- A chi si deve l’edizione tuttora scientificamente accreditata dei cosiddetti Frammenti dei presocratici?
- Hermann Diels e Walther Kranz
- Andronico di Rodi
- Diogene Laerzio
- Giorgio Colli e Mazzino Montinari
Tra le vie per dimostrare l’esistenza di Dio, Tommaso d’Aquino indica la cosiddetta prova “ex variis gradibus perfectionis” (o prova secondo la gradualità). Tale prova può essere definita in uno dei modi seguenti:
- prova a posteriori
- prova a contingentia mundi
- prova a priori
- prova ontologica
Nella prospettiva politica di Thomas Hobbes, lo Stato Leviatano è:
- una sorta di Dio mortale, a cui si deve pace e protezione
- come volpe e leone, perché unisce astuzia e violenza
- lo stato di natura, da cui i cittadini sono chiamati a liberarsi
- una condizione in cui vige la guerra di tutti contro tutti
- Nella Critica della ragion pura di Immanuel Kant, le pagine dedicate all’“Estetica trascendentale” si occupano:
- delle condizioni di possibilità delle nostre intuizioni empiriche
- dei principi fondamentali del giudizio di gusto
- di descrivere la nozione di “io penso”
- di conciliare il bello di natura e il bello artistico
In Agostino la concezione salvifica della grazia divina nasce da:
- una riflessione sulla Lettera ai Romani di San Paolo
- una riflessione sui fondamenti della natura e del cosmo
- una riflessione sulle dottrine neoplatoniche
- una riflessone sulle dottrine ecclesiologiche del vescovo Donato
Edmund Husserl è autore di un testo intitolato:
- La filosofia come scienza rigorosa
- Idee su una psicologia descrittiva e analitica
- Principi dell’aritmetica esposti con metodo nuovo
- I problemi fondamentali della fenomenologia
- Nella Nascita della tragedia dallo spirito della musica, Friedrich Nietzsche colloca la sintesi più elevata tra l’apollineo e il dionisiaco:
- nella tragedia attica
- nelle opere di Euripide
- nel mondo delle idee platonico
- nei culti orgiastici
La concezione aristotelica della realtà poggia sulla:
- contrapposizione tra sostanza e accidente
- contrapposizione tra soggetto e predicato
- contrapposizione tra analitica e dialettica
- contrapposizione tra anima vegetativa e sensitiva
Il cosiddetto “parricidio di Parmenide” è compiuto da:
- Platone in uno dei suoi celebri dialoghi
- Aristotele in uno dei testi che sono andati perduti
- Tommaso d’Aquino nella Summa Theologiae
- Zenone di Elea, nei frammenti che si sono conservati
Nel mito della caverna, esposto nella Repubblica di Platone, lo schiavo che si libera:
- deve abituarsi gradualmente a vedere la realtà fuori dalla caverna
- è cieco dalla nascita, perciò riconosce al tatto i profili degli oggetti
- uccide i suoi compagni di prigionia perché sono vittime dell’ignoranza
- muore quando giunge finalmente a respirare l’aria fuori dalla caverna
Secondo Karl Marx, l’economia è:
- la struttura fondamentale della storia e della realtà sociale
- la sovrastruttura che oscura il vero motore della storia
- l’oppio dei popoli
- la cattiva coscienza
- Nel saggio su L’origine dell’opera d’arte, Martin Heidegger:
- definisce l’essenza dell’arte come il porsi in opera della verità dell’ente
- proclama la “nostra ultima gratitudine verso l’arte”
- afferma che l'arte, quanto alla sua destinazione suprema, appartiene al passato
- denuncia la perdita dell’aura dell’opera d’arte
- Nel saggio su L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, Walter Benjamin:
- descrive le modificazioni contemporanee nell’esperienza dell’arte
