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STORIA DELLE RELIGIONI – SPINETO
Introduzione storiografica e metodologica
La storia delle religioni è una disciplina storica e non scientifica, autonoma con un proprio metodo (comparativo): è la storia che si occupa di una fatto religioso. Prima della metà del 1800 si è nella preistoria delle religioni, in cui la propria identità si stabilisce attraverso l’opposizione al diverso. Si ricercano quindi somiglianze (interpretatio graeca):
RA (Egizio)
SOLE Etnocentrismo = ridurre lo sconosciuto al conosciuto
HELIOS (Greco)
Nascita del Cristianesimo
Il Cristianesimo si considera come una religione unica e vera, ma ha molte somiglianze con le religioni che considera non-vere. Esistono quattro possibili soluzioni a tale problema:
XV/XVI secolo: gli avvenimenti storici posero il problema dell’unità del genere umano. Dopo il periodo buio del Medio Evo infatti si ebbe una riscoperta del mondo classico (à interpretazioni sopra citate) e, come conseguenza della scoperta dell’America, l’incontro con usi, costumi, pratiche, credenze e RELIGIONI nuove. Tale problema fu risolto nel 1537 in cui fu pubblicata un’enciclica papale che “confermava l’identità di uomo per gli abitanti delle Americhe”.
Immediata risultò essere la reazione dei Conquistadores (monaci e missionari): resoconti di carattere etnografico diventarono le prime attività comparative. Era infatti aumentato il numero di elementi comparabili tra le popolazioni europee e quelle americane.
XVII/XVIII secolo: si creano 2 dogmi, 2 postulati:
XVIII in poi: vengono capovolti i due postulati sopra citati:
Il XVIII secolo è il secolo del Positivismo. In particolare Comte crea la Teoria degli stadi che, applicata al campo dello studio della storia delle religioni fa si che esistano tre stadi di evoluzione di una religione:
Alla metà del XIX secolo ha inizio la Storia delle religioni .
MAX MULLER
E’ un tedesco che visse in Inghilterra e riprese il metodo della linguistica comparata: si fondava sull’analisi delle diverse lingue, analizzando le diverse e le uguali, creando quindi delle famiglie linguistiche (es. Indoeuropea). Max Muller applica questo metodo allo studio del mito paragonando quindi tutti i miti del bacino culturale indoeuropeo creando la MITOLOGIA COMPARATA. Il linguaggio fondamentale attraverso cui si esprime il mito è il nome (soprattutto il nome delle divinità)
IUPPITER ZEUS DYAUS PITAR TYR
(Romano) (Greco) (Indiano) (Germanico)
Questi nomi di dei hanno la stessa radice che allude alla luminosità, inoltre tutti gli dei del mondo indoeuropeo sono divinità astrali.
La malattia del linguaggio: Come nasce la religione? Per Schleiermacher nasce come
Egli quindi descrive attraverso metafore la realtà celeste, considerando tali metafore delle realtà celesti, GLI DEI.
Ciò è considerato come la malattia del linguaggio (nomina à numina) ed è per questo che l’attività di Max Muller si autolimita, cioè si basa sul linguaggio comune a questa famiglia. L’etnologia britannica studia quelle popolazioni che non conoscono l’uso della scrittura definendole “società primitive”. Sono quindi culture prive di storia e che non condividono linguaggi con altre culture.
E.B. TAYLOR
Concetti base:
I popoli a cultura orale contemporanea vengono definiti come primitivi. La forma più primitiva di religione è l’animismo: esso consiste nella credenzache le cose abbiano un’anima distinta dalla loro corporalità.
Esperienza del sonno e del sogno: è caratterizzata da una immobilità fisica, ma in essa è presente comunque un movimento nel sogno à ¹ esperienza di movimento che induce l’uomo a pensare di essere un essere animato.
Esperienza della morte: è caratterizzata da una immobilità improvvisa in cui il movimento, l’azione, si distaccano dal corpo.
Queste due sono esperienze non condizionate culturalmente, ma nel passaggio tra gli stadi (Animiamo à Politeismo à Monoteismo) alcuni elementi delle fasi precedenti possono conservarsi nelle fasi successive à Sopravvivenza
Es.: (Religione greca politeista): nel rituale del sacrificio, bruciare parti di animali per donarle agli dei, il fumo è rappresentante fisico dell’animale che viene sacrificato, caratteristica propria dell’animismo.
à L’origine non è mai definita quindi, ma esiste sempre qualcosa di più originario.
R.R. MARETT
Ricerca la fase pre-animistica;
Mana: forza di cui tutte le cose sono dotate, fatte impersonali, energia diffusa;
Marett ritrova nel Totemismo la fase antecedente all’animismo.
Totem (indiani del Nord-America): è un certo tipo di organizzazione sociale in cui coesistono diversi clan (gruppo di famiglia allargato). Ciascuno di essi ha un antenato (= totem) in cui si riconoscono tutti i membri del clan. Il totem è un idolo che raffigura di solito un animale, una pianta o un oggetto.
Regole fondamentali del clan:
Il totemismo è un esempio di coesione sociale e principio di scambio.
W. ROBERTSON-SMITH
E’ uno scozzese, prete protestante ed evoluzionista. Egli parte dalle origini del Cristianesimo, derivandolo dalla religione ebraica e vuole giungere all’origine comune.
Il rito fondamentale delle religioni ebraica e cristiana è il sacrificio: l’animale sacrificato infatti viene mangiato in comune à gli viene attribuita una socialità come al totem. L’animale totemico possiede una sostanza che possiedono anche i membri della comunità e il sacrificio vuol dire appropriarsi della sua sostanza rinsaldando l’appartenenza al gruppo totemico. Da esso deriverebbe il sacrificio ebraico e di conseguenza quello cristiano ( la comunione: nutrirsi del corpo di Cristo).
J.Z. FRAZER
Antropologo inglese, pone l’idea della magia come fase primaria della religione (Teoria della magia). La magia, chiamata magia simpatica si forma dal collegamento di tutte le cose e si divide:
La magia produce categorie che sono ancora oggi esistenti.
Teoria del dio morente (Dying God): riprende questa teoria dagli studi sul folclore del suo tempo di W. Mannardt che studia il mondo agricolo europeo e le sue usanze. Egli individua una religiosità propria delle popolazioni europee la cui base è l’esistenza di spiriti degli alberi da cui deriverebbe uno spirito della vegetazione e quindi un dio della vegetazione. Nei popoli europei Mannardt scopre una evoluzione da spirito a Dio. Mannardt crede che esista un parallelo tra la natura, la vita umana e la divinità all’interno di un unico sistema:
SEME à MORTE DEL SEME à PIANTA à CIBO
MORTE E RINASCITA DEL SEME à STAGIONI (ciclicità della natura caratterizzata da morte e rinascita).
Essendoci parallelismo tra natura, uomo, e dio, anche uomo e Dio sono caratterizzati da un ciclo di morte e rinascita come natura e uomo.
Frazer riprende questa tematica e ripercorre il ciclo riconoscendo lo schema in varie divinità:
à Nelle religioni antiche esiste un parallelismo tra dio, uomo e natura.
Frazer applica poi il modello del dio morente su un piano più generale:
Il ramo d’oro (1890): è un piccolo complesso mitico del rituale romano.
“Il sacerdote di Aiaccia, il tempio di Diana, può essere solo uno schiavo fuggitivo, che viene chiamato re del bosco. Per la successione del sacerdozio si ha un duello tra il vecchio e il nuovo schiavo fuggitivo e il vincitore che ne verrà fuori dovrà staccare un ramo d’oro.”
