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BERLINO E DINTORNI.
25.06.98 - 05.07.98 - Tour organizzato da TOURVISA ITALIA.
2.1 LA CITTÀ DI BERLINO.
La città di Berlino dopo la riunificazione del 1989 costituisce un Land con una popolazione di circa 3,4 milioni di abitanti; è attraversata dalla Sprea che finisce nell’Oder a sud-est ma è collegata anche con l’Elba a nord-ovest da un canale navigabile. La città si trova all’interno della regione del Branderburgo e la sua storia dal 1415 è stata quella della casa degli Hohenzollern, prima come grandi elettori dell’impero iniziando da Federico Guglielmo (1640-1688), der Grosse Kurfürst, poi come re di Prussia dal 1701 con Federico I ed infine nel 1871 con la proclamazione dell’impero di Germania di Guglielmo I fino alla caduta della dinastia e alla proclamazione della repubblica nel 1918. Berlino fu sempre capitale ed andò sempre crescendo. Il boom economico si ebbe dopo il 1871 con Guglielmo I e Bismarck quando la città passò da 1 milione a 2 milioni di abitanti. Fra le due ultime guerre Berlino divenne la più grande città del continente con 3,8 milioni di abitanti. Dalla seconda guerra mondiale Berlino esce distrutta e divisa in quattro zone di occupazione. La guerra fredda fa della Berlino occidentale un punto nevralgico con la massima tensione raggiunta durante i 400 giorni del blocco del settore occidentale da parte dei Sovietici fra il luglio del 1948 ed il maggio del 1949 ed il ponte aereo americano per alimentare la città. Finito il blocco le due Berlino entrano a far parte delle due Germanie, Repubblica Federale (DFR) e Repubblica Democratica (DDR). In seguito alla rivolta del 1953 scoppiata nel settore orientale ed al successivo stillicidio di rifugiati che passavano la frontiera per rifuggiarsi all’ovest, nel 1961 la DDR eresse un muro fra i due settori per rendere la frontiera impenetrabile. Con la venuta di Gorbaciov e la fine della guerra fredda, in modo quasi inaspettato, il 22 dicembre 1989 il muro viene abbattuto e l’anno dopo si arrivò all’unificazione delle due Germanie e di Berlino. La capitale della Germania unificata è rimasta ancora Bonn ma solo in attesa che a Berlino si completino i lavori dei nuovi centri politici ed il trasferimento è previsto entro il 2000.
2.1.1 IL CENTRO STORICO.
Il centro storico si stende ai lati della Karl-Liebknecht Strasse e dell’Unter den Linden, il famoso viale dei tigli, e dall’Alexander Platz alla Porta di Branderburgo, e comprende l’ansa della Sprea e l’isola formata dai suoi due rami. In quest’area sono concentrati tutti i grandi palazzi della Berlino storica ed era tutta inclusa nel settore orientale della città.
La Alexander Platz, antico mercato del bestiame, ebbe questo nome nel 1805 in onore dello zar Alessandro I; non è rimasto nulla dei tempi antichi ed è stata risistemata dal 1966 come nodo stradale e centro commerciale, con la S-Bahn soprelevata ed i grandi palazzi a vetri fra cui il Warenhaus Centrum.
A sud-ovest della Alaxander Platz e a sinistra della Karl-Liebknecht Strasse è la grande piazza della Fernsehturm, la torre della televisione, alta 365 m con l’antenna; a 205 m dal suolo si trova una grande sfera con caffé e ristorante panoramico ruotante e studi televisivi e radiofonici; è stata costruita nel 1965-69. Dall’alto si gode un bellissimo panorama della città; la Sprea e la Museumsinsel, la Unter den Linden ed il Tiergarten sul lato ovest, sul lato est la grande arteria della Karl Marx Allee lunga 2,5 km, strada modello della Berlino Est. Sul piazzale della torre si trova anche l’antica Marienkirche rimasta incolume dalla guerra che risale al 1270, in laterizio e stile gotico tedesco del nord; di lato la Neptunbrunnen del 1841 posta prima davanti allo scomparso castello degli Hohenzollern e portata qui dopo un restauro nel 1969. La fontana ha al centro il Nettuno ed intorno le raffigurazioni dei 4 fiumi della Germania: Reno, Vistola, Oder ed Elba. Sul lato della Rathausstrasse si affaccia il grande edificio della Rotes Rathaus del 1861-69 con alta torre, tutto in mattoni rossi e rilievi in terracotta con la storia di Berlino; è oggi il Municipio della Berlino unificata. Al di là Spandauerstrasse c’è la piazza alberata del Marx-Engels-Forum con la statua moderna dei due filosofi e steli con la storia fotografica del periodo bellico. Si attraversa la Sprea sulla Karl Liebknecht Strasse e si ha a destra il Berliner Dom una grande chiesa in stile rinascimentale italiano ispirata a S. Pietro di Roma, costruita nel 1893-1905 in epoca guglielmina. Danneggiata gravemente dalla guerra (7.9.1945), i lavori di restauro sono finiti da poco. All’interno vi sono i sarcofagi di Federico I di Prussia (m. 1713) e della moglie Sofia Carlotta (m. 1705) e quello del Grande Principe Elettore Federico Guglielemo (m.1688). Dall’alto della cupola si ha un altro bel panorama. Si è al centro dell’isola della Sprea, l’antica Cölln che con Berlino sulla riva settentrionale del fiume furono all’origine della città, vi si trovava la Schlossplatz, oggi Marx-Engels Platz. Su questa piazza sorgeva il castello degli Hohenzollern i cui resti erano stati fatti saltare nel 1951. La piazza divenne sotto la DDR il centro delle parate e delle dimostrazioni popolari e vi furono eretti il Palast der Republik (parlamento) e lo Staatsrat (Consiglio di Stato). Recentemente è stata aperta un’area di scavo per riportare alla luce i resti del castello e ci sono interminabili discussioni sul futuro del Palast der Republik. Si lascia l’isola della Sprea attraverso il Marx-Engels Brücke, ex Schlossbrücke, opera di Schinkel (1824) con gruppi allegorici e da qui inizia la Unter den Linden. All’inizio sulla destra è la Zeughaus, l’antico Arsenale voluto da Federico I, il più grande edificio barocco di Berlino. Nel 1952 è divenuto Museo dell’esercito e dopo l’ultima guerra è il Museum für deutsche Geschichte. Più avanti si incontra a destra la Humboldt Universität, antica residenza del fratello di Federico il Grande destinata a università nel 1809 e dedicata al linguista e filosofo Wilhelm von Humboldt fratello del naturalista e geografo Alexander von Humboldt le cui statue si trovano nel cortile. Sul lato opposto all’università si apre la Bebel Platz con un complesso di edifici voluti da Federico il Grande: la Staatsoper, l’Opera di Stato, e l’Alte Blibliothek. Al centro della piazza uno scavo protetto da un cristallo ed una placca ricorda il rogo dei libri fatto dai nazisti. Si prosegue sulla Unter den Linden fino alla Porta di Branderburgo.
