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LE DOMANDE ESISTENZIALI.
DA DOVE NASCE LA RELIGIONE?
Basta osservare la mappa delle fedi o i loro simboli per rendersi conto che le religioni del mondo sono tante e spesso molto differenti fra loro. Ma nello stesso tempo si comprende che c’è un filo rosso che le unisce: il richiamo a qualcosa o qualcuno considerato superiore all’essere umano e alla vita stessa. Da sempre infatti, fin dalla comparsa sulla terra dell’homo sapiens abbiamo anche le prime testimonianze di una forma, più o meno rudimentale, di religiosità. Ieri come oggi c’è qualcosa dentro l’essere umano che lo spinge a non fermarsi di fronte a ciò che vede o che percepisce con i sensi e che lo invita ad andare “oltre” se stesso. Questa ricerca, che non è solo religiosa ma abbraccia tanti campi della conoscenza umana (la filosofia, la scienza, la poesia e la letteratura) ha trovato una delle sue espressioni più complete proprio nella religione e nelle sue varie manifestazioni storiche.
LE DOMANDE DI SENSO.
Possiamo definire l’uomo come l’essere capace di porsi delle domande sulla propria esistenza. E’ capace cioè di riflettere sul proprio destino, sul senso della vita e della morte, di chiedersi cosa e dove sta la sua felicità.
Da dove vengo?. Ovvero quali possono essere le origini del mondo; chi ha pensato, voluto la vita. Viene dal caso o c’è un progetto che dirige l’esistenza dell’universo?
Chi sono io? Qual è il significato della vita e il motivo, lo scopo per cui viviamo? Quali sono i valori da seguire? Che cosa sono il bene, la felicità, la bontà e la bellezza?
Dove vado? Qual è il futuro di ognuno di noi? Nel mondo perché c’è il male e l’ingiustizia? Il dolore e la sofferenza che significato hanno?dopo la morte ci sarà una vita futura?
Questi grandi “perché” che l’uomo si pone sulla propria vita sono dei misteri,cioè dei problemi che lasciano intuire soluzioni profonde, che stanno oltre la semplice apparenza delle cose e che l’uomo sente di non poter raggiungere con le proprie forze. Lo sforzo di cercare delle risposte a queste domande ultime costituisce è la radice della religiosità insita dentro il cuore di ogni uomo, cioè la ricerca di dare un senso alla propria esistenza.
LA MERAVIGLIA
Queste domande fondamentali nascono dentro di noi da un senso di stupore di fronte alla vita.
Già gli antichi filosofi greci dicevano che le esperienze più profonde dell’uomo nascono dalla meraviglia. Di fronte a uno spettacolo imponente della natura, a un’alba o a un tramonto suggestivo ci chiediamo se tutto ciò è frutto del caso o invece è opera di un progetto intelligente. Anche in certi momenti particolarmente importanti della nostra vita ci chiediamo se la gioia profonda che percepiamo, o anche il pungente dolore che proviamo, siano delle sensazioni casuali e passeggere oppure nascondano un significato che è solo da scoprire. Insomma c’è sempre qualche momento della vita in cui le domande di senso si fanno più acute e ci chiamano in causa. Le risposte possono essere molteplici, anche quella di sottrarsi e di banalizzare il tutto. Tuttavia non le si può sfuggire per sempre. Chiederci il senso delle cose che viviamo è ciò che ci rende pienamente umani. La dimensione religiosa consiste nel prendere sul serio queste domande e cercare una risposta a partire da un principio superiore all’uomo stesso.