Frazer nota che nelle religioni antiche esiste anche una continuità tra divinità e sacerdote: il re del bosco infatti avrebbe una controparte femminile (Diana) in favore della quale vengono fatti riti. La continuità tra uomo e natura infatti evincerebbe dall’unione sessuale tra il sacerdote e la dea (Fecondità generale) per la fecondità della natura e quindi il suo rinnovo. L’uomo però è fecondo finché è giovane e quindi, siccome da vecchio non può più garantire la fecondità della natura, un altro schiava deve sconfiggerlo in un combattimento.
à CON LA MORTE SI HA UNA CONTINUITA’.
Il sacerdote impersonerebbe lo spirito dell’albero e Diana la divinità.
L’INIZIO DELLA STORIA DELLE RELIGIONI
A partire dalla seconda m età dell’’800, il metodo comparativo viene applicato allo studio delle religioni. Esso presenta comunque dei limiti: l’evoluzionismo, l’importanza che hanno le sopravvivenze antiche e la conseguente ricerca dei residui culturali e l’ossessione delle origini.
Demolizione dell’evoluzionismo
Evoluzionismo: tutte le popolazioni primitive hanno tratti comuni e la prima fase evoluzionistica è uguale per tutti.
La scuola storico culturale tedesca: sulla base dello studio dei manufatti essa sostiene che i primitivi si diversifichino. L’arco ad esempio può avere diverse forme e si stabiliscono i luoghi in cui certe forme di arco sono più e meno diffuse. Compiendo la stessa operazione con più manufatti ci si accorge che dove c’è un tipo di arco c’è un tipo di capanna. Si formano quindi aree culturali con caratteristiche comuni, la cui ragione di somiglianza è
Le popolazioni hanno quindi una storia e quindi ciò distrugge l’idea di una uniformità dei primitivi.
A.LANG
Visitò di persona alcune popolazioni primitive e scopre che alcuni aborigeni australiani credono in una divinità padre e creatore. Pubblica la sua scoperta, ma viene criticato dalla tesi che prima in quei luoghi sarebbero passati dei missionari che avrebbero influenzato tali popolazioni (Taylor). Tale divinità però non era comune a tutte le popolazioni aborigene, era rimasta nascosta ai missionari, era una divinità d’elite, esoterica. à La religione è un’attività razionale, ragione che era posseduta anche dai primitivi. à CADE IL CONCETTO DI EVOLUZIONISMO RELIGIOSO.
E’ un sacerdote cattolico missionario che allarga il discorso iniziato da Lang: egli infatti non prende in considerazione solo gli aborigeni australiani, ma tutte le popolazioni primitive. Egli infatti analizza le credenze più antiche e scopre che tutte hanno la stessa idea di divinità personale, unica e creatrice. Il monoteismo non sarebbe quindi opera di una evoluzione, ma esisterebbe un monoteismo primordiale dato da una rivelazione primordiale (era un prete!). Il politeismo sarebbe quindi nato da una regressione, un decadimento, dovuto al peccato originale (Devoluzionismo).
Critiche:
Pettazzoni critica sia il monoteismo primordiale, sia il modello evoluzionistico: il monoteismo infatti non deriverebbe da una evoluzione, ma da una rivoluzione. La forma più nota di monoteismo è l’ebraismo e nasce da una predicazione di Mosè. La seconda forma è il Cristianesimo, che deriva da una rottura con l’Ebraismo e con il politeismo delle aree romanizzate operata da Gesù Cristo. La terza forma è l’Islamche si costituisce in un politeismo preesistente nella penisola arabica. La quarta forma è lo Zoroastrismo che nasce dalla predicazione di Zoroastro (dualismo tra bene e male à vittoria del bene in una battaglia finale).
à I MONOTEISMI SI STRUTTURANO A SECONDA DEI POLITEISMI PREESISTENTI.
Impossibilità del funzionalismo e della sopravvivenza: una cultura è un insieme di parti unite e legate da una funzione (ogni parte del corpo umano ha una funzione per le altre), quindi l’insieme ha un senso nel suo complesso. Cade quindi il concetto di sopravvivenza con l’eliminazione dei presupposti evoluzionistici.
Prospettive sociologiche
Esistono due grandi aree dello studio della sociologia delle religioni, l’area tedesca e l’area francese.
AREA FRANCESE
E.DURKHEIM
E’ il massimo esponente dell’area francese e il massimo sociologo di tutti i tempi. Egli si chiede a quale bisogno dell’uomo la religione risponda: ogni persona possiede una sua volontà e se tutti agissero secondo la propria volontà, ci sarebbero continui conflitti. Siccome l’umanità è tutta allo stesso livello è impossibile che la volontà di uno prevalga su quella degli altri. Si crea quindi la società, la volontà sociale, che prevale sulla volontà di tutti. La volontà sociale è un corpo autonomo dotato di una propria coscienza sociale e detiene una forza: i singoli membri infatti devono riconoscere che essa sia superiore alla volontà individuale. La religione è un’espressione simbolica di tale forza. Per Durkheim la forma primaria di religione è il vecchio totemismo in quanto il totem sarebbe un principio di coesione sociale. L’idea di Durkheim è stata discussa, ma ha una sua funzionalità nell’interpretazione delle religioni:
SACRIFICIO = Rinuncia ad un bene per una divinità à PARADOSSO: la divinità non ne ha bisogno
à la divinità non è altro che il potere della società, esiste perché non le diamo forza.
à il sacrificio non è che il riconoscimento simbolico della nostra dipendenza dalla società e la sua interdipendenza da noi che la componiamo e le diamo forza.
M. MAUSS
Fu il principale discepolo di Durkheim e suo nipote. I discepoli di Durkheim cercarono di dare alle teorie del maestro una applicazione particolare. Il concetto di sacro venne visto come modo di descrivere la potenza della società, è intoccabile e pericoloso. Se la religione ha a che fare con il sacro, deve intrattenere delle relazioni, vi si può quindi entrare à Riti di iniziazione e di uscita.
(Quando si entra e si esce da una chiesa si compiono dei riti: segno della croce)
Il non sacro è profano e il sacrificio è un rito di accesso ad una dimensione sacra per avere un rapporto più diretto con la divinità. L’avvicinamento ad una divinità è però pericoloso in quanti ci si avvicina moltissimo alla morte: si sacrifica così un animale, ci si sostituisce con l’animale che funge da mediatore. Teoria della magia: Mauss sostiene che la magia degli stregoni e dei maghi sia un rituale di significato sociale e perché essa funzioni il gruppo sociale deve riconoscerla.
AREA TEDESCA
In area tedesca il rappresentante della sociologia religiosa era Max Weber (morto nel 1920).
Esso si occupò di temi specifici ancora utilizzati.
Questo assume un valore concettuale importante. E’ la qualità che possiedono le grandi personalità della storia. Weber parlò delle personalità dei grandi personaggi che influenzarono la storia. Ha qualcosa di eccezionale. La personalità carismatica s’introduce nei periodi critici (politica, economica, ecc.) caratterizzati da angoscia. Il carisma è personale e possiede dono non accessibili a tutti (es. facilità nel parlare, nel convincere). E’ una persona imponente, ha qualcosa di fisico che sottolinea il suo carisma (es. la profondità degli occhi). Ha una personalità che crede di avere una missione da compiere.
