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Tra le mura di casa
(Cadute, urti, tagli e ...incendi)
Gli incidenti più comuni
Adesso dimentichiamoci per un attimo di spine e cavi elettrici, di bombole di gas e fornelli e facciamo un giretto per casa, guardandone solo la struttura e i mobili in essa contenuti. Vedi niente di pericoloso? Probabilmente no. Casa nostra, vista con gli occhi di chi ci vive tutti i giorni non ha proprio l'aspetto di un luogo pericoloso, anzi, è accogliente e calda. Eppure se ti ricordi le prime indicazioni date in questo libro, con i dati relativi agli incidenti domestici, qualcosa che non funziona c'è davvero. Cerchiamo di capire cos'è.
Gli elementi più pericolosi dell'abitazione sono a volte "insospettabili". Prova ad organizzare questo elenco secondo la tua opinione o la tua esperienza e confrontalo poi con quello riportato di seguito (senza barare!).
spigoli di tavoli
pavimento
soffitto
finestre
scale
tubazioni
muro interno
tetto
vetri
porte
Ed ecco l'ordine giusto da controllare. Gli elementi più rischiosi sono:
1. scale
2. porte
3. finestre
4. pavimento
5. muro interno
6. spigoli di tavoli
7. vetri
8. tetto
9. soffitto
10. tubazioni
Questi elementi possono provocare molti incidenti in casa: cadute, tagli, ferite e qualche volta anche la morte delle persone coinvolte.
Secondo te perché avvengono tutti questi incidenti in casa?
E' forse colpa di qualcuno? No, almeno non è colpa di nessuno in particolare. Gli incidenti che avvengono in casa o a scuola sono dovuti ad una serie di cause diverse. A volte avvengono perché gli elementi che costituiscono le nostre case (i pavimenti, i muri, le finestre) o gli arredi (le poltrone, i tavoli, gli oggetti) non sono stati progettati o realizzati in modo corretto, ma molto spesso perché tutti noi non li utilizziamo bene, ma compiendo una miriade di azioni non solo sbagliate, ma "a rischio". Lo stesso avviene con gli oggetti e gli utensili presenti in casa: forbici, coltelli ed elettrodomestici in cucina, o con qualsiasi altra cosa (e ce ne sono davvero tante) sparsa per tutte le stanze.
Come ci si comporta in casa per proteggersi... dalle cadute
Si può cadere:
dalle scale
dai balconi o dalle finestre
sul pavimento
Le cadute sono l'incidente più frequente tra i bambini e i ragazzi. I bambini, per la loro naturale curiosità, si arrampicano ovunque.
Le scale sono quindi un elemento molto pericoloso. Quante volte sei venuto giù di corsa, magari con le pantofole di stoffa? E quante volte tu o i tuoi genitori avete salito o sceso le scale con i pacchi in mano senza nemmeno riuscire a vedere i gradini?
Prudenza quindi, magari ricordando di lasciare i gradini liberi, di provvedere ad una buona illuminazione delle scale e di utilizzare i corrimano, per appoggiarsi.
Anche le scale a pioli possono fare brutti scherzi, specie se speriamo di arrivare ovunque. Dunque scegliamo scale stabili, con gradini antisdrucciolevoli e utilizziamole facendoci aiutare da qualcuno che le tenga salde.
Il balcone è un altro luogo a rischio per i più piccoli. Se è completamente cieco li invoglierà ad arrampicarsi per guardare fuori (quindi niente sedie nelle vicinanze), se ha la ringhiera ad elementi posti in orizzontale aiuterà la "scalata" (gli elementi non dovrebbero essere distanti tra lo loro più di 10 cm.) La stessa situazione si può avere con i davanzali delle finestre, perché i bambini tentano di arrampicarsi utilizzando il termosifone o qualche sedia lasciata nelle vicinanze.
Infine la caduta più comune: quella sul pavimento. Chi non è inciampato o scivolato almeno una volta sul pavimento, sui tappeti o sugli zerbini di casa. Le cause possono essere diverse, troppa cera che rende scivoloso il piano di calpestio o un tappeto non perfettamente aderente a terra. Nel primo caso basta convincere la mamma a diminuire la cera, nel secondo applicare sotto il tappeto una rete abrasiva che si trova normalmente in commercio e che oltre a non far più "volare", i tappeti, ne limita l'usura.
Come ci si comporta in casa per proteggersi... dai tagli
Ci si può tagliare:
con i vetri delle finestre
con gli utensili da cucina
Ci si può tagliare con i vetri delle porte interne, specialmente se si ha la brutta abitudine di camminare al buio per casa. D'accordo che conosci bene la tua abitazione, ma è meglio accendere le luci e non giocare proprio vicino ad una porta a vetri.
Sono molto pericolose anche le finestre. Può capitare infatti di non accorgersi di una finestra lasciata aperta su un corridoio e di andarci a sbattere. Nella migliore delle ipotesi potresti procurarti solo un brutto livido, ma anche qualche taglio.
E gli utensili da cucina? Tutti i coltelli affilati, i piccoli elettrodomestici tanto utili, quanta curiosità scatenano in grandi e piccoli? È importante saperli usare con attenzione, non sono giocattoli. Impariamo allora ad usare con cautela forbici, lame di frullatori o apriscatola.
Come ci si comporta in casa per proteggersi... dagli urti
Si urta, provocandosi lividi e qualche sbucciatura, contro:
finestre e porte
oggetti
persone muri e pilastri
Botte, lividi, ecchimosi, tutti nomi per definire un brutto impatto contro un elemento o una persona. Può succedere infatti di non accorgersi di una porta aperta di scatto, di qualche oggetto dimenticato in giro (magari un giocattolo che proprio non doveva essere lì o di non vedere una colonna che in realtà è sempre stato in quel punto.
Sono piccoli incidenti per fortuna, ci si sbuccia un po' il naso e si riparte, ma sarebbe meglio evitarli. Basta qualche attenzione in più.
llluminare bene i corridoi, ad esempio, non camminare al buio, e non dimenticare oggetti sparsi per la casa. Se ci sono porte a vetri basta evidenziarle, magari applicando una sagoma colorata che ne riveli la presenza. Se c'è una colonna isolata o uno spigolo di un muro meglio applicare una cornicetta di legno in colore contrastante che lo renda più evidente.
Un incendio in casa
Vedremo come sono spiegati quali sono i fattori che determinano l'insorgere di un incendio nella parte intitolata Il fuoco e noi, ora passiamo quindi a considerare con attenzione gli elementi e gli oggetti che possono provocare un incendio all'interno della casa.
Questi sono rappresentati soprattutto dagli arredi, quali mobili, tendaggi, tappeti, poltrone ed altri componenti i quali sono generalmente realizzati con materiale combustibile.
Tali materiali, se incendiati, possono generare fumi contenenti composti più o meno tossici, in dipendenza delle sostanze che bruciano. Per prevenire gli incendi è indispensabile quindi adottare una serie di azioni e di comportamenti preventivi. Proviamo a riassumerne qualcuno:
1. disporre l'arredamento lontano da fonti di calore, cercando di non accumulare i materiali in modo disordinato.
2. Adottare tutti i consigli proposti per evitare il rischio di fughe di gas e di cortocircuiti, in quanto questi eventi sono in grado molto spesso di innescare un incendio.
3. Non giocare mai con fiammiferi ed accendini! Questo consiglio vale sia per i bambini piccoli che per i più grandicelli. Se lo chiedi ai tuoi genitori saranno loro stessi ad insegnarti ad usarli, ma fallo sempre in loro presenza. Il fuoco va trattato con rispetto, sia in luoghi chiusi come la casa o la scuola, sia all'aperto, soprattutto nei boschi dove un semplice fiammifero potrebbe provocare un disastro.
Vedi: Scheda 4 - Identificare i rischi di incendio in casa.
UNA PROPOSTA PER...
Identificare i rischi di incendio in casa
(Scheda 4)
I pericoli legati alla possibilità che si verifichi un incendio tra le mura di casa possono essere identificati mediante "un 'accurata ispezione'' della tua abitazione.
Come si fa?
Una possibilità è quella di compilare lo schema che ti viene proposto di seguito.
Con le informazioni acquisite sul fuoco ci si può rendere conto, per ogni locale, del potenziale pericolo presente nonché della sua eventuale manifestazione e delle procedure da attuare per prevenirlo.
Si procede, stanza per stanza, identificando prima gli elementi a rischio (ad esempio la presenza di molte tende alle finestre), specificando poi cosa potrebbe succedere (potrebbero prendere fuoco, sviluppando con facilità un incendio) e pensando, infine, a come eliminare il rischio.
In questo caso si potrebbe... eliminare le tende.
Già, questa sarebbe l'azione più sicura, ma procedendo in questo modo alla fine avremmo eliminato quasi l'intero arredamento; per cui l'azione preventiva, in questo caso, sarà di proteggere le tende da eventuali possibilità di innesco. Ad esempio tenendo lontano qualsiasi fonte di calore (fornelli o stufette, ma anche lampade posizionate nelle vicinanze delle tende, che potrebbero, con il loro riscaldamento, provocarne l'accensione) o evitando che qualcuno fumi vicino ad esse, dimenticando magari la sigaretta accesa.
Come vedi si può fare della prevenzione anche intervenendo con il tuo COMPORTAMENTO o invitando gli altri a comportarsi in modo corretto (all'inizio abbiamo parlato di PERSUASIONE). La scheda proposta può essere compilata come vuoi, magari disegnando i rischi piuttosto che scrivendone il nome.
Una volta controllata tutta la casa puoi discutere i risultati con i tuoi genitori, soprattutto per le iniziative che pensi di intraprendere.
Elettricità amica
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Ti è mai successo che per qualche motivo, ad esempio durante un temporale o dei lavori, sia stata sospesa l'energia elettrica? Se ti è capitato ti sarai certamente accorto di quanto l'elettricità sia importante: niente televisione né radio, niente videogames né frullati. Ci siamo ormai abituati a tutti i comfort che l'uso dell'energia elettrica consente (in ogni casa sono presenti un'infinità di spine, prese, riduttori, fili elettrici, elettrodomestici, prolunghe, interruttori, lampadine, ecc.), ma molto spesso non abbiamo abbastanza rispetto per il suo impiego e potremmo incorrere, non usandola nel modo corretto, in inutili rischi.
Sai cos'è la scossa?
Toccando un filo elettrico in tensione o inserendo il dito o un oggetto in una presa, il corpo umano viene sottoposto al passaggio di una corrente elettrica che produce una sensazione dolorosa, se non addirittura la morte: è la scossa elettrica. Di solito si crede che con le tensioni degli impianti elettrici casalinghi la "scossa" non sia pericolosa, ma non è vero: la tensione necessaria per far accendere una normale lampadina è più che sufficiente per provocare gravi danni alla persona. Un tale fenomeno si verifica anche quando il corpo umano è in collegamento, più o meno diretto, con il terreno e viene a contatto con un qualsiasi elemento in tensione; in questo caso viene attraversato da una corrente elettrica che si scarica a terra passando attraverso i piedi e sarà più o meno elevata a seconda della resistenza che il corpo stesso offre. Minore è la resistenza, maggiore è l'intensità della corrente e viceversa. Questa resistenza offerta dal corpo umano al passaggio della corrente dipende da numerosi fattori, ad esempio è più bassa (e quindi più pericolosa perché passa più corrente) quando i contatti tra il corpo ed il terreno e tra il corpo e l'elemento in tensione sono diretti (per esempio mani e piedi nudi) o quando c'è umidità (mani e piedi sudati o bagnati), perché l'acqua è un buon conduttore di corrente. Un pericolo più subdolo si ha nel caso in cui, per una ragione indipendente dalla nostra volontà, la carcassa metallica esterna di un qualsiasi apparecchio (per esempio frigorifero, lavatrice, lavastoviglie, ecc.) entri in contatto con un elemento in tensione, venendo in tal modo attraversata da una corrente elettrica. Toccando l'apparecchio il nostro corpo viene, a sua volta, sottoposto al passaggio di una corrente verso terra. È questa una possibilità piuttosto difficile da prevedere ed evitare perché l'eventuale contatto di un elemento in tensione (magari un filo scoperto) con l'apparecchio è nascosto e spesso l'apparecchio stesso continua a lavorare normalmente, senza dare particolari segnali di alterazione.
