Fisiologia

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LA FISIOLOGIA DELLA LATTAZIONE comprende 4 fenomeni:
1 Mammogenesi (sviluppo e preparazione della ghiandola mammaria), che si realizza soprattutto per l’azione degli estrogeni e del progesterone. E’ dovuto prevalentemente all’aumento del tessuto ghiandolare, in minima parte all’accrescimento di tessuto adiposo e connettivo.
2 Lattogenesi (o montata lattea), si verifica in genere tra il 3° e il 5° giorno di puerperio ed è preceduta dalla secrezione del Colostro. L’ormone lattogeno più importante è la Prolattina, l’inizio della secrezione lattea coincide con la caduta del tasso ematico di estrogeni e progesterone.
3 Galattopoiesi (mantenimento della secrezione lattea), dipende soprattutto da un meccanismo riflesso avviato dalla suzione.
4 Eiezione del latte dipendente anch’essa dallo stimolo della suzione, che determina l’immissione in circolo di Ossitocina che provoca la contrazione delle cellule mioepiteliali della mammella.

La secrezione mammaria inizia con la produzione di un liquido particolare detto Colostro. Dopo la montata lattea il colostro assume i caratteri del latte definitivo.
Si distinguono 3 fasi: 1- fase del Colostro (fino al 5° giorno) 2- fase del latte di Transizione (dal 6° al 10 giorno) e 3- fase del latte Definitivo (dopo il 10° giorno)
Il Colostro è l’alimento più adatto al lattante nei primi giorni di vita, ha un maggior contenuto di proteine e di Sali e un minor contenuto di grassi e glucidi, è ricco di provitamina A e di anticorpi IgA.
Nel latte di Transizione c’è una riduzione di proteine e minerali, mentre lipidi e glucidi aumentano.
Nel latte Definitivo c’è una riduzione ulteriore di protidi e di sali minerali, mentre aumentano ancora i lipidi e i glucidi.
L’unicità del latte materno su ogni altro latte nell’alimentazione del bambino si riscontra in:

basso contenuto proteico con rapporto caseina/siero 1:2 circa (4:1 quello vaccino), con una conseguente minore durata della digestione gastrica
alto contenuto in lattosio, quindi in galattosio essenziale per la sintesi di cerebrosidi e galattosidi
alta percentuale di acidi grassi insaturi specie linoleico
basso contenuto in minerali con rapporto favorevole all’assorbimento del calcio
alta percentuale di oligoelementi (Manganese, Zinco)
alimento anallergico e sterile
alto contenuto di enzimi e ormoni

Frequenza e durata delle poppate:
I Settimana: 7 (o 6) pasti, uno ogni 3 ore
I-III Mese: 6 (o 5) pasti, uno ogni 3,5 ore
III-V Mese: 5 pasti, uno ogni 4 ore (solo latte per i primi 4 mesi)
Dopo il IV Mese: 4 pasti, es. 8-12-16-20

Fabbisogno calorico: si è stabilito approssimativamente che il lattante necessita di 100 calorie x kg di peso al giorno, il latte materno fornisce circa 700 calorie al litro. (quindi circa 140g di latte per kg al dì)
Impedimenti e controindicazioni all’allattamento materno:
In caso di capezzolo rientrante (si può ricorrere all’uso di tettarelle)
Ragadi del capezzolo (trattate con pomate cicatrizzanti o glicerina o paracapezzoli)
Mastite (trattamento medico con antibiotici o chirurgico)
Tubercolosi materna (polmonare o extrapolmonare l’allattamento è assolutamente controindicato)
Allergia (o intolleranza) del figlio al latte materno (molto rara)

