Corso dislessia esercizi e strumenti

Corso dislessia esercizi e strumenti

 

 

 

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Corso dislessia esercizi e strumenti

Come orientarsi nel mondo della dislessia.
Documento introduttivo

La dislessia è una disabilità specifica dell’apprendimento di origine neurobiologica. Essa è caratterizzata dalla difficoltà a effettuare una lettura accurata e/o fluente e da scarsa abilità nella scrittura e nella decodifica. Queste difficoltà derivano tipicamente da un deficit nella componente fonologica del linguaggio, che è spesso inattesa in rapporto alle altre abilità cognitive e alla garanzia di un’adeguata istruzione scolastica. Conseguenze secondarie possono includere i problemi di comprensione nella lettura e una ridotta pratica della lettura, che può impedire la crescita del vocabolario e della conoscenza generale.
I Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), secondo i dati dell’Associazione Italiana Dislessia, interessano circa il 4% al 6% della popolazione scolastica che, se non affrontati adeguatamente, possono provocare conseguenze sul piano psicologico, sociale e lavorativo.
I DSA comprendono la dislessia (difficoltà di lettura), la disortografia (difficoltà nella correttezza ortografica), e la discalculia (difficoltà nell’area del calcolo).
E’ importante sottolineare che i DSA sono disturbi neuropsicologici e non sono causati da deficit cognitivi né da problemi ambientali o psicologici o sensoriali e neurologici.
Il nucleo del disturbo è la difficoltà a rendere automatico e facile il processo di lettura di scrittura e di calcolo, la mancanza di automatismo obbliga l’alunno con DSA ad impiegare molto tempo ed attenzione per leggere scrivere e calcolare.
Molte ricerche condotte negli ultimi anni hanno evidenziato l’esistenza di due fattori di rischio : la presenza di un ritardo o di un deficit di linguaggio e la familiarità.

COME SI MANIFESTA
L’alunno dislessico ha difficoltà scolastiche che di solito compaiono già nei primi anni di scuola e persistono negli anni seguenti.
Le prime difficoltà osservabili riguardano l’incapacità a mantenere la stabilità delle acquisizioni come l’associazione fra fonema e grafema che deve essere spesso ripresa. Può persistere una lettura sillabata con difficoltà a raggiungere la modalità lessicale, quando questa è conquistata sono frequenti errori per anticipazioni errate.
Nella scrittura sono frequenti gli errori che tendono a permanere numerosi nell’arco della scolarità.
In matematica è difficile l’esecuzione anche di semplici calcoli e l’acquisizione delle procedure.
Spesso oltre a queste difficoltà c’è una limitazione della memoria sequenziale (non vengono ricordati mesi, alfabeto, tabelline, date…).
Col tempo il disturbo si modifica senza scomparire, diminuiscono gli errori e la lettura diventa più fluente, ma nonostante il miglioramento l’alunno mantiene una differenza di velocità a di accuratezza di lettura che si discosta dalla media della classe.
Se non sostenuto con adeguate misure il bambino può mostrare disturbi psicologici, può perdere la fiducia in se stesso o avere alterazioni del comportamento.
Queste sono conseguenze dei DSA e non cause.

COME AFFRONTARE LA DISLESSIA A SCUOLA


L’insegnante può essere la prima persona che si accorge del problema e quindi il suo intervento è determinante.
Di fronte alla discrepanza fra potenzialità intellettive adeguate e notevoli difficoltà nella letto scrittura, l’insegnate deve indirizzare i genitori ad avviare un corretto iter diagnostico.
La diagnosi permette di evitare l’errore più comune che è la colpevolizzione del bambino (“Non impara perché non si impegna”), errore che determina sofferenza e frustrazione.
La diagnosi, la riabilitazione e gli interventi mirati permettono una certa riduzione del disturbo e apportano i maggiori benefici.
E’ utile porre attenzione lungo tutto il corso della scolarità obbligatoria ma soprattutto nei primi anni della scuola primaria al fine di identificare i bambini e le bambine con dislessia e mettere inatto tutti gli interventi di recupero.

