Primi fumetti ispirati a personaggi made in Japan

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Primi fumetti ispirati a personaggi made in Japan

 

 

 

BREVE STORIA DEL FUMETTO GIAPPONESE IN ITALIA
di  Paolo Cera

 

I primi fumetti ispirati a personaggi made in Japan sono stati pubblicati nel nostro Paese sulla scia dei cartoni animati che cominciarono ad invadere le nostre televisioni a partire dalla seconda metà degli anni '70. A dire il vero la Mondadori iniziò un po' prima proponendo in edicola una rivista mensile dal titolo Il mensile di Barbapapà (poi  diventato Barbapapà & Co) che con i suoi 100 numeri allietò i bambini con fumetti,  giochi e rubriche. I primi anime ad essere trasmessi sulle nostre TV furono nell'ordine Vicky il vichingo nel novembre 1977, Heidi e La famiglia di Barbapapà nel febbraio del 1978. Dei tre soltanto quest'ultimo è un anime al 100% in quanto i primi due sono frutto di una coproduzione nippo-tedesca. Heidi ebbe tale e tanto successo che il 24 febbraio 1978 la Ediboy cominciò a pubblicare Le belle storie di Heidi con disegni dello studio spagnolo Bruguera.
Il fenomeno ormai era iniziato e prometteva di espandersi quanto prima. Il 1978 è l'anno di Atlas Ufo Robot Goldrake: tutti gli italiani rimanevano incollati alla TV durante la messa in onda del robot ideato da Go Nagai. Le edizioni Flash a partire dal luglio dello stesso anno fino al febbraio 1982 pubblicarono molto materiale ispirato a Goldrake e ad altre serie robotiche con storie e disegni creati nel nostro Paese. Nello specifico furono pubblicati: Telestory, dedicata a Goldrake, Atlas Ufo Robot presenta Goldrake (seguito poi da Atlas Ufo Robot presenta Star Blazers), Actarus, Super Raccolta Atlas Ufo Robot, Gatchman, la battaglia dei Pianeti, il settimanale La Battaglia dei Pianeti ed infine lo speciale Tv special Star Blazers. Sempre nel 1978 furono pubblicati dall'editore Salani vari libri cartonati dedicati, tra gli altri, a Mazinga Z. Tra l'aprile del 1979 e l'aprile dell'anno successivo la Epierre pubblica in nove numeri ed uno speciale la collana Telefumetti in cui vengono narrate le vicende di Remì ed altri personaggi della TV e di nuovi eroi legati a serie di successo. Nell'aprile del 1979 inizia la pubblicazione della rivista TV Junior della ERI Edizioni, la casa editrice legata alla RAI. I personaggi contenuti nella


testata furono Mazinga Z, Remì, Capitan Futuro, Capitan Harlock, Heidi, Anna dai capelli rossi, L'Ape Maia, Astro Robot Y, Bia, Doraemon, Galaxy Express 999, tutti tratti da anime trasmessi in quegli anni dalla televisione di Stato. Vale la pena di ricordare, però, che si trattava sempre di fumetti realizzati nel nostro Paese e non dei manga originali, qualora ne esistesse una versione cartacea come nel caso di Harlock, Doraemon, Bia o Galaxy  Express.
TV Junior chiuderà i battenti nel marzo del 1984. Il fatto che renderà importantissimo per la storia dei manga in Italia l'anno 1979 è la pubblicazione da parte della Fabbri del primo manga originale: Il Grande Mazinga., edito tra il dicembre di quell'anno e il luglio del 1989 in 25 numeri (in parte poi raccolto in cartonato). L'operazione non ebbe particolare successo, forse a causa dello stile scuro e “grezzo” di Go Nagai o per riflesso alle prime contestazioni contro l'animazione giapponese che  cominciava ad essere giudicata troppo violenta e inadatta per i bambini. Il progetto iniziale di pubblicare tutti gli eroi dell'universo dell'Autore, tra cui Goldrake, fu quindi accantonato. In seguito la Fabbri continuerà ad occuparsi di manga originali firmando un accordo con la casa editrice Kodansha e puntando su un personaggio sicuramente meno bellicoso e più adatto alle famiglie, l'orfanella Candy Candy di cui parleremo tra poco. Una piccola notazione a livello europeo: sembra che i primi a pubblicare materiale originale giapponese siano stati gli svizzeri sulla rivista Cri que tue nel 1979 (che verrà in seguito ripresa dalla rivista italiana Eureka).
Il nuovo decennio porta con sé molti altri titoli, alcuni originali ed altri rifatti in Italia: nascono numerose pubblicazioni ed altre già famose cominciano ad ospitare serie giapponesi.
Nel marzo 1980 nasce ad opera della Edierre La Banda TV ragazzi che dopo trenta numeri cambia editore (Edizioni TV Milano) e titolo in Cartoni in TV. La rivista chiuderà nel 1984 dopo aver pubblicato altri centoquindici numeri. Nella testata vennero ospitate varie rubriche e l'angolo della posta, oltre ovviamente a numerose serie tutte rigorosamente disegnate in Italia. Tra queste ricordiamo Charlotte, Mazinga Z, Pinocchio, Jeeg Robot, Tekkaman, L'Ape Maia, Judo Boy, The Monkey, Temple e Tam Tam, Daitarn III, Ryu il ragazzo delle caverne, L'Ape Magà, Ken Falco, Guerre fra Galassie, Gaiking, Kum   Kum,


