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Bologna FC 1909
Calcio
Felsinei; Rossoblù; Petroniani
Segni distintivi
Colori sociali: Rosso · blu
Inno: Bologna Campione - Cuore RossoBlù
Dino Sarti - Andrea Mingardi
Città:
Bologna
Paese: Italia
Confederazione: UEFA
Federazione: FIGC
Campionato: Serie A
Fondazione: 1909
Rifondazione: 1993
Presidente: Francesca Menarini
Allenatore: Giuseppe Papadopulo
Stadio: Stadio Renato Dall'Ara
(39 444 posti)
Sito web: www.bolognafc.it [1]
Scudetti: 7
Trofei nazionali: 2 Coppe Italia
Trofei internazionali: 1 Coppe Intertoto
3 Mitropa Cup
1 Coppa di Lega Italo-Inglese
Il Bologna Football Club 1909, comunemente noto come Bologna, è una società calcistica italiana, fondata nel 1909 nell'omonimo capoluogo. Nella stagione 2009-2010 prende parte alla Serie A, massima divisione del campionato italiano.
Occupa attualmente il 53° posto del ranking dell'IFFHS.[1]
Tra i club più titolati del Paese, vanta 7 titoli di campione d'Italia, due Coppe Italia, tre Coppe Mitropa, una Coppa Intertoto e una Coppa di Lega Italo-Inglese. Presente in 63 campionati di Serie A, detiene il singolare record di tre scudetti vinti allo spareggio, due dei quali prima dell'introduzione del girone unico, nel 1925 contro il → Genoa e nel 1929 contro il Torino, e uno nell'era del girone unico, nel 1963-1964 contro l'→ Inter. Quello del 1964 è anche l'ultimo scudetto vinto dal Bologna.
Nato come Bologna Football Club, fallì nel 1993 e fu ricostituito societariamente con il nome attuale, dopo aver riacquisito il titolo sportivo della defunta società.
La maglia di gioco è a strisce verticali alternate di colore rosso e blu. Dal 1927 la squadra disputa le proprie gare interne nello Stadio Renato Dall'Ara (nato come Stadio del Littoriale e chiamato, dal dopoguerra fino al 1983, Stadio Comunale), il quale può ospitare 39.444 spettatori.
Il Bologna Football Club viene ufficialmente fondato domenica 3 ottobre 1909 presso la birreria Ronzani di via Spaderie, come sezione "per le esercitazioni di sport in campo aperto" del Circolo Turistico Bolognese. Così riportava il Resto del Carlino del 4 ottobre 1909.[2] [3] Venne eletto presidente Louis Rauch, un odontoiatra svizzero, mentre vicepresidente fu Giuseppe Della Valle e capitano Arrigo Gradi. L'iniziativa determinante era però stata quella di un giovane di origine boema, Emilio Arnstein, che aveva già fondato a Trieste il Black Star Football Club. Arnstein, appena arrivato in città, aveva subito cercato giovani che avessero la sua stessa grande passione per il calcio, e, saputo che nella Piazza d’Armi ai Prati di Caprara giocavano dei giovanotti, per lo più studenti, che dagli abitanti della zona erano detti "quei matti che corrono dietro a una palla", si era recato sul posto per incontrarli e convincerli a fondare anche a Bologna un football club. Tra i ragazzi che giocavano ai Prati di Caprara, fuori Porta Saffi, c'erano i fratelli Gradi, lo stesso Rauch e gli studenti del Collegio di Spagna, tra cui Antonio Bernabeu, fratello di Santiago, il presidente del mitico Real Madrid. Arrigo Gradi andava agli allenamenti con la maglia a larghi scacchi rosso e blu del collegio svizzero Schönberg di Rossbach nel quale aveva studiato, e presto questi colori divennero quelli della divisa sociale [2] .
Nell'inverno del 1910 il Bologna Football Club si rese autonomo separandosi dal Circolo Turistico. Il disegno delle maglie venne modificato – dai quarti si passò alle strisce verticali – mentre rimasero i colori originari, il rosso ed il blu. Dopo la vittoria nel Campionato Emiliano, ottenuta in due diverse partite giocate nello stesso pomeriggio contro la Sempre Avanti e la Virtus, e vinte rispettivamente 10-0 e 9-1, nel maggio del 1910 venne organizzata un'amichevole con l'→ Internazionale Campione d'Italia in carica, gara
che i milanesi vinsero per 1-0 davanti ad un pubblico numeroso; la buona prestazione diede comunque il permesso alla squadra bolognese di iscriversi alla Prima Categoria 1910-1911, il campionato di massima serie.[2]
Nei primi due anni il Bologna giocò nel Girone Veneto-Emiliano non riuscendo mai ad accedere alla finalissima per lo scudetto contro la vincente del Girone Ligure-Lombardo-Piemontese; contemporaneamente la società trasferì il suo campo di gioco prima alla Cesoia il 26 febbraio 1911, poi allo Sterlino: il campo venne inaugurato il 30 novembre 1913 con l'incontro Bologna-Brescia terminato 1-1.[2] Anche nei campionati 1912-1913, 1913-1914 e 1914-1915 la squadra emiliana non riuscì a qualificarsi alla Fase Nazionale del Nord Italia.
