Sali binari e sali ternari

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Sali binari e sali ternari

SISTEMATICA CHIMICA E NOMENCLATURA

   

INTRODUZIONE.

 

Scopo della sistematica chimica è quello di suddividere i milioni di composti esistenti in gruppi simili ai quali si può, in linea di massima, attribuire una formula generale che indica tipo e numero di atomi presenti. Ad ogni composto va poi assegnato un nome razionale che lo identifica in modo univoco e dal quale è possibile risalire alla sua formula chimica; per questo fine, si possono utilizzare vari tipi di nomenclatura, ma quelle più utilizzate attualmente sono la nomenclatura classica o tradizionale e la nomenclatura IUPAC, più moderna ed universalmente impiegata. Entrambe si basano su precise regole da seguire per assegnare il nome ad un composto in relazione al tipo ed al numero di atomi che lo compongono.

 

 

CLASSIFICAZIONE DEI COMPOSTI.

 

La sistematica chimica distingue tutti i composti esistenti in due categorie fondamentali:

1) i composti binari costituiti da atomi di due elementi diversi (ad esempio H2O, NH3, FeS, HCl, NaCl…);

2) i composti ternari costituiti da atomi di tre elementi diversi (ad esempio Na2SO4, HClO3, KMnO4…);

3) i composti quaternari costituti da atomi di quattro elementi diversi (ad esempio NaHCO3, KHSO4…).

 

Un ulteriore classificazione si basa sul tipo di atomi presenti nei composti, ovvero se essi sono formati da metalli, non metalli, ossigeno e/o idrogeno:

  • si dicono OSSIDI BASICI (nomenclatura IUPAC) o semplicemente OSSIDI i composti formati da un metallo e da ossigeno;
  • si dicono OSSIDI ACIDI (nomenclatura IUPAC) o ANIDRIDI i composti formati da un non-metallo e da ossigeno;
  • si dicono IDROSSIDI i composti formati da un metallo, ossigeno ed idrogeno;
  • si dicono IDRURI i composti formati da un metallo e da idrogeno;
  • si dicono IDRACIDI i composti formati da un non-metallo e da idrogeno;
  • si dicono OSSIACIDI o ACIDI OSSIGENATI i composti formati da idrogeno, un non-metallo ed ossigeno;
  • si dicono SALI i composti formati da un metallo e da un non-metallo;
  • si dicono SALI OSSIGENATI i composti formati da un metallo, da un non-metallo e da ossigeno.

 

Tutti questi tipi di composti possono essere ricondotti a delle formule generali e per ogni classe si possono scrivere le reazioni di formazione a partire da precisi reagenti.

Si può già notare che ossidi, anidridi, idruri, idracidi ed alcuni sali fanno parte dei composti binari, mentre idrossidi, ossiacidi e sali ossigenati appartengono ai composti ternari.

Prima di esaminare le reazioni di formazione di questi composti e di assegnare loro l’appropriato nome è necessario introdurre nuovamente il concetto di valenza, di numero di ossidazione e di elettronegatività.

 

 

VALENZA E NUMERO DI OSSIDAZIONE.

 

Per VALENZA di un atomo si intende il numero di legami che esso può formare, ovvero il numero di elettroni coinvolti nei legami con altri atomi. Essa si indica in numeri romani e si scrive come apice a destra del simbolo dell’atomo; ad esempio, la notazione CIV indica che l’atomo di carbonio ha valenza 4 (ovvero è tetravalente), cioè può formare quattro legami.

Più complessa, ma più utile, è la definizione di NUMERO DI OSSIDAZIONE (n.o.) che rappresenta l’ipotetica carica che un atomo coinvolto in un legame assumerebbe se gli elettroni di legame fossero attratti dall’atomo più elettronegativo. Tale numero può, quindi, assumere valori positivi o negativi. Si ricorda che l’elettronegatività esprime la tendenza di un atomo coinvolto in un legame ad attrarre su di se gli elettroni di legame e che, lungo la tavola periodica degli elementi, essa aumenta procedendo da sinistra verso destra e dal basso verso l’alto. Ad esempio, si consideri l’acido cloridrico HCl; il cloro è molto più elettronegativo dell’idrogeno, per cui si può assumere che esso acquisti una carica negativa -1, mentre l’idrogeno assume una ipotetica carica +1. In tal caso si dice che il cloro ha n.o. = -1 e l’idrogeno ha n.o. = +1.