Prendendo a sinistra sulla Charlottenstrasse che incrocia la Unter den Linden, si arriva alla Platz der Akademie, la più bella piazza neoclassica di Berlino dove si fronteggiano il Französischer Dom, centro della colonia degli ugonotti Francesi a Berlino, ed il Deutscher Dom, ambedue degli inizi del 1700. Tra le due chiese è lo Schauspielhaus, opera dello Schinkel, teatro d’opera fino al 1918. Tutti i monumenti sono stati restaurati dopo la guerra ed il Deutscher Dom è oggi sede di una mostra sulla storia del costume fra il 1850 ed il 1990.
A nord, oltre la Sprea sulla Oranierburgerstrasse si trova la Neue Synagoga in stile bizantino costruita nel 1860-66, subì danni nella famosa notte dei cristalli del 1938 ma fu distrutta nei bombardamenti del 1943. Dopo la guerra è stata completamente ricostruita.
Un nuovo quartiere dedicato all’arte ed alla musica è quello costruito negli anni ‘60 ad ovest della Potsdamer Platz: è il Kulturforum che comprende fra gli altri la Philharmonie, edificio d’avanguardia dell’architetto Hans Scharoum di forma poligonale destinata ai concerti a lungo diretti da von Karajan, un Museo della Musica, una Staatsbibliothek, il Museum der europäischen Kunst con una ricchissima Gemäldgalerie e la Neue Nationalgalerie.
2.1.2 I MUSEI CENTRALI.
La parte settentrionale dall’isola formata dai due rami della Sprea è detta Museumsinsel o Isola dei Musei ed infatti comprende un insieme di musei prestigiosi costruiti nel corso del 1800 e fino al 1930. Le prime collezioni, quelle dell’Altes Museum, furono volute dal re Federico Guglielmo III, l’ultimo museo è il Pergamonmuseum terminato nel 1930. Quest’ultimo è anche il più noto ed il più ricco; in un grandioso edificio in stile dorico sono raccolti e ricostruiti reperti degli scavi tedeschi a Pergamo, Assiria, Babilonia e Persia ed altre collezioni. Il salone centrale subito dopo l’ingresso è occupato dalla ricostruzione dell’Altare di Pergamo del II secolo a.C. di arte ellenistica scavato nell’Acropoli di Pergamo dall’archeologo tedesco Karl Humann fra il 1878 e il 1886. L’altare si trovava sulla sommità di un alto podio circondato da un porticato e preceduto da una gradinata; all’esterno del podio si trovava un fregio con la Gigantomachia in gran parte recuperato e disposto lungo le pareti della sala al centro della quale è stato ricostruito il podio ed il colonnato con l’ara. Un altro fregio si trovava intorno all’altare con la leggenda di Telefo, fondatore di Pergamo. L’Altare era stato costruito da Eumene II, re di Pergamo, dopo la sua vittoria sui Galati ad esaltazione della dinastia degli Attalidi che si facevano risalire a Telefo figlio di Ercole, ed Ercole aveva contribuito alla vittoria di Zeus, suo padre, sui Giganti. Alla sommità della gradinata il posto dell’ara è contrassegnato da un mosaico pavimentale di grande raffinatezza. Nella sala a destra si trova la ricostruzione della monumentale porta del Mercato di Mileto costruita da Traiano nel 120 d.C.. Nell’ala destra del museo c’è una ricostruzione parziale del palazzo di Assur con la sala del trono di Babilonia e la Porta di Ischtar che risale al 614 a.C.. Dal Palazzo di Artaserse II a Susa in Persia (404-358 a.C.) provengono le decorazioni con piastrelle ceramiche rappresentanti arcieri persiani. I materiali provengono da campagne di scavi condotte in Medio Oriente dagli archeologi tedeschi nella seconda metà del 1800 e nei primi decenni del 1900. Nell’ala sinistra del museo si trovano le raccolte dell’età classica Greca e Romana; al piano superiore le collezioni di arte islamica provenienti da Siria, Anatolia ed Iran.
Il Bode Museum, che occupa la punta nord dell’isola in forme neoclassiche, è dedicato a Wilhelm von Bode (1845-1929), direttore dei musei berlinesi e grande collezionista; è in gran parte in attesa di risistemazione perché le raccolte egiziane sono state spostate. Nel salone di ingresso, sotto la grande cupola, c’è la copia della statua equestre di Federico Guglielmo I (1660-1714), il Grande Principe Elettore (der Grosse Kurfürst).
