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Riassunto Pasquino scienze politiche
CAP.1 - Natura ed evoluzione della scienza politica |
Politica: attività svolta da uomini e donne per tenere insieme un gruppo; per proteggerlo, organizzarlo e allargarlo; per scegliere chi prende decisioni e come; per distribuire risorse, prestigio, fama, valori. Scienza politica: studio delle attività con metodo scientifico (formula generalizzazioni e teorie che possono essere verificate e falsificate). è vedi definizioni di Easton. L’evoluzione della Scienza politica come disciplina è difficile da delineare perchè:
La scienza politica ha perciò origini antiche e recenti, e solo odiernamente le sue riflessioni sono diventate tanto specializzate da potersi differenziare dalle altre discipline.
Gli oggetti d’analisi della scienza politica sono stati:
L’evoluzione del metodo d’analisi:
*Il modello di input/output per l’analisi sistemica di Easton.
**Politica, sistema politico, scienza politica per Easton
Comportamentismo
I suoi obiettivi sono:
Critiche alla scienza politica odierna di Almond e Powell
Mentre Easton suggeriva “scientificità” e comportamentismo, essi suggerivano politica comparata e sviluppo politico.
Oltre il comportamentismo
un insieme di diversi approcci, tecniche, metodi e tematiche. I 5 frammenti sono: 1) quantificazione è la battaglia per l’introduzione di queste tecniche è in parte vinta, perché la diffidenza è diminuita. Purtroppo la loro utilizzazione a volte è fine a sé stessa e non illuminano i problemi, perché slegate da teorizzazioni. 2) scienza politica empirica è ricerca di regolarità nei comportamenti politici; dalla raccolta dei dati, elabora e verifica le generalizzazioni. Viene applicata nel settore elettorale, nel settore delle politiche pubbliche, nello studio delle istituzioni. 3) l’uso della storia è il problema non è il metodo storiografico, ma l’utilizzo del materiale nell’analisi politica. Odiernamente si preferisce lo studio diacronico. Dahl dice che: “se lo studio della politica non nasce e non è orientato da teorie generali coraggiose, anche se vulnerabili, esso sarà destinato a cadere nella banalità”. L’opinione è condivisa, ma c’è lo scetticismo sulla possibilità di lanciare teorie coraggiose. William Mitchell pensa che “la teoria diventerà sempre più logico-deduttiva e matematica” e che si farà sempre più grande uso della teoria economica, ossia indicava come risposta la political economy. Political economy = studio che combina le variabili economiche e politiche; 5) speculazione teorica è la scienza politica non ha fatto grandi passi in tale direzione, rimanendo così criticabile.
Fare teoria politica in scienza politica. Per fare speculazioni teoriche la scienza politica deve:
Filosofia politica è il suo pensiero contiene quattro conponenti significative:
Solo l’ultimo punto s’incontra con la scienza politica. Gli altri 3 mancano di almeno 1 componente indispensabile a fondare una scienza politica empirica, che sono: Le diverse tradizioni di scienza politica nei paesi derivano da un certo modo di porsi rispetto alle componenti che Bobbio considera necessarie per il pensiero della filosofia politica. Germania è Stoicismo e idealismo tedesco + cultura segnata dal diritto e dal peso delle istituzioni = scienza politica che interpreta i fenomeni politici nella ricerca di una concezione totalizzante.
La teorizzazione tedesca è ancora molto intensa anche se dirige verso l’empirico. Francia è Forte tradizione di storia politica, poca ricerca empirica. Significative eccezioni con Grawitz e Leca. Gran Bretagna e Scandinavia è Terreno fertile per la filosofia politica. Riscontro dei 3 presupposti di Bobbio e di riflessione sulla lingua e sul metodo; filosofia analitica (John Stuart Mill). Italia è Interrotta dal fascismo; eterogenea e fragile; passato illustre con Mosca, Pareto, Michels. Spagna è ritorno democrazia = rigoglioso sviluppo della scienza politica con importanti teorizzazioni sul sistema politico da parte di studiosi formatisi all’estero. Stati Uniti è scienza politica americana relativamente recente; praticata da un numero di studiosi pari alla somma degli altri paesi; in costante scrutinio; diverse tendenze e grandi diversità = difficile fare un giudizio sintetico. Origini influenzate da: In estrema sintesi la scienza politica americana è empirica, orientata alla soluzione dei problemi politici più urgenti (soprattutto nelle relazioni internazionali), poco inclini alla teorizzazione, legata al proprio modello democratico. Il problema maggiore sarà il superamento dell’avalutatività, interpretata scorrettamente, cioé l’accettazione e riproposizione acritica del modello americano di democrazia.
