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Molière, pseudonimo di Jean-Baptiste Poquelin (Parigi, 15 gennaio 1622 – Parigi, 17 febbraio 1673)
Molière morì il 17 febbraio 1673 di tubercolosi mentre recitava Il malato immaginario.
Il divieto di inumazione cattolica per gli attori e commedianti che vigeva all'epoca fu aggirato, su intercessione del Re presso l'Arcivescovo, con la sepoltura di Molière nel cimitero di Saint-Eustache, ma ad una profondità di più di quattro piedi, misura che fissava l'estensione in profondità della terra consacrata. Oggi la tomba di Molière si trova nel famoso cimitero parigino di Père-Lachaise, proprio accanto a quella di Jean de La Fontaine.
Onori postumi
L'Accademia di Francia non accettò mai mentre era in vita, Molière tra gli immortali, perché il commediante, ancora definito guitto, era considerato culturalmente inferiore. Riparò in seguito dedicandogli nel 1774 una statua con l'iscrizione Rien ne manque à sa gloire, il manquait à la nôtre (Nulla manca alla sua gloria, Egli mancò alla nostra).
Tra i suoi capolavori ricordiamo l'Avaro e Il malato immaginario.
Tra il 1667 e 1668, ispirandosi alla commedia in prosa di Tito Maccio Plauto, Aulularia, e prendendo spunti anche da altre commedie (I suppositi dell'Ariosto; L'Avare dupé di Chappuzeau, del 1663; La Belle plaideuse di Boisrobert, del 1654; La Mère coquette di Donneau de Vizé, del 1666) scrive L'avaro (L'Avare ou l'École du mensonge) che viene rappresentato per la prima volta a Parigi, al Palais-Royal il 9 settembre 1668
Molière, attore e allo stesso tempo drammaturgo, ricercò uno stile di scrittura e recitazione meno legato alle convenzioni dell'epoca, e proteso verso una naturalezza realistica, che descrivesse al meglio le situazioni e la psicologia dei personaggi. Queste idee, che si realizzeranno in seguito nel teatro borghese, cominciano ad emergere con forza ne La scuola delle mogli e ne Il misantropo.
Un nuovo stile che Molière accompagna con una critica feroce della morale dell'epoca, cosa che impedì a lungo alla commedia Il tartufo di essere rappresentata in pubblico. La sua acuta osservazione della realtà fu spesso per Molière fonte di guai, specialmente quando i nobili oggetto delle sue satire si riconoscevano nei suoi personaggi.
È nota la reazione del duca di La Feuillade che, riconosciutosi nel Marchese della Critica alla scuola delle mogli, gli strofinò sul viso con violenza i bottoni del suo vestito pronunciando la battuta del Marchese: «Torta alla crema! Torta alla crema!».
Simili incidenti accaddero con Monsieur d'Armagnac, scudiero di Francia, e con il duca di Montasieur, precettore del Delfino, che minacciò di bastonarlo a morte per averlo preso a modello nel creare il personaggio di Alceste, il misantropo, salvo poi cambiare idea e ringraziarlo dell'onore concessogli.
L'aspirazione di Molière, spesso costretto a scrivere commedie-balletto per compiacere ai gusti del re, fu quella di dedicarsi a sviluppare un nuovo tipo di commedia, che porterà in seguito alla nascita della commedia di costume moderna, ispirata agli accadimenti quotidiani, scritta in prosa e che obbedisca alla verosimiglianza. Molière può essere considerato a tutti gli effetti il precursore di quel rinnovamento teatrale che comincerà ad esprimersi compiutamente un secolo dopo, con Carlo Goldoni, fino a raggiungere la piena maturità nel teatro di Anton Čechov. Anche Dario Fo lo ha spesso indicato tra i suoi maestri e modelli.
Alcune opere da ricordare
Sganarello o il cornuto immaginario, Sganarelle ou le Cocu imaginaire (28 maggio 1660)
Don Garcia di Navarra o il principe geloso, Dom Garcie de Navarre ou le Prince jaloux (4 febbraio 1661)
Il Tartuffo, Le Tartuffe ou l'Imposteur (12 maggio 1664)
Don Giovanni o il convitato di pietra, Dom Juan ou le Festin de pierre (15 febbraio 1665)
Il misantropo, Le Misanthrope ou l'Atrabilaire amoureux (1666)
L'avaro, L'Avare ou l'École du mensonge (9 settembre 1668)
Le donne intellettuali oppure Le femmine saccenti, Les Femmes Savantes (11 marzo 1672)
Il malato immaginario, Le Malade imaginaire (10 febbraio 1673)
Fonte: http://rosada.yolasite.com/resources/appunti%20su%20moliere.doc
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