L’Altes Museum, il più antico, è sistemato all’interno di un edificio a forma di tempio ionico eretto nel 1923-29 su progetto di Schinkel e due gruppi bronzei sul davanti: Amazzone combattente e Cavaliere assalito da un leone. All’interno vi sono collezioni di arte greca arcaica, della Magna Grecia, molti vasi, sarcofagi, pezzi provenienti da Palestrina e Villa Adriana.
La National Galerie e il Neues Museum sono attualmente chiusi per restauro.
Un museo interessante è quello del Deutsche Geschichte nell’edificio della Zeughaus sulla Unter den Linden con le raccolte storiche della Germania. Una sezione a pian terreno ricorda la presenza della Germania in Cina dal 1833 al 1903 nel quadro della politica coloniale di Guglielmo II; 20000 soldati furono inviati durante la rivolta dei Boxer nel 1900; è esposto un cannone cinese in bronzo del 1689 della dinastia Quing. L’esposizione principale è al 1° piano e raccoglie oggetti e documenti dal 1500 alla riunificazione; armi, armature e quadri, riferimenti alla guerra dei 30 anni (1618-1648) che quasi dimezzò la popolazione della Germania (da 17 a 8 milioni circa), il periodo di Federico Guglielmo I con i suoi Granatieri, Federico II di Prussia e la guerra di Slesia (1760-63), il tempo di Napoleone ed il sorgere della cultura borghese, la diffusione delle ferrovie (prima locomotiva del 1838), il tempo di Bismarck, lo sviluppo delle nuove tecnologie: automobili (modelli 1897-1907) e motori di aerei (1906). Si arriva alla Prima guerra mondiale (1915-18) che costò circa 9 milioni di morti dei quali 3 milioni di lingua tedesca, alla caduta dell’impero ed alla rivolta spartakista, poi il sorgere del nazismo e la Seconda guerra mondiale (1939-45) che costò 55 milioni di morti fra cui 6,5 milioni di Tedeschi. Tra gli oggetti esposti la macchina per la cifratura “Enigma” del 1940. Segue la guerra fredda con documenti di Hoineker e Brandt fino alla riunificazione.
All’interno del Deutscher Dom la Mostra del Costume fra il 1850 ed il 1990 fa una rassegna di vestiti ed uniformi nell’arco di circa un secolo e mezzo presentati con manichini appesi lungo l’altezza della cupola. A vari livelli c’è poi un’ampia documentazione fotografica della vita pubblica e privata attraverso gli avvenimenti del tempo che mostra i cambiamenti del costume ad ogni svolta storica. La nascita della socialdemocrazia fra liberali e conservatori (1863-69), la depressione del 1873, Bismarck ed il Deutsche Reich (l’Impero) del 1871, il sorgere dell’industria tedesca con i Krupp e la Siemens (1890-95), il tempo del Kaiser Guglielmo I contemporaneo a Francesco Giuseppe ed allo Zar Alessandro II. Dopo la caduta dell’Impero si apre il periodo della Repubblica di Weimar, la crisi economica (1922-23), i trattati di Rapallo (1922) e di Locarno (1925) e la nascita del National Partie, la crisi mondiale dell’economia del 1929 ed il sorgere della dittatura di Hitler nel 1933. Dai giochi Olimpici a Berlino dell’agosto 1936 si passa all’invasione della Polonia nel settembre del 1939 ed alla dichiarazione di guerra contro l’URRS nel giugno del 1941. Dopo la capitolazione del 7-8 maggio 1945 inizia la guerra fredda, il piano Marshall e la ricostruzione fino all’ultimo periodo che dal 1973 al 1990 vede il passaggio dalla coesistenza all’unificazione della Germania.
La Gemäldgalerie nel Museum der europäischen Kunst è una delle più ricche d’Europa con opere che vanno dal 1400 al 1700. Molte sono le opere di pittori italiani fra cui Giotto, Fra’ Angelico, Bellini, Masaccio, Filippo Lippi, Botticelli, Ghirlandaio, Pollaiolo, Luca Signorelli, Pinturicchio e Raffaello (Madonna di Terranova e Madonna Colonna) e poi Caravaggio, Carracci, Giorgione, Guardi, Tiepolo, Veronese, Canaletto. I pittori tedeschi sono rappresentati da Cranach, Dürer, Rubens, Angelica Kauffmann, quella Olandese e Fiamminga da Mamling, Bruegel, Holbein, Van Dyck, Hals, Rembrandt, quella Inglese da Reynolds, Gainsborough, la Spagnola da Murillo, Velasquez, Zurbaran, quella Francese da Poussin, Dughet.
2.1.3 POTSDAMER PLATZ ED I LAVORI DELLA NUOVA BERLINO.
Berlino è ancora un cantiere aperto e si ha subito questa impressione passando sulla S-Bahn, la ferrovia metropolitana sopraelevata nel tratto a nord della Sprea dove fervono i lavori della nuova grande stazione ferroviaria, la Lehrter Bahnhof, a tre livelli ed in gran parte sotterranea, che sarà il nodo portante del traffico della Germania da est ad ovest e da nord a sud e prevede un traffico giornaliero di 11000 passeggeri. Il livello più basso è previsto per i treni regionali, quello intermedio avrà l’accesso ai treni di bus auto e pedoni, il livello superiore, coperto da un tetto di cristallo, è destinato alle linee principali ed alla S-Bahn. Un altro cantiere vicino è quello per la ricostruzione del nuovo Reichstag, il palazzo del Parlamento con gli uffici presidenziali, dopo le distruzioni della guerra. L’altra grande area di lavori è quella intorno alla Potsdamer Platz, dove passava il muro e che dalla fine della guerra era rimasta come una landa desolata. Al centro della piazza completamente sconvolta dai lavori è stato eretto un prefabbricato di colore rosso con terrazze di osservazione ed una mostra informativa sui lavori: è chiamato INFO BOX ed è sempre affollato da turisti e curiosi. Vicino è stata lasciata una torretta semaforica presidiabile dell’antica piazza. Dalle terrazze di osservazione si ha una completa visione del grande cantiere. L’area è destinata a diventare il centro degli affari delle grandi società private con la costruzione, fra gli altri, del palazzo del Sony Center e quello della Daimler-Benz e con un totale di 1,5 milioni di mc sopra il livello del suolo ed altrettanti sotto terra. Oltre la macchia verde del Tiergarten si vedono poi le gru del cantiere della stazione ferroviaria ed il Reichstag con la cupola in costruzione. I lavori saranno completati entro il 2004 ed allora Berlino sarà una città completamente nuova.
