Art nouveau

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Art nouveau

ART NOUVEAU
Movimento artistico che, con declinazioni diverse, si diffuse in Europa e negli Stati Uniti tra il 1890 e il 1910, e che interessò in particolare le arti applicate e l’architettura. L’a. si inserisce nella più ampia corrente del modernismo per gli obiettivi che si pose nell’elaborazione di uno stile nuovo: superamento dell’eclettismo storico e della gerarchia delle arti; progettazione unitaria capace di riscattare lo scadimento e la degenerazione del gusto causati dal diffondersi dei processi produttivi industriali; diffusione di valori estetici in ogni tipo di prodotto, dalla carta da parati al gioiello, dall’illustrazione al mobilio. Significative sono le varie denominazioni di questo stile (il termine a., derivato dal negozio-galleria aperto da S. Bing nel 1895 a Parigi, è propriamente riferito a Francia e Belgio), che si richiamano al moderno, al distacco cosciente dal passato soprattutto accademico, al nuovo, al giovane (modern style in Gran Bretagna; Jugendstil, dalla rivista Jugend di Monaco, in Germania; modernismo e arte jóven, in Spagna; Sezessionstil, in Austria; style sapin in Svizzera; liberty in Italia), Fondamentali per la formazione del nuovo stile furono le idee di J. Ruskin e W. Morris, il gusto per l’arte dell’Estremo Oriente ( japonisme). La casa in rue de Turin (1893) a Bruxelles, di V. Horta, è la prima espressione architettonica del nuovo stile nella quale funzione, struttura, spazio e decorazione sono espressi in una unità totale; In Austria il Sezessionstil prese forma con il gruppo della Secessione (1897) ed ebbe come portavoce la rivista Ver Sacrum (1898-1903).Il rinnovamento dell’architettura iniziò, a Vienna, con l’opera di O. Wagner; J.M. Olbrich e J. Hoffmann ne furono i più significativi rappresentanti.  In Spagna il modernismo si affermò soprattutto in Catalogna: A. Gaudí, la cui opera rimane estremamente singolare. L’avvento delle avanguardie storiche e il movimento moderno in architettura comportarono un pesante giudizio sul movimento. Il movimento trae le sue origini dal socialismo utopistico di John Ruskin e si ispirò all'ideologia propugnata dall'Arts and Crafts di William Morris, il quale aveva posto l'accento sulla libera creazione dell'artigiano, come unica alternativa alla meccanizzazione e alla produzione in serie di oggetti di dubbio valore estetico, successivamente aveva cercato nell'industria un alleato piuttosto che un nemico. L'Art Noveau rielaborando questi assunti, precorse il moderno design e buona parte dell'architettura moderna, dando alla progettazione, il ruolo di premessa indispensabile ad ogni intervento creativo. Un punto importante per la diffusione di quest'arte fu l'Esposizione Universale del 1900, svoltasi a Parigi, nella quale il nuovo stile trionfò in ogni campo. Ma il movimento si diffuse anche attraverso altri canali: la pubblicazione di nuove riviste, come L'arts pour tous, e l'istituzione di scuole e laboratori artigianali. Lo stile raggiunse probabilmente il suo apogeo durante l'Esposizione Internazionale d'Arte Decorativa Moderna, svoltasi a Torino nel 1902, in cui furono esposti i progetti di designers provenienti dai Paesi europei in cui il Liberty si era diffuso. Nella decade a seguire, il nuovo stile venne presto messo in commercio con prodotti dozzinali, diretti ad un pubblico di massa, all'incirca dal 1907, e a questo termine venne attribuito un significato negativo. Caratteristiche le forme organiche, le linee curve, con ornamenti a predilezione vegetale o floreale. Le stampe giapponesi, con forme altrettanto curvilinee, superfici illustrate, vuoti contrastanti, e l'assoluta piattezza di alcune stampe, furono un'importante fonte di ispirazione. Alcuni tipi di linee e curve divennero dei cliché, poi adoperati dagli artisti di tutto il mondo. Altro fattore di grande importanza è che l'Art Nouveau non rinnegò l'uso dei macchinari come accadde in altri movimenti contemporanei, come quello di Arts & Crafts, ma vennero usati e integrati nella creazione dell'opera. In termini di materiali adoperati la fonte primaria furono certamente il vetro e il ferro battuto, portando ad una vera e propria forma di scultura e architettura.