Struttura d’interazione: il carisma non è concepibile se non all’interno del gruppo. Il personaggio deve essere riconosciuto dagli altri. Il capo carismatico conferma senza fini la sua figura attraverso atti eccezionali. Devono sempre mettersi in gioco. E’ un fenomeno di dominazione, perché è un capo molto esigente; tende ad avere unanimità dei consensi e annulla opposizioni esterne. E’ un fenomeno sociale transitorio. Il gruppo è la comunità emozionale perché condivide emozioni come fiducia e fede nel capo carismatico. Lo seguono per devozione (es. le sette). Il carisma del capo opera trasformazioni interiori nei suoi adepti che si rinnovano spiritualmente. Gruppo stretto di personalità che hanno delle prerogative in più rispetto ad altri. Seguaci fedeli che si sentono fratelli. Possono svilupparsi chiese, sette, scuole da queste persone che si uniscono per seguire una persona carismatica. La vera rivoluzione secondo Weber è di natura carismatica. La critica essenziale che gli è stata rivolta sta nel fatto che il suo carisma sembra unitario, poi invece ne sono stati riconosciuti diversi tipi:
La sua seconda tematica consiste nell’etica economica delle religioni.
Sviluppo principio: le dottrine religiose sono in grado di favorire il modificarsi di certi impulsi pratici all’azione. A certe credenze si aggiunge una determinata etica, e questa ha conseguenze economiche rilevanti. Weber analizza l’importanza che hanno le religioni nelle attività economiche.
Esempio di etica protestante (2) del capitalismo è il meccanismo sociale che attraverso denaro produce altro denaro. Nasce in Occidente tra il XVI e il XVII sec. nelle aree dove ci sono protestanti. Costituzione di schemi e modelli mentali che favoriscono risultati economici importanti.
Concetto di vocazione: protestante ritiene che la salvezza sia un dono di Dio dato a coloro che egli ha scelto. Concetto di predestinazione: Dio ha scelto in tutta l’umanità che si salverà e chi no. Come fa a saperlo l’individuo? Si salvano coloro che Dio benedice. La benedizione si riconosce dal successo e dalla riuscita nel mondo. Situazione paradossale: il Cattolicesimo dice che sono importanti le opere dell’uomo, mentre nel protestantesimo è già tutto scritto e l’uomo è stimolato solo dal punto di vista economico. Se una persona guadagna molti soldi li investe in altre imprese per guadagnare ancora e ottenere ulteriori successi, tutti gli aspetti non essenziali della propria vita.
Tipo di vita negli ordini monastici: nel protestantesimo il monachesimo manca perché ci si ritira dal mondo. Quindi è presente ascetismo intramondano o secolare, ossia all’interno del mondo. Produrre ricchezza attraverso strumenti d’uso razionale. Cosa ha portato a tutto questo? Dall’ascetismo intramondano deriva il disincanto del mondo. Tutte le caratteristiche di ciò che non fa parte dell’utilità immediata vengono meno ( es. bellezza di un’opera d’arte). Il godimento del mondo è un aspetto privo di significato. Ciò computa l’eliminazione di tutti gli aspetti simbolici della nostra esperienza comune. Tutte le religioni hanno una visione simbolica del mondo, ma nel protestantesimo non è così.
vittorioso su tutte le altre idee. Idea diffusa che si è sganciata dall’ascetismo protestante assumendo una propria configurazione. Weber si chiede se ci può essere per il futuro una rinascita religiosa nel capitalismo. Risponde di sì, perché la società moderna è ormai priva di significato e speranze. Ciò dona luogo alla rinascita religiosa.
Terza ragione di Weber era la nozione di tipo ideale o idealtipo.
Sacrificio = parola romana. Sacrificare deriva dal latino fare sacro (sacrificium). Questo termine si usa solamente quando si parla della Roma antica.
Religione = deriva dal latino religio.. Si usa solamente nel mondo romano e occidentale.
Si può dire quindi che c’è una religione greca quando si usava solo in quello romano?
La prima risposta è no.
La seconda è l’estremo opposto. Possiamo usare queste parole per definire entità ben precise. Tende ad andare verso la metafisica. Possiamo parlare quindi di religione, sacro, sacrificio, perché c’è una struttura universale. E’ una risposta pericolosa perché ci vogliono presupposti filosofici. La realtà non ci attesta verità universali. Una soluzione viene data da Weber ( concetto di tipo ideale). Il concetto di religione e sacro è un idealtipo. Per es. artigianato: realtà immutabile o concezione di un artigianato all’interno di una certa cultura? Noi usiamo un idealtipo. Non descriviamo l’artigianato in una descrizione di una realtà precisa storica.
Sappiamo che a Roma il sacrificio consisteva nell’uccisione di una vittima per offrirla alla divinità Per certi dei la vittima doveva essere un bue, oppure doveva essere di notte nera e di giorno bianca, ecc. Si va a confrontare con un’altra religione e vediamo cosa c’è in comune e poi costruiamo il concetto con ciò che c’è in comune tra più religioni. Abbiamo così creato un idealtipo che ci serve a trovare le differenze tra un concetto usato in un posto e quello usato da tutt’altra parte. E’ un concetto variabile, non universale. Questa è la giustificazione dell’apparato concettuale da noi usato.
E. TROELTSCH (muore nel 1923).
Si confronta la posizione marxiana. Parte dall’idea che è vero che le società storiche hanno influenza sulla struttura sociale ed economica. Influisce nella religione tenendo conto della sua specificità. Anche le idee religiose influiscono nella vita economica. Ideali religiosi dai quali partono rivoluzioni con conseguenze su aspetti sociali ed economici. Si interessa del ruolo che ha avuto il Cristianesimo nei confronti della società. Ci sono tre tipi di ideali che caratterizzano e condizionano il nostro studio.
Psicologia religiosa
Esiste una psicologia religiosa sviluppata nel XIX secolo.
S. FREUD
Nell’Interpretazione dei sogni ci sono molti riferimenti al concetto di mito in quanto si presentano delle forti analogie formali e contenutistiche tra mito e sogno.
Analogie formali: sono meccanismi complessi di carattere psico-dinamico. Essi infatti si basano infatti sulla deformazione della realtà che nasconderebbe una verità più fondamentale.
Analogie contenutistiche: hanno gli stessi contenuti. Complessi psichici = contenuti dell’inconsio.
“Complesso di Edipo”: Freud utilizza una terminologia mitica per un complesso psichico, facendo quindi emergere una analogia tra mito e sogno.
Paranoia: spostare all’esterno una paura che sta dentro di noi . Anche nelle religioni c’è lo stesso meccanismo e Freud paragona l’esperienza religiosa alla nevrosi ossessiva: il desiderio ossessivo di compiere determinati atti che non sono necessariamente desiderati o indesiderati (es. togliersi i vestiti in un certo modo, non calpestare le insenature delle mattonelle…), determinando quindi un obbligo.
à 1. OBBLIGATORIETA’ 2. IRRAZIONALITA’ 3. RIPETITIVITA’
Freud chiama la religione Nevrosi ossessiva universale”; ritiene infatti che in ogni uomo esistano delle pulsioni in gran parte sessuali che, quando non accettate, vengono spinte nell’inconscio (rimosse). Tali impulsi sono molto forti e tendono a mostrarsi, ma vengono frenati dalla coscienza. Emergono quindi in maniera deformata, diventano irriconoscibili (es.dai sogni emerge un contenuto deformato in una fase non cosciente): i rituali diventano quindi ossessioni sessuali ed egoistiche e i rituali religiosi servono a tenere sotto controllo tali pulsioni. Freud si pone allora il problema di che cosa sia la religione, cioè dei contenuti che l’uomo proietta al di fuori di sé:
nella prima infanzia il bambino è costantemente in balia di forze che non può controllare, pericoli esterni, e sopravvive grazie all’aiuto di chi si occupa di lui.