A sud della Potsdamer Platz, sulla Möckernstrasse, rimarranno in un parco i resti della Anhalter Bahnhof, la stazione per il sud della Germania, rimasta inutilizzata durante la divisione della città perché nel settore occidentale.
2.1.4 IL TIERGARTEN.
Il Tiergarten è il grande parco lungo 3 km e largo 1 creato nel 1700 come terreno di caccia dei Principi elettori. Dal 1800 è attraversato dalla Strasse der 17 Juni dalla Porta di Brandenburgo alla Ernst-Reuter Platz. La Porta di Brandenburgo fu aperta sotto Federico Guglielmo II nelle mura della città come porta trionfale in stile classico alta 26 m e larga 65,5 m; alla sommità la quadriga della vittoria in rame dorato rivolta verso la città. La quadriga fu portata da Napoleone a Parigi nel 1807 e fu restituita nel 1814. Durante la divisione di Berlino dopo l’ultima guerra la Porta di Brandenburgo fu al confine delle due città ma inclusa in Berlino Est ed il muro passava vicino. Il percorso del muro è contrassegnato da una striscia rossa visibile al di là della porta sulla strada ed i marciapiedi. Dopo la porta inizia il Tiergarten, a destra, ancora non accessibile per i lavori è il Reichstag, meglio visibile dalla Sprea che sarà sede del Parlamento della Germania unificata. Il Reichstag fu costruito nel 1884-94 in stile rinascimentale italiano e fu Parlamento fino alla fine della Repubblica di Weimar, il 27 febbraio del 1933, quando fu distrutto da un incendio; ciò diede ad Hitler il pretesto per le leggi eccezionali e l’instaurazione del Terzo Reich. Danneggiato dai bombardamenti dell’ultima guerra fu nel 1945 al centro dell’aspra battaglia per la conquista di Berlino da parte dei Sovietici che qui innalzarono la loro bandiera il 30 aprile 1945 un’ora prima del suicidio di Hitler; con la divisione della città rimase nel settore occidentale. Sul lato destro del parco, sulla riva della Sprea, sorge la Kongresshalle, il palazzo dei Congressi e casa della Cultura, costruito nel 1956-57 da un architetto americano a spese del governo USA come la valva di un’ostrica (i berlinesi l’hanno soprannominata l’Ostrica gravida). Davanti al palazzo, al centro di una fontana è una scultura di Henry Moore: “la Farfalla”. Si torna sulla Strasse der 17 Juni lunga 2,8 km, antica Charlottemburg Chausse, ribattezzata a ricordo dell’insurrezione di Berlino il 17 giugno 1953. A circa metà percorso è la Grosser Stern, una piazza circolare di 200 m di diametro dove convergono 5 viali con al centro la Siegessäule (la colonna della Vittoria), una colonna alta 67 m eretta nel 1873 di fronte al Reichstag e spostata qui da Hitler nel 1938. La colonna fu voluta da Guglielmo I dopo la guerra Austro-Prussiana del 1866 e la creazione dell’Impero; la statua della Vittoria alata dorata fu inaugurata il 2 settembre 1873 due anni dopo la vittoria di Sedan. Trasferita alla Grosse Stern nel 1938 da Hitler, nel luglio 1940 vide la parata per la disfatta della Francia. Nel 1945 gli Inglesi vi issarono l’Union Jack; restaurata e dorata la Vittoria fu risistemata nel 1954. La sommità della colonna è raggiungibile con una scala di 285 gradini e si può godere il panorama della città. Un’altra vista della Siegessäule nella prospettiva del parco si ha dalla stazione della U-Bahn Tiergarten che attraversa la Strasse der 17 Juni. All’estremità del viale, dove attraversa la Sprea sullo Charlottenburger Brücke vi sono i resti della Porta Aurea che chiude il parco.
2.1.5 CHARLOTTEMBURG E DINTORNI.
Il quartiere di Charlottemburg ad ovest del Tiergarten è una vasta area che comprende a nord il castello ed i giardini di Charlottenburg, residenza reale di campagna dei re di Prussia, una parte meridionale con la grande arteria del Kurfürstendamm (il terrapieno del Principe Elettore) perché in origine (1540) costruita su tronchi sopra un terreno paludoso, oggi cuore della Berlino commerciale e turistica, al centro la Bismarkstrasse che prolunga ad ovest della Ernst-Reuter Platz la Strasse der 17 Juni e si connette con il quartiere Olimpico.
Schloss Charlottemburg è il più grande castello della regione di Berlino fu iniziato nel 1695 e completato nel 1791. Ha una facciata lunga 505 m, un corpo centrale con cupola su tamburo ottagonale alta 48 m e sormontata dalla statua dorata della Fortuna, due avancorpi che racchiudono il cortile d’onore con al centro la statua equestre in bronzo del Grosse Kurfürst Federico Guglielmo capolavoro di Schlüter (1697) ispirato alle statue del rinascimento italiano. Il castello è stato nazionalizzato nel 1918 e destinato a museo. Molto danneggiato nell’ultima guerra ha ancora lavori di restauro. All’interno si visitano gli Appartamenti storici di Federico I e della moglie Sofia Carlotta, in stile rococò, e la Galerie der Romantik con le raccolte di pittura romantica del 1700 e 1800. Dietro il Castello si stende il grande parco sistemato all’inglese nel secolo scorso con lago e vista del Castello. All’interno del parco si trova il Padiglione di Schinkel (1825) ed il Mausoleum a forma di tempio dorico dove si trovano le tombe del re di Prussia Federico Guglielmo III (m. 1840 dopo 48 anni di regno) e dell’imperatore Guglielmo I (m. 1886 dopo 28 anni di regno) e delle rispettive mogli Luisa ed Augusta.
