I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
Insalata di Mare"
INGREDIENTI
Per 6 persone:
400 gr. di polpo
500 gr. di calamari
1Kg di gamberetti
500 gr. di cozze
500 gr. di vongole
2 limoni
olio extra vergine
sale e pepe
quanto basta
un mazzetto
di prezzemolo
aceto.
PREPARAZIONE
Bollite i polpi e i calamari separatamente in abbondante acqua salata. Per la cottura del polpo regolatevi seguendo i tempi di cottura della ricetta dell'insalata di polpo. A parte lessate i gamberi con l'aggiunta di un po' di aceto affinchè, una volta sgocciolati, non diventino neri. Mettete un tegame sul fuoco vivo e ponetevi le cozze e le vongole e attendete finchè le valve non si siano tutte aperte. Scendetele dal fuoco conservando il liquido che avranno emesso e mettetele da parte dopo aver eliminato le valve. Appena il polpo e i calamari saranno cotti, scolateli e tagliate il polpo a tocchetti e i calamari ad anelli. Prendete un piatto di portata, mescolate polpi, calamari, cozze, vongole, gamberi e condite con olio, succo di limone, sale quanto basta, pepe macinato e aggiungete un paio di cucchiai di liquido di cottura delle cozze e delle vongole passato in un colino. Spruzzate con abbondante prezzemolo tritato finemente. Aggiungete a vostro piacimento uno spicchio di aglio tritato e servite in tavola dopo aver fatto freddare.
"Pasta alla Norma"
QUESTO PIATTO fu creato a Catania in onore alla Norma di Vincenzo Bellini. L'aneddoto vuole che un giorno, durante un pranzo tra artisti, sia arrivato a tavola un piatto di spaghetti condito con ricotta salata infornata, salsa di pomodoro, melanzane fritte e basilico. Alla fine qualcuno dei partecipanti, ispirato dai sapori e dagli odori della pietanza, esclamò: "ma questa è Norma!". Si sa che a Catania, Bellini e la Norma sono sinonimi di tutto ciò che è eccelso. Il piatto, pur essendo comune a tutta l'isola, va attribuito alla tradizione catanese non solo per l'origine, ma anche per l'uso specifico della ricotta salata e infornata.
INGREDIENTI
Per 4 persone:
500 gr di spaghetti
300 gr di salsa di pomodoro
1 chilo di
melanzane nere
150 gr di ricotta salata
100 gr di ricotta fresca
olio d'oliva extravergine
8 foglie intere di basilico
sale e pepe q.b.
PREPARAZIONE
Sbucciate le melanzane, tagliatele a tocchetti e lasciate in uno scolapasta per circa un'ora dopo averle spolverate con un poco di sale. Preparate dell'olio caldo in una padella, scolate le melanzane e soffriggetele. Quindi mettetele ad asciugare su un foglio di carta assorbente per eliminare l'olio superfluo. Nel frattempo fate bollire dell'acqua in una pentola, calate gli spaghetti e salate. Non appena pronti, scolateli bene, sistemateli in zuppiera ed aggiungete la ricotta fresca, il basilico tritato e la salsa di pomodoro. Mescolate tutto e dividete nei piatti gli spaghetti, ai quali saranno aggiunte le fette di melanzane fritte. Grattuggiate un pò di ricotta salata e guarnite i piatti con le foglie di basilico. Servite in tavola.
"Spaghetti al nero di seppia"
Ingredienti :
400gr. Spaghetti
250gr. di seppie
3 spicchi d'aglio
1/2 bicchiere di vino bianco
1/2 bicchiere olio d'oliva
1 ciuffo di prezzemolo
peperoncino
sale
PREPARAZIONE
Pulire le seppie, avendo cura di conservare il sacchetto con il nero e tagliuzzarle. In un tegame soffriggere con l'olio gli spicchi d'aglio tritati, aggiungere le seppie e far prendere un bel colorito; versare il vino e fare evaporare. Unire i pomodori a pezzettini, regolare di sale e cuocere a fuoco moderato per 20 minuti. A cottura quasi ultimata rifinire con una pizzicata di peperoncino, un trito di prezzemolo e colorare il condimento con il nero di seppia contenuto nel sacchetto. Lessare gli spaghetti, scolarli al dente e maneggiarli nel tegame con le seppie. Servire in un piatto da portata, decorando con altro prezzemolo tritato.
"Pasta con sarde"
SARDE, sardine, acciughe, fanno parte della grande famiglia del "pesce azzurro". E' così detto perchè questa specie migratoria viene pescata in quantità quando si avvicina alle acque costiere, azzurre e luccicanti. Consumate fresche o salate o ancora, ridotte ad una salsa salata ottenuta dalla loro decomposizione, le sarde erano fortemente apprezzate nell'epoca classica. Nè il loro consumo è diminuito nel corso dei secoli, pescandosene in abbondanza (da qui la denominazione di "pesce povero" e poco costoso). Piatto tipicamente e originariamente palermitano, la pasta con le sarde si è diffusa in tutta l'Isola, assumendo numerose varianti.
INGREDIENTI
Per 4 persone:
500 gr. di bucatini
700 gr. di sarde deliscate private della testa e delle interiora
3 mazzi di finocchietto
un cucchiaio di estratto di pomodoro
una cipolla
4 acciughe salate pulite e deliscate
un cucchiaio di pinoli
un cucchiaio di uva passa
zafferano puro a fili
olio d'oliva extravergine
sale pepe q.b.
1/2 bicchiere di vino bianco.
