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Unione europea: le date importanti
7-10 maggio 1947 |
Congresso dell'Aia: riunione dei movimenti federalisti europei |
5 maggio 1949 |
Nasce, con il trattato di Strasburgo, il Consiglio d'Europa |
9 maggio 1950 |
Il piano Schuman suggerisce ai paesi europei di stabilire una politica comune per le industrie del carbone e dell'acciaio |
18 aprile 1951 |
Nasce la Comunità europea del carbone e dell'acciaio (CECA); vi aderiscono Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi |
25 marzo 1957 |
Con i trattati di Roma le comunità europee diventano tre: nascono infatti la Comunità economica europea (CEE) e la Comunità europea per l'energia atomica (EURATOM), che vanno ad aggiungersi alla CECA |
9-10 dicembre 1974 |
Creazione del Consiglio europeo, al quale partecipano i capi di stato e di governo dei paesi membri |
7-10 giugno 1979 |
Prime elezioni del Parlamento europeo con suffragio universale |
1° luglio 1987 |
Entra in vigore l'Atto unico europeo |
1° novembre 1993 |
Entra in vigore il trattato sull'Unione Europea |
1° gennaio 1994 |
Con l'istituzione dell'Istituto monetario europeo (Banca centrale europea) ha inizio |
26 marzo 1995 |
Entra in vigore l'accordo di Schengen tra sette paesi dell'UE (Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna) |
15 giugno 1997 |
Consiglio europeo di Amsterdam; conclusione della Conferenza intergovernativa |
Maggio 1998 |
Nascita ufficiale dell'euro, la moneta unica europea. Vi aderiscono 11 paesi dell'Unione Europea; Danimarca, Gran Bretagna e Svezia non aderiscono per propria scelta politica, mentre la Grecia non soddisfa i criteri di convergenza stabiliti dal trattato di Maastricht |
07.12.2000 |
Trattato di Nizza e firma della Carta fondamentale dei diritti dell’uomo |
1° luglio 2002 |
L'euro è l'unica moneta in circolazione nei paesi dell'UME |
Note iniziali
Forme di integrazione economica:
Il sistema giuridico dell’Unione Europea è quel complesso di norme che disciplina i rapporti tra gli stati membri dell’Unione, tra questi e le istituzioni nonché tra le istituzioni, gli stati membri ed i singoli. Si tratta di norme che hanno natura diversa:
2. Natura comunitaria/intergovernativa:
3. Natura nazionale:
Le prime norme in materia comunitaria avevano ad oggetto solo la creazione di un mercato comune (quindi interesse settoriale), solo successivamente sono intervenute nuove esigenze (diritti fondamentali, ecc.).
Tre linee guida:
Serpente monetario: si è preso come riferimento il dollaro (-+ 2.5%): NON FUNZIONA
ECU, bilancio comparato delle varie monete con pesi diversi: NON FUNZIONA
Trattati:
trattato di maastricht
.
Il Trattato sull'Unione Europea (noto come Trattato di Maastricht) venne firmato nella cittadina olandese sulle rive della Mosa di Maastricht il 7 febbraio 1992 dai 12 paesi membri dell'allora Comunità Europea, oggi Unione Europea ed è entrato in vigore il 1 novembre 1993.
introduce:
Definizione di Unione europea:
Essa è fondata sulle tre comunità (CECA, CEE e EURATOM) e corrisponde all’immagine del tempio a tre colonne, i tre pilastri: le comunità, PESC e GAI. In essa il preambolo e le disposizioni comuni fanno da frontone e le disposizioni finali rappresentano il basamento
Pilastri da cui muove il processo verso l’Unione:
Disposizioni comuni (ovvero disposizioni che possono riguardare tutti e 3 i pilastri)
L’Unione deve perseguire tali obiettivi conformemente a:
Articolo 5 TCE
La Comunità agisce nei limiti delle competenze che le sono conferite e degli obiettivi che le sono assegnati dal presente trattato.
Nei settori che non sono di sua esclusiva competenza la Comunità interviene, secondo il principio della sussidiarietà, soltanto se e nella misura in cui gli obiettivi dell'azione prevista non possono essere sufficientemente realizzati dagli Stati membri e possono dunque, a motivo delle dimensioni o degli effetti dell'azione in questione, essere realizzati meglio a livello comunitario.
L'azione della Comunità non va al di là di quanto necessario per il raggiungimento degli obiettivi del presente trattato.
3. Principio di proporzionalità (scelta fra direttiva e decisione)
L’Unione dispone di un quadro istituzionale unico che assicura la coerenza e la continuità delle azioni svolte per il perseguimento dei suoi obiettivi
Trattato di Amsterdam
Il Trattato di Amsterdam viene firmato il 2 ottobre 1997 dagli allora 15 paesi dell'Unione Europea ed è entrato in vigore il 1 maggio 1999.
introduce:
1952 |
1958 |
1967 |
1993 |
1999 |
2003 |
2004 - |
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U N I O N E E U R O P E A ( U E ) |
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Comunità europea del carbone e dell'acciaio (CECA) |
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Comunità Economica |
Comunità Europea (CE) |
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Euratom (Comunità Europea dell'Energia Atomica) |
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Comunità europee: CECA, CEE, Euratom |
Giustizia e |
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Politica estera e di |
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I "Tre Pilastri" dell'Unione Europea - Comunità Europee (CEE, CECA, Euratom), Politica Estera e di Sicurezza Comune (PESC), Cooperazione nei settori della Giustizia e degli Affari Interni (GAI) |
Tratto da “Wikipedia”, minime modifiche
Trattato di nizza
Il Trattato di Nizza ha modificato il Trattato di Maastricht e i Trattati di Roma. È stato approvato al Consiglio europeo di Nizza l'11 dicembre 2000 e firmato il 26 febbraio 2001. Dopo essere stato ratificato dagli allora 15 stati membri dell'Unione europea è entrato in vigore il 1° febbraio 2003.
introduce:
Obiettivi dell’Unione
Articolo 2 TUE
L'Unione si prefigge i seguenti obiettivi:
Inizialmente sono solo economici, all’art. 2 del Trattato sulla CEE, come ribadito nel Trattato sull’UE, ma poi anche dell’ambiente (introdotto dall’AUE).
Libera circolazione di: persone, merci, servizi e capitali (fattori produttivi), significa eliminare le barriere poste dagli Stati membri, significa una politica estera comune e con particolare riferimento al mercato interno significa che la concorrenza non venga falsata. Ciò comporta non solo attribuire diritti ma anche dare doveri e perciò intervenire non solo sulla parte economica
Regolamento 1049 del 2001 regola l’accesso ai documenti delle istituzioni
Condizioni per essere Stato membro dell’UE:
Occorre:
Non vi sono possibilità per gli stati di ritirarsi dall’Unione europea, ovvero di ritiro unilaterale, tuttavia si deve considerare l’ipotesi di una uscita negoziata
Il trattato che prevede una costituzione per l’Europa invece prevede una eventuale uscita (due anni)
Cittadinanza dell’Unione europea
Art. 17 TCE, prevede che la cittadinanza dell’Unione si aggiunge a quella dei distinti stati ciò comporta che la perdita della cittadinanza del proprio Stato porta alla perdita anche di quella della cittadinanza europea.
