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CANADA (2004)
Tre giorni a Churchill nella Baia di Hudson fra gli orsi polari.
17-19.10 - 2004 - Viaggio organizzato da Paramount
45.1 LA BAIA DI HUDSON
Dopo la scoperta dell’America i sovrani europei cercavano ancora percorsi alternativi per raggiungere la Cina, o passando a nord-est lungo le coste della Siberia o passando a nord-ovest oltre la nuova terra d’America. Francesco I di Francia affidò a Giovanni da Verrazzano la missione di oltrepassare da nord le regioni scoperte da Cristoforo Colombo e nel 1524 scoprì una baia che era solo l’estuario del fiume dove sorgerà New York. Nel 1534 Jacques Cartier, a 50° di latitudine nord scoprì l’estuario del S. Lorenzo e lo esplorò pensando ad un passaggio. Gli inglesi si spinsero più a nord fino a 60° di latitudine nord nel 1575 con Martin Frobisher, avventuriero e pirata, che scoprì un passaggio a nord del Labrador nel 1576-78, incontrò gli eschimesi che usavano imbarcazioni di pelli (i kayak) e ne portò uno prigioniero in Inghilterra. Nel 1585 una spedizione promossa dai mercanti di Londra con a capo John Davis esplorò il mare ad ovest della Groenlandia fino a 72° nord, ne fece una cartografia, ma i ghiacci lo respinsero. Nel 1609 Henry Hudson, su incarico di alcuni mercanti olandesi ripercorse le orme di Verrazzano ed esplorò la foce del fiume che prese poi il suo nome e qui più tardi (1626) gli Olandesi acquistarono dagli indigeni l’isola di Manhattan dove fondarono New Amsterdam, la futura New York. Nel 1610 Henry Hudson ripartì con la Discovery per conto degli Inglesi verso lo stretto scoperto da Davis e, girando intorno al Labrador ai primi di agosto entrò nella grande baia interna che ora porta il suo nome. Entrò per 700 miglia verso sud, svernò fra i ghiacci, ma nella primavera successiva l’equipaggio gli si ammutinò e venne lasciato con il figlio sedicenne e sette marinai su una scialuppa con pochi viveri. Di loro non si seppe più nulla, La Discovery tornò in Inghilterra, ma i capi della rivolta erano morti e nessuno venne considerato responsabile. La Baia di Hudson oggi appartiene al Canada circondata dagli stati di Québec ad est, Ontario e Manitoba a sud e dai Northwest Territories ad ovest. Il passaggio a nord-ovest rimase a lungo un miraggio. L’esploratore William Baffin, pur essendo arrivato a 78° nord ed avendo scoperto lo stretto di Lancaster a nord della Terra di Baffin che era in effetti l’inizio del passaggio, la considerò solo una baia ed affermò in buona fede che il passaggio non esisteva.
Nel 1670 fu creata una compagnia commerciale inglese, la Hudson’s Bay Company (HBC), con diritti di esclusiva su un largo territorio di più di 7,7 milioni di kmq che comprendeva tutti i fiumi che confluivano nella Baia di Hudson e si dedicò allo sfruttamento degli animali da pelliccia ed al commercio delle pelli. La Compagnia non creò una colonia come avevano fatto i Francesi in Labrador. Furono costruiti dei forti di legno alla foce dei fiumi più importanti dove le tribù native portavano con le canoe le pelli di castoro cacciati all’interno. La HBC non aveva bisogno di grandi capitali e personale per accudire ai suoi commerci e per molti anni fu soddisfatta dai guadagni. Successivamente la competizione dei Francesi a sud e ad ovest diventò più conflittuale intercettando le fonti di approvvigionamento delle pellicce e la Compagnia dovette moltiplicare i punti di controllo. Nel 1713, con il trattato di Utrecht alla fine della guerra di successione spagnola in Europa, la Francia riconobbe i diritti della HBC sui territori della Baia di Hudson e con la pace di Parigi del 1763, alla fine della guerra dei sette anni, tutto il Canada passò all’Inghilterra. Iniziò la fase di esplorazione dei ricchi territori del nord ovest, la Compagnia si rafforzò politicamente, ma i costi aumentarono. Nel 1870 il Governo Canadese creò la regione dei Northwest Territories e la Compagnia cedette i suoi diritti al Governo e divenne una semplice compagnia commerciale.
Dopo le guerre napoleoniche, le nazioni europee ripresero l’esplorazione nelle regioni artiche e la corsa verso il passaggio a nord-ovest. Il Parlamento inglese stabilì una ricompensa di 5000 sterline a chi avresse superato i 110 ° ovest oltre il circolo polare artico. John Franklin, reduce di Trafalgar fu incaricato di perlustrare le coste partendo dalle basi commerciali della Baia di Hudson; seguì il corso del fiume Mackenzie fino alla foce e poi la costa verso est con due canoe nel triennio 1919-22 ed in una seconda spedizione nel 1825-27 esplorò la costa intorno ai 110° ovest. Edward Parry partito nel maggio 1819 al comando di due navi, Hecla e Griper, raggiunse a settembre l’isola di Melville a 85° N e 110° W e tracciò una cartografia delle coste e guadagnò il premo delle 5000 sterline. Franklin intanto si era convinto che con le sue cartografie delle coste, quelle fornite dalla Compagnia della Baia di Hudson e quelle di Parry si poteva stabilire il percorso del passaggio e ripartì nel 1845 per la terza spedizione con due navi, Erebus e Terror, ed un equipaggio di 128 uomini. Passarono due anni e non si ebbero più notizie, ma la moglie di Franklin non si rassegnò e riuscì ad ottenere l’aiuto dell’Ammiragliato, che offrì 20000 sterline a chi avesse fornito notizie della spedizione, degli Stati Uniti e dello zar di Russia. Nel 1954, perlustrando la zona dallo stretto di Lancaster alle coste americane si venne a sapere dagli eschimesi che uomini bianchi erano morti a sud dell’isola di Re Guglielmo e nel 1859 si trovò un messaggio dell’equipaggio che comunicava la morte di Franklin l’11 giugno 1947 e che le navi erano state abbandonate nell’aprile 1948 a nord-ovest dell’isola. Nessuno poi si era salvato nella marcia verso il sud. La ricerca di Franklin dal 1948 al 1954 aveva messo in moto una gara fra tutti gli esploratori artici con almeno 15 spedizioni e l’esplorazione aveva fatto grandi progressi. Il passaggio a nord-ovest fu aperto nel 1905 con Roald Amundsen che, dopo aver svernato per due anni nell’isola di Re Guglielmo vicino ad una tribù eschimese, proseguendo verso ovest con la nave Gjoa, incontrò un veliero americano che veniva da S. Francisco.
