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Introduzione all'industria chimica
Chimica e industria chimica
L'industria chimica trasforma materie prime (organiche e inorganiche) e le converte in sostanze e prodotti in funzione delle esigenze dei consumatori o di altre industrie. I prodotti dell'industria chimica hanno molte applicazioni e utilizzi:
Gran parte dell'industria chimica è di conseguenza costituita da beni intermedi, cioè da sostanze e prodotti che entrano nel processo produttivo di altri comparti industriali o della chimica stessa. A differenza degli altri settori industriali, l'industria chimica non è identificabile con un gruppo o una famiglia di prodotti che utilizzano una o poche materie prime. Vi sono più di 70 mila prodotti o sostanze chimiche che derivano da tante e diverse materie prime, come minerali, carbone, petrolio, gas naturale, oli e grassi animali e vegetali. In particolare una parte rilevante dell'industria chimica utilizza come proprie materie prime (o input produttivi) sostanze chimiche trasformate da imprese a monte del processo produttivo. Una delle caratteristiche dell'industria chimica è negli interscambi che avvengono al proprio interno. La chimica di base produce soprattutto sostanze chimiche che vengono trasformate e utilizzate da altri comparti dell'industria chimica. I prodotti dell'industria chimica sono dovunque, ma la loro caratteristica di beni intermedi (cioè di sostanze e prodotti che entrano nel processo produttivo di altre industrie che vendono al consumatore) non li rende sempre facilmente individuabili e conosciuti. Di fatto pochissimi prodotti e servizi di una moderna società industriale sono realizzati senza qualche contributo della chimica. Anche gran parte dei cosiddetti prodotti "naturali" sono in vario modo legati alla chimica. Fibre artificiali e sintetiche, nuovi tessuti innovativi, farmaci per l'uomo, per gli animali e per la protezione delle piante, più in generale prodotti che migliorano la salute e la qualità della vita. Nuovi e più efficaci sistemi di confezionamento e di conservazione dei cibi, pitture e vernici che prolungano la vita dei prodotti, adesivi più efficaci, detersivi e prodotti per la casa, pneumatici più sicuri e duraturi, air bag e tante parti in plastica che alleggeriscono l'auto, gli elettrodomestici e tanti altri oggetti di uso quotidiano; materiali compositi per aerei, gas industriali per usi industriali e sanitari. Questi sono solo alcuni dei prodotti di uso quotidiano o altamente innovativi che dipendono in modo sostanziale dalla chimica e dalla sua industria.
Industria chimica e scienza
La relazione forte e inscindibile tra chimica e scienza (tra cioè industria chimica e scienza chimica) è la caratteristica unificante di questa industria e quella che la distingue di più dalle altre. Si può cioè dire che l'industria chimica è un'industria basata sulla scienza. Il legame tra formula chimica e sostanze/prodotto e processo chimico è strettissimo, al punto che molti prodotti vengono definiti attraverso la loro formula chimica e anche i nomi di molte imprese in qualche modo rimandano a formule chimiche. Industria basata sulla scienza significa necessità di interagire costantemente con chi studia la scienza chimica, significa centralità dell'innovazione e della ricerca, significa crescente rilevanza degli aspetti immateriali (cioè quelli collegati all'innovazione) rispetto a quelli materiali connessi alle materie prime utilizzate. Se cambia la formula chimica non cambiano soltanto le caratteristiche del prodotto che questa determina; possono cambiare i processi produttivi, il mercato e il rapporto con il consumatore, le relazioni tra le imprese produttrici (e cioè il modo di farsi concorrenza). Il legame unico con la scienza rende l'industria chimica un settore di frontiera in quanto ha il compito (si può dire la missione) di rendere utilizzabili per il bene comune e le qualità della vita i miglioramenti e le scoperte scientifiche. Per questo motivo la storia della chimica è strettamente legata a quella delle scienza da cui deriva; la chimica del carbone prima, la petrolchimica poi, la chimica fine, quella delle specialità e sempre più ora le biotecnologie. Così come la storia della scienza degli ultimi due secoli è molto connessa a quella della chimica, la ricerca industriale è nata e si è sviluppata proprio nelle imprese chimiche, perché senza innovazione questa industria ieri come oggi non si può sviluppare. Il legame con la scienza significa che l'industria si sviluppa là dove l'offerta scientifica è elevata. L'Europa ha sempre avuto una delle sue eccellenze scientifiche nella chimica e non a caso può mostrare anche una delle sue poche leadership industriali proprio in questo settore. La chimica però, proprio per le sue caratteristiche cambia continuamente e i successi del passato possono non valere nel futuro. E' interessante notare che l'Europa ha ottenuto con i suoi ricercatori la maggioranza dei Premi Nobel della chimica. Attenzione però: prendendo in considerazione solo gli ultimi 30 anni la situazione è completamente diversa e ben due terzi dei vincitori sono extraeuropei. Un'ultima dimostrazione dell'importanza del legame scienza (e di conseguenza Università) e industria ci viene dal Premio Nobel per la chimica italiana. Il professor Giulio Natta vince il Nobel nel 1963 per le sue ricerche sul polipropilene sviluppate al Politecnico di Milano, ma anche grazie a un'intensa collaborazione con la Montecatini che si è tramutata in una leadership della chimica italiana in questo prodotto valida ancora oggi, anche se l'impresa che lo produce non è più proprietà italiana.
L’industria chimica nel mondo e in Italia
Nell’ultimo secolo l’industria chimica ha occupato una posizione centrale nell’ambito dei processi di sviluppo mondiali. Con un fatturato prossimo ai 2000 miliardi di euro, l’industria chimica si caratterizza per la forte integrazione a valle con gli altri settori industriali, cui fornisce beni intermedi fondamentali.
Ma la chimica italiana è uno dei settori che esporta di più (26,9 miliardi di euro nel 2002, più del 10% del totale dell'industria manifatturiera) e l’orientamento all’export è molto aumentato negli ultimi anni. Il rapporto export/fatturato è infatti passato dal 18% nel 1990 al 38% nel 2002. Non solo, ma per comprendere meglio la situazione del commercio estero italiano, bisogna analizzare il deficit totale con un'ottica settoriale perchè nasconde realtà molto diverse tra loro, con alcuni settori (detergenti e cosmetici, vernici e adesivi) che mostrano importanti saldi attivi. Infine, nel panorama industriale italiano il settore chimico è quello con la più alta percentuale di imprese esportatrici (46.1%), specie tra le PMI.
Si passa dagli organici di base agli inorganici, dalle plastiche e resine ai fertilizzanti, dalle fibre chimiche ai fitofarmaci, dalle biotecnologie alle specialità farmaceutiche e altri ancora, in un quadro estremamente complesso.
Fonte: http://www.divini.net/dc/courses/TECCHIN/document/Vario/Introduzione_industria_chimica.doc?cidReq=TECCHIN
Sito web da visitare: http://www.divini.net
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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