Perciò la competenza della cittadinanza europea rientra in quella degli stati membri tuttavia essi non possono adottare soluzioni che pregiudicano i diritti di chi godono i singoli in quanto cittadini dell’Unione europea
Qualsiasi provvedimento che incide sulla cittadinanza dell’Unione europea viene adottato all’unanimità
Dal 18 al 21 si delineano i diritti che spettano ai cittadini dell’UE (ad essi si associano i familiari e conviventi di fatto), ai quali va aggiunto il principio di non discriminazione in base alla nazionalità prevista dall’art. 12 del Trattato sulla CE (a questa norma la Corte di giustizia ha riconosciuto dal 1998 l’efficacia diretta, ovvero i cittadini possono rivalersi direttamente alla giudice nazionale in relazione a situazioni discriminanti della loro cittadinanza)
Sentenza Grzelzyk: nel momento in cui si superano i 3 mesi è necessario dimostrare una sufficiente condizione economica ed una assicurazione medica
Diritti:
Qualsiasi decisione adottata a livello dell’U.E. sulla cittadinanza, è adottata con codecisione e unanimità
Accesso alla giustizia, per chiedere l’annullamento di:
Il territorio dell’Unione
Le disposizioni del TUE si applicano a tutto il territorio dell’Unione (ovvero con l’adesione all’UE si estende a tutto il proprio territorio la sovranità del T. UE). Tuttavia con riferimento alla materia comunitaria ci sono zone che “soffrono” di eccezioni, ovvero alle quali non si applica il diritto comunitario (es. alcuni territori d’oltre mare della Francia, Isola di Man, Reunion)
Valori fondatori ue e diritti fondamentali
Valori fondamentali, nel 1973 i capi di stato e di governo a Copenaghen adottano una decisione importante affermando: “… desiderosi di preservare.. condividendo la medesima concezione di vita… vogliono assicurare stato di diritto[due punti, 1) principio di legalità, 2) che esista un sistema giurisdizionale che assicura la validità della legge], democrazia, diritti fondamentali…”
Evoluzione diacronica:
In caso di violazione di tali diritti:
Rimedi al c.d. deficit democratico:
Il trattato non tratta dei rapporti tra le istituzioni, ma la giurisprudenza ha introdotto dei principi (vedi sotto) per il rispetto dei diritti fondamentali
Principi fondamentali dei rapporti fra le istituzioni; devono essere “maneggiati” insieme:
Esempio:
Se la Commissione adotta una decisione che impone una sanzione a carico di un’impresa che viola l’obbligo di riservatezza rivelando il nome del dipendente, la sanzione rimane ma il dipendente può chiedere il risarcimento extracontrattuale per il danno ricevuto
Importante:
2. Autonomia delle istituzioni, ogni istituzione è competente ad adottare le norme interne necessarie per regolare nella maniera più efficiente possibilità sua attività, ovvero di adottare un regolamento interno. Con i regolamenti:
3. Leale collaborazione, costituisce un corollario del principio di autonomia, si può fare riferimento a questo principio quando non esistono regole chiare. (Es. il Consiglio consulta il Parlamento il quale non risponde. Il Trattato non prevede nulla in merito, vulnusnormativo. Si può perciò fare riferimento al principio di leale collaborazione). Questo principio può essere da base per accordi interistituzionale nei quali le istituzioni concordano di assumere in determinate circostante un certo comportamento. Il trattato di Nizza afferma che tali accordi istituzionali devono coinvolgere le tre istituzioni (Parlamento, Consiglio e Commissione)
La Commissione ha il monopolio dell’iniziativa legislativa. Ciò costituisce una notevole differenza rispetto al nostro Parlamento nazionale.
Il Parlamento ha sempre esercitato una pressione sulla Commissione perché adottasse iniziative volute. La consultazione del Consiglio nei confronti del Parlamento in determinate materie è frutto della necessità di democrazia
Corte di Giustizia:
Ripartizione dell’esercizio delle competenze, lista di materie di competenza:
Nella logica comunitaria ci si è sempre opposti in quanto nel trattato non troviamo liste di competenze (come quella sopra indicata). Le competenze vanno perciò desunte dagli obiettivi
Competenze degli stati membri :
Nonostante vi sia la libera circolazione delle merci, è consentito agli stati membri invocare l’ordine pubblico per vietarne la circolazione (es. delle “bambole (…) gonfiabili”) pur senza pregiudicare l’applicazione uniforme del diritto comunitario .La Corte di Giustizia valuterà se vi sia discriminazione, sulla base del diritto comunitario anche se in quella materia specifica non ha competenza (es. quella penale)
Principio di non discriminazione. Inghilterra, un uomo ha cambiato sesso e dopo, pur non avendo l’età per la pensione come uomo, l’ha chiesta come donna. Nel diritto interno lo stato civile non era modificabile (esemplificando perciò un problema del diritto interno rispetto al diritto comunitario). La risposta alla Corte è stata che il non riconoscere un diritto simile è una discriminazione
Principio di autonomia procedurale. Stati liberi purchè questa sia una procedura che garantisca l’efficacia del diritto e che sia uguale tanto per le situazione nazionali che sovranazionali
Caso meramente interno, indica una non competenza
Principio dei poteri impliciti (art. 308 TCE):
Articolo 308 TCE
Quando un'azione della Comunità risulti necessaria per raggiungere, nel funzionamento del mercato comune, uno degli scopi della Comunità, senza che il presente trattato abbia previsto i poteri d'azione a tal uopo richiesti, il Consiglio, deliberando all'unanimità su proposta della Commissione e dopo aver consultato il Parlamento europeo, prende le disposizioni del caso.
Vi è stato fatto ricorso per disciplinare la materia ambientale (inserita con l’Atto Unico europeo che codifica questa competenza) ed educazione (introdotta con il Trattato di Maastricht)
Teoria dei “Poteri impliciti”, riconosciuta prima in ambito CECA e poi in ambito comunitario con sentenza AETR che fissa il parallelismo fra competenze interne ed esterne
Dire del Trattato di Maastricht invece che Trattato sull’UE indica il riferimento ad una base giuridica che può non essere più in vigore
Competenze:
La differenza fra questi due settori: per natura, per potere ottenere i propri poteri ad agire gli stati devono modificare il trattato, per esercizio, è sufficiente abrogare la norma comunitaria
2. Concorrenti, trasporti, ambiente, concorrenza e consumatori: Tutte le norme nelle quali non esiste una competenza esclusiva della comunità
3. Complementari: impiego, educazione e cultura. Qui per loro natura non possono diventare esclusive, ma solo accompagnare o promuovere la disciplina in questi settori che viene lasciata agli stati membri. Questo non impedisce alla comunità di legiferare e in ossequio al principio di leale collaborazione viene chiesto agli stati di non contrastare tali norme
iure et de iure (che non ammette prova contraria)
ESERCIZIO DELLE COMPETENZE a livello normativo (chi regolamenta che cosa):
nota del Prof.: così come è ora il trattato costituzionale non entrerà mai in vigore
Unione Europea
Unione Europea o UE Organizzazione sovranazionale europea, volta a rafforzare l’integrazione e la cooperazione tra i paesi membri. L’UE (la cui vicenda ebbe inizio nel 1951, con la creazione della Comunità europea del carbone e dell’acciaio) nacque il 1° novembre 1993, con la ratifica del Trattato di Maastricht, dalla trasformazione della Comunità Europea. Nel 2004, con l’ingresso di dieci nuovi paesi (in gran parte dell’ex blocco orientale comunista) i membri dell’Unione Europea sono diventati ventisette: Austria, Belgio, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria, Romania e Bulgaria
ORGANIZZAZIONE
Le attività dell’Unione sono affidate a istituzioni comuni. Nei primi venti anni di vita della Comunità Europea queste erano la Commissione, il Consiglio unico e il Parlamento, che con ruoli diversi partecipavano ai processi decisionali; vi era poi la Corte di giustizia, con la funzione di pronunciarsi su questioni legali o su controversie esistenti tra istituzioni comunitarie o tra queste ultime e gli stati membri. Con l’evolversi del processo di integrazione, mentre è cambiato il ruolo di alcune di queste istituzioni (ad esempio il Parlamento ha acquisito nuovi poteri), se ne sono aggiunte altre: il Consiglio europeo, il Comitato economico e sociale, il Comitato delle regioni, la Corte di giustizia, il Tribunale di primo grado, la Corte dei conti, il Mediatore europeo, la Banca europea per gli investimenti, la Banca centrale europea.
Commissione europea
La Commissione è un organo di individui che hanno un mandato rinnovabile di 5 anni allineato alla legislatura del Parlamento, i suoi membri esercitano le loro funzioni in piena indipendenza nell’interesse generale della comunità. L’art. 213 TCE, par. 2, dice che la Commissione è composta da membri che non rappresentano i propri stati ma grava su loro un preciso obbligo di non essere influenzati dai rispettivi stati, viceversa c’è l’obbligo per gli stati membri di non fare pressioni sui commissari, art. 10).
è composta da 27 membri (erano 15 prima dell’allargamento del 2004), è impropriamente detta.
l’organo esecutivo dell’Unione (art. 202: delega Consiglio vs Commissione; e 211: Commissione guardiana del Trattato) Tuttavia diventa tale solo nella prassi poiché il vero titolare del potere esecutivo è il Consiglio, che conferisce alla Commissione tale potere), ma suo è anche il compito di avanzare le proposte legislative. Ha un organico di 15.000 persone, di cui un terzo è addetto ai servizi di traduzione e di interpretariato.
Meccanismo della c.d. comitatologia, la delega dal Consiglio alla Commissione viene fatto a gruppi ristretti di persone che affrontano aspetti delegati dal Consiglio alla Commissione (composti da delegati degli stati membri e delegati della Commissione). La nomina non tiene conto della composizione del Parlamento, ovvero non è un governo indicato dagli elettori
Articolo 213 TCE
(N.d.R. Testo valevole dal 1° novembre 2004 fino a quando l'Unione annoveri 27 Stati membri)
1. I membri della Commissione sono scelti in base alla loro competenzagenerale e offrono ogni garanzia di indipendenza.
La Commissione comprende un cittadino di ciascunoStato membro.