L'Art Nouveau si configurò come stile ad ampio raggio, che abbracciava i più disparati campi  architettura, design d'interni, gioielleria, design di mobili e tessuti, utensili e oggettistica, illuminazione, ecc. Oggi l'Art Nouveau è considerata precursore dei movimenti più innovativi del ventesimo secolo, come l'espressionismo, il cubismo, il surrealismo, l'Art Deco ed il successivo Movimento Moderno in architettura.
STORIA DEL DESIGN
L'VIII mostra della secessione si aprì il 4 novembre del 1900, e vide riunirsi i più importanti artisti dell'opposizione antiaccademica europea, alcune sale erano allestite da mobili disegnati da Joseph Hoffman architetto e promotore della mostra. Il gusto per la semplicità e il geometrismo intanto circolava già a Vienna attraverso vari canali tra cui il linguaggio figurativo astratto-geometrica di Gustav Klimt, le suggestioni dell'arte bizantina di città come Ravenna e Venezia, l'innovazione del metodo d'insegnamento accademico promosso da Wagner. Altri impulsi verso la semplicità provenivano poi dall'architettura d'arredamento inglese, conosciuta attraverso le pagine della rivista "The Studio". Come se ciò non bastasse, Adolf Loos aveva intrapreso una vera e propria crociata volta a far conoscere la semplicità, l'eleganza e la funzionalità, il titolo del suo più celebre scritto "Ornamento e delitto". Seguendo tale linea di gusto, Loos avrebbe progettato interni ricercatamente spogli, tra cui il negozio di moda per uomo Goldman&Salatsch e il Cafè Museum. A Glasgow, Mackintosh si era fatto conoscere fin dal 1986 per la sua partecipazione all'esposizione della Art and Crafts di Londra con quello che sarà riconosciuto il suo capolavoro, la Scuola d'arte di Renfrew Street. 

La Wiener Wekstatte (Manifatture viennesi)
Come abbiamo detto L'VIII mostra della secessione era stata promossa da Hoffman, l'obiettivo di questa esposizione era avvicinare gli artisti e gli artigiani, ovvero il tavolo da disegno e i laboratori, eppure l'ampia collaborazione che Hoffman auspicava tra progettisti e manifatture viennesi era ancora molto lontana da venire, e fu l'insoddisfazione per questo stato di cose che fece maturare in lui l'idea di creare dei laboratori in proprio. Il 9 giugno 1903 viene fondata quindi la Wiener Wekstatte che tra varie vicende resterà attiva per circa trent'anni inseguendo il difficile miraggio dell'arte totale. Gli oggetti prodotti raggiunsero presto altissimi livelli di diffusione grazie anche a un'attenta azione promozionale. Con Palazzo Stoclet, Hoffman realizza il più completo progetto di arte totale. La sala da pranzo prende a modello quella disegnata da Mackintosh per la Casa di un amatore d'arte, marmi a scacchi bianchi e neri formavano il pavimento, mentre sulle pareti Klimt realizza uno straordinario mosaico con pietre preziose, oro e perle. Per esprimersi al meglio Hoffman aveva bisogno di clienti facoltosi e disposti a non badare a spese, ma nonostante gli altissimi livelli di diffusione e l'attenta azione promozionale, vi furono momenti difficili, in particolare durante e dopo la prima guerra mondiale, e fu così che nel pieno della sua espansione nel 1932 la Wiener Werkstatte fu costretta a chiudere. Hoffmann e Moser nel 1905 ne fondano il programma:

  • Stretto rapporto con il pubblico, il progettista e l’artigiano
  • Produrre oggetti di uso domestico, semplici e di qualità
  • La concezione primaria è la funzionalità
  • Eccellente qualità della lavorazione
  • Quando sarà il caso aggiungere ornamenti.