PREPARAZIONE
Mondate il finocchietto selvatico e Iessatelo in abbondante acqua salata per circa mezz'ora. Scolatelo e mettete da parte l'acqua di bollitura, quindi tritatelo grossolanamente e soffrigetelo con poco olio. A parte fate dorare, a fuoco Iento, la cipolla tritata finemente. Aggiungete le acciughe e l'estratto di pomodoro, sciolto con 1/2 bicchiere di acqua e 1/2 di vino bianco. Lavorate il composto con una spatola di legno affinchè si trasformi in una crema. Unite una metà delle sarde deliscate, il finocchietto, I'uva passa con i pinoli e lo zafferano e fate cuocere a fuoco lento per circa mezz'ora. Allungate il composto, di tanto in tanto, con l'acqua di cottura del finocchietto. A parte friggete l'altra metà delle sarde deliscate, e dopo averle fatte dorare depositatele su della carta assorbente per eliminare l'olio superfluo. Fate lessare i bucatini nella restante acqua dei finocchietti. Scendeteli al dente, mescolate con il condimento e metteteli in un piatto di portata, aggiungendo le sarde fritte. Servite spolverando a piacere con pane grattato tostato.
"PASTA CON I BROCCOLI"
Ingredienti :
gr. 400 di spaghetti - 1 cavolfiore di circa 600 gr. - gr.50 pecorino grattugiato - 1 cipolla - olio d'oliva, sale, pepe.
PREPARAZIONE
Pulite lavate e lessate il broccolo in abbondante acqua. Scolatelo quando sarà ancora al dente e tagliatelo a piccoli pezzi.
Tagliate la cipolla a fettine sottili, rosolatela in padella con olio abbondante, aggiungete poi il cavolo ed un pò della sua acqua di cottura, salate, pepate, mescolate delicatamente e lasciate insaporire.
Intanto avrete fatto cuocere gli spaghetti in abbondante acqua salata.
Scolateli e serviteli conditi con i broccoli cotti in padella e il pecorino grattugiato.
"Pasta cu maccu"
Ingredienti :
400 gr di fave secche sgusciate
300 gr di tagliatelle
1 cipolla
olio d'oliva
pepe e sale
PREPARAZIONE
Mettere la fave a bagno in acqua tiepida la sera prima della preparazione della ricetta. Scolarle e cuocerle in in un litro di acqua bollente. Quando sono cotte unire le tagliatelle spezzettate e cuocerle al dente. Far rosolare in olio d'oliva piuttosto abbondante la cipolla tritata e versare il soffritto nella pasta.
Pepare, salare e lasciar riposare per 5 minuti prima di portare in tavola. Si può servire anche fredda.
oppure:
Fate ammorbidire le fave secche ponendole dentro un tegame con l'acqua e lasciatele riposare per circa 12 ore. Oppure sbucciate delle fave fresche e grosse e copritele con l'acqua. Mettete il tegame sul fuoco e fate cuocere per circa un'ora. Scolate le fave e schiacciatele con una forchetta fino a farle diventare una purea. Nel frattempo pulite i giri e lessateli a parte. Mentre si cuociono, rimettete nel tegame la purea, aggiungete olio, sale e pepe ed amalgamate tutto. Sistemate la purea di fave dentro una zuppiera ed unite i giri lessati e tagliati a pezzetti. Condite poi con olio crudo oppure con un soffritto, che avrete fatto a parte, con la cipolla e il pomodoro. Servite il tutto in un piatto grande. Il maccu è ottimo anche con la pasta fresca.
"Spaghetti con le uova di ricci"
MAGGIO E GIUGNO sono i mesi migliori per la raccolta dei ricci di mare. A luna piena i ricci di femmina sono pieni d'uova arancione attaccate lungo l'orlo della calotta inferiore. Di solito, aperte le sfere ricciute con appositi coltelli, le uova vengono prelevate con pezzettini di pane o con cucchiaini dopo averle spruzzate di limone. La pasta con le uova di ricci è una vera preziosità. Rientra come gli spaghetti con vongole o con le cozze nelle vasta famiglia delle pietanze condite con i frutti di mare Non potevano quindi non figurare nei menù delle nobili mense della cultura marinara del bacino del mediterraneo.
INGREDIENTI
Per 4 persone:
500 gr. di spaghetti
n° 100 ricci di mare
1 spicchio d'aglio
pepe e sale quanto basta
un mazzetto di prezzemolo
olio d'oliva extravergine.
PREPARAZIONE
Tagliate i ricci a metà, puliteli bene e prelevate le uova che sistemerete in una terrina. Mettete sul fuoco una padella con dell'olio e fate soffriggere a fuoco lento l'aglio schiacciato. Mettete una pentola sul fuoco con l'acqua e portate ad ebollizione. Salate, calate gli spaghetti e fateli lessare. Scolateli bene al dente e conditeli con l'olio, dopo avere eliminato l'aglio. Aggiungete quindi le uova dei ricci senza mescolare e spolverate con abbondante prezzemolo tritato e pepe. Serviteli caldissimi su di un piatto di portata.
"Pasta cu muccu"
INGREDIENTI: x 4 persone
350 gr di spaghetti
400 gr di muccu (pesci piccolissimi neonati)
1 spicchio d'aglio
4 cucchiai di olio extravergine d'oliva
1 cucchiaio di prezzemolo tritato,sale,pepe.
PREPARAZIONE
Lessate gli spaghetti in abbondante acqua salata. Nel frattempo lavate e asciugate i pesciolini. Pelate l'aglio e rompetelo. Rosolatelo con l'olio a fuoco dolce in una padella.Unite i pesciolini e 1/4 di bicchiere di acqua. Salate,pepate e aggiungete il prezzemolo. Cuocete per 3 minuti e spegnete. Scolate gli spaghetti al dente. Versateli in una zuppiera e conditeli cu muccu.
Consigliato un buon bianco siciliano.