CONSIGLI DIDATTICI
Nel processo di insegnamento/apprendimento :
valorizzare le capacità
La valorizzazione delle capacità integre è molto importante quanto quella dell’intervento sul disturbo.
Proprio perché si tratta di disturbi di apprendimento specifici e relativi quindi solo ad alcune limitate, anche se importanti competenze, è fondamentale aiutare l'alunno a sviluppare strategie idonee a raggiungere con altri mezzi risultati comunque soddisfacenti e, soprattutto, evitare che un problema settoriale influisca negativamente su tutti gli apprendimenti nonché sulla motivazione e l'autostima.
L’alunno dislessico presenta un’adeguata comprensione del linguaggio e in genere un’adeguata comunicazione orale.
adattare la didattica
L’adattamento della didattica è fondamentale perché chi lavora con alunni con dislessia deve sapere
che l’obiettivo non può essere quello di eliminare gli esiti del deficit ma quello di cercare di arrivare alla migliore prestazione possibile. Gli adattamenti riguardano le strategie didattiche (con le misure dispensative), gli strumenti compensativi ed il processo valutativo ( nota MIUR Prot. N: 4099/A del 5 ottobre 2004,nota MIUR Prot. N. 26/A del 5 gennaio 2005).
a) Strategie didattiche e misure dispensative
Nei confronti degli alunni dislessico è necessario che gli insegnanti valutino con attenzione le consegne didattiche e le rapportino sempre alle difficoltà degli alunni stessi. C'è il rischio che il problema specifico, se non adeguatamente affrontato, investa anche le aree dell'apprendimento che non sono assolutamente compromesse con effetti nefasti anche sulla personalità di questi alunni e, in generale, sul loro rapporto con la scuola.
L'atteggiamento attento e responsabile dell'insegnante rappresenta sempre la migliore garanzia per ridurre gli esiti del disturbo.
E’ necessario :
organizzare e valorizzare nei primi anni di scolarizzazione l’intervento didattico coniugandolo con l’intervento riabilitativo ;
mantenere lo stampato maiuscolo finché l’alunno non abbia acquisito la sicurezza in tutti i gruppi consonantici (il passaggio al corsivo non deve essere obbligatorio);
evitare la lettura ad voce alta in classe o organizzarla in modo che non venga vissuta con frustrazione
evitare la sottolineatura degli errori per il rischio che questi permangano a causa del rinforzo visivo
evitare la copiatura di lunghi testi dalla lavagna;
svolgere costantemente il controllo dei compiti scritti dal bambino sul diario;
evitare la dettatura di testi che dovranno poi essere usati come materiale di studio; consegnare piuttosto delle schede, chiare e ben strutturate, sul quale l’alunno possa studiare dato che non potrà farlo sui propri appunti o su dettati;
aiutare l'alunno a organizzare il proprio studio: selezionare i contenuti del testo da studiare, individuare pochi "concetti chiave" in relazione tra loro;
utilizzare mappe concettuali e associare mediatori visivi sia nella fase di comprensione degli argomenti sia per lo studio individuale;
personalizzare il lavoro da svolgere a casa considerando che per l'alunno con DSA certe attività richiedono tempi di gran lunga maggiori;
dispensare, ove è necessario, dallo studio della lingua straniera in forma scritta e adottare una didattica di tipo orale con supporti visivi e uditivi.
b) Gli strumenti compensativi
Sono costituiti da quegli strumenti che permettono di ridurre la difficoltà funzionale derivante dal disturbo.
Per gli alunni dislessici, il computer è oggi uno strumento compensativo tra i più importanti ed efficaci, utilizzabile in modo flessibile per rispondere a diverse situazioni problematiche.
E’ quindi utile e necessario che questi alunni vengano avviati precocemente all’uso di questo strumento.
Con un normale programma di videoscrittura, dotato di correzione ortografica, si offre all'alunno con problemi di disortografia la possibilità di individuare rapidamente molti errori ortografici.
I problemi relativi alla qualità grafica del testo (disgrafia) possono essere superati con un normale programma di videoscrittura che permette di rileggere il testo prodotto.
L'uso della sintesi vocale applicata al computer: usata come "eco di scrittura" (il computer pronuncia le parole man mano che vengono scritte) permette agli alunni con disortografia di ricevere un feedback di controllo particolarmente potente perché sfrutta contemporaneamente più canali sensoriali differenti (vista e udito).
La sintesi vocale può essere usata anche come supporto alla lettura per migliorare la comprensione del testo scritto; anche in questo caso i risultati sono migliori se l'informazione sonora è associata ad un controllo visivo (ad esempio, appare sul video la parola evidenziata che in quel momento viene pronunciata dalla sintesi).
Inoltre, si ottengono risultati positivi favorendo :
registrazioni audio degli argomenti di studio; l'alunno dovrà essere opportunamente stimolato a registrare le lezioni e aiutato nello studio con schemi e grafici
l’utilizzo di audiolibri di narrativa. I ragazzi dislessici possono accedere gratuitamente ai servizi di "libro parlato" organizzati per gli utenti non vedenti che offrono una scelta di titoli di letteratura per ragazzi, compresi i più recenti best seller, con registrazioni di ottima qualità.
In caso di difficoltà di calcolo (discalculia) si possono superare molti problemi esecutivi con l'uso di una semplice
tavola pitagorica
calcolatrice
L’utilizzo di questi strumenti varia per età, scolarità e gravità; l’obiettivo non è solo quello di compensare il deficit, ma più in generale di promuovere l'autonomia cognitiva, personale e soprattutto l’apprendimento.

La valutazione
E' fondamentale che nella valutazione si sappiano sempre separare gli obiettivi oggetto della singola verifica dalle competenze strumentali di tipo generico.
L'alunno dislessico non ha bisogno di sconti, ma di una valutazione formativa che sappia davvero verificare le competenze acquisite e far emergere gli apprendimenti che, nonostante le difficoltà, vengono raggiunti..
Si consiglia di:
preferire in generale le prove orali al posto di quelle scritte;
nelle prove scritte accertarsi, con un breve colloquio iniziale, che tutte le consegne siamo state davvero comprese. Può essere utile anche un analogo colloquio finale per capire se le risposte date sono davvero consapevoli;
predisporre verifiche scalari, con il testo chiaro graficamente ;
valutare in modo costruttivo, separando l’errore dal contenuto. Anche visivamente, segnare in modo diverso gli errori effettivamente legati all'oggetto della verifica da quelli di tipo strumentale (che possono essere ignorati o comunque sempre considerati in rapporto all'impegno e ai possibili miglioramenti in corso)
Gli strumenti compensativi usati abitualmente nelle attività didattiche verranno impiegati senza restrizioni anche nelle verifiche e negli esami ( nota MIUR Prot. N. 1787 del 1 marzo 2005).