Abbiamo compreso quale pericolo nasconda l'elettricità, ma, come già detto, dobbiamo soprattutto imparare ad usarla in modo corretto, senza correre alcun pericolo.
Come si fa? Non è difficile, basta utilizzare apparecchi elettrici "sicuri" e ricordare poche, ma importanti, regole di comportamento.
Gli apparecchi elettrici sicuri: alcuni consigli
Per riconoscere gli apparecchi elettrici "sicuri" tra i tanti presenti sul mercato basta prendere confidenza con i simboli e gli elementi che ne accertano le caratteristiche di sicurezza. Vediamo se li riconosci...
E' il simbolo dell'l.M.Q., I'lstituto del Marchio di Qualità, che si trova non solo sui materiali elettrici ma anche su quelli a gas, ed attesta che quel determinato prodotto ha superato tutta una serie di controlli finalizzati alla verifica della sua qualità e sicurezza.
Attenzione: La marchiatura, differentemente da quanto avviene in altri paesi, non è obbligatoria, quindi è nostra responsabilità verificare che questo importante requisito di qualità e sicurezza sia presente nell'oggetto che stiamo acquistando.
Non è richiesta la messa a terra per gli apparecchi muniti del doppio isolamento, identificabili dal seguente contrassegno internazionale.
L'interruttore differenziale, o "salvavita", è uno strumento posto all'inizio dell'impianto elettrico di un'abitazione ed interviene automaticamente, interrompendo la corrente elettrica dall'impianto, quando si verificano delle dispersioni dell'impianto stesso che possono essere causate da apparecchiature elettriche difettose o dal contatto accidentale del corpo umano con un elemento in tensione.
Ogni apparecchio deve essere collegato a terra con una spina a tre spinotti, di cui solo quello centrale è collegato a terra. Allo scopo di distinguere chiaramente il conduttore di terra da quelli in tensione, il rivestimento isolante del cavo deve essere di colore giallo-verde.
E adesso... le regole di comportamento
Quelle che seguono sono una serie di piccole regole per l'uso degli apparecchi elettrici che valgono sia per te che per tutti quelli che li usano. Forse le conosci già e allora basterà ricordarle, oppure potresti insegnarle ai fratelli più piccoli o a qualche amico. L'importante è compiere questi gesti quotidiani nel modo giusto: SEMPRE E OVUNQUE.
Bisogna sempre staccare l'interruttore generale prima di eseguire qualsiasi intervento sull'impianto o sugli apparecchi elettrici.
Non lasciare mai i portalampade privi di lampada per evitare il rischio di contatti con parti in tensione.
Quando si vuole pulire o riparare un elettrodomestico bisogna staccarlo dall'impianto elettrico estraendo la spina. È bene staccare la spina prima di pulire un aspirapolvere, prima di asciugare un frigorifero dopo lo sbrinamento, prima di sostituire un tubo di una lavatrice che perde, ecc.
Bisogna avere molta cautela nell'uso del ferro da stiro. Si deve togliere la spina del ferro a vapore prima di riempirlo con l'acqua, avere cura che il cavo elettrico sia in buone condizioni ed evitare che entri in contatto con la parte calda del ferro, inoltre non si stira mai con piedi e mani bagnate.
Quando si usano apparecchi elettrici nei locali da bagno o in altri locali umidi l'attenzione deve essere almeno raddoppiata: abbiamo visto come l'acqua e l'umidità aumentano i pericoli legati all'elettricità; quindi, quando usate il phon o altri piccoli elettrodomestici è indispensabile che mani e piedi siano ben asciutti e questi ultimi non a contatto diretto con il pavimento.
Bisogna limitare all'indispensabile l'uso di riduttori e spine multiple prestando, in ogni caso, la dovuta attenzione. Infatti, alimentare contemporaneamente più apparecchi con una sola presa può provocare un forte riscaldamento dei conduttori della presa stessa con pericolo di incendi e di deterioramento dell'impianto. E' opportuno quindi evitare l'uso di riduttori e spine multiple facendo installare un numero adeguato di prese in ciascuna stanza.
MASSIMA
ATTENZIONE PERICOLO
Queste prese dovranno essere del tipo con i fori protetti contro l'introduzione di oggetti che non siano spine.
Nell'estrarre la spina dalla presa non si deve mai tirare il cavo: si rischia di staccare il cavo stesso dalla spina o addirittura di staccare la presa dal muro, con il conseguente pericolo che i fili si tocchino e generino un corto circuito.
Infine, bisogna aumentare le precauzioni in presenza di bambini piccoli, evitando di lasciare componenti elettrici in tensione alla loro portata ed eventuali giochi elettrici devono essere alimentati a tensione molto bassa (es. 12 Volt), mediante trasformatori di sicurezza, e non si deve permettere ai bambini l'uso di elettrodomestici se non hanno prima dimostrato di conoscerne l'uso corretto
A caccia di errori
(Prodotti tossici, ...)
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Le sostanze pericolose
Quotidianamente introduciamo nelle nostre case innumerevoli prodotti chimici, più o meno pericolosi, che richiedono cautela e attenzione quando sono utilizzati e conservati.
Ma come possiamo renderci conto della loro pericolosità?
Un modo semplice ed immediato consiste in un'attenta lettura dell'etichetta esplicativa la quale, per i prodotti classificati come pericolosi, deve essere riportata sulla confezione.
Ma non sempre una tale azione ci permette di comprendere le caratteristiche di un prodotto, sia perché non tutti siamo dei chimici sia perché i contenuti del testo possono non essere espressi con chiarezza. I simboli che seguono sono diffusi omogeneamente in tutti i paesi della C.E.E. (Comunità Economica Europea) e permettono a chiunque una immediata visualizzazione delle caratteristiche del prodotto.
VELENO: Viene posto obbligatoriamente su tutti gli involucri o contenitori di sostanze classificate molto pericolose per la salute che, se ingerite, possono pregiudicare la vita.
SOSTANZA NOCIVA: Indica un pericolo grave ma generico. Anche questo simbolo segnala un pericolo per la salute, ma con un indice di pericolosità più modesto rispetto al veleno, di tipo nocivo e/o irritante.
SOSTANZA CORROSIVA: In questa classe sono raggruppate tutte le sostanze che svolgono un'attività distruttiva nei confronti dei tessuti biologici, va quindi posta molta attenzione nel loro impiego.
SOSTANZE INFIAMMABILI: La fiamma indica che nelle condizioni ambientali la sostanza emette dei vapori che con l'aria formano miscele infiammabili e questa tendenza, inoltre, aumenta con l'aumentare della temperatura.
E' chiaro, quindi, che tali prodotti non dovranno essere posti nelle vicinanze di possibili inneschi quali: fiamme libere, corpi incandescenti, ecc.
Tutti questi simboli possono comparire da soli, associati tra loro o uniti ad altri simboli e, ripensando a casa tua, certamente li avrai notati.
Cosa ne pensi? Hai visto quante sostanze strane e pericolose entrano in casa tua?
Le sostanze che riportano una tale simbologia vanno usate e conservate osservando le seguenti modalità:
1. Ogni prodotto chimico deve essere oggetto di una specifica attenzione e di completa conoscenza da parte del consumatore.
2. L'acquisto deve essere fatto quando se ne ha effettivamente necessità, evitando così di conservare inutili scorte che comportano notevoli problemi per una loro conservazione sicura.
3. E' indispensabile attenersi scrupolosamente alle istruzioni fornite dalla casa produttrice per quanto attiene alle dosi ed alle modalità di impiego.
4. Il luogo di conservazione deve essere assolutamente fuori dalla portata dei bambini e chiuso a chiave.
5. Possibilmente prodotti analoghi devono essere riposti insieme (veleni con veleni, infiammabili con infiammabili, ecc.) in modo da ridurre eventuali errori nel prelievo del prodotto e nei successivo uso corretto.
6. I prodotti devono essere immediatamente riposti negli idonei spazi appena entrano in casa, non lasciandoli incustoditi e fuori posto.
7. Ogni sostanza deve essere conservata nella sua confezione originale. E' assolutamente vietato travasare sostanze in altri contenitori, magari non identificabili nel loro pericolo potenziale.
8. Preferire contenitori dotati di tappo di sicurezza a prova di bambino.
9. Deve essere posta un'adeguata attenzione nel loro smaltimento e non vanno gettati nella spazzatura ordinaria.
10. Per le sostanze infiammabili è indicato un armadietto, meglio realizzato in metallo, posto all'esterno e dotato di un numero adeguato di fori di aerazione.
Non dimentichiamo in ultimo che anche i farmaci appartengono a questa categoria di prodotti e, come tali, devono essere trattati con le stesse cautele. Per le medicine ricorda inoltre di controllare sempre le date di scadenza e di buttarle, se scadute, negli appositi contenitori presenti, ad esempio, nelle farmacie.
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Vedi: Scheda 5 - Realizzare un piano di emergenza a casa tua.
UNA PROPOSTA PER...
Realizzare un piano di emergenza a casa tua
(Scheda 5)
E' possibile predisporre un piano di evacuazione in caso d'incendio a casa tua, tenendo conto dei seguenti consigli:
1. Prima di tutto devi conoscere bene la tua casa, magari disegnandone una pianta (usa i consigli di "Una proposta per ... disegnare la tua casa"), ma questa volta sarà necessario non limitarsi solamente al tuo appartamento perché dovranno essere segnati anche i percorsi necessari per arrivare all'esterno (le scale del condominio, i corridoi da attraversare, ecc.)
2. Devi controllare se esistono almeno due vie di fuga, l'una in alternativa all'altra, e riportarle sulla pianta che hai appena disegnato; se ciò non è possibile prevedi delle soluzioni equivalenti o alternative.
3. Sulla stessa pianta indica, con delle frecce, il percorso da seguire per uscire dall'appartamento.
4. Sviluppa speciali procedure in caso che siano presenti bambini piccoli, disabili o altri che necessitino di particolare aiuto in caso di fuga.
5. Stabilisci un luogo esterno in cui tutti i famigliari devono trovarsi dopo la fuga.
6. Scrivi in un posto facilmente consultabile tutti i principali numeri telefonici da utilizzare in caso di necessità.
A proposito di quest'ultimo aspetto, li conosci questi numeri? Alcuni sono validi per tutta Italia, altri cambiano a seconda del luogo, per cui sarà necessario informarsi sui numeri della tua città e scriverli con evidenza vicino al telefono.
Ecco una scheda che puoi realizzare anche tu:
Evento Chi chiamare n. telefono
Incendio, crollo di edificio, fuga di gas,
persone bloccate in ascensore Vigili del Fuoco 115
Soccorso pubblico di emergenza Carabinieri 112
Polizia 113
Infortunio Pronto soccorso 118
E' anche molto importante saper usare correttamente il telefono per chiedere soccorso. Ecco, ad esempio, quali sono le cose da dire in una chiamata di soccorso ai Vigili del Fuoco:
1. Descrizione del tipo di incidente (incendio, scoppio, incidente stradale, ecc.).
2. Entità dell'incidente (ha coinvolto una casa, un capannone industriale, ecc.).
3. Luogo dell'incidente: via, numero civico, città o paese.
4. Indicare se ci sono feriti.
Mentre tu parli con calma il centralinista sta avvisando le squadre con dei campanelli d'allarme e prima che la telefonata termini i mezzi di soccorso sono in moto per raggiungere il luogo dell'incidente.
"Pronto Vigili del Fuoco? ... C'è del fumo che esce da una finestra di un palazzo in Via Verdi, vicino all'incrocio con Via Querini.
