Corso di grammatica italiana

Corso di grammatica italiana

 

 

 

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Corso di grammatica italiana

Liceo Classico Dante Alighieri

Percorsi di studio:
Classico, Economico-Sociale, Linguistico, Scienze Umane

 

 

SUSSIDIO DI ITALIANO

PER LA PREPARAZIONE AL PRIMO ANNO DI CORSO DI TUTTI GLI INDIRIZZI DI STUDIO


COME USARE QUESTO SUSSIDIO

 

Questo fascicolo non costituisce in alcun modo una trattazione completa e organica della grammatica e sintassi italiana, ma vuole aiutare gli alunni che affronteranno il primo anno nei vari indirizzi liceali a puntualizzare, nelle settimane precedenti l’inizio della scuola, alcuni concetti di analisi della frase italiana necessari per impostare solidamente non solo lo studio del latino o del greco, nei corsi che li prevedono, ma anche delle lingue moderne.
Fondamentali sono soprattutto i concetti trattati nella parte prima, che riguarda il verbo come elemento centrale della frase e in particolare la distinzione fra verbi transitivi e intransitivi, diatesi attiva, passiva e riflessiva, uso degli ausiliari.
Segue una trattazione dei complementi (parte seconda), che presuppone quanto già detto nella parte prima su soggetto, complemento oggetto, complemento di agente e causa efficiente. L’elenco, per maggiore utilità, è quasi completo, ma è opportuno consolidare la conoscenza soprattutto dei complementi diretti (1.1.; 1.2.; 2. 1.; 2. 2.) e dei principali indiretti (2. 3.), lasciando i restanti (elencati in ordine alfabetico a 2. 4.) come approfondimento successivo.
E’ inoltre fondamentale (parte terza) l’acquisizione del concetto di coordinazione e subordinazione esplicita ed implicita (3.1.) e la focalizzazione dei tre gruppi fondamentali di subordinate (3. 2.).
Anche in questo caso, passando all’elenco specifico delle proposizioni, sarà bene concentrarsi sulle subordinate più importanti (soggettive ed oggettive, interrogative indirette, causali, finali, temporali, condizionali), in particolare sulle forme esplicite e sulle principali congiunzioni che  le introducono, riservando le altre subordinate ad un approfondimento successivo.
Al termine è collocata (parte quarta) un’appendice di ortografia e punteggiatura. Particolarmente importante è il ripasso ortografico, come premessa per una scrittura formalmente corretta. Della sezione di punteggiatura è da leggere con attenzione  la precisazione sull’uso delle virgole.
Tutte le quattro sezioni sono concluse da esercizi, che potranno liberamente essere svolti dagli studenti. Chiaramente le frasi da analizzare, costruite in modo talora artificioso, non hanno alcun valore né stilistico né tantomeno contenutistico, ma sono solo una palestra per l’analisi logica e del periodo.
Prima dell’inizio dell’attività didattica sarà pubblicata sul sito del Liceo Alighieri una correzione.

G.G.

PARTE PRIMA

 

    • 1. IL VERBO E I SUOI ARGOMENTI

Fondamento di qualsiasi enunciato è il VERBO, cioè, il PREDICATO, quella parte del discorso che esprime il nucleo centrale.
Il predicato è a sua volta riferito ad un nome (o altro equivalente) che funge da SOGGETTO (se vogliamo, “il protagonista” del verbo).
Paolo  ride.
In questo enunciato io attribuisco così a Paolo (cioè al soggetto) il ridere (cioè il predicato).
A parte alcuni verbi totalmente impersonali, che esprimono in genere eventi atmosferici (“Piove.”, “Nevicava.”), e alle forme in terza persona singolare con la particella si (Con la nebbia non si vede), TUTTI I VERBI IN FORMA ESPLICITA PREVEDONO UN SOGGETTO, che può essere espresso o anche sottointeso: il soggetto sottointeso è particolarmente frequente quando si tratta di un pronome di prima e seconda persona singolare e plurale, facilmente comprensibile dal  solo verbo (mangio io, ridete voi).
Il soggetto non è introdotto da alcuna preposizione, ma solo, eventualmente, dall’articolo, determinativo, indeterminativo e partitivo.1
Il soggetto può essere un nome (Paola ride), un pronome (Questo non piace; Qualcuno ha urlato), un verbo all’infinito (Sperare aiuta) o anche una proposizione intera, cioè un enunciato che ha a sua volta un verbo e un soggetto. Si parla in questo caso di PROPOSIZIONE SOGGETTIVA.
E’ nota la tua fedeltà (soggetto).
E’ noto che tu sei fedele (proposizione soggettiva che funge da soggetto di “è noto”: al suo interno abbiamo un verbo “sei” che ha come soggetto “tu”).

Se tutti i verbi in genere prevedono un soggetto, solo alcuni possono reggere il COMPLEMENTO OGGETTO, altro elemento basilare della frase, che corrisponde ad un nome (o equivalente) su cui cade direttamente l’azione del soggetto espressa dal verbo = Io conosco Luisa; Stefano ha comprato un panino; Non lo vediamo.2
Il complemento oggetto, usualmente posto in italiano dopo il verbo (fatta eccezione per le particelle pronominali), non è introdotto da alcuna preposizione, ma solo, a volte, dall’articolo, determinativo, indeterminativo e partitivo3.



1 Nella frase “Vengono degli amici” “degli”, che introduce il soggetto, non è preposizione articolata, ma articolo partitivo, che indica quantità generica (= ”alcuni amici”).
2 Di solito si dice che il complemento oggetto “risponde” alla domanda “Chi? Che cosa?”, ma in questo modo è facile confondere il complemento oggetto con il soggetto. Nella frase “Arriva mia zia”, “mia zia” (anche se “risponde” alla domanda “Chi arriva?”) è il soggetto del verbo, non il complemento oggetto (che il verbo “arrivare” non può reggere, essendo intransitivo). In sostanza prima di cercare il complemento oggetto bisogna sempre identificare il soggetto.
3 Nelle frasi “Giorgio ha comprato del pane” e “Ho incontrato degli amici” “del” e “degli” non sono preposizione articolate, ma articoli partitivi, che indicano quantità generica (= ”un po’ di pane” “alcuni amici”); possono quindi introdurre il complemento oggetto.


Il complemento oggetto può essere un nome (Noi amiamo Paola), un pronome  (Giorgio non sapeva questo; Io non lo apprezzo; Non conosco nessuno), un verbo all’infinito (Desideriamo pagare) o anche una proposizione intera, cioè un enunciato che ha a sua volta un verbo e un soggetto. Si parla in questo caso di PROPOSIZIONE OGGETTIVA.
Conosciamo la tua fedeltà (oggetto)
Conosciamo che tu sei fedele (proposizione oggettiva che funge da oggetto di “conosciamo”: al suo interno abbiamo un verbo “sei” che ha come soggetto proprio “tu”)

Non tutti i verbi possono reggere il complemento oggetto. Ad esempio non posso dire “Io nuoto qualcuno o qualche cosa”.

I  verbi  che  possono  reggere  il  complemento  oggetto  si  chiamano  TRANSITIVI  (ad    es.

chiamare, dire, fare, toccare, lodare, ecc.)
I verbi che non possono reggere il complemento oggetto si chiamano INTRANSITIVI (ad esempio camminare, morire, appartenere, aderire, diventare, sembrare, ecc.).

 

2. LA DIATESI

 

Con il termine di diatesi (in greco “disposizione”), indichiamo la tipologia dell’azione che una forma verbale esprime, e in particolare la relazione che ha con il soggetto.

  • L’azione può essere compiuta dal soggetto grammaticale del verbo, e parliamo in questo caso di DIATESI ATTIVA.

Tutti i verbi possono avere diatesi attiva: sia quelli transitivi (Giorgio lava la macchina) sia quelli intransitivi (Luisa nuota.)

  • Oppure l’azione può essere compiuta dal soggetto del verbo in relazione a se stesso, e allora parliamo di DIATESI RIFLESSIVA. Essa prevede l’impiego, prima del verbo, di un pronome atono riflessivo (particella pronominale), cioè riferito al soggetto, in funzione di complemento oggetto (riflessivo diretto) o complemento di termine (riflessivo indiretto),

Giorgio si lava (= “lava se stesso”, complemento oggetto=riflessivo diretto). Giorgio si lava le  mani
(= “lava a se stesso le mani”, complemento di termine=riflessivo indiretto)
Alcuni verbi, in genere intransitivi, detti pronominali, hanno forma ma non significato riflessivo: ad esempio “Io mi pento” non vuol dire “Io pento me stesso”, ma il pronome è richiesto sempre, in tutte le sue forme dal verbo pentirsi (non esiste sul vocabolario il verbo “pentire” senza pronome riflessivo).4
3) Oppure l’azione può essere subita dal soggetto del verbo, e allora parliamo di DIATESI PASSIVA
La macchina è lavata da Giorgio. I panni sono asciugati dal vento.



4 Alcuni verbi, come ricordare / ricordarsi, e dimenticare / dimenticarsi possono avere sia forma attiva sia forma pronominale (Io ricordo qualcosa, Io mi ricordo di qualcosa: in quest’ultimo caso “mi” non vuol dire  “a me”)


La diatesi passiva implica sempre, sottinteso oppure esplicitato, un riferimento a colui o ciò che compie realmente l’azione subita dal soggetto. Si tratta del cosiddetto COMPLEMENTO DI  AGENTE, quando ad agire è un essere animato (uomo o animale: “da Giorgio”), o DI CAUSA EFFICIENTE quando ad agire è una forza non vivente (“dal vento”). Questi due complementi  sono sempre introdotti dalla preposizione semplice o articolata “da”.

IMPORTANTE: Il complemento di agente o causa efficiente di una frase con verbo passivo corrisponde al soggetto della corrispondente frase con verbo attivo, mentre il soggetto del verbo passivo corrisponde al complemento oggetto del corrispondente verbo attivo.

 

ATTIVA

 

Soggetto

Verbo attivo

Complemento oggetto

Giorgio

lava

la macchina

 

La macchina

è lavata

da Giorgio

Soggetto

Verbo passivo

Complemento di agente

 

PASSIVA

 

Questo ci fa capire un concetto fondamentale: SOLO I VERBI TRANSITIVI POSSONO AVERE FORMA PASSIVA, perché se un verbo non può reggere il complemento oggetto nella forma attiva, mancherebbe del soggetto in quella passiva.

 

3. L’USO DEGLI AUSILIARI

 

Alcuni tempi dei verbi in diatesi attiva e riflessiva e pressoché tutti i tempi dei verbi in diatesi passiva si formano con il participio passato preceduto dall’ausiliare, cioè il “verbo aiutante” avere o essere, che forma un unico predicato con il participio.
Per comprendere il funzionamento dell’ausiliare nei verbi bisogna imparare a memoria questo schema e in particolare la corrispondenza fra tempi composti e tempi semplici.


TEMPI SEMPLICI                                                 TEMPI COMPOSTI

 

 

Presente

INDICATIVO

 

Passato prossimo

Imperfetto
Passato remoto Futuro semplice

 

Trapassato prossimo
Trapassato remoto Futuro anteriore

 

CONGIUNTIVO

 

Presente
Imperfetto

 

Passato
Trapassato

 

CONDIZIONALE

 

Presente

 

Passato

 

IMPERATIVO
Presente

GERUNDIO
Presente                                                                   Passato

 

PARTICIPIO
Presente                                                                  
Passato5                                                                                                                                       

INFINITO
Presente                                                                   Passato

Vediamo ora in dettaglio quali ausiliari si usano nelle tre diatesi e in che tempi verbali:

 

  • VERBI IN FORMA ATTIVA (TRANSITIVI ED INTRANSITIVI) I tempi semplici non usano ausiliari.

    5 In alcune grammatiche italiane il participio passato anche nei verbi transitivi è presentato come attivo, mentre per il passivo è indicata una forma con l’ausiliare “stato”. Ad esempio “mangiato” sarebbe attivo e “stato mangiato” passivo. Ma quest’ultima forma non è di fatto mai usata in italiano da sola, mentre “mangiato” si usa di regola con significato passivo (es. “Il dolce, mangiato rapidamente, provocò un’indigestione”). E’ meglio quindi considerare il participio passato semplice come di significato passivo nei verbi transitivi (es. “ mangiato” che è stato mangiato), di significato attivo in quelli intransitivi (es. “arrivato” che è arrivato).

I tempi composti usano l’ausiliare nel corrispondente tempo semplice + il participio passato del verbo. In pratica, dopo aver individuato il tempo composto nella colonna a destra,  l’ausiliare sarà nella stessa riga della colonna a sinistra.
Ricorda: I verbi transitivi in forma attiva hanno sempre l’ausiliare avere (perché usano l’ausiliare essere per formare il passivo e i tempi composti della forma riflessiva) mentre i verbi intransitivi (che non possono avere mai forma passiva) hanno alcuni l’ausiliare avere (ad esempio dormire, nuotare, aderire) altri l’ausiliare essere (ad esempio arrivare, diventare, sembrare, rimanere).

  • VERBI IN FORMA RIFLESSIVA

I tempi semplici dei verbi in forma riflessiva, compresi i verbi pronominali, non vogliono ausiliare.

I tempi composti si formano con l’ausiliare essere nel corrispondente tempo semplice + il participio passato del verbo.
La particella pronominale riflessiva (= pronome riflessivo in forma debole o atona: mi, ti, si, ci,
vi) si colloca:

  • separata prima del verbo nei modi indicativo, congiuntivo e condizionale, e nella 3ª singolare e plurale dell’imperativo. Nei tempi composti precede l’ausiliare.

ti guardi; mi sarei guardato; si guardino!

  • legata alla fine del verbo negli altri modi (imperativo, infinito, participio, gerundio). Nei tempi composti si lega all’ausiliare.


 

 guardati; guardatomi; essersi guardato.


  • VERBI IN FORMA PASSIVA

Tutti i tempi (semplici6 o composti) dei verbi transitivi in forma passiva si formano con l’ausiliare essere nello stesso tempo + il participio passato del verbo. Solo nei tempi semplici l’ausiliare essere si può sostituire con venire.


 

Quindi:

L’ausiliare avere serve per formare:

i tempi composti di tutti i verbi transitivi in forma attiva

  • i tempi composti di alcuni verbi intransitivi.