Davanti al Castello, sulla Spandauer Damm, si trova il Museo Egizio, una delle più ricche collezioni di arte egiziana del mondo frutto di una raccolta iniziata nel 1704 con Federico I. Fra i tanti il busto della Regina Nefertiti (1340 a.C.) in calcare dipinto, trovato da un archeologo berlinese nel 1912 e donato dal governo egiziano e il rilievo di Amenophis III con l’elmo di guerra.
La Kurfürstendamm, antica strada lunga 3,5 km, risistemata da Birmasck nel 1883-86 e distrutta nell’ultima guerra è oggi completamente rimodernata e sede di alberghi, teatri, cinema e ristoranti. All’estremità est è la Breitscheidplatz dove sorge la Kaiser Wilhelm Gedächtnischirke dedicata alla memoria dell’imperatore Guglielmo I, distrutta dalla guerra, le sue rovine sono rimaste un simbolo di Berlino mentre vicino è sorta una moderna chiesa ottagonale con torre. Sulla Tauentzienstrasse con la prospettica della chiesa ed il complesso dell’Europa Center c’è la moderna scultura delle catene spezzate.
A sud del quartiere si trova la zona della fiera che occupa 125 mila mq e qui sorge la Funkturm costruita nel 1926, la torre di acciaio della Radio alta 135 m con osservatorio e ristorante a 55 m. Il panorama dalla torre abbraccia tutta la città.
L’area olimpica si trova all’estremo ovest di Charlottemburg, occupa 132 ettari e vi sorge lo Stadio Olimpico costruito nel 1936 per la XI Olimpiade, misura 300 x 230 m e può contenere 90000 spettatori. A sud dell’area olimpica si stende il Grunewald, il parco più grande di Berlino.
2.1.6 I QUARTIERI MERIDIONALI.
A sud del Tiergarten si stende il quartiere di Schöneberg che fu il centro politico ed amministrativo della Berlino Ovest durante la divisione. Sulla Martin Luther Strasse in direzione sud si incontra la Rathaus Schöneberg, municipio e sede del Senato di Berlino Ovest dal 1948; è un massiccio edificio con una grande torre su cui sventola la bandiera della città con l’Orso; all’esterno ha una targa bronzea che ricorda la visita del presidente americano J.F. Kennedy il 26 giugno del 1946 quando dal balcone pronunziò la famosa frase: “Ich bin ein Berliner” per affermare la sua solidarietà con la popolazione.
A sud si trova l’aeroporto di Tempelhof, costruito nel 1936-37 come aeroporto per l’aviazione civile in una zona che aveva visto i primi esperimenti di volo dei fratelli Wright. Durante il blocco di Berlino, dal luglio 1948 al maggio 1949, fu il punto di arrivo del ponte aereo americano che alimentò la città; vi atterrava un aereo ogni 2 minuti e 70 aviatori persero la vita; è stato chiuso nel 1975. I nuovi aeroporti sono quelli di Tegel, il più vicino al centro, a nord-ovest, e quello di Schönefeld a sud-est, che apparteneva a Berlino Est ed è ora il nuovo aeroporto intercontinentale.
2.1.7 DIE MAUER.
Il Muro (die Mauer) è la ferita non ancora rimarginata inferta per 28 anni alla città di Berlino dalla divisione e dalla guerra fredda. Dopo che Berlino Est fu fatta capitale della Repubblica Democratica Tedesca (DDR) nell’ottobre 1949, i rapporti fra i due settori si andarono deteriorando, il 17 giugno 1953 scoppiò una rivolta a Berlino Est nella Leipziger Platz soffocata dalle truppe sovietiche, successivamente i controlli alle frontiere divennero sempre più rigidi. Tuttavia fra il 1949 ed il 1960 quasi 2.5 milioni di Tedeschi abbandonarono la Germania Est e molti si rifugiarono a Berlino Ovest. Il 13 agosto 1961 le autorità di Berlino Est iniziarono la costruzione di fortificazioni al confine fra le due città prima provvisorie e quindi con prefabbricati in cemento armato, i palazzi le cui facciate davano sul confine ebbero finestre e porte murate e gli abitanti furono sloggiati; ai Berlinesi dell’ovest non fu più concesso di visitare i loro parenti dell’est. Il Muro ebbe una lunghezza di 45,9 km, era alto da 3,5 a 4,2 m sormontato da un tubo di cemento che rendeva difficile il superarlo; dall’ottobre 1964 al 1970 la fortificazione fu rafforzata e completata da una fascia libera di 6-15 m, un’altra recinzione metallica e torri di controllo. Il Muro chiuse un’area di 481 kmq e 2,2 milioni di abitanti. Nei 28 anni della sua esistenza 239 persone persero la vita nel tentativo di attraversarlo ma 5075 superarono il confine con metodi diversi e 574 appartenevano alle forze armate. Con la riunificazione il tracciato del muro è rimasto a ricordare la dolorosa esperienza della città, in più punti sono rimasti campioni del muro, lapidi a ricordo dei morti che provarono a superarlo, indicazioni dei punti di attraversamento ufficiali. Sulla Eberswalderstrasse a nord-est c’è il Mauer Park dove sono stati conservati alcuni tratti di muro che si trovavano lungo il confine della Schwedter Strasse. Il tratto rimasto a simbolo della divisione di Berlino è quello della Bernauer Strasse sul confine nord del distretto centrale (Mitte) dove le facciate degli edifici davano su Berlino Ovest e molti fuggirono dalle finestre all’ultimo minuto. Circa 10000 abitanti furono evacuati e gli edifici distrutti; un parco con un memorial ai morti di quei giorni e tratti di muro dipinto sono rimasti a ricordo. Il confine passava sul lato posteriore del Reichstag e quindi davanti alla Porta di Brandenburgo interdetta al passaggio; vicino al Reichstag vi sono delle croci e delle lapidi a ricordo dei morti di questa parte del muro. Alla Potsdamer Platz vicino all’INFO BOX sono rimasti altri tratti di muro. Un altro tratto pieno di ricordi è quello della Käte-Niederkirchner Strasse e della Zimmer Strasse; le strade appartenevano al settore orientale ed il muro seguiva il