Astronomia Calendario Giuliano

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Astronomia Calendario Giuliano

Calendario Giuliano

La grande confusione che si era creata nel calendario luni-solare romano, che metteva le festività religiose in giorni sbagliati nel corso dell’anno, spinse Giulio Cesare nel 46 a.C. corrispondente all'anno 708 a.U.c. (ab Urbe condita) a chiedere aiuto agli egiziani per mettere ordine al proprio calendario.
A questo proposito occorre ricordare che  nel 46 a. C. il calendario romano risultava spostato di 3 mesi rispetto al calendario solare, nel senso che la primavera capitava a Gennaio, in pieno inverno, anziché a Marzo. Pertanto, Giulio Cesare per risolvere la questione si rivolse a Sosigene, un astronomo egiziano di Alessandria, al quale affidò il compito di modificare il confuso calendario romano . Per prima cosa Sosigene portò la lunghezza dell’anno 46 a.C. (Anno 708 di Roma)  a ben 455 giorni, aggiungendo 80 giorni all’anno egizio di 365 giorni per riequilibrare nuovamente le stagioni portando l’inizio della primavera al 25 di Marzo. Quindi  decise di aggiungere un giorno intercalare (bisesto) ogni 4 anni in maniera da accordare il più possibile l’Anno Astronomico con quello Civile nella convinzione (errata)  che l’Anno Tropico fosse esattamente di 365 giorni e un quarto ).
Il giorno supplementare degli anni bisestili venne aggiunto al mese di febbraio, ultimo mese del calendario romano all'epoca della riforma. Poiché i numeri dispari venivano considerati fortunati il giorno aggiuntivo non venne inserito alla fine ma venne intercalato tra il 24 e il 25 febbraio e, per non modificare il nome dei giorni, non venne assegnato ad esso alcun appellativo particolare; questo 25° giorno di febbraio venne denominato, come il precedente, sexto ante calendas martias (il sesto prima delle calende di marzo) e diventò bis sexto ante kalendas martias, sesto per la seconda volta, da cui  si derivò l'epiteto bisestile. Con questo trucco si ottenne che questo mese, consacrato al dio dei Morti e considerato nefasto, conservasse in apparenza un numero pari di giorni (28). Per ristabilire la coincidenza tra anno civile e anno basato sull'alternarsi delle stagioni, nell'anno della riforma, Giulio Cesare aggiunse eccezionalmente al calendario 2 mesi, di 33 e 34 giorni rispettivamente, tra November e December, oltre al mese mercedario, che quell'anno era già stato intercalato.
In quest’ottica il primo Anno Giuliano bisestile fu il 45 a. C. che nella notazione Astronomica corrisponde all’anno –44 (1 anno in meno), da cui segue la semplice regola che tutti gli anni divisibili per 4 diventano bisestili compreso l’anno 1 a.C. che nella notazione astronomica diventa l’anno 0. Analogo discorso per gli anni bisestili dopo la nascita di Cristo.
Inoltre Sosigene modificò la lunghezza dei mesi alternandoli con  31 e 30 giorni, eccezion fatta per Febbraio. Infatti attribuì a Marzo 31 giorni come (primo  mese dell’anno nel vecchio calendario romano), facendo seguire Aprile con 30 giorni, Maggio con 31, Giugno con 30, e così via fino a Febbraio, ultimo mese dell’anno , con 29 giorni o 30 giorni negli anni bisestili.
Da quei tempi ancora oggi è restata immutata la denominazione dei mesi del Calendario Romano,a parte lo spostamento da parte di Sosigene dell’inizio dell’anno da Marzo a Gennaio, data di insediamento dei consoli. Secondo il precedente calendario romano Settembre era realmente il settimo mese, mentre Ottobre era l’ottavo e così via. Il mese di Luglio invece, originariamente chiamato Quintilis, prese il nome da Giulio (Julius) mentre il mese di Agosto chiamato Sextilis  prese quello di Cesare Augusto (Augustus). Infatti proprio con l’avvento al trono di Cesare Augusto,  il popolo decise di attribuire il mese Sextilis a lui. Purtroppo questo mese conteneva solo 30 giorni, e poiché a Giulio Cesare era stato attribuito il mese di Luglio con 31 giorni, il popolo per non fare parzialità, nell’anno 7 a.C. del nuovo calendario Giuliano, diede ad Augusto la possibilità di modificare il suo mese (Agosto) portandolo così a 31 giorni,  modificando  l’alternanza originale dei 31 e 30 giorni. Con questa modifica Settembre passò a 30  giorni , Ottobre a 31 e così via fino a Febbraio che passò agli attuali 28 giorni  o 29 giorni, negli anni bisestili.
Pertanto con l’Istituzione del Calendario Giuliano di 365,25 giorni si ebbe un calendario abbastanza aderente al periodo di rivoluzione della Terra intorno al Sole (Anno Tropico) che, se non fosse stato successivamente modificato, avrebbe portato ad un anticipo della primavera della quantità:

Anno Giuliano – Anno Tropico = 365 d,25  -  365d,242 198 78 = 0d,007 801 3

cioè di circa 8 giorni ogni 1.000 anni, un errore decisamente accettabile per quei tempi.
In realtà la riforma proposta da Sosigene non venne applicata subito in maniera corretta.
Infatti, dopo la morte di Giulio Cesare i pontefici intercalarono un anno bisestile ogni 3 anni, invece che ogni 4 anni. Dopo 36 anni erano stati così intercalati 12 anni bisestili invece di 9. Augusto, nell'anno 8 a.C., per rimediare a questo errore, decise che non ci sarebbero stati anni bisestili per 12 anni. La riforma giuliana venne finalmente applicata correttamente solo a partire dall'anno 5 d.C..
I 50 anni anteriori vennero chiamati dai posteri Anni Giuliani Erronei. Gli anni bisestili del Calendario Giuliano erano tutti quelli le cui ultime due cifre erano divisibili per 4. Con questa ripartizione il Calendario Giuliano  si ripeteva in modo identico ogni 28 anni (vedi Ciclo Solare più avanti).

Avendo definito il Calendario Giuliano ora possiamo meglio comprendere la relazione esistente tra questo calendario e quello egizio. In effetti ritornando alla Fig. 32 è possibile vedere che conoscendo solo una data di un evento importante come ad esempio la Levata Eliaca di Sirio riferita sia al calendario egizio che a quello giuliano è possibile datare i reperti archeologici del passato conoscendo soltanto la data egizia. Infatti la data su cui sono tarati i due calendari è quella della Levata Eliaca di Sirio che avvenne il 20 luglio del 139 d. C. del Calendario Giuliano , corrispondente al 1° di Thoth del Calendario Egizio,  per cui 1.461 Anni Egizi prima (equivalenti a 1.460 Anni Giuliani) la Levata Eliaca della stella era avvenuta nuovamente al 1° di Thoth (cioè sempre al 20 luglio però del 1.460 - 139 = 1.321 a.C.) come mostrato in Fig. 32. Quindi se in un reperto archeologico è scritto che la Levata di Sirio era avvenuta il 16° giorno del 4° mese (Pharmouthi) della stagione  Peret, del VII anno del regno di Sesostri III, con facili calcoli è possibile risalire all’Anno Giuliano corrispondente, che nel nostro caso è il 20 luglio del 1.877 a.C., in ottimo accordo con altri sistemi di datazione

 

Fonte: http://www.oato.inaf.it/astrometry/papers/IntRep/02_66_Moti_Terra.doc

Sito web da visitare: http://www.oato.inaf.it/

Autore del testo: R. Pannunzio

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