La valenza o il numero di ossidazione di qualsiasi atomo in un composto può essere determinata seguendo regole ben precise e ricordando che:

  • l’idrogeno è sempre monovalente, ovvero ha sempre n.o. = +1, eccetto negli idruri in cui ha n.o.= -1;
  • l’ossigeno è sempre bivalente, ovvero ha sempre n.o.= -2, eccetto nei perossidi in cui ha n.o.= -1;
  • i metalli alcalini sono sempre monovalenti, ovvero hanno sempre n.o. = +1;
  • i metalli alcalino - terrosi sono sempre bivalenti, ovvero hanno sempre n.o. = +2;
  • gli alogeni sono sempre monovalenti rispetto l’idrogeno, ovvero hanno sempre

n.o. = -1 nei loro composti con tale elemento;

  • il n.o di uno ione monoatomico è uguale alla carica dello ione;
  • la somma dei n.o. degli atomi di una molecola neutra è nulla;
  • la somma dei n.o. degli atomi di uno ione poliatomico è uguale alla carica dello ione.

 

È possibile, così, risalire ai n.o. o alle valenze degli atomi di un composto conoscendo i n.o. o le valenze degli elementi base ed impostando opportune equazioni per il loro calcolo. Ad esempio, nel sale FeCl2 il cloro è monovalente (n.o. = -1) ed il ferro è bivalente (n.o. = +2). Infatti, gli atomi coinvolti in un legame devono avere a disposizione un ugual numero di elettroni per formare le coppie di legame; nell’esempio specifico è come dire che il cloro può formare un solo legame, mentre il ferro due legami. Ne deriva che, affinché i due atomi posseggano lo stesso numero di elettroni coinvolti nei legami, il ferro deve legare due atomi di cloro per formare il composto dato. Si può quindi affermare che, per determinare la formula di un composto, è sufficiente calcolare il m.c.m. tra le valenze dei due elementi (che indica il numero di elettroni disponibili per ogni elemento) e dividerlo per ciascuna di esse, ottenendo così il corrispondente indice:

 


FeII                             2 : 2 = 1   indice di Fe

           m.c.m. = 2                                               à  FeCl2

ClI                              2 : 1 = 2   indice di Cl    

 

SIV                             4 : 4  = 1   indice di S

           m.c.m. = 4                                               à  SO2

OII                              4 : 2 = 2   indice di O   

 

AlIII                             6 : 3 = 2   indice di Al

           m.c.m. = 6                                               à  Al2O3

OII                              6 : 2 = 3   indice di O

 

Allo stesso modo è possibile risalire alle valenze dei singoli elementi presenti in un composto semplicemente scambiando gli indici presenti nella sua formula:

 

Na2O       scambio degli indici  à  Na monovalente

                                                      O bivalente

 

FeCl3       scambio degli indici  à  Fe trivalente

                                                     Cl monovalente

 

P2O5        scambio degli indici  à  P  pentavalente

O bivalente

 

Questo procedimento è molto semplice da applicare per i composti binari, ma risulta più complicato per i composti ternari e quaternari. Un metodo più semplice e diretto consiste nel considerare i n.o. il cui calcolo è più immediato seguendo le regole sopra citate. Si consideri, ad esempio, il composto KMnO4. In base a quanto elencato precedentemente, il potassio ha sempre n.o. = +1 e l’ossigeno ha sempre n.o. = -2, quindi il problema consiste nel determinare il n.o. del manganese. A tal fine si imposta un’equazione del tipo:

 

+1 + x + 4 (-2) = 0    essendo il composto in esame neutro.

 

Risolvendo come una semplice equazione di primo grado:

 

+1 + x -8 = 0    da cui   x = 8 – 1 = +7 

 

Ne deriva che il manganese in questo composto ha n.o. = +7, ovvero è eptavalente.

Si consideri, ora, il caso di uno ione poliatomico come Cr2O72-; sapendo che l’ossigeno ha sempre n.o. = +2, il n.o. del cromo si ottiene risolvendo l’equazione di primo grado:

 

2x + 7(-2) = -2    da cui  2x – 14 = -2  ovvero  2x = 12   ed  x = +6

 

Questo vuol dire che l’atomo di cromo in questo composto ha n.o. = +6, ovvero è esavalente.