- condanna l’arte come imitazione di imitazione
- articola una teoria del Kitsch
- articola una teoria del gioco
- Nella Fenomenologia dello spirito, G.W.F. Hegel descrive alcuni aspetti del movimento dialettico ricorrendo alla nozione di:
- Aufhebung
- Verwindung
- Überwindung
- Mimesis praxeos
- Nelle Lezioni di estetica di Hegel, il bello artistico è individuato come:
- il tema fondamentale della sua estetica
- una copia degradata del bello di natura
- una copia degradata del mondo delle idee
- il tema fondamentale della sua filosofia della storia
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Classe A036 - Filosofia, Psicologia e Scienze dell'Educazione
Nella filosofia di Paul Ricoeur, i maestri del sospetto sono:
- Karl Marx, Friedrich Nietzsche, Sigmund Freud
- Ludwig Feuerbach, Karl Marx, Friedrich Engels
- gli esponenti dello scetticismo ellenistico
- David Hume e George Berkeley
- Il testo Risposta alla domanda: che cos’è l’illuminismo? è stato scritto da:
- Kant
- Adorno e Horkheimer
- Diderot e d’Alembert
- Montesquieu
- L’autore delle Ricerche filosofiche è:
- Wittgenstein
- Husserl
- Heidegger
- Hegel
- Nel Saggio sull’intelletto umano, John Locke argomenta:
- che tutte le idee e tutto il sapere sono acquisiti attraverso l’esperienza
- che tutte le idee e tutto il sapere sono innati
- che l’io penso deve poter accompagnare tutte le nostre rappresentazioni
- che l’esistenza di Dio è dimostrabile attraverso l’argomento ontologico
La paternità della nota affermazione secondo cui la conoscenza vera è conoscenza attraverso le cause è attribuibile a:
- Aristotele
- Sesto Empirico
- la scuola sofistica
- la scuola di Francoforte
Il tratto caratteristico della pedagogia del periodo dell’Umanesimo è che l’educazione deve mirare a:
- formare l’uomo completo: corpo e anima, senso e ragione, intelletto e carattere
- trasmettere agli educandi i corretti comportamenti da assumere in ogni momento del giorno e della notte
- trasmettere con esattezza il codice cavalleresco in modo tale che gli educandi possano apprendere le “Sette perfezioni del cavaliere”
- formare i giovani alla conoscenza di ciò che appariva accettabile della cultura classica, adeguando però opportunamente il significato dei testi letterari e filosofici
Il candidato legga il seguente brano:
«La principale modificazione sugli arredamenti scolastici è l’abolizione dei banchi: ho fatto costruire dei tavolini a gambe solidamente impiantate e larghe (prismi ottaedrici) in modo che non fossero soggetti a tremolio, ma “leggerissimi” così che due piccoli bambini di quattro anni potessero facilmente trasportarli – tavoli rettangolari ai quali, dal lato più lungo, possono assidersi comodamente due bambini e un po’ ristretti, anche tre. Inoltre ho fatto fabbricare delle seggioline da prima impagliate, ma poi (l’esperienza ne ha dimostrato l’eccessivo consumo) tutte di legno, leggere, e possibilmente costruite con eleganza […] Fa parte dell’arredamento un lavabo molto basso in modo che il piano sia accessibile a un bambino di tre o quattro anni d’età. Le credenze sono basse ma molto lunghe, sì da comprendere un notevole numero di sportelli, la serratura è a portata di mano dei bambini, sì che essi possano aprire e chiudere e disporre oggetti dentro ai reparti. I tavoli e le sedioline leggere e
trasportabili permetteranno al bambino di scegliere la posizione più gradita; egli potrà accomodarsi anziché sedersi al posto: e ciò sarà insieme un segno esterno di libertà e un mezzo di educazione».