La prima guerra mondiale interruppe l'attività ufficiale del calcio in Italia, si giocarono praticamente soltanto amichevoli e piccoli tornei. Alla ripresa, iniziò per il Bologna un periodo ricco di successi.
Dopo la sconfitta nella finale del Prima Categoria 1920-1921 con la Pro Vercelli, nel 1922 ci fu l'esordio in squadra di Angelo Schiavio.
Dopo un'altra finale di Lega Nord persa nel 1924 con il → Genoa, nella stagione 1924-1925 arrivò il primo scudetto della storia del Bologna FC. L'avversario in finale di Lega Nord, ancora il Genoa, venne sconfitto solo al quinto incontro (2-0), disputato a Milano a porte chiuse per evitare nuovi incidenti tra le tifoserie. In quel match la squadra giocò per la prima volta in tenute dalla maglia verde con colletto nero: a segnare furono Pozzi e Perin. Come sempre accadeva la finalissima con l'Alba Roma, vincitrice della Lega Sud, fu solo una formalità, causa il divario tecnico tra squadre settentrionali e meridionali: due vittorie, 4-0 a Bologna e 2-0 a Roma, portarono per la prima volta il titolo italiano nella città felsinea.
Nel stesso periodo iniziò la costruzione del nuovo Stadio del Littoriale, atto ad ospitare un maggior numero di spettatori. Il 29 maggio 1927 l'impianto venne inaugurato con l'incontro tra le Nazionali di Italia e Spagna (2-0), mentre il 6 giugno
venne disputata la prima partita in campionato, una vittoria del Bologna sul Genoa per 1-0 con rete di Martelli.
Sempre sulla metà degli anni venti la squadra disputò due positivi tornei, nel 1925-1926 e nel 1926-1927, ma senza vincere; nel 1927 lo scudetto, vinto dal Torino, venne revocato per illecito (in seguito al Caso Allemandi) ma non assegnato al secondo classificato, proprio il Bologna. Tuttavia, nel 1929, lo scudetto tornò in Emilia dopo soli quattro anni: la finale a Roma contro il Torino si chiuse sull'1-0 con gol di Muzzioli su passaggio di Schiavio, giocatore simbolo dell'epoca e, ad oggi, miglior marcatore assoluto nella storia del club. Altri elementi di quella squadra erano il portiere Mario Gianni, il terzino sinistro Felice Gasperi, il mediano Bernardo Perin e la punta Giuseppe Della Valle.
Nel 1929-1930 il Bologna poté inaugurare l'era dei campionati a girone unico con lo scudetto sulla maglia. Arrivarono nuovi giocatori dall'America Meridionale: da ricordare Francesco Fedullo, Raffaele Sansone, Michele Andreolo, il goleador Carlo Reguzzoni, Eraldo Monzeglio, Mario Montesanto. Guidata in panchina dall'ungherese Lelovich, subentrato a Felsner nel gennaio 1931, la squadra conquistò la Coppa Europa Centrale 1932, ripetendo l'impresa nel 1934 con la vittoria in finale sull'Admira Vienna.
Erano tempi di cambiamento a livello societario: nel 1934 arrivò la nomina prima a commissario straordinario e poi a presidente di Renato Dall'Ara, industriale reggiano che otterrà grandi risultati nella sua trentennale presidenza del club. Nel 1934 intanto la Nazionale italiana si laureò campione del mondo grazie ad un gol di Angelo Schiavio in finale; con il campionato 1935-1936 iniziò un periodo d'oro per i bolognesi: ben quattro scudetti (1935-1936, 1936-1937, 1938-1939, 1940-1941) ed un Trofeo dell'Esposizione vinto a Parigi nel 1937 con un 4-1 sul Chelsea in finale (la coppa fu però persa nel dopo guerra e ritrovata circa 64 anni dopo). Quel gruppo, guidato da Árpád Weisz prima e di nuovo da Felsner poi, divenne noto come "lo squadrone che tremare il mondo fa".[4]
Dopo le vittorie tra anni trenta e quaranta, seguirono dei campionati meno positivi: in squadra, comunque, trovarono posto giocatori come Gino Cappello e Cesarino Cervellati. Il Bologna si piazzò sempre dietro le squadre dell'asse Milano–Torino e in un due occasioni andò anche vicino alla Serie B. Gli acquisti di Gino Pivatelli, che nella stagione 1955-1956 si laureò capocannoniere con 29 reti in 30 partite, e del giovane Ezio Pascutti, che al suo esordio segnò subito un gol a
Vicenza, furono alcune delle poche note liete di un periodo in cui tra l'altro si ebbero più volte contestazioni al presidente Dall'Ara.[5]
Agli inizi degli anni sessanta, con l'arrivo di Fulvio Bernardini, già allenatore della → Fiorentina campione d'Italia 1955-1956, agli affermati Ezio Pascutti, Francesco Janich e Mirko Pavinato si aggiunsero i giovani Giacomo Bulgarelli e Romano Fogli, più il 23enne Paride Tumburus. Il regista tedesco occidentale Helmut Haller e il giovane centravanti danese Harald Nielsen completavano la rosa della squadra.