La finestra è al quarto piano, ma non mi sembra che ci siano persone affacciate, o che gridano.
La stessa impostazione può essere usata anche per chiamare altri organismi dediti al soccorso.
Attenzione: Ricorda che quello che a te può sembrare un gioco molto divertente, come fare delle telefonate ai Vigili del Fuoco per avvertirli di un incendio inesistente, può essere un scherzo molto pericoloso. Rischiano i pompieri che attraverseranno di corsa la città con il mezzo di soccorso e rischierà chi, avendo davvero bisogno d'aiuto, troverà il numero occupato e nessun mezzo in grado di aiutarlo.
Pensaci quando qualche amico ti proporrà una telefonata come questa: non si gioca con la sicu rezza di altre persone!
Nel proseguire con i nostri consigli...
Ricorda inoltre che:
7. Se vivi in un palazzo servito dell'ascensore in caso di evacuazione bisogna evitare di usarlo, preferisci le scale.
8. Se il pericolo che ha causato l'evacuazione è un incendio non bisogna ritornare nell'abitazione in fiamme per nessuna ragione.
9. Chiudi la porta quando esci dall'abitazione, in modo che eventuali fiamme non si diffondano.
E per concludere...
10. Sviluppa e discuti il piano con i tuoi genitori.
11. "Ripassa" il piano di evacuazione periodicamente con tutta la famiglia.
Il fuoco e noi...
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L'uomo è l'unica creatura del pianeta che ha imparato a non fuggire davanti al fuoco, ma lo ha "addomesticato", ed utilizzato. Il fuoco esiste fin da quando esiste il mondo ma non si sa quanto tempo ci sia voluto perché l'uomo imparasse a non temerlo e ad impiegarlo per i propri fini, si pensa che questa condizione si sia verificata tra 200.000 e 400.000 anni fa. In una cava di pietra nel distretto di Pechino, in Cina, i paleontologi hanno rinvenuto i resti di un focolare con le ossa carbonizzate di un animale accanto a quelle di un nostro antenato, denominato appunto "uomo di Pechino"; non è chiaro se questo individuo avesse imparato ad accendere un fuoco o se lo avesse soltanto trasportato in quel luogo da un altro in cui si era sviluppato, ma quello che si può sostenere con certezza è che la presenza di tali resti carbonizzati suggerisce che in tale occasione il fuoco fu utilizzato per cucinare. Da quei tempi remoti ad oggi molte cose sono cambiate, ma per l'uomo il fuoco è rimasto comunque l'irrinunciabile amico di sempre, tanto che è proprio merito del suo impiego intelligente se si sono potute raggiungere le attuali condizioni di sviluppo. Quotidianamente impieghiamo il fuoco per le stesse necessità per cui veniva impiegato nelle società primitive, anche se con tecnologie radicalmente diverse: con il fuoco scaldiamo e cuciniamo, lavoriamo vetri e metalli, lo utilizziamo per realizzare automobili ed aerei. Anche nelle nostre case sono presenti elementi capaci di generare fuoco e calore: ad esempio i fornelli della cucina e l'impianto di riscaldamento e proprio per questa sua diffusione il fuoco deve essere impiegato correttamente e "in sicurezza".
Gli elementi fondamentali per produrre un fuoco sono il COMBUSTIBILE (legno, carta, benzina, gas, ecc.), il COMBURENTE (I'ossigeno contenuto nell'aria che respiriamo) ed il CALORE (fiammifero, accendino, corto circuito, fulmine, che costituiscono l'innesco del fuoco) i quali possono essere figurativamente rappresentati con un triangolo: il TRIANGOLO DEL FUOCO.
Più genericamente il processo che coinvolge i tre elementi viene chiamato COMBUSTIONE e quando si manifesta in modo non controllabile dall'uomo siamo in presenza di un INCENDIO. Durante un incendio oltre a fiamme e calore si sviluppa anche FUMO e quest'ultimo non è assolutamente da sottovalutare perché la maggior parte delle vittime degli incendi non è provocata solo dalle fiamme, ma dalle sostanze tossiche contenute nei fumi, che dipendono dalle caratteristiche del materiale combusto.
Prova a completare i triangoli del fuoco disegnati di seguito basandoti sulla tua esperienza quotidiana e ricordando, come dimostrano gli esempi riportati, che il comburente più comune è l'aria, ovvero l'ossigeno in essa contenuto: se li completi correttamente otterrai un fuoco (per fortuna finto!).
Prova a togliere uno o più dei tre elementi fondamentali, oppure, utilizzando come esempio la figura geometrica, "rompere" uno dei lati, permette di prevenire l'inizio del fuoco o spegnerlo.
Nel secondo caso si parla di PREVENZIONE, che significa fare in modo che non si verifichino le condizioni per lo sviluppo di un incendio (ad esempio nelle vicinanze di un liquido infiammabile non si deve fumare). Sotto questa voce dobbiamo far rientrare anche due atteggiamenti molto importanti come il COMPORTAMENTO e la PERSUASIONE.
Si può prevenire un incendio non rimuovendo dei segnali di pericolo, oppure impiegando correttamente determinate apparecchiature (quindi con il comportamento) oppure si può prevenire un incendio invitando chi ci sta vicino a non fumare in luoghi pericolosi (quindi con la persuasione).
Ma se si sviluppa un incendio anche se si è fatto il possibile per prevenirlo, non resta che cercare di spegnerlo (versando dell'acqua sul fuoco, ad esempio) oppure, nel caso in cui non ci si riesca, bisogna allontanarsi, con tranquillità, per portarsi in luogo sicuro ed evitare così qualsiasi rischio. Tali azioni rappresentano la PROTEZIONE, definibile come l'azione da intraprendere quando si verifica un incendio.
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Vedi: Scheda 14 - Classificazione dei fuochi.
Vedi: Scheda 15 - Mezzi per l'estinzione degli incendi.
In caso di incendio
Pur avendo adottato ogni norma di prevenzione e cautela può succedere che si manifesti un incendio, per cause indipendenti dalla nostra volontà, in casa o nell'ambiente in cui ci troviamo. E' opportuno imparare, anche in questo caso, poche ma basilari norme di comportamento. Spiegando il triangolo del fuoco abbiamo fatto notare che fra gli elementi necessari allo sviluppo ed alla propagazione di un incendio c'è l'aria: infatti per bruciare il fuoco ha bisogno dell'ossigeno presente nell'aria e questo particolare è da tenere in considerazione soprattutto quando si cerca di spegnere un focolaio di incendio. Molto spesso è sufficiente un piccolo accorgimento per "soffocare" sul nascere un principio d'incendio: se ad esempio comincia a bruciare l'olio contenuto in una padella, per spegnerlo sarà sufficiente poggiarvi sopra un coperchio che impedisca al fuoco di rimanere a contatto con l'aria esterna (ti ricordi?: in questo modo interveniamo sul triangolo del fuoco "rompendo" un lato del triangolo). Tenendo presente questa particolare necessità di aria che ha il fuoco per potersi sviluppare, si può intervenire efficacemente in molti altri casi; spesso basta gettare una coperta o un asciugamano sopra un principio d'incendio per evitare danni maggiori.
Gli stessi accorgimenti si possono usare se i vestiti che indossi prendono fuoco:
Non correre: I'aria alimenta le fiamme.
Rotolati sul pavimento, sulla strada o sul prato.
Strappati i vestiti di dosso.
Con una coperta o un tappeto puoi soffocare l'incendio avvolgendotici oppure anche un amico può aiutarti a soffocare le fiamme.
Saprai anche, naturalmente, che il modo più usuale per spegnere un incendio è quello di buttarci dell'acqua, elemento quasi sempre disponibile. Ricordati soltanto di non utilizzare l'acqua per spegnere un incendio di origine elettrica o che si sia propagato in prossimità di impianti sotto tensione, potresti prendere una forte scossa elettrica. L'acqua non si deve usare nemmeno per spegnere incendi che interessano petrolio o benzina, questi galleggiano sull'acqua e possono trasportare l'incendio in altri luoghi.
Se non riesci a spegnere da solo e subito un principio d'incendio, chiama i Vigili del Fuoco.
Se sei costretto ad abbandonare il locale dove si è sviluppato l'incendio ricordati di chiudere alle tue spalle tutte le porte, così facendo frapponi tra te e l'incendio una barriera.
Se puoi uscire avvisa i vicini del pericolo e per scendere usa le scale non l'ascensore.
Se non puoi uscire di casa copriti con una coperta bagnata e mettiti il più lontano possibile dal fuoco, preferibilmente in prossimità di una finestra o sul balcone.
Se il fuoco è fuori della porta della tua stanza cerca di sigillare, con stracci possibilmente bagnati, ogni fessura: facendo così eviti che entri il fumo e permetti alla porta di contenere meglio l'incendio.
Se il fumo è nella stanza e non ti fa respirare, filtra l'aria attraverso un fazzoletto, meglio se bagnato, e sdraiati sul pavimento: qui l'aria è più respirabile perché il fumo è più leggero e tende a salire verso l'alto.
Se vuoi essere pronto ad affrontare queste situazioni di pericolo predisponi, a casa, un piano di emergenza in caso d'incendio per te e la tua famiglia, utilizzando i consigli della scheda n. 5
Odore di gas
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Ma il gas ha davvero un odore?
In realtà no, almeno per quanto riguarda i gas impiegati per usi domestici, che sono prevalentemente il METANO (93 % del consumo nazionale) e il G.P.L. (Gas di Petrolio Liquefatto). Tutti i gas sono INODORE, per questo motivo vengono "odorizzati" al fine di segnalarne la presenza.
Il gas rappresenta senza dubbio la maggior fonte di pericolo d'incendio in casa perché una volta miscelato con l'ossigeno dell'aria può accendersi in presenza anche di una piccola sorgente di calore. In condizioni particolari può addirittura esplodere e causare gravi danni sia per le strutture della casa che di quelle circostanti, se non la loro completa distruzione.
Cerchiamo di conoscere meglio il gas che usiamo normalmente in casa
Il METANO è un gas naturale che viene estratto dal sottosuolo e distribuito tramite le condotte cittadine, passando per un contatore installato all'esterno dell'abitazione.
Il G.P.L. è composto prevalentemente da due gas: il butano e il propano, entrambi ottenuti dalla raffinazione del petrolio, e viene commercializzato in bombole mobili, di diverse dimensioni, o distribuito da serbatoi fissi. Questo gas viene immesso nei contenitori a forti pressioni, raggiungendo lo stato liquido, riempiendoli fino ad un certo livello oltre il quale rimane allo stato gassoso, che fuoriesce da rubinetto per l'utilizzo. In questo modo grandi quantità di gas possono essere concentrate in piccoli volumi, ma è chiaro che anche una modesta fuga di gas può saturare un ambiente e renderlo esplosivo.
Il G.P.L. ha una densità superiore a quella dell'aria e per tale ragione tende a stratificare in basso, rendendone difficile la dispersione: in una situazione del genere basta anche una piccola scintilla, magari generata da una delle tante apparecchiature elettriche presenti in casa, per innescare un'esplosione di gravi proporzioni.Viceversa il Metano è più leggero dell'aria con la quale si miscela facilmente disperdendosi in aria.
E adesso le regole di comportamento
(le regole che seguono sono rivolte prevalentemente ai grandi, sono infatti i genitori che devono provvedere ad un corretto utilizzo del gas, bisogna sempre ricordare queste semplici regole per la sicurezza)
Le bombole di gas non vanno tenute all'interno dell'abitazione, per quanto possibile, ma all'esterno, opportunamente protette dal calore dei raggi solari.
Non bisogna tenere depositi di bombole piene o vuote, né cucine o caldaie, in scantinati o seminterrati: in caso di fughe il G.P.L ristagnerebbe sul pavimento senza poter defluire.