L'Uomo Tigre, Lupin III, La Principessa Zaffiro, Starzinger, Kyashan, King Arthur, Capitan Futuro, Peline, Mazinger, Daikengo, Trider G7, Ufo Diapolon, Galaxy Express 999,  Toriton, Sally la maga, Ginguiser Cuore e Marco Polo, tutti cartoni di grande successo in quel periodo. Le Edizioni TV Milano non si fermano però a questa rivista ma ne pubblicano altre quali Telefumetto, Super Robot, Scacciapensieri, Noi super eroi. L'editore milanese pubblica anche molti titoli monografici come Bia, Capitan Futuro ed Anna dai capelli rossi.
Ancora una volta si preferisce probabilmente risparmiare e puntare su disegnatori italiani che cercano, in modo grossolano, di seguire il tratto e le storie della serie televisiva di cui vengono raccontate le avventure. Dall'ottobre del 1980 le bambine dell'epoca ebbero la possibilità di innamorarsi di un settimanale edito dalla Fabbri Editore: Candy Candy. Nell'arco degli anni la rivista muterà nome due volte: in occasione della fusione con il succitato TV Junior il titolo cambiò in Candy TV Junior (che apportò un miglioramento della guida televisiva presente nella rivista – in realtà mai troppo curata - oltre alla pubblicazione di alcuni “fotoromanzi” tratti dagli sceneggiati RAI di successo come “Cuore” del 1984) ed infine diventò Candy Issima. In tutto furono pubblicati 326 numeri fino alla fine del dicembre 1986 quando si concluse. Vennero edite varie serie originali giapponesi molto interessanti ed un solo fumetto americano sempre per ragazze, Eva Jones. Nei primi settantasette numeri è stato dato alle stampe il manga di Candy Candy di Kyoko Mizuki e Yumiko Igarashi acquistato direttamente dal Giappone. Nei numeri successivi, per non far rimanere la testata orfana del suo personaggio di punta, le avventure di Candy proseguirono con una lunghissima serie realizzata interamente in Italia in cui la protagonista vivrà numerose avventure, viaggerà per il mondo cambiando spesso mestiere. Queste nuove storie accompagneranno le lettrici fino alla trasformazione della rivista in Candy Issima. A quel punto venne ristampato da capo – a grandissima richiesta, così fu annunciato in fondo alla vignetta finale della serie “italiana” - il manga originale. Per festeggiare il primo anno di vita del settimanale (e il suo successo) vengono aumentate mano a mano le rubriche presenti (tutte “affidate” a Candy e ai suoi amici) e viene pubblicato un secondo manga che si affianca a Candy: si tratta di Luna (titolo originale: “Fostine”) di Chieko Hara. In seguito i manga salgono a tre con l'arrivo di Lady Oscar