L’ausiliare essere serve per formare

i tempi composti di tutti i verbi transitivi in forma riflessiva e di tutti i verbi pronominali

  • i tempi composti di alcuni verbi intransitivi
  • i tempi semplici e i tempi composti di tutti i verbi transitivi in forma passiva.

I verbi in forma passiva hanno sempre l’ausiliare essere + participio passato, quindi sono formati da 2 o 3 parole. L’unica eccezione è il participio passato, formato da una sola parola, senza ausiliare (lodato, mangiato, ecc.). I verbi formati da tre parole sono sempre passivi.

SCHEMA RIASSUNTIVO

 

TEMPI SEMPLICI

TEMPI COMPOSTI

verbi transitivi in forma attiva

non vogliono ausiliare

ausiliare avere nel corrispondente tempo semplice
+ il participio passato del verbo

verbi intransitivi (hanno solo la forma attiva)

non vogliono ausiliare

ausiliare avere o essere nel corrispondente tempo semplice
+ il participio passato del verbo

verbi transitivi
in forma riflessiva e verbi pronominali

non vogliono ausiliare

ausiliare essere nel corrispondente tempo semplice
+ il participio passato del verbo

verbi transitivi in forma passiva

ausiliare essere
nello stesso tempo semplice
+ il participio passato del verbo

ausiliare essere
nello stesso tempo composto
+ il participio passato del verbo



6 Manteniamo per praticità anche nel passivo la dicitura “ tempi semplici” e “tempi composti”, anche se sarebbe meglio dire “con ausiliare semplice” e “con ausiliare composto”, visto che tutte le forme della diatesi passiva richiedono l’ausiliare.


TABELLE DELLE CONIUGAZIONI

ESSERE
INDICATIVO                                                                           CONGIUNTIVO
PRESENTE                        PASSATO PROSSIMO             PRESENTE                   PASSATO
io sono                               io sono stato                              che io sia                       che io sia stato tu sei                                       tu sei stato                                  che tu sia                      che tu sia stato
egli è                                  egli è stato                                  che egli sia                   che egli sia stato noi siamo                                 noi siamo stati                           che noi siamo              che noi siamo stati voi siete                             voi siete stati                             che voi siate                 che voi siate stati essi sono                                   essi sono stati                            che essi siano               che essi siano stati

IMPERFETTO                   TRAPASSATO PROSSIMO    IMPERFETTO               TRAPASSATO
io ero                                 io ero stato                                 che io fossi                   che io fossi stato
tu eri                                  tu eri stato                                  che tu fossi                   che tu fossi stato egli era                                      egli era stato                              che egli fosse               che egli fosse stato noi eravamo                            noi eravamo stati                      che noi fossimo           che noi fossimo stati voi eravate                        voi eravate stati                        che voi foste                 che voi foste stati essi erano                                 essi erano stati                           che essi fossero            che essi fossero stati


PASSATO REMOTO       TRAPASSATO REMOTO
io fui                                  io fui stato
tu fosti                               tu fosti stato
egli fu                                egli fu stato
noi fummo                        noi fummo stati
voi foste                            voi foste stati
essi furono                        essi furono stati


CONDIZIONALE


FUTURO SEMPLICE       FUTURO ANTERIORE            PRESENTE                   PASSATO
io sarò                                io sarò stato                               io sarei                          io sarei stato tu sarai                                   tu sarai stato                              tu saresti                       tu saresti stato
egli sarà                             egli sarà stato                            egli sarebbe                 egli sarebbe stato noi saremo                              noi saremo stati                        noi saremmo               noi saremmo stati voi sarete                                 voi sarete stati                           voi sareste                    voi sareste stati essi saranno                             essi saranno stati                       essi sarebbero              essi sarebbero stati

IMPERATIVO                                                                                 INFINITO
PRESENTE                                                                             PRESENTE                   PASSATO
--------                                                                                      essere                            essere stato
sii tu
sia egli                                                                                                                               PARTICIPIO
siamo noi                                                                               PRESENTE                   PASSATO
siate voi                                                                                 (essente)                       (stato o essente stato)
siano essi                                                                               rarissimo                        usato solo nei composti
GERUNDIO
PRESENTE                   PASSATO
essendo                         essendo stato


AVERE
INDICATIVO                                                                             CONGIUNTIVO
PRESENTE                                  PASSATO PROSSIMO            PRESENTE               PASSATO
io ho                                             io ho avuto                                che io abbia             che io abbia avuto
tu hai                                            tu hai avuto                              che tu abbia             che tu abbia avuto
egli ha                                          egli ha avuto                             che egli abbia          che egli abbia avuto noi abbiamo                                      noi abbiamo avuto                  che noi abbiamo     che noi abbiamo avuto voi avete                                      voi avete avuto                        che voi abbiate       che voi abbiate avuto essi hanno                                           essi hanno avuto                      che essi abbiano     che essi abbiano avuto

IMPERFETTO                             TRAPASSATO PROSSIMO   IMPERFETTO         TRAPASSATO
io avevo                                       io avevo avuto                         che io avessi            che io avessi avuto
tu avevi                                       tu avevi avuto                          che tu avessi            che tu avessi avuto
egli aveva                                    egli aveva avuto                      che egli avesse        che egli avesse avuto noi avevamo                                     noi avevamo avuto                 che noi avessimo    che noi avessimo avuto voi avevate                                 voi avevate avuto                    che voi aveste         che voi aveste avuto essi avevano                                       essi avevano avuto                  che essi avessero    che essi avessero avuto


PASSATO REMOTO                  TRAPASSATO REMOTO
io ebbi                                          io ebbi avuto
tu avesti                                       tu avesti avuto
egli ebbe                                      egli ebbe avuto
noi avemmo                               noi avemmo avuto
voi aveste                                    voi aveste avuto
essi ebbero                                  essi ebbero avuto


CONDIZIONALE


FUTURO SEMPLICE                 FUTURO ANTERIORE           PRESENTE               PASSATO
io avrò                                         io avrò avuto                            io avrei                     io avrei avuto
tu avrai                                        tu avrai avuto                           tu avresti                 tu avresti avuto
egli avrà                                      egli avrà avuto                         egli avrebbe            egli avrebbe avuto noi avremo                                        noi avremo avuto                    noi avremmo          noi avremmo avuto voi avrete                                           voi avrete avuto                       voi avreste               voi avreste avuto essi avranno                                       essi avranno avuto                  essi avrebbero        essi avrebbero avuto

IMPERATIVO                                                                                   INFINITO
PRESENTE                                                                                      PRESENTE               PASSATO
--------                                                                                               avere                        avere avuto
abbi tu
abbia egli                                                                                                                                 PARTICIPIO
abbiamo noi                                                                                   PRESENTE               PASSATO
abbiate voi                                                                                      avente                      (avuto)
abbiano essi                                                                                                                      usato solo nei composti
GERUNDIO
PRESENTE               PASSATO
avendo                     avendo avuto


AMARE

      1. CONIUGAZIONE DIATESI ATTIVA

 

PRESENTE

INDICATIVO
PASSATO PROSSIMO

 

PRESENTE

CONGIUNTIVO
PASSATO

io amo

io ho amato

che io ami

che io abbia amato

tu ami

tu hai amato

che tu ami

che tu abbia amato

egli ama

egli ha amato

che egli ami

che egli abbia amato

noi amiamo

noi abbiamo amato

che noi amiamo

che noi abbiamo amato

voi amate

voi avete amato

che voi amiate

che voi abbiate amato

essi amano

essi hanno amato

che essi amino

che essi abbiano amato

IMPERFETTO

TRAPASSATO PROSSIMO

IMPERFETTO

TRAPASSATO

io amavo

io avevo amato

che io amassi

che io avessi amato

tu amavi

tu avevi amato

che tu amassi

che tu avessi amato

egli amava

egli aveva amato

che egli amasse

che egli avesse amato

noi amavamo

noi avevamo amato

che noi amassimo

che noi avessimo amato

voi amavate

voi avevate amato

che voi amaste

che voi aveste amato

essi amavano

essi avevano amato

che essi amassero

che essi avessero amato


PASSATO REMOTO  TRAPASSATO REMOTO
io amai                          io ebbi amato
tu amasti                      tu avesti amato
egli amò                       egli ebbe amato
noi amammo               noi avemmo amato
voi amaste                    voi aveste amato
essi amarono               essi ebbero amato

FUTURO


CONDIZIONALE


SEMPLICE


FUTURO ANTERIORE                          PRESENTE                      PASSATO


io amerò                       io avrò amato                                          io amerei                         io avrei amato
tu amerai                      tu avrai amato                                         tu ameresti                      tu avresti amato
egli amerà                    egli avrà amato                                       egli amerebbe                egli avrebbe amato noi ameremo                      noi avremo amato                                  noi ameremmo              noi avremmo amato voi amerete                        voi avrete amato                                     voi amereste                   voi avreste amato essi ameranno                     essi avranno amato                                 essi amerebbero             essi avrebbero amato

IMPERATIVO                                                                                         INFINITO


PRESENTE

PRESENTE

PASSATO

--------

amare

avere amato

ama tu

 

 

ami egli

 

PARTICIPIO

amiamo noi

PRESENTE

PASSATO

amate voi

amante

(amato)

amino essi

 

con valore passivo nei verbi transitivi

GERUNDIO
PRESENTE                      PASSATO
amando                           avendo amato


TEMERE

      1. CONIUGAZIONE DIATESI ATTIVA

INDICATIVO                                                                                     CONGIUNTIVO
PRESENTE                           PASSATO PROSSIMO                  PRESENTE                              PASSATO
io temo                                 io ho temuto                                   che io tema                             che io abbia temuto tu temi                                      tu hai temuto                                 che tu tema                             che tu abbia temuto egli teme                              egli ha temuto                                che egli tema                          che egli abbia temuto
noi temiamo                        noi abbiamo temuto                     che noi temiamo                    che noi abbiamo temuto voi temete                            voi avete temuto                           che voi temiate                      che voi abbiate temuto essi temono                         essi hanno temuto                         che essi temano                      che essi abbiano temuto

IMPERFETTO                      TRAPASSATO PROSSIMO          IMPERFETTO                         TRAPASSATO
io temevo                             io avevo temuto                            che io temessi                         che io avessi temuto tu temevi                                  tu avevi temuto                             che tu temessi                        che tu avessi temuto egli temeva                          egli aveva temuto                         che egli temesse                     che egli avesse temuto
noi temevamo                     noi avevamo temuto                    che noi temessimo                che noi avessimo temuto voi temevate                       voi avevate temuto                       che voi temeste                      che voi aveste temuto essi temevano                             essi avevano temuto                     che essi temessero                 che essi avessero temuto

PASSATO REMOTO          TRAPASSATO REMOTO
io temetti, temei                 io ebbi temuto
tu temesti                             tu avesti temuto
egli temette, temé               egli ebbe temuto
noi tememmo                     noi avemmo temuto
voi temeste                          voi aveste temuto essi temettero, temerono   essi ebbero temuto
CONDIZIONALE


FUTURO SEMPLICE
io temerò

FUTURO ANTERIORE
io avrò temuto

PRESENTE
io temerei

PASSATO
io avrei temuto

tu temerai

tu avrai temuto

tu temeresti

tu avresti temuto

egli temerà

egli avrà temuto

egli temerebbe

egli avrebbe temuto

noi temeremo

noi avremo temuto

noi temeremmo

noi avremmo temuto

voi temerete

voi avrete temuto

voi temereste

voi avreste temuto

essi temeranno

essi avranno temuto

essi temerebbero

essi avrebbero temuto

 

PRESENTE

IMPERATIVO

 

PRESENTE

INFINITO
PASSATO

--------
temi tu tema egli

 

temere

avere temuto

PARTICIPIO

temiamo noi temete voi temano essi

 

PRESENTE
temente

 

PRESENTE
temendo

PASSATO
(temuto)
con valore passivo nei verbi transitivi
GERUNDIO
PASSATO
avendo temuto


SENTIRE

      1. CONIUGAZIONE DIATESI ATTIVA

INDICATIVO                                                                                       CONGIUNTIVO
PRESENTE                       PASSATO PROSSIMO                    PRESENTE                                     PASSATO
io sento                            io ho sentito                                      che io senta                                    che io abbia sentito tu senti                                  tu hai sentito                                    che tu senta                                   che tu abbia sentito egli sente                         egli ha sentito                                   che egli senta                                che egli abbia sentito
noi sentiamo                   noi abbiamo sentito                        che noi sentiamo                          che noi abbiamo sentito voi sentite                        voi avete sentito                              che voi sentiate                             che voi abbiate sentito essi sentono                     essi hanno sentito                            che essi sentano                            che essi abbiano sentito

IMPERFETTO                  TRAPASSATO PROSSIMO            IMPERFETTO                                TRAPASSATO
io sentivo                         io avevo sentito                               che io sentissi                                che io avessi sentito tu sentivi                              tu avevi sentito                                che tu sentissi                               che tu avessi sentito egli sentiva                      egli aveva sentito                            che egli sentisse                            che egli avesse sentito
noi sentivamo                 noi avevamo sentito                       che noi sentissimo                       che noi avessimo sentito voi sentivate                   voi avevate sentito                          che voi sentiste                             che voi aveste sentito essi sentivano                         essi avevano sentito                        che essi sentissero                        che essi avessero sentito


PASSATO REMOTO      TRAPASSATO REMOTO
io sentii                            io ebbi sentito
tu sentisti                         tu avesti sentito
egli sentì                          egli ebbe sentito
noi sentimmo                 noi avemmo sentito
voi sentiste                      voi aveste sentito
essi sentirono                  essi ebbero sentito


CONDIZIONALE


FUTURO SEMPLICE     FUTURO ANTERIORE                   PRESENTE                                     PASSATO
io sentirò                         io avrò sentito                                  io sentirei                                      io avrei sentito tu sentirai                             tu avrai sentito                                 tu sentiresti                                   tu avresti sentito
egli sentirà                      egli avrà sentito                               egli sentirebbe                              egli avrebbe sentito noi sentiremo                 noi avremo sentito                          noi sentiremmo                            noi avremmo sentito voi sentirete                    voi avrete sentito                             voi sentireste                                voi avreste sentito essi sentiranno                       essi avranno sentito                        essi sentirebbero                          essi avrebbero sentito

IMPERATIVO                                                                                             INFINITO
PRESENTE                                                                                  PRESENTE                                     PASSATO
--------                                                                                           sentire                                            avere sentito
senti tu
senta egli                                                                                                                                         PARTICIPIO


sentiamo noi

PRESENTE

PASSATO

sentite voi

sentente (senziente)