La stagione Serie A 1962-1963 cominciò all'insegna del bel gioco, al punto da far esclamare all'allenatore rossoblù, al termine della partita vinta 7-1 sul Modena (quinta giornata): «Così si gioca solo in
Paradiso!». Nello stesso torneo Ezio Pascutti segnò consecutivamente per le prime 10 giornate (12 gol), record. Le trasferte con le squadre rivali (→ Juventus, → Milan, → Roma e → Internazionale), il Bologna però le perse tutte: la
squadra non andò dunque oltre il quarto posto finale, subendo ben 39 reti, venti più dell'Inter campione.[6]
Il problema della difesa non impeccabile venne risolto l'anno dopo con l'acquisto del giovane William Negri, già in Nazionale. Nel campionato 1963-1964 il Bologna, dopo un inizio stentato con due pareggi, risalì e il 1º marzo raggiunse il comando in classifica grazie al 2–1 di San Siro sul Milan alla ventitreesima giornata. Solo tre giorni dopo scoppiò il caso doping: cinque giocatori (Pavinato, Fogli, Tumburus, Perani e Pascutti) vennero trovati positivi dopo gli esami effettuati un mese prima in occasione del match con il Torino. I giocatori, l'allenatore e il medico Poggiali vennero squalificati per 18 mesi ed il club penalizzato di tre punti.[7]
Le controanalisi dimostrarono però l'innocenza dei giocatori: i tre punti vennero restituiti e le squalifiche annullate, permettendo il riaggancio in vetta dei rossoblù all'Inter.[7] Il campionato finì così con le due squadre appaiate al primo posto: per la prima volta si rese necessario uno spareggio, da giocare a Roma il 7 giugno 1964. Il 4 giugno, intanto, era morto improvvisamente per infarto il presidente Renato Dall'Ara, mentre erano in corso le discussioni con Moratti, presidente dell'Inter, sui dettagli per lo spareggio.[7] Il Bologna vinse la sfida per 2-0 con reti di Fogli e Harald Nielsen, conquistando il settimo (e finora ultimo) scudetto.
L'annata successiva alla vittoria del settimo scudetto vede la squadra partecipare alla Coppa dei Campioni 1964-1965 ma venire subito eliminata al turno preliminare contro l'Anderlecht, risolto a favore dei belgi nello spareggio di Barcellona per lancio della monetina. Sempre nel 1965 il Bologna chiude sesto in campionato. Viene esonerato Fulvio Bernardini e, dopo una breve parentesi con Manlio Scopigno in panchina, viene chiamato ad allenare il Bologna Luis Carniglia. I risultati arrivano, con il secondo posto nel 1965-1966 e il terzo nel 1966-1967. Col passare del tempo comunque vengono ceduti diversi pezzi del Bologna scudettato, prima Harald Nielsen, poi Helmut Haller, mentre Ezio Pascutti si ritira e William Negri trascorre un anno inattivo per infortunio, prima di essere ceduto pure lui.
Si alternano gli allenatori (tra i quali Gipo Viani e l'ex rossoblù Cesarino Cervellati) e i presidenti, finché nel 1969 viene chiamato ad allenare Edmondo Fabbri. Al primo anno l'ex CT della Nazionale italiana conquista la Coppa Italia: nella partita decisiva la squadra sconfigge il Torino per 2-0 con doppietta di Giuseppe Savoldi chiudendo al primo posto nel girone finale con un punto sui granata (9 a 8).[8] Nelle stagione subito successiva la squadra continua a non raggiungere le posizioni di vetta, chiudendo tra il 1971 e il 1974
rispettivamente al quinto, undicesimo, settimo e nono posto. Proprio nel 1973-1974 i rossoblù, capitanati ancora da Bulgarelli, conquistano un'altra Coppa Italia battendo ai rigori il → Palermo nella finale di Roma. L'allenatore di quella squadra era Bruno Pesaola, subentrato nel 1972 a Fabbri.
Nel 1975 chiuse la sua carriera Giacomo Bulgarelli, bandiera della squadra per ben 16 stagioni. La fascia di capitano passò a Eraldo Pecci, un altro centrocampista di regia cresciuto nel vivaio. Il centravanti titolare e cannoniere Giuseppe Savoldi, sempre nell'estate 1975, venne ceduto al → Napoli per la cifra record di due miliardi[2] , mentre lo stesso Pecci fu ceduto al Torino. Le stagioni successive furono tutte caratterizzate da piazzamenti mai oltre il settimo posto. Le annate 1976-1977, 1977-1978 e 1978-1979 furono ancora più negative, nonostante il ritorno di Pesaola, con la salvezza raggiunta in extremis e piazzamenti appena sopra la zona retrocessione, dodicesimo e tredicesimo posto. In particolare, nel 1977-1978 la salvezza fu raggiunta solo all'ultima giornata grazie alla vittoria per 1-0 sul campo della
→ Lazio, mentre l'anno seguente la squadra si salvò solo grazie ad una miglior differenza reti rispetto a Vicenza e → Atalanta, avendo pareggiato all'ultima giornata in casa con il Perugia per 2-2 dopo aver rimontato lo 0-2 iniziale.