A cura della Sezione A.I.D. Vi.- Pd.
in collaborazione con :
autore: prof. Flavio Fogarolo, C.S.A Vicenza
autore: prof. Concetta Pacifico, Presidente Comitato Scuola A.I.D.
Articolo tratto dalla pubblicazione : la dislessia evolutiva. Buone pratiche ed esperienze nella scuola del Veneto.
autore: A cura dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto in collaborazione con l’Associazione Italiana Dislessia, ottobre 2006, pag. 35/40.

Fonte: http://www.aiditalia.org/upload/documento_introduttivo_1.doc


Documento realizzato da Associazione Italiana Dislessia (AID)

La Dislessia: introduzione
La Dislessia è un Disturbo Specifico dell'Apprendimento (DSA). Con questo termine ci si riferisce ai soli disturbi delle abilità scolastiche ed in particolare a: DISLESSIA, DISORTOGRAFIA, DISGRAFIA E DISCALCULIA.

La principale caratteristica di questa categoria è le sue specificità, ovvero il disturbo interessa uno specifico dominio di abilità (lettura, scrittura, calcolo) lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. Ciò significa che per avere una diagnosi di dislessia, il bambino NON deve presentare: deficit di intelligenza, problemi ambientali o psicologici, deficit sensoriali o neurologici. Tale disturbo è determinato da un'alterazione neurobiologica che caratterizza i DSA (disfunzione nel funzionamento di alcuni gruppi di cellule deputate al riconoscimento delle lettere-parole e il loro significato).
La dislessia è una difficoltà che riguarda la capacità di leggere e scrivere in modo corretto e fluente. Leggere e scrivere sono considerati atti così semplici e automatici che risulta difficile comprendere la fatica di un bambino dislessico.
Purtroppo in Italia la dislessia è poco conosciuta, benché si calcoli che riguardi il 3-4% della popolazione scolastica (fascia della Scuola Primaria e Ssecondaria di primo grado). La dislessia non è causata da un deficit di intelligenza né da problemi ambientali o psicologici o da deficit sensoriali o neurologici.
Il bambino dislessico può leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al massimo le sue capacita e le sue energie, poiché non può farlo in maniera automatica e perciò si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro, non impara. La dislessa si presenta in quasi costante associazione ad altri disturbi (comorbidità); questo fatto determina la marcata eterogeneità dei profili e l'espressività con cui i DSA si manifestano, e che comporta significative ricadute sulle indagini diagnostiche. La difficoltà di lettura può essere più o meno grave e spesso si accompagna a problemi nella scrittura: disortografia (cioè una difficoltà di tipo ortografico, nel 60% dei casi) e disgrafia (difficoltà nel movimento fino-motorio della scrittura, cioè una cattiva resa formale, nel 43% dei casi), nel calcolo (44% dei casi) e, talvolta, anche in altre attività mentali. Tuttavia questi bambini sono intelligenti e,di solito,vivaci e creativi.
Come si manifesta
Si manifesta con una lettura scorretta (numero di errori commessi durante la lettura) e/o lenta (tempo impiegato per la lettura) e può manifestarsi anche con una difficoltà di comprensione del testo scritto indipendente sia dai disturbi di comprensione in ascolto che dai disturbi di decodifica (correttezza e rapidità) del testo scritto. La Consensus Conference ha ribadito l'importanza di promuovere la ricerca per identificare il disturbo di comprensione del testo come separato da quello di decodifica (correttezza e rapidità).
Il bambino spesso compie nella lettura e nella scrittura errori caratteristici come l'inversione di lettere e di numeri (es. 21 - 12) e la sostituzione di lettere (m/n; v/f; b/d). A volte non riesce ad imparare le tabelline e alcune informazioni in sequenza come le lettere dell'alfabeto, i giorni della settimana, i mesi dell'anno. Può fare confusione per quanto riguarda i rapporti spaziali e temporali (destra/sinistra; ieri/domani; mesi e giorni;lettura dell'orologio) e può avere difficoltà a esprimere verbalmente ciò che pensa. In alcuni casi sono presenti anche difficoltà in alcune abilità motorie (ad esempio allacciarsi le scarpe), nella capacità di attenzione e di concentrazione. Spesso il bambino finisce con l'avere problemi psicologici, quale demotivazione, scarsa autostima, ma questi sono una conseguenza, non la causa della dislessia.
Il bambino appare disorganizzato nelle sue attività, sia a casa che a scuola. Ha difficoltà a copiare dalla lavagna e a prendere nota delle istruzioni impartite oralmente.
Il disturbo specifico comporta un impatto significativo e negativo per l'adattamento scolastico e /o per le attività della vita quotidiana
Come si riconosce
Già nella scuola dell'infanzia bambini che presentano uno sviluppo linguistico (sia in produzione e/o comprensione) atipico, come parole storpiate, scarso vocabolario, dovrebbero consultare il pediatra che nel bilancio di salute annuale deve monitorare le situazioni a rischio valutando anche l'anamnesi familiare (presenza di disturbo specifico del linguaggio, dislessia) ed inviando il bambino alle strutture competenti.
Se al termine del primo anno della scuola primaria di primo grado il bambino presenta una delle seguenti caratteristiche:
1)difficoltà nell'associazione grafema-fonema e/o fonema grafema;
2)mancato raggiungimento del controllo sillabico in lettura e scrittura
3)eccessiva lentezza nella lettura e scrittura
4)incapacità a produrre le lettere in stampato maiuscolo in modo riconoscibile
è opportuno consultare le strutture competenti rivolgendosi ad uno specialista (neuropsichiatra, psicologo) per avere una diagnosi; l'Associazione Italiana Dislessia offre al riguardo una consulenza gratuita indicando i Centri competenti a cui riferirsi a seconda della Regione.
Quando si fa la diagnosi
La diagnosi viene posta alla fine del II anno della scuola primaria. Già alla fine del I° anno della scuola primaria, tuttavia, profili funzionali compromessi e presenza di altri specifici indicatori diagnostici (ritardo del linguaggio e anamnesi familiare positiva per DSA) possono anticipare i termini della formulazione diagnostica. Un'ulteriore strumento per la rilevazione di queste difficoltà è lo screening, inteso come ricerca-azione da condurre direttamente nelle scuole, da parte di insegnanti formati con la consulenza di professionisti sanitari. Esso andrebbe condotto all'inizio dell'ultimo anno della scuola dell'infanzia con l'obiettivo di realizzare attività didattiche-pedagogiche mirate a potenziare le abilità deficitarie. Nel caso in cui alla fine dell'anno permangano significativi segnali di rischio è opportuna la segnalazione ai servizi sanitari per l'età evolutiva.