(titolo originale: “Versailles no Bara”) che ha un giornalino a sé, con tanto di copertina, da staccare al centro della rivista. La versione di Lady Oscar pubblicata dalla Fabbri subì parecchie censure, tavole saltate e un finale fittizio che vedeva Oscar e Andrè dichiararsi amore reciproco, non pubblicando perciò la parte finale dell'opera che narrava la morte dei due amanti e l'altrettanto tragica fine della Regina Maria Antonietta. Durante gli  anni furono pubblicati anche La Storia di Alice (“Kaze no Sonata”) e Ehi Juliet! di Chieko Hara; Susy del Far West (“Mayme Angel”), Kitty la stella del circo (“Tim Tim Circus”)e Georgie (che sostituì “Lady Oscar” ma non ebbe un giornalino a sé) di Yumiko Igarashi; Rosa Pasticcio (Shiroi Egmont”) e Primo amore (“Hatsu Koi monogatari) di Riyoko Ikeda; Via col Vento (“Kaze to totomi sarinu”) di Mutsumi Tusgumo e tratto dall'omonimo romanzo; Una rosa, un amore di Yoko Shoji; Lo Specchio Magico (“Himitsu no Akkochan”, pubblicato solo parzialmente)di Fujo Akatsuka.
Georgie e Via Col Vento furono fortemente censurati, soprattutto il primo, e pubblicati solo in parte, interrompendoli bruscamente – senza nemmeno un finto finale come nel caso di Lady Oscar – nel corso dell'ultima annata della rivista quando, in vista dell'imminente chiusura, si preferì ristampare tutti i manga già apparsi durante gli anni (tranne le storie brevi come Primo amore, Rosa Pasticcio, Una rosa un amore e Ehi,Juliet!). Vengono inoltre eliminate tutte le rubriche presenti tranne quella della posta (“Cara Candy”) e i giochi, sostituite da romanzi classici della letteratura per l'infanzia come “Heidi”, “Piccole donne”, “Piccolo Lord” o “Papà Gambalunga”, pubblicati a puntate. La Fabbri sfrutta fino in fondo l'enorme successo del personaggio affiancando al settimanale la pubblicazione di varie raccolte come Candy col disco (le migliori avventure di Candy riversate su 33 giri con le voci dei doppiatori del cartone animato) e del mensile Le avventure di Candy Candy, niente altro che la ristampa di tre – in seguito, con l'aumento delle pagine, due – numeri della rivista messi assieme. C'è da aggiungere che le tavole delle storie pubblicate furono ribaltate (per avere la lettura alla occidentale) e colorate (mentre i manga sono in bianco e nero); inoltre i nomi dei personaggi furono occidentalizzati nel caso di nomi giapponesi, o semplificati nel caso di nomi inglesi considerati forse troppo particolari. La Fabbri, per finire, realizzò anche dei libri con la versione romanzata, scritta ed illustrata da autori italiani, dedicati alle varie eroine dei fumetti: Candy (cinque volumi), Georgie (due),


Luna (uno), Susy (uno) e Lady Oscar (due, il secondo - “Il Ritorno di Lady Oscar” -  narrava un improbabile seguito della storia originale, con Oscar scampata miracolosamente alla morte).
Un altro settimanale molto importante decise di pubblicare parte del suo contenuto ai manga dopo aver dedicato solo un paio di copertine ad Heidi e Goldrake tra il 1978 e il 1979: Il Corriere dei Piccoli, conosciuto anche come Corrierino, nome con cui chiuse la sua storica avventura in edicola. L'editore era lo stesso del Corriere della Sera e tra la fine del 1981 e il 1986 pubblicò vari manga originali, versioni fatte in casa e numerosi anime comics, fotoromanzi (realizzati in Italia) creati a partire dai fotogrammi degli anime. Tra i manga originali ricordiamo il bellissimo e mai portato a termine Lady Love di Hiromu Ono sul mondo della danza, Mila e Shiro, due cuori nella pallavolo (“Attack You!”) di Jun Makimura e Shizuo Koizumi, Hello, Spank! (“Ohayo Spank!”) di Shizue Takahashi e Shunichi Yukimuro (anche questo incompleto) e L'Incantevole Creamy di Yuko Kitagawa e Kazunori Ito. Anche in questo caso le tavole furono ribaltate e colorate. Forse per mancanza di materiale a disposizione o perchè la rivista ospitava parecchie storie a fumetti, non solo giapponesi, i manga vennero pubblicati sempre con il contagocce, arrivando a pubblicare pochissime tavole e non su tutti i numeri. Poteva quindi capitare che le avventure di Spank, per esempio, comparissero su un numero per poi tornare a sorpresa soltanto molti mesi  dopo per poi sparire di nuovo. Tra le serie “made in Italy” furono pubblicati Daltanious, Lady Oscar, Chobin, Galaxy Express 999 e Flo, la piccola Robinson. Per quanto riguarda “Lady Oscar” ci fu un contenzioso con la Fabbri che, come ricordiamo, deteneva i diritti  del fumetto originale giapponese della Ikeda, perciò Il Corriere dei Piccoli fu costretto a sospendere ben presto la serie senza dare alcuna spiegazione. La sostituirono in seguito con le avventure de Il Tulipano Nero, ambientato nello stesso periodo storico, ma anche in questo caso preferirono realizzare le tavole “in casa” piuttosto che affidarsi al manga originale, per altro di scarso successo in Patria. Ne realizzaro due versioni: nella prima il tratto era tipico dei disegnatori italiani e poco si differenziava dagli altri realizzati da noi; nella seconda il tratto strizzava l'occhio, forse per la prima volta, allo stile tipico di alcuni manga, con un disegno morbido, occhi molto grandi e capelli fluenti. In una tavola fa capolino persino una versione “bruna” del comandante Oscar che però non avrà alcun  peso