(sentito)

sentano essi

 

con valore passivo nei verbi transitivi

 

 

GERUNDIO

 

PRESENTE

PASSATO

 

sentendo

avendo sentito


AMARE
I CONIUGAZIONE DIATESI RIFLESSIVA
Il riflessivo delle altre coniugazioni segue lo stesso schema
INDICATIVO                                                                                     CONGIUNTIVO
PRESENTE                        PASSATO PROSSIMO              PRESENTE                  PASSATO
io mi amo                          io mi sono amato                      che io mi ami              che io mi sia amato tu ti ami                                 tu ti sei amato                            che tu ti ami               che tu ti sia amato egli si ama                         egli si è amato                            che egli si ami            che egli si sia amato
noi ci amiamo                  noi ci siamo amati                    che noi ci amiamo     che noi ci siamo amati voi vi amate                      voi vi siete amati                       che voi vi amiate       che voi vi siate amati essi si amano                    essi si sono amati                      che essi si amino        che essi si siano amati

IMPERFETTO                   TRAPASSATO PROSSIMO     IMPERFETTO             TRAPASSATO
io mi amavo                     io mi ero amato                         che io mi amassi        che io mi fossi amato tu ti amavi                             tu ti eri amato                            che tu ti amassi          che tu ti fossi amato egli si amava                            egli si era amato                        che egli si amasse      che egli si fosse amato
noi ci amavamo               noi ci eravamo amati               che noi ci amassimo  che noi ci fossimo amati voi vi amavate                 voi vi eravate amati                  che voi vi amaste       che voi vi foste amati essi si amavano                       essi si erano amati                    che essi si amassero   che essi si fossero amati


PASSATO REMOTO       TRAPASSATO REMOTO
io mi amai                         io mi fui amato
tu ti amasti                        tu ti fosti amato
egli si amò                        egli si fu amato
noi ci amammo                noi ci fummo amati
voi vi amaste                    voi vi foste amati
essi si amarono                essi si furono amati


 

 

 

 

CONDIZIONALE


FUTURO SEMPLICE

FUTURO ANTERIORE

PRESENTE

PASSATO

io mi amerò

io mi sarò amato

io mi amerei

io mi sarei amato

tu ti amerai

tu ti sarai amato

tu ti ameresti

tu ti saresti amato

egli si amerà

egli si sarà amato

egli si amerebbe

egli si sarebbe amato

noi ci ameremo

noi ci saremo amati

noi ci ameremmo

noi ci saremmo amati

voi vi amerete

voi vi sarete amati

voi vi amereste

voi vi sareste amati

essi si ameranno

essi si saranno amati

essi si amerebbero

essi si sarebbero amati

IMPERATIVO                                                                                           INFINITO
PRESENTE                                                                             PRESENTE                  PASSATO
--------                                                                                      amarsi                         essersi amato
àmati
si ami                                                                                                                                           PARTICIPIO
amiamoci                                                                               PRESENTE
amatevi                                                                                  (amantesi)                   amatosi
si amino
GERUNDIO
PRESENTE                  PASSATO
amandosi                    essendosi amato


AMARE
I CONIUGAZIONE DIATESI PASSIVA
Il passivo delle altre coniugazioni segue lo stesso schema
INDICATIVO                                                                                     CONGIUNTIVO
PRESENTE                    PASSATO PROSSIMO                    PRESENTE                      PASSATO
io sono amato               io sono stato amato                         che io sia amato             che io sia stato amato tu sei amato                       tu sei stato amato                            che tu sia amato            che tu sia stato amato egli è amato                  egli è stato amato                            che egli sia amato          che egli sia stato amato
noi siamo amati           noi siamo stati amati                      che noi siamo amati      che noi siamo stati amati voi siete amati              voi siete stati amati                         che voi siate amati        che voi siate stati amati essi sono amati             essi sono stati amati                       che essi siano amati      che essi siano stati amati

IMPERFETTO               TRAPASSATO PROSSIMO           IMPERFETTO                 TRAPASSATO
io ero amato                 io ero stato amato                           che io fossi amato          che io fossi stato amato tu eri amato                       tu eri stato amato                            che tu fossi amato         che tu fossi stato amato egli era amato                      egli era stato amato                        che egli fosse amato      che egli fosse stato amato
noi eravamo amati      noi eravamo stati amati                 che noi fossimo amati   che noi fossimo stati amati voi eravate amati         voi eravate stati amati                    che voi foste amati        che voi foste stati amati essi erano amati                  essi erano stati amati                      che essi fossero amati   che essi fossero stati amati

PASSATO REMOTO  TRAPASSATO REMOTO
io fui amato                  io fui stato amato
tu fosti amato               tu fosti stato amato
egli fu amato                egli fu stato amato  noi fummo amati               noi fummo stati amati voi foste amati             voi foste stati amati essi furono amati                essi furono stati amati

CONDIZIONALE
FUTURO SEMPLICE  FUTURO ANTERIORE                  PRESENTE                      PASSATO
io sarò amato                io sarò stato amato                          io sarei amato                io sarei stato amato tu sarai amato                   tu sarai stato amato                        tu saresti amato             tu saresti stato amato
egli sarà amato             egli sarà stato amato                       egli sarebbe amato        egli sarebbe stato amato noi saremo amati         noi saremo stati amati                    noi saremmo amati       noi saremmo stati amati voi sarete amati           voi sarete stati amati                      voi sareste amati           voi sareste stati amati essi saranno amati              essi saranno stati amati                  essi sarebbero amati     essi sarebbero stati amati

IMPERATIVO                                                                                           INFINITO
PRESENTE                                                                               PRESENTE                      PASSATO
--------                                                                                        essere amato                  essere stato amato
sii amato tu
sia amato egli                                                                                                                              PARTICIPIO
siamo amati noi                                                                                                               PASSATO
Siate amati voi                                                                                                                  amato
siano amati essi                                                                                                                con valore attivo nei verbi intransitivi (arrivato)
GERUNDIO
PRESENTE                      PASSATO
essendo amato               essendo stato amato


ATTENZIONE: Non bisogna confondere i tempi composti dei verbi intransitivi che hanno come ausiliare essere e i tempi composti dei verbi in diatesi riflessiva con i tempi semplici dei verbi transitivi in diatesi passiva!
Prendiamo tre forme apparentemente simili:
Sono apparso Sono ascoltato Mi sono ascoltato
Per distinguere le prime due forme, in cui manca la particelle riflessiva. è  fondamentale identificare prima il verbo come transitivo o intransitivo: basta sostituire l’ausiliare essere con il verbo venire, possibile solo se il verbo è transitivo (venire ascoltato) ma non se è intransitivo (“venire apparso”).
Se quindi il verbo apparire è intransitivo si tratterà di una forma composta attiva e il tempo sarà quello composto relativo al tempo semplice dell’ausiliare:
sono = indicativo presente forma composta corrispondente: indicativo passato prossimo
Quindi Sono apparso = indicativo passato prossimo di apparire.
Se invece il verbo è transitivo (ascoltare) sarà in diatesi passiva e il tempo sarà lo stesso dell’ausiliare.
Sono = indicativo presente
Quindi Sono ascoltato = indicativo presente passivo di ascoltare
Se il verbo, transitivo o intransitivo, presenta una diatesi riflessiva, riconoscibile dal fatto che il pronome atono ha la stessa persona del soggetto e del verbo (Mi: pronome di 1ª persona singolare, corrispondente al soggetto sottointeso Io di sono ascoltato) allora esso si comporta, nell’uso degli ausiliari, esattamente come i verbi intransitivi. Quindi devo individuare il tempo dell’ausiliare e poi il suo corrispettivo tempo composto
sono = indicativo presente forma composta corrispondente: indicativo passato prossimo
Quindi Mi sono ascoltato = indicativo passato prossimo riflessivo di ascoltare .

 

 

1. 5. LE FUNZIONI DI ESSERE E AVERE

Il verbo essere ha in italiano varie funzioni:

In tutti i tempi:

  • copula di un predicato nominale (Vedi 2. 1.).

La giornata è bellissima.

  • predicato verbale intransitivo (= stare, esistere)

La situazione è in mia mano.

ausiliare dei verbi transitivi in diatesi passiva.

E’ stato catturato il rapinatore.

Solo nei tempi semplici

  • ausiliare dei tempi composti di alcuni verbi intransitivi

E’ arrivato il momento decisivo.

ausiliare dei tempi composti di tutti i verbi in diatesi riflessiva.

Mi sono liberato da un impegno gravoso.


Anche il verbo avere ha in italiano più funzioni:

In tutti i tempi

  • predicato verbale (= possedere)7 Ho una bella casa.

Solo nei tempi semplici

  • ausiliare dei tempi composti di tutti i verbi transitivi in diatesi attiva e di alcuni verbi intransitivi

Ho ascoltato questa canzone.
Ho aderito alla protesta.

 

6. I VERBI SERVILI E FRASEOLOGICI

I verbi potere, dovere e volere, detti verbi servili, si legano strettamente all’infinito che dipende da essi, costituendo un unico predicato.
Non potevate scrivermi? Voglio comprare un computer. Dovevamo informarci meglio.
Anche altri verbi, detti fraseologici, si uniscono ad altri in infinito con preposizione, ma anche  in gerundio, per costruire un unico predicato, esprimendo ad esempio l’avvio, la continuazione, la conclusione di un’azione. Esempi di espressioni fraseologiche sono iniziare a, mettersi a, continuare a, stare a, finire di + infinito, o stare + gerundio.
Essi iniziavano a stancarsi. Egli continuò a sorridere. Tutti stavano dormendo. Egli smise di piangere.

 

7. USO DELLA PARTICELLA SI

 

Una funzione molto importante nel determinare la diatesi dei verbi è rivestita dalla particella si, che può avere valore riflessivo (cioè determina un’azione che ha come oggetto o complemento  di termine il soggetto stesso), riflessivo reciproco (esprime cioè un’azione scambiata fra due soggetti, con valore sempre di oggetto o complemento di termine), riflessivo apparente (nei verbi pronominali, che richiedono obbligatoriamente la particella riflessiva, pur  senza esprimere reale valore riflessivo), oppure può servire a rendere impersonale o passivo il significato del verbo stesso. In tutti questi casi il verbo è sempre alla terza persona singolare o plurale.

  • RIFLESSIVO DI 3ª PERSONA SINGOLARE E PLURALE
  • riflessivo diretto (complemento oggetto) = “se stesso/a, se stessi/e”

Marco si pettina (= pettina se stesso).
Gli attori si truccano ( = truccano se stessi)

  • riflessivo indiretto (complemento di termine) = “a se stesso/a, a se stessi/e”

Marco si pettina i capelli ( = pettina a se stesso i capelli”).
Gli attori si tolgono le parrucche (= tolgono a se stessi le parrucche).



7  Transitivo, ma usato solo in diatesi attiva.


Una variante del riflessivo indiretto è il riflessivo apparente, in cui la particella evidenzia semplicemente un vantaggio, un interesse.
Stefano si mangia una fetta di torta.

  • RIFLESSIVO RECIPROCO DI 3ª PERSONA (con il verbo sempre alla 3ª persona plurale)
  • riflessivo diretto (complemento oggetto) = “l’un l’altro, gli uni gli altri”

Marco e Antonio si salutano (=Marco saluta Antonio e viceversa).
I tifosi della Roma e quelli della Lazio si detestano (=I tifosi della Roma detestano quelli della Lazio
e viceversa”).

  • riflessivo indiretto (complemento di termine) = “l’uno all’altro, gli uni agli altri”

Marco e Antonio si prestano libri ( = Marco presta libri ad Antonio e viceversa).
I tifosi della Roma e della Lazio si lanciano insulti ( = I tifosi della Roma lanciano insulti a quelli della Lazio e viceversa).

  • ELEMENTO FISSO DI VERBO PRONOMINALE = forma ma non significato riflessivo

Es: : Marco e Antonio si pentono (pentirsi non vuol dire “pentire se stessi”, o “a se stessi”!).

  • SI PASSIVANTE = muta in passivo il significato del verbo, che è di regola in terza persona singolare o plurale e concordato con un soggetto esplicito.

Si ascolta una musica (= Una musica è ascoltata); Si vendono panini (= Sono venduti panini)8

  • SI IMPERSONALE = il verbo, sempre alla terza persona singolare, non è concordato con un soggetto (da immaginare comunque come generico: “la gente, ognuno”)

Es: Qui si mangia bene.
Come si vede basta la presenza di un soggetto con cui concorda il verbo per mutare il si
impersonale in si passivante:
Qui non si respira impersonale
Qui non si respira aria pulita passivante (“Qui non è respirata aria pulita”).


8 Attenzione: Con il si passivante non si usa in genere il complemento di agente (può essere sostituito con “da parte di”).


ESERCIZI PARTE PRIMA

 

  • Rispondi alle seguenti domande.
    • Che cosa si intende per predicato?
    • Qual è la condizione fondamentale perché un verbo possa essere volto in diatesi passiva?
    • Con quali classi di verbi, in quali tempi e in quali diatesi si usa l’ausiliare essere?
    • Quale tempo semplice corrisponde all’indicativo trapassato prossimo?
    • Cosa diventa il complemento di agente di una frase in diatesi passiva se la si volge all’attivo?
    • Cosa si intende per “verbo pronominale”?

 

Sottolinea in queste frasi il soggetto o l’intera proposizione soggettiva del verbo in grassetto.

    • Sono veramente divertenti le tue trovate.
    • Non si sa chi l’abbia invitato.
    • Mi sembra che l’abbia detto più volte.
    • Lamentarti con tutti non serve a risolvere i tuoi problemi.
    • Tutti i giorni saranno diffusi aggiornamenti sulla crisi.
    • Roma tutti la amano.
    • Il perché non è facilmente individuabile.