Controllare periodicamente il tubo di gomma che collega la bombola (se si tratta di G.P.L.) o il tubo metallico (se si tratta di Metano) con l'utilizzatore, poiché con il tempo tende a seccare ed a rompersi.
In ogni caso sostituirlo almeno ogni 4 anni; per essere sicuri usate solo tubi con il marchio IMQ - UNI CIG, su cui dovrà essere riportato l'anno limite d'impiego (cercate la dicitura "da sostituire entro il ...").
Per intercettare il gas è consigliabile installare un rubinetto, interno o esterno, che consenta il controllo visivo della chiusura. A tale scopo sono utili anche i rubinetti posti sulla bombola o sul contatore. E' buona regola chiudere tale rubinetto ogni volta che si esce di casa.
Bisogna fare in modo che i vani in cui sono posizionati gli impianti abbiano un'aerazione permanente. E' sufficiente, ad esempio, praticare una fessura nella parte inferiore della porta che comunica con i locali aerati.
Metano e G.P.L. non sono tossici di per sé, ma durante la combustione (come in tutti gli incendi che coinvolgono anche altre sostanze) consumano l'ossigeno presente nell'ambiente e formano dei gas, primi fra tutti l'anidride carbonica e l'ossido di carbonio (quest'ultimo molto tossico). Se la stanza in cui si consuma l'ossigeno e si sviluppano tali gas è piccola e non sufficientemente aerata, ben presto l'aria non sarà più respirabile, con il conseguente rischio di morte.
Se si deve acquistare una cucina nuova sceglietela dotata di dispositivi di sicurezza che in caso di spegnimento della fiamma interrompano l'afflusso del gas.
Quando si cucina vanno sempre controllate le pentole lasciate sul fuoco, specie se ci sono liquidi in ebollizione. Questi potrebbero traboccare, spegnere la fiamma e provocare di conseguenza fughe di gas.
Se avverti odore di gas:
1. Non accendere nessun tipo di fiamma (fiammiferi, accendini), e non azionare nessun oggetto che possa produrre scintille come interruttori elettrici, campanelli o il telefono.
2. Apri subito porte e finestre in modo da far entrare l'aria e uscire il gas.
3. Se puoi chiudi il rubinetto del gas del contatore o quello della bombola.
4. Rientra in casa quando sei sicuro di non avvertire più odore di gas.
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Vedi: Scheda 2 - Saperne di più.
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Gli impianti elettrici e a gas
devono essere realizzati secondo le norme e...
Ormai avrai capito che elettricità e gas possono essere elementi "docili", se trattati con attenzione. Lo Stato Italiano tutela i cittadini attraverso leggi specifiche che stabiliscono i criteri con i quali devono essere progettati, installati e mantenuti tutti gli impianti.
In particolare le leggi per la realizzazione degli impianti sono specificate, per gli impianti a gas, nelle norme UNI - CIG e per gli impianti elettrici nelle norme CEI.
Queste sigle significano:
UNI - Ente Nazionale di Unificazione;
CIG - Comitato Italiano Gas;
CEI - Comitato Elettrotecnico Italiano.
...da personale esperto
Con questi impianti è bene non improvvisare, per progettarli, installarli o ripararli il compito deve essere affidato a personale esperto che possa garantire l'applicazione delle norme UNI-CIG e CEI: è per la vostra sicurezza!
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Vedi: Scheda 3 - Scrivere un articolo per un quotidiano.
UNA PROPOSTA PER...
Saperne di più
(Scheda 2)
Se hai voglia di imparare qualcosa di più sull'uso corretto dell'energia elettrica e del gas potresti rivolgerti alle aziende della tua città che li distribuiscono.
Cerca sulle Pagine Gialle le voci ELETTRICITA' e GAS per trovare l'indirizzo delle aziende distributrici.
Di solito queste aziende elaborano e forniscono degli opuscoli con tutte le informazioni utili per usare correttamente e con sicurezza queste due preziose fonti di energia.
Ma se sei molto curioso paci fare anche qualche altra ricerca: magari scrivendo all'lMQ (I'indirizzo è IMQ, Via Quintiliano 43, Milano) per avere del materiale illustrativo sul lavoro che svolgono o rivolgendoti alle diverse associazioni di consumatori che esistono in Italia.
Le associazioni di consumatori (ce ne sono diverse, devi trovare quella che ha una sede nella tua città) si interessano di molti problemi che riguardano appunto il consumatore (ad esempio la nocività dei cibi, i costi dei prodotti, le possibili truffe ai danni dell'utente) e ovviamente anche della sicurezza.
UNA PROPOSTA PER...
Scrivere un articolo su un quotidiano
(Scheda 3)
Leggi il quotidiano? Speriamo di si, è sempre importante sapere cosa succede intorno a noi. Comunque questa potrebbe essere una buona occasione per leggere un giornale, quello della tua città o un giornale nazionale.
L'obiettivo in questo caso è di scrivere un articolo per un quotidiano sul tema della sicurezza in casa. Prova a leggere l'articolo riportato di seguito e poi cimentati con qualcosa di simile. Potresti inventare un evento qualsiasi (ad esempio una persona anziana inciampata in casa mentre non c'era nessuno e che ha dovuto aspettare per ore che qualcuno la soccorresse) oppure attingere alla tua esperienza personale raccontando una situazione realmente accaduta
Cinque romani vittime del gas: due erano ospiti di un hotel senza autorizzazione
L'ossido di carbonio stermina una famiglia
Fidanzati uccisi nell'albergo delle vacanze
ROMA - La morte azzurra ha mietuto altre vittime. Una famiglia di tre persone alla periferia della capitale ed una giovane coppia romana in un alberghetto abruzzese non si sono più svegliate dopo il pranzo di Capodanno l'una e dopo il veglione di San Silvestro l'altra A ucciderle è stata la combustione dei gas di un impianto di ricaldamento a GPL a Roma e di una vecchia stufetta in Abruzzo. Francesco Suorato, 39 anni, proprietario di una pizzeria in via Voltumo, vicino alla Stazione Termini per il pranzo di Capodanno era stato invitato con la famiglia dai parenti che hanno una villetta vicino alla sua in via Mogarella 56, alla Borghesiana, una delle tante borgate romane nate negli anni Sessanta sull'onda dell'abusivismo. Francesco Suorato nel pomeriggio era tornato a casa con la moglie Cecilia De Giovanni 42 anni e con il figlio Andrea di 9, e tutti si erano messi a guardare la televisione. Alle 17 di ieri un cognato è andato a trovarli. Ha suonato il campanello senza ottenere risposta, ma dall'altra parte dell'uscio arrivava il suono della televisione. Segno che qualcuno in casa doveva pur esserci. Immaginando il peggio, il cognato ha telefonato ai vigili del fuoco i quali sono entrati attraverso una finestra. Sul pavimento della cucina, accanto al televisore acceso, i corpi senza vita della donna e del bambino; al piano di sopra, nella camera da letto del piccolo, il corpo dl Francesco Suorato. Tutti erano perfettamente vestiti, il che prova che sono stati colti dalla morte nella serata di martedì se non addirittura nel tardo pomeriggio del giorno di Capodanno. Nella casetta, riscaldata da un impianto autonomo a GPL di quelli con il bombolone esterno, il bruciatore era ancora in funzione ed i termosifoni caldi. Probabilmente si è determinata una perdita di ossido di carbonio nel sistema di scarico collegato con la canna fumaria. Una perizia tecnica, disposta dai magistrato Ciampoli, tenterà di stabilire le cause della disgrazia Altrettanto drammatica la fine dell'operaio Gianni Rinelli, 25 anni, e della commessa Pamela Braccia, 23 anni, che erano andati, da turisti, a salutare la fine dell'anno nell'albergo - ristorante "L'ippocastano" di Capitignano, a una ventina di chilometri da L'Aquila. Dopo il cenone ed il veglione organizzati nel locale, la giovane coppia era salita in camera alle prime ore del mattino e per scaldarsi, aveva utilizzato una malandata stufetta a gas, di quelle con dietro la bombola di gas liquido. Il cattivo funzionamento del vecchio apparecchio è stato con ogni probabilità la causa della morte dei due giovani, i quali è possibile che si siano accorti di quanto stava loro avvenendo senza tuttavia avere il tempo di spalancare la finestra. I corpi senza vita sono stati scoperti dal proprietario dell'albergo, Mauro Fulvimari che nella serata di martedì è entrato nella stanza, dopo aver inutilmente bussato. L'albergatore he ricevuto un avviso di garanzia nel quale si ipotizza il reato di duplice omicidio colposo. Sembra che "L'ippocastano", i cui locaIi sono stati ricavati nel vecchio edificio della stazione ferroviaria del paese, sia in regola con tutte le autorizzazioni per il periodo estivo, ma che non fosse autorizzato ad aprire durante l'invemo proprio a causa della mancanza di un impianto di riscaldamento centrale. All'inconveniente il proprietario avrebbe ovviato dotando quasi tutte le camere di stufette a gas.
a te o a qualcuno della tua famiglia.
L'importante è raccontare con esattezza tutti i fatti evidenziando che si sarebbe potuto evitare il peggio se si fosse adottata qualche attenzione in più e ricordando quindi l'importanza della prevenzione.
La sicurezza domestica telefono
Soccorso 115
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Rischio: toccare con mani bagnate le prese di oggetti a funzionamento elettrico
Comportamento: evitare di toccare con mani bagnate oggetti a funzionamento elettrico: rischio di folgorazione
Rischio: sovraccaricare l'impianto elettrico con conseguente pericolo di cortocircuito
Comportamento: non sovraccaricare l'impianto elettrico ed installare il salvavita
Rischio: usura dei cavi elettrici
Comportamento: non applicare numerose prese multiple
Rischio: tirare le prese per il filo
Comportamento: estrarre le prese dalla spina e quindi non rovinare il cavo
Rischio: folgorazione dei bambini
Comportamento: allontanare dai bambini oggetti metallici che possono entrare nella presa
Rischio: entrare in contatto con materiale in tensione (oggetti domestici)
Comportamento: controlli periodici in modo che gli elettrodomestici risultino sicuri e provvisti di collegamento a terra
Rischio: lasciare oggetti sparsi per la casa in modo da ingombrare il passaggio per l'uscita e quindi ritardarla
Comportamento: lasciare liberi gli spazi che portano all'ingresso principale, agli interruttori generali di corrente o ai vari rubinetti del gas
Rischio: sui fornelli i liquidi in ebollizione potrebbero fuoriuscire e provocare lo spegnimento della fiamma e la fluoriuscita di gas
Comportamento: non lasciare mai sul fuoco pentole con liquidi in ebollizione senza farci attenzione
Rischio: lasciare più del tempo dovuto il tubo di gomma collegato alla bombola
Comportamento: controllare periodicamente il tubo del gas e, se è di gomma, sostituirlo ogni tre anni
Rischio: perdita di gas con conseguente esplosione e intossicazione
Comportamento: areare i locali dopo la fuoriuscita di gas e non accendere fiamme o luci
Rischio: correre per le scale
Comportamento: non percorrere le scale di corsa e da bagnate
Rischio: giocare con oggetti domestici taglienti o vetri
Comportamento: fare attenzione agli oggetti taglienti
Rischio: urti
Comportamento: fare attenzione agli spigoli
Rischio: giocare con fiamme libere o fonti di calore
Comportamento: non giocare con fonti di calore o isolarle (per esempio coprire le lampade)
Rischio: ingerire sostanze non conosciute
Comportamento: non ingerire o inalare quelle sostanze che appongono sulla confezione il simbolo di sostanza tossica o corrosiva
Rischio: entrare in contatto con sostanze corrosive
Comportamento: isolare sostanze corrosive
Rischio: lasciare che i bambini giochino con oggetti acuminati
Comportamento: non lasciare oggetti acuminati alla portata dei bambini
Rischio: spruzzare alcool sul caminetto per accendere il fuoco: pericolo di incendio o esplosione della bottiglia di alcol o tenere materiale combustibile accanto al caminetto
Comportamento: non gettare alcool o combustibili sul fuoco o non lasciarci le bottigliette vicino
Consigli per la manutenzione e sicurezza degli elettrodomestici
Lavatrici e lavastoviglie
Pulire frequentemente il filtro per evitare possibili allagamenti.
