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L'art Déco è una manifestazione artistica affermatasi nell'Esposizione delle arti decorative di Parigi del 1925.. |
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Liceo artistico “C. Piazza” Lodi
Prof.ssa Di Bernardo Cristina
Si tratta di movimenti culturali e artistici che rifiutano la mentalità ed i rapporti sociali borghesi e puntano ad una radicale trasformazione dell’idea di arte attraverso uno sperimentalismo continuo e una riflessione teorica. Esse si pongono come negazione e distruzione di ogni legame con la tradizione, la memoria, i valori del passato , come rifiuto del presente del gusto e dei valori dominanti. Su questo piano esse spesso, ma non sempre, si incontrano con le avanguardie politiche (così accade per esempio in Unione Sovietica durante e dopo la rivoluzione, o in Germania nel primo dopoguerra, mentre i cubisti non ebbero interessi politici).
Nate nei primi due, tre decenni del Novecento, vengono dette storiche per distinguerle dalle neoavanguardie della seconda metà del Novecento e sono:
L’Espressionismo,
Il Dadaismo,
Il Surrealismo,
Il Crepuscolarismo
Il Futurismo,
Il Cubismo.
Esse sono ben distinte, ma hanno alcuni elementi in comune:
Temi dominanti: città mostruosa e tentacolare, civiltà delle macchine che porta al caos convulso o all’agghiacciante geometria; angoscia che si esprime nel “grido”, oppure nell’onirismo, nelle visioni allucinate. Il personaggio espressionista è un uomo degradato in un mondo degradato. Tendenza alla rappresentazione grottesca che trasforma i personaggi in animali o burattini e visioni
soggettivistiche, oniriche e allucinate della realtà.
Sul piano formale, questa poetica trova riscontro in una radicale deformazione linguistica , in una violenta
rivoluzione stilistica che parte dal rifiuto della retorica e del linguaggio poetico della tradizione.
Caratteri formali: sinteticità, rapidità, simultaneità, paratassi, periodi nominali, lessico antiaccademico.
Massimo esponente: Gottfried Benn Poesia: mescolanza di linguaggio scientifico, e rappresentazione violentemente deformata della fisicità umana che si risolve in una critica nichilista della razionalità, della scienza e della società stessa.
L’Espressionismo influenza parzialmente Francia ( Ferdinand Céline) e Irlanda (James Joyce).
In Italia risentono dell’Espressionismo i “vociani” Rebora e Campana e Tozzi , Gadda e in parte Pirandello.
Il movimento Dada, nacque a Zurigo nel 1916. Massimo esponente e teorico il rumeno Tristan Tzara (1896 – 1963)
La parola Dada ha una valenza polisemia: in rumeno e in russo significa “sì sì”, nel linguaggio infantile francese significa “ cavallo” in swahili significa “sorella”; oppure è semplicemente un suono pronunciato dai bambini ad indicare il rifiuto dell’utilità dell’opera d’arte e la spontaneità assoluta dell’artista che gioca e si esprime come un neonato (rifiuto di ogni regola e ogni razionalità sino alla negazione nichilista di ogni tradizione)
Scopo del Dadaismo a cui aderirono: Breton, Argon, Duchamp, Soupault , è la distruzione sistematica di qualsiasi possibilità di comunicazione convenzionale “Dada non significa nulla” . In letteratura il linguaggio dei dadaisti tendeva alla dissoluzione della sintassi fino alla distruzione di ogni legame logico del discorso, alla deformazione del lessico fino alla definizione di una scrittura rivoluzionaria, formata di suoni e di fonemi in libertà, al limite del, paradosso e ldel “nonsense”. I dadaisti non propongono la demolizione della civiltà borghese (questo avrebbe comportato una proposta alternativa, mente loro sono nichilisti, cioè non offrono nessuna indicazione in positivo), quanto piuttosto la constatazione del suo fallimento , l’inventario delle sue rovine.
La mancanza di progetti, il distacco abissale dal pubblico di massa, portarono rapidamente il movimento ad esaurirsi(1923). Molti artisti dadaisti confluirono nel Surrealismo
Obiettivo dei Surrealisti è la liberazione totale dell’uomo e l’instaurazione della “surrealtà”, ovvero una realtà assoluta nella quale la scissione tra coscienza ed inconscio, tra realtà ed immaginario sia definitivamente superata. Liberare l’inconscio, significa liberare l’uomo da tutti quei condizionamenti ai quali le imposizioni sociali lo costringono. Coerentemente con questo progetto, molti poeti surrealisti si avvicinarono al comunismo. Di questa “conversione politica (i Dadaisti erano anarchici), ne è testimonianza il secondo manifesto (1929) che, a differenza del primi di impronta freudiana, rivela una chiara influenza marxista.
Principali esponenti: Andrè Breton, Luis Argon, Eluard
In Italia si possono considerare vicini al movimento: Bontempelli, Landolfi, Buzzati
La poesia è una forma di conoscenza nella quale si fondono sonno e veglia, sentimento ed intelletto, rivoluzione e vita privata. Essa deve interagire con la vita quotidiana degli uomini, deve eliminare le differenze che li separano e mostrare ciò che li accomuna.