In sintesi: la scienza politica non ha ancora trovato il modo di recuperare il pensiero dei “classici”, né di riformularne i contributi in modo da renderli più utilizzabili. Che cosa è teoria politica? è Non esiste un’idea universalmente accettata.
La maggioranza dei politologi ritiene possibile produrre teorie a medio raggio e non elaborare una teoria generale della politica; anche se molti cercano di tenere aperta la strada della teorizzazione generale. Ma su quale concetto generale si deve teorizzare? Ci sono diversi apparati concettuali: teoria generale del potere, dello Stato, di sistema politico, di decisione, di heresthetics (studio della strategia di decisione + identificazione delle “condizioni per un equilibrio delle preferenze”).
A seconda del problema studiato, le formulazioni teoriche fanno riferimento ad apparati concettuali diversi. L’utilità della scienza politica |
Cap.2 - Metodi di analisi |
Considerazioni preliminari Studiare i comportamenti delle donne e degli uomini nelle associazioni è più complicato perché apprendono spesso qualcosa dai loro comportamenti e possono se vogliono cambiarli. La pluralità dei metodi analitici Molteplici fenomeni = molteplici metodi, alcuni specifici per certi, altri invece inappropriati, più metodi sono applicabili allo studio dello stesso fenomeno.
Ai tre metodi tradizionali Pasquino ha aggiunto il metodo di osservazione partecipante = possibile solo nei fenomeni che tollerino la presenza fisica dello studioso come “osservatore”. Lijphart ha rivisto la sua classificazione e ha considerato il metodo comparato come un metodo statistico in condizioni sfavorevoli, ma migliorabili”. Metodo osservazione partecipante: approfondimento + esempi
Svantaggi:
Esempio della ricerca di Michels
La legge ferrea delle oligarchie è stata poi verificata negli studi del sindacato americano dei tipografi e della CDU berlinese 1950/60.
Esempio della ricerca di Hellmann
Studio di casi singoli: casi devianti dalla legge ferrea dell’oligarchia Il caso del sindacato americano International Typographical Union, (studiato da Seymur, Lipset, Trow, Coleman) è deviante à la ITU è democratica:
La legge ferrea dell’oligarchia non viene confutata, ma ridefinita: a determinate condizioni la democrazia si afferma nelle organizzazioni. Il caso della CDU di Berlino dal 1950/60 (studiato da Mayntz), indirettamente verifica la legge di Michels (non viene smentita, ma neanche corroborata).
Se democrazia è anche apertura del partito all’esterno e possibilità degli iscritti di controllare l’operato dei dirigenti, allora la CDU non era abbastanza democratica: gli iscritti contavano poco, perché non si attivavano e i dirigenti non desideravano attivarli.
Il metodo comparato Spesso si fanno comparazioni implicite per capire le differenze e similarità fra i fenomeni politici. Il metodo storico comparato è una variante del metodo comparato “sincronico”, molto usato nelle scienze sociali.
Esempi di ricerche con metodo comparato à Gabriel Almond fu un pioniere dell’analisi comparata. Classificò i sistemi politici basandosi su due insiemi di variabili:
Questa analisi oggi risulta ingenua e insoddisfacente, ma stimolò la ricerca sulla cultura politica civica e sulla democrazia. Motivi di insoddisfazione: le categorie non sono esaustive ed esclusive (non sa dove collocare i paesi scandinavi e la categoria dei sistemi politici pre-industriali è “residuale”)
à ricerca The Civic Culture di Almond e Verba Le 4 variabili dello studio sono:
Risultano 3 configurazioni di cultura politica: Il pregio della griglia costruita è che:
Siccome il numero dei casi è limitato a cinque, ma le variabili sono molte e i dati derivano da 5000 interviste, il metodo d’indagine è comparato, ma l’elaborazione dei dati è statistica.