  • La produzione di questa ditta era volta verso tessuti, ceramiche, gioielli, mobili, cartoline postali.

Non bisogna fare la produzione a basso prezzo poiché questa va a scapito dei lavoratori e dell’esistenza degna dell’uomo.  L’obiettivo era di avere più esperienze possibili di artisti ed oggetti, legati a un unico stile. La Wiener Werkstätte è perfettamente attrezzata di tutto ciò che serve all’impresa, la macchina non domina ma aiuta l’uomo: non è lei a dominare la fisionomia dei prodotti ma lo spirito creativo spetta alle mani dell’artista. Si utilizzano le energie e la creatività dei giovani, formati nella scuola dei due maestri fondatori. Il maggior talento di Koloman Moser era la grafica: i cartelloni pubblicitari e il marchio di fabbrica rispondevano benissimo alla fase commerciale che aveva la ditta. Lui non capiva che la sua politica di lavoro artigianale non sarebbe mai arrivata a un largo pubblico, poiché il lavoro manuale era troppo costoso e non tutti potevano permetterselo. Il dovuto successo della Weiner Werkstätte fu essenzialmente grazie alla borghesia: i prodotti di lusso che la ditta produceva ebbero un grande successo. Il design della ditta era famoso poiché essenziale e semplice, nonostante fosse di gran prezzo.
IL DESIGN DELL'INDUSTRIA All'Esposizione Universale di Londra del 1851, l'Inghilterra vittoriana avrebbe riconosciuto la necessità di accendere un dibattito sulla riforma delle arti applicate, che avrebbe imboccato due strade: quello del rifiuto della macchina avanzato da Ruskin e Morris che si schierava a favore dell'artigianato, e quello del consenso verso la macchina avanzato da Henry Cole. L'ulteriore passo in avanti per l'ottimizzazione del lavoro fu la teoria dell'organizzazione scientifica dell'industria di Frederick Taylor, secondo la quale nel procedimento produttivo andavano eliminati i tempi morti e le operazioni lente tramite interventi mirati e rapidi. Il problema dell'organizzazione scientifica del lavoro in realtà era già stato posto negli Stati Uniti.. Introdotta nel 1913, la catena di montaggio delle officine Ford passò attraverso successivi stadi sempre più perfezionanti, si passò quindi dal montaggio di un solo esemplare all'assemblaggio di tutta una serie di vetture. In questo modo in soli due anni, il tempo di montaggio di una Ford T divenne di un'ora e mezza x vettura, permettendo di produrre un milione di pezzi all'anno incarnando i principi basilari del design moderno.
All'Esposizione Universale di Londra del 1851 la produzione tedesca si distingue ancora per le funeste macchine da guerra della Krupp mentre il resto della produzione industriale procede all'insegna del buon prezzo e cattiva qualità. Gli Stati Uniti appaiono ormai come i detentori della supremazia nel campo della fabbricazione di macchinari e prodotti industriali. Prima che i problemi legati al passaggio dall'artigianato all'industria maturassero nel Werkbund verso la metà dell'Ottocento l'ebanista prussiano MICHAEL THONET aveva avuta una precoce intuizione del design moderno. Egli arriva all'idea di restituire flessibilità al legno umidificandolo con il vapore acqueo, di conferirgli la curvature in forme di metallo e infine di renderlo di nuovo rigido essiccandolo nei forni. Ottenuto il brevetto x tale procedimento nel 1841, Thonet organizza un processo produttivo basato sulla divisione del lavoro dando così avvio a una lavorazione in serie, mobili dalle linee sinuose, anticipazioni della morfologia dell'Art Nouveau, Thonet si trasferisce poi a Vienna.