45.2 LA CITTÀ ED I DINTORNI DI CHURCHILL
La cittadina di Churchill nello stato del Manitoba è il più importante porto artico del Canada creato nella baia di Hudson alla foce del Churchill River, un fiume lungo 1500 km che viene dalla Montagne Rocciose. Churchill, che conta una popolazione permanente inferiore a 1000 abitanti, viene considerata oggi la capitale mondiale degli orsi polari perché ogni autunno gli orsi, dispersi nel territorio durante l'estate, ai primi freddi migrano verso nord concentrandosi nell'area in attesa che geli l'acqua dolce nel fiume e sulla foce e poi che si formi il pack sulla baia dove si trasferiscono in inverno per la caccia alle foche.
Churchill non ha collegamenti stradali con altre città del Canada ma solo un collegamento ferroviario che la ha raggiunto nel 1929 e la collega fino a Winnepeg, capitale dello stato. Fu fondata nel 1771 dagli Inglesi e prese il nome del suo primo governatore, divenne una delle basi commerciali della Compagnia della Baia di Hudson che dal 1670 aveva l'esclusiva del traffico delle pellicce e vi fu costruito il forte Prince of Wales.
Durante la 2° Guerra Mondiale vi fu costruita una base aerea americana per i collegamenti aerei con l'Europa e successivamente, con la guerra fredda, la base fu gestita insieme dal Canada e dagli USA. Fu smantellata nel 1980 per i suoi costi elevati. Anche la NASA vi aveva installato un centro di tracking dei satelliti che è stato pure abbandonato.
Oggi tutta la zona è area protetta e gli abitanti sono impegnati nel controllo del territorio e nell'ecoturismo che porta qui migliaia di visitatori ogni anno, non solo in autunno-inverno per vedere gli orsi, ma anche nelle altre stagioni per altri animali, dagli uccelli di passo, alle balene beluga che entrano nel Churchill River (luglio-agosto) ed alle foche.
45.3 IL TUNDRA BUGGY TOUR E GLI ORSI POLARI
Il Tundra Buggy è un grosso veicolo dalle alte ruote adatto a muoversi nella tundra piatta e completamente attrezzato per portare i turisti in lunghe escursioni per osservare l'ambiente e la fauna locale ed in particolare gli orsi polari che costituiscono l'attrazione principale della zona di Churchill. Il veicolo, che è stato soprannominato con il diminutivo di Buggy (Carrozzino), è stato progettato espressamente per questo scopo 25 anni fa e ci sono diverse versioni da 26 a 48 passeggeri. L'interno è completamente attrezzato per lunghe escursioni e riscaldato anche con una stufa a propano e, per osservare e fotografare gli animali, si possono abbassare i vetri dei finestrini o uscire all'esterno su un balcone posteriore.
L'orso polare, il cui nome scientifico è Ursus maritimus, è un magnifico predatore perfettamente adattato all'ambiente artico in 200000 anni di evoluzione dai suoi antenati, gli orsi bruni. Si trova in Russia, in Alaska ed in Canada, in Groenlandia (Danimarca) e nell'arcipelago delle Svalbard (Norvegia). Nelle terre circumpolari non conosce frontiere migrando sulle terre e sui ghiacci e nuotando nei bracci di mare. Come specie oggi non è in pericolo di estinzione ma si considera potenzialmente minacciato dal riscaldamento climatico che, sgombrando di ghiacci i mari artici in estate, ridurrebbe la sua mobilità e le aree di caccia. Non c'è un censimento ma si stima che oggi esistano in totale nel mondo da 22000 a 25000 orsi polari ed il 60% si trovano in Canada. Un maschio adulto pesa da 250 a 800 kg e misura da 250 a 300 cm dal muso alla coda, la femmina pesa da 200 a 300 kg e misura da 180 a 250 cm. Le femmine fra dicembre e gennaio danno alla luce generalmente due cuccioli che pesano 600 gr, 6 su 10 muoiono entro il primo anno per fame, per i predatori o per incidenti, l'allattamento dura 20 mesi ed il latte è molto nutriente perché contiene il 31% di grassi; i piccoli rimangono con la madre 2,5 anni. Gli adulti vivono da 15 a 18 anni ed in qualche caso fino a 30, la loro mortalità è piuttosto bassa, del 5% annuo. L'orso polare è un ottimo nuotatore e può correre ad una velocità fino a 40 km/h ma per brevi tratti.
Fonte: http://www.travelphotoblog.org/ArchivioPersonale/Extrtour.doc
Sito web: da visitare: http://www.travelphotoblog.org
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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