à George Tsebelis, insoddisfatto della tradizionale bipartizione, fa una classificazione delle forme di governo in base alla loro capacità decisionale ed efficienza. I 3 esempi sono accomunati dal fatto che sono “whole system analysis” e dallo studio sincronico;
Sincronico = fotografare in uno specifico periodo alcune situazioni e spiegarle analizzando variabili esogene ed endogene; La complessità delle comparazioni di differenze fra sistemi (sia diacroniche che sincroniche) può essere ridotta comparando sistemi “più simili”.
Esempi di studio di casi diversi à Dowse analizza i fattori politici e i partiti che hanno influenzato i processi di modernizzazione dell’URSS e del Ghana, sistemi politici diversissimi fra loro, che hanno in comune solo l’esistenza di un partito unico. à Studio comparato diacronico di Turchia e Giappone (Ward e Rustow): entrambi casi di modernizzazione dall’alto con gradi diversi di successo e apertura democratica. Le variabili studiate erano la natura/potere/capacità delle due élite modernizzanti. Comparazioni implicite: comparazioni molto frequenti e fatte inconsapevolmente per migliorare la comprensione del fenomeno studiato; per tale ragione fanno parte della categoria “studio di casi”.
Gli studi di casi Eckstein classifica i diversi tipi di studio di casi, nel modo più generale possibile, per cogliere le differenze fra i diversi tipi e individuare le ricerche fatte per ciascun studio di caso (vedi schema). La maggior parte degli studi su singoli sistemi politici nazionali è collocabile negli studi “ideografico/descrittivi”. Lostudio euristico (thick description)= raccolta meticolosa di dati + esposizione di tutti i possibili significati; si applica nei casi complessi senza dati e generalizzazioni di base, per ottenere una descrizione particolareggiata.
Esempio di caso in parte euristico Il caso deviante dell’India
Lo studio del caso di Weimar e della Norvegia di Eckstein
Lo studio dei casi è utile per:
Il metodo sperimentale: approfondimento Esempio della sperimentazione di Verba Metodo del sondaggio deliberativo: un campione di cittadini discute su alcuni temi sotto la guida di un moderatore professionista. Dal suo sviluppo si capisce come e perché i partecipanti strutturano le preferenze e dopo quali info la cambiano. |
CAP.3 - Partecipazione politica |
Definizione preliminare Attività politica = rapporti che intercorrono fra individui/gruppi/associazioni/istituzioni in forme, modalità, frequenze e intensità diverse. L’attività politica si riflette nella partecipazione politica. Partecipazione politica = “insieme di azioni e di comportamenti che mirano ad influenzare le decisioni e la selezione dei detentori del potere, in maniera più o meno diretta e più o meno legale, per conservare o modificare la struttura (e i valori) del sistema d’interessi dominante.” Partecipazione invisibile = opinione pubblica interessata alla politica e informata, che per vari motivi si attiva raramente. È importante nei regimi democratici perché possiede la capacità di partecipare. Le modalità di selezione dei decisori/influenza delle decisioni sono 3:
I sistemi politici si differenziano nella capacità di assorbire o meno le nuove forme di partecipazione, nel loro grado di elasticità/rigidità rispetto a nuove domande. Secondo Rokkan, le variabili importantiper la partecipazione dell’individuo sono:
Un processo complesso = che cosa ha spinto/spinge verso la partecipazione? Si può dire che la partecipazione politica sia un fenomeno sia antico che recente. I processi più importanti di sviluppo della partecipazione politica possono essere sintetizzati così: Rokkan, analizza il processo di democratizzazione insieme all’ampliamento della partecipazionepolitica e individua 4 soglie istituzionali:
Il processo di democratizzazione è influenzato dalla mobilitazione sociale, cioé l’insieme dei seguenti fenomeni socio-economici:
Questi cambiamenti stimoleranno gli individui a partecipare per influenzare i processi che li toccano da vicino, ma la loro “effettiva” partecipazione dipenderà dalla struttura delle opportunità politiche = le modalità di organizzazione della sfera politica + le potenzialità di integrazione politica. Il coinvolgimento di masse di individui è partecipazione politica quando nasce dal basso, è autonomo, influenza i detentori del potere politico;
C’è uno stretto nesso fra
Processo a più stadi Gli elementi che influenzano l’intensità della partecipazione sono: Fattori della politicizzazione:
La partecipazione cala quando i detentori del potere ricorrono alla repressione e rendono insopportabili i costi personali della partecipazione. Le differenti modalità di partecipazione si presentano in tutti i sistemi politici, ma con diversa frequenza e intensità. Partecipazione elettorale
Il voto nei diversi sistemi è agevolato o complicato dalle regole.