L’uomo adulto invece, vive in un mondo è in balia delle sue forze interne e della consapevolezza di essere debole di fronte alle forze esterne (natura, gli altri…). Nei momenti più difficili della vita (terremoto, lutti, catastrofi, problemi familiari…) l’uomo tende a regredire alla fase infantile e proietta l’immaginario dei genitori che lo proteggevano all’esterno, nelle divinità.
à LA RELIGIONE E’ UNA ILLUSIONE.
Con i suoi progressi scientifici però l’uomo potrà conoscere tutti i suoi impedimenti e tutte le forze esterne e quindi diminuirà l’esigenza dell’illusione con la conseguente scomparsa delle divinità.
L’opera più importante di Freud sullo studio della storia delle religioni è Totem e Tabù che sottolinea l’importanza del Complesso di Edipo. Esso comporterebbe nel bambino tra i 3 e i 5 anni due complessi interconnessi:
Unione con la madre: il bambino manifesta il desiderio di possesso sessuale della madre. L’ostacolo che si frappone tra il bambino e la madre è determinato dal padre. Il bambino quindi in una sfera immaginaria uccide il padre. Egli però non distingue tra immaginazione e realtà, dando origine al senso di colpa. à Si lega alla figura del padre. Tale processo non è completamente invertibile per l bambina. Non tutti superano tale complesso e portano quindi dei residui infantili. Secondo Freud tale complesso esisterebbe all’interno della collettività.
Tali proibizioni si ritrovano anche nel totemismo: non puoi uccidere l’animale totemico e non puoi accoppiarti con membri del tuo stesso clan à DIVIETO DI INCESTO E DI PARRICIDIO.
Freud allora cerca di scoprire se c’è una fase antecedente al totemismo e quindi si rifà all’antropologia:
Robertson-Smith: la fase originaria della religione consiste nel sacrificio di un animale che diventa una divinità e rinsalda il gruppo quando viene mangiato;
Darwin: l’origine della religione sta nella organizzazione sociale. In origine era organizzata in modo patriarcale in cui un padre violento possedeva tutte le donne e escludeva tutti i figli maschi per eliminare il rischio che questi potessero desiderare queste donne. I figli però si coalizzano e si ribellano, uccidono il padre e lo divorano per acquisirne la forza. Nasce quindi il senso di colpa e raffigurano il padre come una entità divina. à Assumono la legge del padre dando origine alla società totemica.
Freud presenta questa idea come una specie di costruzione mentale ideale cercandola di farla diventare realtà. Questo morello primitivo starebbe alla base delle credenze religiose e come modello di molti miti. Cristianesimo: PECCATO ORIGINALE(Offesa di Adamo ed Eva a Dio padre) à GESU’ CON LA MORTE ESPIA IL PECCATO ORIGINALE à RESURREZIONE àCOMUNIONE
Tra Ebrei e Cristiani vigeva la “Legge del taglione”, cioè una corrispondenza esatta tra la pena e la colpa, che si lega al peccato originale: il peccato originale è un omicidio di Dio che deve essere punito con la morte. Anche nel Cristianesimo c’è un’idea di parricidio primordiale: con la resurrezione di Cristo, il figlio si fa padre come nella vicenda edipica e la comunione è il pasto primordiale.
à Il Cristianesimo è erede del sacrificio totemico
Critiche a Totem e Tabù: 1. Schmidt: non la condivide assolutamente (ha una sua teoria) 2. Malinowsky: il modello di Freud non funziona nelle società matriarcali. Il complesso di Edipo sarebbe quindi condizionato culturalmente poiché esiste solo nelle società patriarcali. Inoltre l’incesto non servirebbe a separare madre e figlio, ma madre e zio. Non sarebbe primario reprimere gli istinti. 3. Roheim: il complesso di Edipo nelle società matriarcali ha semplicemente subito uno spostamento à il complesso di Edipo è sempre attendibile.
YOUNG
E’ un allievo di Freud che crea la psicologia analitica:
Coscienza: insieme dei contenuti della mente che sono attualmente presenti; attraverso di essa ci si adatta alla realtà esterna;
Inconscio: si divide in due parti:
Archetipi: modello originario che si trova nella mente dell’uomo (es. un archetipo femminile è la strega). L’immagine archetipica è chiamata anche simbolo, cioè manifestazione immaginaria.
Segni: sono “oggetti” che stanno al posto di una realtà e che quindi la nascondono (es. nel bambino la paura del cane è la trasposizione della paura del padre à il cane è il segno del padre). Noi conosciamo un segno nel momento in cui cogliamo la realtà che esso nasconde. Anche il simbolo nasconderebbe una realtà dietro di sé, ma a differenza del segno, essa non sarebbe completamente conoscibile. Esistono diversi stadi in cui l’uomo raggiunge volta per volta una maggiore consapevolezza, si riappropria di immagini a lui esterne: 1. il recupero della parte rimossa, di ciò che ha esplicitamente rifiutato. Le realtà rimosse sono simboleggiate dall’ombra. 2. La componente dell’altro sesso: l’uomo può adattarsi alla realtà esterna trovando un’identità sessuale. Vengono cioè eliminati dei tratti che sono propri dell’altro sesso(adattamento che passa attraverso la rinuncia ad una parte fondamentale delle esperienze umane). Animus: simbolo delle componenti maschili della donna; Anima: simbolo delle componenti femminili dell’uomo. 3. Recupero di spirito e materia: la realtà spirituale è interna all’uomo e quella materiale è esterna. Vecchio saggio: simbolo dello spirito; Divinità femminili: simbolo della materia. 4. L’uomo raggiunge l’integrazione della totalità raggiungendo l’insieme dell’esperienza umana in tutti i suoi livelli. La totalità è conoscibile attraverso il simbolo: la quaternità (il quattro è un numero totalizzante), l’oro (il simbolo del sé), il mandala (figura buddista che rappresenta la perfezione del paradiso; la sua struttura fa da pianta per i tempi buddisti), il tao (figura che esprime la verità).
Il taoismo è un movimento nato intorno al V secolo in Cina, il cui punto di riferimento è il mutamento. Compenetrazione di opposti, all’interno dei quali ci sono ancora due opposti.
Yin: femminile, oscuro, freddo, interno, passività;
Yang: maschile, luce, colore, interno, attività;
La realtà sarebbe il trascorrere di questi due principi l’uno nell’altro e sarebbe formata da mattoni: terra, fuoco, acqua, metallo e legno. Dalla miscela di questi elementi si sviluppano tutte le cose.
Young usa il tao per indicare il simbolo del sé, la struttura della mente umana.
All’interno della mente umana ci sono determinate funzioni:
Tipo psicologico: ognuno di noi si pone in qualche punto del diagramma.
Cristianesimo: per Young Cristo è una rappresentazione dell’archetipo del sé e ne esamina le valenze psicologiche: in Cristo mancano alcuni aspetti della totalità (malvagità e componente femminile)Tale totalità viene poi recuperata in parte con il dogma dell’assunta (madonna).
IL PRINCIPIO CHE CI AUTORIZZA A COMPARARE IL TUTTO E’ L’UNIVERSALITA’ DELL’ARCHETIPO.
Studi intorno al concetto del sacro
Si compiono ricerche statistiche: viene dato un foglio ad un campione di persone con vai aggettivi tra cui sacro. Il risultato è che il sacro viene identificato con qualcosa di consacratoNon viene associato quindi all’esperienza, ma a riti e a cose, istituzioni importanti (patria).