sulle vicende narrate. Per quel che concerne invece gli anime comics si poterono leggere le avventure di Memole dolce Memole, Kiss me Licia, Jenny la tennista, Maple Town, Hilary, Magica magica Emi, Occhi di Gatto, Holly e Benji, Evelyn e la magia di un sogno d'amore, realizzati tutti in modo raffazzonato e incerto. L'operazione, volutamente e sfacciatamente commerciale, andò avanti per alcuni anni finché non ci fu un cambiamento editoriale che comportò la graduale scomparsa di quasi tutte queste serie che non videro mai la fine. In seguito Il Corriere dei Piccoli continuò ad occuparsi dei personaggi della TV dei ragazzi, relegandoli però alle pagine dedicate alla televisione o alla musica e non pubblicando più storie tratte dai cartoni animati. Negli ultimi anni di vita, come dicevamo, la rivista cambiò nome in Corrierino e, concentrandosi esclusivamente su una fascia di lettori molto giovane, bandì completamente o quasi dalle sue pagine tutti i riferimenti televisivi. Arrivati alla metà degli anni '80 tutte le testate, anche quelle di maggior successo, chiusero i  battenti: era la crisi. Non è semplice spiegare il perchè del tracollo del mercato di quegli anni. Le critiche dei benpensanti cominciarono a concentrarsi sull'animazione giapponese e l'eliminazione degli anime da molti palinsesti non aiutò nella maniera più assoluta.. A ciò va aggiunta la scarsa qualità che spesso si accompagnava alle opere fatte in casa e la forte censura sulle opere originali. L'incapacità degli editori dell'epoca di adeguare i prodotti a target diversi da quelli “bambineschi” fece perdere la possibilità di accompagnare la  crescita dei propri lettori: il manga (o simile...), in quanto fumetto, veniva visto come una lettura esclusivamente per i più piccoli dagli stessi operatori del settore, evitando l'azzardo di scelte più mature. L'esempio forse più palese è quello delle bambine lettrici di Candy Candy che dopo sei anni erano diventate ragazze alla ricerca di riviste per adolescenti in  cui si parlava di più del passaggio dall'infanzia all'adolescenza in tutti i suoi aspetti (la moda, gli idoli della musica e del cinema, le prime cotte, il ciclo mestruale, la bellezza...). Un altro determinante motivo che causò la chiusura di questa storica testata fu che per parecchio tempo la serie animata “principale”, quella di Candy, non venne replicata sui nostri teleschermi, venendo quindi a mancare il “sostegno” televisivo che aveva contribuito al successo del settimanale alla sua nascita.
In generale si può parlare di sproporzione venutasi a creare nella prima metà del decennio tra offerta di prodotti e relativa domanda: i bambini, l'abbiamo detto, erano il


target unico di riferimento ma chi comprava era il genitore che quindi filtrava gli acquisti. Se si considera la nomea negativa dei personaggi di provenienza nipponica diffusa in quel periodo (ma ancora oggi) si comprende come gli adulti preferissero vedere tra le mani dei figli un innocente Topolino piuttosto che un Grande Mazinga. I tentativi di alcuni editori di riciclare l'invenduto convertendolo in raccolta o semplicemente cambiando la copertina finirono per affossare ulteriormente la situazione.