 

Scrivi accanto ad ogni verbo intransitivo l’ausiliare che impiega per i tempi composti: se invece il verbo è transitivo non scrivere niente

 


1) insistere: ……………………………………

2) ridere: ……………………………………

3) collegare ……………………………………

4) diventare: …………………………………

5) impazzire……………………………………


6) apparire……………………………………

7) arrivare: ……………………………………

8) raggiungere…………………………………

9) sorgere: ……………………………………

10) scrivere……………………………………


Indica persona, modo e tempo delle seguenti forme verbali (per es. lodo: 1 persona sing. ind. pres. attivo di lodare)

1.   avesse appeso:…………………………………………………………………………………………
2. sarebbe espresso:……………………………………………………………………………………… 3.  sarai stato espulso:…………………………………………………………………………………… 4.   siano venuti:……………………………………………………………………………………………
5. scrivessimo:………………………………………………………………………………… 6.  abbiate racchiuso: ………………………………………………………………………… 7. fossero stati sciolti:………………………………………………………………………… 8.   conobbe: ……………………………………………………………………………………
9.   da’: …………………………………………………………………………………………
10. dà…………………………………………………………………………………………
11. abbiate vissuto: …………………………………………………………………………………… 12. saremmo stati oppressi: ………………………………………………………………………… 13. ero rispettato……………………………………………………………………………………… 14. fosse stato rimosso ……………………………………………………………………………… 15. avemmo aspettato: ……………………………………………………………………………… 16. fu concesso: ……………………………………………………………………………………
17. si saranno conosciuti: …………………………………………………………………………… 18. essendo arrivati: ………………………………………………………………………………… 19. comprendessero: …………………………………………………………………………………
20. furono accolti: ……………………………………………………………………………………

Scrivi la forma verbale corrispondente (es. part. pass. f. sing. di lodare: lodata)

  • III pers. plur. ind. trap. rem. attivo di spegnere: ………………………………………………
  • II pers.  plur. ind. imperf. attivo di introdurre: …………………………………………………
  • II persona sing. cong. trapass. passivo di comprendere…………………………………………
  • I pers. sing. condiz. passato di partire: …………………………………………………………
  • III pers. sing. cong. passato passivo di riservare: ………………………………………………
  • II pl. condizionale pres attivo di sperare: ……………………………………………………………

  • I sing. congiuntivo imperfetto attivo di vedere:……………………………………………………
  • II pl. indicativo futuro passivo di conoscere……………………………………………………
  • gerundio passato attivo di ritrarre………………………………………………………………
  • III sing. cong. presente attivo di andare………………………………………………………………
  • I sing. ind. fut. anteriore passivo di spingere………………………………………………………
  • III plurale indicativo passato remoto attivo di crescere……………………………………………
  • participio presente plurale attivo di aderire…………………………………………………………
  • infinito passato passivo maschile plurale di formare………………………………………………
  • II persona singolare imperativo presente attivo di pentirsi………………………………………

 

Volgi le proposizioni sottolineate dall’attivo al passivo o viceversa senza cambiare modo e tempo del verbo.

 

  • Valeria ha trascorso delle bellissime vacanze sulla neve.

……………………………………………………………………………………………………………

  • Napoleone è stato acclamato imperatore dai Francesi.

………………………………………………………………………………………………………………

  • La presenza di Giovanni mi irrita.

………………………………………………………………………………………………………………

  • Credo che sia stato già contattato da Antonio.

………………………………………………………………………………………………………………

  • Da molto tempo l’avevo minacciato.

………………………………………………………………………………………………………………

  • Non avevano ancora trovato il colpevole.

………………………………………………………………………………………………………………

  • Seguii il programma con molta attenzione.

………………………………………………………………………………………………………………


Indica se la particella si in queste frasi ha valore riflessivo proprio (RP), riflessivo indiretto (RI), riflessivo reciproco (RR), impersonale (IM), passivante (PA) o appartiene a verbo pronominale (VP).

    • Nonostante quello che era successo, si salutarono cordialmente.            ………
    • I cittadini si sono dati delle regole.                                                               ………
    • Giuseppe si è presentato ai genitori di Linda.                                             ………
    • Qui non si vede per niente, se non accendete la luce.                                ………
    • Si sono ammalati contemporaneamente i due fratelli.                               ………
    • In quell’occasione si ascoltarono solo delle banalità.                                 ………
    • Marco si è tolto un sasso dalla scarpa.                                                          ………

PARTE SECONDA

 

2. 1. IL PREDICATO NOMINALE E I PREDICATIVI

 

Il predicato nominale è una struttura caratterizzata dal verbo essere in funzione di COPULA (cioè legame) che unisce al soggetto un nome o un aggettivo chiamati NOME DEL PREDICATO (o anche PARTE NOMINALE).

Giorgio

è

alto

Giuseppe

è stato

un dottore

SOGGETTO

COPULA

+   NOME DEL PREDICATO

= PREDICATO NOMINALE

Nel predicato nominale il verbo essere esprime un’identità fra soggetto e il nome del predicato Giorgio = alto     Giuseppe = dottore

Anche altri verbi, detti copulativi, possono essere impiegati con valore di copula, esprimendo sempre l’identificazione fra soggetto e nome del predicato, chiamato anche COMPLEMENTO PREDICATIVO DEL SOGGETTO.
Questi verbi sono
A) Alcuni verbi intransitivi come divenire, diventare, sembrare, parere, apparire
b) Alcuni verbi transitivi usati al passivo:

  • Verbi elettivi: essere eletto, nominato, proclamato, ecc.
  • Verbi estimativi: essere stimato, ritenuto, considerato, ecc.
  • Verbi appellativi: essere chiamato, detto, nominato, soprannominato, ecc.
  • Verbi effettivi: essere reso, fatto, ecc.

Vediamo alcuni esempi simili
Alberto è capo dell’ufficio. Alberto diventa capo dell’ufficio. Alberto sembra capo dell’ufficio.
Alberto è eletto capo dell’ufficio da tutti. Alberto è ritenuto capo dell’ufficio da tutti.
Alberto è soprannominato capo dell’ufficio da tutti. Alberto è reso capo dell’ufficio da tutti.
In tutte queste frasi i verbi esplicitano sempre il legame Alberto=capo


Attenzione quindi, a non confondere i complementi predicativi del soggetto dipendenti da verbi intransitivi come diventare, divenire, sembrare, apparire (che non possono MAI reggere il complemento oggetto), con i complementi oggetto retti dai verbi transitivi!

Vediamo due esempi opposti:
1.   Antonio sembra un artista. (predicativo del oggetto)
In questo caso il verbo copulativo intransitivo sembra unisce al soggetto Antonio il predicativo del soggetto un artista, affermando cioè sempre l’identità (almeno apparente) Antonio=artista.
2.   Antonio conosce un artista. (complemento oggetto)
Nel secondo caso il verbo conosce, che è transitivo e quindi può reggere il complemento oggetto, distingue chiaramente il soggetto Antonio dal complemento oggetto un artista. Qui non c’è nessuna identità, nemmeno apparente, fra Antonio e l’artista.

IL PREDICATIVO DELLOGGETTO
Gli stessi verbi transitivi che al passivo reggono il complemento predicativo del soggetto (elettivi,  estimativi,  appellativi,  effettivi),  se  usati  in  forma  attiva  reggono  il  complemento
PREDICATIVO DELLOGGETTO.
I colleghi eleggono Alberto capo dell’ufficio. I colleghi ritengono Alberto capo dell’ufficio.
I colleghi soprannominano Alberto capo dell’ufficio. I colleghi rendono Alberto capo dell’ufficio.
In tutte queste frasi i verbi associano al complemento oggetto “Alberto” la sua determinazione “capo”, cioè il predicativo dell’oggetto (Alberto= capo)

Fissa bene questi rapporti:

 

Passaggio dall’attivo al passivo

Attivo                                                                                   Passivo
Il soggetto                                                      diventa        complemento d’agente o causa efficiente
Il verbo attivo                                                diventa        verbo passivo
Il complemento oggetto                               diventa        soggetto
Il complemento predicativo dell’oggetto  diventa        complemento predicativo del soggetto

 

Passaggio dal passivo all’attivo

Passivo
Il soggetto
Il verbo passivo

 

diventa diventa

Attivo

 

complemento oggetto verbo attivo

Il complemento predicativo

del soggetto                          diventa

 

complemento predicativo dell’oggetto

Il complemento d’agente  diventa

 

soggetto


Un esempio pratico di corrispondenza fra frase attiva e frase passiva

sogg.  verbo att.       c ogg.       c. pred. oggetto


Tutti  ritengono Aurelia   una brava ragazza (attivo)
Aurelia è ritenuta  da tutti una brava ragazza (passivo)

sogg.       verbo pass.   c. di ag.   c. pred. del soggetto

 

2. 3. COMPLEMENTI DIRETTI

Con il termine complemento indichiamo un elemento nominale della frase che si aggiunge al suo nucleo essenziale, costituito dal verbo e dal soggetto, esprimendo una propria funzione logica nella struttura della frase.
Si dicono diretti i complementi che si legano direttamente al verbo senza essere preceduti da preposizione semplice o articolata, propria o impropria o da locuzione preposizionale 9 (a meno che la preposizione articolata non funga da articolo partitivo).
Si tratta quindi, a parte il soggetto e il nome del predicato che non sono propriamente  classificati come complementi, del complemento oggetto e dei complementi predicativi.
Si possono classificare come complementi diretti, anche se hanno un valore accessorio, a differenza dei precedenti, il complemento di vocazione e il complemento esclamativo.
Il complemento di vocazione indica la persona o la realtà personificata a cui si rivolge il discorso.

Può essere preceduto dalla particella o10, oppure semplicemente separato dal verbo con una virgola.11

O soldati, combattete con ardore! Vieni qua, Paola!
Il complemento esclamativo corrisponde ad un’interiezione o ad un’esclamazione, senza legame diretto con il nucleo della frase, ma che può rafforzarne il significato emotivo.
Perbacco, che numero!  Ohimè, cosa mi dici? Su, fa’ presto!

 



9 Preposizioni proprie sono di, a, da, in, con, su, per, tra, fra, preposizioni improprie sono avverbi,  aggetivi o forme verbali che possono anche introdurre un nome in funzione di complemento come dopo, dietro, presso, lungo, nonostante, eccetto, ecc. mentre per locuzioni proposizionali si intendono strutture di più parole che hanno la stessa funzione, come a causa di, per mezzo di, insieme a, al fine di, ecc.
10  Da non confondere con l’interiezione esclamativa Oh!
11 ATTENZIONE: è facile scambiare il complemento di vocazione per il soggetto quando il verbo è alla seconda persona singolare o plurale o anche alla prima plurale. In realtà quando il verbo è alla prima o seconda persona singolare o plurale il soggetto può essere solo un pronome personale (io, tu, noi, voi). Quindi nella frase “Vedi, Roberto?”, il soggetto (sottinteso) è tu, non Roberto, che è complemento di vocazione, anche se il tu corrisponde concretamente alla persona di Roberto.


2. 4. I FONDAMENTALI COMPLEMENTI INDIRETTI

Si dicono indiretti i complementi che sono preceduti da preposizione semplice o articolata, propria o impropria o da locuzione preposizionale.

Oltre al complemento di agente e di causa efficiente, di cui si è già parlato nella parte prima, i fondamentali complementi indiretti sono i seguenti.

Complemento di specificazione

Ha il compito di precisare, anche esprimendo un’appartenenza o un possesso, un nome a cui è legato; talora anche un aggettivo o un verbo. E’ introdotto dalla preposizione di.
La sorella di Paolo è davvero simpatica. E’ desideroso di vendetta. Mi sono innamorato di Arianna.
Una variante del complemento di specificazione è il complemento partitivo (n. 29).
Attenzione! Non bisogna confondere il complemento di specificazione con i complementi di abbondanza e privazione (n.10), argomento (n. 12), denominazione (n. 16), materia (19), qualità (23).

Complemento di termine

Ha il compito di indicare a chi si riferisce o rivolge l’azione di un verbo o il significato di un nome o di un aggettivo. E’ introdotto dalla preposizione a.
Il postino consegnò la busta alla donna. La sua innocenza è chiara a tutti. A me questo non piace. Edoardo fa pesare la sua appartenenza alla nobiltà.
Simile al complemento di termine è il Complemento di vantaggio o svantaggio (n. 28).

Complemento di modo e di maniera

Esso indica in che modalità si compie un’azione. E’ introdotto dalle preposizioni con, in, a, di, senza o può essere rappresentato da un avverbio (complemento avverbiale di modo).
Marco ha giocato con bravura. Si è presentato in gran forma. Procedeva a zig zag. Andavo di   fretta.
Errava senza meta. Ha cantato meravigliosamente.

Complemento di mezzo

Ha il compito di indicare attraverso quale mezzo o strumento si compie un’azione. E’ introdotto dalla preposizione con, oppure per mezzo di, attraverso, a, in.
Ha vinto con l’astuzia. E’ venuto in aereo. Me l’ha comunicato per mezzo di una lettera. E’ uscito a piedi.

Complemento di causa

Indica il motivo, la ragione che sta alla base dell’enunciato: è introdotto dalla preposizione per, di, a causa di.
A causa della nebbia non si vedeva niente. Per la sua simpatia Luisa è gradita a tutti. E’ morto di polmonite.

Complemento di fine

Indica l’obiettivo, l’intenzione di un’azione o di un oggetto; è introdotto da per, da, di, in vista di, ecc.


Combattiamo per la libertà. E’ una macchina da lavoro. E’ una villa di piacere.
Non confondiamo la causa e il fine: la prima è concepita come preesistente, il secondo come posteriore all’azione del verbo.
Per la sua ambizione (causa) lottava per una poltrona (fine) in parlamento.

Complementi di luogo

Si distinguono in

  • Stato in luogo: indica il luogo vero o figurato dove si svolge un'azione. Dipende da verbi o sostantivi di quiete ed è preceduto dalle preposizioni in, a, da, su, sotto, dentro, fuori, presso, ecc.

Mangio in casa. Sono da Giorgio. Passo le vacanze a Roma. Dormono sotto i ponti. Sono in grande apprensione.

  • Moto da luogo: indica il luogo vero o figurato da cui si muove un'azione. Dipende da verbi o sostantivi di moto ed è preceduto dalle preposizioni da, di, fuori di ecc.

Vengo da Napoli. Esco di casa adesso.
Simili al complemento di moto da luogo sono il Complemento di origine e provenienza (n. 20) e il Complemento di allontanamento e separazione (n. 11)

  • Moto a luogo: indica il luogo vero o figurato verso cui procede un'azione. Dipende da verbi o sostantivi di moto ed è preceduto dalle preposizioni a, da, verso, dentro, ecc.

Vado a Napoli. Mi reco da Giuseppe. Procedeva verso la vittoria. Si infilò dentro la tana.