Distinzione tra sacro e divino
Ricerche statistiche con oggetti da identificare con sacro e divino. Entrambi sono stati associati a qualcosa di essenziale: la trascendenza delle religione viene collegata con il conectto di sacro, ma non di divino, mentre il divino viene identificato a parole che riguardano la variabile “altezza”
Corrente fenomenologia
La fenomenologia della religione è una corrente dei fatti religiosi il cui esponente maggiore è R. OTTO: egli ha introdotto nella storia delle religioni il concetto di “sacro”e lo identifica con qualcosa che è al di là della nostra esperienza, qualcosa di in conoscibile e indescrivibile: il sacro è mistero. Esiste però una esperienza religiosa e quindi possiamo avere esperienza dei suoi effetti sulla nostra anima. Egli trae l’idea che esistano dei concetti all’interno dell’uomo che non possiamo spiegare, dalla filosofia neokantiana. Il sacro è un’esperienza tremenda, che ci sovrasta (sentimento dell’essere creature piccolissime nell’universo). E’ un mistero affascinante (amore verso un Dio seducente, amico), è augustum, cioè sacro come valore, criterio dei nostri comportamenti, venerabile al quale si rende amore e gloria. Possiamo indicare l’esperienza del sacro solo attraverso dei simboli, degli ideogrammi (il sacro è qualcosa di irrazionale). Il sacro è inoltre incomprensibile, inarrivabile.
Il primato dell’esperienza: la storia delle religioni è vista da Otto come studio dell’esperienza religiosa.
VAN DER LEEUW
E’ uno dei primi fenomenlogi religiosi per cui è primaria l’esperienza religiosa: i fenomeni religiosi non sono che esperienze religiose. Riprende le posizioni dello studioso tedesco DILTHEY: egli considerava la storia non come semplice raccolta di dati, ma come esperienza vissuta. Dobbiamo quindi ricostruire in noi le condizioni psicologiche di un determinato fatto cercando di rivivere il fatto stesso. Egli distingue tra
Van der leeuw sviluppa quindi un concetto di storia delle religioni per il quale possiamo conoscerla solo tramite esperienza vissuta. Sviluppa quindi una classificazione dei fatti religiosi in base a determinate caratteristiche:
MIRCEA ELIADE
Ritiene di non essere un fenomenologo, ma che faccia della morfologia: la storia delle religioni non è uno studio riducibile ad altro, è una disciplina autonoma che studia il fenomeno religioso (antiriduzionismo).
Ierofania: è una manifestazione del sacro nell’esperienza religiosa. Il sacro però è in conoscibile, indescrivibile. Eliade quindi distingue tra due polarità presenti nell’esperienza religiosa:
Queste due realtà opposte per essere spiegate hanno bisogno di un simbolo: esso infatti può assumere questo ruolo di mediatore perché ha due lati, uno concreto, evidente e tangibile, l’altro misterioso. Il simbolo può quindi essere espressione di alcuni contenuti del sacro senza sminuirli o ridurli.
Il metodo comparativo: Eliade va a cercare tutti i simboli che si assomigliano , li mette assieme e li confronta. Nascono quindi degli insiemi di simboli organizzati che devono essere interpretati. Eliade usa il termine archetipo ad indicare un motivo simbolico generale al quale poi si confanno le varie cose appartenenti alle religioni. Non sono degli idealtipi, delle costruzioni mentali, ma fanno parte della struttura della realtà.
Ermeneutica: indica l’interpretazione à la storia delle religioni è un’ermeneutica di simboli. Il simbolo ha un’infinità di significati, se i significati fossero pochi e tutti comprensibili il simbolo esaurirebbe la sua funzione.
Temi essenziali dell’opera di Eliade:
Cielo: è il simbolo religioso per eccellenza, è la sede della divinità e rappresenta qualcosa di trascendentale per l’uomo. Eliade nota un processo delle religioni che tendono a sminuire in fasi storiche successive l’importanza delle divinità celesti (es. In Grecia Urano è il Dio del cielo e non è oggetto di culto, non fa più parte dell’attualità religiosa, è un “Deus otiosus”) per sostituire con dei più giovani.
Acque: hanno caratteristica di primordialità à significano un cosmo non ancora definito. Rappresentano la virtualità, qualcosa che esiste ma che non ha ancora una forma definita e costituiscono le possibilità. L’emersione dalle acque un simbolo di nascita, di origine, mentre l’immersione è un ritorno all’origine del processo. à diluvio: cancellazione per la possibilità di una rinascita. Il battesimo è inteso come simbolo della morte dell’uomo vecchio e la nascita dell’uomo nuovo.
Terra: è considerato un essere vivente (maternità). I bambini nati in Grecia venivano posti a terra
Per darli sia la madre naturale che la madre universale.
Rapporto cielo-terra: devono essere staccati per far sì che esista un luogo intermedio dove vivano gli uomini.
Albero: simbolo della realtà e della totalità del cosmo inteso come rinnovamento. L’albero è il simbolo della vita (mondo mesopotamico), della sapienza del bene e del male (Cristianesimo), della giovinezza (mondo indiano), della morte e del rinnovamento (albero della Croce di Gesù).
Per Eliade le attività umane sono viste come attività che hanno valore religioso, e le attività umane si conformerebbero all’insegnamento dato all’uomo dagli antenati mitici: in un tempo mitico sono stati posti tutti i fondamenti per le civiltà future à ripetizione dei modelli del passato.
Esistono due modi per concepire il tempo:
Interpretazione induista (ciclica): esistono quattro diversi cicli del mondo chiamati Yuga , e noi ci troviamo nell’ultimo, quello della decadenza. No aspettiamo una fine del mondo che non si concluderà, ma ricomincerà daccapo dal primo ciclo, quello positivo.
Interpretazione ebraica (lineare): è una interpretazione lineare in cui Dio ha dato inizio al mondo e interviene nella storia, che viene vista come compimento definitivo della sua volontà. La concezione lineare è quindi invenzione del popolo ebraico. Nel Cristianesimo invece dio entra nella storia con Gesù Cristo e dà inizio al suo credo.
L’affermazione che la concezione lineare fu per la prima volta introdotta nell’ebraismo, è soggetta a critiche:
Per alcuni esiste poi un ulteriore piano di variazione storica, la concezione post-cristiana: secondo questa concezione la storia ad un certo punto rifiuterebbe la dimensione divina e trascendente per assumere un significato autonomo. Secondo Eliade ciò non sarebbe possibile poiché ci sarebbe una continua predisposizione dell’uomo verso il religioso: questa pulsione si manifesterebbe nascostamente, dietro manifestazioni apparentemente non religiose come le feste o il cinema (battaglia tra bene e male)
Corrente strutturalista
Ha come maggiore esponente C. LEVI STRAUSS, un filologo francese. E’ di origini ebraiche e si trova costretto ad emigrare all’inizio del XX secolo in America (New York) dove viene a contatto con gli studi linguistici: si studiano le caratteristiche e le strutture delle varie lingue. Il maggiore esponente della linguistica è F. DE SAUSSURE che ritiene che il linguaggio sia composto da due elementi:
La linguistica è la scienza che si occupa della langue: è un sistema di segni. Il segno è un’unione di significato (la sua forma fisica, acustica) + significante (è il concetto, ciò a cui il termine si riferisce). Levi Strauss trova una corrente linguistica che concentra i propri studi sul significante, cioè sui suoni: questi studiosi si erano accorti che il nostro apparato fonatorio può arrivare ad una serie infinita di suoni e che ogni lingua li organizza rapportandoli tra loro. Questi studi cercano di scindere le varie lingue per ritrovare la parte elementare che li compone à I suoni fondamentali.