Cosa rimaneva di buono? I tantissimi appassionati dei cartoni animati che imperversavano in quegli anni nelle emittenti private (in RAI non si trovava più nulla) si fecero trovare pronti a raccogliere la sfida lanciata nel nuovo decennio: la rinascita del fenomeno manga in Italia.
La prima casa editrice che all'inizio degli anni '90 scommise sui prodotti orientali fu  la Granata Press. La casa bolognese in molte occasioni importò le serie pubblicate dall'americana VIZ e, anche se la qualità delle edizioni non era molto buona, fu importante per poter tornare a leggere manga dalle nostre parti. Le due riviste ammiraglie  della Granata furono Mangazine e Zero. La prima nacque dall'omonima fanzine dei
K-Boys, che se ne occuparono fino al loro trasferimento alla Star Comics: oltre a vari manga (pubblicati con lettura alla occidentale ma in bianco e nero e quanto più possibile fedeli agli originali), erano ospitate rubriche interessanti sul Giappone, anime e personaggi dei fumetti. Furono pubblicate varie serie di Rumiko Takahashi (come Lamù), Mai la ragazza psichica e Kamui di Sanpei Shirato. La rivista conterà alla fine 47 volumi. Le serie di maggior successo furono in seguito ristampate anche in volumetti monografici ma il fallimento della casa editrice comportò la chiusura delle testate e la brusca interruzione di tutti i titoli, molti dei quali rimasero incompleti. Zero nasce come un contenitore di manga ad alto tasso di adrenalina: Ken il guerrieo, Xenon, Baoh, Spriggan sono alcuni dei suoi manga. L'ultimo numero di Zero fu il trentanovesimo a cui seguirono sette numeri di Zero II che ospitò, tra gli altri, Ken il guerriero – Le origini oltre a varie rubriche.
L'editore pubblicò anche molte collane nate come costole delle riviste principali: “Manga Compact” e “Zero Compact” erano in formato tascabile, “Z Comix”, “Z Star”, “Manga Hero”, “Manga Classic”, “Mangazine Speciale” e “Zero Speciale” presentavano


invece un formato più grande. La serie “Nausicaa” di H.Miyazaki è apparsa nella collana “Manga Album”  con  un  formato  grandissimo.  Inoltre  vanno  ricordati  i  volumi  “extra” (Mao Dante di Go Nagai e Il Bosco delle Sirene di Rumiko Takahashi) e i primi anime comics: Dirty Pair e Gundam 0083. Tra i manga pubblicati ce ne furono moltissimi importanti e attesi dagli appassionati: oltre ai titoli già citati si possono aggiungere Devilman, Mazinga Z e Grande Mazinga, Lady Oscar (completa e senza le censure dell'edizione Fabbri), I Cavalieri dello Zodiaco, Bastard, Sanctuary. L'editore chiude nel 1995. Tuttavia la macchina si era rimessa in moto.
Il 1992 è l'anno della pubblicazione del primo numero della storica rivista Kappa Magazine della Star Comics, rivista contenitore di manga e notizie trasformata di recente in albo monografico. La casa editrice perugina fu tra le prime ad incentrare la sua produzione quasi esclusivamente sulle opere giapponesi. A dire la verità questo avvenne in maniera quasi “forzata”, quando agli inizi del decennio i supereroi Marvel “migrarono” in Marvel Italia (l'attuale Panini Comics). Tra le serie targate Star dobbiamo ricordare doverosamente dei titoli tra i più venduti nel nostro Paese: il campione di incassi Dragon Ball, One Piece e Inuyasha. Si sottolinea inoltre che il primo manga pubblicto con il senso di lettura originale fu proprio quello di Goku e compagnia. La scelta, risultata in seguito vincente, fu dettata dalla casa editrice giapponese Shueisha che non voleva vedere i suoi titoli ribaltati nelle versioni occidentali. I titoli editi dalla Star sono stati e sono tuttora innumerevoli e spaziano dai superclassici come Ranma 1/2 ai titoli innovativi alla Fortified School o Happy Mania. La casa editrice fu anche la prima a scommettere sugli shojo (manga indirizzati prevalentemente ad un pubblico femminile) con un'edizione completa e senza censure di Georgie e con Caro Fratello di Riyoko Ikeda. Le caratteristiche principali dell'editore, oggi uno dei più importanti per numero di testate, sono le buone ma non eccelse edizioni (salvo per le ottime collane per le sole fumetterie e le “Perfect Edition”, versioni in tutto e per tutto simili a quelle giapponesi, volumi corposi e con sovraccopertina), i prezzi tra i più bassi del mercato e l'ottima affidabilità nel portare a termine le serie iniziate.
L'altra principale casa editrice di manga nel nostro Paese è la Panini Comics: era l'agosto 1995 quando con la pubblicazione di Silent Moebius venne inaugurata la  divisione