Il brano è significativo in quanto, parlando dell’arredamento di una scuola rimanda al metodo pedagogico utilizzato. A giudizio del candidato il brano è tratto dall’opera:
- Il metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione infantile (1909) di Maria Montessori
- L’obbedienza non è più una virtù (1965) di don Lorenzo Milani
- La scuola elementare rinnovata secondo il metodo sperimentale (1914) di Giuseppina Pizzigoni
- Un esperimento di scuola attiva (1954) di Ernesto Codignola
Il candidato indichi quale delle seguenti affermazioni è corretta:
- i giardini d’infanzia ipotizzati da Froebel dovevano essere luoghi dove i bambini potevano stare insieme, con spazi attrezzati per il gioco e il lavoro infantile, per le attività di gruppo, come il canto, organizzati da una maestra giardiniera in grado di guidare le attività senza una forma organica e programmata
- i giardini d’infanzia ipotizzati da Comenio dovevano essere luoghi dove i bambini potevano giocare, con aiuole e spazi verdi, in modo da stimolare le più diverse attività dei bambini, sotto la guida dell’educatore. Il giardino era l’ambiente idoneo per alimentare lo sviluppo dello spirito infantile
- i giardini d’infanzia ipotizzati da Rousseau dovevano essere luoghi dove i bambini potevano osservare la tavolozza delle stagioni, pertanto erano luoghi metaforici (in quanto i bambini erano come fiori da coltivare), ma anche luoghi reali in quanto gli asili si dovevano aprire su un portico o un’area verde
- i giardini d’infanzia ipotizzati da Pestalozzi dovevano essere luoghi dove le madri potevano trovare buone condizioni igieniche e opportuni stimoli pedagogici al fine di essere istruite nel delicato e impegnativo compito dell’educazione dei figli
Lo studioso francese Émile Durkheim è uno dei padri fondatori della sociologia, ha fondato la prima rivista dedicata alle scienze sociali: l’“Année Sociologique” e ha applicato la sociologia all’educazione. Secondo Durkheim:
- a scuola s’impara quotidianamente cosa è bene e cosa è male, cosa va fatto e cosa no; si sviluppa una forma di “controllo interno” che rende meno importanti le forme di controllo esterno
- a scuola s’impara il patrimonio di sapere accumulato e ritenuto importante dalla società: conoscenze umanistiche (letteratura, storia, geografia, studi sociali) e scientifiche (matematica, fisica, chimica) ritenute indispensabili per vivere in una determinata società di un determinato periodo storico
- a scuola s’impara un’attitudine a considerare l’apprendimento come un bene sociale per il soggetto, nel senso che si comprende che una persona istruita è più autonoma, critica e capace d’inserirsi nella società
- a scuola s’impara che l’organizzazione del sistema scolastico è regolata da una serie di norme (leggi, decreti, ordinanze, circolari) che costituiscono il complesso della così detta legislazione scolastica e che assicurano il funzionamento delle scuole di uno Stato
Il candidato legga il seguente brano:
«Cosa si può fare, e in che modo, per portare la scuola in rapporto più stretto con la vita della casa e del vicinato, invece di avere nella scuola un luogo dove il ragazzo si reca soltanto per imparare certe lezioni? Che cosa si può fare per abbattere le barriere che son venute a separare la vita scolastica del bambino dal resto della sua vita quotidiana?»
A giudizio del candidato e in base alle letture fatte, il brano è tratto da:
- un’opera di John Dewey del 1900
- un’opera di Jerome Bruner del 1981
- un’opera di Aldo Visalberghi del 1967
- un’opera di Maria Montessori del 1946
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Partendo dall’osservazione di ciò che vedeva intorno a sé, un insegnante originario della Boemia, Giovanni Comenio (1592-1670), iniziò nei primi decenni del Seicento a riflettere sull’importanza della scuola e dell’educazione. Una sua intuizione molto significativa per lo sviluppo del pensiero pedagogico moderno fu quella di:
- affermare la necessità di istituire almeno una scuola di primo grado unica, comune ai bambini di tutte le classi sociali, maschi e femmine, perché chiunque viene messo al mondo ha diritto di essere attore non solo spettatore
- affermare la necessità di conoscere gli autori classici e di far apprendere a tutti il latino e il greco rinunciando alla grammatica e privilegiando il metodo della lettura e della conversazione, come se fossero lingue vive
- affermare la necessità di stabilire un decalogo di precisi doveri dei genitori nei confronti dei figli, fra cui il dovere di attribuire un nome decoroso e insegnare le buone arti, in modo che l’educazione potesse iniziare dall’ambiente domestico
- affermare la necessità di registrare ordinatamente i risultati delle esperienze d’insegnamento condotte, costruendo delle tavole che consentissero di raccogliere le osservazioni in modo sistematico
Il medico psicologo e pedagogista Edouard Claparède nel 1904, durante lo svolgimento di un seminario che teneva per le maestre delle classi speciali, ebbe l’idea di:
- fondare un centro di ricerca e di formazione, che poi aprì ufficialmente a Ginevra nel 1912, chiamandolo Institut Jean Jacques Rousseau, che divenne in poco tempo uno dei maggiori centri di ricerca e sperimentazione nel settore della psicologia, della pedagogia e della formazione degli insegnanti
- fondare un istituto di rieducazione per bambini con problemi di linguaggio, che poi aprì ufficialmente vicino a Bruxelles nel 1907, chiamandolo École de l’Hermitage, che divenne in poco tempo un istituto sperimentale dove tutte le potenzialità dei bambini erano valorizzate