"Pasta ca' muddica"
INGREDIENTI
Per 4 persone:
400 gr. di spaghetti o linguine
400 gr. di pomodori maturi
2 spicchi d'aglio
4 acciughe dissalate
80 gr. di mollica di pane raffermo grattugiata
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
1 o mezzo peperoncino piccante
6 cucchiai di olio extravergine d'oliva,sale
PREPARAZIONE
Lavate e asciugate i pomodori, tuffateli in acqua bollente per 2 minuti, pelateli e tagliateli a pezzetti. Tritate le acciughe. Pelate gli spicchi d'aglio e rosolateli con 1 cucchiaio d'olio. Unite i pomodori, le acciughe, il peperoncino e il prezzemolo.Cuocete a fuoco moderato per 15 minuti. Aggiustate il sale. Nel frattempo lessate la pasta in abbondante acqua salata. versate l'olio rimasto in una padella e fate imbiondire la mollica di pane. Scolate la pasta ben al dente. Trasferitela in una zuppiera, condite con il sugo, mescolate e cospargete con l'olio e la mollica tostata (muddica).
"Involtini di pesce spada"
Ingredienti :
16 Tocchettini di pesce spada da 20 gr. ciascuno
3 cipolle
1 pacco di pancarrè
50 gr. uva passa
40 gr. pinoli
50 gr. formaggio groviera
2 arance
foglioline di alloro
50 gr. di olio d'oliva extra vergine
2 filetti di acciuga
pangrattato
sale
pepe
PREPARAZIONE
Per il ripieno tritare finemente 2 piccole cipolle e rosolare in una casseruola con l'olio; aggiungere l'uva passa ed i pinoli precedentemente rinvenuti in acqua tiepida ed i filetti di acciuga. Fare sciogliere l'acciuga mescolando bene e lasciare raffreddare. In una terrina grattugiare le fette di pancarrè private dei bordi e il groviera, versare il soffritto, il succo ricavato dalle 2 arance e spolverare di pepe. Preparare gli involtini spianando i tocchetti di pesce spada e sistemando su ciascuno un pugnetto di ripieno; arrotolarli e infilzarli negli spiedi alternandoli con foglie di cipolla e alloro. Passare ad olio, sale e pepe, spolverare di pangrattato ed infine grigliare per 5 minuti circa.
"Calamari ripieni"
Ingredienti :
.4 calamari da 250 grammi ciascuno, 250 grammi di pan grattato, 3 acciughe diliscate, 2 cucchiai di capperi di siciliani, 2 cucchiai di pinoli, 2 cucchiai di uva passa, 1 spicchio d'aglio finemente tritato , olio d'oliva extravergine siciliano, sale e pepe quanto basta
PREPARAZIONE
(60 minuti)
Calamari ben puliti: via lo stomaco e la testa; tagliate i tentacoli, tritateli e soffriggeteli in poco olio. Ammorbidite le acciughe con acqua tiepida in un tegamino, quindi aggiungetele ai tentacoli con i capperi, i pinoli e l'uva passa. A parte, tostate il pan grattato ed unitelo al condimento insieme al prezzemolo tritato, l'aglio e il sale. Dopo qualche secondo togliete dal fuoco ed amalgamate il tutto. Con composto ottenuto, riempite i calamari e chiudeteli con uno stuzzicadenti. Poi disponeteli in una pirofila unta d'olio, salateli pepateli e irrorateli con olio. Passate in forno e gratinate per circa 30 minuti. Servite i calamari in tavola ben caldi.
Per un gusto più intenso, aggiungi agli ingredienti circa 100 grammi di caciocavallo fresco tagliato a dadini
"Pepata di Cozze"
Ingredienti :
kg. 1 di cozze 1 spicchio d'aglio mezzo bicchiere di olio d'oliva aceto pepe prezzemolo tritato origano
PREPARAZIONE
Scaldate in un tegame l'olio con l'aglio. Aggiungete le cozze, ben lavate e raschiate, coprite e fate cuocere a fuoco vivo per qualche minuto, finchè si saranno aperte tutte. Unite il pepe, il prezzemolo tritato, una mangiata di origano e spruzzate con un pò d'aceto. Fate sfumare per qualche istante e servite le cozze, calde. Non è necessario aggiungere sale, perché il liquido che le cozze avranno emesso sarà sufficientemente salato.
"Tonno con cipolle in agrodolce"
Ingredienti :
500 gr. di tonno tagliato a fette
3 cipolle grandi
2 bicchieri d'olio d'oliva
1 bicchiere d'aceto
1 cucchiaino di zucchero
foglie di menta fresca
2 limoni
PREPARAZIONE
Fare stare tutta la notte il tonno in acqua, sale e succo di limone in modo da renderne la carne più rosea. Fatta questa operazione asciugare bene le fette e friggerle in olio d'oliva caldo. In un'altra padella fare appassire la cipolla tagliata a sottili fette in olio d'oliva (1 bicchiere) con 1/2 bicchiere d'acqua. Attenzione le cipolle non devono assolutamente annerirsi. Quando l'acqua sarà evaporata "tostare" velocemente le cipolle "trasparenti" a fiamma viva e versare l'aceto e lo zucchero. A metà evaporazione dell'aceto aggiungere le fette di tonno e il sale. Muovere ritmicamente la padella in modo da fare ricoprire il tonno dall'aceto e dalle cipolle. A cottura ultimata cospargere il tutto con foglioline di menta appena sminuzzata.
"Sarde a beccafico"
E' UN PIATTO tradizionale della cucina siciliana, a base di sarde ripulite e aperte a "libro", ripiene di mollica di pane, pinoli, passolina, zucchero e succo di limone. Molti usano aggiungere agli ingredienti tipici, anche l'uovo per tenere compatto il ripieno. Occorre marinare le sarde per farle allinguate o con la cipuddata. Aggiungere l'aceto, secondo molti sarebbe un controsenso, l'agrodolce infatti dovrà essere dato dal succo di limone. Pare che beccafico, indichi la forma di un uccello (il beccaficu), inoltre la tradizione dice che c'è un modo di preparare questi uccelletti in agrodolce, simili a quello delle sarde di beccafico.
INGREDIENTI
Per 6 persone:
600 gr di sarde
200 grammi di pan grattato
50 grammi di passolina e pinoli
2 arance
2 limoni
1/2 bicchiere d'olio d'oliva
1 cucchiaio di zucchero
foglie d'alloro q.b.
sale quanto basta.