Marvel Manga (ribattezzata nel '98 Planet Manga). Da allora i titoli stampati sono numerosi e tra questi tanti memorabili come Slam Dunk, Akira, Cortili del cuore, Berserk e gli attuali bestseller Naruto, Nana e Death Note. La casa editrice viene spesso criticata per l'abbondante uso dei “quadratini” bianchi, utilizzati per inserire pensieri o voci fuori campo evitando così il riadattamento dello sfondo sottostante, per i sottotitoli sdolcinati e assurdi e per le pubblicazioni “sottiletta”, con albi di circa cento pagine, corrispondenti alla metà di un volume originale. Senza contare il rapido, e commercialmente molto furbo, esaurimento cui vanno soggetti gli albi che obbliga i lettori a comprare tutto e subito per non correre il rischio di rimanere con serie tronche o dover aspettare un'eventuale ristampa in versione “De Luxe”, ovvero volumi simili a quelli giapponesi ma a prezzi più alti.
Altra casa editrice che nei primi anni '90 ha pubblicato manga è stata la romana Comic Art. Tra le varie serie edite vanno ricordate Sogni di bambini di Katsuhiro Otomo, L'immortale, Detective Conan (in seguito ripreso dalla Star Comics), Ikkyu e alcune opere di Osamu Tezuka come Kimba il leone bianco. La casa editrice chiuse alla fine del 2000 non portando a termine alcune serie.
Sempre nei primi anni '90 pubblica manga anche la Play Press, casa editrice diversa dalla Play Press Publishing (attuale Play Media Company). Della prima ricordiamo alcuni titoli come Space Adventure Cobra e Midnight eye Goku, ma ben presto se ne persero le tracce. L'”attuale” Play è invece nata nel gennaio 1998 e si occupa anche di altri tipi di pubblicazioni oltre che di fumetti giapponesi. E' stata una delle case editrici più criticate dai lettori per l'alto numero di testate interrotte, per la pessima qualità della carta e dell'inchiostro, per gli adattamenti grossolani e per i ritardi cronici nelle uscite. Si è specializzata, tra l'altro, in manga destinati alle bambine, con storie di magia e a sfondo scolastico, e in particolare quelli da cui sono stati tratti cartoni animati per i più piccoli trasmessi dalle reti Mediaset, sfruttando quindi l'enorme pubblicità della serie. Nella primavera 2008 annuncia di non voler pubblicare più manga, interrompendo le serie in corso e cedendo i diritti di alcune non ancora iniziate ad altri editori. Nel 1995 entra nel mercato degli anime(prima) e dei manga (dopo) la Dynamic Italia, la succursale italiana della giapponese Dynamic Planning, ribattezzata in seguito Dynit. Anche se oggi il numero delle testate si è ridotto rispetto al passato non possono non ricordarsi titoli come