- fondare un Laboratorio di psicologia sperimentale, che poi aprì ufficialmente a Parigi nel 1905, chiamandolo Societé pour l’étude psycologique de l’enfant, che divenne in poco tempo un luogo di ricerca dove si iniziarono a condurre studi sull’intelligenza degli alunni delle scuole elementari parigine
- fondare una scuola elementare annessa all’Università di Parigi, che poi aprì ufficialmente nel 1910, chiamandola École John Dewey, dove gli allievi non avevano l’obbligo di stare seduti per ore ad ascoltare l’insegnante ma potevano muoversi in autonomia e svolgere molte attività anche pratiche
Il trattato Il Cortigiano (pubblicato da Baldassar Castiglione nel 1528) contiene un messaggio pedagogico significativo per la sua epoca:
- per gli uomini nobili è necessario un lungo apprendistato per vivere al meglio la vita presso le corti e per rispondere a ciò che essa richiede: doti fisiche e morali, cultura e fascino, saggezza e capacità di riconoscere il bello
- per gli uomini nobili è necessario un lungo apprendistato per conoscere gli aspetti formali del comportamento e le regole della buona società, relative a comportamenti e atteggiamenti sia per vivere nelle corti che nelle città
- per gli uomini nobili è necessario un lungo apprendistato per imparare tutte le arti militari e l’uso delle armi e, solo quando entrano a far parte di una corte, è opportuno che inizino a occuparsi di educazione classica e letteraria
- per gli uomini nobili è necessario un lungo apprendistato per imparare a gestire i tanti collaboratori (soldati, capitani, mercenari) nelle imprese guerresche e militari, per i quali essi dovevano rappresentare i primi esempi di moralità e saggezza
Nella visione pedagogica del filosofo/pedagogista John Dewey:
- la scuola doveva essere considerata non come preparazione alla vita, ma come vita essa stessa, un luogo dove il processo educativo si doveva sviluppare sul fondamento dinamico dell’interesse, inteso come molla per ogni impegno vero, con un continuo interscambio fra la fase conoscitiva e quella pratica
- la scuola doveva essere considerata il luogo dove il maestro e l’allievo potevano lavorare insieme per raggiungere la verità, in modo che l’educazione fosse realmente un divenire dello spirito; non si potevano fissare in anticipo le fasi dell’insegnamento né prescrivere dei metodi: il metodo era il maestro stesso
- la scuola doveva essere considerata un luogo improntato alla massima libertà e alla libera iniziativa degli allievi, non ci dovevano essere proibizioni né programmazioni; gli allievi dovevano acquisire in modo autonomo il senso della vita e della libertà, attraverso esperienze di giochi, iniziative individuali, colloqui
- la scuola doveva essere considerata il luogo ideale per la formazione delle classi sociali subalterne, dove allievi e genitori potessero trovare consigli pratici per far fronte alle trasformazioni rapidissime che la società dell'epoca proponeva
Secondo il sociologo Edgar Morin:
- la scuola non dovrebbe fornire troppe nozioni, al punto di riempire le teste degli allievi, ma fornire un’attitudine a trattare i problemi, collegare i saperi, dare loro un senso
- l’aumento progressivo del tasso di scolarizzazione rende la società nel suo complesso più efficiente e produttiva e l’importanza attribuita alla scuola si è concretizzata in una serie di cambiamenti progressivi che hanno attraversato il Novecento
- la scuola è il canale privilegiato per la scolarizzazione secondaria, cioè per garantire l’insieme di relazioni sociali che il ragazzo ha con altre istituzioni oltre la famiglia
- la scuola è solo uno dei canali per l’apprendimento, gli altri, definiti scuola parallela, sono: televisione, stampa, internet, social network, esperienza quotidiana
Gli scritti pedagogici di Tommaso D’Aquino sono l’undicesima Quaestio intitolata De Magistro e un articolo della Summa Theologiae (I, CXVII, 1); in essi è affrontato il tema dei rapporti fra educatore e educando. Nella concezione pedagogica di Tommaso:
- il ruolo del maestro è fondamentale perché propone gli strumenti e gli aiuti di cui l’intelletto dell’allievo ha bisogno
- il ruolo del maestro è fondamentale perché deve ammonire e stimolare l’allievo a fare esperienza diretta della realtà
- il ruolo del maestro è fondamentale per sviluppare le tante attitudini dell’allievo, in particolare la sua capacità di giudizio e il senso dell’armonia
- il ruolo del maestro è fondamentale in quanto egli, conoscendo il latino e il greco, consentiva all’allievo di leggere i testi antichi nella loro stesura originale
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Il candidato legga il seguente brano, nel quale si parla dell’educazione nell’età dell’adolescenza, un’età nella quale l’educatore deve mettere il ragazzo in condizione di fare esperienza degli altri, un compito difficile e delicato per il quale possono servire la storia, le biografie, le narrazioni:
«Ai segni manifesti di un umore che cambia si uniscono sensibili cambiamenti di aspetto. La sua fisionomia si sviluppa assumendo l’impronta di un carattere: la tenera e rada lanugine che ricopriva le guance diventa più scura e prende consistenza. La voce cambia anzi si perde: non essendo più un bambino e non essendo ancora un uomo, egli non riesce a prendere il tono di nessuno dei due. Gli occhi, questi organi dell’animo che finora non hanno mai parlato, trovano un linguaggio e un’espressione; un fuoco nascente li anima, i loro sguardi più vivi conservano ancora una pia innocenza, ma non hanno più l’ingenuità primitiva. […] È a questo punto che avviene la seconda nascita: adesso l’uomo nasce davvero alla vita e nulla di umano gli è estraneo».