Nell'ottobre del 1907 a Monaco di Baviera viene fondato il Deutsher Werkbund, associazione di artisti, artigiani e industriali accomunati dall'obiettivo di migliorare la produzione industriale. Hermann Mutheius viene ritenuto uno dei principali fautori della nascita dell'associazione. Accomunati dal consenso verso gli stessi valori, aderirono a quest'associazione personaggi di diversa provenienza: politici, industriali e architetti tra i quali Olbrich, Hoffman e Behrens. Il Werkbund eseguirà una selezione delle forze migliori nell'arte, nell'industria, e nell'artigianato. Esso rappresenta il centro di raccolta per tutti coloro che sono disposti e capaci a svolgere un lavoro di qualità. Mutheius era un convinto sostenitore della tipizzazione. In definitiva quest'associazione fu destinata a diventare la più importante interprete dell'oggettività, conseguenza necessaria e inevitabile di qualsiasi processo di industrializzazione. Agli inizi del Novecento, l'AEG è una delle fabbriche più progredite del paese, Behrens dà il suo contributo e qui  rappresenta la più riuscita applicazione dei principi del Werkbund, realizza la tipizzazione invocata da Mutheius, traduce in forme nuove prodotti totalmente industriali e colloca per la prima volta la Germania alla guida della produzione industriale. Si proponeva, tra i suoi obbiettivi, di saldare la cesura tra industria ed arti applicate e stabiliva una sorta di collaborazione tra dodici artisti e dodici industrie. Tra essel'AEG, formata nel 1883 da imprenditori e persone attente al mondo dell'arte. Determinante la figura di P. Nella fabbrica di turbine che progetta per l'AEG nel 1908, in cui alterna vetro e metallo, troviamo il prototipo dell'architettura industriale moderna. L’attività del D. fu interrotta dall’avvento del nazismo e l’associazione fu ricostituita dopo la Seconda guerra mondiale.
IL DESIGN DELL'AVANGUARDIA Futurismo: La ricostruzione futurista dell'universo, manifesto con il quale si impegnano a estendere anche il settore delle arti applicate le istanze dell'avanguardia figurativa. Balla e Depero, dichiaravano di voler trasformare l'ambiente umano rintracciando gli equivalenti astratti di tutte le forme e di tutti gli elementi dell'universo per ricrearli insieme secondo la loro ispirazione. I mobili creati da Balla soddisfacevano soprattutto l'aspetto ludico presente nell'idea di arredo futurista, mentre invece gli oggetti disegnati da Depero si caratterizzavano per una spiccata attenzione alla semplicità e alla tecnica artigianale.

De Stijl:
In Olanda il rinnovamento artistico inizia nel 1917 con il neoplasticismo, tale tendenza derivata per via diretta dal cubismo mira al raggiungimento di un'arte che sia universalmente oggettiva, utilitaria, astratta ed essenziale: la composizione neoplastica rifiutando il referente naturalistico, si serve unicamente di forme geometriche e pura fantasia. Le principali tesi del movimento sono basate sulla lotta all'individualismo e sul rifiuto del mimetismo (imitazione della natura): di qui l'uso dell'angolo retto e dei colori primari che nella loro qualità di elementi obiettivi per eccellenza, servono a sopprimere ogni slancio creativo individuale, infine un altro punto importante della poetica neoplastica è l'aspirazione all'unità fra pittura, scultura, architettura e design. Il design venne a far parte del nuovo spirito figurativo grazie al contributo dell'ebanista e architetto Thomas Rietveld il cui merito fu quello di far diventare la sua sedia rosso-blu una sorta di manifesto del neoplasticismo. I principi vi erano applicati tutti: scomposizione del volume in piani, adozione di equilibri dinamici, e impiego di angoli retti. Realizzata inizialmente in edizione monocroma, nel 1923 la sedia avrebbe esibito anche i colori che l'hanno resa famosa: giallo, rosso e blu, ovvero i colori primari associata al nero che insieme al bianco venne definito dai neoplastici un non colore. Tali colori con la loro artificialità avrebbero coperto le venature del legno eliminando ogni riferimento naturalistico. Dei mobili di Rietveld si è detto più volte che fossero scomodi e raccoglievano polvere, tuttavia i poche arredi neoplastici continuano ad affascinarci perché tentano l'impresa di collegare l'utile all'artistico, un'impresa che verrà ricordata tra gli eventi fondanti del moderno specialmente grazie alle ripercussione sul programma del Bauhaus.
