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Il verso
In poesia il verso è la disposizione delle parole.
Il verso è quindi una riga costituita da una serie di sillabe, le quali generalmente vanno dalle te alle undici.
I più comuni sono i settenari e gli endecasillabi.
Pari: ritmati. Dispari: eleganti
Decasillabi: marziali, usati da Manzoni per il Conte di Carmagnola.
I nostri versi hanno preso il nome dal numero delle loro sillabe, ma per poterle contare con precisione occorre tener presente che ogni verso stabilisce la posizione della vocale tonica per la rima (ictus) e non il numero di sillabe. Ad esempio: un settenario ha la sillaba tonica nella sesta posizione (7 - 1) e quindi le sillabe sono sette se la rima è piana, ma sono sei se è tronca e sono otto se sdrucciola.
I versi lunghi (dall'ottonario in su) sono detti composti o a due accenti (ictus): vi è la cesura, una pausa del ritmo coincidente con quella del senso, fra i due emistichi di cui il verso è composto.
Inoltre il numero delle sillabe viene modificato da fenomeni comuni come: elisione e iato, sinalefe e dialefe, sineresi e dieresi, aferesi sincope e apocope (normalmente non segnati in manoscritti antichi).
Elisione è la caduta della vocale finale di una parola: Voi ch'ascoltate...
Iato è il contrario dell'elisione, cioè l'emissione separata di due vocali con l'apertura della gola.
Sinalefe è la pronuncia unita e in un'unica sillaba della vocale finale di una parola e di quella iniziale della successiva: Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono (Petrarca, Rime).
Dialefe è la pronuncia separata, in due sillabe, della vocale finale di parola e della iniziale successiva: Che fece me | a me | uscir di mente (Purgatorio VIII, 14).
Sineresi è la pronuncia unita e in un'unica sillaba di due vocali consecutive interne alla parola, che altrove possono essere pronunciate separatamente: «ubbi-dien-te» e non «ubbi-di-én-te». Dieresi è la pronuncia separata e in due distinte sillabe di di due vocali consecutive interne di parola.
Per misurare la lunghezza del verso si devono dividere le parole in sillabe.
Avremo così:
BISILLABO: composto da due sillabe
TERNARIO: composto da tre sillabe
QUATERNARIO: composto da quattro sillabe
QUINARIO: composto da cinque sillabe
SENARIO: composto da sei sillabe
SETTENARIO: composto da sette sillabe
OTTONARIO: composto da otto sillabe
NOVENARIO: composto da nove sillabe
DECASILLABO: composto da dieci sillabe
ENDECASILLABO: composto da undici sillabe
La rima
La rima è l’identità a partire dalla vocale accentuata della parte finale della parola.
RIMA BACIATA: quando rimano due versi consecutivi
Schema: AA,BB,CC…
RIMA ALTERNATA: quando il primo verso di una strofa rima con il terzo, il secondo con il quarto
Schema: ABAB…
RIMA INCROCIATA: quando il primo verso di una strofa rima con il quarto,il secondo con il terzo
Schema: ABBA, CDDC…
RIMA INCATENATA: quando in una terzina il primo verso rima con il terzo, il secondo rima con il primo e il terzo della strofa seguente
Schema: ABA,BCB,CDC…
La strofa
La strofa è un gruppo di versi legati da un ritmo e da una rima.
DISTICO = strofa costituita da due versi endecasillabi normalmente a rima baciata.
TERZINA = strofa costituita da tre versi endecasillabi a rima alternata.
QUARTINA = strofa costituita da quattro versi a rima incrociata o incatenata.
OTTAVA o STANZA = strofa costituita da otto versi di endecasillabi; i primi sei a rima alternata e gli ultimi due a rima baciata.
Fonte: http://www.davidegrassi.it/attachments/article/52/Appunti+di+Metrica.doc
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Autore del testo: M.Gaudio
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