La diagnosi viene effettuata da un equipe multidisciplinare composta da Neuropsichiatria Infantile, Psicologo e Logopedista. Come si comporta nello studio
Un dislessico si stanca più facilmente ed ha perciò bisogno di molta più concentrazione
Può leggere un brano correttamente e non cogliere il significato
Può avere grosse difficoltà con le cifre (tabelline), la notazione musicale o qualsiasi cosa che necessita di simboli da interpretare
Può avere difficoltà nella lettura e/o scrittura di lingue straniere (es. inglese, latino, greco, ecc..)
Può scrivere una parola due volte o non scriverla
Può avere difficoltà nel memorizzare termini specifici, non di uso comune
Può avere difficoltà nello studio (storia, geografia, scienze, letteratura, problemi aritmetici) quando questo è veicolato dalla lettura e si giova invece dell'ascolto (es. registratori, adulto che legge, libri digitali)
Non prende bene gli appunti perché non riesce ad ascoltare e scrivere contemporaneamente
Quando si distrae da ciò che sta leggendo o scrivendo ha grosse difficoltà a ritrovare il punto
Un dislessico lavora lentamente a causa delle sue difficoltà, perciò è sempre pressato dal tempo.
Come si affronta
Quando qualcuno (genitore o insegnante) sospetta di trovarsi di fronte ad un bambino dislessico è importante che venga fatta, al più presto una valutazione diagnostica.
La diagnosi deve essere fatta da specialisti esperti, mediante specifici test. La diagnosi permette di capire finalmente che cosa sta succedendo ed evitare gli errori più comuni come colpevolizzare il bambino ("non impara perché non si impegna") e l'attribuire la causa a problemi psicologici, errori che determinano sofferenze, frustrazioni.
Il professionista dovrebbe redigere un referto scritto indicando il motivo dell'invio, i test utilizzati e la diagnosi conclusiva.
Ottenuta la diagnosi si possono mettere in atto aiuti specifici, tecniche di riabilitazione e di compenso, nonché alcuni semplici provvedimenti della modifica della didattica a favore dei ragazzi dislessici e contenute nelle direttive Ministeriali (Prot. n. 4099/A/4), come ad esempio la concessione di tempi più lunghi per lo svolgimento di compiti, l'uso della calcolatrice e/o del computer. Tali provvedimenti devono poter essere utilizzati anche nei momenti di valutazione, compresi gli Esami di Stato.
I dislessici hanno un diverso modo di imparare ma comunque imparano.
Cosa fare dopo la diagnosi
Dopo la diagnosi il percorso è differenziato a seconda dell'età del soggetto dislessico, della specificità del disturbo (correttezza, rapidità, comprensione del testo), e dal grado di gravità.
Alcuni elementi importanti dopo aver ottenuto la diagnosi sono:
- il professionista deve comunicare la diagnosi in maniera chiara e precisa specificando anche gli aspetti psicologici secondari (demotivazione, bassa autostima, ) e redigere un referto scritto
- indicare la possibilità dell'utilizzo di strumenti compensativi e dispensativi
- comunicare con la scuola per creare una rete di condivisione di obiettivi e contattare il referente scolastico per la dislessia
- programmare dei controlli a breve scadenza (minimo 6 mesi, massimo 1 anno)
- la famiglia deve prendere coscienza del problema ricordando che la strada per il recupero del dislessico è difficile in quanto il carico dei compiti scolastici resta il problema più gravoso per la famiglia stessa. Per alleggerire questa situazione si può affidare il lavoro scolastico a casa ad una persona estranea alla famiglia, in questo modo si ottengono diversi risultati: migliorare il clima familiare , riappropriarsi del ruolo di madre e non di insegnante, al fine di ridurre l'ansia della prestazione nel bambino e aumentare l'autostima e la motivazione.
- se il bambino è nel primo ciclo della scuola primaria si consiglia una terapia logopedica o una terapia neuropsicologica
- nelle fasi successive è consigliato un intervento metacognitivo che chiarisca gli scopi della lettura a seconda del materiale da studiare al fine di incrementare la consapevolezza dei processi che intervengono nella lettura
- l'ambiente, soprattutto quello familiare, deve appoggiare il bambino, aiutandolo nelle strategie di compenso e nella costruzione di un'immagine positiva di sé
I ragazzi dislessici possono imparare anche se in maniera un po' diversa dagli altri.