Al termine della stagione 1978-1979 se ne andò il presidente Conti: a lui subentrò Tommaso Fabbretti, che subito scelse come allenatore Marino Perani, ala con 15 stagioni da giocatore nel Bologna. Si ebbe anche il ritorno di Giuseppe Savoldi in maglia rossoblù. Il campionato 1979-1980 vide la squadra chiudere all'ottavo posto in classifica. Rimasta però coinvolta nella vicenda di calcioscommesse, venne punita con una penalizzazione di 5 punti da scontare nel campionato successivo. Nella stagione 1980-1981 i felsinei, con in panca l'allenatore Luigi Radice, terminarono in settima posizione nonostante la penalizzazione.
Nel campionato 1981-1982, però, la squadra retrocesse per la prima volta in Serie B dopo aver totalizzato solo 23 punti. Da ricordare la presenza in rosa di un diciassettenne Roberto Mancini, il quale giocò in tutte e 30 le partite stagionali segnando anche 9 reti, miglior marcatore della squadra. Nel 1982, dopo solo un anno da professionista, Mancini venne comprato dalla → Sampdoria per 4 miliardi di lire. La prima storica annata in Serie B del Bologna fu anch'essa molto negativa: teriminato il torneo al diciottesimo posto, retrocessero in Serie C1, scendendo dunque di due categorie in due anni.
All'immediata risalita in B seguirono tre campionati caratterizzati dal vano tentativo di riconquistare la risalita in Serie A e terminati al nono, al sesto e al decimo posto. L'annata 1987-1988 fu invece decisiva: l'arrivo dell'allenatore Gigi Maifredi, voluto dal presidente Luigi Corioni, permise ai bolognesi di ottenere la promozione in massima serie. Nella Serie A 1988-1989, dopo un inizio difficile, il Bologna raggiunse la salvezza classificandosi quattordicesimo nel torneo appena ampliato a 18 squadre; l'anno seguente Maifredi condusse il team alla qualificazione alle coppe europee grazie all'ottavo posto, prima di lasciare la città per rispondere alla chiamata della → Juventus.
Il campionato 1990-1991 iniziò con soli due punti nelle prime sei giornate e con il conseguente esonero di Franco Scoglio. Il ritorno in panchina di Luigi Radice non fu sufficiente e il club, con soli 18 punti all'attivo e ben 63 reti al passivo, retrocesse in Serie B. Gli unici risultati positivi della stagione arrivarono dalla Coppa UEFA, in cui i rossoblù sfiorarono le semifinali dopo avere eliminato Hearts of Midlothian e Admira Wacker rimontando in entrambi i casi sconfitte subite all'andata. Nei quarti la squadra dovette arrendersi allo Sporting Clube de Portugal, poi eliminato in semifinale dall'Inter.
La successiva stagione in Serie B venne chiusa solo al tredicesimo posto, mentre quella successiva , la 1992-1993, addirittura in diciottesima piazza, che significò retrocessione in Serie C1, la seconda in undici anni. Nel 1993, per la precisione il 19 giugno, lo storico Bologna Football Club andò incontro al fallimento.
Dalla sentenza del tribunale la società viene rifondata nel medesimo anno sotto la denominazione Bologna Football Club 1909. Giuseppe Gazzoni Frascara diventa il nuovo presidente, mentre come allenatore viene chiamato Alberto Zaccheroni e come direttore sportivo Eraldo Pecci. Il campionato di Serie C1 1993-1994 vede la squadra mancare la promozione in Serie B dopo aver terminato il girone al quarto posto ed aver perso ai play-off contro la SPAL. Al secondo tentativo, guidata prima dalla coppia Reja–Pecci e poi da Renzo Ulivieri e Gabriele Oriali come direttore sportivo, il club riesce a risalire in B terminando l'anno al primo posto. Nella stagione 1995-1996, sempre allenati da Ulivieri, riescono subito a centrare la promozione in Serie A grazie ad un altro primo posto.
La prima annata dopo il ritorno in massima serie li vede chiudere il campionato al settimo posto, appena fuori dalla zona valida per la partecipazione alle coppe europee. In Coppa Italia, inoltre, la formazione di Ulivieri viene eliminata solo in semifinale dal Vicenza di Guidolin, che poi andrà ad aggiudicarsi il trofeo.
La stagione 1997-1998, la quarta con Ulivieri in panchina, viene ancora conclusa in modo positivo, con l'ottavo posto, piazzamento che dà diritto ai felsinei di partecipare alla Coppa Intertoto, valida per l'ingresso in Coppa UEFA; è questa anche l'unica stagione in rossoblù di Roberto Baggio, ex di → Fiorentina e → Juventus, autore di ben 22 reti e terzo nella classifica marcatori di Serie A.