PREPARAZIONE
Pulite bene le sarde, quindi lavatele, scolatele e disponetele aperte sopra un piano. Tostate il pan grattato in una padella dopo avere aggiunto un cucchiaio d'olio ed un pizzico di sale e mescolate sempre. Fate ammorbidire la passolina in un recipiente con un po' d'acqua tiepida, quindi scolatela ed unitela ai pinoli e al pan grattato. Prendete le sarde una per volta e con un cucchiaio versatevi il composto al centro. Arrotolatele e ponetele in una pirofila unta d'olio, allineandole una accanto all'altra e separandole con una foglia d'alloro. Irrorate con l'olio e mettete in forno a temperatura moderata per 25 minuti. Sciogliete nel frattempo lo zucchero nel succo dei limoni e versatelo sulle sarde. Lasciate raffreddare e guarnite con fettine d'arancia e limoni.
"Parmigiana di melanzane"
Ingredienti:
600 gr. di melanzane
400 gr. di pomodori maturi
50 gr. di pecorino grattugiato
Basilico e origano
Cipolla
Olio d'oliva
Sale e pepe
PREPARAZIONE
Mondate le melanzane, tagliatele a fetta e tenetele sotto sale per un'ora. In una casseruola fate appassire la cipolla, unitevi poi i pomodori sbucciati e tritati grossolanamente. Salate, pepate e lasciate cuocere per 15 minuti. Dopo aver lavato e asciugato le melanzane, friggetele in padella. Scolatele dorate e mettetele a strati in una teglia unta d'olio. Cospargete ogni strato con la salsa, un pò d'origano, il pecorino grattugiato e qualche fogliolina di basilico. Mettete la teglia in forno per circa 25 minuti. Servite la parmigiana sia calda che fredda.
"Caponata di melanzane"
Piatto universalmente noto, esclusivo della tradizione gastronomica Siciliana. Nella cucina ricca baronale, la preparazione prevedeva come ingrediente principale il pesce, spesso il polpo. Nella sua origine spagnola, la caponata comprendeva anche vari molluschi. Nella cucina povera, per ovvie ragioni economiche, si valorizzavano le verdure e si eliminava il pesce. C'è chi vuole che la parola derivi dal latino "cauponae", le taverne romane, e chi dal biscotto dei marinai spagoli il "capon". Più semplicemente, la denominazione caponata deriverebbe dal fatto che in origine, fra gli ingredienti principali, c'era il pesce capone.
INGREDIENTI
Per 6 persone.
8 melanzane siciliane lunghe
400 gr di salsa di pomodoro
250 gr di olive bianche di Castelvetrano in salamoia
1 mazzetto di sedano
150 gr di capperi salati o sottaceto
due cipolle
un mazzetto di basilico
40 gr di zucchero
1/2 bicchiere d'aceto
sale quanto basta
olio d'oliva extravergine.
PREPARAZIONE
Tagliate le melanzane a dadi senza eliminare la buccia e lasciatele in acqua salata un'ora. Scolatele, asciugatele e friggetele in un tegame con olio abbondante tanto da coprirle. A parte sbollentate il sedano, tagliato a pezzetti in acqua salata. Snocciolate le olive e.mettetele per una decina di minuti in acqua calda. Nel frattempo avrete cucinato la salsa con 400 grammi di pomodori maturi, due cipolle piccole e basilico. Fate rosolare in un tegame con poco olio le olive snocciolate, i capperi ed il sedano. Poi aggiungete la salsa di pomodoro e condite con l'aceto e lo zucchero. Versate nel tegame anche le melanzane e lasciatele insaporire per qualche minuto nel sugo a fuoco bassissimo. Servite la caponata fredda.
"Peperonata"
CONOSCIUTI in Europa in seguito alla scoperta delle Americhe, i peperoni non ebbero subito grande diffusione nella cucina del Continente antico a causa del loro sapore piccante. Cominciarono ad essere apprezzati quando se ne produssero varietà dolci e perciò dette domestiche. Ciò non si verificò prima del finire del secolo scorso e, non a caso, sono ancora presenti varietà blandamente piccanti e quelle che bruciano le papille come carboni accesi. Oggi, peperoni delle più diverse varietà, sono diffusi nella cucina siciliana, in quella greca e nella maghrebina. A conferma di come le culture in contatto possono impegnarsi l'una dell'altra secondo maniere imprevedibili.
INGREDIENTI
Per 6 persone:
6 peperoni di colore rosso, giallo, verde
una cipolla
8 pomodori maturi
olio di oliva extravergine
sale e pepe quanto basta
10 foglie di basilico.
PREPARAZIONE
Pelate la cipolla e tagliatela a fettine. Svuotate i peperoni dai semi, lavateli e tagliateli a fette molto sottili. Mettete sul fuoco molto lento un tegame con l'olio e fate soffriggere la cipolla unitamente ai peperoni. Salate e fate cuocere sempre a fiamma bassa per circa un'ora. Aggiungete eventualmente un pò d'acqua, dopo che il tutto abbia preso consistenza. Cinque minuti prima di togliere dal fuoco unite le foglie del basilico. Versate la peperonata su di un largo piatto di portata e servite in tavola tiepida o fredda.
"Insalata d'arance"
Ingredienti X 4 persone:
4 arance
2 aringhe affumicate
100 gr. di noci
2 cipolle scalogne
olio d'oliva
pepe e sale
PREPARAZIONE
Sbucciare le arance e tagliarle a pezzetti. Scottare le aringhe sulla griglia, spellarle, pulirle e spezzettarle. Tagliare le cipolle a striscioline. Tritare grossolanamente i gherigli di noce.
Mettere in un'insalatiera arance, aringhe e cipolle, condirle con abbondante olio d'oliva, pepe, sale e cospargere il tutto con i gherigli di noce.
Una variante di questo piatto prevede l'aggiunta del finocchio.