Come si formano le 3 componenti ambientali?
I partecipanti 1) Lo status socio-economico è una variabile indipendente, per spiegare la presenza o l’assenza di certi individui dalla partecipazione, perché le ricerche empiriche dimostrano che sono le persone collocate ai livelli più alti della scala a votare.
Si ricava che per partecipare ci vogliono denaro, tempo, conoscenze +
I partecipanti abitualmente attivi sono maschi, di settori centrali e privilegiati, di età centrale (25/60), pienamente inseriti nella vita sociale e lavorativa. Tipi di partecipanti:
La razionalità della partecipazione politica Nel comportamento elettorale, le possibilità di un singolo elettore di influenzare il risultato complessivo sono nulle, perciò appare irrazionale che gli elettori dedichino parte del loro tempo a informarsi. I free riders sono non partecipanti che finiscono per godere dei benefici ottenuti dai partecipanti; possono essere consapevoli o inconsapevoli; solo i consapevoli si rendono conto che la loro mancanza può rendere impossibile il raggiungimento dell’obiettivo e potrebbero decidere di partecipare.
La partecipazione nei partiti e nelle organizzazioni Dalla ricerca sul Partito Comunista condotto da Mannheimer e Sebastiani, si estraggono 3 tipi di militante (= partecipante molto attivo): Juan Linz riformula la tesi di Michels (legge ferrea dell’oligarchia), sottolineando i fenomeni che possono creare tendenze oligarchiche all’interno delle organizzazioni:
Il punto che Michels e Linz vogliono sottolineare è che esistono processi interni alle organizzazioni che vanificano la partecipazione politica e rendono le organizzazioni preda delle oligarchie. Hirshman distingue tre modalità attraverso le quali gli iscritti possono influenzare le scelte dell’organizzazione: |
CAP.4 - Gruppi e movimenti |
L’analisi dei gruppi: pluralismo e rigidità sociali Bentley, studioso capostipite dell’analisi dei gruppi, indirizza l’attenzione sui processi politici piuttosto che sulle istituzioni giuridiche.
Almond e Powell elaborano una classificazione dei gruppi basandosi sulle modalità di comunicare ai detentori del potere le loro domande:
Gruppi d’interesse anomico: sono gruppi nati fuori dalle regole/senza regole, perché i loro interessi sono nuovi e non ci sono canali sperimentati per manifestare o i detentori del potere ignorano ripetutamente le loro preferenze; Caratteristiche particolari:
Almond e Powell a differenza di Bentley non danno ai gruppi stesso status e potenzialità e non considerano lo Stato un gruppo come gli altri. Modalità di azione dei gruppi x influenzare le scelte politiche à pressione (lobby) Non tutti i gruppi sono ugualmente riconosciuti, accettati, graditi, e dipende da quanto sono congruenti con le norme culturali della società. Rose individua 6 tipi di rapporti gruppi-cultura politica:
Ogni gruppo cerca di massimizzare le opportunità di successo facendo leva
(studiando l’attività dei gruppi di pressione si può individuare il locus del potere politico e ricostruire i processi decisionali) Le risorse dei gruppi sono:
Il successo è facilitato se la provenienza degli iscritti è la stessa di chi prende le decisioni (accordata legittimità x affinità). Dimensione: può influenzare direttamente, con il voto; indirettamente minacciando un dissenso delle delle decisioni sgradite o fornendo denaro x attività a favore/contro i decision makers (org. Contadine, sindacati). Per i gruppi di pressione è sempre più difficile presentarsi come portatori d’interessi generali e la reazione è diventata dura.
Il neo-corporativismo fra rappresentanza e partecipazione Dalle posizioni neoprogressiste, Schmitter elabora un modello di rapporti fra org. e Stato detto neo-corporativismo.