bordo destro (sud) della strada. Sul lato occidentale della Käte-Niederkirchner Strasse, antica Prinz Albrecht Strasse ribattezzata con il nome di una partigiana comunista uccisa dalle SS, si trovavano gli edifici della Gestapo e delle SS che, in parte danneggiati dalla guerra, furono demoliti. La strada ed il muro sono rimasti nel loro triste aspetto di prima della riunificazione e a destra del muro, in un parco, si trova una mostra sulla “Topografia del Terrore” al tempo del Terzo Reich. Continuando sulla Zimmer Strasse, al punto di incrocio con la Friederichstrasse, c’è il Checkpoint Charlie, il terzo punto di passaggio contrassegnato dagli Americani con la lettera C e destinato al transito dei membri delle forze alleate e dei diplomatici; all’incrocio c’è una riproduzione del cartello che avvertiva che si stava per lasciare il settore Americano e vicino una mostra permanente detta “Haus am Checkpoint Charlie” dove si fa la storia della divisione di Berlino, del Muro e dei tentativi di fuga. La prima vittima fu Rudolf Urban di 47 anni che aveva cercato di saltare dal suo appartamento della Bernauer Strasse; fece poi scalpore la morte di Peter Fechner di 18 anni che aveva cercato di fuggire sulla Zimmer Strasse con due altri compagni e solo questi riuscirono, Peter, colpito a morte, rimase a terra per 50 minuti chiedendo soccorso nella zona est fino a che fu portato via dalle guardie. Oggi c’è una croce ed una lapide che lo ricorda all’incrocio con la Charlottenstrasse. Molte fughe riuscirono agli inizi con l’uso di automobili truccate con nascondigli o forzando il blocco. Nel 1962 57 persone fuggirono mediante un tunnel di 145 m scavato sotto la Bernauer Strasse a 12 m di profondità. Il 28 luglio 1965 la famiglia Holzapfel fuggì montando una seggiovia dal palazzo dei Ministeri sulla Niederkirchner Strasse con l’aiuto dei propri parenti del settore ovest.
Un posto dove si può ancora vedere il Muro nella sua interezza con i graffiti a vernice spray eseguiti dopo la riunificazione è sulla Mühlenstrasse al di là della Sprea fra Schilling-Brücke e Oberbaum-Brücke; qui il Muro impedisce la vista del fiume ma offre spettacolo con i suoi disegni alcuni dei quali sono divenuti famosi. Sulla strada si trovano a intervalli le statue di gesso dei Vopo, i militari di Berlino Est che sorvegliavano la frontiera.
I graffiti sul Muro iniziarono negli anni ‘70 e venivano fatti dai giovani di Berlino Ovest dal proprio lato che però si trovava in territorio Est e quindi fuori dalla giurisdizione della polizia di Berlino Ovest. Solo dopo la riunificazione il muro fu dipinto da ambedue i lati.
Nel 1998, ormai nel clima di distensione creatosi con Gorbaciov aumentò la richiesta dei permessi per lasciare la Germania est. Il 4 novembre 1998 500000 persone affollarono Alexander Platz invocando la fine del regime. Il 9 novembre il capo del Politburo annunziò l’apertura delle frontiere, i check-point furono completamente aperti e da quel momento il Muro venne progressivamente distrutto.
2.1.8 I LUOGHI DEL TERZO REICH.
La storia del Terzo Reich a Berlino dal 1933 al 1945 oltre ad essere documentata in musei ed esposizioni è ancora impressa nei luoghi che videro il sorgere dell’architettura e dei palazzi del regime. L’incendio scoppiato nel Reichstag il 27 febbraio 1933 diede a Hitler, nominato Cancelliere il 30 gennaio, il pretesto per le leggi eccezionali che nel giugno bandirono i partiti politici ed il nuovo potere si andò organizzando. La zona delimitata dalla Kate-Niederkirchner Strasse, ex Prinz-Albrecht Strasse, dalla Wilhelmstrasse e dalla Anhalter Strasse a sud-est della Potsdamer Platz divenne l’area occupata dalla cosiddetta “Topografia del Terrore” con le sedi delle principali istituzioni del terrore nazista. La Gestapo, Polizia Segreta di Stato, fondata nell’aprile del 1933 e diretta da Heinrich Himmler, viene poi unificata con le SD o Servizi di Sicurezza, e si installò al n. 8 della Prinz Albrecht Strasse nei locali dell’antica Scuola di arti decorative, la direzione delle SS si installò al n. 9 nell’Hotel Prinz Albrecht, all’angolo con la Wilhemsrasse, i Servizi di Sicurezza occuparono il Prinz Albrecht Palais al n. 102 della Wilhemstrasse. Con queste istituzioni Heinrich Himmler esercitò le sue funzioni di Reichführer-SS per organizzare la repressione degli oppositori del regime e dei nemici veri o presunti nei territori occupati durante la guerra ed il genocidio degli Ebrei e dei gitani. La sede della Gestapo nel 1933 fu dotata di una prigione dove stazionavano i sospetti per gli interrogatori o i prigionieri politici più importanti. Hermann Goering, l’uomo politico più importante dopo Hitler, divenuto ministro dell’aviazione, la Luftwaffe, fece costruire la sua sede sulla Wilhemstrasse dopo la Prinz Albrechstrasse; questo è uno dei pochi palazzi del Reich rimasti in piedi ed ora, in corso di ricostruzione, sarà la nuova sede dei Ministeri. Joseph Goebbels, ministro della propaganda e dell’informazione popolare istituì uno stretto controllo sulla cultura e l’informazione con più di 500 persone. Hitler ebbe il suo nuovo palazzo della Cancelleria costruito dall’architetto Spier in forme solenni capaci di intimidire i visitatori, anche questo sulla Wilhemstrasse nel tratto oggi chiamato Otto-Grotewohl Strasse. I bombardamenti del febbraio 1945 danneggiarono tutta l’area e la Cancelleria fu colpita ripetutamente mentre il Führer era nascosto nei bunker; dopo la conquista di Berlino i Sovietici distrussero completamente la Cancelleria e gli edifici della Gestapo e delle SS.