Nell'estate 1998 il "Divin Codino" viene dunque ceduto all'→ Inter; anche Ulivieri lascia, per accasarsi al → Napoli. Sempre in quell'estate arrivano un nuovo allenatore, Carlo Mazzone, coadiuvato da Oreste Cinquini come DS, e una nuova punta, Giuseppe Signori, ex → Lazio. La squadra vince la Coppa Intertoto, qualificandosi dunque per la Coppa UEFA 1998-1999. Il torneo di Serie A 1998-1999 viene terminato al nono posto, a cui si aggiunge la vittoria nello spareggio con l'Inter valido per l'ingresso in Europa.
Il contemporaneo percorso in Coppa UEFA è anch'esso positivo: la squadra elimina in successione Sporting, Real Betis, Slavia Praga e Olympique Lione, prima di arrendersi a sua volta in semifinale contro l'Olympique Marsiglia, poi finalista perdente con il → Parma. Anche in Coppa Italia i bolognesi escono in semifinale, stavolta per mano della Fiorentina.
Per la stagione 1999-2000 la dirigenza affida la squadra a Sergio Buso, già allenatore della Primavera ed ex portiere rossoblù negli anni settanta. Dopo la settima giornata, e soli 7 punti in classifica, Buso viene esonerato. Viene allora nominato allenatore Francesco Guidolin, anch'egli ex calciatore nel Bologna. La squadra chiude all'undicesimo posto in A, mentre in Coppa UEFA viene eliminata al terzo turno dai turchi del Galatasaray, poi vincitori del trofeo.
La seconda stagione di Guidolin, la 2000-2001, si conclude con un nono posto, insieme alla → Fiorentina. A guidare i bolognesi in attacco è ancora Giuseppe Signori, autore di 16 reti. La stagione 2001-2002 è all'insegna della contestazione che porta alle dimissioni di Gazzoni Frascara e alla nomina come presidente di Renato Cipollini. L'annata è comunque positiva e la squadra lotta fino all'ultimo per un posto importante in Europa: all'ultima giornata, però, la sconfitta in casa del Brescia esclude la squadra sia dalla Champions League che dalla Coppa UEFA. Il settimo posto con 52 punti basta però per la qualificazione in Coppa Intertoto.
La stagione 2002-2003 vede la squadra impegnata in estate nell'Intertoto. Al terzo turno e nelle semifinali i felsinei eliminano rispettivamente i bielorussi del BATE Borisov (2-0 e 0-0) e i cechi del Teplice (5-1 e 3-1); nella doppia finale arriva però la sconfitta contro gli inglesi del Fulham (2-2 e 1-3). Nel girone d'andata di Serie A il club fa registrare il proprio record di sette vittorie nelle prime sette gare casalinghe, terminando a 27 punti la tornata. Il girone di ritorno è però più negativo, appena 14 punti, e non permette al gruppo di Guidolin di andare oltre l'undicesimo posto.
Alla vigilia del campionato 2003-2004 Guidolin lascia il Bologna. Cipollini richiama dunque in panchina Carlo Mazzone, già allenatore nella stagione 1998-1999. Dopo un non ottimo girone di andata, la squadra fa registrare tra l'altro due sequenze di tre vittorie consecutive, risultati che le permettono di raggiungere in anticipo il traguardo della salvezza e il dodicesimo posto in classifica. Giuseppe Signori annuncia quindi l'addio al calcio italiano, dopo 344 partite in A e ben 188 gol, inclusi tre titoli di capocannoniere del campionato. Mazzone invece rinnova il contratto.
L'annata 2004-2005 è inizialmente positiva, anche in virtù di quattordici incontri con una sola sconfitta, e la squadra riesce addirittura a raggiungere un momentaneo settimo posto. Le ultime 15 giornate però vedono i bolognesi totalizzare soltanto 11 punti, con una sola vittoria. Al termine della stagione la squadra si ritrova, in coabitazione con
→ Fiorentina e → Parma, a quota 42 punti. Per la classifica avulsa sono le due emiliane a doversi giocare la salvezza, con un doppio spareggio: nella gara di andata al Tardini di Parma è il Bologna a imporsi, per 1-0, mentre in quella di ritorno il Parma espugna il Dall'Ara per 0-2, determinando la retrocessione dei rossoblù.
Dopo la discesa in B il Bologna viene affidato nuovamente al tecnico Renzo Ulivieri, già coach tra 1994 e 1998. Dopo le prime giornate del campionato 2005-2006 il principale azionista, Gazzoni Frascara, cede la sua quota ad Alfredo Cazzola, che diventa anche nuovo presidente assieme ai soci Menarini e Bandiera. Arriva anche un nuovo allenatore, Andrea Mandorlini. Terminato il girone d'andata sulla metà classifica, ritorna in panchina Ulivieri, il quale tuttavia manca l'accesso ai playoff promozione.