Boiler elettrici
Fare verificare e pulire periodicamente la serpentina per eliminare i depositi calcarei che riducono la trasmissione del calore e aumentano i consumi.
Frigoriferi e congelatori
Collocare l’apparecchio lontano da fonti di calore, avendo cura di lasciare uno spazio di almeno 10 cm tra la parete e il retro dell’apparecchio in modo che sia ben areato.
Verificare il buono stato della guarnizione delle porte e pulire la serpentina del condensatore almeno una volta all’anno.
Ferri da stiro
Non lasciare il ferro da stiro acceso e incustodito. Evitare che il cavo tocchi il ferro da stiro caldo. Staccare la spina prima di immettere acqua nel ferro a vapore o nella caldaia.
Non stirare con le mani bagnate o a piedi nudi.
Forni elettrici
Preferire i modelli “freddi”, realizzati con materiali isolanti che non riscaldano le superfici esterne ed utilizzare sempre guanti termici per introdurre o prelevare i piatti di cottura.
Asciugacapelli
Usarlo lontano dalla vasca da bagno piena d’acqua e non adoperarlo mai con mani bagnate o piedi umidi.
Televisori
Collocare il televisore su di un piano ben stabile ed avere cura di lasciare uno spazio di almeno 10 cm tra la parete e il retro dell’apparecchio per permettere l’aerazione.
Staccare sempre la spina dalla presa di corrente e quella dell’antenna in caso di assenze prolungate.
Termoventilatori portatili
Da utilizzare a distanza dall'acqua, non riporvi oggetti ed aver cura di tenerli lontani da eventuali tendaggi che potrebbero ostruire le prese d'aria.
In bagno è preferibile che siano di tipo fisso, sistemati a muro a distanza di sicurezza.
Disinserire sempre la spina prima di spostarli di posizione.
Aspirapolvere e apparecchiature per la pulizia a vapore
Non lasciare acceso l’apparecchio “a vuoto”.
Per gli aspirapolvere a vapore, seguire attentamente le istruzioni di manutenzione della caldaia, soprattutto in relazione alla presenza di calcare.
Condizionatore
Programmarne il funzionamento solo nelle ore in cui si è presenti in casa. Tenere lontani i tendaggi che possono ostruire le prese d’aria e non porre oggetti sull’apparecchio.
Forno a microonde
Tenere pulita la guarnizione dello sportello e provvedere alla sostituzione se usurata a cura di un centro di assistenza indicato dal costruttore.
Verificare che la porta chiuda sempre bene.
Non avviare l’apparecchio senza prima aver inserito il cibo in appositi contenitori (non metallici).
Non ostruire le aperture di ventilazione.
gli apparecchi a gas [consigli per l'uso sicuro]
Nei locali in cui sono installati apparecchi a gas, il pericolo maggiore è dovuto alla diffusione di monossido di carbonio,
letale anche in piccole concentrazioni. Per evitare che si formi il monossido di carbonio, bisogna rispettare delle semplici regole:
• Sistemare l’apparecchio in un locale sufficientemente areato.
• Effettuare una manutenzione regolare dell’apparecchio.
• Controllare periodicamente il funzionamento del sistema di evacuazione dei prodotti della combustione.
• Controllare che la fiamma sia regolare ed azzurra.
• Controllare il normale funzionamento delle manopole di regolazione.
• Verificare le condizioni di pulizia e l’efficienza dei fori di areazione e ventilazione, che non devono mai essere ostruiti.
Al riguardo delle condizioni d'uso degli apparecchi, è bene ricordare di:
• Chiudere le valvole degli impianti e degli apparecchi a gas quando non si utilizzano o quando si è fuori casa, anche per brevi periodi.
• Seguire la seguente procedura in caso di accensione manuale di un apparecchio a gas:
> accendere il fiammifero,
> accostarlo al bruciatore
> e solo allora aprire il rubinetto del gas
• Non lasciare mai incustodite sul fuoco pentole contenenti liquidi che, in fase di ebollizioni e fuoriuscendo, potrebbero spegnere la fiamma.
• Acquistare piani di cottura equipaggiati con il dispositivo di sicurezza per la rilevazione della fiamma, idoneo a bloccare l'erogazione del gas quando la fiamma si spegne accidentalmente.
le condizioni d'uso
Oltre alla specificità di ogni singolo elettrodomestico, è bene ricordare che alcuni comportamenti devono essere evitati in assoluto, in particolare:
Non lasciare apparecchi elettrici sul bordo del lavandino o della vasca ed evitare di restare a piedi nudi quando si utilizzano.
• Prima di procedere alla pulizia o al lavaggio di tutte le apparecchiature alimentate elettricamente, staccare sempre le spine isolando l'elettrodomestico dalla rete elettrica, se invece è collegato direttamente all'impianto si deve disinserire l'interruttore generale.
• Dopo aver utilizzato un elettrodomestico è sempre opportuno staccare la spina che li alimenta, evitando strappi violenti ed avendo cura di spegnere preventivamente l'apparecchio.
• Controllare periodicamente il cavo di alimentazione che, in alcuni elettrodomestici quali ferro da stiro, aspirapolvere, lucidatrice, può essere sottoposto a notevoli sollecitazioni meccaniche e, quindi, passibile di deterioramento.
• Non avvolgere i cavi di alimentazione troppo stretti attorno ai vari apparecchi e in nessun modo quando sono ancora caldi.
• Se ci si assenta per lunghi periodi, staccare sempre le spine degli apparecchi dalle prese
l'acquisto
Acquistare prodotti che danno garanzie di sicurezza è la prima scelta consapevole che il consumatore deve adottare.
A tale proposito, prima di acquistare elettrodomestici ed apparecchi a gas, è bene assicurarsi che riportino sempre la Marcatura CE. Il decreto legislativo n. 626/96 ed il DDR 661/96, infatti, hanno reso obbligatoria la Marcatura "CE" rispettivamente su tutti i prodotti elettrici e gli apparecchi a gas, per certificarne la conformità ai requisiti essenziali di sicurezza fissati dalla normativa comunitaria.
La Marcatura CE attesta la rispondenza del prodotto ai requisiti essenziali di sicurezza richiesti dalle direttive comunitarie applicabili al prodotto in questione ed è la condizione necessaria per l'immissione dei prodotti sul mercato e la loro libera circolazione all'interno della Comunità Europea.
Deve essere posta sul prodotto e/o sull'imballaggio e/o sulle avvertenze d'uso che accompagnano il prodotto stesso.
Numerosi apparecchi, poi, oltre alla Marcatura CE, riportano marchi volontari di organismi riconosciuti, italiani o europei, ad ulteriore garanzia della verifica sulle caratteristiche di qualità e sicurezza del prodotto, condotta da un organismo certificatore terzo.
Una volta acquistato l'apparecchio, un ulteriore comportamento consapevole è quello di leggere attentamente le istruzioni d’uso fornite dalla casa produttrice.
il rischio elettrico in casa
L'impianto elettrico domestico è costituito da vari elementi:
il contatore, il centralino, gli interruttori magnetotermici,
gli interruttori differenziali, l'impianto di terra, la rete, le prese e gli interruttori. Ognuno di questi elementi contribuisce a rendere sicuro l'impianto e richiede cura ed attenzione, sia nella fase d'installazione che nella fase di manutenzione.
L'installazione e la manutenzione degli impianti elettrici devono essere realizzate da tecnici abilitati ai sensi della legge 46/90.
A fine lavori il tecnico è tenuto a rilasciare la dichiarazione di conformità dell'impianto, che ne garantisce la sicurezza e la rispondenza a quanto disposto dalla legge 46/90.
Impianti elettrici non a norma possono comportare il rischio di folgorazione, corto circuito, incendio.
In particolare è necessario:
1) Prevedere la "messa a terra" dell'impianto elettrico.
2) Proteggere l'impianto elettrico con l'interruttore differenziale.
3) Installare prese con alveoli schermati
il rischio gas in casa
L'impianto domestico a gas può essere alimentato dalla rete fissa (metano, gas manifatturato, etc.) oppure da bombole (GPL).
L'installazione, la manutenzione o la modifica di impianti a gas devono essere realizzate unicamente da installatori abilitati. Il "fai da te" è vietato.
A fine lavori il tecnico è tenuto a rilasciare la dichiarazione di conformità dell'impianto, che ne garantisce la sicurezza e la rispondenza a quanto disposto dalla legge 46/90.
Per mantenere in condizioni di sicurezza l'impianto a gas domestico è bene ricordare di:
1) Garantire la ventilazione e l'aerazione dell'ambiente.
2) Non utilizzare come messa a terra di apparecchi elettrici le eventuali tubazioni metalliche esterne di adduzione del gas.
3) Segnalare adeguatamente le tubazioni incassate nei muri per evitarne danneggiamenti accidentali (ad esempio, forature causate da trapani).
4) Sostituire ogni cinque anni - e, comunque, entro la data di scadenza stampigliata - il tubo di gomma flessibile utilizzato per collegare apparecchi all'impianto.
5) Non utilizzare il contatore del gascome mensola d'appoggio.
la prevenzione per l'impianto a gas >
Avere in casa un impianto a "NORMA UNI" è garanzia di sicurezza ed affidabilità.
Lo stesso impianto, però, deve essere ben utilizzato e sottoposto a manutenzioni periodiche o, comunque, ogni qualvolta se ne ravvisi l'esigenza. Prevenire il rischio gas in casa, quindi, dipende in gran parte da noi stessi.
Per curare l'efficienza e la sicurezza di un impianto a gas alimentato da una rete, è bene ricordare di:
1) Verificare che la ventilazione permanente dei locali che contengono apparecchi a gas (fornelli, scaldabagno, caldaie...) sia assicurata da un'apertura idonea.
2) Mantenere in efficienza i sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione quali condotti, camini, canne fumarie.
In caso di impianto alimentato con bombole di GPL è necessario ricordare che:
1) La sostituzione di una bombola di GPL deve essere effettuata da personale competente.
2) le bombole non devono essere tenute in locali ubicati sotto il livello stradale e non devono essere esposte al sole o ad altre fonti di calore.
3) la capacità complessiva delle bombole installate all'interno di un'abitazione non deve mai superare i 40 kg.
4) le bombole di GPL non devono essere installate nelle camere da letto e nei bagni.
5) è vietato tenere in deposito bombole non collegate agli apparecchi di utilizzazione, anche se vuote, presunte vuote o parzialmente piene.
Se si avverte odore di gas, è necessario:
1) Aprire porte e finestre per arieggiare i locali.
2) Spegnere immediatamente tutte le fiamme (fornelli, caldaie, candele...).
3) Chiudere la valvola principale del contatore o della bombola.
4) Non fumare, nè accendere fiammiferi o utilizzare accendini.
5) Non azionare interruttori, campanelli, apparecchi elettrici o telefonici, perchè un'eventuale scintilla creata dal loro funzionamento potrebbe innescare un'esplosione.
6) Telefonare, portandosi al di fuori dell'ambiente dove si avverte odore di gas, al servizio di Pronto Intervento della società distributrice del gas ed ai Vigili del Fuoco.
per l'impianto elettrico >
Avere in casa un impianto a "NORMA UNI" è senz'altro garanzia di sicurezza ed affidabilità.
Lo stesso impianto, però, deve essere ben utilizzato e sottoposto a manutenzioni periodiche o, comunque, ogni qualvolta se ne ravvisi l'esigenza. Prevenire il rischio elettrico in casa, quindi, dipende in gran parte da noi stessi.
In proposito è bene ricordare di:
1) Evitare di forzare l'introduzione di spine con standard diversi dalla corrispondente presa.