Il numero dei membri della Commissione può essere modificato dal Consiglio, che delibera all'unanimità
2. I membri della Commissione esercitano le loro funzioni in piena indipendenza nell'interessegenerale della Comunità.
Nell'adempimento dei loro doveri, essi nonsollecitanoné accettanoistruzioni da alcun governo né da alcun organismo. Essi si astengono da ogni atto incompatibile con il carattere delle loro funzioni. Ciascuno Stato membro si impegna a rispettare tale carattere e a non cercare di influenzare i membri della Commissione nell'esecuzione dei loro compiti.
I membri della Commissione nonpossono, per la durata delle loro funzioni, esercitare alcun altra attivitàprofessionale, rimunerata o meno. Fin dal loro insediamento, essi assumono l'impegno solenne di rispettare, per la durata delle loro funzioni e dopo la cessazione di queste, gli obblighi derivanti dalla loro carica, ed in particolare i doveri di onestà e delicatezza per quanto riguarda l'accettare, dopo tale cessazione, determinate funzioni o vantaggi. In caso di violazione degli obblighi stessi, la Corte di giustizia, su istanza del Consiglio o della Commissione, può, a seconda dei casi, pronunciare le dimissionid'ufficio alle condizioni previste dall'articolo 216 ovvero la decadenza dal diritto a pensione dell'interessato o da altri vantaggi sostitutivi.
Presidente della Commissione
Ha un potere piuttosto ampio, oltre al presidente vi sono 5 vice presidenti (prima di Nizza erano 14),
Commissari
Nomina dei Commissari e del Presidente
Articolo 215 TCE
A parte i rinnovi regolari e i decessi, le funzioni dei membri della Commissione cessano individualmente per dimissioni volontarie o d'ufficio.
Il membro dimissionario o deceduto è sostituito per la restante durata del suo mandato da un nuovo membro, nominato dal Consiglio che delibera a maggioranza qualificata. Il Consiglio, deliberando all'unanimità, può decidere che non vi è motivo di procedere ad una sostituzione.
In caso di dimissioni volontarie, di dimissioni d'ufficio o di decesso, il presidente è sostituito per la restante durata del suo mandato. Per la sua sostituzione si applica la procedura prevista dall'articolo 214, paragrafo 2.
Salvo in caso di dimissioni d'ufficio, previste dall'articolo 216, i membri della Commissione restano in carica fino a quando non si sia provveduto alla loro sostituzione ovvero fintanto che il Consiglio decida che non vi è motivo di procedere alla sostituzione, conformemente al secondo comma del presente articolo.
Criteri di scelta dei commissari sono :
Requisiti dei Commissari:
Caso Cresson, una commissaria nella Commissione precedente alla presidenza di Prodi, aveva condotto delle autorità poco ortodosse favorendo amici, è decaduta
Qualora il nr. degli stati membri supererà 25, per l’adesione di Romania e Bulgaria si giungerà a 27, alcuni stati adopereranno una rotazione (scelta adottata dal Consiglio all’unanimità). Se questi stati aderiscono prima del 2009 ci sarà un periodo transitorio a 27 commissari poiché la decisione del Consiglio può essere presa solo dopo l’elezione.
Nella procedura di nomina dei commissari c’è stata un progressivo intervento del Parlamento che da Nizza è regolata come segue:
Principio della collegialità della Commissione, sul quale la Corte di giustizia giudica, indica che non si può parlare di responsabilità del singolo commissario:
Potere di controllo politico del Parlamento sulla Commissione:
In caso di scioglimento la Commissione deve continuare l’ordinaria attività (es. la negoziazione di un accordo internazionale, controllo sui finanziamenti agli stati, perciò l’attività permessa è abbastanza estesa), con esclusione del potere di iniziativa, sino alla nomina della nuova Commissione.
Il potere di censura è presente dai primi trattati ed è stato proposto 11 volte, 5 non hanno raggiunto la fase del voto (mozione ritirata prima del voto) negli altri casi non è stata raggiunta la maggioranza. L’unica che si è dimessa è stata la Commissione Santer, quella precedente a Prodi
Funzioni delle Commissioni
Funzioni previste dall’art. 211 TCE (ruolo di guardiano dei Trattati della Commissione) Al fine di assicurare il funzionamento e lo sviluppo del mercato comune nella Comunità, la Commissione:
Funzione di Rappresentanza:
Poteri ispettivi in materia di concorrenza, dumping e aiuti di stato
Il trattato prevede che Parlamento, Consiglio e stati membri, possono sollecitare la Commissione affinché questa presenti una proposta legislativa
Cause di perdita dell’incarico di Commissario:
Si vota senza ponderazione, non tutti i procedimenti di adozione degli atti avvengono oralmente, ovvero vi è la procedura scritta (più celere). È possibile delegare un commissario a determinate competenze (già visto sopra). Tutti i provvedimenti devono:
Consiglio
Il Consiglio dell’Unione Europea o Consiglio dei ministri, è il principale organo legislativo. Composto dai rappresentanti degli stati membri, di solito ministri ed ha composizione variabile (rango ministeriale sancito da Maastricht), è affiancato dal Comitato dei Rappresentanti Permanenti (COREPER), che ha il compito di preparare i lavori del Consiglio e di eseguire i mandati che quest’ultimo gli affida
Non ha un mandato, ed è un organo di Stati ed ha composizione variabile con 321 membri (Italia 29 membri, numero massimo)
La presidenza del Consiglio è affidata a turno a uno degli stati membri e ha la durata di sei mesi.
Due ipotesi di lavoro del Consiglio:
Differenza fra:
Nella composizione dei Capi di Stati e di governo designa il Presidente della Commissione ed in tale composizione gli è attribuitogli il ruolo di garante del rispetto dei principi fondamentali (libertà, democrazia, diritti dell’uomo e stato di diritto) cui sono tenuti gli Stati membri
FUNZIONI |
Modalità di delibera:
Codecisione, è la più utilizzata. Il Parlamento ha diritto di veto |
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Formazione del Consiglio
Vi sono alcuni casi in cui il Consiglio si riunisce a livello di Capi di stato o di Governo, art. 7 trattato sull’UE, quando si deve emanare un “early warning” nei confronti di uno stato membro per una violazione grave, introdotto dal Trattato di Nizza
Troika, gruppo composto dal presidente uscente, dal presidente attuale e dal presidente venturo del Consiglio dell'Unione, i quali talvolta lavorano insieme sulle iniziative di politica estera per garantire continuità
La presidenza del 1995 la presidenza gode di un meccanismo a rotazione, che consente di non modificare il trattato in funzione dell’adattamento, un criterio per stabilire il sistema rotatorio è nel periodo rotatorio vi sia sempre uno dei grandi stati
Le sedute del Consiglio sono riservate
È il presidente che stabilisce l’ordine del giorno e deve essere inviato 14 giorni prima ai membri del Consiglio ed alla Commissione
In caso di opposizione della commissione il Consiglio deve deliberare all’unanimità
Segretariato generale, ha sede a Bruxelles ed assiste il Consiglio rappresentandone il supporto funzionale ed amministrativo
Art. 308 TCE, disposizione-chiave dell’intero sistema che consente al Consiglio di adottare un atto normativo in materie non espressamente attribuite alla sfera delle competenze comunitarie, quanto un’azione della Comunità risulti necessaria per raggiungere uno degli scopi della Comunità (vedi sopra)
Consiglio europeo
Il Consiglio europeo è un organo di impulso politico il cui compito principale è quello di fissare le successive tappe (linee guida: guidelines) del processo di integrazione (come ad esempio suggerire soluzioni sul mandato di arresto europeo)
E’ stato formalizzato in un vertice di Parigi del 1974. Oggi è previsto dall’art. 4 del trattato di Maastricht, ed è composto dai:
(tot. 52 persone) sebbene possono essere invitate altre persone in relazione alle materie da trattare. Ogni sei mesi a rotazione con decisione unanime del Consiglio viene deciso il Presidente del Consiglio europeo
Le riunioni del Consiglio europeo hanno solitamente luogo a Bruxelles, nell’edificio Justus Lipsius
Attività:
Parlamento europeo
Il Parlamento europeo – inizialmente organo puramente consultivo al quale l’Atto unico europeo e il Trattato di Maastricht hanno attribuito poteri più ampi – è l’unico organo comunitario composto da membri eletti direttamente dai cittadini dei paesi membri. Oggi, oltre ad avere poteri in materia di bilancio e di controllo dell’esecutivo, il Parlamento ha anche competenze legislative e condivide con il Consiglio dei ministri il potere di decisione su diverse materie.
Il Parlamento infatti esamina le proposte di legge presentate dalla Commissione europea e può proporre emendamenti prima dell’esame del Consiglio dei ministri. Il Parlamento europeo esercita, di concerto con il Consiglio dei ministri, i poteri in materia di bilancio, ovvero adotta il bilancio annuale e ne controlla l’esecuzione. Per alcune decisioni di particolare importanza, il Consiglio per pronunciarsi deve ottenere il parere conforme del Parlamento.