Nella stagione 2006-2007 allenatore è ancora Renzo Ulivieri. La Serie B vive un'importante annata, per la presenza al via di squadre come →
Genoa, → Napoli e → Juventus. La stagione è relativamente incolore e Ulivieri viene esonerato a favore di Luca Cecconi, suo vice; la mossa però non ottiene gli effetti desiderati e ad andare in A sono, come da pronostico, Juventus, Napoli e Genoa, mentre i rossoblù terminano solo settimi.
A guidare la squadra per il campionato 2007-2008 arriva il cesenate Daniele Arrigoni. L'organico comprende giocatori come Adaílton, Massimo Marazzina, Davide Bombardini e Cristian Bucchi; arriva l'agognata promozione, ottenuta all'ultima giornata e grazie al secondo posto dietro al → ChievoVerona.
Il 2 agosto 2008 viene ufficializzato l'acquisto della società da parte di Renzo Menarini, socio di minoranza, che acquisisce il pacchetto di maggioranza da parte di Alfredo Cazzola. Fino al 12 settembre, Cazzola rimane presidente della società. Per le prime dieci giornate della stagione 2008-2009 allenatore è ancora Daniele Arrigoni, che viene però esonerato il 3 novembre dopo la sconfitta sul campo del → Cagliari per 5 a 1. Al suo posto viene chiamato Siniša Mihajlović.[9] Il 14 aprile 2009 Mihajlović viene a sua volta sollevato dall'incarico ed il suo posto viene affidato a Giuseppe Papadopulo, tecnico che, nel campionato precedente, aveva portato il Lecce in Serie A.[10] Il 31 maggio 2009, grazie al successo 3-1 sul Catania di Zenga, il Bologna si assicura la quart'ultima piazza del campionato, e di conseguenza la permanenza nella massima serie.
L'11 giugno 2009 viene ritrovato, nella casa di una delle figlie di Angelo Schiavio, il trofeo del Torneo Internazionale dell'Expo Universale di Parigi 1937. Durante i lavori per il Centenario del 2009 viene infatti trovata un'intervista dove il vecchio presidente Renato Dall'Ara loda tutti i suoi ragazzi e in particolare Angelo Schiavio, che aveva già annunciato il ritiro, ma che si era lasciato convincere a partecipare alla spedizione francese. Sempre nell'intervista il presidente afferma che la coppa "apparteneva" al campione bolognese. La coppa viene ritrovata però priva del basamento. In occasione dei cento anni della società, i gruppi ultras della curva e il centro coordinamento bologna clubs hanno organizzato una coreografia in tutto lo stadio,composta da 20000 bandiere rossoblu.
Cronistoria del Bologna Football Club [11]
• 1978-79 - 13° in Serie A
• 1946-47 - 5° in Serie A • 1979-80 - 8° in Serie A
• 1947-48 - 9° in Serie A • 1980-81 - 7° in Serie A
• 1948-49 - 6° in Serie A • 1981-82 - 15° in Serie A. Retrocesso in Serie B
in Serie C1
• 1951-52 - 16° in Serie A • 1984-85 - 9° in Serie B
• 1952-53 - 5° in Serie A • 1985-86 - 6° in Serie B
• 1953-54 - 7° in Serie A • 1986-87 - 10° in Serie B
in Serie A
• 1955-56 - 5° in Serie A • 1988-89 - 14° in Serie A
• 1956-57 - 6° in Serie A • 1989-90 - 8° in Serie A
• 1957-58 - 6° in Serie A • 1990-91 - 18° in Serie A. Retrocesso in Serie B
• 1924-25 - Campione d'Italia • 1958-59 - 10° in Serie A • 1991-92 - 13° in Serie B
in Serie C1
Coppa Mitropa
in Serie A
• 1930-31 - 3° in Serie A • 1964-65 - 6° in Serie A • 1997-98 - 8° in Serie A
Coppa Mitropa
Torneo Intertoto
• 1932-33 - 3° in Serie A • 1966-67 - 3° in Serie A • 1999-00 - 11° in Serie A
• 1967-68 - 6° in Serie A • 2000-01 - 9° in Serie A
Coppa Mitropa
• 1934-35 - 6° in Serie A • 1968-69 - 9° in Serie A • 2001-02 - 7° in Serie A
Coppa Italia - Vince la Coppa Anglo-italiana
• 2002-03 - 11° in Serie A
• 1936-37 - Campione d'Italia • 1970-71 - 5° in Serie A • 2003-04 - 12° in Serie A
1937-38 - 5° in Serie A • 1971-72 - 11° in Serie A • 2004-05 - 18° in Serie A dopo
spareggio perdente contro il Parma. Retrocesso in Serie B
Coppa Italia
• 2006-07 - 7° in Serie B
in Serie A
• 1941-42 - 7° in Serie A • 1975-76 - 7° in Serie A • 2008-09 - 17° in Serie A
in corso
• 1977-78 - 12° in Serie A
La prima maglia del Bologna, nel 1909, era a quarti rossi e blu, e riproduceva la divisa del collegio svizzero di Schönberg[12] . Nel 1910 il Bologna FC si dissociò dal circolo e le maglie da gioco furono modificate con strisce verticali rosso-blu. Questo tipo di disegno è rimasto praticamente immutato fino ad oggi, tranne che per la variazione annuale nella larghezza delle bande.