2) Evitare il collegamento prolungato alle prese a muro di adattatori, prese multiple, "ciabatte" e prolunghe, che potrebbero aumentare il rischio di sovraccarico provocando scintille e incendi.
3) Evitare di stendere prolunghe sotto i tappeti.
In caso di inizio incendio è necessario:
1) Staccare la corrente.
2) Non gettare acqua su impianti elettrici sotto tensione.
3) Non esitare a richiedere l'intervento dei Vigili del Fuoco.
sicurezza dei bambini > gli incidenti domestici
Dall’indagine multiscopo del 1999 condotta dall’ISTAT sugli “Aspetti della vita quotidiana”, si rileva che in Italia ogni anno si verificano 3 milioni 672 mila incidenti domestici che coinvolgono 3 milioni 48 mila persone, di cui circa 68.000 sono bambini.
I dati emersi ci dicono che:
• molti incidenti potrebbero essere prevenuti;
• le lesioni responsabili di invalidità permanente sono più frequenti degli incidenti stradali (gravi disabilità, ritardo mentale).
Dall’analisi delle fonti disponibili emerge l’esistenza di una diversa tipologia di incidente domestico, variabile in funzione dell’età e dell'attività svolta.
Traumi ed assunzione accidentale di sostanze nocive sono prevalenti nell’età inferiore a 4 anni, ovvero quando il bambino comincia a muoversi in modo autonomo ed impara a conoscere gli oggetti che lo circondano, mettendoli in bocca.
Il luogo, all’interno dell’abitazione, dove avvengono la maggior parte dei traumi e degli avvelenamenti è la cucina, seguita dal salone, dalla camera da letto e dal giardino.
La causa più frequente è il trauma da caduta e da schiacciamento, seguito da ferite e da lesioni provocate da animali.
Risulta quindi indispensabile sorvegliare attentamente i bambini più piccoli ed insegnare ai bambini più grandi quali sono e come si evitano eventuali situazioni di pericolo.
sicurezza dei bambini > il decalogo per la prevenzione
La sicurezza dei bambini passa senza dubbio attraverso una responsabilizzazione degli adulti. A tal proposito è bene considerare, nei propri comportamenti in casa, l'adozione di queste semplici misure di attenzione:
1. Controllare che l’altezza delle sponde della culla o del lettino sia sufficientemente elevata, con distanza tra le sbarre inferiore a 8 cm; il materasso deve essere aderente a tutto il perimetro del letto e nell’area dei giochi, mettere sempre una coperta per terra. Non lasciare mai il bambino da solo su una superficie elevata senza sponde.
2. Se in casa ci sono scale, predisporre cancelletti in cima ed in fondo.
Le finestre e le porte devono avere chiusure di sicurezza interne.
Accertarsi che le ringhiere dei balconi e dei davanzali delle finestre siano sufficientemente alte.
Non sistemare vasi, sedie o mobili sotto i davanzali su cui i bambini potrebbero salire.
3. Regolare lo scaldabagno ad una temperatura inferiore a 50°C e non lasciare mai i bambini da soli accanto a vasche da bagno piene di acqua, anche se tiepida.
All’aperto controllare costantemente i bambini se giocano vicino a pozzi, laghetti, mare, piscine e per i più piccoli anche canotti riempiti con acqua per il gioco.
4. Le prese di corrente vanno protette con dispositivi di sicurezza.
Tenere lontano i bambini dai fili elettrici e dagli elettrodomestici in genere quando sono collegati alla rete elettrica.
5. Non lasciare mai soli i bambini in cucina; girare sempre il manico delle pentole verso il muro e utilizzare i fornelli più interni.
Non lasciare fiammiferi e accendini incustoditi.
2.
6. Conservare in luoghi inaccessibili ai bambini, possibilmente sotto chiave, medicinali, prodotti per la pulizia della casa, detersivi, insetticidi o altre sostanze potenzialmente nocive.
Non scambiare mai i contenitori, travasando le sostanze in bottiglie non appropriate (acqua minerale, bevande, ecc).
7. Attenzione agli oggetti e ai giocattoli con cui giocano i vostri figli.
Gli oggetti con diametro inferiore a 4 cm sono facilmente ingeribili, specie dai bambini di età inferiore a 4 anni (bottoni, spille, biglie, giochi smontabili, parti facilmente staccabili, monete). Molti oggetti inalati entrano nei polmoni e provocano soffocamento.
Acquistare giocattoli sicuri, certificati dal marchio CE sulle etichette.
Prestare attenzione agli oggetti taglienti (forbici, coltelli, lamette, vetri, porcellane), alle buste di plastica ed alle corde o lacci.
I bambini, soprattutto quando dormono, non devono indossare catenelle, braccialetti, ciondoli.
Non acquistare palloncini gonfiabili in lattice: a seguito della loro improvvisa rottura, i pezzetti che si formano sono facilmente inalabili.
8. I bambini di età inferiore a 10 anni devono viaggiare sul sedile posteriore dell’auto, sistemati sul loro seggiolone o supporto di sicurezza.
9. Illustrare ai bambini i pericoli della strada, insegnandogli ad attraversare la strada e a rispettare la segnaletica stradale.
Se possiedono un triciclo o una bicicletta, accertatevi che vengano utilizzati in luoghi sicuri.
10. Tenere sempre a portata di mano il numero di telefono del vostro Pediatra e del Centro Antiveleni della vostra regione.
Consultateli sempre anche avendo solo il dubbio che il vostro bambino abbia ingerito una sostanza potenzialmente tossica. Cercare di capire quando e quanta sostanza ha ingerito.
Se si conduce il bambino al Pronto Soccorso, portare la confezione del medicinale o della sostanza che ha ingerito.
Corpo Nazionale
dei Vigili del Fuoco Tel. Soccorso 115
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Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco istituito con la legge n.1570 del 27 dicembre 1941 e posto alle dipendenze del Ministero dell'Interno, è l'organismo che per compito istituzionale provvede in maniera diretta e con l'immediatezza necessaria, alla tutela della vita umana, alla salvaguardia dei beni e dell'ambiente dai danni o dai pericoli di danno causati dagli incendi, da altre situazioni accidentali nonché dai grandi rischi industriali compresi quelli derivanti dall'impiego dell'energia nucleare. Sulla base di tali compiti, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco opera generalmente in situazioni d'emergenza caratterizzate da cause anomale e complesse, da effetti variabili anche per condizioni ambientali particolari, da scarsa prevedibilità delle possibili circostanze influenti. In ragione di ciò, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco è organizzato per fronteggiare le molteplici situazioni d'emergenza ed articola l'espletamento dei servizi istituzionali secondo programmi e criteri tecnici che assicurano il più possibile:
la capillarità della distribuzione e la presenza 24 ore su 24 delle proprie forze nel territorio nazionale;
la tempestività dell'intervento;
la flessibilità operatività connessa alla dotazione di attrezzature specialistiche per i vari tipi di soccorso;
la qualificazione del personale finalizzata alla mutevole gamma di emergenze e calamità;
il decentramento nel territorio dei livelli decisionali per conseguire la necessaria autonomia operativa e un'adeguata autosufficienza;
la capacità di aggregazione di più reparti, per fronteggiare le variabili dimensioni delle emergenze e delle calamità.
Per corrispondere alle esigenze di soccorso e di tutela delle popolazioni, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco espleta i seguenti ordinari di istituto:
estinzione degli incendi
prevenzione degli incendi
soccorso e vigilanza antincendio negli aeroporti e nei porti di primario interesse nazionale;
nonché i soccorsi tecnici urgenti per;
infortuni a persone;
dissesti statici;
allagamenti;
incidenti stradali;
incidenti di tipo nucleare;
situazioni comunque di pericolo per persone e cose
In caso di gravi calamità naturali o disastri di tipo tecnologico, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco presta la propria opera, mediante le "Colonne Mobili" che al verificarsi dell'evento, si costituiscono in forma organica con dimensione di uomini e di mezzi appropriati al tipo e all'estensione della calamità mediante utilizzazione delle forze normalmente impiegate nell'espletamento dei servizi ordinari d'istituto. Alla programmazione, alla direzione, al coordinamento generale dell'attività del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco si provvede in sede centrale, per conseguire gli obbiettivi di omogeneità e di uniformità delle prestazioni da rendere alle popolazioni. A tal fine, presso il Ministero dell'Interno è preposta la "Direzione Generale della Protezione Civile e dei Servizi Antincendi" nel cui ambito è operante il "Servizio Tecnico Centrale" del cui funzionamento è responsabile l'Ispettore Generale Capo. L'azione di coordinamento, in sede periferica, è assicurata da:
16 Ispettorati Regionali o Interregionali
un servizio Ispettivo Antincendio Aeroportuale e Portuale.
I servizi istituzionali di prevenzione e soccorso vengono espletati da:<
100 Comandi Provinciali, situati nei rispettivi Capoluoghi di Provincia. Trento e Bolzano hanno propri Corpi autonomi per legge costituzionale.
Il personale destinato ai reparti operativi e di soccorso del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco è costituito da:
personale permanente che svolge la propria attività in maniera continuativa secondo appositi turni di lavoro e secondo l'inquadramento giuridico dei dipendenti statali;
personale volontario in servizio discontinuo con un rapporto di prestazioni operative saltuarie, regolato da specifiche disposizioni di legge;
personale volontario ausiliare costituito da in contingente di giovani che effettuano il prescritto periodo di servizio militare di leva nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.
Il personale Vigili del Fuoco, costituito da ingegneri, architetti, geometri, periti industriali, capi reparti, capi squadra, vigili permanenti, vigili discontinui, vigili ausiliari e personale del supporto tecnico amministrativo contabile, sono distribuiti sul territorio nazionale in:
101 "sedi centrali" site nei Capoluoghi di Provincia;
31 "distaccamenti di città" dislocati nell'ambito dei Comuni Capoluoghi con rilevante consistenza demografica;
248 "distaccamenti di Provincia" dislocati in Comuni diversi da quelli Capoluogo, in base a determinati criteri tecnico-operativi;
30 "distaccamenti aeroportuali" dislocati presso gli aeroporti di primario interesse nazionale;
25 "distaccamenti portuali" dislocati presso i porti di primaria importanza;
34 "nuclei sommozzatori" dislocati nelle sedi idonee a dare copertura operativa sull'intero territorio nazionale;
11 "nuclei elicotteri" dislocati nelle sedi idonee a dare copertura operativa su tutto il territorio nazionale;
258 "distaccamenti di Provincia" dove il personale volontario in servizio discontinuo concorre a dare prestazioni operative.
Sul totale degli interventi di soccorso effettuati dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco il:
39,6% è per incendio;
9,3% è per crolli e dissesti statici;
10% è per salvataggi di persone e recupero di salme;
5,6% è per incidenti ed ostacoli al traffico;
7,2% è per danni d'acqua;
28,3% è per trasporto infermi, riattivazioni accessi preclusi, rifornimenti idrici, altri.
Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco partecipa con propri rappresentanti a Comitati e Commissioni, previste in ambito Comunale, Provinciale, Regionale e Nazionale, incaricate di esprimere pareri su attività interessanti la sicurezza, delle persone e del territorio. In sede Internazionale coordina la propria azione con le iniziative della C.E.E., del C.T.I.F. ( Comiteé Tecnique International dù Feu ) dell'I.S.O. ( International Organization Standardizzation ) dell'I.C.A.O. ( International Civil Aviation Organization ), per il confronto e lo scambio di informazioni concernenti la normativa e la ricerca nel campo antincendi. I compiti della formazione del personale, della ricerca e della sperimentazione sono affidati in sede centrale a due specifici organismi, dotati di apposite strutture, costituiti dalle Scuole Centrali Antincendi e dal Centro Studi ed Esperienze, che sviluppano la loro attività istituzionale anche in collegamento con gli organi centrali e periferici del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.