Il bunker che fu l’ultimo rifugio di Hitler non era però quello sotto la Cancelleria, nel 1942 Hitler ne fece costruire un altro segreto sul lato della Voss-Strasse a 12 m di profondità e con mura di circa 2 m di spessore completamente attrezzato con centrale elettrica e telefonica. Dal marzo del 1945 Hitler si installa qui e dirige la operazioni. Il 12 aprile l’annunzio della morte di Roosevelt fa sperare invano in un ribaltamento delle alleanze ma gli Americani rimangono fermi e Berlino è lasciata ai Sovietici. Il 16 aprile inizia l’ultima offensiva sovietica, il 20 sono a 40 km da Berlino ed è il giorno del 57° anniversario del Führer. Il 22 Hitler decide di rimanere a Berlino e con lui sono Eva Braun, che lo aveva raggiunto a metà aprile, Goebbels con la moglie ed i 6 figli e Martin Bormann. Il 27 aprile Mussolini viene ucciso a Dongo e non si sa se Hitler ne venisse a conoscenza, il 29 viene celebrato il suo matrimonio con Eva Braun, testimoni Goebbels e Bormann, poi Hitler designa l’ammiraglio Doenitz suo successore, redige un testamento e invia dei messi a Doenitz. Il 30 aprile, secondo le ricostruzioni, alle 15:30 Hitler si uccide sparandosi in bocca dopo che Eva Braun ha ingoiato una capsula di veleno. Circa un’ora prima la bandiera rossa era stata issata sul Reichstag. Secondo la sua volontà i corpi vengono bruciati ma i resti saranno poi recuperati dai Sovietici. Goebbels e la moglie si fanno uccidere dalle SS dopo aver avvelenato i 6 figli; Bormann attua un suo piano di evasione e sparisce; si disse che rimase ucciso durante la fuga ma fu condannato a morte in contumacia dal tribunale di Norimberga. I Sovietici furono gli unici a raccogliere i resti della tragedia ed i testimoni oculari furono da loro presi prigionieri e deportati in Siberia; per molto tempo negarono la morte di Hitler accusando gli occidentali di averlo nascosto. Una ricostruzione degli avvenimenti fu fatta in occidente nel settembre del 1945 con le testimonianze dei rifugiati dall’est e confermò la morte di Hitler. Nel 1956 i Sovietici rilasciarono dalla Siberia i testimoni dei fatti e fu fatta una nuova ricostruzione che confermò sostanzialmente quella fatta dagli occidentali, è rimasto solo qualche dubbio se Hitler si sia sparato o avvelenato. Nel 1970 Zukov annunziò che erano stati inceneriti i resti di Goebbels, della moglie e dei 6 figli.
Il bunker di Hitler è stato interrato dai Sovietici ed oggi c’è solo un prato senza nessuna indicazione.
2.2 POTSDAM E SANSSOUCI.
La storia di Potsdam è legata a quella di Berlino dal 1416 quando Federico I di Hohenzollern la tolse alla Sassonia e la inserì nella Marca di Brandenburgo; Federico Guglielmo, il Grande Elettore, ne fece la sua residenza (1660) e vi accolse gli Ugonotti cacciati dalla Francia. Nel 1744 Federico II il Grande (1740-1786) fece costruire il castello di Sansouci (senza preoccupazioni), capolavoro del barocco berlinese, come luogo di svaghi e di riposo. La città è ricca di acque e di verde per la presenza di laghi e di parchi. Potsdam è famosa anche per essere stata sede di trattati e conferenze; il 3 novembre 1805 fu firmata l’alleanza fra Prussia e Russia contro Napoleone, nel 1910 fu firmato il trattato di non aggressione Germania-Russia, nel 1945, dal 17 luglio al 2 agosto nel palazzo Cecilienhof si tenne la conferenza interalleata fra Stalin, Truman e Churchill, poi sostituito da Attlee, per decidere sulle zone di influenza. Nella zona nord-occidentale si trova il quartiere Alexandrowka formatosi dal 1820, prima con un gruppo di soldati russi prigionieri e poi con altri coloni russi che la dedicarono allo zar Alessandro I e vi costruirono una chiesa ortodossa e abitazioni in stile russo. Dopo essere stata occupata dalla guarnigione sovietica, ora è diventata zona residenziale.