 

 

REAZIONI DI FORMAZIONE e NOMENCLATURA delle varie classi di composti.

 

Ossidi ed Anidridi.

 

Gli ossidi propriamente detti nella nomenclatura IUPAC come composti che si formano per reazione degli elementi con l’ossigeno vengono distinti, nella nomenclatura tradizionale, in ossidi ed anidridi a seconda che l’elemento che reagisce con l’ossigeno sia un metallo o un non-metallo. Da questa distinzione, deriva che i generici ossidi si ottengono sempre per reazione di un elemento con l’ossigeno:

 

 

Metallo  +   Ossigeno  à  Ossido basico

 

ESEMPI:                                             TRADIZIONALE                           IUPAC

 

4Na   +    O2  à   2Na2O                      Ossido di sodio                      Ossido di disodio

2Mg   +    O2  à   2MgO                      Ossido di magnesio                Ossido di magnesio

2Fe    +    O2  à   2FeO                       Ossido ferroso                        Ossido di ferro

4Fe    +  3O2   à   2Fe2O3                       Ossido ferrico                         Triossido di diferro

 

Non-metallo +  Ossigeno  à  Ossido acido o Anidride

 

ESEMPI:                                             TRADIZIONALE                           IUPAC

 

  S    +     O2      à    SO2                   Anidride solforosa                  Diossido di zolfo

2S    +   3O2      à    2SO3                 Anidride solforica                   Triossido di zolfo

2P    +   3O2      à    P2O3                  Anidride fosforosa                  Triossido di fosforo

2P    +   5O2      à    P2O5                  Anidride fosforica                   Pentossido di fosforo

2Cl+     O2      à    2Cl2O                Anidride ipoclorosa                Ossido di dicloro

2Cl+   3O2      à    2Cl2O3               Anidride clorosa                     Triossido di dicloro

2Cl+   5O2      à    2Cl2O5               Anidride clorica                      Pentossido di dicloro

2Cl+   7O2      à    2Cl2O7               Anidride perclorica                 Eptaossido di dicloro

 

 

Per quanto riguarda la nomenclatura di questi composti, il sistema IUPAC identifica come ossidi tutti i composti ottenuti per reazione di qualsiasi elemento con l’ossigeno e li nomina semplicemente indicando il numero di atomi di ossigeno e dell’elemento attraverso i prefissi di -, tri-, tetra-, penta-, esa-, epta-… anteponendo il nome “ossido” a quello dell’altro elemento. Nella nomenclatura tradizionale, invece, si effettua la distinzione tra ossidi ed anidridi in base al carattere metallico o non- metallico dell’elemento che si lega all’ossigeno; inoltre, si devono considerare le valenze di entrambi gli atomi secondo il seguente schema:

 

Non-metallo :  à suffisso IPO- +  nome del non-metallo + desinenza – OSO o – OSA  per la valenza o n.o. più bassa in assoluto

                        à nome del non-metallo + desinenza – OSO o –OSA per la valenza più bassa

                        à nome del non-metallo + desinenza  – ICO o – ICA  per la valenza più alta

                        à suffisso PER- +  nome del non-metallo + desinenza  - ICO o – ICA per la valenza o n.o. più alto

 

Metallo :  à nome del metallo + desinenza – OSO per la valenza più bassa

               à nome del metallo + desinenza  – ICO per la valenza più alta

               à se il metallo possiede una unica valenza, si utilizza semplicemente la preposizione “di” seguita dal nome del metallo

 

 

COSTRUZIONE GENERALE DEL NOME DI UN OSSIDO O DI UN’ANIDRIDE

nella nomenclatura tradizionale

 

OSSIDO + nome del metallo + desinenza – OSO o – ICO a seconda della valenza

                                                                                        (più bassa o più alta)

 

ANIDRIDE + prefisso IPO- o PER- (se necessari)  +  nome del non-metallo + desinenza

  • OSA o – ICA

 

 

Idrossidi.

 

Si ottengono per reazione degli ossidi propriamente detti o ossidi basici con l’acqua ed il loro nome si assegna facilmente anteponendo il termine IDROSSIDO al nome del metallo da cui derivano (attenzione: nella nomenclatura IUPAC si devono sempre indicare il numero di atomi o di gruppi atomici presenti, mentre nella nomenclatura tradizionale si deve semplicemente indicare, quando necessario, la desinenza del metallo).