Da quale opera è tratto il brano?
- Dal Libro Quarto dell’Emilio di Jean Jacques Rousseau
- Dal Libro Primo di Il Saggiatore di Galileo Galilei
- Dal Capitolo Secondo di Pensieri sull’educazione di John Locke
- Dal Capitolo Terzo della Didactica Magna di Giovanni Comenio
Il filosofo inglese John Locke, nell’opera Pensieri sull’educazione, si rivolgeva in particolare ai figli dei borghesi (gentlemen) e degli uomini d’affari del suo tempo; riteneva che ci si educa e dunque si diventa migliori non attraverso l’incorporazione mnemonica di nozioni ma attraverso un processo di assimilazione interiore della coscienza. Secondo Locke, la formazione avviene stando a contatto con l’esterno e con l’esperienza; l’esperienza poi deve essere interiorizzata, deve consentire lo sviluppo delle capacità del singolo e l’acquisizione di idee per poi esteriorizzarsi nel rapporto con gli altri. Nella prospettiva pedagogica di Locke, il modello ideale di educazione prevedeva che:
- il ragazzo dovesse avere un precettore privato, che poteva garantire una migliore formazione morale, sapeva tenere nella giusta considerazione il temperamento dell’allievo ed era in grado di modulare il programma di studio alle sue esigenze
- il ragazzo dovesse studiare in una scuola suddivisa in quattro gradi successivi: scuola materna, scuola di lingua nazionale, scuola del latino, Accademia, in modo da sviluppare gradualmente e bene tutte le sue potenzialità
- il ragazzo dovesse seguire un curriculum di studi nel quale era attribuita molta importanza alla composizione scritta (di solito in latino, talvolta in greco) e alla declamazione di passi di autori classici (o scritti dal ragazzo stesso) di fronte alla classe o davanti a un pubblico
- il ragazzo dovesse avere, dai sette ai quindici anni, una cultura di tipo enciclopedico in grado di spaziare nei diversi campi del sapere e con un’attenzione particolare per le innovazioni tecnologiche e le scoperte scientifiche
Secondo gli studi dei sociologi il tasso di scolarità è:
- la percentuale di individui che frequentano regolarmente la scuola nella fascia di età prevista
- la percentuale di individui alfabetizzati
- la percentuale di studenti che supera l’esame finale di un ciclo di studi nella fascia di età di riferimento
- la percentuale di individui che hanno raggiunto la laurea triennale universitaria
Nel 2000 fu sottoscritto da tutti gli Stati membri dell’Unione Europea un importante documento sull’educazione, il Documento di Lisbona, che fissava una serie di obiettivi per gli anni a venire per tutti gli Stati. Quale dei seguenti è uno di questi obiettivi?