CHE COS’E’ LA DIMENSIONE RELIGIOSA
Tutti coloro che si riconoscono nella dimensione religiosa – anche se appartenenti a fedi o religioni differenti fra loro – hanno in comune i seguenti punti:
SCIENZA E FEDE
Come la religione anche la scienza cerca delle spiegazioni al mistero della vita. Rispetto al mondo della religione il sapere scientifico è regolato da leggi precise e inderogabili. Questo tuttavia non esclude che anche gli scienziati si trovino spesso di fronte a situazioni che la ragione non basta a spiegare. Gli scienziati riconoscono che nell’universo ci sia una dimensione di mistero, cioè un qualcosa di sconosciuto che crea un profondo interesse in chi ricerca.( vedi le Testimonianze ). Il mistero è qualcosa di inesprimibile ma che l’uomo arriva a concepire. Però non può essere risolto dalla conoscenza delle leggi che regolano l’universo: resta il problema di chi o che cosa faccia esistere l’universo con le sue proprietà. Proprio quelle stesse leggi che regolano l’universo rimandano a qualcosa di più grande di loro. Il mondo, la vita è mistero perché non ha in se stessa la risposta ultima del proprio essere. Quindi la percezione del mistero non è un limite che impoverisce la ragione umana, ma piuttosto è un’apertura che attraversa l’esperienza del limite, ma la supera mediante una conoscenza che trascende la realtà intelligibile e sensibile delle leggi naturale. E’ un “di più” e non un “di meno”.
La contrapposizione fra religione e scienza, considerata da molti come inevitabile a partire dal XVII sec. in poi (secolo in cui nasce il moderno metodo scientifico- sperimentale per opera di Newton e Galileo) in realtà non ha ragione di essere. Scienza e religione sono due ambiti di conoscenza diversi e che hanno competenze diverse. Possiamo sinteticamente dire che la scienza ci dice il “come” e la religione il “perché” o ancora che la religione e la scienza sono due mappe per orientarsi nella realtà, ma non offrono i medesimi tipi di orientamento. Le scienze offrono strumenti per analizzare e fare, la religione per essere, vivere e morire.
AGNOSTICISMO. ATESIMO. RELIGIOSITA’
Possiamo considerare i tentativi umani di rispondere alle grandi domande della vita come riconducibili ad alcuni atteggiamenti fondamentali:
IL MISTERO DELL’ORIGINE.
Da dove viene l’uomo? La fede nella creazione è alla base della religione ebraico-cristiana. Un’interpretazione letterale (e dunque scorretta!) della Bibbia farebbe pensare, a prima vista, a un universo formato in un intervallo di tempo assai ridotto e alla creazione immediata e completa delle specie viventi, soprattutto dell’uomo e della donna. Questo però fu contraddetto nel XIX sec da una serie di scoperte scientifiche inaugurate da Charles Darwing che dimostrarono come l’uomo, nella sua forma attuale, fosse l’esito di lunghi cambiamenti avvenuti in un arco di tempo lunghissimo. A partire dalla fine dell’ 800 cominciarono a contrapporsi due posizioni: il creazionismo e l’evoluzionismo. La prima propendeva per una interpretazione letterale del testo biblico disinteressandosi totalmente dei risultati scientifici, mentre la seconda seguiva il discorso evolutivo delle scienze naturali senza considerare gli elementi di compatibilità con una corretta interpretazione della Bibbia. In realtà La Bibbia non è affatto in contraddizione con le scoperte scientifiche. Difficoltà nel dialogo sono venute sia dalla scienza che dalla religione: non si può far dire alla scienza quello che non può dire sulle origini del mondo e dell’uomo, né si può far dire alla Bibbia ciò che non vuol dire sugli inizi del mondo e dell’uomo perché non rientra nel suo messaggio religioso. La vera alternativa non è dunque tra evoluzione e creazione, ma fra due diverse visioni del mondo in evoluzione: una voluta da Dio creatore, l’altra autosufficiente, capace di crearsi e trasformarsi da sé. Non c’è una contrapposizione fra lettura scientifica e rivelazione cristiana, ma fra una visione atea e materialista e una religiosa e aperta alla causa trascendente della realtà.
VOCABOLARIO:
TESTIMONIANZE:
PER RIFLETTERE….
Fonte: http://old.itismajo.it/religione/Classi%202/DISPENSA%20%201.docx
Sito web da visitare: http://old.itismajo.it/
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