Un'importante eccezione fu quella del 1925: in quell'anno il Bologna vinse il suo primo scudetto indossando un'inedita maglia verde. Tale divisa fu scelta dall'allora dirigente Enrico Sabbatini, per imitazione di quella del Rapid Vienna, che, secondo le sue parole, «...alcuni anni prima scese allo Sterlino e lasciò in tutti una grande impressione di possanza e di invincibilità. Ebbene sia il verde, il colore della speranza, quello che possa dare al Bologna lo Scudetto»[13] . In realtà il cambio di divisa fu anche suggerito dal caldo, che in quei giorni di giugno si faceva particolarmente sentire. La nuova maglia perciò fu di cotone leggero verde scuro, con bordi e calzoncini neri.
Nei decenni successivi la maglia verde fu alternata a quella bianca (spesso con banda trasversale rosso-blu) come seconda divisa. Il suo ultimo utilizzo risale agli anni '80. Nel 1934 la divisa verde fu indossata dalla Sampierdarenese in uno spareggio-promozione giocato contro il Bari sul campo neutro di Bologna: i liguri giocarono infatti con una muta di maglie verdi donata dal presidente del Bologna Dall'Ara, visto che entrambe le squadre si erano presentate in divisa bianca.
A fine anni novanta, la prima maglia subì alcune leggere modifiche, come nelle stagioni 1998-1999 e 1999-2000, quando le strisce rosso-blu più laterali (non quindi le due centrali) si dipartivano dal colletto invece che dalle spalle. Nella stagione 2000-2001 fu adottata una prima maglia con due sole larghe strisce, una rossa e una blu, con i bordi bianchi.
Tra le divise da trasferta va ricordata quella adottata a partire dagli anni cinquanta, che presenta una maglia a sfondo bianco con due strisce oblique, una rossa e una blu, ed eventuali altri profili rossoblù. Poche sono state le variazioni negli anni a seguire. Negli anni recenti è stata introdotta anche la terza maglia, destinata ad essere usata soprattutto
nelle coppe europee, solitamente a sfondo giallo o dorato con profili rossoblù.
Aggiornato al 1 settembre 2009
3 D Rafael Santos
5 C Massimo Mutarelli
6 D Miguel Britos
7 C Francesco Valiani
8 C Nicola Mingazzini
9 A Marco Di Vaio
(Capitano)
10 C Davide Bombardini
11 C Luca Vigiani
13 D Daniele Portanova
14 C Roberto Guana
15 P Roberto Colombo
18 D Vangelis Moras
19 C Giacomo Tedesco
20 A Henry Gimenez
22 A Pablo Daniel Osvaldo
23 D Salvatore Lanna
25 A Marcelo Zalayeta
26 C Gaby Mudingayi
28 P Filippo Spitoni
32 C Federico Casarini
41 A Massimo Marazzina
50 D Alessandro Bassoli
74 C Luigi Lavecchia
84 D Andrea Raggi
85 A Adaílton
90 C Riccardo Pasi
Aggiornato al 15 aprile 2009.
• Eraldo Monzeglio - campione del mondo 1934
• Angelo Schiavio - campione del mondo 1934
• Michele Andreolo - campione del mondo 1938
• Amedeo Biavati - campione del mondo 1938
• Carlo Ceresoli - campione del mondo 1938
• Pierre Wome - campione d'Africa 2000 e 2002
• Pierre Wome - oro olimpico 2000
• Felice Gasperi - bronzo olimpico 1928
• Pietro Genovesi - bronzo olimpico 1928
• Alfredo Pitto - bronzo olimpico 1928
• Angelo Schiavio - bronzo olimpico 1928
1924-1925, 1928-1929, 1935-1936, 1936-1937, 1938-1939, 1940-1941, 1963-1964
• Coppa Italia: 2
1969-1970, 1973-1974
1932, 1934,
• Coppa Intertoto: 1
1998
• Mitropa Cup 1961
1970
1937
1946
1987-1988, 1995-1996
1994-1995
1967
1965
1972-1973
1988-1989
2000-2001
Aggiornato al 17 ottobre 2008.[14] [15]
Categoria |
Partecipazioni |
Debutto |
Ultima stagione |
A |
75 |
1919-1920 |
2009-2010 |
B |
11 |
1982-1983 |
2007-2008 |
C |
3 |
1983-1984 |
1994-1995 |
In 89 stagioni sportive disputate a livello nazionale dalla fine della Prima guerra mondiale, compresi 11 tornei di Prima Categoria e Prima Divisione e Divisione Nazionale (A). Precedentemente al conflitto, il Bologna aveva partecipato come ospite a 5 tornei locali di Prima Categoria del Comitato Regionale Veneto.