Nota:
Le arance rosse di Sicilia hanno un sapore ineguagliabile e donano salute sopratutto nella qualità di Tarocco, Sanguinello e Moro. Il 70% della produzione italiana di arance si coltiva in Sicilia, regione che in aree stabilite, per le qualità citate, ha ottenuto nel 1997 il riconoscimento Igp. (fonte Arte in Cucina "Ricette classiche" Ed.Mimosa S.r.l.)
"Arancini"
GLI ARANCINI sono una delle classiche preparazioni a base di riso nella cucina tipica siciliana. Possono degnamente sostituire il primo piatto perchè in definitiva si tratta di un timbaletto di riso. Sono una specialità palermitana, ma vengono fatte, con qualche variante, in tutta l'isola. Nella Sicilia orientale, a Messina e a Catania soprattutto, è d'uso prepararli a forma ovaloide. Nel resto dell'isola, invece, la forma è rotonda, simile ad una arancia, dalla quale appunto prende il nome per analogia. Diversi anche i ripieni: con un tocco di formaggio nel catanese, con cipolla e vino bianco nell'ennese e con cacio, senza zafferano, nel ragusano.
INGREDIENTI
Per 4 persone:
400 gr di riso
1/2 bustina di zafferano
150 gr di carne tritata di vitello
1/2 pomodoro pelato
100 gr di piselli sgusciati
6 uova
75 gr di caciocavallo fresco
sale e pepe q.b.
olio di semi per frittura
100 gr di burro
1/2 cipolla
300 gr di farina
300 gr di pan grattato.
PREPARAZIONE
Lessate il riso e scolate bene al dente. Rimescolatelo con lo zafferano, 3 uova leggermente, metà del burro e lasciate freddare. Sbollentate i piselli, scolateli e rosolateli nel burro rimasto. In un altro pentolino soffriggete la cipolla tritata, aggiungete la carne, un pò di sale e pepe, il pomodoro pelato e lasciate cuocere a fuoco basso, coprendo. Appena questo ragù sarà pronto, mescolatelo ai piselli e passate alla preparazione degli arancini: prendete un pò dell'impasto fatto con il riso e fatene una conchetta, versate in essa un pò di ripieno, un dadino di caciocavallo fresco e coprite con altro riso, formando una palla. Passate gli arancini in farina, poi nelle uova sbattute con sale, quindi nel pan grattato. Friggete in olio abbondante.
"Scacciata cavolfiore"
Ingredienti :
1 kg. di farina di semola
50 gr. di lievito di birra
sale
olio d'oliva, aglio
1 cavolfiore da 1 kg.
100 gr. di tuma (o pepato fresco)
100 gr. di olive nere
4 acciughe sott'olio
PREPARAZIONE
Sciogliere il lievito di birra in 1/2 bicchiere di acqua tiepida leggermente salata, versare la farina sulla spianatoia, impastarla con il lievito e continuare ad impastare aggiungendo la poca acqua necessaria ad ottenere una pasta piuttosto dura. Fare un panetto, infarinarlo, avvolgerlo in un canovaccio e lasciarlo lievitare per un'ora circa in luogo tiepido. Quando la pasta è gonfia prenderla e lavorarla di nuovo, con l'aggiunta di un cucchiaino di olio d'oliva che sarà assorbito. Dividere la pasta e spianarla con il mattarello a sfoglie piuttosto spesse, Con una foderare una teglia di circa 30 cm.di diametro, oleata ed infarinata. Lavare, lessare il cavolfiore e tagliarlo a pezzetti. Farlo soffriggere in un po' d'olio d'oliva con uno spicchio d'aglio tagliuzzato e condire la scacciata, unire le olive snocciolate, la tuma a pezzetti, le acciughe spezzettate, sale, pepe. Ricoprire con l'altra sfoglia premendo sui bordi e bucherellare la pasta.
Infornare per 30 minuti e servirla caldissima.
"I Cannoli Siciliani"
UN SACERDOTE-POETA palermitano nel 1635 esalta in un'ottava la magnificenza del cannolo con le metafore "scettru di ogni re e virga di Moisè". Questi dolci sono particolarmente cari agli emigrati perchè caratterizzano fortemente la terra d'origine, qualificando la più tradizionale pasticceria dell'isola. Nel palermitano, dove il dolce è nato, sono notissimi i "cannulicchi", dalle dimensioni di appena un dito. Di contro a Piana degli Albanesi vi sono cannoli dalle dimensioni difficilmente riscontrabili in altre zone della Sicilia. Dal tradizionale cannolo siciliano, nasce l'idea di un mignon farcito di crema al lOll cioccolato, fuori dalla tradizione isolana.
INGREDIENTI
Per 4 persone:
150 gr di farina
15 gr di cacao in polvere
20 gr di burro
1 uovo
270 gr di zucchero
1 cucchiaio di Marsala
1 cucchiaio di amido
1 bicchiere di latte
500 gr di ricotta fresca
Zuccata,
pezzettini di cioccolato,
pistacchi,
scorzette di arancia zucchero a velo
Olio d'oliva extravergine
PREPARAZIONE
Preparate la pasta per le "scorze" impastando la farina, il cacao, 20 grammi di burro, I`uovo, lo zucchero ed aggiungete il cucchiaio di Marsala. Fate un impasto omogeneo che farete riposare un'ora. Dopo di che, spianatelo e ricavate dei quadrati di 12 cm di latoche avvolgerete diagonalmente attorno a tubi di latta. Bagnate le estremità e pressate per farle aderire. Friggete quindi in olio abbondante. Appena le scorze saranno dorate, fatele asciugare e freddare, prima di staccarle dai tubi con molta cura. Riempitele con la ricotta passata al setaccio ed unita alI'amido, coagulato nel bicchiere di latte, allo zucchero, ai pezzetti di pistacchio, di zuccata e di cioccolato. Decorate ogni singolo cannolo con scorzette d'arancia candite e spolverate con zucchero a velo.