La sede del Parlamento è a Strasburgo, anche se la maggior parte del lavoro delle commissioni parlamentari viene svolta a Bruxelles; il Segretariato generale si trova invece a Lussemburgo. I seggi del Parlamento europeo sono 732 (erano 700 prima del Trattato di Amsterdam), ripartiti in base alla popolazione degli stati membri. Nel Parlamento europeo sono rappresentati un centinaio di partiti, organizzati in otto raggruppamenti.
Articolo 189 TCE
Il Parlamento europeo, composto di rappresentanti dei popoli degli Stati riuniti nella Comunità, esercita i poteri che gli sono attribuiti dal presente trattato.
Il numero dei Membri del Parlamento europeo non può essere superiore a settecentotrentadue
1/3 dei parlamentari sono donne, 535 appartengono ai 15. Ogni cittadino UE (ovvero ogni cittadino che detiene la cittadinanza di uno stato membro) ha diritti elettorali attivi e passivi. Ogni stato ha un suo sistema elettorale e non c’è uniformità. Le elezioni si tengono a partire dal 1979, l’atto con il quale si decide l’avvio delle elezioni europee è del 1976.
Il voto è:
Requisiti di eleggibilità e scrutinio vengono lasciate agli stati membri.
Il mandato è di 5 anni (n.b. corte di giustizia 6 anni, Commissione 5 anni)
Funzioni del Parlamento |
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2. Funzione di controllo, possibilità di presentare interrogazioni scritte e orali, sia al Consiglio sia alla Commissione, in relazione al principio di equilibrio istituzionale
L’interrogazione può essere proposta da 32 deputati, da una commissione parlamentare, da un gruppo politico |
3. Potere di adire alla Corte di giustizia per l’azione annullamento |
4. Poteri di bilancio |
Organizzazione e funzione del Parlamento, si trovano:
La struttura prevede un Presidente eletto a scrutinio segreto per 2 anni e 6 mesi
Funzioni del presidente:
Ufficio di presidenza composto da:
Conferenza dei presidenti dei gruppi politici, vi partecipa anche il presidente del Parlamento
La Conferenza è responsabile del coordinamento con
È previsto che a tale conferenza partecipino anche due deputati dei gruppi misti
Quindi abbiamo:
Commissioni, i cui componenti variano ogni 2 anni e 6 mesi:
Il loro ruolo è quello di preparare le sedute plenarie, (es. mantenendo i contatti con le altre istituzioni)
Quando la Commissione ha potere deliberativo non avvengono sedute plenarie
Quando vengono istituite si definisce:
A seconda della difficoltà degli argomenti affrontati possono essere istituite sottocommissioni
Il Parlamento si riunisce almeno una volta al mese a Strasburgo ma vi sono anche sedute straordinarie
I dibattiti sono pubblici e sono disponibili sul sito internet del Parlamento
Nella sua funzione normativa / controllo può rivolgere raccomandazioni al Consiglio e Commissione
Il Parlamento è chiamato ad esprimere un parere (con risoluzione) non vincolante sul programma legislativo della Commissione
Corte di giustizia
La Corte di giustiziaè l’istituzione cui è stato attribuito il controllo giurisdizionale (con sede a Lussemburgo), è composta da ventisette giudici (uno per ogni stato membro) e otto avvocati generali, i suoi membri hanno un mandato rinnovabile di 6 anni e sono nominati dai rispettivi stati in conferenza intergovernativa ma non li rappresentano
Competenza:
Articolo 226 TCE
La Commissione, quando reputi che uno Stato membro abbia mancato a uno degli obblighi a lui incombenti in virtù del presente trattato, emette un parere motivato al riguardo, dopo aver posto lo Stato in condizioni di presentare le sue osservazioni.
Qualora lo Stato in causa non si conformi a tale parere nel termine fissato dalla Commissione, questa può adire la Corte di giustizia.
Articolo 227 TCE
Ciascuno degli Stati membri può adire la Corte di giustizia quando reputi che un altro Stato membro ha mancato a uno degli obblighi a lui incombenti in virtù del presente trattato.
Uno Stato membro, prima di proporre contro un altro Stato membro un ricorso fondato su una pretesa violazione degli obblighi che a quest'ultimo incombono in virtù del presente trattato, deve rivolgersi alla Commissione.
La Commissione emette un parere motivato dopo che gli Stati interessati siano posti in condizione di presentare in contraddittorio le loro osservazioni scritte e orali.
Qualora la Commissione non abbia formulato il parere nel termine di tre mesi dalla domanda, la mancanza del parere non osta alla facoltà di ricorso alla Corte di giustizia.
2. Controllo indiretto (in quanto l’iniziativa è affidata ai giudici nazionali), sulla interpretazione e sulla validità del diritto comunitario (atti non trattati) a titolo pregiudiziale, tale controllo investe anche l’armonia del sistema giuridico comunitario, ovvero la compatibilità delle norme, degli atti amministrativi o delle prassi nazionali con i trattati ovvero con gli atti di diritto comunitario derivato. Le istituzioni possono chiedere alla corte di pronunciarsi sulla compatibilità degli accordi internazionali. Ad esempio la CEDU è stata rigettata e la Corte ha detto che se non venivano modificati i trattati non era possibile accogliere la CEDU
Giurisdizione della Corte:
Requisiti dei giudici:
Il Presidente della Corte viene eletto tra i giudici per 3 anni. Egli :
Avvocato generale
Ha il compito di presentare pubblicamente ed in completa indipendenza rispetto alle parti ed alla comunità, conclusioni scritte e motivate sulle cause trattate dinanzi alla Corte (da presentarsi però solo quando lo richiede lo Statuto della Corte, la Corte tuttavia può escludere le conclusioni dell’avvocato generale quando la causa non presenti nuovi punti di diritto)
Il suo ruolo è quello di amicus curiae, e di difensore del diritto
Tesauro era un avvocato generale ora è membro della Corte Costituzionale
Il primo avvocato generale interviene con l’assegnazione della causa ad un avvocato generale fra l’istruzione della causa e il giudizio (generalmente un mese). Durante questo periodo la Corte può escludere le conclusioni dell’avvocato
La Corte può sedere in:
è consentita la rimessione alle sezioni salvo che la grande sezione non sia richiesta da uno stato membro o istituzione
Cancelliere, nominato rinnovabile per 6 anni provvede a:
Il diritto comunitario è un diritto sui generis per:
tribunale di primo grado
L’Atto unico aveva previsto che alla Corte, il Consiglio, previo parere della Commissione, potesse affiancare un altro organo giurisdizionale
Istituito nel 1988, diventato operativo nel 1989, pur non essendo una delle istituzioni comunitarie menzionate nell’art. 7 del trattato, è divenuto pare integrante dell’apparato giurisdizionale comunitario.
Il Trattato di Nizza lo ha riconosciuto formalmente all’art. 220 TCE il ruolo di giurisdizione autonoma
Composto da almeno un giudice per Stato membro (27) con requisiti analoghi a quelli dei membri della Corte, il Tribunale non viene sistematicamente assistito dall’avvocato generale (nominato tra i giudici) ma è obbligatorio solo in seduta plenaria o per la difficoltà del diritto, è facoltativa la designazione quando si riunisce in piccolo plenum
Competenza, persone fisiche o giuridiche (sono escluse istituzioni e Stati membri):
è esclusa la competenza pregiudiziale per il Tribunale. È un giudice di prima istanza
Una sentenza del Tribunale può essere sottoposta al riesame della Corte di giustizia ma solo qualora sussistano “gravi rischi che l’unità e la coerenza del diritto comunitario siano compromesse”. Tale iniziativa compete al primo avvocato generale entro un mese dalla pronuncia del Tribunale.
Ricorsi diretti, l’impugnazione (entro due mesi fatta al Cancelliere, non ha effetto sospensivo per cui se il Tribunale si pronuncia tale sentenza vale fino a modifiche della Corte) della sentenza davanti alla Corte può essere fatta solo per motivi di diritto da parte di:
Giudice unico, dal 1999 (vigore) il Consiglio ha introdotto la possibilità che il Tribunale decida in tale modo, escludendo le questioni di legittimità di portata generale, solo per:
Camere giurisdizionali
La loro istituzione era prevista dal Trattato di Nizza e la prima camera giurisdizionale attivata è stata il Tribunale per la funzione pubblica in data 02.11.2004, inizialmente con competenza in materia di funzione pubblica, successivamente competenti in ricorsi in materie specifiche. Le decisioni delle camere potranno essere oggetti di impugnazione davanti al Tribunale per motivi di diritto e di fatto
Scopo - competenze
procedimenti normativi
utilizzati per adottare i vari atti comunitari
Competenti ad avanzare una proposta di adozione di un atto normativo sono:
Elementi comuni agli atti comunitari, la proposta viene esaminata nell’ambito della commissione ad essa dedicata, e deve indicare:
La proposta può essere modificata ma non si può modificarne l’oggetto per non alterare l’equilibrio istituzionale. In caso di codecisione con maggioranza qualificata, se la Commissione si oppone, il Consiglio potrà adottare l’atto solo all’unanimità
Procedure
2. Parere conforme
4. Coodecisione, art. 251 TCE
3. adotta se non vi sono modifiche
4. esprime una posizione comune, se vi sono modifiche
5. Concertazione:
Articolo 251 TCE. Procedura di codecisione
1. Quando nel presente trattato si fa riferimento al presente articolo per l'adozione di un atto, si applica la procedura che segue.