Scoprono che ci sono dei piccoli insiemi di suoni che stanno alla base delle lingue e non i singoli suoni, i fonemi à L’unità elementare è già di per sé relazione.
Levi Strauss applica questi progressi agli studi etnologici:
Levi Strauss parla anche di totemismo, definendolo una realtà non universale che ha una funzione di ordinamento della realtà (controllo delle parentele).
Nell’opera Mitologia Levi Srauss analizza oltre 800 miti cercando di ritrovare la medesima struttura.
Egli giunge alla conclusione che la realtà in cui viviamo è caotica, ma esiste un ordine di tipo universale. Anche la mente umana funzionerebbe allo stesso modo, cercando di dividere le cose in due (logica binaria). Il pensiero di Levi Strauss subì tre critiche
E. LEACH
E’ un antropologo inglese che vuole applicare alla Bibbia le metodologie strutturaliste. Si occupa del problema del potere regale in Israele che viene legittimato nelle figura di Salomone. Nel creare questa legittimità del potere regale esiste un problema: esiste infatti una opposizione tra l’endogamia ebraica (esclusivamente matrimonio tra ebrei) e la politica di Israele che, per possedere nuove terre, deve assumere una politica matrimoniale adeguata. La mediazione tra queste due opposizioni è operata dalla donna à Lo strutturalismo ricerca coppie di opposizioni per determinare un ordine.
La nascita della storia delle religioni come disciplina accademica
La prima cattedra di storia delle religioni risale al 1874 (Ginevra), ma in Italia è tardiva, solo nel 1925. In Olanda nasce perché furono soppresse le facoltà di teologia che vengono riconvertite in Storia delle religioni. In Italia invece, dopo il Concilio di Trento si erano istituiti i seminari: luoghi in cui veniva svolta la formazione dei preti e che venivano controllati direttamente dai vescovi. Essi venivano quindi reputati dalle autorità ecclesiastiche come “migliori” rispetto alle facoltà di teologia che venivano quindi disattese. Le facoltà di teologia divennero nei paesi di lingua tedesca dei punti di studio e di ricerca e vennero considerati come “sospetti”. à a metà del 1800 i preti non possono più seguire i corsi di teologia per la loro formazione. Le facoltà sono costrette a chiudere nel 1873. In Italia non esistono studi etnografici perché la chiesa è contraria, così come Benedetto Croce, massimo esponente culturale italiano che considera le popolazione autoctone come primitive e “non umane”. à Mentre in Europa le facoltà teologiche diventano facoltà di storia della religione in Italia no.
In Francia intanto si sviluppa un movimento religioso con la necessità di svecchiare la cultura religiosa: il modernismo. Compie una serie di studi sull’evoluzione dei dogmi e presenta dibattiti filosofici sulla politica e sul concetto di democrazia all’interno di ambienti cattolici. In Italia il massimo esponente del modernismo è ERNESTO BONAIUTI: è un prete che pubblica una serie di scritti in cui la religione è vista come oggetto di storia. I modernisti italiani però tenevano a formulare una riforma interna della chiesa che portasse ad un suo rinnovamento. La chiesa però fu completamente ostile al modernismo e lo condannò nel 1907 con l’enciclica Pascendi Dominici Graegis. Inoltre il modernismo non fu appoggiato dai socialisti e dalle correnti idealiste à Isolamento. Gentile però si rende conto che la storia delle religioni come insegnamento è necessaria in quanto le attività religiose hanno un ruolo centrale. à Istituisce la prima cattedra italiana di Storia delle religioni nel 1923 che in un concorso viene affidata a Pettazzoni. Egli era la figura perfetta: laico ( à non soggetto a detti ecclesiastici), non si era mai occupato di storia del Cristianesimo (e che quindi ebbe uno sviluppo separato), era riconosciuto all’estero ed era competente in etnologia. Fondò la rivista Studi materiali di storia delle religioni.
Dibattito Pettazzoni/Croce: Pettazzoni è il fondatore dello storicismo italiano e si considera allievo di Croce anche se per Croce la disciplina della storia delle religioni non esisteva come materia autonoma (sarebbe un derivato della filosofia). Il metodo comparativo, inoltre, non è accettato da Croce perché compara realtà del tutto differenti (etnocentrismo) per cui non si potrebbe nemmeno comparare il battesimo odierno con quello passato.
E. PETTAZZONI
Per Pettazzoni “essere storicista” significa attenzione ai contesti storici: un fatto storico quindi deve essere studiato in relazione agli altri fatti che avvengono nella sua cultura à Inserire un fatto nel suo contesto. Un fatto storico quindi deve essere studiato nella sue condizioni e nelle sue conseguenze. L’accusa di Croce al comparativismo era quella di appiattire le differenze. Per Pettazzoni la storia serve a trovare differenze e per accorgersi di esse si è obbligati a comparare
Argomento del mito in Pettazzoni: egli cerca nella civiltà degli indiani d’America dei Pawnee cosa può essere considerato mitico. Nota che alcune storie possono essere raccontate solo in occasioni particolari (d’inverno, di notte, da una persona in particolare), che narrano la nascita di qualcosa e che hanno tempi lontanissime. La parola mito è infatti associata alla storia della nascita di qualcosa. Esistono poi delle storie “normali” che presentano però delle caratteristiche mitiche à Il mito è la tavola di fondazione della società.
La verità del mito: per Pettazzoni il mito è vero perché è sacro. E’ sacro in quanto è contenuto in una religione di una civiltà ed è creduto essere il fondamento delle istituzioni di tale civiltà à il mito è vero in quanto è creduto, non è una verità assoluta (i miti dei Pwnee sono veri per loro e non per i loro vicini).
Gli studi successivi avranno 3 andamenti.
La tesi più accettabile è quella di Pettazzoni.
A continuare l’opera di Pettazzoni ci furono 3 suoi allievi:
A. BRELICH
Sviluppa il problema di come giustificare l’autonomia della storia delle religioni: si reca in Nuova Guinea per studiarne gli abitanti “primitivi”. Nota che stanno costruendo una barca per fini pratici, ma poi la decorano con motivi particolari (es. il coccodrillo). Il coccodrillo è il simbolo dei miti e quindi non è un valore pratico né estetico, ma una pratica religiosa à possiamo individuare e identificare gli oggetti religiosi.
Difende il metodo comparativo: chi non accetta la comparazione sostiene che i fatti religiosi si possano solo collocare in base al contesto storico. Ci sono comunque modalità religiose che si sviluppano dappertutto (riti di iniziazione, credenza in esseri superiori…). Secondo Brelich la cultura sarebbe nata tutta in uno spazio ed epoca precisi, circa 1 milione di anni fa: la prima cultura umana sta nelle prime dottrine di convivenza, nel fuoco…Questo primo gruppo umano poi si è spostato geograficamente e i gruppi che distanzia tengono gli elementi di quello originario più credenze nuove e continuano il ciclo à le credenze più generali appartengono al primo gruppo culturale, mentre le altre sono raffinazioni di queste caratteristiche o di caratteristiche nuove à non bisogna basarsi sugli archetipi per lo studio della storia delle religioni, ma bisogna basarsi sulla storia.
In questo panorama la comparazione ha carattere differenziale per definire le caratteristiche di una civiltà.
Tenta di definire che cos’è la religione: Brelich parte da fatti certi:
NON C’E’ UNA DEFINIZINE VERA E PROPRIA DI CHE COS’E’ LA RELIGIONE, MA TUTTE LE CARATTERISTICHE RICONDUCONO ALLA PROPRIA PORTATA CIO’ CHE NON E’ CONTROLLABILE ATTRIBUENDOGLI VALORE UMANO.