"Cassata siciliana"
DOLCE PALERMITANO di origine araba, ha un nome che deriva da "Quas'at", cioè "ciotola rotonda". Intorno all'anno mille, al culmine della dominazione musulmana, nel palazzo dell'Emiro, alla Kalsa di Palermo, i cuochi di corte si sbizzarrivano ad unire sapori e colori. E' infatti il miscuglio d'ingredienti e l'accostamento di gusti opposti richiamano le caratteristiche della cucina saracena. Da dolce definito "indispensabile nelle feste pasquali", in un documento approvato durante il Sinodo di Mazara del 1575, la cassata si mangia ormai tutto l'anno. Suore dei monasteri e cuochi dei nobili casati erano i depositari dei suoi segreti.
INGREDIENTI
Per 6 persone:
400 grammi di pan di Spagna
Ingredienti per la crema di ricotta:
500 gr di ricotta
300 gr di zucchero
50 gr di zuccata
100 grammi di cioccolato fondente
1/2 bustina di vaniglia
250 grammi di pasta reale
(per gli ingredienti vedi scheda pasta di mandorle)
colorante verde per alimenti
PREPARAZIONE
Procuratevi uno stampo a forma di cilindro svasato di 6 centimetri circa di alteza e di 28/30 centimetri di diametro. Preparate il pan di Spagna (vedi scheda "torta di pan di Spagna"). Preparate quindi la crema di ricotta: prendete la ricotta freschissima e passatela al setaccio, aggiungete lo zucchero, la vaniglia, pezzetti di cioccolato, dadini di frutta candita e mescolate bene in modo da farne una crema omogenea. Preparate anche una palla di pasta di mandorla colorata di verde (vedi scheda "pasta di mandorle"). Spianate col mattarello la pasta reale a foglie dello spessore di circa mezzo centimetro e tagliatele a rettangoli dell'altezza dello stampo e di larghezza di 4 centimetri. Foderate i bordi dello stampo alternando la pasta di mandorle con il pan di Spagna. Al fondo dello stampo sistemate uno strato di pan di Spagna alto un dito. Quindi la crema di ricotta e coprite ancora con pan di Spagna Fate asciugare, voltatela sul piatto d portata e condite con la frutta candita e la zuccata. Coprite infine con glassa di zucchero che farete seguendo le indicazioni della scheda degli "ericini".
"Frutta martorana di marzapane o pasta reale"
Ingredienti : per fare 10/12 frutti
1 kg. di zucchero
250 gr. di mandorle
200 gr. di glucosio (si compra in pasticceria)
farina
coloranti per alimenti (si compra in pasticceria o al supermercato)
PREPARAZIONE
Scottate le mandorle già sgusciate in acqua bollente e privatele della pelle. Pestatele in un mortaio e aggiungete 250 gr. di zucchero, incorporandone un cucchiaio alla volta e continuando a pestare. Passate al setaccio la polvere ottenuta e versatela in un recipiente con 150 gr. di glucosio. A parte fate sciogliere in un pentolino lo zucchero con il glucosio rimasti. bollite per due minuti poi versateli sull'impasto di mandorle.Amalgamate il tutto e stendetelo su un ripiano di marmo. Lasciate raffreddare. Avvolgete in un panno e conservate in frigorifero protetto dalla palstica. Potrete preparare la "frutta" in un secondo tempo. Bagnate la pasta di mandorle con poca acqua e passatela al setaccio. Lavorate con le mani fino a formare la "frutta" che volete imitare. Adagiate i diversi "frutti" su un piano infarinato e lasciateli all'aria qualche giorno. poi dipingeteli con i coloranti alimentari nel colore più appropriato.
"Crispelle" di riso"
Ingredienti :
1 kg. di riso
1 kg. di farina 00
1 lt. di latte
lievito di birra (1 quadrato)
miele grezzo
un pizzico di sale
olio / strutto per friggere.
PREPARAZIONE
la sera prima, versare in una casseruola il latte, il pizzico di sale e, quando inizia l'ebollizione, versare il riso, lasciando che assorba tutto il liquido.
La mattina dopo aggiungere il lievito diluito in un po' d'acqua e la farina a poco a poco. Fare riposare per due ore.
Trascorso questo tempo, formare con il composto dei lunghi e sottili bastoncini, quindi friggerli nell'olio o nello strutto bollente.
Scolare le crispelle del grasso di frittura, disporle su un piatto di portata e versare sopra il miele sciolto a bagnomaria. Servire calde.
"Sfincio sfincioni"
Ingredienti :
500 gr. di riso
10 gr. di farina 00
50 grammi di zucchero impalpabile
20gr.lievito di birra
10 grammi di cannella
la buccia di un limone grattugiato
acqua q.b.
olio d'oliva
PREPARAZIONE
Lessate il riso e fatelo cuocere finché sarà molto cotto. Quindi scolatelo, fatelo raffreddare e subito dopo passatelo a setaccio. Così facendo otterrete una pasta alla quale aggiungerete il lievito, un po' d'acqua tiepida e la buccia di limone grattugiata. Impastate il composto con le mani aggiungendo un po' di farina per addensarlo. Versate il tutto sopra una lastra di marmo, unta con l'olio, stendete con una spatola fino allo spessore di un centimetro e fate tanti piccoli rettangoli. Quando questi saranno lievitati, friggeteli in olio molto bollente fino a raggiungere il colore dorato. Adagiateli su carta assorbente per eliminare l'olio superfluo. Metteteli su un piatto di portata e dopo averli spolverizzati con lo zucchero e la cannella, serviteli.
"Gelato di melone"
Ingredienti :
500 gr. di anguria matura zuccherina
40 gr. di amido per dolci
100 gr. di zucchero
fiori di gelsomino
2 cm. di stecca di cannella
cioccolato fondente
pistacchi non salati
PREPARAZIONE
Ottenuto filtrando con un setaccio la polpa di anguria, sciogliere (a freddo) l'amido avendo molto cura di non far formare grumi. Mettere sul fuoco molto basso e lasciare cuocere. Appena comincia a borbottare aggiungere la cannella e dopo 5 minuti circa spegnere la fiamma. Bagnare adesso le coppe con l'acqua dove la sera prima è stato lasciato a riposare il gelsomino e versarci il composto. Guarnire con delle scagliette di cioccolato fondente e mettere a raffreddare in frigorifero. Un gelsomino appena raccolto al centro di ogni coppa completerà l'opera.