Le Scuole Centrali Antincendi provvedono alla preparazione di tutto il personale, con l'intento di addestrare gli uomini fisicamente, tecnicamente, professionalmente e moralmente, al compito che sono chiamati a svolgere. Provvedono inoltre all'espletamento di corsi specifici di specializzazione.
Il Centro Studi ed Esperienze, organo tecnico scientifico del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, effettua studi, ricerche e sperimentazioni anche in collaborazione con Università, Istituti ed Enti di ricerca Nazionale ed Internazionale, ed esegue prove a richiesta di Enti pubblici e privati su materiali, strutture ed impianti per classificarli ai fini della prevenzione incendi.
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Vedi: Scheda 14 - Classificazione dei fuochi.
Vedi: Scheda 15 - Mezzi per l'estinzione degli incendi.
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Un po' di storia... Le origini dei servizi antincendi
L'istituzione di un corpo speciale da destinare esclusivamente allo spegnimento degli incendi risale all'anno 6 d.c., allorquando fu creata dall'imperatore Cesare Augusto una "Militia Vigilum", forte di settemila uomini, per le esigenze della città di Roma e dei territori limitrofi.
Scomparso con la caduta dell'lmpero Romano, il servizio antincendio riappare in alcuni Comuni, intorno agli inizi del secolo IX.
Dopo queste isolate iniziative, soltanto verso il 1800 si diffonde la cultura della protezione dagli incendi e nascono numerosi Corpi Comunali dei "Civici Pompieri".
Nel 1935 i servizi, ancora comunali, vengono posti sotto la direzione del Ministero dell'interno.
Nel 1941 si conclude il processo di unificazione che porta all'organizzazione di un servizio antincendi nazionale ed inizia l'attività del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.
Classificazione dei fuochi
(Scheda 14)
Ai fini della individuazione circa la natura caratteristica di un fuoco si è elaborata la seguente tabella:
CLASSE NATURA DEL FUOCO
A Fuochi di materie solide, generalmente di natura organica, la cui combustione avviene normalmente con produzione di braci che ardono allo stato solido (carbone)
B Fuochi di liquidi o di solidi che possono liquefarsi (ad esempio cera, paraffina, etc.)
C Fuochi di gas
D Fuochi di metalli (magnesio, alluminio, etc)
E Fuochi di natura elettrica
La classifica "A" si rappresenta con il cartello riportato a fianco. Il Decreto Ministeriale 20.12.1982 (G.U. no 201 del 23.07.83) ne riporta le caratteristiche al fine di etichettare gli estintori idonei allo spegnimento di fuochi di questa categoria. Il fuoco di classe "A" si caratterizza da reazione di combustibile solido ovvero dotato di formo e volume proprio. La combustione si manifesta con la consunzione del combustibile spesso luminescente come brace e con bassa emissione di fiamma. Questa è infatti la manifestazione tipica della combustione dei gas e per quanto concerne l'argomento in atto è generata dalle emissioni di vapori distillati per il calore dal solido in combustione che li contiene. L'azione estinguente pertanto si può esercitare con sostanze che possono anche depositarsi sul combustibile che è in grado di sostenere l'estinguente senza inghiottirlo e/o affondano al suo interno. L'azione di separazione dall'ossigeno dell'aria è pertanto relativamente semplice ed il combustibile non si sparge per la scorrevolezza propria dei liquidi.
La classifica "B" si rappresenta con il cartello riportato a fianco.
Il Decreto Ministeriale 20.12.1982 (G.U. n0 201 del 23.07.83) ne riporta le caratteristiche al fine di etichettare gli estintori idonei allo spegnimento di fuochi di questa categoria. Caratteristica peculiare ditale tipo di combustibile è quella di possedere si un volume proprio ma non una formo propria.
Appare evidente come sia necessaria l'azione contenitiva di un tale tipo di combustibile, identificabile nelle sue più peculiari caratteristiche nella comune benzina.
Un buon estinguente, per questo tipo di fuoco, deve, oltre l'azione di raffreddamento, esercitare uno azione di soffocamento individuabile nello separazione tra combustibile e comburente.
Nel caso dei liquidi tutti gli estinguenti che vengono inghiottiti dal pelo liquido, poiché o densità maggiore (più pesanti), non possono esercitare nessuna capacita in tal senso.
E' il caso dell'acqua sulla benzina.
La classifica "C" si rappresenta con il cartello riportato a fianco.
Il Decreto Ministeriale 20.12.1982 (G.U. n0 201 del 23.07.83) ne riporta le caratteristiche al fine di etichettare gli estintori idonei allo spegnimento di fuochi di questa categoria.
Caratteristica peculiare ditale tipo di combustibile è quella di non possedere né forma né volume proprio.
I gas combustibili sono molto pericolosi se miscelati in aria per la possibilità di generare esplosioni.
L'azione estinguente si esercita mediante azione di raffreddamento, di separazione e di inertizzazione della miscela gas-aria. Infatti al di fuori di ben precise percentuali di miscelazione il gas combustibile non brucia.
I fuochi di classe "D", il cui simbolo grafico è riportato a fianco, si riferiscono a particolarissimi tipi di reazione di solidi, per lo più metalli, che hanno la caratteristica di interagire, anche violentemente, con i comuni mezzi di spegnimento, in particolare con l'acqua.
I più comuni elementi combustibili che danno luogo a questa categoria di combustioni sono i metalli alcalini terrosi leggeri quali il magnesio, manganese, e l'alluminio (quest'ultima solo se in polvere fine), i metalli alcalini quali il sodio, potassio e litio, nonché vengono classificati fuochi di questa categoria anche le reazioni dei perossidi, del dorati e dei perclorati.
Tale classificazione è redatta secondo la norma Eurostandard FN2.
I fuochi di natura elettrica sono rappresentati con il cartello riportato a fianco, e gli estintori così caratterizzati sono abilitati a tale tipo di intervento.
Tuttavia va esplicitamente detto che la normativa Eurostandard EN2 non comprende tale simbologia.
A tale categoria di fuochi si intendono appartenere tutte le apparecchiature elettriche, ed i loro sistemi di servizio che, anche nel corso della combustione, potrebbero trovarsi sotto tensione. La dicitura, anche se non garantita da esplicita norma fornisce un elemento utile per valutare i limiti di un estintore, anche in riferimento alla tensione dichiarata.
Mezzi per l'estinzione degli incendi
(Scheda 15)
Mezzi di estinzione
Tra le principali attrezzature per lo spegnimento degli incendi sono da ricordare le tubazioni flessibili avvolte che collegano tubazioni con acqua in pressione ad erogatori capaci di lanciare l'acqua a distanza - "lance da incendio".
Il "naspo" (indicato a fianco) è un altro dispositivo per lo spegnimento degli incendi ed è costituito da un tubo arrotolato su apposito raccoglitore con la lancia di erogazione alla estremità.
Avvertenze e limitazioni nelle operazioni di spegnimento
L'acqua è un buon conduttore di elettricità e pertanto non può essere usata in presenza di apparecchiature sotto tensione;
L'acqua non può essere usata contro fuochi di classe "C" (gas);
L'acqua non può essere usata contro fuochi di classe "D" (metalli);
L'acqua non può essere usata contro fuochi di classe "E" (parti elettriche);
L'acqua non trova impiego in ambienti a temperatura inferiore a °0 C.
Le attrezzature antincendio debbono essere mantenute sempre in posizione accessibile e senza che eventuali materiali o altri elementi di arredo possano renderne difficoltosa l'individuazione e l'impiego.
Altri dispositivi utili per aggredire l'incendio sono gli estintori che possono essere caricati con vari agenti estinguenti come schiuma, polvere, anidride carbonica, o liquidi alogenati.
L'estintore a schiuma è ormai in disuso e non può essere usato verso incendi che potrebbero essere interessati da apparecchiature sotto tensione elettrica.
Quando si utilizzano estintori ad anidride carbonica o a liquidi alogenati DEVE essere sempre effettuata una abbondante aerazione del locale interessato dalla scarica.
Estintori - Caratteristiche
Gli estintori oltre a diversificarsi per tipo e qualità di estinguente sono caratterizzati dalla loro dimensioni.
Gli estintori portatili possono avere una diversa quantità di agente estinguente, da un contenuto minimo di 500 grammi di estinguente 10kg.
Per maggiori prestazioni vengono realizzate apparecchiature, poste su ruote, capaci di 25, 50 e 100kg.
La teoria insegna e la pratica conferma che la rapidità per lo spegnimento dell'incendio è proporzionale capacità estinguente.
Una "secchiata" d'acqua riesce a fermare la combustione di un braciere molto meglio di un quantitativo di 200 litri versati sul fuoco goccia a goccia.
L'azione di un estintore di grande potenzialità si rivela pertanto molto più efficace di molteplici piccoli interventi di portatili incapaci di portare a termine in modo completo e decisivo l'estinzione del focolaio.
Estintori - Azione ed uso
La capacità estinguente di un estintore va quindi commisurata alle reali possibilità di azione che esso può fornire.
La relazione che lega un ambiente da proteggere con l'estintore va definita in due direttrici:
A. tipo appropriato di estinguente alle particolari possibilità di combustione che si possono verificare secondo ipotesi di maggior rischio;
B. capacità di erogazione commisurata alla entità credibile del danno, ovvero allo step di intervento che si vuole aggredire in coesistenza di altre forme di azione repressiva dell'incendio
Per la scelta dell'estinguente più idoneo per affrontare l'azione di spegnimento di un incendio è necessario dover tenere conto delle limitazioni di impiego dei singoli agenti estinguenti.
Efficienza degli estintori
Per ottenere una reale efficacia delll'estintore è anche necessario conoscere le modalità di impiego degli stessi.
Incendio di un liquido infiammabile:
La quantità di agente estinguente contenuta è limitata e la sua capacità, ottima allo stato della tecnica moderna, non è miracolosa.
Occorre che il massimo del contenuto, e meglio se la totalità, sia indirizzato al cuore della combustione senza realizzare quelle azioni meccaniche pericolose nello svolgimento della azione.
La figura rappresenta un intervento per lo spegnimento di un liquido infiammabile quale la benzina, il kerosene o altro.
L'azione dell' estinguente va indirizzata verso il focolaio con la direzionalità sotto indicata ponendosi ad una distanza di erogazione tale che l'effetto dinamico della scarica trascini la direzione delle fiamme tagliandone l'afflusso dell'ossigeno.
Occorre peraltro fare molta attenzione a non colpire direttamente e violentemente il pelo libero per il possibile sconvolgimento e spargimento del combustibile incendiato oltre i bordi del contenitore.
Se tale situazione venisse creata otterremmo forse l'estensione dell'incendio anziché la restrizione.
Spegnimento di combustibili solidi
Nel caso dei combustibili solidi il comportamento sarà diverso non sussistendo la possibilità di aumentare con troppa facilità le parti in combustione.
L'angolo di impatto ne risulta notevolmente accentuato per migliorare la penetrazione della polvere estinguente all'interno della zona di reazione.
Occorrerà comunque discernere a priori, e con un tentativo iniziale se non si ha la certezza della "pezzatura" e della sua relativa densità di quanto sta bruciando.
L'estintore è uno strumento caricato con pressione interna e la sua azione ha sempre un impatto dinamico che potrebbe esercitare sia nei liquidi che nei solidi effetti di proiezione di parti calde e/o infiammate che potrebbero comunque generare la nascita di ulteriori piccoli focolai capaci di vanificare l'azione di estinzione in atto.
Spegnimento in operazioni complesse
A volte l'azione richiesta risulta più complessa e la direzione del getto del materiale estinguente richiede continue variazioni per raffreddare zone diverse tutte concorrenti alla generazione dell'incendio.
In questi casi solo l'esperienza ed una costante pratica esercitata possono suggerire la migliore condotta da seguire per valorizzare al massimo le caratteristiche dell'estintore in uso.