Per costruire un assetto neo-corporativo è necessario:
Il neo-corporativismo è un buon correttivo contro un pluralismo sfrenato e sregolato.
La partecipazione politica attraverso i movimenti collettivi Sui movimenti collettivi la teoria sociologica si suddivide in studiosi che la considerano 1) irrazionale o 2) le danno un ruolo importante nelle modalità di azione sociale.
Alberoni distingue fenomeni collettivi di gruppo e fenomeni collettivi di aggregato:
Alberoni: contrappone a) stato nascente ßà stato istituzionale della vita quotidiana; b) movimento ßà istituzione.
Più forte è l’identità, più forte è l’opposizione, più marcato sarà il principio di totalità. Al contrario di Smelser Touraine dice che “il movimento sociale non è l’espressione di una contraddizione , ma fa scoppiare un conflitto di classe: esso nasce dalla società e attraverso il conflitto produce la trasformazione”.
Tutti gli autori menzionati si sono preoccupati di differenziare i vari movimenti sociali.
Di recente è cambiato il teatro dell’azione collettiva, passata dal campo nazionale a quello internazionale grazie al fenomeno della globalizzazione, e i movimenti si caratterizzano x essere “contro” (G8, guerra...); presentano cmq molte caratteristiche distintive dei movimenti di Alberoni (stati nascenti).
La teoria di Tilly è la migliore x analizzare i risultati: essa permette di sollevare interrogativi adatti alla ricerca empirica.
Le conseguenze della partecipazione politica L’analisi delle conseguenze della partecipazione politica è uno dei terreni negletti della scienza politica. Tuttavia sappiamo qualcosa sugli individui: siccome partecipano x motivi espressivi, essi possono essere delusi/insoddisfatti e ritirarsi nella vita privata; è una scelta temporanea superabile con un nuovo ciclo di coinvolgimento.
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CAP.5 - Elezioni e sistemi elettorali |
Il voto può essere previsto sia in regimi democratici che non: nei regimi democratici esso è previsto costituzionalmente, è libero, competitivo, tenuto a scadenze prestabilite; nei regimi non democratici esso diventa uno strumento x legittimare il potere attraverso la manipolazione degli esiti.
Elezione delle cariche monocratiche Le modalità sono 2:
Negli USA vince la carica di presidente chi ottiene maggioranze relative in un numero di Stati sufficiente a garantirgli la maggioranza assoluta in un collegio di “grandi elettori” (2 senatori e rappresentanti mandati al congresso x ogni Stato).
Plurality, mayority e rappresentanza proporzionale I sistemi elettorali si suddividono in 3 grandi categorie:
Sistemi maggioritari a turno unico Teoricamente gli ostacoli alla presentazione della candidature sono scarse, ma in pratica sono ostacolate dalla necessità di una buona organizzazione.
L’effetto complessivo sarà lo sviluppo di una competizione bipolare, non necessariamente bipartitica, perché i partiti possono essere diversi x ogni collegio, a causa della presenza di forti minoranze.
Nel sistema bipartitico, il voto del’elettore informalmente designa il governo. Il leader del partito con la maggioranza assoluta dei seggi diventa primo ministro (modello Westminster).
Sistemi maggioritari a doppio turno Al secondo turno il sistema può essere majority o plurality (ammessi più candidati).
Critiche: 1) disrappresentatività; 2) un partito non riesce da solo a formare un governo; 3) gli squilibri del maggioritario sono accentuati da errori di presunzione, alleanze, di calcolo.
Sistemi di rappresentanza proporzionale Esistono molteplici formule proporzionali: l’unico principio comune è il tentativo di garantire una corrispondenza percentuale, fra i voti ottenuti dai partiti e i seggi attribuiti. La principale preoccupazione dei politici in questo caso è contenere la frammentazione del sistema partitico-parlamentare. Gli strumenti usati sono 3:
Il premio di maggioranza è un incentivo alla stabilità dei governi, piuttosto che uno strumento per contenere la frammentazione.
Quanto più grande è una circoscrizione, tanto più grande è la proporzionalità del sistema elettorale, tanto più facile sarà per i partiti piccoli conquistare dei seggi.