Se la madre non può allattare è consigliabile usare il latte “formulato”, i difetti di questo latte sono:
eccessivo contenuto di lattosio, proteine meno varie del latte materno e eccessivo contenuto di ferro
Il bambino di basso peso spesso non ha sviluppato il riflesso della suzione, per cui tende ad alimentarsi meno, ha anche una ridotta capacità digestiva soprattutto per gli aminoacidi.
Bisogna quindi contenere il calo ponderale fisiologico e favorire un incremento ponderale giornaliero di circa 40 grammi.
Nella prima settimana di vita bisogna dare meno calorie, circa 80 per kg di peso, dalla seconda un po’ di più, circa 120g per kg di peso. Alla nascita non tutti gli enzimi sono presenti, la lattasi si, ma la saccarasi si forma successivamente e la digestione delle proteine è insufficiente soprattutto a livello gastrico. Per i lipidi è presente una lipasi linguale, quella pancreatica è insufficiente.
Il divezzamento deve avvenire tra la fine del 4° e l’inizio del 5° mese (aumento delle capacità digestive, denti, bisogno di più nutrienti), sempre con gradualità. Si inizia con la “pappa dolce”: brodo vegetale con patate, zucchine, carote, acqua, olio, farine senza glutine e liofilizzato di carne in polvere; e con frutta (mela grattata), si comincia a pranzo, la sera ancora latte.
Si può anche iniziare a dare lo yogurt, i cereali senza glutine (riso, mais e tapioca).
Verso il 6°-7° mese si può introdurre il semolino, ciò che contiene glutine e altri ortaggi nel brodo vegetale come lattuga, spinaci e legumi.
Il pesce intorno al 10° mese (lesso). Le uova dal 6°-7° mese solo il rosso, l’uovo intero a 18 mesi.

MALATTIE NEONATALI
Lesioni delle parti molli: cefaloematoma: raccolta di sangue tra osso e periostio in zona
ematoma al muscolo del collo: nel caso delle presentazioni di spalla.
Lesioni del sistema nervoso centrale: emorragie endocraniche: per traumi da parto o anossia.
Lesioni scheletriche che non richiedono trattamenti: frattura della clavicola nelle presentazioni di
spalla o nei nati grossi; fratture del femore e dell’omero nelle presentazioni podaliche
Lesioni dei nervi periferici: paralisi facciali causate es. dal forcipe (regrediscono in 4-6 settimane).
paralisi del plesso brachiale: lato del collo, spalle braccia.
paralisi del frenico: nervo che innerva il diaframma. Si osserva ai Rx l’immobilità.
Asfissia neonatale: le cause sono la paralisi dei centri bulbari oppure anestetici alla madre; cause
respiratorie (aspirazioni del liquido amniotico, malformazioni, polmoniti, difetti cardiocircolatori.
La valutazione è fatta in base la punteggio di Apgar
Sindromi respiratorie: circa 1/3 dei neonati pretermine, con peso inferiore ai 2000 g presenta
difficoltà respiratorie, con deficit del fattore tensioattivo polmonare. I sintomi sono cianosi, tachipnea
(60 atti respiratori al minuto), rientro giugulare, intercostale, respirazione a bocca aperta.
Ittero: La causa è l’accumulo di bilirubina nel plasma con la caratteristica colorazione gialla della cute e della congiuntiva. La bilirubina è il prodotto finale della distruzione dei composti contenenti il gruppo eme (emoglobina dei globuli rossi). Il neonato produce più bilirubina dell’adulto perché i suoi globuli rossi durano 80 giorni, invece di 120 e sono più numerosi; il fegato è poi ancora poco sviluppato ed è quindi meno efficiente nel trasformare questa sostanza in bile. Nelle forme fisiologiche l’ittero compare nel secondo giorno di vita e dura circa 10 giorni e la terapia consiste nell’esposizione alla luce tra i 440 e i 470 nm, alimentazione precoce, trasfusione. Nelle forme patologiche la bilirubina libera oltre ad accumularsi sotto la pelle, si accumula nel sistema nervoso, soprattutto nei casi di MEN.

Neonati pretermine: le caratteristiche di questo neonato sono:
pianto flebile, poco reattivo, ipotonico, cute sottile e arrossata, gonfiori per scarsa funzionalità renale, testa prominente, addome espanso, calo fisiologico maggiore del 10%, ittero più intenso, crisi genitale assente, tendenza alla ipotermia a causa di scarso grasso di riserva e di maggiore dispersione calorica, fragilità capillare, n° delle piastrine minori, ridotta capacità di suzione, ridotte funzioni digestive soprattutto lipolitiche, immunità passiva e attiva ridotta, gli organi meno sviluppati sono il fegato la milza i surreni e il timo, rapporto tra cervello e fegato 7, rispetto a quello del neonato normale che è 3.

Fonte: http://www.f3derico.altervista.org/fisiologia_lattazione.doc

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