Nota bene
Il focolaio appena estinto come in figura non deve essere subito abbandonato. Deve essere controllato per un periodo di tempo tale da escludere la riaccensione dello stesso focolaio e possibilmente fino all’arrivo dei Vigili del Fuoco.
Croce Rossa Italiana
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Tutti conoscono la Croce Rossa che è sempre presente là dove c'è bisogno di aiutare, confortare, curare, ma non tutti sanno quanto essa può fare nella protezione civile che è "mentalità", e la mentalità si acquisisce con "l'educazione ai comportamenti"
1. Formazione = conoscenza del rischio = imparare a vincere la paura
2. Esercizio = esercitazioni in previsione di situazioni d'emergenza (es.: evacuazione di una scuola)
3. Imparare ad aiutare = superare l'egoismo e collaborare con equilibrio e metodo.
L'educazione sanitaria e l'educazione al primo soccorso sono tutto questo, ma sono anche saper affrontare le mini-emergenze del quotidiano. Se, per esempio, esce il sangue dal naso, che devo fare? ( si chiama epistassi o rinorragia) Comprimo la narice che sanguina; mi metto seduto a gambe divaricate e chino la testa tra esse, metto ghiaccio o acqua fredda con impacco sulla fronte e sulla nuca. Non faccio nulla di questo se il sangue esce dal naso o dall'orecchio in seguito ad un trauma cranico. Non uso tamponi di cotone emostatico perché si forma un grumo tra cotone e lesione vascolare e quando il tampone viene rimosso riprende l'emorragia (usarlo solo se c'è una fortissima epistassi e quindi dobbiamo ospedalizzare l'infortunato). Inoltre è bene fare defluire il sangue, poiché se ingoiato o se fatto andare in cavità interne provocherebbe altri problemi in quanto si altera.
Se ci troviamo di fronte ad un incidente che coinvolge molte persone chi devo aiutare per primo? Non sempre colui che grida di più è il più grave, può essere il più spaventato, ma io devo sapere valutare chi è realmente colui che ha maggiore bisogno d'aiuto tenendo presente il concetto di gravità e d'urgenza. L'entità dell'urgenza è direttamente proporzionale al pericolo immediato di vita. Bisogna intervenire subito e rapidamente. Vi sono altresÏ casi gravissimi che possono attendere gli aiuti, Ad esempio una sospetta frattura della colonna vertebrale è d'estrema gravità, ma non richiede urgenza assoluta (a condizione che non si muova l'infortunato) e può attendere soccorsi qualificati con attrezzature specifiche. Ma se ci si trova di fronte ad un caso d'asfissia l'intervento deve essere urgentissimo e rapido altrimenti l'infortunato morirà. E gli altri infortunati? Basterà metterli in posizione laterale di sicurezza che permette al soccorritore di poter anche da solo assistere diverse persone.
Scala delle urgenze
1. Estrema urgenza (da rimuovere il più presto possibile)
Asfissia - Arresto cardiocircolatorio - Emorragie arteriose imponenti - Politraumatizzati - Infortunati in coma.
2. Urgenza primaria
Emorragie contenibili - Grave stato di shock - Gravi traumi toracici ed addominali - Gravi ed estese ustioni - Amputazioni e membra sfracellate.
3. Urgenza secondaria
Frattura di colonna vertebrale e bacino - Fratture esposte degli arti - Ferite.
4. Senza urgenza (da rimuovere per ultimi)
Fratture degli arti (non esposte) - Ferite leggere - Escoriazioni - Contusioni - Piccole ustioni superficiali ecc.
Ritornando alla posizione laterale di sicurezza, vediamo come si procede e quali accorgimenti avere (premesso che vi sono diversi metodi d'attuazione, ma noi riteniamo questa la più efficace e la più semplice). E' ovvio che questa posizione si attua quando ci si trova davanti ad una persona che ha perso conoscenza, ma respira (non stò ora ad elencare le cause che determinano l'incoscienza) ed è in terra supina. Vediamo come si fa:
1. iperestendere il capo (testa rovesciata all'indietro) per evitare che la lingua, completamente rilassata, cada all'indietro occludendo le vie respiratorie, cosa che non può avvenire se il capo è messo in modo tale che il mento è rivolto verso l'alto;
2. non togliere nulla, ma slacciare solo ciò che stringe (cintura, colletto, cravatta, ecc.);
3. togliere quello che può essere nella bocca (protesi spostate, denti rotti, caramelle, terra ecc.) mettendo due dita ad uncino facendole scorrere lungo l'interno delle guance;
4. inginocchiarsi di fianco all'infortunato;
5. preparare un appoggio (giacca piegata, borsa, golf ecc.) e metterlo a fianco del capo dell'infortunato, lasciando tra spalla ed appoggio uno spazio per fare defluire eventuale vomito;
6. allungare il braccio della vittima ad angolo retto rispetto al suo corpo, dalla parte del soccorritore col palmo della mano poggiato a terra;
7. piegare sul torace l'altro braccio;
8. flettere il ginocchio della vittima opposto al soccorritore;
9. iperestendere nuovamente il capo (che durante la rotazione si è adagiato sull'appoggio del punto 5) muovendo appoggio e capo insieme;
10. il soccorritore mette le mani una sulla spalla e l'altra sul bacino dell'infortunato, ruotandolo verso di sé fino a fargli poggiare il ginocchio della gamba flessa e la mano del braccio piegato sul petto a terra;
11. per evitare che la gamba flessa possa muoversi, agganciare la punta del piede all'altra gamba (che resta allungata);
12. .se si ha la possibilità, mettere un altro appoggio dietro la schiena;
13. coprire l'infortunato.
E' indifferente ruotare il paziente verso il lato destro o sinistro nella posizione laterale di sicurezza, però vi sono casi in cui è obbligatorio un lato rispetto all'altro. Se, ad esempio, c'è un'otorragia (fuoriuscita di sangue da un orecchio) giro l'infortunato dal lato dell'emorragia poiché il sangue deve poter defluire all'esterno. Se c'è una donna incinta, si dovrà girare sempre dal lato sinistro, perché altrimenti il feto andrà a schiacciare la vena cava ascendente che riporta il sangue venoso al cuore ed ai polmoni, creando quindi problemi d'ossigenazione del sangue. Se mi trovo davanti ad un paziente con una costa rotta o con un polmone che funziona male lo girerò dal lato della lesione poiché, cosÏ facendo, assicurerò al polmone sano di espandersi bene garantendo cosÏ la sua funzione. E' ovvio che il lato menomato comunque funzionerebbe male creando problemi a tutto l'organismo.
Da quanto detto fino ad ora, si può già dedurre come comportarsi e quali errori non si devono mai commettere:
non si mette mai a sedere un incosciente. La testa che cade in avanti impedisce una buona respirazione;
non si lascia mai un incosciente supino, perché può andare in asfissia (lingua che cade sulla retrobocca, sangue, denti rotti, protesi, ecc.);
non si deve mai dare da bere ad un incosciente, né acqua, né tantomeno alcolici od altre bevande (l'incosciente non regola la deglutizione).
Manovra di Heimlich
Se a qualcuno, ad esempio, va di traverso un boccone, una caramella e sta per soffocare (asfissia) come posso salvargli la vita? Come agire per allontanare il corpo estraneo ed aiutarlo a riprendere la respirazione?
.L'asfissia è al primo posto nella scala delle urgenze (estrema urgenza) e sappiamo che l'urgenza è legata in modo direttamente proporzionale al pericolo immediato di vita. Si può tentare di togliere il corpo estraneo dalla bocca, ma a volte esso è già troppo in profondità per riuscirvi. Si ricorre allora alla manovra di Heimlich: il soccorritore in piedi posto alle spalle dell'infortunato (anche esso in piedi e leggermente inclinato in avanti) lo circonda con le braccia e stringe le proprie mani l'una sull'altra, poggiando il pollice piegato sulla "bocca dello stomaco" (là dove termina lo sterno) dando un colpo rapido che stimolerà il diaframma a sollevarsi, "comprimere" i polmoni stimolando l'espulsione del corpo estraneo. La manovra si può ripetere fino a sei volte.
Se facessimo un corso di primo soccorso sapremmo quali sono le varie cause d'asfissia e di conseguenza quali manovre fare fino ad arrivare anche al massaggio cardiaco. Senza arrivare a questi interventi più complessi , dovremmo comunque sapere come comportarci di fronte ad una lipotimia o svenimento, che può essere dovuta ad un insufficiente irrorazione del cervello od ad una cattiva ossigenazione. Il pallore del viso mi dice tutto questo. Basterà allora alzare le gambe perché l'individuo si riprenda. E' una manovra che ognuno di noi può fare anche per se stesso, non appena avverte un senso di vertigine e di perdita di conoscenza. Ci si sdraia per terra appoggiando i piedi su una sedia o alla parete o al muro. .Tutte queste manovre non le farò se il viso dell'infortunato è rosso. Non porto altro sangue al capo. La causa dello svenimento può quindi essere un'altra. Avremo quindi schemi di varie posizioni da far assumere all'infortunato a secondo delle cause del malore.
Le ustioni
Altro argomento di grande importanza è rappresentato dalle ustioni, lesioni locali prodotte da una serie di agenti (calore, elettricità, radiazioni, sostanze chimiche, freddo ecc.), la cui gravità è legata all'estensione della zona colpita, dall'età del soggetto ecc.
Per la profondità si parla di I = II = III grado:
I Grado = eritema (arrossamento della pelle) dolore vivo e bruciante
II Grado = presenza di bolle e vescicole (dette flittene) che non devono essere bucate perché possono diventare ferite infette facili al manifestarsi del tetano. Molto dolorose.
III Grado = pelle carbonizzata (necrosi della parte interessata). Molto grave, ma meno dolorosa delle precedenti perché sono state bruciate e distrutte le terminazioni nervose e quindi non si ha la percezione del dolore a livello celebrale.
Schema di Wallace
.Esiste uno schema per valutare la gravità delle ustioni secondo la "regola del 9" di Wallace.
Cosa fare di fronte ad un ustionato?
Se l'ustione è di I grado, poco estesa, si fanno impacchi di acqua fresca o di ghiaccio (mai tenuto a diretto contatto con l'epidermide, ma isolato da un fazzoletto, da un sacchetto ecc.). Si tiene però sempre per 24h il soggetto sotto osservazione perché potrebbe avere subito un colpo di calore ed avere febbre.
Se l'ustione è di II grado bisogna bagnare la parte interessata sotto acqua fredda corrente o ghiaccio (vedi sopra). Non bucare le bolle, se si dovessero aprire da sole trattare come una ferita (non usare per disinfettare l'alcool) e coprirle poi con garze sterili (si raccomanda di non usare mai il cotone idrofilo, perché lascia peli che veicolano infezioni).
Si dà da bere all'infortunato acqua con un pizzico di sale (sempre se è cosciente), perché l'ustione determina perdita di liquidi.
Per le ustioni di III grado coprire con lenzuola o garze sterili ed ospedalizzare.
Al Pronto Soccorso vanno accompagnati gli infortunati senza avere né paure né ansie. Non possiamo, né dobbiamo MAI sostituirci ai medici. Il nostro è un primo soccorso, non un "pronto" soccorso fatto da medici qualificati, ma certamente possiamo collaborare salvando a volte una vita prima dell'arrivo di un'équipe specializzata.
Perché dunque non conoscere queste ed altre cose importanti per salvare una vita? La C.R.I. indice corsi di "Primo Soccorso" alla popolazione, all'esercito, ecc., ma è soprattutto presente nelle scuole di tutti i gradi, perché crede nello slancio e nell'entusiasmo dei giovani che riescono a manovrare il complesso mondo del volontariato che richiede abnegazione, sacrificio, impegno, energia e tanta tanta buona volontà.
Non pensare che ci sia sempre qualcun altro ad aiutare chi ha bisogno, potrebbe non esserci!!!!!
Fonte: http://www.anvvfvco.it/sicurezza%20domestica.doc
Sito web da visitare: http://www.anvvfvco.it/
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