = aggettivo abl. Maschile nessuno
contemnitur = verbo, pres. Pass. ecc
Cliccando sulla scritta omografo compare la seconda possibile interpretazione: ah Esclamazione; cliccando ancora compare: da, preposizione con l’ablativo.
Questo esempio è illuminante per gli alunni riguardo al fatto che il calcolatore non è un cervello pensante ma solo un elaboratore di dati, e in quanto tale non può svolgere il lavoro di interpretazione, ma solo accelerare le procedure di analisi e di ricerca.
Altra attività utile da  realizzare al computer è ad esempio la costruzione di tabelle comparative che aiutino a visualizzare in modo diretto elementi strutturali della lingua latina: tabelle comparative delle cinque declinazioni (tutti i nominativi singolari, tutti i genitivi singolari, ecc.). Si potrebbero realizzare ancora tabelle comparative della 4 coniugazioni, grafici di visualizzazione dei campi semantici, analisi di testi da tradurre schematizzati negli stemmi a ramo, uso di evidenziatori colorati per distinguere le varie parti del discorso di un testo.
Tutte queste attività potrebbero servire a rinforzare i processi di memorizzazione, giacché il riempimento ordinato e sistematico di grafici e tabelle costituisce una vera e propria attività, e in quanto tale, capace di stimolare l’acquisizione mnemonica meglio di quanto non faccia lo studio tradizionale, anche perché mette in moto dei meccanismi di confronto e di collegamento tipici dell’intelligenza spaziale, oltre che linguistica.
Per completare questa rapida rassegna delle prospettive didattiche multimediali è opportuno parlare dei programmi didattici relativi alla morfologia e sintassi, utili soprattutto per l’insegnamento /apprendimento a distanza. La prima esperienza del genere realizzata in Italia è quella di un corso di esercitazioni di Latino allestito  da Rossana Valenti su incarico del Consorzio Nettuno (Network per l’Università ovunque) nell’ambito del Corso di Latino tenuto dal Prof. Polara per il Diploma universitario a distanza in “Operatore dei beni culturali”.
La modalità di insegnamento a distanza prevede un certo numero di ore di lezione accademica videoregistrate e trasmesse via satellite, più un certo numero di esercitazioni in rete, integrate da un servizio di posta elettronica per lo scambio di informazioni e materiali didattici. Le esercitazioni prevedono la modalità di studio con le funzioni di “aiuto” e “rimando” alle lezioni del corso, la modalità di autovalutazione, con la verifica delle risposte, e la modalità del tutorato, con la possibilità di contatti con il tutor. Le esercitazioni si articolano su vari livelli, di analisi morfologica, sintattica, lessicale, testuale, e traduzione, e consentono dunque un lavoro strutturato in modo da consentire esercitazioni anche su brani piuttosto difficili. La novità consiste nel fatto che il word processor consente una procedura dinamica di scrittura e di lettura, con rinvii ipertestuali ad altre nozioni e domande (dalla morfologia al lessico, dalla sintassi all’analisi testuale).
Che si tratti di un esperimento stimolante e interessante è provato dal proliferare di siti internet che offrono, a pagamento, o gratuitamente, analoghi  servizi didattici: per citarne solo due, ”Latino e computer – studiare con nuovi strumenti”, curato dal prof. Dario Ianneci, e “Inter nos, Corso di lingua latina”; a differenza di altri siti numerosissimi, che offrono un vasto repertorio di materiale di sola lettura (testi tradotti, tabelle e schede morfosintattiche, perfino vocabolari elettronici in rete) qui è possibile usufruire di vere e proprie lezioni interattive. Il primo sito, dietro pagamento di una somma prestabilita, offre la traduzione e l’analisi morfosintattica o stilistica di un certo numero di brani d’autore, con la possibilità di contattare il responsabile per ulteriori chiarimenti; il titolare del corso tiene delle lezioni in presenza a Salerno, ma soprattutto fornisce attraverso la rete un valido supporto allo studio mediante articolate procedure di analisi guidata dei testi.
Il secondo sito indicato, gratuitamente, consente di seguire un vero e proprio corso di latino a distanza, con tanto di esercitazioni, verifica delle risposte fornite e assegnazione di relativi punteggi.
Quali prospettive si aprano per l’insegnante di latino nel suo lavoro in classe è difficile dire: certo la disponibilità di laboratori informatici, che comincia a farsi strada anche nei licei classici, potrebbe in futuro consentire una didattica multimediale che potrebbe diventare una prassi comune; se è vero che nelle scuole persino i registri sono destinati a sparire per cedere il passo alla documentazione informatizzata, non è da escludere che gli alunni verranno a scuola con un personal computer portatile, e consegneranno i loro compiti svolti su floppy disc invece che sulla carta. Certo è che oggi la tecnologia multimediale è l’unica fonte di risposte immediate per le situazioni di handicap motorio con cui pure la scuola si trova a dover fare i conti; e se attualmente un alunno disabile può fare affidamento solo sul docente di sostegno, quando abbia la fortuna di trovarne uno realmente capace e motivato, non solo per scrivere, ma anche per un gesto semplice come quello di sfogliare le pagine o di scorrere tra le righe di un testo, un domani non troppo lontano, con un buon programma di dettatura vocale personalizzato, con dei programmi di gestione del PC adeguati al deficit motorio (mouse vocali, tastiere speciali, comandi collegati alla funzione visiva, ecc.) potrà riuscire a raggiungere un buon livello di autonomia, e dedicarsi anche a studi specialistici come quello del latino, che non sarà relegato ai vecchi libri a stampa, ma si affaccia già adesso, prepotentemente, nel mondo delle tecnologie multimediali e della rete telematica

 

 

Fonte: http://www.centrumlatinitatis.org/cle_it/chisiamo/Rende/Latno%20e%20computer.doc

Sito web da visitare: http://www.centrumlatinitatis.org/

Autore del testo: sopra indicato nel documento di origine

Il testo è di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente i loro testi per finalità illustrative e didattiche. Se siete gli autori del testo e siete interessati a richiedere la rimozione del testo o l'inserimento di altre informazioni inviateci un e-mail dopo le opportune verifiche soddisferemo la vostra richiesta nel più breve tempo possibile.

 

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