  • Moto per luogo: Indica il luogo vero o figurato attraverso cui procede un'azione. Dipende da verbi o sostantivi di moto ed è preceduto dalle preposizioni per, attraverso, in, ecc.

Cammino per il bosco. Passo attraverso un brutto periodo. Passeggio in città.
Tutti i complementi di luogo possono essere rappresentati anche da avverbi di luogo (complementi avverbiali di luogo)
Abitavo da tempo. Se ne tornava di là. Corri qui presto. Si aggirava sperduto per di là.

Complementi di tempo

Si distinguono in:

  • Tempo determinato: indica quando si svolge un’azione. Può essere introdotto da in, di, da, a, su, prima (di), dopo (di) ecc., ma anche senza preposizione.

La domenica mi alzo con fatica. Di mattina sono sempre stanco. Nel pomeriggio verremo a trovarti.
A sera cantano gli uccelli. Dopo un’ora si presentò.

  • Tempo continuato: indica per quanto tempo si svolge un’azione. Può essere introdotto da

per, durante, ma anche senza preposizione.
Ho corso per un’ora. Ho aspettato (per) due giorni. Durante questi mesi non ho chiuso occhio.
I  complementi  di  tempo  determinate  e  continuato  possono  essere  rappresentati  anche   da

avverbi di tempo.

Mi svegliai presto. Penso sempre a te. Prima o poi morirai anche tu.

 

2.3. ALTRI COMPLEMENTI INDIRETTI

Indichiamo altri complementi, in ordine alfabetico.


Complemento aggiuntivo e complemento eccettuativo

Il complemento aggiuntivo, indica una realtà, persona o cosa, che si somma al nucleo centrale della frase, anche se non ne fa parte. E’ introdotto da oltre a, in aggiunta a.
Oltre al danno ci fu anche la beffa. In aggiunta alla simpatia ha anche la bellezza.
Il complemento eccettuativo indica una realtà, persona o cosa, che si sottrae al nucleo centrale della frase. E’ introdotto da tranne, eccetto.
Mangiai tutto, eccetto il dolce. Ha un mucchio di doti, tranne l’intelligenza

Complemento di abbondanza e privazione

Indica ciò di cui si è ricchi o carenti, ed è in dipendenza da verbi, sostantivi o aggettivi che esplicitano questo concetto. E’ introdotto da di.
Era una persona priva di spirito. I Fenici abbondavano di legname. La ricchezza di beni materiali può corrompere l’anima.

Complemento di allontanamento e separazione

Esprime un’esclusione, una liberazione, una separazione, senza configurare un moto esplicito, ed è introdotto da da, di.
Il ciclista è stato escluso dalla gara. Mi sento libero da pregiudizi moralistici. E’ stato tolto di mezzo.

Complemento di argomento

Indica l’oggetto di cui si parla, si scrive o si pensa. E’ introdotto da di, su, riguardo (a), ecc.. Discutevamo di sport. Riflettevo sulle mie disgrazie. Ha scritto un articolo riguardo alla situazione politica attuale.

Complemento di colpa

Esprime ciò di cui uno è accusato o condannato ed è introdotto, come il complemento di causa, da per, di, ecc.
E’ stato accusato di tentato omicidio. E’ stato condannato per estorsione.

Complemento di compagnia e di unione e complemento di esclusione

Il complemento di compagnia indica l’essere animato con cui si compie l’azione espressa dalla proposizione, ed è introdotto da con, insieme a, ecc..
La zia passeggiava con il suo barboncino. Alberto mi è venuto a trovare assieme a Giuseppe.
Quando l’essere è inanimato si parla di complemento di unione.
Girava sempre con un cappello buffo
Opposto al complemento di compagnia e di unione è il complemento di esclusione, che indica l’assenza fisica di qualcuno o qualcosa, ed è introdotto da senza.12
L’ho visto per la prima volta senza la sua ragazza. L’autista viaggiava senza patente.

 



12 Che può anche introdurre un complemento di modo, quando non indica un oggetto, ma un atteggiamento: L’ha ucciso senza pietà.
Invece nella frase “E’ stato escluso dalla Championship”, il complemento è di allontanamento e di separazione, non di esclusione.


Complemento di concessione (concessivo)

Al contrario del complemento di causa, questo esprime una situazione contraria alla realtà espressa dal predicato, ma che non la impedisce di fatto: è in sostanza una causa che non produce il suo effetto logico. E’ introdotto da nonostante malgrado, con, ecc.
Appariva stanco per la giornata faticosa complemento di causa
Appariva riposato nonostante la giornata faticosa complemento concessivo

Complemento di denominazione

Precisa il nome proprio del sostantivo precedente, con cui si identifica13. E’ introdotto dalla preposizione di.
La città di Parigi è la capitale della Francia. Quinto Fabio Massimo aveva il soprannome di Temporeggiatore.

Complemento di età

Indica l’età di una persona o cosa: E’ introdotto da di, a.14
E’ un vecchio di novant’anni. A trent’anni si è sposato.

Complemento di limitazione

Indica il limite di validità di un’affermazione, restringendone la portata. E’ introdotta da in, di, per, quanto a, ecc.
Questo calciatore era debole di sinistro. In astuzia non mi batte nessuno. Quanto all’inglese, non ne capisco molto.

Complemento di materia

Indica la materia di cui è costituito un oggetto. E’ introdotto da di, in.
Ho mangiato un dolce di mele. Ho comprato un giubbotto in pelle.

Complemento di origine e provenienza

Indica un’origine senza però esprimere un movimento reale ed è preceduto dalle preposizioni
da, di, ecc.
Anna è di Milano. Egli proviene da una famiglia illustre.

Complemento di paragone

Indica il secondo termine di un paragone di uguaglianza, minoranza, maggioranza. E’ introdotto da comequanto (uguaglianza), di, che (maggioranza o minoranza).15



13 In altre parole eliminando la preposizione di si può ottenere una specie di struttura apposizione +  nome coerente nel senso, perché di fatto il primo nome si identifica con il secondo. Si capisce quindi la differenza con il complemento di specificazione, sempre preceduto da di, ma in cui  questa identificazione non può esserci. La città di Bergamo denominazione, perché città = Bergamo. L’economia di Bergamo specificazione, perché economia ≠ Bergamo.
14 Attenzione: nella frase Ho compiuto cinquant’anni, abbiamo un complemento oggetto dipendente dal verbo transitivo compiere, non un complemento di età. Infatti si può volgere, sia pure con un certa forzatura,  al passivo: Cinquant’anni sono stati compiuti da me.


E’ astuto come Ulisse. E’ meno dotato di Giulio. E’ più alto che magro.

Complemento di pena

Esprime la pena a cui uno è stato condannato, ed è introdotto da a, di, con.
E’ stato condannato a morte. Ha avuto una pena di due anni. E’ stato multato per mille euro.

Complemento di qualità

Indica le caratteristiche fische o morali di qualcuno o qualcosa, ed è introdotto da di, da, con.
E’ un giocatore di grande tenacia. E’ un uomo dalla statura gigantesca. Era una casa con un muro sberciato.

Complementi di quantità

Indicano una quantità di peso, volume o di misura spaziale.
Talora si presentano senza preposizione, talora con da, di, per, a.

Possono distinguersi in

    • Peso e misura

Il sacco pesava ottanta chili16 Ho comprato una tela di due metri. Era un masso da trenta tonnellate. Si è scolato una bottiglia da un litro.

Estensione e distanza

Lo sguardo spaziava per molti chilometri. La villa si estende per vari ettari. Eravamo a venti chilometri da casa. Tra centro chilometri vedremo Roma.

Stima e prezzo

Questa tela è stata valutata sui tremila euro. Ho comprato questo orologio a ottanta euro. Questa lavatrice costa cinquecento euro
.
I complementi di quantità possono essere rappresentato anche da un avverbio di quantità (complemento avverbiale di quantità)
Mangi troppo! Ti stimo moltissimo. L’ho pagato più del necessario.

Complemento di relazione e rapporto

Indica con o contro chi si svolge un’azione ed è introdotta da con, fra, contro ecc.
L’Italia nella I guerra mondiale combattè contro l’Austria. Ha avuto una relazione sentimentale con la barista. Scoppiò un diverbio fra i tre fratelli.

Complementi di sostituzione e scambio

Indicano chi o ciò che è stato sostituito o scambiato.
E’ introdotto da invece di, al posto di, in cambio di, ecc.


15 Attenzione a non confondere il complemento di paragone, che è retto da un comparativo, e il complemento partitivo, che può essere retto da un superlativo relativo, che differisce dal comparativo solo per la presenza dell’articolo.
E’ più alto di noi = complemento di paragone retto dal comparativo più alto. E’ il più alto di noi= complemento partitivo retto dal superlativo il più alto.
16 “Ottanta chili” non è complemento oggetto: infatti il verbo pesare usato in questo senso è intransitivo. Non si può infatti volgere al passivo “Ottanta chili sono pesati dal sacco”.


I rapitori hanno avuto 300.000 dollari in cambio dell’ostaggio. Ha giocato Sirigu al posto di Buffon.

Complemento distribuitivo

Indica il criterio di distribuzione di qualcuno o qualcosa in quantità, spazio o tempo. Può essere introdotto da a, per, su spesso ripetuti.
I prigionieri sfilarono a due a due. Vi comprerò un gelato a testa.

Complemento di vantaggio o svantaggio

Indica a favore o a danno di chi si verifica una determinata azione o fatto. Può considerarsi una variante del complemento di termine, specie quando è sostituito da un pronome personale atono (particella pronominale)
E’ introdotto da per, a (s)vantaggio di, a beneficio di, a danno di, ecc.
Ho portato una rosa per Maria. E’ stata una dura notizia per tutti noi. Si è scelto (=ha scelto per sé) un ottimo avvocato difensore.

Complemento partitivo

Simile al complemento di specificazione, indica il tutto, l’insieme, da cui si isola una parte.
E’ introdotto da di, fra, tra. Si utilizza particolarmente in dipendenza da superlativi relativi 17, ma anche da numerali e pronomi indefiniti.
E’ il migliore dei (= tra i) miei amici. E’ uno tra tanti. Ho mangiato un etto di fragole. Alcuni di loro
non si sono più fatti vivi. Otto fra i giocatori interverranno alla conferenza.

 

2.5. ATTRIBUTI E APPOSIZIONI

Mentre l’attributo è un aggettivo che concorda in genere e numero con il nome a cui è legato, l’apposizione è un sostantivo che precisa un nome, senza alterare il proprio genere, o precedendo immediatamente il nome (il fiume Po) o seguendolo; in quest’ultimo caso l’apposizione è seguita da un’ulteriore determinazione (aggettivo o complemento di specificazione o subordinata relativa) e separata come un inciso da virgole rispetto al nome che determina (Il Po, fiume dell’Italia settentrionale, ha formato una vasta pianura).
Attributi e apposizioni condividono il ruolo logico (in altre parole il complemento) del nome a cui si riferiscono: questo è molto importante nelle lingue come il latino, il greco e il tedesco, che usano un sistema di declinazioni. In sostanza se un nome funge da soggetto, condividerà la stessa funzione anche l’eventuale aggettivo (o apposizione) ad esso legato.
Ad Alessandro Magno, figlio di Filippo II, si aprirono le porte dell’impero persiano.
Qui figlio, essendo concordato con il complemento di termine Alessandro Magno, è lui stesso complemento di termine.



17 Mentre il superlativo assoluto indica una eccellenza senza termini di confronto e si forma in genere con il suffisso –issimo (bellissimo, bravissimo, simpaticissimo), il superlativo relativo indica un’eccellenza all’interno di un gruppo ed è uguale ad un comparativo preceduto dall’articolo (più bello =  comparativo il più bello = superlativo relativo). Il complemento partitivo indica appunto il gruppo in cui si determina l’eccellenza (il più bello dei quadri)


ESERCIZI PARTE SECONDA

 

  • Indica nella frasi seguenti il soggetto (S), il predicato verbale (PV), la copula o verbo copulativo (CP), il nome del predicato o parte nominale (NP), il complemento predicativo del soggetto (CPS), il complemento oggetto (CO), il complemento predicativo dell’oggetto  (CPO), il complemento d’agente (CA), il complemento di causa efficiente (CC). Attenzione: vi sono anche degli altri complementi da non indicare.
    • Oggi pomeriggio         arriva                     il Giro d’Italia.

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    • La notizia            fu comunicata                      da Giulia            a tutte le amiche.

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    • Quasi tutti gli uomini               considerano sempre            giuste                 le loro azioni

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    • Ogni giorno                 diventi                             sempre                                         più sciocco..

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    • E’ davvero                          interessante                                                la tua relazione.

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    • L’allenatore               fu impressionato           dalla determinazione                     degli avversari.

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    • Eravamo                 in montagna                               da tre settimane.

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    • Alberto                è chiamato          dai suoi amici                            Lillo

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    • Internet          diventa sempre più           un protagonista                nelle nostre case.

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    • Oggi           mi          restituiscono         le chiavi

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    • L’intera piazza               era occupata              da un monumento                       ai caduti

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Individua nelle frasi seguenti, scrivendo sotto al testo le apposite sigle, i complementi di specificazione (SP), di termine (TR), di modo (MD), di mezzo (MZ), di causa (CS), di fine (FN), di stato in luogo (SIL), moto a luogo (MAL), moto da luogo (MDL), moto per luogo (MPL), di vocazione (VC).

    • Vedi, Alberto, la sorella di Carlo mi piace irresistibilmente per l’allegria del suo carattere.

 

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    • Con un articolo sul Corriere di oggi Grasso ha criticato la lotta sfrenata per la fama televisiva

 

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    • La mattina è piacevole passeggiare con calma nelle vie del centro e fare acquisti nei negozi.

 

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    • Il dibattito fu sospeso per il disaccordo sulle norme per la prevenzione dello spaccio di droga.

 

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    • Paolo dopo essere andato dal preside a colloquio ne uscì fuori con il sorriso sulle labbra.

 

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    • Paolo arrivava in bicicletta da casa pedalando per la strada a gran velocità

 

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Cerca di identificare i complementi sottolineati

    • Con quella dura lettera scritta ieri al direttore Luigi ha chiuso definitivamente la collaborazione con l’azienda.

 

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    • I critici hanno sempre giudicato gli affreschi di Michelangelo nella Cappella Sistina un capolavoro insuperato quanto a profondità di concezione artistica.

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    • Durante un giro in bicicletta per le vie del centro Paolo è stato salutato da Giuseppe, un amico che non vedeva da vent’anni.