2. La Commissione presenta una proposta al Parlamento europeo e al Consiglio.
Il Consiglio, deliberando a maggioranza qualificata e previo parere del Parlamento europeo:
- se approva tutti gli emendamenti contenuti nel parere del Parlamento europeo, può adottare l'atto proposto così emendato;
- se il Parlamento europeo non propone emendamenti, può adottare l'atto proposto;
- adotta altrimenti una posizione comune e la comunica al Parlamento europeo. Il Consiglio informa esaurientemente il Parlamento europeo dei motivi che l'hanno indotto ad adottare la posizione comune. La Commissione informa esaurientemente il Parlamento europeo della sua posizione.
Se, entro un termine di tre mesi da tale comunicazione, il Parlamento europeo:
a) approva la posizione comune o non si è pronunciato, l'atto in questione si considera adottato in conformità con la posizione comune,
b) respinge la posizione comune, a maggioranza assoluta dei membri che lo compongono, l'atto proposto si considera non adottato,
c) propone emendamenti alla posizione comune, a maggioranza assoluta dei membri che lo compongono, il testo così emendato viene comunicato al Consiglio e alla Commissione che formula un parere su tali emendamenti.
3. Se, entro un termine di tre mesi dal ricevimento degli emendamenti del Parlamento europeo, il Consiglio, deliberando a maggioranza qualificata, approva tutti gli emendamenti, l'atto in questione si considera adottato nella forma della posizione comune così emendata; tuttavia il Consiglio deve deliberare all'unanimità sugli emendamenti su cui la Commissione ha dato parere negativo. Se il Consiglio non approva tutti gli emendamenti, il presidente del Consiglio, d'intesa con il presidente del Parlamento europeo, convoca entro sei settimane il comitato di conciliazione.
REVISIONE DEI TRATTATI
La procedura di revisione si applica non solo ai trattati istitutivi (primo pilastro) ma anche alle disposizioni sulla politica estera e di sicurezza comune (secondo pilastro) e alla cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale (terzo pilastro)
È il presidente del Consiglio che convoca la C.I.G.
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Modifiche intergovernative:
Articolo 48 TUE
Il governo di qualsiasi Stato membro o la Commissione possono sottoporre al Consiglio progetti intesi a modificare i trattati su cui è fondata l'Unione.
Qualora il Consiglio, dopo aver consultato il Parlamento europeo e, se del caso, la Commissione, esprima parere favorevole alla convocazione di una conferenza dei rappresentanti dei governi (Conferenza intergovernativa) degli Stati membri, questa è convocata dal presidente del Consiglio allo scopo di stabilire di comune accordo le modifiche da apportare ai suddetti trattati. In caso di modifiche istituzionali nel settore monetario viene consultata anche la Banca centrale europea.
Gli emendamenti entreranno in vigore dopo essere stati ratificati da tutti gli Stati membri conformemente alle loro rispettive norme costituzionali.
Modifiche comunitarie:
Attuabili solo se vi è una base giuridica introdotta nel trattato per la modifica in via semplificata
Vengono introdotte su decisione del Consiglio. Esempio:
FONTi PRIMARIe
Sono anzitutto le norme convenzionali contenute nei trattati istitutivi delle Comunità europee ed in quegli accordi internazionali successivamente stipulati per modificare ed integrare i primi, ma anche gli atti del Consiglio oggetto anch’essi di procedure costituzionali di adattamento nei singoli stati membri
fonti primarie scritte
sono in prevalenza i trattati:
Sfera di applicazione dei trattati, coincide con quella dell’insieme dei diritti nazionali, comprese le zone di mare e gli spazi aerei, nonché i territori europei di cui uno Stato membro abbia la rappresentanza (Gibilterra rispetto al Regno Unito)
FONTI PRIMARIE NON SCRITTE
sono i Principi generali di diritto comunitario
L’art. 288 TCE (vedi sotto) che rinvia ai principi generali comuni ai diritti degli Stati membriè stato utilizzato per evocare ed applicare principi comuni agli ordinamenti nazionali anche in materie diverse e consentono di colmare le lacune legislative
Essi:
Principi generali di diritto comunitario
Ha diversi scopi:
6. Principio del primato del diritto comunitario
7. Principio di eguaglianza, art. 12, ovvero situazioni simili vanno trattate in modo simile.
Trova riconoscimento espresso nel Trattato nella forma di un divieto di discriminazione sulla nazionalità, con applicazioni specifiche relativamente alla libertà di circolazione di merci e dei servizi e alla libertà di stabilimento. Si tratta di una norma ad effetto diretto, è una estensione del principio di eguaglianza. Trova ancora riconoscimento nel principio di pari retribuzione fra lavoratori di sesso femminile e maschile per uno stesso lavoro
Il principio di eguaglianza è uno dei principi fondamentali della Corte la quale ha ampliato la protezione dei singoli attraverso il rilievodei diritti fondamentali, avvenuta utilizzando come appiglio all’art. 288 che in qualche modo consentiva il ricorso sistematico ai principi generale (vedi nota sotto):
Sono invece fuori dal controllo della Corte le norme nazionali prive di qualsiasi legame con il diritto comunitario
In definitiva, la giurisprudenza comunitaria (Corte di giustizia) è riuscita a compensare ampiamente la mancanza di una disposizione materiale nel Trattato sui diritti fondamentali
La Comunità infatti non è parte della CEDU e rimane estranea al sistema di controllo attribuito alla Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo
La mancata adesione alla CEDU non ha comportato divergenze reali e rilevanti tra Corte di giustizia e Corte di Strasburgo
Infine la tutela dei diritti fondamentali ha trovato attuazione nella Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea “lanciata” a Nizza nel 2000, che ha recepito tutti i diritti rilevati dalla Corte di giustizia fino a quel momento
N.B.: Il diritto primario non è soggetto al giudizio di legittimità della Corte
fonti secondarie - dIRITTO DERIVATO
comprende un ventaglio di atti giuridici, adottati dalle istituzioni comunitarie, nei limiti delle competenze e con gli effetti che il Trattato sancisce e descritti parzialmente dall’art. 249 TCE
Competenza, tali atti sono posti in essere dal:
regolamenti
È l’equivalente della legge negli ordinamenti statali ed ha una natura normativa
Caratteristiche:
Deve essere pubblicatosulla Gazzetta ufficiale dell’UE, la mancata pubblicazione non influisce sulla validità della ma ne impedisce la produzione di effetti obbligatori. Entra in vigore alla data prevista, in mancanza entro 20 giorni
Impugnazione di un regolamento da parte di un singolo:
decisione
è, al pari del regolamento, un atto obbligatorio in tutti i suoi elementi. Dal regolamento si differenzia per avere destinatari specificatamente designati ad essere dunque priva di quella portata generale e astratta che è tipica degli atti legislativi. Corrispondeva nel sistema CECA alla decisione individuale
Essa corrisponde ad un atto amministrativo in quanto sono chiamate ad applicare il diritto comunitario a singole fattispecie concrete, creando, modificando o estinguendo situazioni giuridiche soggettive in capo ai destinatari, ovvero Stati ma anche tutti gli Stati, persone fisiche o giuridiche
Competenza, ovvero chi può adottarla:
Caratteristiche:
direttiva
Vincola lo Stato membro cui è rivolta per quanto riguarda il risultato da raggiungere (obbligo di risultato con libertà di mezzi) salva restando la competenza degli organi nazionali in merito alla forma e ai mezzi
Come la decisione non ha portata generale ma vincola solo lo Stato o gli Stati che ne sono i soli destinatari salvo ad incidere talvolta, sulle situazioni giuridica soggettive dei singoli
L’obbligo di risultato è di adottare tutte le misure necessarie per realizzare il risultato voluto dalla direttiva, è un obbligo cogente e investe tutti gli organi dello stato, compresi gli organi giurisdizionali
La Corte ha detto che l’esatta attuazione di una direttiva è più importante in quanto le misure di attuazione sono lasciate alla discrezione degli Stati membri e che la portata vincolante della direttiva investe il termine fissato per l’entrata in vigore delle misure interne (in pendenza del termine l’obbligo non è sanzionabile) durante il quale grava:
Direttive dettagliate (espressione impropria; viene fatta per cercare uniformità nei diritti nazionali), sono direttive che non lasciano spazio ad alternative quanto ai modi ed ai tempi per realizzarle, esse tradiscono lo spirito con cui nasce la direttiva. Possono così assumere la portata ed efficacia dei regolamenti, al punto che la dottrina ha ipotizzato la loro illegittimità
In definitiva la direttiva è uno strumento di armonizzazione delle legislazioni nazionali
I diritti, scaduto il termine possono essere fatti valere in modo verticale, verso lo Stato, mai orizzontale, ovvero verso gli altri singoli
Per conseguire i risultati richiesti dalle direttive viene utilizzata spesso la legge comunitaria
L’Italia è il paese condannato più volte per mancato o ritardato adeguamento delle direttive. Le ragioni sono due:
Legge comunitaria annuale (legge contenitore) inventata dalla legge nr. 86 “La Pergola” del 1989, presentata del 31.01.1989, che recepisce in blocco tutto il diritto comunitario, ma provvede anche a “ripulire” il campo del diritto nazionale dalle antinomie fra i due ordinamenti. Legge di riforma della legge comunitaria del 2005 (c.d. legge Buttiglione).