- Portare entro il 2010 il tasso di scolarizzazione secondaria almeno all’85%
- Estendere entro il 2020 le tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni (TIC) almeno all’80% delle scuole secondarie di secondo grado europee
- Riconoscere entro il 2020 agli allievi delle minoranze etniche e linguistiche presenti nelle scuole europee la possibilità di preservare le loro tradizioni, la lingua, la cultura
- Assumere entro il 2015 in tutte le scuole europee una prospettiva sistemica in base alla quale l’handicap degli studenti possa rappresentare per tutti occasione di conoscenza e di agire sociale
Secondo Lewin i conflitti sono classificabili in:
- conflitti di avvicinamento; di allontanamento; di avvicinamento e allontanamento
- conflitti a valenza positiva, valenza negativa o valenza alternata
- conflitti interindividuali e intraindividuali
- conflitti consci, preconsci e subconsci
Il processo di categorizzazione o formazione dei concetti comprende due momenti:
- astrazione e generalizzazione
- immaginazione e focalizzazione
- immaginazione e defocalizzazione
- astrazione e rigenerazione
Gli stili di attaccamento possono rappresentare:
- indicatori precoci delle modalità di apprendimento in quanto orientano la formazione dei concetti di sé e dell’altro
- indicatori tardivi delle modalità di apprendimento in quanto orientano la formazione dei concetti di sé e dell’altro
- indicatori interferenti delle modalità di apprendimento nella formazione dei concetti di sé e dell’altro
- indicatori alternanti delle modalità di apprendimento nella formazione dei concetti di sé e dell’altro
Tra le varie tipologie di apprendimento si annovera:
- l’apprendimento per esposizione ad un modello
- l’apprendimento per esaltazione di un modello
- l’apprendimento per sottrazione ad un modello
- l’apprendimento per conversione ad un modello
Secondo la teoria di Piaget lo sviluppo cognitivo passa attraverso diversi stadi. Quale tra le seguenti corrisponde alla sequenza corretta?
- Stadio Senso-motorio, Pre-operazionale, Operazionale, Formale
- Stadio formale, Operazionale, Pre-operazionale,Senso-motorio
- Stadio Operazionale, Formale, Senso-motorio, Pre-operazionale
- Stadio Senso-motorio, Pre-operazionale, Formale, Operazionale
Il gruppo di controllo è previsto:
- nell’ambito del metodo sperimentale
- nell’ambito dei metodi computerizzati
- nell’ambito del metodo correlazionale
- in ogni caso
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- Quale processo cognitivo elabora informazioni attraverso le tre modalità: codifica, ritenzione e recupero?
- Memoria
- Percezione
- Apprendimento
- Pensiero
Come variabile indipendente si intende:
- la variabile manipolata dallo sperimentatore
- un aspetto evidente del comportamento
- una variabile esterna non correlata
- un fattore ignoto ricorrente
La fissità funzionale del pensiero secondo Duncker:
- ostacola il processo di soluzione dei problemi
- è indipendente dalla soluzione di un problema
- facilita il processo di soluzione dei problemi
- è un atteggiamento polifunzionale
Quale modello teorico ha proposto una serie di “leggi di organizzazione percettiva”?
- Gestalt
- Cognitivismo
- New Look
- Comportamentismo
Secondo la teoria monofattoriale di Spearman, l’intelligenza è data in particolare:
- da un fattore generale detto fattore g
- da numerose abilità che l’individuo possiede
- da un fattore preponderante che si riferisce all’intelligenza emotiva
- dal quoziente di intelligenza
Secondo Maslow la motivazione sarebbe ipotizzata come:
- un’organizzazione gerarchica di bisogni
- una parità di bisogni
- una dominanza dei bisogni fisiologici
- un peso rilevante all’attaccamento
Il New Look era una corrente che spiegava l’atto percettivo:
- come un processo basato sulle motivazioni
- come il frutto della tendenza alla regolarità
- come il risultato di operazioni di reti neurali
- come un processo complesso basato sugli schemi mentali
Secondo la teoria multiprocesso la memoria è articolata in:
- memoria sensoriale, a breve e a lungo termine
- memoria di lavoro, a breve e a lungo termine
- memoria iconica, sensoriale e a lungo termine
- memoria di lavoro, semantica e a lungo termine
Che cosa è l’attenzione?
- Un processo di selezione e messa a fuoco delle percezioni
- Uno sforzo di volontà
- Un impegno involontario
- Un processo di intersezione e ritenzione delle percezioni
QUALE SOLUZIONE PER ROMA CAPITALE?