 

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    • Ho visto in libreria un volume di notevole interesse sulla città di Petra e volevo comprarne una copia in dono per te.

 

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    • La Croce Rossa si è attivata per i soccorsi alla popolazione, che è stata duramente provata dalla calamità.

 

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    • Per l’intensa pioggia, che era trascinata dalla forza del vento, tutto il campeggio sembrava un lago di fango.

 

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    • Lo zafferano deriva dal fiore del croco ed è utilizzato dai cuochi per la realizzazione di molti piatti, fra i quali il più noto è il risotto alla milanese.

 

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    • Il prigioniero si liberò dalle catene e attraverso la finestra si gettò nel fossato che circondava la rocca.

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    • L’imputato è stato condannato senza condizionale a vent’anni di carcere per attività terroristica

 

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    • Questa vittoria costituisce per tutti noi un grande risultato, che ricorderemo a lungo.

 

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PARTE TERZA

 

LE PROPOSIZIONI INDIPENDENTI E DIPENDENTI

Le proposizioni o frasi semplici sono degli enunciati fondati sulla relazione fra un soggetto (quello di cui si dice) e un predicato (ciò che si dice). Due o più proposizioni possono unirsi fra loro per formare un periodo o frase complessa:

  • per coordinazione, restando cioè allo stesso livello.

La cooordinazione può avvenire semplicemente attraverso segni di interpunzione che non concludono la frase (virgola, due punti o punto e virgola) oppure con l’ausilio di congiunzioni coordinanti (e, ma, però, né, o, oppure, perciò, quindi, infatti, dunque)
Penso e poi agisco. Ho giocato davvero bene; posso quindi ritenermi soddisfatto. Penso e poi agisco
Ho giocato davvero bene   posso quindi ritenermi soddisfatto.

  • per subordinazione, con la dipendenza di una proposizione subordinata da una principale o reggente.

Posso ritenermi soddisfatto, perché ho giocato davvero bene.
Posso ritenermi soddisfatto,
¯
perché ho giocato davvero bene.

Una subordinata può essere

  • esplicita, quando ha il verbo è all’indicativo, congiuntivo o condizionale preceduto da congiunzioni subordinanti (che, quando, mentre, poiché, perché, affinché, se, come, nonostante, malgrado…) o da pronomi, aggettivi o avverbi relativi (che, il quale, cui, quanto…) o interrogativi (chi, che cosa, quale, dove, perché, …).

Non so che cosa egli faccia.
Non so
¯

che cosa egli faccia

Se mi telefonassi sarei contento.
Sarei contento
¯

Se mi telefonassi

  • implicita, quando ha il verbo all’infinito, participio, gerundio, talora preceduto da preposizione (di, a, da, con, per) o congiunzioni (benché, sebbene). ). Per lo più le subordinate all’infinito implicano che il soggetto sia lo stesso della reggente, a meno che non dipendano da un verbo che esprime ordine o invito: in questo caso il soggetto della subordinata sarà il destinatario dell’ordine stesso.

Es: Credo di essere (= io) divenuto saggio.

Credo
¯

di essere divenuto saggio

Es: Ti invito ad essere (= tu) più cauto.

Ti invito
¯

ad essere più cauto

 

Es:  Vedendoti gioisco.

Gioisco
¯

vedendoti

Es: Il terrorista fuggito dall’Italia, si rifugiò in Grecia.

Il terrorista si rifugiò in Grecia
¯

fuggito dall’Italia

 

CLASSIFICAZIONE DELLE SUBORDINATE

 

Sulla base del rapporto con la reggente le subordinate si dividono in tre gruppi:

  • SOSTANTIVE, dette anche completive o complementari dirette
  • RELATIVE, dette anche aggettive o attributive
  • AVVERBIALI, dette anche circostanziali o complementari indirette
  • SOSTANTIVE O COMPLETIVE O COMPLEMENTARI DIRETTE

 

Hanno la funzione di un sostantivo e completano il significato della frase reggente da cui dipendono.

Le sostantive si distinguono in

soggettive

  • oggettive
  • dichiarative
  • interrogative indirette

  • Le SOGGETTIVE hanno la funzione di soggetto della reggente e dipendono da espressioni come: sembra, pare, bisogna…; è chiaro, evidente, giusto, opportuno…; si dice, si crede, si vede, ecc. Possono avere:
  • forma esplicita = che (congiunzione) + indicativo, congiuntivo o condizionale

E’ chiaro che la situazione è preoccupante.

forma implicita = (di +) infinito

Mi sembra di vivere un sogno.
Dal momento che il soggetto delle subordinate soggettive è un’intera proposizione il verbo reggente è di regola concordato alla terza persona singolare.
La forma implicita implica che il soggetto dell’infinito

  • resti indeterminato se il verbo reggente non impiega complemento di termine

E’ bello passeggiare sulla spiaggia.  Sembra di essere allo stadio.

  • corrisponda al complemento di termine del verbo reggente se esso è espresso.

Mi si dice di parlare più piano = Si dice a me che io parli più piano.
Mi sembra di sognare = A me sembra che io sogni

  • Le OGGETTIVE hanno la funzione di complemento oggetto della reggente e dipendono da verbi come: sapere, conoscere, dire, affermare, ripetere, vedere, dubitare, chiedere, ordinare, sperare ecc. Possono avere:
  • forma esplicita = che (congiunzione) + indicativo, congiuntivo o condizionale

Credo che egli sia arrivato.

forma implicita = (di +) infinito

Spero di essere salvo.
La forma implicita implica che il soggetto

  • sia lo stesso della reggente se il verbo della reggente esprime un’affermazione,

Ti dico di essere molto stanco = Io ti dico (affermo) che io sono molto stanco.

  • corrisponda all’interlocutore-destinatario esplicito o implicito (= complemento di termine) se il verbo della reggente esprime un ordine o un’esortazione:

Ti dico di smetterla immediatamente = Io ti dico (ordino) che (tu) la smetta immediatamente.
Ordinò di preparare subito la cena= Ordinò (ad essi) che (essi) preparassero la cena.

  • Una variante delle oggettive è costituito dalle cosiddette completive oblique o indirette, che non corrispondono ad un complemento oggetto, ma ad un complemento indiretto richiesto dal verbo e talora possono di fatto confondersi con una subordinata causale o finale.

Non si erano accorti che il treno era partito. (il verbo accorgersi non è transitivo e non regge complemento oggetto)
Il comandante invitò i passeggeri a non lasciarsi prendere dal panico. (qui il complemento oggetto di invitò è i passeggeri e non la completiva comunque richiesta dal verbo)

  • Le DICHIARATIVE sono sostanzialmente varianti delle soggettive ed oggettive ed hanno la funzione:

di esplicitare un pronome dimostrativo, come un’apposizione.

Questo io desidero, che tu sia felice. (in questo caso che tu sia felice è esplicitazione di questo, complemento oggetto della reggente)


oppure di manifestare il riferimento oggettivo di un nome riconducibile ad un verbo,

come dubbio, speranza, certezza, previsione, desiderio.
Ho la certezza che tu sei responsabile (= So che tu sei responsabile)

oppure di un aggettivo con significato simile.

Ero sicuro che saresti venuto (= Sapevo che saresti venuto)

  • Le PROPOSIZIONI INTERROGATIVE INDIRETTE appartengono al gruppo delle sostantive, perché hanno sempre una funzione di soggetto o di oggetto, diretto o indiretto, della reggente.

Esse dipendono da verbi come sapere, conoscere, chiedere, dire, ecc. e da sostantivi come domanda, richiesta, dubbio e da aggettivi come incerto, dubbioso, ecc.
Non si sa chi pagherà tutto questo (interrogativa indiretta con valore soggettivo rispetto a Non si sa). Egli chiese dove dovesse andare (interrogativa indiretta con valore oggettivo rispetto a Egli chiese): Sono incerto se venire (interrogativa indiretta con valore dichiarativo rispetto a Sono incerto); Restò il dubbio se avesse davvero commesso il delitto (stesso valore rispetto a il dubbio).
Si parla di interrogative totali quando è messa in discussione l’intera proposizione, e la risposta può essere o no (Voglio sapere se ti sei pentito), di interrogative parziali quando la domanda verte su un elemento della frase e la risposta esige una specificazione (Voglio sapere quanto l’hai pagato), di interrogative disgiuntive quando si pone un’alternativa all’interrogativa totale (Vorrei sapere se resti a cena o te ne vai a casa).
Esse possono avere:

forma esplicita:

  • se + indicativo, congiuntivo o condizionale (interrogativa totale; la disgiuntiva presenta la congiunzione o prima del secondo membro);

Mi chiedevo se sarebbe tornato indietro. Avevano chiesto loro se volevano pagare in contanti o preferivano usare il bancomat.

  • pronome, aggettivo o avverbio interrogativo (chi, che, che cosa, quanto, quale, dove, quando, perché) + indicativo, congiuntivo o condizionale (interrogativa parziale).

Gli chiese che nome avesse.

forma implicita (quando il soggetto è lo stesso della reggente):

  • se + infinito (interrogativa totale; la disgiuntiva presenta la congiunzione o prima del secondo membro)

Non sapevano se arrendersi. Erano in dubbio se proseguire o fermarsi.

  • pronome, aggettivo o avverbio interrogativo  + infinito (interrogativa parziale).

Non sapevano chi contattare.
Attenzione: Mentre la congiunzione se ha solo la funzione di collegare l’interrogativa alla reggente, i pronomi, aggettivi o avverbi interrogativi hanno la funzione di soggetto o di complemento della subordinata!
Es: Mi hanno chiesto se andavo al mare con loro (se introduce la subordinata ma non corrisponde  ad alcun complemento
Mi hanno chiesto che volevo fare (che è complemento oggetto di “volevo fare”)
Mi hanno chiesto dove volessi andare (dove è complemento avverbiale di moto a luogo della subordinata)


RELATIVE O AGGETTIVE O ATTRIBUTIVE

Le relative sono delle proposizioni che si legano ad un nome o pronome della reggente, chiamato ANTECEDENTE, fornendo precisazioni su di esso, e sono introdotte nella forma esplicita da un PRONOME O AVVERBIO RELATIVO, che si riferisce all’antecedente stesso, ma che  ha una sua funzione logica indipendente (soggetto, oggetto o altro complemento) nella subordinata. I modi sono indicativo, congiuntivo e condizionale.
Conosco un pompiere (antecedente con funzione di complemento oggetto della reggente) che (= il quale: pronome relativo riferito ad “un pompiere”, ma con funzione di soggetto della subordinata) si chiama Edgardo. “Che si chiama Edgardo” precisa l’antecedente “un pompiere”.

Il nome di aggettive o attributive è legato al fatto che la loro funzione è sostanzialmente simile a quella di un aggettivo riferito ad un nome.

Invece di dire: “Ho visto un film piacevolissimo” io posso così dire “Ho visto un film che mi è piacuto molto”, esprimendo con la relativa (che mi è piacuto molto) un concetto simile a quello indicato con l’aggettivo. In questo caso l’antecedente è “un film”.

Il pronome relativo non ha solo la funzione di introdurre la subordinata ma sostituisce di fatto la ripetizione dell’antecedente:

“Ho visto un film+ Il film mi è piaciuto molto” “Ho visto un film che mi è piacuto molto”. Ricordiamo che i relativi possono essere semplici ma anche misti (cioè doppi: in questo caso corrispondono nel significato ad un antecedente generico +  un relativo).

Ecco un elenco dei pronomi relativi semplici e misti:

  • che Pronome relativo invariabile. Usato solo come soggetto o complemento oggetto.
  • il quale Pronome relativo variabile: “la quale, i quali, al quale, ecc.”. Si usa soprattutto per i complementi indiretti (preceduti da preposizione), più di rado in funzione di  soggetto  e quasi mai come complemento oggetto. La forma variabile di questo pronome gli permette di adeguarsi al genere e numero dell’antecedente, ma non è in alcun modo legato alla funzione logica.

Ho scritto una lettera alla mia professoressa (antecedente femminile singolare come complemento di termine), della quale (relativo femminile singolare come complemento di specificazione) conservo un grande ricordo.

  • cui Pronome relativo invariabile:
  • usato da solo significa “al quale”: Es.:  E’ un fatto cui (=al quale) non ho dato importanza;
  • preceduto da preposizione significa “il quale” Es.: “Tutti ricordiamo Alberto, con cui (=con il quale) abbiamo passato serate divertentissime;

c) preceduto dall’articolo indica complemento di specificazione: La cui casa (=la casa del quale)

  • chi Pronome relativo misto (= “colui che”): Es: Chi (=colui che) rompe paga (per comprendere la struttura dobbiamo idealmente sciogliere i due elementi del pronome: la reggente è “Colui paga”; la subordinata “che rompe”)
  • quanto Pronome relativo misto: (= “ciò che”, “tutto ciò che” o al plurale “quelli che” “tutti quelli che” ). Es: Confermo quanto (= tutto ciò che) ho detto (la reggente è “Confermo tutto ciò”; la subordinata “che ho detto”). Quanti (= tutti quelli che) l’hanno visto sono rimasti entusiasti (la reggente è “Tutti quelli sono rimasti entusiasti”; la subordinata relativa “che l’hanno visto”).


  • dove Avverbio relativo semplice (= in cui) o avverbio relativo misto (= nel luogo in cui): Es.: E’ una città dove (relativo semplice= “in cui”) mi trovo molto bene; Sto bene dove (relativo  doppio = “nel luogo in cui”) mi trovo (la reggente è “Sto bene nel luogo”; la subordinata è “in  cui mi trovo”)
  • Si chiamano relative improprie subordinate relative che hanno valore di subordinate avverbiali, rispettandone i modi (finali, consecutive, causali, concessive, condizionali).

La  polizia  inviò  tre  volanti  che  (=  perché)  controllassero  le  strade.  La  vecchia,  che  (= poiché)
sospettava l’inganno, non gli aprì. Chi (= se qualcuno) l’avesse visto, me lo faccia sapere.

  • Le relative implicite si esprimono con relativo + infinito; da + infinito; a + infinito; participio passato.

E’ una persona a cui affidarsi. E’ una ragazza da sposare (= che deve essere sposata). E’ l’unico ad avere capito ciò (= che ha capito ciò). E’ uscito il nuovo romanzo della Rowling, atteso da milioni di lettori in tutto il mondo

.