Saint Lague: divide i voti di ciascun partito successivamente per 1.4,3,5,7, attribuendo il seggio al partito con il più alto numero di voti; riequilibra l’esito a favore dei partiti medi.
Meriti e demeriti dei sistemi proporzionali Dilemma dei critici: la proporzionale fotografa la deframmentazione già esistente oppure la facilita? Entrambe asserzioni vere:
Sistemi misti Prodotti dall’insoddisfazione per il sistema maggioritario e proporzionale, esiste in IT, Nuova Zelanda, Ungheria, Giappone. |
Cap.6 – Partiti e sistemi di partito |
L’origine dei partiti Come si distingue un partito dalle altre org? Teoria sulla nascita dei partiti:
Prospettiva genetica: spiega le modalità attraverso le quali nel corso del tempo sono nati i partiti. Rokkan analizza la formazione degli Stati-nazione dell’Europa occidentale assieme ai processi di democraticizzazione e individua 4 fratture (cleavages) che hanno dato origine a org politiche.
con la nascita di 1 partito che rappresenta gli interessi del centro, 1 della periferia (come centro si intende le risorse e il potere, con periferia peculiarità etniche/culturali), 1 dello Stato, 1 della Chiesa (i partiti Stato e Chiesa possono unirsi al centro e alla periferia) Prospettiva strutturale: Duverger spiega la nascita dei partiti analizzando i rapporti fra le org protopartitiche, il parlamento e il suffragio.
Tipi di partiti
Distingue anche la trasformazione strutturale da partiti di notabili (= strutture attivate solo durante le elezioni) a partiti di massa (= strutture permanenti in costante attività). Duverger distingue partiti di massa (= fanno riferimento agli iscritti x il loro radicamento nel sistema politico) e partiti di quadri (= riuniscono notabili x dirigere le elezioni e mantenere contatti con i candidati). Kirchheimer individuò la trasformazione verso i partiti pigliatutti (catch all parties) = i dirigenti cercavano di estendere il partito a tutti gli elettori possibili a scapito dell’identità.
Kirchheimer aveva ragione, i partiti si trasformarono in pigliatutti. Alcuni però cercarono di mantenere 2 caratteristiche intatte: 1) il radicamento di massa (alto numero di iscritti); 2) una rete organizzativa diffusa sul territorio. Il partito di massa tende a trasformarsi anche in un partito professionale-elettorale. Un nuovo tipo di partito individuato da Katz e Mair è il “partito cartello”: cartello è un termine economico che significa accordo fra imprese x limitare la concorrenza. I partiti cartello x limitare la concorrenza giungono a collusioni che cercano di rendere difficile l’ingresso nella competizione a org nuove. Grazie ai vantaggi della collusione i partiti possono ignorare iscritti e organizzazione.
Sistemi di partito
La competizione partitica perciò influenza il piano elettorale, parlamentare, governativo.
Sartori con i 3 criteri classifica i sistemi di partito a seconda del formato (N partiti), logica di funzionamento (potenziale di coalizione + polarizzazione). Dalla classificazione Sartori differenzia i sistemi competitivi da quelli non competitivi.
Queste condizioni devono sussistere contemporneamente, poiché è possibile che sistemi di formato bipartitico funzionino con logica diversa. Le trasformazioni dei sistemi di partito
Predominio: esistenza di un partito che si distanzia nettamente dai suoi rivali x un lungo periodo di tempo.