Cosa devono fare i genitori
I genitori devono:
- informarsi sul problema
- cercare una appropriata valutazione diagnostica
- discutere del problema con gli insegnanti
- aiutare il bambino nelle attività scolastiche (leggere ad alta voce)
- utilizzare strumenti alternativi alla pura lettura (cassette, cd, video, computer)

Cosa devono fare gli insegnanti
L'insegnante deve:
- riconoscere e accogliere realmente la "diversità";
- parlare alla classe e non nascondere il problema;
- spiegare alla classe le diverse necessità dell'alunno dislessico e il perché del diverso trattamento;
- collaborare attivamente con i colleghi per garantire risposte coerenti al problema;
- comunicare con i genitori

Le cose da non fare:
- far leggere il bambino a voce alta
- ridicolizzarlo
- correggere tutti gli errori nei testi scritti
- dare liste di parole da imparare
- farlo copiare dalla lavagna
- farlo ricopiare il lavoro già svolto, perché scorretto o disordinato
- paragonarlo ad altri

Diagnosi versus certificazione (104 - sostegno)
La panoramica in Italia sulla certificazione e il sostegno è molto disomogenea, a seconda delle regioni e delle province possono venir concessi o meno la certificazione e di conseguenza l'insegnante di sostegno.
Indipendentemente dalla possibilità di ricevere l'insegnante di sostegno, è importante che il bambino riceva un adeguato supporto nel percorso scolastico che tenga conto delle sue difficoltà e che può derivare soprattutto da una efficace collaborazione tra scuola, famiglia e operatore sanitario.
Dislessici adulti
Ci sono ancora pochi studi sull'evoluzione del disturbo dislessico in età adulta.
A livello internazionale ci sono studi che dimostrano che il disturbo permane nella lettura, nella scrittura, ma anche nelle prove linguistiche e di analisi metafonologica. Studi su dislessici italiani adulti evidenziano un miglioramento nella correttezza della lettura, mentre permane una difficoltà nei tempi di lettura, dove il dislessico adulto necessita di tempo aggiuntivo rispetto al normolettore. I cambiamenti osservati in velocità ed accuratezza dipendono però dal livello di gravità iniziale.
Gli strumenti dispensativi e compensativi sono misure necessarie per gli esami di Stato, accesso all'Università, patente di guida.

Interventi riabilitativi e/o trattamento logopedico
Chi si occupa del bambino/ragazzo dislessico deve effettuare una "presa in carico", un processo cioè integrato e continuativo con cui si garantisce una coordinazione di interventi che favoriscono la riduzione del disturbo, l'inserimento scolastico, sociale e lavorativo e il più completo sviluppo delle potenzialità dei singoli individui.
Dopo la diagnosi, fatta da un centro specializzato (o anche da una qualunque ASL), si può intervenire con programmi riabilitativi, fatti presso i centri stessi che hanno diagnosticato il disturbo, o presso centri riabilitativi adeguati, tramite software riabilitativi e/o trattamenti logopedici.
Recentemente in Italia si stanno accumulando dati relativi all'efficacia dei trattamenti abilitativi dando indicazioni nella pratica clinica .
Si ritiene che i criteri per stabilire un miglioramento siano:
a)autonomia raggiunta nella lettura
b)autovalutazione positiva della propria abilità di lettura
c)giudizio di miglioramento da parte dell'insegnante
Inoltre:
1)i trattamenti più efficaci sono quelli che utilizzano procedure informatizzate per automatizzare il processo di riconoscimento lessicale e sublessicale;
2)il trattamento abilitativo raggiunge risultati migliori nella correttezza rispetto alla velocità, riducendo il numero di errori di almeno il 50%. Nella velocità di lettura (sillabe lette al secondo) si riscontra, in quattro mesi, un miglioramento pari a quello atteso per evoluzione naturale in un anno;
3)il trattamento abilitativo permette un miglioramento sia con sedute ambulatoriali sia con attività domiciliari supervisionate da un professionista;
4)il livello di miglioramento non dipende dal livello di gravità iniziale; ogni ciclo di trattamento ottiene in media un cambiamento simile;
5)dai dati finora raccolti non si evidenzia nessuna differenza negli esiti tra alunni con e senza comorbidità ;
6)nel periodo di non trattamento, l'evoluzione spontanea è quasi nulla, ma non c'è regressione;
7)il trattamento abilitativo ha effetto dalla terza elementare alla terza media

Software
L'uso di software specifici permette al dislessico di affrontare più serenamente le richieste scolastiche e di riabilitare, divertendosi, le competenze deficitarie. Sul mercato si possono trovare svariati programmi atti ad automatizzare il processo di lettura per quanto riguarda le abilità strumentali (correttezza e rapidità) oppure programmi che permettono di migliorare gli aspetti metacognitivi per una miglior comprensione del testo scritto.
Esistono poi software che fungono da strumenti compensativi: l'editor di testi, una tipologia di software che consente di scrivere dei testi e può essere usato in abbinamento o in sostituzione al tradizionale quaderno; la sintesi vocale, che trasforma in audio il testo digitale, importato o scritto; il traduttore automatico, programma in grado di tradurre testi in diverse lingue; i libri digitali, che sono libri scolastici forniti dalle case editrici direttamente in formato digitale.