Il castello di Sanssouci si trova un po’ fuori città su una collinetta terrazzata con i giardini che si aprono sul fronte posteriore. Il corpo principale comprende un salone semicircolare coperto da una bassa cupola, due ali con porticato corinzio abbracciano il cortile d’onore che ha davanti in prospettiva un finto tempio romano. Il castello fu costruito in due anni, dal 1745 al 1747, e vi lavorò una folla di artisti. Nell’interno decorato in stile francese vi sono gli appartamenti reali e quelli degli ospiti, una biblioteca con circa 2000 volumi, una piccola galleria, una sala da concerto con gli strumenti musicali, fra cui il flauto traverso del re che era un appassionato suonatore; Federico II oltre al flauto amava i cani e collezionava scatole di tabacco. La sala centrale è quella di ricevimento con cupola ellittica e colonne corinzie in marmo di Carrara alte 13 m, il pavimento è in marmo ad intarsio. Nell’ala destra vi sono 4 stanze per gli ospiti, l’ultima è la stanza dei fiori per la tapezzeria in stile cinese. Voltaire che fu a Potsdam nel 1750-53 non volle abitare qui. Il fronte posteriore del castello è il più fastoso con grandi cariatidi sulla facciata; i giardini sono ispirati a quelli di Versailles anche se più modesti.
2.3 DIE SEEWALD.
Dalla Martin Luther Strasse, prendendo l’Autobahn per Dresda e deviando per Lübbenau si arriva a Vetschau e quindi alla zona della Spreewald, la foresta sulla Sprea. Qui si trova un intrigo di canali, circa 300, alimentati dalla Sprea ed abitati da una comunità di pescatori di origine slava. Fra i canali e gli alberi si trovano le tradizionali abitazioni in legno degli abitanti e quelle più recenti costruite a scopo di villeggiatura. Si fa il percorso dei canali su barche a fondo piatto in un’atmosfera quasi irreale.
2.4 DRESDA E DINTORNI.
Ci sono più di 250 km da Berlino a Dresda con la autobahn in direzione sud e si attraversa una zona pianeggiante ricca di acque passando dal bacino dell’Oder, a cui appartiene la Sprea, a quello dell’Elba che attraversa Dresda. Ormai nelle vicinanze dell’Elba si incontra il castello di Moritzburg che sorge in mezzo ad un lago; in origine del 1500 e poi rimodernato, è oggi museo di porcellane.
Prima di Dresda si fa una sosta a Meissen, poco più a monte sull’Elba, per visitare la più antica manifattura di porcellane, la Königlich Porzellan Manufaktur (KPM) il cui stemma è formato da due sciabole incrociate. Qui, nel 1730, fu realizzata la prima porcellana d’Europa sotto Augusto II il Forte (1694-1733) di Sassonia. La scoperta del processo di fabbricazione si deve ad un giovane alchimista, Johann Friedrich Böttgen, che si vantava di essere in grado di fabbricare l’oro. Imprigionato dal re di Sassonia per metterlo alla prova, trovò invece la formula per fabbricare la porcellana traslucida a quel tempo di grande valore perché si importava solo dalla Cina. Da allora la porcellana di Meissen divenne famosa in Europa. Alla fabbrica oggi è annesso un museo ed un’esposizione e vendita di porcellane. Nel museo si segue un percorso con spiegazione dal vivo: il processo di fabbricazione con tornio o stampi, la rifinitura dei modelli a mano, la pittura e decorazione dei pezzi a mano ed il fissaggio dei colori ricoprendoli di una sostanza che vetrifica e diviene trasparente ad alta temperatura.
La città di Dresda, capitale della Sassonia, iniziò la sua ascesa nel 1500 dopo che divenne residenza dei mangravi di Meissen della casa di Wettin. Il principe Elettore Augusto (1553-1586) fu l’iniziatore delle collezioni d’arte della città che si andò arricchendo di monumenti ispirati al rinascimento italiano. La città acquistò l’aspetto attuale con Augusto il Forte (1694-1733) che diede impulso anche alla fabbricazione della porcellana. Augusto aspirava a diventare re di Polonia e si convertì al cattolicesimo costruendo la più grande chiesa cattolica di Dresda. Scoppiata la guerra dei 7 anni Federico II il Grande assedia Dresda e la bombarda; entra in città il 18 dicembre del 1745. Da questo momento la Slesia con Dresda farà parte del regno di Prussia e ne seguirà le sorti. Nell’ultima guerra Dresda fu rasa al suolo dal massiccio bombardamento del 13-14 febbraio 1945; furono lanciati 650000 ordigni incendiari nel centro della città che fecero circa 135000 morti, più del bombardamento di Hiroshima. La ricostruzione non è ancora completata.
Un panorama del centro di Dresda si ha dalla Terrazza di Brühl che affaccia sulla riva sinistra dell’Elba. Dietro la Terrazza in una piazza sorge la Frauenkirche, la cattedrale protestante ancora in ricostruzione. Nel nucleo centrale della città l’edificio più importante è il Georgenbau del 1533 con la facciata triangolare ed il portale ornato in stile lombardo; sulla destra la torre ottagonale, la Georgentor, con l’alto pinnacolo e sulla sinistra un altro corpo di fabbrica la cui facciata è decorata con mattonelle di ceramica da una processione di personaggi: 97 famiglie regnanti a partire da Konrad der Grosse del 1127-56. Sulla grande piazza si trovano la chiesa di corte cattolica di stile barocco costruita dall’architetto italiano Chiaveri per Augusto il Forte, il palazzo dell’Opera Haus del 1869-78 e lo Zwinger, l’edificio più noto, costruito nel 1711-22 come palazzo delle feste e divertimenti con un ampio cortile circondato da gallerie e padiglioni; oggi è sede della Pinacoteca, una delle più ricche della Germania. La Pinacoteca espone fra l’altro arazzi prodotti con i cartoni di Raffaello, una ricca collezione di quadri italiani: Raffaello (la Madonna Sistina), Correggio, Giorgione, Tiziano, Veronese, Canaletto, opere di pittori olandesi come Rembrandt, Vermeer, Hals, e tedeschi.
Fonte: http://www.travelphotoblog.org/ArchivioPersonale/Eurotour.doc
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