 

ESEMPI:                                              TRADIZIONALE                         IUPAC

 

Na2O  +  H2O   à  2NaOH                     Idrossido di sodio              Idrossido di sodio

MgO   +  H2à  Mg(OH)2                   Idrossido di magnesio        Diidrossido di magnesio

FeO    +  H2à  Fe(OH)2                    Idrossido ferroso                Diidrossido di ferro

Fe2O3  +  H2à  Fe(OH)3                    Idrossido ferrico                Triidrossido di ferro

 

Non a caso gli ossidi basici hanno questo nome; infatti, reagendo con l’acqua, formano composti “basici” caratterizzati da un tipico comportamento alcalino con peculiari caratteristiche (sono vischiosi, amarognoli e molto corrosivi).

Da sottolineare che gli idrossidi si ottengono anche per reazione diretta tra i metalli (soprattutto i metalli alcalini ed alcalino – terrosi)e l’acqua.

 

 

 

Idruri.

 

Tali composti si ottengono per reazione di metalli alcalini ed alcalino – terrosi con idrogeno gassoso ed il loro nome si costruisce semplicemente anteponendo al termine IDRURO il nome del metallo.

 

2Na  +  H2  à  2NaH                        Idruro di sodio

2Li   +  H2  à  2LiH                          Idruro di litio

Mg   +  H2  à  MgH2                         Idruro di magnesio

 

 

 

Idracidi.

 

Si ottengono per reazione dei non-metalli con idrogeno gassoso ed il loro nome nella nomenclatura tradizionale si ottiene posponendo al temine ACIDO il nome del non-metallo seguito dalla desinenza –IDRICO. Nella nomenclatura IUPAC, invece, si indica il non-metallo con la desinenza – URO seguita dalla costruzione di idrogeno, indicando gli atomi di questo elementi presenti nel composto.

 

ESEMPI:                                         TRADIZIONALE                        IUPAC

H2   +   F   à   2HF                  Acido fluoridrico                     Fluoruro di idrogeno

H2   +   Cl2   à   2HCl                 Acido cloridrico                      Cloruro di idrogeno

H2   +   Br2   à   2HBr                Acido brimidrico                     Bromuro di idrogeno

H2   +    I2     à   2HI                  Acido iodidrico                        Ioduro di idrogeno

H2   +   S      à   H2S                  Acido solfidrico                       Solfuro di diidrogeno

 

 

 

 

Ossiacidi o acidi ossigenati.

 

Per quanto riguarda tali composti è molto più semplici riferirsi alla nomenclatura tradizionale secondo la quale il loro nome discende dal fatto che essi si ottengono per reazione delle corrispondenti anidridi con l’acqua. Il nome di tali acidi si ottiene posponendo al termine ACIDO il nome del non-metallo preceduto e seguito dalle apposite desinenze a seconda della valenza del non-metallo.

 

ESEMPI:                                       TRADIZIONALE                           IUPAC

SO2      +  H2O    à    H2SO3                    Acido solforoso                 Acido triossosolforico

SO3      +  H2O    à    H2SO4                Acido solforico                  Acido tetraossosolforico

N2O3     +  H2O    à   2HNO2                Acido nitroso                    Acido diossonitrico

N2O5       +  H2O    à    2HNO3                Acido nitrico                     Acido triossonitrico

CO2      +  H2O    à    H2CO3                Acido carbonico                Acido triossocarbonico

Mn2O7  +  H2O    à    HMnO4            Acido permanganico          Acido tetraossomanganico

 

Solitamente, gli ossiacidi si ottengono per reazione delle corrispondenti anidridi con una molecola di acqua e la formula dell’acido si ottiene semplicemente sommando singolarmente i vari tipi di atomi, andando a semplificare quando possibile. Per alcune anidridi, però, si possono ottenere diversi acidi a seconda del numero di molecole di acqua che esse legano; un esempio tipico è quello delle anidridi del fosforo, l’anidride fosforosa P2O3 e l’anidride fosforica P2O5, che possono combinarsi con una, due o tre molecole di acqua dando origine, rispettivamente, agli acidi meta, piro ed orto:

 

P2O5  +    H2à  2HPO3                Acido metafosforico

P2O5  +  2H2à  H4P2O7                Acido pirofosforico

P2O5  +  3H2à  H3PO4                 Acido ortofosforico  (acido fosforico)

 

Elementi non-metallici che si comportano in modo analogo sono il boro, il silicio, l’arsenico e l’antimonio.