IL BAUHAUS
All'indomani del primo conflitto mondiale la Repubblica di Weimar manifesta prima del principio tanto l'instabilità politica, quanto il vitalismo degli eventi culturali che l'avrebbero accompagnata. Nel 1919 Walter Gropius succedendo ad Henry Van de Velde nella direzione della scuola di artigianato artistico di Weimar, unifica con questa scuola, a carattere artigianale, con l'Accademia delle belle arti dando vita al Bauhaus. L'operazione didattica avviene all'insegna di tre parole: integrazione, collaborazione e coordinamento. L'integrazione va intesa come equilibrio tra pensiero e azione, tra le esigenze della manualità e quelle dell'artisticità. Quanto alla collaborazione, fra artisti e artigiani era certamente una pratica di antica data, a cui il Bauhaus aggiungeva la novità di uno specifico metodo didattico. Gropius era dell'avviso che bisognasse apprendere sotto la guida di due insegnanti diversi, poiché gli artigiani non avevano sufficiente fantasia, mentre gli artisti non possedevano una sufficiente preparazione tecnica. Infine il coordinamento s'intendeva la coordinazione di forma e tecnica: muovere dall'osservazione del processo tecnico per dedurre la forma più idonea nel prodotto. I primi collaboratori di Gropius furono il pittore Johannes Itten e lo scultore Gerard Marcks. Lo svizzero Itten, cui si deve l'idea del corso propedeutico, fu certamente la figura più complessa e carismatica del Bauhaus di Weimar, fra i suoi insegnamenti vi era la sensibilizzazione nei riguardi di ogni genere di contrasto (ruvido-liscio, duro-morbido, chiaro-scuro). Per la prima volta, contrariamente a quanto avveniva nelle altre scuole, gli allievi non erano costretti a riprodurre fedelmente dei modelli, ma sotto la guida di Itten, venivano spronati a cogliere i principi fondamentali delle formi e dei colori e a trasferirli nella composizione artistica. L'influsso del movimento neoplastico non tarda a farsi sentire nella scuola di Gropius, imprimendo una forte spinta alla produzione degli oggetti, depurati da qualsiasi  soggettività, la svolta impressa da De Stijl coincise quindi anche con il diverso orientamento produttivo dato da Gropius ai laboratori, grazie infatti, alla nuova organizzazione produttiva, nei laboratori vennero studiati prototipi di oggetti tipo da rivendere alle industrie, mentre una società a responsabilità limitata si occupava della commercializzazione. All'indomani dell'elezione del 1924, Gropius dati i contrasti con il nuovo governo, pensò a un trasferimento a Dessau, molti degli allievi formatosi a Weimar, essendo ormai in grado di assolvere sia i compiti artistici che tecnici, assunsero essi stessi la direzione di alcuni laboratori. Il caso più rilevante fu quello di Marcel Breuer, che innovò al tal punto l'officina di falegnameria da farle meritare il nuovo appellativo di "officina del mobile". Le forme progettate da questi tendevano a realizzarsi non più in legno, tradizionalmente legato alla pratica artigianale bensì in metallo. Nel 1925 progetta e mette in produzione la poltrona B3 usando tubi nichelati e trafilati a freddo, alla prima versione della B3 fece seguito il più innovativo modello a sbalzo con la struttura del sedile dello schienale e dei sostegni formata da un unico tubolare metallico curvato. Con gli arredi in tubolare metallico si chiudeva il circolo formato dai tre più innovativi esempi di mobili moderni: quelli di Thonet, partendo un'invenzione tecnologica avevano dato avvio a una produzione di massa, quelli di Rietveld avevano puntato su una componente figurativa, capace di anticipare di parecchi decenni l'attuale design d'artista. Le nuove "macchine per sedere" non hanno né venature né colori e le loro superfici lucide, riflettono i colori e le luci dell'ambiente circostante. Nei laboratori dei metalli, intanto, venivano creati anche apparecchi per l'illuminazione, in particolare Marianne Brandt progettò la lampada da soffitto a globo, quella a parete con braccio orientabile, e quella saliscendi. La crisi prevalentemente finanziaria del 1928 portò alle dimissioni di Gropius, che aveva volutamente evitato i legami con il mondo politico, Alla direzione del Bauhaus, dopo Meyer, gli succedette Mies van de Rohe, che sospende l'impegno sociale per trasformare il Bauhaus in una scuola di architettura pura, cui erano semplicemente annessi alcuni laboratori. Ma in tutti i casi questa scuola aveva ormai esaurito la propria spinta innovativa e l'istituto venne definitivamente chiuso nel 1933 dalle autorità naziste. Il design razionale-funzionalista del Bauhaus aveva infatti puntato sul miraggio di una nuova proposta didattica completamente riformata e sulla speranza di una nuova società di uguali.