GTO, Golden Boy, Saiyuki, Gals!, Il giocattolo dei bambini di cui fu realizzata anche una serie animata di successo arrivata da noi col titolo “Rossana”.
Tra il 1997 e il 1998 escono per il solo circuito delle fumetterie/librerie i primi albi della milanese Hazard Edizioni. L'editore concentra la sua produzione sulle opere del grande Osamu Tezuka e, in seguito, anche altri Autori importanti come Leiji Matsumoto. I prezzi sono più alti in ragione del mercato di nicchia cui si rivolge ma anche per una qualità delle testate leggermente sopra la media. Altro editore che distribuisce solo nelle librerie e fumetterie a cadenze non regolari è la Coconino Press. Vanno di sicuro ricordate opere quali Icaro del duo Taniguchi-Moebius, la splendida autobiografia a fumetti di Tezuka e la raccolta di storie brevi Made in Japan.
La seconda metà degli anni '90 e l'inizio del nuovo millennio vedono poi il fugace interesse per i fumetti orientali di varie case editrici. Tra queste la Ediperiodici, che sulla collana Jade ha pubblicato X delle Clamp (in seguito ristampato dalla Panini); la Kabuki Publishing; la Shinvision (che distribuiva anche anime in dvd); la Phoenix con The legend of Mother Sarah; la Magic Press, che oltre ai titoli dell'ex Phoenix edita Dragon Head. Ci sono poi editori che pubblicano manga una tantum come accaduto con la SaldaPress con L'Uomo Tigre, la Lexy Production con Pollon e la Glenat con Akira.
Sempre nella seconda metà degli anni '90 i K-boys, che nel frattempo continuavano a curare le edizioni della Star Comics, fondano la Kappa Edizioni che si occupa della pubblicazione di romanzi, saggi e fumetti (non solo giapponesi). In particolare sono state create la collana “Manga san”, destinata a contenere i titoli più “alternativi” del Sol Levante e Autori come Moyoco Anno, e la collana “Boy's Love”, dedicata agli shonen ai, manga per ragazze con storie incentrate su amori omosessuali.
A partire dal 2003 arrivano i manga della Flashbook Edizioni. Caratteristica della casa bolognese è la buona qualità delle edizioni per un prezzo di 5,90 euro per gran parte delle uscite. Troviamo un Autore molto amato dagli appassionati di manga, Mitsuru Adachi, con opere poetiche e divertenticome Cross Game e Katsu e lo shojo di successo Bokura Ga Ita da cui è stata tratta anche una serie animata al momento ancora inedita dalle nostre  parti..
Dalla metà del 2004 entra nel mercato anche la D-Visual, nata dalla scissione  interna


nella succitata Dynit. L'editore inizia la sua esperienza specializzandosi nella pubblicazione delle opere di Go Nagai (già edite o meno) per poi allargare il proprio parco autori a nomi del calibro di Matsumoto e Ishinomori. I prezzi dei volumi sono di tutto rispetto per edizioni ottime. Unica pecca è l'irregolarità delle uscite: possono passare mesi o addirittura un intero anno tra un numero ed un altro come nel caso de La Regina dei Mille Anni di Leiji Matsumoto, il cui primo numero è uscito nel marzo 2007 e il secondo soltanto nell'aprile 2008. Nell'autunno 2008 la D-Visual pubblica la versione riveduta e corretta del manga di Lady Oscar, adottando come unico titolo la traduzione letterale di quello giapponese: Le Rose di Versailles. Per la prima volta, dunque, il nome italiano (o se vogliamo occidentale) della serie, nonché il richiamo alla ben più celebre versione animata, scompare dalle copertine. Nel 2009 la casa annuncia di voler muovere i primi passi nel digitale con il trasferimento di alcuni loro titoli di punta su iPhone e iPhone Touch, seguendo un esperimento di successo già avvenuto nel tecnologico Giappone dove sta ormai diventando consuetudine leggere fumetti anche sul computer e il cellulare.
Nel marzo del 2006 cominciano le loro avventure editoriali la Freebooks e la J-Pop. La prima fonda l'etichetta Free Seishin sulla quale edita opere coreane, cinesi e (poche) giapponesi tra cui il manga di ambientazione italiana Cantarella. La J-Pop , che per numero di pubblicazioni mensili negli ultimi tempi può considerarsi la terza casa editrice di manga/ manhwa/manhua d'Italia, ha tra i suoi titoli di spicco L'esorcista, Captive Heart, Penguin Revolution e il classico Cyborg 009, proposto anche in un lussuoso cofanetto. Le edizioni di entrambi gli editori sono molto buone, quasi ottime per i secondi. Le loro uniche pecche sono i ritardi nelle uscite e qualche difficoltà nella distribuzione.
Sempre nel 2006 nasce ad opera della Yamato Edizioni (che fino ad allora si occupava esclusivamente del mercato anime in dvd) la collana “Personaggi storici a fumetti” che ospita Autori come Yasuhiko e Riyoko Ikeda. Sono usciti titoli come Cleopatra, Elisabeth, Gesù, Giovanna D'Arco, Alessandro il Grande, Napoleon o il recentissimo Nerone. Le edizioni sono di buon livello ma il prezzo di ogni volume (ad eccezione di Napoleon)è più alto: 15 euro.
Nel 2007 entra nel mercato dei manga anche l'internazionale Planeta DeAgostini
che, dopo un periodo di rodaggio, ha annunciato parecchie nuove opere. Le edizioni sono