 

Da notare che la valenza del non-metallo presente negli ossiacidi si può calcolare semplicemente moltiplicando la valenza dell’ossigeno (2) per il numero dello stesso presenti nella formula e sottraendo al risultato ottenuto il numero di atomi di idrogeno:

 

H2Cr2O7    valenza del cromo = [(7 x 2) – 2]/2 = (14 – 2)/2 = 6

 

 

 

 

Sali binari.

 

I sali binari si ottengono prevalentemente per reazione tra idracidi e metalli o idracidi e ossidi basici o idracidi e idrossidi secondo le seguenti reazioni:

 

TRADIZIONALE                       IUPAC

 

Zn          +  2HCl   à  ZnCl2   +  H2­          Cloruro zincoso                 Dicloruro di zinco

CaO       +   HCl    à  CaCl2   +  H2O          Cloruro di calcio               Dicloruro di calcio

NaOH     +   HCl    à  NaCl    +  H2O          Cloruro di sodio                Cloruro di sodio

Fe(OH)3  +   3HCl  à  FeCl3    +  3H2O        Cloruro ferrico                  Tricloruro di ferro

 

Si nota che la formazione di questi Sali comporta sempre lo sviluppo di idrogeno o la formazione di acqua.

Per quanto riguarda l’assegnazione del nome, secondo la nomenclatura tradizionale si indica il nome del non-metallo associato dalla desinenza –URO (dalla desinenza –IDRICO del corrispondente idracido) e seguito dal nome del metallo con l’apposito suffisso – OSO o – ICO a seconda della sua valenza. Nella nomenclatura IUPAC, al solito, si indicano sempre tipo e numero degli elementi presenti.

 

 

 

Sali ternari o Sali ossigenati.

Questi sali differiscono dai precedenti perché presentano sempre atomi di ossigeno nella loro formula. Si ottengono prevalentemente per reazione di acidi ossigenati con metalli, ossidi basici ed idrossidi, seguendo le seguenti reazioni:

TRADIZIONALE

2Na          +  2HClO    à   2NaClO   +    H2­                       Ipoclorito di sodio

FeO          +  2HNO3    à   Fe(NO3)2  +    H2O                      Nitrato ferroso

2Al(OH)3   +  3H2SO4   à   Al2(SO4)3  +   6H2O                     Solfato di alluminio

3Pb(OH)4  +  4H3PO4    à  Pb3(PO4)4  +  12H2O                    Fosfato piombico

 

La relativa nomenclatura tradizionale prevede che il nome dei sali ternari si ottenga seguendo la costruzione:

 

Prefisso                    + nome del non-metallo + desinenza  -ITO  (valenza più bassa)

IPO- o PER-                                                                       -ATO (valenza più alta)

(se necessario)                                                                   

                                + nome del metallo + desinenza –OSO o –ITO

 

In altre parole, la desinenza del corrispondente acido si trasforma da –OSO a –ITO e da

–ICO ad – ATO quando si passa ai sali ossigenati.

 

 

Come intuibile, tutti i sali derivano dai corrispondenti acidi attraverso reazioni in cui si scambiano i cosiddetti RADICALI ACIDI che derivano dagli acidi per eliminazione di uno o più idrogeni.

 

ESEMPI:

 

OSSIACIDO             à                   RADICALE ACIDO

 

  H2SO3                                                    SO32-                  Solfito

  H2SO3                                                    HSO3-                Bisolfito

  H2SO4                                                    SO42-                            Solfato

  HNO3                                                     NO3-                   Nitrato

  H3PO3                                                    PO33-                  Fosfito

  H3PO4                                                    PO43-                      Fosfato

  H3PO4                                                   HPO42-                 Fosfato acido

  H2CO3                                                    CO32-                  Carbonato

  H2CO3                                                   HCO3-                  Bicarbonato

  HCl                                                         Cl-                     Cloruro

  H2S                                                         S2-                     Solfuro

I radicali acidi hanno la valenza o il n.o. uguale alla loro carica, ovvero la valenza dell’intero radicale è uguale al numero di idrogeni sottratti all’acido corrispondente.

 

Fonte: http://www.sabbia.altervista.org/alterpages/files/SISTEMATICACHIMICAENOMENCLATURA.doc

Sito web da visitare: http://www.sabbia.altervista.org

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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