AVVERBIALI O CIRCOSTANZIALI O COMPLEMENTARI INDIRETTE

Hanno la funzione di complemento indiretto o avverbio rispetto alla principale. Ecco l’elenco:

    • LE CAUSALI corrispondono al complemento di causa ed indicano il motivo per cui si svolge l’azione della reggente.
  • forma esplicita: poiché, perché, giacché, dal momento che, dato che + indicativo o condizionale

Sono caduto perché ho inciampato.

  • forma implicita: gerundio; participio passato; per, di, a  + infinito

Essendo stanco, non sono uscito. Convinto dalle sue parole, votò per lui.
Per averne apprezzate le capacità, lo assunse subito. Sono contento di averti conosciuto.

    • LE FINALI corrispondono al complemento di fine ed indicano l’obiettivo intenzionale, voluto per cui si svolge l’azione della reggente.
  • forma esplicita: perché, affinché, in modo che + congiuntivo

Ti insegno perché tu impari.

  • forma implicita (se il soggetto è lo stesso della reggente): per, a, al fine di + infinito

Vado a mangiare. Lo assunse per recapitare i pacchi.


Spesso una subordinata relativa impropria con il congiuntivo può avere valore finale.
Pagò delle guardie che (=perché) gli sorvegliassero la casa.
Attenzione a non confondere le finali con perché (che richiedono il congiuntivo) con le causali (che richiedono l’indicativo):
Ti dico questo perché lo so (causale). Ti dico questo perché tu lo sappia (finale)

    • LE CONSECUTIVE indicano la conseguenza non intenzionale, dell’azione espressa dalla reggente.
  • forma esplicita: tale, così, tantoche, a tal punto che, in tal modo che + indicativo, congiuntivo o condizionale

Marco è così bravo che tutti si rivolgono a lui.

  • forma implicita: tale, così, tanto, a tal punto, in tal modo… da + infinito

E’ un freddo tale da battere i denti.

    • LE TEMPORALI corrispondono al complemento di tempo ed indicano quando si svolge l’azione della reggente.
  • forma esplicita: quando, mentre, allorché, prima che, dopo che + indicativo, congiuntivo o condizionale

Mi sono innamorato quando l’ho vista. Prima che fosse giunto, squillò il cellulare.

  • forma implicita: participio; gerundio; nel , prima di, dopo + infinito

Dopo aver mangiato sono uscito. Conosciuta la faccenda, rimase muto. Prima di parlare, pensa!

    • LE CONDIZIONALI indicano la condizione oggettiva (I tipo), possibile (II tipo) o impossibile (III tipo) per cui si può o si sarebbe potuta realizzare l’azione della reggente.

La subordinata si chiama protasi, mentre la reggente apodosi: esse formano il PERIODO IPOTETICO.

protasi in forma esplicita: se + indicativo o congiuntivo

TIPO DI PERIODO IPOTETICO

PROTASI (subordinata condizionale)

APODOSI (reggente)

I: oggettività o realtà

se + indicativo
Se non pioverà         

Indicativo o imperativo
andremo al mare

II: possibilità

se + congiuntivo imperfetto
Se la squadra oggi perdesse

condizionale presente
verrebbe retrocessa.

III: irrealtà

se   +    congiuntivo    imperfetto   o trapassato

Se fossi Bill Gates     
Se l’avessi saputo       

condizionale presente (irrealtà al presente) o condizionale passato (irrealtà al passato)
mi comprerei un’astronave. non sarei venuto.

Come si vede il congiuntivo imperfetto nella protasi e il condizionale presente nella apodosi si possono trovare sia nel periodo ipotetico della possibilità, sia in quello della irrealtà al presente. In effetti la differenza è solo di significato, non di forma. Ad esempio le frasi “Se mi chiamassi, te ne sarei grato” e “Se avessi le ali volerei” hanno gli stessi modi e tempi verbali, ma nel primo caso si tratta di una situazione possibile, nel secondo caso irreale.

  • altri tipi di protasi in forma esplicita: qualora, quando, purché, sempreché, ove, laddove, casomai, ammesso che, concesso che, dato che, posto che, a patto che, a condizione che, nell’ipotesi che, nell’eventualità che + congiuntivo

Qualora non sia troppo stanco, verrà sicuramente. Purché si penta, non lo accuserò.

protasi in forma implicita: gerundio; (se +) participio passato; a + infinito presente

Conoscendolo meglio [a conoscerlo meglio], non mi sarei fidato di lui.


    • LE CONCESSIVE corrispondono al complemento concessivo ed indicano un fatto, reale o ipotetico, che non impedisce l’azione espressa dalla reggente .
  • forma esplicita: sebbene, quantunque, benché, nonostante, malgrado + congiuntivo;  anche se, nemmeno se, neanche se + indicativo o congiuntivo

Anche se ho inciampato, non sono caduto. Nemmeno se mi tradissi, potrei dimenticarti.

  • forma implicita: pur, benché + participio passato; pur, anche + gerundio

Sono uscito pur essendo stanco.
Da notare che le concessive corrispondono concettualmente ad una specie di causale che non raggiunge il suo effetto:
Mi sono bagnato poiché pioveva. (causale). Non mi sono bagnato, benché piovesse. (concessiva)

    • LE AVVERSATIVE indicano un fatto che contrasta con quanto espresso nella reggente. In forma esplicita indica un’opposizione inclusiva (cioè entrambe le cose avvengono), in forma esplicita invece un’opposizione esclusiva.
  • forma esplicita: mentre, quando + indicativo o condizionale

Marco ritorna oggi, mentre Luisa ripartirà solo domani.

  • forma implicita: anziché, invece di, al posto di + infinito

Marco va in giro invece di studiare.
Attenzione a distinguerle dalle temporali, introdotte delle stesse congiunzioni!
Mentre Giorgio dormiva, gli hanno rubato la macchina. (temporale)
Mentre Giorgio ama la bicicletta, Alberto preferisce lo scooter. (avversativa)

    • LE COMPARATIVE corrispondono al complemento di paragone ed indicano l’azione o il fatto cui si paragone l’azione espressa dalla reggente.
  • forma esplicita: cosìcome, tanto… quanto, tanto… come + indicativo, congiuntivo o condizionale (uguaglianza); più, meglio… che, di quello che, di quanto, + indicativo, congiuntivo o condizionale (maggioranza); meno, peggio… che, di quello che, di quanto, + indicativo, congiuntivo o condizionale (minoranza)

Marco è proprio bravo come sembra. Marco è migliore di quanto credessi.

  • forma implicita: piuttosto che, più che + infinito

Piuttosto che cantare, urlava.

    • LE MODALI corrispondono al complemento di modo ed indicano il modo con cui viene compiuta l’azione espressa dalla reggente.

forma esplicita: come + indicativo, congiuntivo o condizionale

Ho fatto come mi avevi detto.

  • forma implicita: gerundio; con, a + infinito

Marco guarda tutti sorridendo. Con lo stare sempre in piedi, ci si stanca.

    • LE STRUMENTALI corrispondono al complemento di mezzo ed indicano il mezzo con cui viene compiuta l’azione espressa dalla reggente.
  • forma implicita: gerundio; a forza di + infinito

Ho trovato la risposta navigando su Internet. A forza di pregare mi ha ascoltato.

    • LE LIMITATIVE corrispondono al complemento di limitazione e limitano, cioè circoscrivono, la validità del significato della proposizione reggente.
  • forma esplicita: per quello che, per quanto + indicativo; che + congiuntivo

Marco ritorna oggi, per quanto ne so. (cioè sempre che le mie informazioni siano giuste)

  • forma implicita: a, da, per + infinito

Per essere tedesco, Hans parla bene l’italiano. (il giudizio è valido considerando l’origine straniera di Hans, non in senso assoluto)

    • LE ESCLUSIVE corrispondono al complemento di esclusione indicano una realtà esclusa rispetto alla reggente.
  • forma esplicita: senza che, che non + congiuntivo

Anna è venuta senza che lo sapessi.

  • forma implicita: senza + infinito

Stefano è andato a letto, senza mangiare.

    • LE ECCETTUATIVE pongono una eccezione al significato della reggente.
  • forma esplicita: fuorché, a  meno  che, salvo che, se non  che + indicativo  o   congiuntivo

Verrò stasera, a meno che non sia troppo stanco.

  • forma implicita: fuorché, salvo che, a meno di non + infinito

Bisogna tentare tutto, tranne che scoraggiarsi.

    • LE AGGIUNTIVE aggiungono un fatto a quanto espresso dalla reggente.
  • forma esplicita (rara): oltre che  + indicativo o condizionale

Oltre che hai fatto una cosa scorretta, non cerchi nemmeno di nasconderla.

  • forma implicita: oltre che, oltre a + infinito

Marco, oltre a non studiare mai, non sta neanche attento.


ESERCIZI PARTE TERZA

      • Identifica le proposizioni seguenti inserendo le sigle: CS (completiva soggettiva), CO (completiva oggettiva), DIC (dichiarativa), IIS (interrogativa indiretta soggettiva), IIO (interrogativa indiretta oggettiva)

 

        • Hai visto che bella moglie ha Enrico! …………
        • Il desiderio di rivederti ci ha spinti a prendere l’aereo. …………………

 

        • Si sa che tu sei sempre stato un grande amatore. ………………………
        • Mi sembra giusto tributarti questo onore.……………………

 

        • Ho riferito che desideravi costituirti alla giustizia …………………
        • E’ stato domandato a tutti gli abitanti che cosa pensassero della vicenda……………………

 

        • Questo è sicuro, che fra breve dovremo sloggiare di qui……………………………

 

 

Unisci le due frasi sostituendo il nome ripetuto con un pronome relativo adeguato.

Es.: Ieri ho mangiato le lasagne. Le lasagne sono il mio piatto preferito. Ieri ho mangiato le lasagne, che sono il mio piatto preferito.

  • Si inaugura una mostra sulla prima guerra mondiale. Quest’anno ricorre il centenario della prima guerra mondiale.

 

………………………………………………………………………………………………………………

………………………………………………………………………………………………………………

  • Bisogna che dia un colpo di telefono a Giorgio. A Giorgio ho prestato la mia macchina fotografica.

 

………………………………………………………………………………………………………………

……………………………………………………………………………………………………………

  • I Persiani furono aiutati da alcune città greche. Essi avevano fatto alleanza con alcune città greche.

 

………………………………………………………………………………………………………………

………………………………………………………………………………………………………………


  • Il re premiò i suoi generali. Egli aveva apprezzato il valore dei suoi generali.

………………………………………………………………………………………………………………

………………………………………………………………………………………………………………

  • Nella città del Vaticano risiede il papa. I cattolici considerano il papa il Vicario di Cristo.

 

……………………………………………………………………………………………………………

……………………………………………………………………………………………………………

 

 

Inserisci ognuna delle congiunzioni elencate sotto nella frase appropriata ed indica di che subordinata si tratta.

mentre / senza che / fuorché / affinché / se / giacché / benché / che / anche se / finché / quasi / purché / neanche se

a) Gli abbiamo dato venti euro ………………………… si pagasse il biglietto. …………………… b)  ………………… sia tardi, verrò ugualmente. ………………………………………………………

  • ………………… venissi anche tu, ci farebbe molto piacere. ………………………………………
  • …………………………tu tentassi di usare le minacce, mi piegheresti di un millimetro.

 

………………………………………

  • Sono pronto anche a perdonarlo, ………………… egli riconosca il suo errore.

 

………………

  • Non vedevo l’ora che la conferenza finisse ………………… stava diventando molto noiosa.

 

…………………………………………………………

  • Il presidente mostrava una tale autorevolezza ……………………… nessuno osava fiatare.

 

…………………………………………………

m) Sono rimasto disoccupato per due anni ……………………… nessuno mi offrisse un aiuto.


……………………………………………………

  • Bisogna che rimanga rigorosamente in casa ……………… l’attacco di febbre non sia passato.

 

………………………………………………………

  • Stefano ha sempre voti mediocri, ………………………… Laura è bravissima.

 

………………………………………………………

i) Ti starò ad ascoltare ……… …………………………  non ho mai approvato le tue idee

 

……………………………………………………………

  • Elisabetta continuava a fissarlo estasiata …………………… fosse in preda ad un incantesimo.

 

………………………………………………

  • Puoi chiedergli tutto …………………………… riconoscere i propri errori.

 

………………………………………………………

 

Individua i valori di che: AE (aggettivo esclamativo): AI (aggettivo interrogativo); CCM (congiuzione comparativa); CCN (congiuzione consecutiva); ); CD (congiuzione dichiarativa); PE (pronome esclamativo); PI (pronome interrogativo); PR (pronome relativo).