Infine il tema dell'utilità sociale del prodotto troverà un'ulteriore formulazione nella Germania del dopoguerra grazie alla HFG. L'istituto entra in funzione nel 1955 in memoria dei fratelli e Hans e Sophie uccisi dai nazisti nel 1943. Progettista e primo direttore è l'architetto svizzero Max Bill, ex allievo del Bauhaus. Non mancheranno neanche in questa ulteriore riproduzione del Bauhaus le polemiche e le discordie che avevano già caratterizzato il modello di riferimento, infatti i contrasti sull'impostazione della didattica porteranno Bill a dimettersi dalla carica di direttore nel 1956.

IL DESIGN TRA NOSTALGIA E MODERNISMO: L’ART DECO
La Francia, pur essendo la più progressista delle nazioni europee ha sempre stranamente esitato ad accogliere le tendenze venute dall'estero. Non deve quindi meravigliare che la parigina Esposizione Internazionale delle Arti Decorative e Industriali Moderne del 1925, abbia sottolineato ancora una volta il ritorno del "grande gusto". Le arti applicate francesi soffrivano da tempo di complessi di inferiorità specialmente nei confronti della Germania, all'indomani del primo conflitto mondiale dunque nutrivano speranze di rivincita: non solo quelle di un concreto aumento dell'esportazioni ma anche quelle della nascita di un nuovo stile, in grado di reggere il confronto con il passato. Si erano quindi formati almeno due schieramenti: quello che insieme al Loos equiparava l'ornamento al delitto e quello che considerava l'ornamento un piacere e il nuovo come l'ultima fase della tradizione. Dato che entrambi gli schieramenti si consideravano moderni, i critici del tempo definirono gli uni modernisti a oltranza e gli altri neotradizionalisti, quest'ultimo indirizzo si ispirava quel gusto che verrà definito "Art Deco". Fu subito chiaro che l' Art Deco era la sintesi di differenti settori della cultura e del costume. Questo legame con le avanguardie figurative era ciò che avvicinava e allo stesso tempo allontanava i modernisti e i tradizionalisti, li avvicinava per una comune partecipazione dello spirito del tempo, ma li allontanava per una differente elaborazione dei medesimi contenuti. L'Art Deco almeno in Europa non durò a lungo, a Parigi nel 1925 aveva raggiunto il suo punto più alto e non poteva che iniziare quindi la fase calante, inoltre sarebbe poi sopraggiunta la crisi del 1929 a dare il colpo di grazia ad ogni lusso. Tuttavia proprio negli Stati Uniti, la nazione in cui si verificò il tracollo finanziario, il Deco fu invece accolto e rilanciato. In una società attenta al mondo dell'immagine come quella statunitense si comprese infatti che occorreva conquistare il consumatore attraverso la forma seducente dei prodotti.

Fonte: http://files.comunicare-con-arte.webnode.it/200000582-e3695e465d/Storia%20design.doc

Sito web da visitare: http://files.comunicare-con-arte.webnode.it

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