"Granita di limone"
Ingredienti :
180 gr. di zucchero
4 bicchieri d'acqua
2 bicchieri di succo di limone
PREPARAZIONE
Portate a bollore lo zucchero con l'acqua e cuocete per 5 minuti. Aspettate che lo sciroppo ottenuto si raffreddi e aggiungete il succo di limone. Mettete in freezer in un contenitore metallico ampio e rigirate il composto mentre gela ogni 20/30 minuti. La granita sarà pronta dopo circa 3/4 ore. Per rendere più omogenea e più fine la grana del composto prima di servire si può passare per pochi secondi al frullatore.
"Granita al caffè"
Ingredienti :
180 gr. di zucchero
3 cucchiai di caffè liofilizzato ( o 1/2 litro di caffe forte)
4 bicchieri d'acqua
2 bicchieri di succo di limone
panna
PREPARAZIONE
Portate a bollore 1/2 litro d'acqua, sciogliete 3 cucchiai di caffè liofilizzato (o preparate 1/2 litro di caffè forte) aggiungete 5 cucchiai di zucchero e fate sobollire per due minuti. Aspettate che si raffreddi e poi mettete in freezer in un contenitore metallico ampio e rigirate il composto mentre gela ogni 20/30 minuti. La granita sarà pronta dopo circa 3/4 ore. Per rendere più omogenea e più fine la grana del composto prima di servire si può passare per pochi secondi al frullatore. Versate sul fondo dei bicchieri della panna liquida, coprite con abbondante granita di caffè e decorate con poca panna montata senza zucchero.
"LIMONCELLO DI SICILIA"
Ingredienti :
10 limoni non trattati (possibilmente di Sicilia metà verdelli e metà gialli appena raccolti) 1 litro di alcool 95° 1 litro di acqua 750 gr. di zucchero
PREPARAZIONE
Lavare, asciugare e sbucciare i limoni avendo cura di tagliare la scorza senza l'albedo (parte bianca del limone). Mettere le bucce in infusione nell'alcool in un recipiente con chiusura ermetica, al buio per 5 giorni. Trascorso il tempo, filtrare l'infuso. Preparare un sciroppo portando ad ebollizione l'acqua e lo zucchero. Lasciare raffreddare e mescolare con l'alcool filtrato. Fare riposare 12 ore, filtrare e dividetelo in bottiglie. Ghiacciato da freezer a fine pasto, ha ottime proprietà
Segreti, cuoriosita' e cose poco note sulla cucina siciliana
Un viaggio nelle curiosità della cucina siciliana, è una sorta di navigazione nei percorsi formatisi nel corso dei secoli in un patrimonio alimentare unico in Italia.
La Sicilia, un'isola grande e piena di sole, dove il sole insaporisce ogni cosa: dal grano alle arance, dai fichi d'India ai capperi; dalle olive all'uva
Spaghetti, maccheroni, vermicelli, a giudicare da quanto ci tramanda un vecchio documento conservato al Museo Nazionale della paste alimentari di Roma, nascono intorno all'anno 1000, a Trabia in provincia di Palermo.
Da qui la pasta, fatta essiccare al sole della Sicilia, veniva spedita nei paesi mussulmani. Nel Cinquecento in Italia la pasta era considerata una stranezza o un lusso. Facevano eccezione i Siciliani chiamati già allora "mangiamaccheroni"
Forse in nessuna regione d'Italia come la Sicilia gli
ortaggi occupano un posto così importante in cucina.
E' stato il regno vegetale per molto tempo a fornire alle classi popolari il cibo principale per la loro alimentazione quotidiana. Le donne Siciliane poi con la loro creatività arricchivano questi ortaggi con fantasiose modifiche che contribuivano a far diventare la preparazione un piatto da servire come portata unica. La maggior parte della pastasciutte siciliane sono sempre arricchite con altri ingredienti che la fanno diventare un sostanzioso piatto unico. Il motivo di questa caratteristica è da ricercare nel fatto che una volta la pasta asciutta rappresentava la sola portata del pasto della maggior parte degli abitanti dell'Isola. Il pesce spada viene pescato nei mesi da aprile a settembre quando, seguendo dalla notte dei tempi lo stesso itinerario, giunge a gruppi nel mare Mediterraneo dal mar dei Sargassi e attraversa lo stretto di Messina. Nella Valle del Belice, si produce un formaggio pressoché unico nel suo genere.
Il suo nome è "vastedda" (nel dialetto siciliano è il termine con cui si indica una forma di pane) deriva dalla sua forma rotonda (20 / 25 cm di diametro) e di forma schiacciata, con il bordo molto convesso, e si tratta di un formaggio ottenuto dal latte intero della pecora della Valle del Belice.
La "vastedda" è un formaggio fresco che viene prodotto tutto l'anno ma che dà il meglio di sé solo nel periodo estivo perché solo in questa stagione il latte prodotto da questi animali è ai massimi livelli di aromaticità è dì presenza dei ,componenti che consentono la fermentazione.
La peculiarità della "vastedda" è la lavorazione a pasta filata, rarissima nei formaggi di latte ovino, in quanto la caseina del latte di pecora non facilita la filatura. Crispeddi o Fritteddi (Frittelle)
Le frittelle in Sicilia, sono tradizionali nel periodo Natalizio, in alcune zone vengono preparate per S. Giuseppe (19 marzo) e per S. Martino (11 Novembre). In altre zone si preparano per tutte due le Festività, oppure per tutto l'anno Vastedda Palermitana
Nelle zone del Palermitano, questo gustoso pane viene venduto sulle bancarelle dei venditori ambulanti dei mercati rionali, oppure in negozi specializzati.