Data |
Competizione |
Stadio |
Partita |
Risultato |
10 luglio 1932 |
Coppa Europa Centrale |
Bologna, Stadio "Dall'Ara" |
Bologna - First Vienna |
2-0 |
17 luglio 1932 |
Vienna, Stadio di Vienna |
First Vienna - Bologna |
1-0 |
|
5 settembre 1934 |
Coppa Europa Centrale |
Vienna, Stadio "Comunale" |
Admira Vienna - Bologna |
3-2 |
9 settembre 1934 |
Bologna, Stadio "Dall'Ara" |
Bologna - Admira Vienna |
5-1 |
|
28 luglio 1946 |
Coppa Alta Italia [16] |
Novara, Stadio "Littorio" |
Novara - Bologna |
1-2 |
4 agosto 1946 |
Bologna, Stadio "Dall'Ara" |
Bologna - Novara |
4-1 |
|
14 marzo 1961 |
Mitropa Cup |
Nitra, Stadio "Comunale" |
Slovan Nitra - Bologna |
2-2 |
4 aprile 1961 |
Bologna, Stadio "Dall'Ara" |
Bologna - Slovan Nitra |
3-0 |
|
10 giugno 1970 |
Coppa Italia |
Bologna, Stadio "Dall'Ara" |
Bologna - Torino |
2-0 |
2 settembre 1970 |
Coppa di Lega Italo-Inglese |
Bologna, Stadio "Dall'Ara" |
Bologna - Manchester City |
1-0 |
23 settembre |
Manchester, Stadio "City of Manchester" |
Manchester City - |
2-2 |
|
23 maggio 1974 |
Coppa Italia |
Roma, Stadio "Olimpico" |
Bologna - Palermo |
5-4 (calci di rigore) |
11 agosto 1998 |
Coppa Intertoto |
Bologna, Stadio "Dall'Ara" |
Bologna - Ruch Chorzow |
1-0 |
25 agosto 1998 |
Chorzow, Stadio Ruchu |
Ruch Chorzow - Bologna |
0-2 |
Partecipazioni alle Coppe europee
Competizioni UEFA |
G |
V |
N |
P |
GF |
GS |
Coppa dei Campioni |
3 |
1 |
1 |
1 |
2 |
2 |
Coppa delle Coppe |
4 |
1 |
2 |
1 |
4 |
4 |
Coppa UEFA |
48 |
24 |
1 |
10 |
76 |
43 |
Coppa Intertoto |
12 |
7 |
2 |
3 |
22 |
12 |
Totale |
67 |
33 |
19 |
15 |
104 |
61 |
Tifosi
Per le partite casalinghe la tifoseria organizzata si riunisce nella curva Nord, dal 2009 intitolata a Giacomo Bulgarelli. La curva era in precedenza denominata "Andrea Costa", dal nome della via prospiciente quel lato dello stadio.
All'ingresso delle squadre in campo viene suonato Cuore rossoblù, canzone scritta per il Bologna da Andrea Mingardi, cantante e tifoso bolognese, in occasione della promozione di Maifredi nel 1988.[17]
Esistono anche altre canzoni scritte per la squadra, come Il sogno
continua cantata da Paolo Mengoli,[17] Le tue ali Bologna scritta e cantata a quattro da Luca Carboni, Gianni Morandi, Andrea Mingardi e Lucio Dalla,[17] e Bologna Campione cantata da Dino Sarti.[18]
• Uhlsport (1982-1992)
• Erreà (1993-1996)
• Diadora (1996-2000)
• Umbro (2000-2001)
• Febal (1981-1982)
• Ebano (1982-1983)
• Idrolitina (1983-1987)
• Segafredo (1987-1989)
• Sinudyne (1992-1993)
• Carisbo (1994-1997)
• Granarolo (1997-2001)
• Area Banca (2001-2004)
• Amica Chips (2004-2005)
• Unipol (set. 2008-giu. 2009)
• Wikiquote contiene citazioni di o su Bologna Football Club 1909
[1] Graduatoria IFFHS 19.9.2009 (http://www.iffhs.de/
?a413f0e03790c443e0f40390b41be8b01905fdcdc3bfcdc0aec70aeedb883ccb05ff1d). URL consultato il 6 maggio 2009.
[2] La storia del Bologna stagione per stagione (http://www.bolognafc.it/it/dir/14/3/storia-bolognafc-1909). www.bolognafc.it. URL consultato il 19-10-2008.
[3] La fondazione (http://www.enciclopediadelcalcio.com/Bologna1.html). www.enciclopediadelcalcio.com. URL consultato il 19-10-2008. [4] L'uomo che costruì il Bologna che faceva tremare il mondo (http://www.enciclopediadelcalcio.com/Questione.html).
www.enciclopediadelcalcio.com. URL consultato il 18-10-2008.
[5] Dopo le delusioni arriva Bernardini (http://www.enciclopediadelcalcio.com/Bologna5.html). www.enciclopediadelcalcio.com. URL consultato il 19-10-2008.
Fonte: http://www.wikilibri.it/squadre.pdf
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