I crepuscolari, con il loro atteggiamento dimesso e autoironico, apparentemente molto lontano dalla tensione delle avanguardie, ne anticipano alcuni importanti elementi: il rifiuto della tradizionale immagine del poeta “vate” o “genio”, il rifiuto della tradizione rappresentata da Carducci, Pascoli e D’Annunzio, il rifiuto del pathos lirico, l’introduzione nella poesia di nuovi temi e tecniche espressive.
Il crepuscolarismo interessa solo la poesia e si sviluppa in un periodo molto circoscritto: dal 1903, anno della pubblicazione delle prime raccolte di Covoni e Palazzeschi, al 1911, anno di pubblicazione del del secondo ed ultimo libro in versi di Gozzano.
Massimi esponenti: Sergio Corazzino, Marino Moretti e Guido Gozzano (Aldo Palazzeschi, Corrado Covoni, già nel 1910 aderiranno al Futurismo).
L’Arte si fonde con la vita (come per D’Annunzio), ma con una vita povera ed imperfetta ed è una compensazione alle frustrazioni sociali ed esistenziali. La poesia non è più un valore, un segno d’elezione come per i simbolisti e non conduce a nessuna conoscenza. Essa è solo un anacronismo ed esprime, in una società di massa, valori sorpassati ed inutili. La letteratura è il luogo della consapevolezza dell’inutilità e dell’anacronismo della letteratura stessa. Tecnica utilizzata per esprimere questi concetti è quella dell’autoironia
Nei crepuscolari manca del tutto l’idea di progresso e, benché si sia all’inizio di un secolo, essi non vedono l’avanzare, ma un lento spegnersi. Viene a cadere l’intensità del sentire : non vi sono slanci, ma nemmeno angosce tenebrose, non vi sono entusiasmi, ma nemmeno tragedie. Il loro tono e malinconico e molto lontano dal maledettismo. Il senso della bellezza si abbassa verso Le piccole cose di pessimo gusto (siamo agli antipodi dell’estetismo dannunziano)
Linguaggio: povero, dimesso, basso impoetico, ai confini con la prosa.
Temi ricorrenti: continuo lamento, autocompiacimento del proprio ingrigirsi, il crogiolarsi entro il senso della crisi. Ospedali, malattie.
E’ il primo movimento del ‘900 che esprime chiaramente i propri scopi e i mezzi per raggiungerli. Alla crisi della ragione e dell’io, i futuristi contrappongono il mito del progresso tecnico e l’esaltazione dell’individualismo assoluto, della violenza, dell’aggressività, della guerra. Predicano l’abbandono e la distruzione del passato, scagliandosi contro i simboli della tradizione: musei, biblioteche, accademie, per proiettarsi verso il futuro esaltando le novità della società industriale (velocità, macchine, tecnologie), ma non hanno nulla a che vedere con una ripresa del positivismo e della valorizzazione della razionalità scientifica, anzi, rappresentano un ‘altra faccia della crisi della ragione, in quanto propongono uno slancio volontaristico e irrazionalistico verso il futuro fatto di velocità, macchine, energia aggressiva e violenta che diventano i nuovi idoli del presente.
Il loro obiettivo è quello di rinnovare l’arte e la concezione della vita;
La bellezza della civiltà moderna si fonda sulla macchina e sulla velocità contrapposte polemicamente alla
tradizione artistica e all’ordine del perbenismo borghese, dunque l’arte si deve adeguare alla nuova realtà in tutte le sue forme. Con riferimento specifico alla letteratura, nel 1912 fu pubblicato il “Manifesto tecnico della letteratura futurista” , dove sono esaltate le parole in libertà, vi è il rifiuto della sintassi, degli avverbi, degli aggettivi e della punteggiatura. La poesia deve essere immediata e l’impressione comunicata analogicamente dall’autore al lettore. (influenza del simbolismo francese di fine Ottocento) I futuristi rivoluzionarono anche la struttura tipografica della pagina disponendo le parole in modo da formare composizioni grafiche.
I futuristi trovarono nelle riviste un apporto fondamentale per diffondere le proprie idee (in particolare “Lacerba”, “Roma futurista” e “ L’Italia futurista” (Milano - Firenze 1909 – 1919)
Nel movimento i programmi e le teorie artistiche e anche poetiche furono più importanti delle opere realizzate
Il movimento si politicizzò fortemente con l’avvicinarsi della Prima guerra mondiale. Dopo il 1920 la maggior parte dei futuristi aderì al fascismo e lo stesso Martinetti accettò la nomina alla fascista Accademia d’Italia, ma il movimento, pur sopravvivendo fino agli anni Trenta, non ebbe una reale incidenza nella realtà culturale e politica italiana.
Fonte: http://liceolaurabassi.it/wp-content/uploads/2012/12/Indice-alfabetico-delle-correnti-artistiche.doc
Fonte: http://digilander.libero.it/artisticopiazza/lezioni/dibernardo/Avanguardie%20primo%20900.doc
Sito web da visitare: http://liceolaurabassi.it
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Autore del testo: non indicato nel documento di origine per la prima parte e Di Bernardo C. per la seconda parte
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