Fonte: http://www.icgramscidicamponogara.it/moduli%20H/La%20Dislessia.doc
Documento realizzato da Associazione Italiana Dislessia (AID)

DISPENSA FORMATIVA/INFORMATIVA
“LA DISLESSIA”

1. COS’E’ LA DISLESSIA?
La dislessia è una sindrome (non una malattia o un problema mentale!), classificata tra i
Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA).
La definizione più recente, approvata dall'International Dyslexia Association è la seguente:
"La dislessia è una disabilità dell'apprendimento di origine neurobiologica. Essa è
caratterizzata dalla difficoltà a effettuare una lettura accurata e/o fluente e da scarse abilità
nella scrittura (ortografia). Queste difficoltà derivano tipicamente da un deficit nella
componente fonologica del linguaggio, che è spesso inatteso in rapporto alle altre abilità
cognitive e alla garanzia di una adeguata istruzione scolastica. Conseguenze secondarie
possono includere i problemi di comprensione nella lettura e una ridotta pratica nella
lettura che può impedire una crescita del vocabolario e della conoscenza generale".
E’ una difficoltà quindi che riguarda la capacità di leggere e scrivere in modo corretto e
fluente. Leggere e scrivere sono atti così semplici e automatici che risulta difficile
comprendere la fatica di un ragazzo dislessico. Purtroppo in Italia la dislessia è poco
conosciuta, benché si calcoli che riguardi almeno 1.500.000 persone.
La dislessia non è causata da un deficit di intelligenza nè da problemi ambientali o
psicologici o da deficit sensoriali o neurologici.
Il ragazzo dislessico può leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al
massimo le sue capacità e le sue energie, poiché non può farlo in maniera automatica;
perciò si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro, non impara. La difficoltà di
lettura può essere più o meno grave e spesso si accompagna a problemi nella scrittura,
nel calcolo e, talvolta, anche in altre attività mentali. Tuttavia i ragazzi dislessici sono
intelligenti e, di solito, vivaci e creativi.
Dalla dislessia non si può guarire, perché la dislessia non può essere curata: non dipende
da deficit intellettivi, non è associata a patologie neurologiche e sensoriali, non è causata
da problemi psicologici o ambientali. Ha un’origine costituzionale, una base
neurobiologica, probabilmente connessa ai meccanismi di apprendimento legati alla
cosiddetta memoria inconsapevole. Come tale, è una realtà permanente: dislessici si
nasce e si resta per tutta la vita.

2. COME SI MANIFESTA?
Il ragazzo dislessico può leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al
massimo le sue capacità e le sue energie, poiché non può farlo in maniera automatica;
perciò si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro, non impara.
È come se i ragazzi dislessici vedessero sempre le parole per la prima volta e pertanto
siano costretti a procedere tramite una lettura lettera per lettera, senza automatizzare il
riconoscimento visivo. Questo causa un gran dispendio di energie attentive e porta il
ragazzo a una lettura corretta per le prime righe del testo scritto e a commettere molti
errori nel prosieguo, perché le sue risorse attentive si esauriscono o diventano più labili.
La difficoltà di lettura può essere più o meno grave e spesso si accompagna a problemi
nella scrittura, nel calcolo e, talvolta, anche in altre attività mentali. Tuttavia i ragazzi
dislessici sono intelligenti e, di solito, vivaci e creativi.
Le difficoltà scolastiche compaiono nei primi anni di scuola primaria e persistono negli anni
seguenti. Errori caratteristici della lettura e della scrittura sono:
· Scarsa discriminazione di grafemi diversamente orientati nello spazio:
Il soggetto mostra chiare difficoltà nel discriminare grafemi uguali o simili, ma
diversamente orientati. Egli, ad esempio, confonde la “p” e la “b”; la “d” e la “q”; la
“u” e la “n”; la “a” e la “e”; la "b" e la "d"... Nell'alfabeto italiano sono molte le coppie
di grafemi che differiscono rispetto al loro orientamento nello spazio, per cui le
incertezze e le difficoltà di discriminazione possono rappresentare un vero e proprio
impedimento alla lettura.
· Scarso discriminazione di grafemi che differiscono per piccoli particolari:
Il soggetto mostra difficoltà nel discriminare grafemi che presentano somiglianze.
Egli, ad esempio può confondere la “m” con la “n”; la “c” con la “e”; la “f” con la “t”...
· Scarsa discriminazione di grafemi che corrispondono a fonemi sordi e fonemi
sonori:
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Il soggetto mostra difficoltà nel discriminare grafemi relativi a fonemi con
somiglianze percettivo – uditive. L’alfabeto è composto di due gruppi di fonemi: i
fonemi sordi e i fonemi sonori che, tra loro risultano somiglianti, per cui, anche in
questo caso l’incertezza percettiva può rappresentare un vero e proprio ostacolo
alla lettura. Le coppie di fonemi simili sono le seguenti:
F V
T D
P B
C G
L R
M N
S Z
· Difficoltà di decodifica sequenziale:
Leggere richiede al lettore di procedere con lo sguardo in direzione sinistra - destra
e dall'alto in basso; tale processo appare complesso per tutti gli individui nelle fasi
iniziali di apprendimento della lettura, ma, con l’affinarsi della tecnica e con l'uso
della componente intuitiva la difficoltà diminuisce gradualmente fino a scomparire.
Nel soggetto dislessico talvolta ci troviamo di fronte, invece a un vero e proprio
ostacolo nella decodifica sequenziale, per cui si manifestano con elevata frequenza
gli errori di seguito descritti:
o Omissione di grafemi e di sillabe:
Il soggetto omette la lettura di parti della parola; può tralasciare la decodifica
di consonanti (ad esempio può leggere “fote” anziché “fonte”; oppure “capo”
anziché “campo”...) oppure di vocali (può leggere, ad esempio, “fume”
anziché “fiume”; “puma” anziché piuma” ...) e, spesso, anche di sillabe (può
leggere “talo” anziché “tavolo”; “paro” anziché “papavero”)
o Salti di parole e salti da un rigo all’altro:
Il soggetto dislessico presenta evidenti difficoltà a procedere sul rigo e ad
andare a capo, per cui sono frequenti anche “salti” di intere parole o di intere
righe di lettura.
o Inversioni di sillabe:
Spesso la sequenza dei grafemi viene invertita provocando errori particolari
di decodifica della sillaba (il soggetto può, ad esempio, leggere “li” al posto di