Recepisce:
Raccomandazioni e pareri
Sono atti aventi natura non vincolante per i quali non vi è obbligo di pubblicazione, tuttavia vengono comunque pubblicati, specie se aventi carattere generale
Competenza ad adottarle:
Raccomandazioni, sono dirette agli Stati membri e contengono l’invito a conformarsi ad un certo comportamento. Sono in genere adottate dalle istituzioni quanto non possono, ai sensi Trattato, adottare atti obbligatori. I giudici nazionali devono tenerne conto ai fini dall’interpretazione di norme nazionali o atti comunitari vincolanti. Spesso viene adottata la raccomandazione per lasciare allo Stato l’adeguamento che se non viene rispettato può dare luogo ad atti vincolanti
Pareri: costituiscono l’atto con cui le istituzioni comunitarie fanno conoscere il loro punto di vista su una determinata materia (funzione di orientamento).
Gli atti tipici sono previsti dal Trattato e possono essere sia vincolanti o non vincolanti
Altri atti comunitari
Oltre agli atti sopra indicati, vi sono altri atti diversi, concernenti ipotesi specifiche, funzionali all’attività istituzionali. Essi sono:
Gli atti sono, in via di principio, non retroattivi
Atti retroattivi (eccezioni):
effetto diretto delle norme comunitarie
Effetto diretto della normativa comunitaria, è l’idoneità della norma comunitaria a creare diritti ed obblighi direttamente in capo ai singoli e senza che sia necessaria l’interfaccia dello Stato
Tale effetto nasce con riguardo all’art. 25 nella celebre sentenza Van Gend en Loos del 1963, nella quale la Corte afferma che il trattato non si è limitato alla creazione di obblighi reciproci degli Stati membri ma che si è inteso invece realizzare “un ordinamento giuridico di nuovo genere nel campo del diritto internazionale, a favore del quale gli Stati hanno rinunziato, anche se in settori limitati, ai loro poteri sovrani, ordinamento che non riconosce soltanto gli Stati ma anche i loro cittadini”. In definitiva significa che il singolo può far valere questo diritto davanti al giudice nazionale
Bilateralità dell’effetto diretto:
Differenze:
Hanno effetto diretto, è riservato a tutte quelle disposizioni che sono chiare, precise e incondizionate:
Ragioni dell’effetto diretto:
Tipi di effetto diretto:
Effetto diretto della direttiva
Le direttive hanno un effetto diretto solo verticale, ovvero in assenza di un atto che dà attuazione alla direttiva, il singolo non può invocare tale direttiva nei confronti di altri singoli; limitazione peraltro molto contestata in relazione alla sperequazione che introduce, ad es., fra dipendente pubblico / dipendente di azienda privata. In definitiva, l’effetto diretto solo verticale nonostante sia contestabile, viene considerato come un vizio d’origine che non poteva dare risultati migliori, anche se, la Corte di giustizia, non ha mancato di pronunciarsi su casi di effetto diretto orizzontale (es. parità uomo / donna nell’accesso nel mondo del lavoro)
Infine non vanno confuse con le c.d. direttive dettagliate, poiché per l’effetto diretto non rileva il grado di dettaglio bensì che la norma non sia condizionata per la sua applicazione da alcun atto delle autorità nazionale
Due ordini di condizioni:
Effetto diretto verticale unilaterale, ovvero solo nei confronti dello Stato che:
La Corte ha trasformato il problema dell’effetto diretto della direttiva in un problema di interpretazione, che, laddove venga riconosciuto tale effetto, il giudice deve disapplicare la norma nazionale contrastante, affinché non si pervenga ad un esito contrario al diritto comunitario
Entrata in vigore ed effetti:
Direttiva, due termini:
Primato del diritto comunitario
L’effetto diretto si collega strettamente al primato del diritto comunitario (primauté)
È la prevalenza del diritto comunitario su qualunque norma nazionale che viene disapplicata in caso di antinomia
Articolo 226 TCE
La Commissione, quando reputi che uno Stato membro abbia mancato a uno degli obblighi a lui incombenti in virtù del presente trattato, emette un parere motivato al riguardo, dopo aver posto lo Stato in condizioni di presentare le sue osservazioni.
Qualora lo Stato in causa non si conformi a tale parere nel termine fissato dalla Commissione, questa può adire la Corte di giustizia.
Articolo 227 TCE
Ciascuno degli Stati membri può adire la Corte di giustizia quando reputi che un altro Stato membro ha mancato a uno degli obblighi a lui incombenti in virtù del presente trattato.
Uno Stato membro, prima di proporre contro un altro Stato membro un ricorso fondato su una pretesa violazione degli obblighi che a quest'ultimo incombono in virtù del presente trattato, deve rivolgersi alla Commissione.
La Commissione emette un parere motivato dopo che gli Stati interessati siano posti in condizione di presentare in contraddittorio le loro osservazioni scritte e orali.
Qualora la Commissione non abbia formulato il parere nel termine di tre mesi dalla domanda, la mancanza del parere non osta alla facoltà di ricorso alla Corte di giustizia.
Caratteri della disapplicazione:
Non tuttavia possibile ragionare in termini di gerarchia in quanto si tratta di due ordinamenti diversi (comunitario / nazionale)
1964, Costa vs Enel, Costa era un utente e azionista della Edison Volta che negli anni 60 è stata nazionalizzata e chiamata Enel, ricorre davanti al giudice conciliatore di Milano (l’importo della contesa è di 1915 lire), per violazione mediata (indiretta) dell’art. 11 (mancato adeguamento alla normativa comunitaria) perché la nazionalizzazione era stata fatta contro la normativa comunitaria
Due sentenze:
Controllo diretto
Viene svolto dalla Corte di giustizia e dal Tribunale e Tribunale per la Funzione pubblica (Camera giurisdizionale), attivato da istituzioni, stati membri e singoli
Si tratta di sanzioni amministrative che vengono imposte da Istituzioni e/o organi comunitari (es. previste direttamente in un regolamento). La sanzione ha origine comunitaria e può essere posta in essere dal giudice nazionale (a volte dopo trasposizione del diritto interno ed in tal caso, anche di natura penale, es. per le direttive)
Caratteri delle sanzioni:
La sanzione applicata dagli stati membri, mediante i giudici nazionali, è comunque sottoposta all’eventuale vaglio della Corte di giustizia per verificare la presenza dei tre caratteri
Il legislatore nazionale può creare una nuova fattispecie criminosa sulla base di principi comunitari (es. ambiente). Ciò significa che anche considerando i limiti in materia penale della comunità, questa può influenza il sistema normativo penale interno
L’idea che la protezione giurisdizionale effettiva e completa è una convinzione che è vacillata, questo anche considerando il rispetto dei principi di effettività e prevalenza. Se il diritto comunitario riconosce il diritto di agire per recuperare ripetere, ma il diritto nazionale no, si viola il principio dell’effetto utile
Da un lato ho il principio dell’effetto utile, dall’altro il principio dell’autonomia procedurale. degli stati membri che rimangono liberi di disciplinare come meglio credono le procedura interne purchè queste risultino rispettare i principi:
Tuttavia solo quando la Commissione non interviene con una sanzione, lo stato membro può adire direttamente alla Corte di giustizia.:
Criterio di prevalenza data alla Commissione nell’intervenire con una sanzione:
Gli stati devono stare attenti ad agire da soli per il timore di ritorsioni, ovvero per evitare di avviare contenziosi fra gli stati
Il singolo che ha subito una violazione dei propri diritti perché lo stato non ha adottato una normativa comunitario, questi può agire per chiedere il risarcimento del danno allo stato.