 

  • Che mai sento! ……………
  • E’ tanto simpatico che nessuno lo saluta.………………
  • Che bella ragazza è tua figlia!……………
  • Non sapevate che è un incompetente assoluto? …………………
  • Non so che pesci pigliare.…………………………
  • E’ davvero questo il film che preferisci?………………………
  • E’ più stimolante che convincente questo libro………………………
  • Quando ho saputo che ha combinato Giuseppe mi son messo le mani nei capelli……………
  • Che vino desiderate questa sera?…………………

QUARTA PARTE

 

4.1. ACCENTI E APOSTROFI

 

Una difficoltà che si riscontra negli alunni dei primi anni di liceo è relativa alla collocazione corretta di accenti e di apostrofi in alcune forma monosillabiche verbali e non. Ricordiamo che l’apostrofo si usa in genere per indicare elisione, cioè caduta di una vocale finale di parola seguita da parola che inizia per vocale; talora tuttavia (imperativi verbali, abbreviazione di  poco = po’) si riscontra anche in casi di troncamento, cioè caduta della vocale o sillaba finale di parola a prescindere dalla lettera di inizio della parola seguente.
Ecco alcune precisazioni sull’uso dell’apostrofo e dell’accento in alcuni monosillabi.

da                               preposizione semplice (Io vado da Alberto. Ho il compito ancora da fare)
                               III persona singolare indicativo presente attivo di dare (Egli mi un libro)
da’ (=dai)                   II persona singolare imperativo di dare (Da’ indietro quello che hai preso!)
di                                preposizione semplice (Il libro è di Marco. Ho voglia di nuotare)
di’ (=dici)                   II persona singolare imperativo di dire (Di’ tutto quello che sai!)

fa                                III persona singolare indicativo presente attivo di fare (Egli fa i compiti)
fa’ o fa (= fai)            II persona singolare imperativo di fare (Fa’ subito quel che ti ho detto!)

sta                               III persona singolare indicativo presente di stare (Egli sta bene)
sta’ o sta (=stai)        II persona singolare imperativo di stare (Sta’ fermo!)

va                               III persona singolare indicativo presente di andare (Egli va a casa)
va’ o va (=vai)           II persona singolare imperativo di andare (Va’ subito a casa!)

li                                 particella pronominale di III persona plurale, senza accento= loro (Li
vedevo sempre)
                                 avverbio di luogo, con accento=in quel luogo (Vado sempre a mangiare
)

la                                articolo determinativo femm. singolare, senza accento (La luna splende)
la                                particella pronom. di III pers. femm. sing., senza accento=lei (Io la vedo sempre)
                                avverbio di luogo, con accento=verso quel luogo (Vado dove mi chiamano)

qua                             avverbio di luogo, senza accento
giù                              avverbio di luogo, con accento


su                               avverbio di luogo, senza accento

ne                               avverbio di moto da luogo, senza accento=da quel luogo (Ne vado via oggi)
ne                               pronome, senza accento=di questo (Non ne so nulla)
                               congiunzione, con accento (Non conosco l’uno l’altro)

se                                congiunzione, senza accento (Se lo vedo, glielo dico)
se                                pronome riflessivo atono (=particella pronominale), senza accento,
sempre collocato prima del verbo e seguito da un’altra particella  (Paolo  non
se la sentiva)
                                pronome personale riflessivo, con accento (Chi fa da sé fa per tre).  Quando è       seguito da stesso l’accento si può anche eliminare (Egli pensa sempre a  se stesso).

si                                 particella pronominale riflessiva, senza accento (Non si è lavato le mani)
                                 avverbio di modo (=così) ed affermazione (, ne sono sicuro)

un po’ (=poco)          particella pronominale ed avverbiale di quantità, con apostrofo
più                             avverbio di quantità, con accento
te                                pronome personale di II persona singolare, senza accento (Pensa sempre a te)
tè (=the)                     nome comune di cosa m. singolare (Vuoi un ?)
com’è?                       avverbio interrogativo, con apostrofo per indicare l’elisione (caduta della vocale finale di parola di fronte a vocale) davanti ad è
qual è                        pronome   interrogativo,   senza   apostrofo   perché   non   c’è  elisione,  ma troncamento
centra                         senza apostrofo quando deriva del verbo centrare =cogliere nel centro (egli
centra sempre il problema)
c’entra                        con apostrofo quando deriva da entrarci =avere a che fare (egli non
c’entra affatto con questo delitto)
non c’è                       c’=ci=qui, in ciò
non ce n’ è                ce=ci=qui, in ciò                    n’=ne=di ciò, di queste cose
non ce ne ha dato    ce=a noi ne=di ciò

 

 

Altri casi frequenti di errori ortografici (a sinistra sono indicate le forme corrette)

davanti                      e non d’avanti
d’accordo                  e non daccordo
accelerare                  e non accellerare
soprattutto                e non sopratutto


eccezione,

eccezionale               e non eccezzione, eccezzionale

aeroporto,

aeroplano                 (e non aereoporto, aeroporto, aereoplano, areoplano)
suspense                   (e non suspance, suspence, suspanse)

 

4. 2. I GRUPPI –CIE / -GIE

 

In generale in italiano per esprimere il suono morbido della c, g o sc seguite dalla vocale e non è richiesta la presenza di una i intermedia.
scelta (e non scielta)                      gelato (e non gielato)                 cerbottana (e non cierbottana)
E’ invece richiesta se segue una vocale diversa da e
conosciamo                                raggiungiamo                              bacio

Tuttavia vi sono vari casi in cui la i si aggiunge anche se segue la e.

 

  1. nei derivati del verbo latino scio (io so): scienza, coscienza, incoscienza, cosciente, incosciente Attenti però a non confondere i derivati di scio con quelli di nosco (io conosco), che non vogliono la i prima della e. Ad es. conoscere, conoscente, conoscenza, riconoscere, riconoscente, riconoscenza.
  2. nei derivati del verbo latino facio (io faccio), che diventa -ficio nei composti con prefisso: sufficienza, insufficienza, sufficiente, insufficiente, efficienza, inefficienza, efficiente, inefficiente, deficienza, deficiente.
  3. nel plurale di nomi e aggettivi terminanti in –cia e –gia non preceduti da consonante (ma è corretta anche la forma senza i)

ciliegia ciliegie (o anche ciliege)
Se invece la c o la g sono precedute da consonante la i non si mette mai:
arancia arance angoscia angosce

  1. in cielo (ma non nell’aggettivo derivato celeste), specie, fattispecie, superficie e in vari nomi di mestiere come pasticciere, arciere, artificiere, usciere
  2. quando sulla i cade l’accento:

bugie


4. 3. PUNTEGGIATURA

 

Sebbene la punteggiatura non abbia le caratteristiche di una scienza esatta e dipenda in buona parte dalla sensibilità di chi scrive e dalle sue intenzioni espressive, è comunque opportuno ricordare alcune buone norme.

  1. Non inserire mai un’unica virgola fra soggetto e verbo o fra verbo e complemento oggetto, ma almeno due, come se fossero delle parentesi da aprire e chiudere.

Alberto , figlio di Giuseppe Rossi, è stato nominato presidente.
(                                        )
Alberto , figlio di Giuseppe Rossi, un mio amico è stato nominato presidente.
(                                        ) (                     )
Io , per la paura, non riuscivo a fiatare.
(                      )
Io mangio sempre a pranzo , dopo la minestra, un’insalata.
(                             )
Ovviamente può esserci una virgola singola a separare fra loro due sostantivi, aggettivi o avverbi.
Milano, Torino e Genova formano il triangolo industriale. La stanza è bella, luminosa.
Io finirò presto, bene e attentamente tutto il lavoro.

* Lo stesso vale quando le virgole spezzano una proposizione per inserire una subordinata.
Luigi , se vedeva un amico, faceva finta di non conoscerlo.
(                               )

  1. Particolarmente importante è l’uso delle virgole nelle subordinate relative, perché distinguono le relative determinative (dette anche attributive, limitative o restrittive), che cioè limitano l’estensione concettuale dell’antecedente e che quindi non devono essere separate da virgole, dalle relative aggiuntive (dette anche appositive, esplicative o descrittive), che invece aggiungono specificazione accessoria, cioè non necessaria, e che devono essere separate da virgole.

Il libro che mi hai prestato è davvero noioso (relativa determinativa, che distingue quel libro dagli altri: non deve essere preceduta e seguita da virgola).
Platone, che era stato discepolo di Socrate, fu il più grande filosofo greco (relativa aggiuntiva, perché non serve a distinguere quel Platone da altri omonimi, ma semplicemente a fornire una precisazione non essenziale: deve essere inclusa fra virgole).

3) I due punti hanno spesso un valore esplicativo, introducendo una proposizione che  chiarisce quanto affermato in precedenza.
Paolo si sentiva stanco: aveva lavorato ininterrottamente l’intera giornata e ora voleva riposarsi.

Oppure possono introdurre un elenco alla fine della frase.

Roberta aveva visto un gruppo di sue amiche: Paola, Caterina e Stefania.


E’ invece sconsigliato usarlo dopo la congiunzione “come” o dopo “fra cui”.
NO Amo pittori rinascimentali come: Raffaello, Giorgione, Tiziano
Amo pittori rinascimentali come Raffaello, Giorgione, Tiziano
In ogni caso i due punti non devono mai separare soggetto o complemento oggetto dal verbo. NO Pittori come: Raffaello, Giorgione, Tiziano mi piacciono molto.
Pittori come Raffaello, Giorgione, Tiziano mi piacciono molto.
In sostanza la frase che precede i due punti deve essere in tutto e per tutto compiuta: dopo i due punti segue o un elenco di sostantivi o una proposizione indipendente.

  1. Il punto e virgola esprime una pausa a metà strada fra virgola e punto fermo; in genere si usa per separare e legare, allo stesso tempo, due enunciati che sviluppano un unico arco tematico-concettuale, cioè un unico pensiero. L’uso del punto e virgola appare così fondamentale per scandire ragionamenti o descrizioni di una certa complessità, ma ha anche l’effetto di prolungare un periodo oltre il suo termine immediato: per questo è consigliabile che non ci sia più di un punto e virgola in un unico periodo.

Es: Socrate, pur consapevole dell’ingiustizia della sua condanna, non volle fuggire per rispetto alle leggi della sua città; e in questo vedeva il compimento della propria missione di coscienza critica di Atene.
Meno frequente è l’uso del punto e virgola al posto della virgola semplice per separare in un’elencazione dei nomi seguiti da attribuzioni. In pratica, se dobbiamo introdurre una serie semplice di nomi, dopo i due punti introduttivi, si impiegheranno semplici virgole fra un nome e l’altro; se questi nomi hanno delle espansioni precedute da virgole (ad esempio delle subordinate relative), il punto e virgola serve per distinguere le unità maggiori.
Socrate ebbe discepoli illustri: Platone, Senofonte, Alcibiade, tanto per citarne alcuni.
Socrate ebbe discepoli illustri: Platone, che lascerà ai posteri una monumentale serie di dialoghi filosofici, spesso con il maestro come protagonista; Senofonte, che scrisse alcune fra le più espressive pagine della storiografia greca; Alcibiade, che segnò con la sua affascinante ma spregiudicata personalità le vicende di un periodo fra i più tragici della storia di Atene.

  1. La congiunzione “infatti” è bene che sia preceduta (e non seguita!) da due punti, avendo valore esplicativo.

Alberto è molto pigro: infatti arriva sempre in ritardo.
NO Alberto è molto pigro infatti: arriva sempre in ritardo.
Si può in alternativa usare il punto fermo (o anche il punto e virgola).
Meno opportuna invece la semplice virgola, che esprime pausa troppo debole:
Alberto è molto pigro, infatti arriva sempre in ritardo.
E’ anche corretta questa struttura:
due punti (o punto, o punto e virgola) + un sostantivo (o altro termine significativo) + infatti fra due virgole.
Taormina è un grande centro turistico: le sue attrattive, infatti, sono note in tutto il mondo.

Bisogna impiegare coscientemente la virgola, il punto e virgola e il punto, segni non equivalenti, e che esprimono pause sempre più forti, fondamentali nell’organizzazione del testo. Anche la scelta di andare a capo o no dopo il punto ha un forte valore espressivo, poiché l’ “a capo” segna la fine di una sequenza concettualmente unitaria.


Ecco un esempio narrativo.
In quella fredda mattinata di settembre ininterrottamente pioveva, tuonava, tirava vento; l’acqua fluiva per le strade creando grande difficoltà alla circolazione. Le macchine sembravano ormai barchette in preda ad un mare burrascoso.
Stefano guardava dalla finestra con apatico distacco: aveva promesso di andare da Giorgia, ma non ne aveva proprio voglia.


  1. la virgola sottolinea la contemporaneità dei fenomeni, visti come un tutt’uno.
  2. Il punto e virgola introduce all’interno di una frase complessa una limitata distinzione concettuale fra proposizioni indipendenti, a metà strada fra virgola e punto.
  3. Il punto senza a capo introduce una frase che amplia e accentua quanto detto in precedenza, come sviluppo  narrativo della medesima situazione, anche a livello temporale, senza però spezzare la continuità.
  4. Il punto a capo introduce uno stacco netto anche dal punto di vista spaziale, dalla strada alla finestra.

ESERCIZI PARTE QUARTA

 

A. Scrivi il plurale dei seguenti nomi o aggettivi


frangia           …………………… roccia  ……………………
grigia             ……………………

reggia             ……………………

valigia            ……………………


quercia           …………………… buccia …………………… camicia …………………… biscia              ……………………
bugia              ……………………


 

B Cancella le parole sbagliate

 

  1. Sù / Su, fà / fa’ il bravo, Arturo, da / dà / da’ la mano alla signora! Com è/ Com’è che non sai qual’è / qual è il modo di comportarsi?
  2. Stefano fa’ / fa / fà sempre lo stupido e non ascolta ne /né consigli ne /né rimproveri: pensa solo a se / sé.
  3. Perché corri sempre qua / quà / qua’ e la / la’ / là? Stà / Sta’ fermo una buona volta, se / sé non vuoi una nota sul diario! Sei proprio un incoscente / incosciente!
  4. Si / Sì,  è / e proprio / propio vero! Alberto quando vuole centra / c’entra sempre l’obiettivo.
  5. Maria e / è una brava massaia e    / è      và / va’ / va ogni giorno a / ha fare la spesa hai / ai grandi magazzini.
  6. Ciascuno / ciascun sportivo deve sottoporsi ad un / un’ intenso allenamento se / sé non si / sì vuole trovare giu / giù / giu’ di forma.
  7. Te l’ho / Telò / tel’ho detto piu / più volte! Anna non c’entra / centra per nulla in questa faccenda.
  8. Lo sai che o / ho conosciuto il tuo insegnante di scienze / scenze? E’ un uomo un po / pò / po’ noioso, ma le sue conoscenze / conoscienze sono davvero sterminate.
  9. La sua verifica non era del tutto sufficente / sufficiente: però l’impegno / impegnio è / e evidente.

  1. Perché continui a / ha chiedermi di Anna? Non ne / né so nulla ormai da / da’ / dà un anno / hanno!
  2. Non ce la / cela / ce l’ha faccio più / piu: questa salita non dà / da’ / da alcuna tregua!

 

  1. Correggi le virgole in queste frasi

 

    1. Ravenna città nota per essere stata la sede dell’Impero di Occidente, conserva ancora importanti testimonianze dell’età tardoantica.
    2. La notizia, che ci hai dato, è stata veramente un fulmine a ciel sereno.
    3. I poemi di Omero che costituirono uno strumento fondamentale di educazione dei giovani nella Grecia classica furono messi per iscritto quando ad Atene era tiranno Pisistrato.
    4. L’automobile cinese che hai comprato, è veramente un orrore.
    5. Gli affreschi, che Raffaello ha eseguito nella Farnesina sono fra i capolavori della sua maturità.
    6. Alla prima dell’Amleto che pure aveva fatto registrare il tutto esaurito gli applausi furono gelidi.

 

 

Fonte: http://lcalighieri.racine.ra.it/Dispensa.pdf

Sito web da visitare: http://lcalighieri.racine.ra.it

Autore del testo: Sussidio a cura di Gianni Godoli

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