Il problema dell’individuazione di un governo per Roma, capitale della Repubblica, si mostra di grande complessità. La lentezza burocratica generata dalla serie di passaggi fra le diverse amministrazioni che operano allo stato attuale sulla capitale impone la nascita di un organismo in grado di snellire e facilitare la programmazione e la gestione del
5 territorio. La creazione della nuova cellula amministrativa dovrebbe permettere la veloce realizzazione delle numerose opere necessarie alla sopravvivenza sia dello Stato sia della città, eliminando parte di quelle pastoie che attualmente bloccano lo sviluppo urbano. A tal fine, l’istituzione di un distretto federale implicherebbe la trasformazione del paese nel senso di uno Stato federale, mentre la creazione di un distretto nazionale, o della capitale
10 (o con altre terminologie), o della XXI regione, potrebbe essere applicata a Roma senza dover giungere a una struttura statale federale, anche se risulterebbe sempre necessaria una revisione costituzionale.
L’esperienza straniera, nella sua ampiezza e differenziazione, non permette l’individuazione di una tipologia di risposta in grado di risolvere il problema nella sua
15 totalità. Nel contesto internazionale, qualora si analizzasse il fenomeno attraverso l’esclusivo parametro dell’ampiezza territoriale, l’organismo di governo per la capitale (nei paesi che hanno optato per un governo peculiare per la capitale), si rinviene una oscillazione fra aree di estrema grandezza – Pechino (16.808 km2), Kinshasa (9965 km2), Abuja (7315 km2) e Brasilia (5794 km2) – e realtà di minore estensione – come Phnom
20 Penh, Copenaghen, Bangui e Banjul, tutte entro i 90 km2. Pur tuttavia, all’interno di
questa ampia forbice, si nota una maggior concentrazione di paesi attorno a grandezze dell’ordine di qualche centinaio di km2 fino a poco più di 1000 km2.
Il solo comune di Roma, con i suoi 1285 km2, ben rientrerebbe nei valori medi individuati all’estero, rappresenterebbe una forte concentrazione socio-economica e costituirebbe il
25 luogo della rappresentanza nazionale e internazionale. La valutazione della densità del comune romano, rilevando un valore di 2061 ab./km2, mostra una concentrazione urbana ancora abbastanza contenuta. Gli enormi spazi ancora «vuoti» presenti sul territorio della capitale indicano la possibilità di una crescita urbanistica anche all’interno della singola cellula amministrativa.
30 È pur vero, comunque, che i fenomeni legati alla capitalità (ovvero al riconosciuto diritto di una città ad essere capitale e al conseguente speciale regime giuridico attribuibile ai suoi enti di governo) non sono completamente racchiudibili all’interno del gigantesco comune (soprattutto in vista di un decentramento diffusivo), ma investono anche i comuni della prima cintura, più intensamente collegati al punto di forza centrale. I comuni più
35 esterni dell’area romana, invece, e in special modo quelli più periferici settentrionali e orientali, sono scarsamente collegati con Roma (se non per una differenziata dipendenza pendolare per motivi di studio e di lavoro), e non rientrano neppure in un discorso reticolare variamente interconnesso. Nell’area romana, comunque, a differenza di molti altri sistemi urbani italiani e stranieri, sono scarsi i legami reticolari fra i centri, a
40 eccezione delle relazioni ormai non più esclusivamente unidirezionali che si vanno intessendo fra alcune cittadine della prima corona e la capitale. Gli insediamenti del versante settentrionale dei Colli Albani, l’area meridionale con forza attrattiva su base industriale e del terziario avanzato di Pomezia, l’allineamento Monterotondo, Mentana, Guidonia Montecelio e Tivoli sono, in fondo, i soli nodi «limitrofi» di una rete urbana
45 che cerca ogni giorno di più di sviluppare una forma non più gravitativa su base monocentrica e mononucleare ma, al contrario, policentrica e polinucleare. Per tale via si potrebbe includere, all’interno della nuova cellula per la capitale, ritenuta necessaria, questo piccolo insieme di comuni (già indicato come area metropolitana da Paratore e altri, 1995), individuando un’area decisamente più ristretta rispetto all’intera provincia di
50 Roma.
La città-regione recentemente proposta da Merloni (1996), invece coincidente con l’attuale provincia, interessando un’area complessiva di 5352 km2 con una densità di
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popolazione di appena 706 ab./km2, vorrebbe includere all’interno dell’area della capitale anche centri estremamente periferici e decisamente esclusi dalla vita della capitale. Da un
55 punto di vista geografico la locuzione di città-regione richiama alla mente quanto scrivevano ormai trent’anni addietro Cesare Saibene e Giacomo Corna Pellegrini (1967), i quali individuavano in questa espressione (in cui la regione non è un organismo amministrativo bensì geografico) la diffusione del fenomeno urbano in una realtà regionale già dotata di propria caratterizzazione urbana e da questa differenziavano la
60 regione-città. Al contrario di quanto definito dai due geografi, in questo caso la città- regione non rappresenterebbe un territorio sul quale la capitale espande la sua capitalità (in quanto vaste aree rurali sono quasi incapaci di rispondere alla diffusione urbana) ma, piuttosto, una nuova espressione amministrativa con scarsa rispondenza sul territorio.
