I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
La cosmesi può essere bio? E’ questa la domanda che arrovella chiunque si trovi di fronte agli innumerevoli flaconi, dispenser, e tester di una profumeria, erboristeria o di una grande catena di distribuzione. Cosa si può fare per controllare il contenuto “ecologico” dei prodotti per la bellezza e la cura del corpo, esiste un modo per verificare il comportamento delle imprese? La risposta è quantomeno tarata sulla possibilità, la certezza non è mai assoluta, ma alcuni accorgimenti e attenzioni possono rivelarsi fondamentali ed aiutarci nella scelta. Anche se non si è plurilaureati, in chimica (per conoscere composizioni e principi attivi), in lingue antiche (gli ingredienti spesso riportano la dicitura in latino) o in botanica (per individuare l’origine vegetale o meno), è possibile informarsi conoscendo la normativa, accertando la presenza di eventuali certificazioni e di alcuni ingredienti. Tra il 2004 e il 2005 l’Unione Europea, per tutelare il consumatore, ha emanato alcune disposizioni, rendendo obbligatoria la dichiarazione in etichetta di tutti gli ingredienti, in ordine decrescente. In Italia a decorrere dal 1 gennaio 2007 con la ricezione della decisione 2006/257/CE e della Raccomandazione del 7 giugno 2006, gli ingredienti impiegati nei prodotti cosmetici devono essere dichiarati, e la dicitura «non testato su animali» (divenendo un'informazione utile al consumatore, per non trarlo in inganno), riportata sulle etichette. Quindi già a partire dalla lettura dell’etichetta si può iniziare a capire la natura di un articolo, prima di analizzarne la struttura è utile passare in rassegna alcuni organi e strumenti certificativi, e non, in grado di orientarci al meglio nell’acquisto. Una delle ultime novità è il bio check, un test ecologico fai da te, realizzato da Icea, organismo italiano per la certificazione del biologico. Si tratta di un programma scaricabile, in costante aggiornamento, che riconosce ognuna delle quasi 9000 sostanze registrate nell’inventario europeo degli ingredienti utilizzabili dall’industria cosmetica (Inci). Catalogo consultabile, in inglese, attraverso lo Skin Deep. In questo database si possono cercare gli ingredienti, e trovare informazioni su cosa sono e in che prodotti si trovano, inoltre viene dato un punteggio da 0 (sicurissimo) a 10 (da evitare), elencando anche gli studi scientifici che comprovano sospette pericolosità. A questo punto non ci rimane che capire come leggere un’etichetta sul contenitore a diretto contatto con il cosmetico (condizionamento primario) e sull’imballaggio esterno (secondario), in cui devono essere riportati i seguenti elementi:
Per quanto riguarda gli ingredienti tutti devono essere obbligatoriamente indicati in ordine decrescente di peso. Gli ingredienti in concentrazione inferiore all'1% possono essere menzionati in ordine sparso dopo quelli in concentrazione superiore, così come i coloranti che vanno indicati dopo gli altri ingredienti. Sono state individuate sostanze, sintetiche e naturali, particolarmente allergizzanti, che se presenti nel cosmetico dovranno essere indicate. È possibile per il consumatore richiedere alle aziende produttricil'elenco completo degli ingredienti, nonché informazioni sugli eventuali ''effetti indesiderabili''. L'indicazione che il prodotto è stato sviluppato senza fare ricorso alla sperimentazione animale è consentita solo a condizione che il fabbricante e i suoi fornitori non abbiano effettuato o commissionato sperimentazioni animali né sul prodotto finito o sul suo prototipo, né su alcun suo ingrediente e che non abbiano usato ingredienti sottoposti da terzi a sperimentazioni animali al fine di ottenere nuovi prodotti cosmetici.Di seguito elenchiamo le principali categorie di ingredienti sospettati d’essere dannosi per la salute e l’ambiente. Alcuni ingredienti o principi attivi si ripetono in molti prodotti e ci sono siti appositi che aiutano nell'impresa di scoprirne i principi e i pericoli. Ecco un breve vademecum per evitare le sostanze più "pericolose":
Un’ultima avvertenza riguarda i profumi e le sostanze tensoattive. Per i primi l’elenco INCI, li riporta con il termine generico Parfum o Profumo, senza distinzione tra profumi sintetici e oli essenziali. Tra questi alcuni, come il muschio bianco sono risultati ad elevata concentrazione di ftalati e muschi sintetici, composti che si accumulano nei tessuti grassi, nel latte materno, nei corsi d’acqua e negli organismi acquatici. I tensioattivi più usati e discussi sono il Sodium Laureth Sulphate e il Sodium Lauryl Sulphate, che si trovano in dentifrici, shampoo e cosmetici. Dai test tossicologici il SLS pare risultare irritante per la pelle, nocivo per gli occhi e può causare allergie, oltre ad inquinare fiumi, torrenti, laghi e mare. Il SLES risulta meno aggressivo e causa meno problemi d’irritazione e allergie. Il problema è che durante la preparazione degli emulsionanti (quindi anche dei PEG) si potrebbe formare diossano, una sostanza cancerogena. Come si diceva appunto avvertenze o preparati da monitorare in quanto lo stato attuale dei test non ha raggiunto ancora una fase approfondita. Fonte: Ministero della Salute, Icea, Greenpeace Italia, Repubblica, Biodizionario.it, Saicosatispalmi.org, AAM Terranuova
Fonte testo: http://files.meetup.com/1312115/La%20biocosmesi%20e%20le%20etichette.doc
Sito web da visitare: http://files.meetup.com
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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