Occorre che:
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PROCEDURA PER INFRAZIONE
Lo stato membro ha la possibilità e l’onere di rispondere alle censure della Commissione facendo valere gli argomenti di fatto e di diritto che ritiene opportuni
Comportamenti (per i quali lo stato non può invocare la peculiarità del proprio ordinamento a fondamento della violazione) possono essere di tipo
La lettera deve indicare:
Deve contenere:
N.B.: la lettera di messa in mora e il parere motivato costituiscono passaggi obbligati della procedura di infrazione in quanto valgono a definire l’oggetto della controversia e a soddisfare l’esigenza del contraddittorio cui è ispirata anche la fase precontenziosa che ha la funzione di stimolare una soluzione non giudiziaria
3. RICORSO di infrazione presentata alla Corte di giustizia avviato dalla Commissione, deve essere presentato nella lingua dello stato membro. Non esiste un termine per presentarla ed è possibile farlo alla scadenza del termine indicato dal parere motivato, se vi sono addebiti diversi da quelli evidenziati dal parere motivato, saranno dichiarati inammissibili.
Una volta avviato il ricorso, lo stato può invocare solo lo stato maggiore ma possono essere accettati solo dimostrando una amministrazione diligente per far fronte al problema, questi criteri sono applicati caso per caso ed è la Corte di giustizia che valuta se l’amministrazione è stata diligente oppure no. È ad es. irrilevante una crisi di governo o la sospensione dei lavori parlamentari a causa dello scioglimento delle Camere per giustificare il ritardo nell’adozione delle norme
Lo stato non può:
Né ha influenza per la procedura che lo stato riconosca il proprio inadempimento
Procedure accelerate di inadempimento
Art. 88 TCE, in materia di aiuti di stato, consente alla Commissione di agire direttamente alla Corte di giustizia (senza lettera di messa in mora) nel caso in cui:
Art. 95 TCE, in materia di ravvicinamento delle legislazioni, qualora lo stato abusi del potere concessogli di applicare misure nazionali più rigorose rispetto alle misure comunitarie
Art. 298 TCE, qualora uno stato abusi delle facoltà riconosciutegli dagli art. 296 e 297 TCE di adottare misure a tutela di interessi comunitari
Nel corso di una procedura di infrazione è possibile adottare misure provvisorie, riconosciute per via giurisprudenziale
Le sentenze della Corte di giustizia producono effetti giuridici quando impongono adeguamenti legislativi agli stati membri pur senza invalidare la normativa interna. Paradosso, la misura cautelare (addirittura, in alcuni casi, senza ascoltare lo stato membro: inaudita altera parte) è più incisiva della sentenza finale.
Controllo diretto – COMPETENZE
2. Corte di giustizia, per i ricorsi di:
Il controllo si realizza mediante:
Vizi, che possono essere fatti valere:
Sindacato di legittimità svolto dalla Corte di giustizia, in materie tecniche la Corte tende ad evitare di addentrarsi in tali materie (il Tribunale interviene di più), es. misure dumping, antitrust, concentrazione di potere. La Corte interviene ma solo a dichiararne l’illegittimità, spetta all’istituzione eliminare la norma.
Sindacato di merito, art. 229, la Corte interviene a modificare l’atto (es. su una sanzione ne modifica l’importo)
Atti impugnabili: atti definitivi (no atti preparatori e atti meramente confermativi) e vincolanti (non raccomandazioni e pareri), nonché gli altri atti che di fatto incidono sulla sfera giuridica dei terzi (es. un regolamento interno)
Termine per l’impugnazione: due mesi dalla pubblicazione (art. 81 reg. interno il consiglio dopo 15 gg. dalla pubblicazione) dell’atto o notificazione. Gli atti devono essere anche esistenti (per essere inesistenti deve essere affetto da vizi di tali gravità che impediscono la formazione stessa dell’atto ed essere perciò manifestamente contrari all’intenzioni dell’istituzione
Effetti del ricorso: non ha effetto sospensivo, tuttavia il Trattato prevede la possibilità di richiedere alla Corte la sospensione dell’atto impugnato in via cautelare, ex art. 242 TCE se ricorrono tre presupposti:
Articolo 242 TCE
I ricorsi proposti alla Corte di giustizia (ma si intende anche il Tribunale e in futuro le camere giurisdizionali) non hanno effetto sospensivo. Tuttavia, la Corte può, quando reputi che le circostanze lo richiedano, ordinare la sospensione dell'esecuzione dell'atto impugnato.
Elementi del ricorso:
Svolgimento del ricorso:
Legittimati ad impugnare nei confronti degli altri stati o individui,
Il singolo può impugnare:
Esito del giudizio:
Articolo 231 tce
Se il ricorso è fondato, la Corte di giustizia dichiara nullo e non avvenuto l'atto impugnato.
Tuttavia, per quanto concerne i regolamenti, la Corte di giustizia, ove lo reputi necessario, precisa gli effetti del regolamento annullato che devono essere considerati come definitivi.
2. Caso negativo: l’atto rimane valido
Atti revocabili, oltre all’annullamento, l’istituzione che ha adottato un atto illegittimo, ovvero affetto da vizi gravi ed evidenti, può revocarlo ma deve intervenire entro due mesi e nel revocarlo occorre tenere in debita considerazione del legittimo affidamento che il singolo ha risposto nell’atto
2. Azione in carenza, è uno strumento che pone rimedio alla illegittima inattività di una istituzione comunitaria. Mette in discussione il Consiglio, la Commissione ed il Parlamento quando in violazione al Trattato si astengano dal pronunciarsi. Deve esservi la lettera di messa in mora
La carenza deve essere attuale e sussistere sempre durante l’azione in carenza
Competenti all’azione:
È possibile proporre un’azione di responsabilità extracontrattuale
3. Eccezione incidentale d’invalidità, art. 241 TCE, utile solo qualora i termini siano scaduti per l’azione di annullamento, è sempre possibile l’azione pregiudiziale (riguarda però gli atti a portata generale per il principio della tutela giurisdizionale piena). L’atto viene disapplicato sebbene resti in vigore
Articolo 241 TCE
Nell'eventualità di una controversia che metta in causa un regolamento adottato congiuntamente dal Parlamento europeo e dal Consiglio o un regolamento del Consiglio, della Commissione o della BCE, ciascunaparte può, anche dopo lo spirare del termine previsto dall'articolo 230, quinto comma, valersi dei motivi previsti dall'articolo 230, secondo comma, per invocare dinanzi alla Corte di giustizia l'inapplicabilità del regolamento stesso.
4. Azione di responsabilità extracontrattuale della Comunità, competenza collegata alla funzione di controllo del giudice comunitario sulla legittimità degli atti comunitari, esperibile entro 5 anni
Due competenze:
La responsabilità degli stati membri non deve essere diversa dalla responsabilità delle istituzioni comunitarie, che la norma violata sia preordinata a conferire diritti ai singoli e che la violazione sia grave, manifesta e sussista il nesso causale. L’onere della prova incombe sul ricorrente
Danni risarcibili:
Nella valutazione del danno si deve tenere conto della effettiva svalutazione monetaria successiva all’evento dannoso (pochissimi casi)
Inversione dell’onere della prova, significa che l’impresa interessato al risarcimento danni nei confronti dello stato per una applicazione erronea del diritto comunitario dal diritto interno, deve dimostrare che:
Ciò si traduce, appunto, in un’inversione della prova
5. Il contenzioso in materia di personale, art. 236 TCE, è esercitata dal Tribunale per la funzione pubblica, la ricevibilità dell’atto è subordinata alla circostanza che il ricorrente abbia un interesse ad agire ed il termine per agire è di 3 mesi
6. Impugnazione della sentenza del Tribunale, dal 1988 è stata attribuita al Tribunale la competenza sulle controversie tra Comunità e suoi funzionari e ricorsi individuali in tema di concorrenza. Con decisione del Consiglio del 1993 la competenza del Tribunale è stata estesa a tutti i ricorsi proposti da persone fisiche o giuridiche, esaurendo tutte le possibilità offerte dall’art. 225/2 TCE.