migliorate col tempo, considerando che nelle prime uscite erano frequenti errori di traduzioni e adattamenti se non addirittura di impaginazione.
Nel 2008 persino la Disney ha debuttato con la collana Disney Manga: volumi simili a quelli giapponesi che riprendono le storie dei personaggi storici dell'editore.
Nella primavera 2009 i K-Boys lasciano a sorpresa (?) la Star Comics andando ad occuparsi della nuova linea editoriale della Giochi Preziosi, la GP Publishing. Nell'estate dello stesso anno fanno la loro comparsa in edicola i manga di Mermaid Melody e Twin Princess, corredati di gadget vari come figurine delle omonime serie animate. Per cominciare si punta, dunque, ad accaparrarsi una fetta di pubblico vasto (quello dei bambini) e, in particolare, quello legato ai successi televisivi degli ultimi tempi. C'è da notare che il manga delle Mermaid Melody, stranamente pubblicato con lettura alla occidentale ormai in disuso presso qualsiasi editore, risulta oggi il più venduto tra le loro (al momento poche) uscite. A parte questi titoli più commerciali, la GP punta anche su opere di maggior spessore destinate sia alle edicole sia al solo circuito delle fumetterie. Per quest'ultime si vuole dare la stessa cura e dignità di un libro, con edizioni curatissime ed eleganti. Tra i titoli annunciati opere di Autrici molto richieste e amate come Fuyumi Soryo, Yayoi Ogawa,Yumiko Igarashi e la ristampa, fedele all'originale, di Sonata del vento – La Storia di Alice (“Kaze no Sonata”), di Chieko Hara, pubblicata a suo tempo sul settimanale Candy Candy.
Negli ultimi tempi le case editrici giapponesi hanno cominciato ad espandersi autonomamente all'estero, mantenenendo ed aumentando il “potere” dei propri marchi. Ne  è l'esempio la Kodansha che è sbarcata all'inizio dell'estate 2008 direttamente negli States,  o le Shueisha e Shogakukan che si sono unite alla VIZ Media per pubblicare i manga dei loro Autori direttamente negli USA, diventando la Shogakukan-Shueisha Production Co. Non solo: nel settembre 2009 le due case editrici giapponesi annunciano l'acquisizione di due società cardine nella distribuzione di anime in Europa: la francese Kaze e la tedesca Anime-Virtual. Le due compagnie verranno quindi inglobate nella VIZ Media. Kaze non è solo specializzata nell'acquisizione di diritti e relativa distribuzione di cartoni animati giapponesi in Francia e in Italia, ma è attiva anche nel campo dei manga attraverso l'editore Asuka. Nel frattempo la Kodansha si è rifiutata di aggiornare all'inizio del 2009 le   licenze


dei propri titoli editi in Germania dalla Tokyopop, comportando quindi l'improvvisa interruzione di numerosi fumetti. Non è da escludere che operazioni simili riguarderanno presto anche altri Paesi Europei, Italia compresa. Al momento la notizia che annunciava l'interesse della Shueisha e della Shogakukan a pubblicare “in proprio” entro la fine del 2009 anche in Spagna, Inghilterra e Italia, è stata smentita dai diretti interessati. Ma come si evince da queste ultime novità qualcosa in realtà si sta muovendo nel vecchio continente, dunque non è da escludere in un futuro prossimo nuovi e importanti stravolgimenti editoriali.

Fonte: http://europa.uniroma3.it/cdlsfp/files/10c4e122-dedd-4032-8d2d-6953802ed7d4.pdf

Sito web da visitare: http://europa.uniroma3.it

Autore del testo: sopra indicato nel documento di origine

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Primi fumetti ispirati a personaggi made in Japan

 

"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano!" Isaac Newton. Essendo impossibile tenere a mente l'enorme quantità di informazioni, l'importante è sapere dove ritrovare l'informazione quando questa serve. U. Eco

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