LA RELIGIONE GRECA-ANTICA
Religioni pre-greche
Religione Minoica: si sviluppa nell’isola di Creta tra il 200 e la metà del XV sec. a.C. Le fonti principali per la sua ricostruzione sono le fonti iconografiche ed è stata oggetto di studi in base ai quali si pensava che fosse caratterizzata da due divinità: la Grande Dea e il suo compagno Paredo. A Creta ci furono molte presente femminili e situazioni sociali e mitiche in cui la donna era prevalente (Dea del Palazzo, Dea della Caverna, Dea del Signore degli animali…).
Religione Micenea: si sviluppa a partire dal XVI secolo dopo la scomparsa della civiltà Minoica. I Micenei sono un popolo indoeuropeo, i cui maggiori studi vennero fatti da J. Dumzille: ha costruito a partire dalle analogie linguistiche un’ideologia comune dei popoli indoeuropei, l’ideologia tripartita. L’organizzazione del sistema religioso indoeuropeo ha tre funzini:
Alcuni studiosi non accettano che esistano popolazioni indoeuropee, generando un dibattito: i Micenei hanno una scrittura, la lineare B, che è stata tradotta nel 1952 (la lineare A minoica ancora no), da cui abbiamo una lista di dei da cui evince una stretta connessione con la civiltà minoica e le premesse della civiltà greca.
Nel XIII secolo scompare la civiltà micenea à Inizia il Medio Evo Ellenico
RELIGIONE GRECA
Fonti: sono la statuaria, la pittura vascolare ma, soprattutto, la letteratura greca. Essa non ha testi sacri, ma testi letterari ispirati dalle muse e da cui troviamo fonti della religione greca:
I Poemi omerici: scritti tra l’ VIII e il VII secolo a.C., sono punti di riferimento per tutta la grecità.
Gli Inni omerici: scritti da Esiodo nel VII secolo (Teogonia)
Le epigrafi: sono una ricostruzione del rito in quanto tale.
Sulla base di questi fatti, si arriva ad una considerazione: la religione greca è stata studiata subito con un presupposto evoluzionista e quindi è stata caratterizzata dall’”ossessione delle origini”. Le nuove ipotesi strutturaliste e funzionaliste però fanno sì che il periodo della grecità di cui abbiamo più fonti (la Grecia classica) meriti uno studio coerente e organico.
L’influsso storicista: per molto tempo si è parlato della grecità come di un modello culturale inarrivabile e incomparabile (Miracolo Greco) à Periodo neoclassicista. Lo storicismo invece vede la grecità come un fatto storico come gli altri e lo reputa quindi comparabile.
Studi storicismi sulla Grecia classica
Emergono quindi nuovi studi sulla Grecia classica: la chiave interpretativa è che la grecità è caratterizzata dalla “religione della polis”. La polis si sviluppa a partire dal VI secolo a.C. e coincide con il venir meno della potenza delle stirpi nobiliari à Il punto di riferimento diventa la città (polis). Tale centralità dura fino al 338 con la conquista Macedone.
Ogni polis ha una sua struttura religiosa anche se c’è un’idea religiosa comune data dai testi omerici e dal pantheon. Esistono comunque Divinità Poliadi (Atene à Atena), cioè di riferimento, alcuni eroi fondatori e un sistema di diverse feste. Tutte le divinità sono comunque accettate. L’unico discorso completo è però quello di Atene.
Il centro delle credenze greche è costituito dai Miti (prima tramandati oralmente e poi scritti). Il mito è un racconto fondante, fonda cioè l’ordine della città. Questo racconto viene poi opposto a due tipi di discorso:
Il mito quindi subisce una critica dalla filosofia, ma rimane comunque il punto fondamentale per la religione.
Concetto di ordine: deriva dalla parola “kosmos” ed è il corretto disporsi di tutte le cose.
à La religione greca è una religione dell’ordine e deve garantirlo.
La descrizione di quest’ordine è descritta da Esiodo nella Teogonia (nascita degli dei): esistono tre divinità:
C’è poi un combattimento contro i Titani e contro i giganti: vincono gli dei che si dividono le sfere di competenza (Zeus à Olimpo; Poseidone à Oceano, Ade à Inferi).
Il cosmo è quindi ordine, distinzione e gerarchia.
La Teogonia rappresenta la progressiva lotta dell’ordine contro il caos: con la progressiva affermazione dell’ordine il caos non può più nuocere. Nel racconto di Esiodo manca una descrizione della nascita dell’uomo, questo perché l’uomo è un non-Dio, cioè la negazione della prerogativa divina. Esiste quindi un baratro tra uomo e dei (dei immortali à uomo mortale).
Ci sono però delle correnti minoritarie che consegnano all’uomo una origine divina:
Orfismo: per gli orfici il punto di partenza dell’universo sarebbe un uovo primordiale da cui nascono coppie di dei tra cui Dionisio. Dionisio ancora bambino viene attirato e divorato dai Titani che subiscono l’ira di Zeus e vengono inceneriti. Dalle ceneri dei Titani nascerebbe l’umanità à L’uomo sarebbe nato da qualcosa di divino.
L’ordine greco è di natura politeistica, si hanno quindi molteplici divinità che hanno sfere di competenza e intrattengono relazioni tra di loro. In Grecia il politeismo ha raggiunto il grado maggiore.
Esistono poi figure intermedie tra uomini e dei, gli eroi ed essi sarebbero:
Brelich ha capovolto un’idea generale che vedeva gli eroi come modelli di comportamento: essi infatti presenterebbero caratteristiche inusuali (difetti fisici, gigantismo…) e avrebbero condotte eccessive à L’eroe si colloca nel mito in cui l’ordine si impone, l’eroe è espressione di un tentativo di ordine.
I riti greci si possono definire secondo certi cerchi concentrici:
Primo cerchio: ci sono i riti quotidiani di carattere famigliare. Ad esempio i riti che si praticano alla nascita di un bambino per integrare il bambino nella comunità. La donna che ha appena partorito inoltre è considerata contaminata e quindi si svolgono determinati riti per purificarla. In Grecia è inoltre particolare il rito delle nozze: la donna in Grecia ha una dimensione domestica con attività esterne alla casa limitate e viene definita come “madre e moglie degli ateniesi”. Le nozze segnano poi il passaggio dalla casa del padre a quella del marito e il passaggio dalla verginità alla non-verginità. Segnano inoltre il passaggio dalla sfera di Artemide (dea della caccia) a quella di Hera. La morte inoltre in Grecia è considerata come una contaminazione, esiste un baratro tra vita e morte. Viene considerata cioè un qualcosa con cui non si vuole avere niente a che fare, e quindi i riti funerari si svolgono di notte. Nel Cristianesimo invece la morte è un tramite per una vita migliore, si venerano le tombe e le ossa dei martiri à ha acquisito una rivalutazione.
Secondo cerchio: ci sono i riti pubblici. Ogni città greca ha un diverso calendario di feste, ma presentano delle componenti che tendono a farle assomigliare parecchio tra loro.