Ci sono 2 ipotesi su quali condizioni portano alle trasformazioni dei sistemi di partito:
Perché sopravvivono i partiti
Indicatori nei partiti:
Declino degli iscritti: avviene perché il reclutamento, in base al rapporto costi/benefici non è più profittevole. I partiti continuano ad essere gli esclusivi attori dei regimi democratici perché:
Notare che singolarmente tali funzioni possono essere svolte da altre org. La ragione della durata è che i partiti sono garanti, dopo la cessazione dello scontro ideologico di un’alta negoziabilità degli interessi (a differenza dei gruppi d’interesse). |
Cap. 7 – Parlamento e rappresentanza |
Considerazioni introduttive Le strutture Le funzioni Formazione delle leggi: i parlamenti ne prendono parte, ma l’iniziativa viene dal governo, perchè la legge risponde alle promesse programmatiche del partito che ha vinto le elezioni. Per tale ragione esiste uno stretto collegamento fra il governo e la sua maggioranza parlamentare. Il parlamento non fa le leggi, ma le approva. La rappresentanza Rappresentanza politica: non si esaurisce nelle org partitiche e in parlamento, ma è un rapporto stratificato e dinamico che si esprime in più sedi e più stadi, con diverse modalità, perciò la rappresentanza politica parlamentare è una fra le tante forme. Sartori individua 7 possibili concezioni di rappresentanza:
Le prime 2 teorie collegate vengono chiamate teoria elettorale: anche se è la più diffusa è criticata perché considerata Stili di rappresentanza Stili di rappresentanza:
Dallo studio della rappresentanza come ricettività, Karps e Eulau hanno individuato 4 componenti della ricettività di un rappresentante eletto:
Le degenerazioni dei parlamenti Trasformismo: ciascun parlamentare si comporta in modo del tutto svincolato dal suo partito; gli impegni assunti, coerenti al programma del partito, difficilmente vengono rispettati e perde contatto con l’elettorato. Consociativismo: le coalizioni frammentate di governo e le opposizioni si scambiano sottobanco risorse collettive, attraverso politiche pubbliche approvate a larghissime maggioranze, x ammorbidire l’opposizione e rendere rapido il processo decisionale. Assemblearismo: I parlamentari fanno e disfanno i governi e non c’è disciplina né di partito, né di tendenza politica. Il governo non ha controllo sull’attività parlamentare, a far leva su una maggioranza compatta e solidale, a fissare l’agenda dei lavori, a usare l’arma dello scioglimento. Il parlamento assembleare ha modalità operative costose e confuse, è lento e c’è clientelismo: pretende di governare, svolgendo male tutte le sue funzioni e impedendo al governo di svolgere le proprie.
Declino o trasformazione dei parlamenti? Un parlamento declina quando L’efficienza del parlamento si valuta osservando i tempi di approvazione delle leggi; |
Cap.8 – I governi |
Il problema Che cosa è governo
La formazione degli esecutivi Le forme di governo si distinguono in L’elezione popolare diretta del capo dell’esecutivo comporta la formazione immediata dell’esecutivo. La selezione del capo dell’esecutivo nei regimi parlamentari si differenzia fra sistemi bipartitici e sistemi multipartitici.
Perciò diventa capo del governo un rappresentante gradito agli alleati o il leader di un partito minore, ma essenziale nella coalizione. La teoria delle coalizioni I governi di minoranza I governi di partito
Il partito agisce
Il governo di partito può estendere il proprio ambito anche nel sociale e nell’economico, penetrando settori non propriamente politici.
Gli studiosi vedono la lottizzazione come legittima e funzionante nell’attività di governo, ma non la estensione del party government nei settori sociali ed economici, poiché non è né democratico, né efficiente. La crescita del governo
Per svolgere tali compiti ha bisogno della polizia + esercito (sicurezza interna ed eterna) , magistratura (giustizia), burocrazia fiscale (raccolta tasse).
La richiesta del ridimensionamento del governo si spiega con il successo dello stato e dei governi: alcuni settori sono convinti di potere fare meglio da soli. Le forme di governo
Presidenziale: esecutivo eletto direttamente con legittimazione autonoma da quella del parlamento (congresso).
Il presidente supera la crisi del governo diviso
La critica più forte al governo diviso è l’incapacità dell’elettore di individuare il responsabile del buon/malgoverno. Semipresidenziale: non è presidenzialismo temperato né parlamentarismo potenziato; FdG costruita per ottenere pregi del presidenzialismo ed evitare dei difetti del parlamentarismo. Parlamentari: hanno il problema della stabilità e dell’efficacia decisionale, che si misurano dalla durata dei governi, più precisamente dalla durata della carica del primo ministro. Si ha instabilità governativa ogni volta che si dissolve il governo x formarne uno nuovo.
Le FdG parlamentari possono degenerare in |
Fonte: http://www.besid.it/appunti-e-materiale/category/11-scienza-della-politica?download=38:riassunto-pasquino-scienze-politiche
Sito web da visitare: http://www.besid.it/
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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