Esso può prendere il nome di "Schietta", cioe nubile se povera di ingredienti, oppure di "Maritata" cioè sposata, se invece gli ingredienti sono presenti in abbondanza.
Vastiedda Ragusana
Nella zona di Ragusa si differenzia nella forma a ruota,
nel suo impasto vengono mescolati semi sambuco.
Esso è caratteristico nella Festa di Pentacoste;
la tradizione popolare gli attribuisce valore propiziatorio
e quindi esso viene consumato in grande quantità.
Pasta alla Norma
Il nome "Norma" è un singolare omaggio, da parte dei Catanesi, a Vincenzo Bellini. Sicuramente questo piatto esisteva in tempi anteriori a quelli in cui visse il celebre musicista, ma si chiamava con un altro nome, che purtroppo non conosco.
Salmoriglio
Il nome "Salmoriglio" proviene da "Salamoia". E' una tipica salsa siciliana con la quale si condiscono tutte le carni ed i pesci arrostiti; in Sicilia per "arrostire" si intende solo la cottura alla brace. La salsa viene spalmata sui cibi prima, durante e dopo la cottura.
A Sortino si produce il miele di Ferula, tra i più buoni d'Italia. Il suo nome deriva dal legno di cui sono fatte le arnie
Cuccìa
L'origine di questo piatto e araba.
E' tradizionale per il giorno S. Lucia (13 dicembre), il suo uso è propiziatorio. La leggenda narra che a causa di una tremenda carestia il popolo stava morendo di fame, quando all'improvviso arrivò nel porto di Palermo una nave carica di frumento, era il 13 dicembre............
Sfinciuni
E' un piatto di antica tradizione siciliana e con alcune variazioni assume nomi diversi, come "sciavazza" o "sciaguazza". Uno "Sfinciuni" famoso veniva preparato dalle suore del Monastero di San Vito a Palermo e viene tuttora chiamato "sfinciuni di Santu Vitu". In molte famiglie legate alla tradizione culinaria viene preparato lo "sfinciuni" che si differenzia per la giunta abbondante di salciccia fresca e più formaggio; si ricopre con un'altra sfoglia prima di passarlo in forno. E' una portata assai nota anche nel napoletano tant'è che molti ritengono che sia una specialità campana.
Gnocchi
Nel ragusano li chiamano "gnucchitti" e vengono conditi con sugo di pomodoro o di carne, e pecorino, costituendo una specialità locale, nel trapanese "gnucchitieddi"; in altre zone li chiamano anche "cavati", "cavatieddi", "cavatuna" ("cavato" da "incavato" per la forma schiacciata): Spesso vengono confezionati non solo a forma di conghigliette, ma schiacciati col pollice su una grattugia, o su un "pettine", in modo che all'esterno rimanga impressa in superfice l'impronta con la relativa rigatura. Gli "gnocculi busiati" del marsalese e di Erice non sono che i "maccaruna di casa".
Pasta "Incasciata"
Nel Dialetto "Incasciata" significa incassata, cioè sistemata nella cassa, dello stampo; alcuni, confondendola con altre specialità dell'agrigentino, la chiamano "incaciata" per la funzione legante dell'abbondante formaggio impiegato.
Giuggiulèna (Torrone di Sesamo)
Torrone del periodo natalizio, fatto con l'aggiunta di semi di Sesamo. In alcune zone viene chiamato con il nome "Giuggiulèna", o "Giurgiulena", dall'arabo "Giulgiulàn", in altre zone viene chiamato "Cubbaita", dall'arabo "Qubbiat"
Cùscusu
Il "Cùscusu" è un piatto di provenienza araba, assai popolare nella Sicilia occidentale e nelle isole vicine.
Sarde a "beccaficu"
Il Beccafico è un uccello che si nutre di fichi; molto
grasso e gustosissimo, si cattura preferibilmente tra luglio e settembre, e si prepara ben farcito e guarnito.
Le sarde prendono il nome "a beccaficu", perchè sono molto appetitose e grasse come l'omonimo uccello
Melanzana
Le Melanzane, che sono originarie dell'India, sono molto usate nella gastronomia siciliana, - fino al 1400 furono considerate velenose. Sembra che la loro commestibilità.
sia stata decretata dai frati Carmelitani Siciliani, che dopo averle cucinate, le fecero conoscere fuori dai loro Conventi. Oggi vengono preparate e cucinate in svariati modi; dalle Melanzane alla Parmigiana, (il termine deriva dal tipo di Melanzana coltivata in Sicilia; ( la Petronciana ). Alla "Caponata", imbottite, ripiene di formaggio, acciughe e capperi e cotte al forno. "A quaglie", specialità palermitana, e altre ancora.
Insalata di limoni Piretto
La caratteristica di questa insalata, e quella di essere preparata con i limoni del tipo Piretto, che sono limoni simili al Cedro
Cuddura
La caratteristica di questo dolce siciliano, e quella di preparare della pasta di pane più o meno dolce, al cui interno vanno sistemate delle uova sode col guscio. Altri nomi che viene chiamato: "panarieddi ccu l'ova" "cudduredda", "campanaru", "acieddu ccù l'ova", "ciciliu", "palummeddi".
Fonte: http://pigi.unipv.it/ricette/Ricette%20Siciliane.doc
Sito web da visitare: http://pigi.unipv.it/
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
Il testo è di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente i loro testi per finalità illustrative e didattiche. Se siete gli autori del testo e siete interessati a richiedere la rimozione del testo o l'inserimento di altre informazioni inviateci un e-mail dopo le opportune verifiche soddisferemo la vostra richiesta nel più breve tempo possibile.
I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano!" Isaac Newton. Essendo impossibile tenere a mente l'enorme quantità di informazioni, l'importante è sapere dove ritrovare l'informazione quando questa serve. U. Eco
www.riassuntini.com dove ritrovare l'informazione quando questa serve