Il primo elemento è il sacrificio, il rituale più importante e fondamentale, il cuore della religione greca. E’ fondato da Prometeo, un essere divino incaricato di dividere le carni del sacrificio. Divide così le carni del bue in modo che Zeus possa scegliere quelle che preferisce. C’è però un inganno: da una parte mette le carni del bue più buone coperte da una parte cattiva, mentre dall’altra tutte le ossa con sopra il grasso, in modo che Zeus si adiri per l’affronto subito. Su questo sacrificio originario raccontato da Esiodo ci sono diversi commenti: in fondo le ossa sono la parte immortale dell’animale e quindi spetterebbero agli dei. In più contengono il midollo che viene considerato una sorta di “principio vitale delle ossa” e viene paragonato allo sperma (elemento di continuità). Non esiste quindi una spiegazione del perché Zeus si adiri.
Il sacrificio ha due significati:
Il sacrificio più presente è quello olimpico: Vernant sostiene che il sacrificio serva a distinguere l’identità dell’uomo e del Dio e serve a stabilire un rapporto di commensalità tra i due.
Altro sacrificio importante è l’Olocausto: l’animale viene bruciato integralmente e si fa in onore degli dei dell’inferi (Ade…). Con gli dei infernali infatti non si vuol aver niente a che fare ed è per questo che si evita il rapporto di commensalità. Il sacrificio olocaustico viene indirizzato anche agli eroi.
Un altro componente dei rituali è la processione: essa ha due risvolti
A volte possono tenersi anche dei concorsi, cioè gare di tutti i tipi (bellezza, ginnastica, poesia…). La donna, non potendo uscire di casa, assisteva dal tetto.
Altro componente fondamentale sono le feste. Feste del calendario attico:
Festa dei Kronia: segna l’inizio dell’anno greco e avviene dopo la mietitura. Si festeggia Krono che governava su tutti all’inizio dell’età dell’oro. All’inizio non esistevano sacrifici, guerre e ingiustizie: Esiodo ci dice che la terra emetteva i suoi frutti volontariamente, la morte era concepita esclusivamente come un addormentarsi senza angosce. La festa ricorda quindi il regno di Krono e durante la festa schiavi e padroni potevano mangiare assieme à E’ un ritorno alla fase primordiale di disordine per poter rivivere la vittoria dell’ordine sul caos (inversione).
Synoikia: si festeggia il sinecismo, cioè l’unione di tutti i popoli dell’Atticache hanno dato la potenza ad Atene.
Panathenaia: in onore di Atena, la dea patrona della città. E’ una solenne processione in cui si veste una statua della dea con un vestito su cui c’è la gigantomachia (la battaglia degli dei con i giganti). Vengono poi svolte delle gare e il vincitore riceverà un olio tratto dalla pianta di ulivo sacro alla dea. Mito di fondazione: gli ateniesi devono scegliere come patrono tra Atena e Poseidone in base ai regali che essi avrebbero proposto. Poseidone regalò il cavallo, mentre Atena l’ulivo. Votarono anche le donne che segnarono la vittoria di Atena (divinità poliade).
Le Grandi Dionise: è una festa in onore di Dionisio in cui si recitano le tragedie e le commedie. Tragedie: nell’antica Grecia il teatro era praticabile solo in determinate feste (3 o 4 volte l’anno) perché ha contenuti religiosi che riguardano gli eroi. I personaggi delle tragedie agiscono secondo modalità che sono al di fuori del mondo ordinario. Un termine chiave è hybris (trapotenza) ed è il peccato degli uomini che superano i limiti comunemente loro imposti à Nella tragedia gli uomini tendono a farsi dei.
Commedia: presenta situazioni umane in cui dominano le volgarità (riferimenti a escrementi, personaggi comici con costumi ridicoli, con un enorme pene pendente fino a terra). à La commedia trasgredisce i limiti umani regredendo alla forma animale.
à NEL TEATRO ABBIAMO UNA REALTA’ CHE TRASGREDISCE LA NORMA.
Dionisio è un Dio legato ad ambiti di ordine e di trasgressione, è un dio straniero, perché incarna ciò che è estraneo al cosmo greco. E’ legato alla follia, al vino, è un dio effeminato e fa da mediatore fra il mondo greco e il mondo dei morti (è sceso nell’oltretomba). E’ per questo che egli permette tragedie e commedie durante le sue feste, sono trasgressioni.
Terzo cerchio: comprende rituali panellenici (di tutta la Grecia). La prima occasione panellenica furono le Olimpiadi di Olimpia che cominciarono a tenersi ogni 4 anni. Potevano partecipavi solo i greci e quando erano in corso si bloccavano momentaneamente tutte le guerre. Le seconda occasione di riti panellenici si svolse nel Santuario di Delfi dedicato ad Apollo, dove veniva adorata una pietra chiamata l’Ombelico del Mondo. A Delfi si svolgeva la Mantica (divinazione), un modo per capirela volontà degli dei tramite l’interpretazione dei segni celesti, il volo degli uccelli, la conformazione delle viscere degli animali uccisi. Esisteva anche una Mantica orale in cui un oracolo parlava per conto degli dei. La Pizia è la sacerdotessa di Apollo e la sua parola deve essere interpretata. La terza occasione di riti panellenici è il Santuario di Epidauro. Qui si celebravano le feste in onore di Aschepio ed era un santuario di guarigione (Incubatio: chiedere una religione). La quarta occasione panellenica è il culto della città di Elensi: fa parte del territorio controllato da Atene ed è un culto al quale vanno tutti i greci. Demetra è la dea che porta al mondo la conoscenza della coltivazione del grano. Era un culto di iniziazione che si completava attraverso tappe.
Per la religione romana la realtà è così organizzata: esiste una sfera umana (Res Humanae) e una sfera divina (Res Divinae). Per la religione romana sacro è ciò che viene sottratto all’uso profano: anche gli animali diventano sacri perché vengono sacrificati e quindi sottratti al loro uso comune.
Per far diventare un oggetto santo, invece, ci vuole un atto giuridico preciso à nasce il significato di santo come inviolabile (le mura romane sono sante perché inviolabili, così i templi…).
Per i romani inoltre non esiste differenza sostanziale tra ciò che è religioso e ciò che non lo è. Religione deriva da “religare”, cioè legarsi faccia a faccia con la divinità.
Per il romano esiste un equilibrio tra terra e cielo (Pax Deorum) ed è un patto siglato tra gli dei e i romani. Si cerca di osservare il patto cercando di non commettere errori (es. nello svolgimento dei culti). Quando vengono commessi degli errori si verifica un prodigium (fulmini, deformazioni nella nascite…). Per evitare di sbagliare i romani consultavano
Il grado per conservare dinamismo e mobilità fu la dialettica tra due divinità
Giano: dio che presiede ai passaggi, gli inizi e le trasformazioni;
Gli dei greci e romani sono essenzialmente gli stessi poiché Roma subisce gli influssi dell’area culturale etrusca e greca (Ovidio: racconta i miti della tradizione greca).
Cerca di rispondere al problema dell’originalità della religione romana. Eliminando dalla religione romana tutto quello che ha in comune con quella greca, rimane pochissimo: rimane una religione di carattere pratico data dalla prassi. Esistono divinità funzionali:
à Ad ogni atto pratico corrisponde un Dio.
La religione romana è una religione molto statale, legata all’attività politica e sembra non avere miti.
Kerenyi: il mito non è demitizzato, ma romanizzato, è una trasposizione del valore del mito che passa attraverso il culto.
Dumezil: Roma ha sostituito il mito con l’Epopea, cioè un racconto di vicende umane che raccontano l’inizio della città. à LA FUNZIONE FONDANTE DEL MITO E’ PRESENTE ANCHE IN ROMA, MA VIENE VISTA COME UNA SERIE DI VICENDE COLLOCATE ALL’INTERNO DELLA STORIA PIU’ ANTICA DI ROMA.
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