“il”; “la” al posto di “al”, “ni” al posto di “in”...) e della parola (può leggere, ad
esempio, “talovo” al posto di “tavolo”...).
o Aggiunte e ripetizioni
La difficoltà a procedere con lo sguardo nella direzione sinistra - destra può
dare origine anche ad errori di decodifica caratterizzati dall'aggiunta di un
grafema o di una sillaba ( ad esempio “tavovolo” al posto di “tavolo”...).
· Prevalenza della componente intuitiva:
Il soggetto che presenta chiare difficoltà di lettura privilegia, indubbiamente, l’uso
del processo intuitivo rispetto a quello di decodifica; l’intuizione della parola scritta
rappresenta un valido strumento, ma, al tempo stesso, è fonte di errori, definiti di
anticipazione. Non di rado, infatti, il soggetto esegue la decodifica della prima parte
della parola, talvolta anche solo del primo grafema o della prima sillaba e procede
“inventando” l’altra parte. La parola contenuta nel testo viene così ad essere spesso
trasformata in un’altra, il cui significato può essere affine o completamente diverso.
Altre difficoltà riguardano:
· difficoltà nel calcolo e nell’utilizzare le linea dei numeri
· difficoltà ad imparare informazioni in sequenza come le tabelline, i giorni della
settimana, i mesi dell’anno, le stagioni, le lettere dell’alfabeto……
· difficoltà nell’imparare a memoria formule, regole, linguaggi specifici……….
· difficoltà nei rapporti spaziali e temporali: lateralizzazione destra-sinistra, alto-basso
e le varie combinazioni (in alto a destra, in basso a sinistra……);ieri, oggi, domani;
collocare le proprie esperienze ed altrui esperienze nel tempo (individuando il
giorno, il mese e l’anno)
· difficoltà ad esprimere verbalmente ciò che si pensa in modo chiaro e corretto
· difficoltà di coordinazione oculo-motoria come l’allacciarsi le scarpe, ripassare una
figura andando sopra le linee; lanciare la palla nel canestro……
· difficoltà di attenzione e concentrazione
I compiti scritti vengono vissuti dallo studente dislessico come fonte di ansia, dovuta ad un
rapporto molto modesto tra grandezza dello sforzo cognitivo con un notevole dispendio di
tempo e risultati scarsi o modesti.

Spesso lo studente appare disorganizzato nelle sue attività sia a casa che a scuola.
Presenta difficoltà a copiare dalla lavagna e a prendere appunti di quanto detto oralmente,
riuscendo poco a svolgere più azioni contemporaneamente come l’ascoltare e lo scrivere
(o fa una cosa o l’altra).

2.1. Problemi psicologici legati alla dislessia
La dislessia, in una società come la nostra, fortemente permeata dalla presenza della
scrittura e della lettura, incide pesantemente sulla vita scolastica e relazionale dello
studente. Il ragazzo dislessico, consapevole delle proprie difficoltà di lettura, tende ad
evitare le situazioni che richiedono una decodifica del testo scritto; questo comprensibile
atteggiamento di evitamento della lettura viene spesso attribuito a svogliatezza e a scarso
impegno e gli errori spesso sono definiti come “distrazione”, “sbadataggine”, “poca voglia
di impegnarsi”.
Questa difficoltà a decodificare il testo scritto porta lo studente ad avere frequenti
insuccessi a scuola (a scuola i saperi si veicolano in gran parte attraverso i libri di testo;
inoltre anche altre modalità di accesso alle informazioni, quali ad esempio internet,
richiedono la lettura di testi scritti). Questo susseguirsi di risultati negativi è
psicologicamente devastante: lo studente si percepisce inadeguato ad affrontare il mondo,
si sente non bravo come gli altri, più svogliato, più rinunciatario, in ultima analisi si
percepisce inferiore ai compagni. Questa situazione lo porta a sentirsi colpevole, poco
amato dagli altri, a volte compatito perché “poveretto non ce la fa”, “se non è capace non è
colpa sua”, “è nato così”, “è un pò handicappato”, “non ha voglia di fare niente”, “chissà
cosa diventerà da grande”,… Anche queste aspettative negative nei suoi confronti minano
la sua autostima e la sua visione del mondo e causano ansia da prestazione,
atteggiamenti rinunciatari e perdita di fiducia in se stesso. Questo a volte più sfociare in
depressione o in atteggiamenti aggressivi.

5. NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Nota MIUR 4099/A4 del 5.10.04
Applicazione degli strumenti compensativi e misure dispensative.
Nota MIUR 26/A4 del 5.01.05
Precisazione sull’utilizzo delle note in tutte le fasi del percorso scolastico, compresi i
momenti di valutazione.
“si ritiene di dover precisare che per l'utilizzazione dei provvedimenti
dispensativi e compensativi possa essere sufficiente la diagnosi specialistica di
disturbo specifico di apprendimento (o dislessia) e che tali strumenti debbano essere
applicati in tutte le fasi del percorso scolastico, compresi i momenti di valutazione
finale”.
Nota MIUR 1787 del 1.03.05
Riguarda gli esami di Stato: invito ad adottare, in particolare per la terza prova, ogni
iniziativa per ridurre le difficoltà.
“Le Commissioni, in particolare, terranno in debita considerazione le specifiche situazioni
soggettive sia in sede di predisposizione della terza prova scritta, che in sede di
valutazione delle altre due prove, valutando anche la possibilità di riservare alle stesse
tempi più lunghi di quelli ordinari.”
Nota MIUR 4798 del 27.07.05
Coinvolgimento della famiglia
“Si coglie l’occasione per richiamare l’attenzione sui disturbi specifici d’apprendimento, in
relazione ai quali possono essere utilizzati strumenti compensativi e dispensativi, come da
nota di questa Direzione n. 4099/A/4a, del 05.10.2004”
Ordinanza Ministeriale n. 26 del 15 marzo 2007
Istruzioni e modalità organizzative ed operative per lo svolgimento degli esami
Pag 3:
15
VISTA la C.M. prot. n.1787 (allegato in formato DOC o PDF) dell’1-3-2005, relativa agli
alunni affetti da dislessia;
Pag 21
Art 12 - comma 7
La Commissione terrà in debita considerazione le specifiche situazioni soggettive, relative
ai candidati affetti da dislessia, sia in sede di predisposizione della terza prova scritta, che
in sede di valutazione delle altre due prove scritte, prevedendo anche la possibilità di
riservare alle stesse tempi più lunghi di quelli ordinari. Al candidato sarà consentita la
utilizzazione di apparecchiature e strumenti informatici nel caso in cui siano stati impiegati
per le verifiche in corso d’anno.
Ordinanza ministeriale N.30/2008
Istruzioni e modalità organizzative ed operative per lo svolgimento degli esami di Stato
conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore nelle scuole statali e non
statali. Anno scolastico 2007/2008.
ART. 6
DOCUMENTO DEL CONSIGLIO DI CLASSE
1. I consigli di classe dell'ultimo anno di corso elaborano, entro il 15 maggio, per la
commissione d'esame, un apposito documento relativo all'azione educativa e didattica
realizzata nell'ultimo anno di corso.
2. Tale documento indica i contenuti, i metodi, i mezzi, gli spazi e i tempi del percorso
formativo, i criteri, gli strumenti di valutazione adottati, gli obiettivi raggiunti, nonché ogni
altro elemento che i consigli di classe ritengano significativo ai fini dello svolgimento degli
esami.*
Art 12 .7
La Commissione terrà in debita considerazione le specifiche situazioni soggettive, relative
ai candidati affetti da dislessia, sia in sede di predisposizione della terza prova scritta, che
in sede di valutazione delle altre due prove scritte, prevedendo anche la possibilità di
riservare alle stesse tempi più lunghi di quelli ordinari. Al candidato sarà consentita la
utilizzazione di apparecchiature e strumenti informatici nel caso in cui siano stati impiegati
per le verifiche in corso d’anno.

* Si richiama l’attenzione al punto 2. ricordando che i ragazzi segnalati per D.S.A, hanno
diritto ad avere un allegato riservato relativo al loro percorso educativo personalizzato
comprensivo degli strumenti di valutazione adottati in corso d’anno.
Per quanto riguarda l’uso degli strumenti informatici si fa presente che le prove vengono
inviate in cartaceo e potranno essere scannerizzate a scuola dopo l’apertura dei plichi.
6. BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
BIANCARDI A. e Milano G. (1999), Quando un bambino non sa leggere. Rizzoli, Milano.
CORNOLDI C., MIATO L., MOLIN A. e POLI S. (1985): La prevenzione ed il trattamento
delle difficoltà di lettura e scrittura, Organizzazioni Speciali , Firenze.
CORNOLDI C. (1989),I disturbi dell' apprendimento, Il Mulino, Bologna FRISO G., MOLIN
A. e POLI S. (1998), Difficoltà di lettura nella scuola media, Erickson, Trento.
Girolami-Boulinier A. (1990), trad. it., Prevenzione della dislessia e della disortografia,
Omega, Torino.
SARTORI G. (1984), La lettura. Processi normali e dislessia, Il Mulino, Bologna.
STELLA G. (1996), La dislessia Aspetti clinici, psicologici e riabilitativi, Franco Angeli,
Milano.
STELLA G. e PIPPO J. (1987), Le difficoltà di apprendimento della lettura e della scrittura
Ed. Moderne, Padova
STELLA G. (1989), Le difficoltà di apprendimento della lettura e della scrittura. L'avvio di
un processo riabilitativo. Del Cerro, Tirrenia (Pisa)
www.aiditalia.org
www.dislessia.it/sezioni/treviso.htm

Fonte: http://www.larapedia.com/corso_dislessia/dislessia_esercizi_e_strumenti_compensativi.html

Sito web da visitare: http://www.larapedia.com

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