Duplice profilo:
È possibile che sia il Tribunale che la Corte siano chiamati a decidere contemporaneamente su cause aventi lo stesso oggetto
Proposizione: entro due mesi
Finalità: rimediare a pretesi errori in diritto della sentenza di primo grado, ovvero non può limitarsi ad una mera riproposizione della domanda originaria, ma si devono indicare i punti della sentenza di cui si chiede l’annullamento perché viziati (trattandosi così non tanto di un giudizio di appello, nel quale si possono rivisitare i fatti, bensì di cassazione
Vizi censurabili:
In definitiva alla Corte è stato lasciata una cognizione finalizzata alla eliminazione degli errori di diritto che possono pregiudicare la coerenza dell’ordinamento e l’uniformità di applicazione delle norme
Revocazione, è un mezzo straordinario di ricorso, utilizzabile in caso di nuovi elementi
Riesame, è una procedura di urgenza utilizzabile qualora sussistano gravi rischi che l’unità o la coerenza del diritto comunitario siano compromessi
Rinvio alla Corte da parte del Tribunale, qualora la causa richieda una decisione di principio che potrebbe compromettere l’unità o la coerenza del diritto comunitario
Libera circolazione delle merci e dei Beni Culturali
Nozione di Merce:
La disciplina della libera circolazione delle merci si articola nel Trattato in tre momenti:
Norme
Articolo 25 TCE, è considerata una norma fondamentale del sistema provvista di effetto diretto
I dazi doganali all'importazione o all'esportazione o le tasse di effetto equivalente sono vietati tra gli Stati membri. Tale divieto si applica anche ai dazi doganali di carattere fiscale
Tassa ad effetto equivalente (è quell’onere pecuniario che non è un dazio ed è direttamente collegato all’importazione o all’esportazione di un prodotto, anche se imposto in un momento diverso)
Elementi rilevanti perché un onere possa essere considerato una tassa di effetto equivalente:
Principio del mutuo riconoscimento delle merci: un prodotto legittimamente commercializzato in un paese comunitario deve poter essere importato e commercializzato anche negli altri stati membri senza intralci.
Muove dal presupposto logico che, in assenza di disciplina comunitaria di armonizzazione, le legislazioni nazionali possono essere diverse ma comunque rispettive della salute e delle esigenze del consumatore
Dazio: è un onere pecuniario, imposto dallo stato all’attraversamento della frontiera
Domanda: dove ha origine la merce? Noi parliamo della circolazione della merce all’interno del territorio comunitario:
Eccezioni all’art. 25 TCE:
Articolo 90 TCE Disposizioni fiscali
Nessuno Stato membro applica direttamente o indirettamente ai prodotti degli altri Stati membri imposizioni interne, di qualsivoglia natura, superiori a quelle applicate direttamente o indirettamente ai prodotti nazionali similari.
Inoltre, nessuno Stato membro applica ai prodotti degli altri Stati membri imposizioni interne intese a proteggere indirettamente altre produzioni.
Anche le modalità di pagamento (più dilazionate o meno possono divenire una maggiore onerosità) inoltre è irrilevante sia chi sia il beneficiario finale del tributo che non necessariamente è lo stato, e l’importo del tributo.
Oneri destinati a tutti i soggetti (es. imprese nazionali) per cui alla fine tutti pagano il tributo ma il realtà quello che viene assimilato dallo stato viene restituito alle società produttrici o distributrici delle merci, in questo caso siamo di fronte all’ipotesi dell’art. 25 in relazione al principio della tassa ad effetto equivalente
Differenze:
Prodotti similari, sono i prodotti che hanno lo stesso processo di formazione, che hanno lo stesso gusto, più in generale si tratta di prodotti concorrenti (es. vino e birra possono presentare gradazione alcoliche simile e possono essere definiti prodotti concorrenti, ovvero sostituibili, anche se sono presenti differenze fra loro ed hanno processi di formazione diversi)
Divieto di restrizioni quantitative
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Significa che lo stato effettua una:
misura ad effetto equivalente
1984, Corte di giustizia, caso (corrisponde alla suddetta nozione) Dassonville: “Ogni normativa commerciale degli stati membri che possa ostacolare direttamente o indirettamente, in atto o in potenza, gli scambi intracomunitari va considerata come misura equivalente a una restrizione quantitativa”. Deve trattarsi di una normativa adottata allo stato o da un’organizzazione professionale che è in grado di vincolare in base al diritto nazionale il comportamento dei membri dell’organizzazione (può trattarsi di una prassi amministrativa nell’ambito di un ente territoriale). Sono vietate fra gli Stati membri le restrizioni quantitative all'esportazione e qualsiasi misura di effetto equivalente.
LIBERA CIRCOLAZIONE DI PERSONE
Le persone possono venire in rilievo sia come
Articolo 18 TCE
1. Ogni cittadino dell'Unione ha il diritto di circolare e di soggiornare(per tre mesi) liberamente nel territorio degli Stati membri, fatte salve le limitazioni e le condizioni previste dal presente trattato e dalle disposizioni adottate in applicazione dello stesso.
2. Quando un'azione della Comunità risulti necessaria per raggiungere questo obiettivo e salvo che il presente trattato non abbia previsto poteri di azione a tal fine, il Consiglio può adottare disposizioni intese a facilitare l'esercizio dei diritti di cui al paragrafo 1. Esso delibera secondo la procedura di cui all'articolo 251.
3. Il paragrafo 2 non si applica alle disposizioni relative ai passaporti, alle carte d'identità, ai titoli di soggiorno o altro documento assimilato né alle disposizioni relative alla sicurezza sociale o alla protezione sociale.
2. Lavoratori
L’obiettivo è quello di garantire la libera circolazione, questo impedisce agli stati membri di adottare di normative che possano impedire, limitare, ostacolare il pieno esercizio di queste libertà
Articolo 39 TCE
1. La libera circolazione dei lavoratori all'interno della Comunità è assicurata.
2. Essa implica l'abolizione di qualsiasi discriminazione, fondata sulla nazionalità, tra i lavoratori degli Stati membri, per quanto riguarda l'impiego, la retribuzione e le altre condizioni di lavoro.
3. Fatte salve le limitazioni giustificate da motivi di ordine pubblico, pubblica sicurezza e sanità pubblica, essa importa il diritto:
a) di rispondere a offerte di lavoro effettive,
b) di spostarsi liberamente a tal fine nel territorio degli Stati membri,
c) di prendere dimora in uno degli Stati membri al fine di svolgervi un'attività di lavoro, conformemente alle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative che disciplinano l'occupazione dei lavoratori nazionali,
d) di rimanere, a condizioni che costituiranno l'oggetto di regolamenti di applicazione stabiliti dalla Commissione, sul territorio di uno Stato membro, dopo aver occupato un impiego.
4. Le disposizioni del presente articolo non sono applicabili agli impieghi nella pubblica amministrazione.
Definizione di lavoratore: data dalla Corte di giustizia nel 1998, “deve considerarsi lavoratore la persona che per un certo tempo, esegua a favore di un altro e sotto la direzione di questa, prestazioni in contropartita delle quali percepisce una remunerazione, una volta cessato il rapporto, l’interessato perde, in linea di principio, la qualità di lavoratore, fermo restando tuttavia che, da un lato questa qualifica può produrre effetti dopo la cessazione del rapporto di lavoro e che, dall’altro, una persona all’effettiva ricerca di un impiego deve pur essere qualificata lavoratore”
Tre requisiti, per essere considerato lavoratore:
LIBERTA’ DI STABILIMENTO
Riguarda l’esercizio di attività autonome e non subordinate
Ne godono:
Articolo 48 TCE
Le società costituite conformemente alla legislazione di uno Stato membro e aventi la sede sociale, l'amministrazione centrale o il centro di attività principale all'interno della Comunità, sono equiparate, ai fini dell'applicazione delle disposizioni del presente capo, alle persone fisiche aventi la cittadinanza degli Stati membri.
Per società si intendono le società di diritto civile o di diritto commerciale, ivi comprese le società cooperative, e le altre persone giuridiche contemplate dal diritto pubblico o privato, ad eccezione delle società che non si prefiggono scopi di lucro.
Diritti del lavoratore, evoluzione:
Lo scopo di queste due condizioni miravano ad evitare che avvalendosi della libertà di circolazione questi soggetti andassero a gravare sullo stato ospitante
Oltre i tre mesi bisogna dimostrare, come prima del 1992, di essere:
La libera circolazione dei lavoratori è un diritto contenuto nell’art. 39 che può essere fatto valere, in ragione dell’effetto diretto, nei confronti dei giudici nazionali, sia quelle dello:
Accordi di Schengen
Sono delle convenzioni, una prima convenzione del 1990 e una convenzione di applicazione degli accordi del 1995. Gli stati si sono messi d’accordo ed hanno detto: “adesso spostiamo la nostra attenzione sulle frontiere esterne”. Di fatto questi accordi consentono ai cittadini dell’U.E. di spostarsi senza che venga controllato loro il documento e sono stato inclusi nel Trattato di Amsterdam in cui troviamo uno specifico protocollo sull’Acquis di Schengen.
Quando parliamo di libera circolazione di persone, facciamo riferimento
I politici guardano con favore questa lobby per varie ragioni:
Principio di sussidiarietà nella Costituzione europea:
Fonte: http://new.lettere.unina2.it/Didattica1/Dispense/Carozza/A.A.%202013-2014/materiale%20slides%20Lezioni%20di%20Diritto%20dell'Unione%20Europea.doc
Sito web da visitare: http://new.lettere.unina2.it/
Autore del testo: G.CAROZZA
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