Si ritiene, quindi, che la soluzione migliore risieda nella trasformazione dell’area
65 metropolitana romana (di ampiezza ristretta) in regione, lasciando il resto della provincia romana all’interno della regione Lazio. Le ipotesi possibili, visto il poliedrico dibattito scientifico e politico, non riescono a rispondere contestualmente a tutte le esigenze, ma l’esigenza pratica della gestione della capitale impone una scelta decisa e oculata. Il rischio che si corre nel rimanere nell’immobilismo, come è avvenuto già altre volte, è che
70 si finisca per perdere tempo ed energie in polemiche piuttosto che affrontare un serio governo del territorio.
[Tratto da Flavia Cristaldi - Emanuele Paratore, Roma: da area metropolitana a XXI regione italiana? Capitali a confronto, in «Bollettino della Società
geografica italiana», serie XI, vol. IX, 2000, pp. 69-92, pp. 87-89].
Dopo aver letto il testo, risponda alle seguenti domande.
- A quale esigenza intende dare il proprio contributo il testo?
- All’identificazione di una nuova forma di governo specifica per l’area di Roma capitale
- Alla non più rinviabile soppressione della provincia di Roma, nel quadro della semplificazione del sistema amministrativo nazionale
- All’individuazione dei nuovi confini circoscrizionali della capitale
- Alla soluzione del contenzioso amministrativo in atto fra il comune di Roma e la regione Lazio
Qual è il problema che, a giudizio degli autori, impedisce attualmente la gestione ottimale e il corretto sviluppo del territorio capitolino?
- La lentezza della burocrazia
- La scarsa diffusione di una corretta cultura di governo
- La mancanza di infrastrutture efficienti
- La presenza degli Organi centrali dello Stato
Secondo gli autori tanto l’istituzione di un distretto federale quanto quella di un distretto nazionale richiederebbero:
- una revisione costituzionale
- l’approvazione ufficiale del Parlamento europeo
- la trasformazione dell’Italia in Stato federale
- la creazione della ventunesima regione italiana
Tra quelle prese in considerazione, qual è la capitale estera con il più ampio territorio ad essa direttamente soggetto?
- Pechino
- Brasilia
- Copenaghen
- Kinshasa
Nel testo, la parola forbice (riga 21) ha il significato di
- differenza
- apertura
- scomposizione
- densità
Rispetto ai territori delle altre capitali prese in esame, il dato relativo all’estensione del comune di Roma rappresenta un valore:
- medio
- grande
- piccolo
- piccolissimo
Secondo gli autori, il valore della densità di popolazione del comune di Roma indica:
- una concentrazione urbana ancora abbastanza limitata
- una completa saturazione edilizia della superficie comunale
- un equilibrio ottimale fra territorio edificato e parchi pubblici
- la necessità di ampliare numero e superficie delle aree verdi
- Nel testo, con l’espressione cittadine della prima corona (riga 41) ci si riferisce a:
- le località di una certa importanza situate nelle immediate vicinanze di Roma
- i quartieri periferici della capitale, di antica urbanizzazione
- i comuni piuttosto remoti, ma comunque direttamente connessi al sistema capitolino di trasporti
- il complesso delle località anticamente soggette al comune di Roma
Gli autori respingono la proposta avanzata dal geografo Merloni perché ai loro occhi ha il difetto di:
- considerare una porzione di territorio troppo vasta, comprendente località periferiche e sostanzialmente estranee a Roma
- considerare una porzione di territorio troppo ristretta, escludendo località limitrofe a Roma o addirittura da essa inglobate
- considerare solo le zone più urbanizzate, non tenendo alcun conto delle aree rurali
- considerare anche zone esterne alla provincia romana, purché laziali e con profondi legami con la capitale
Tra quelle vagliate, la soluzione che gli autori giudicano migliore per gestire il problema di Roma capitale consiste nella trasformazione:
- dell’area metropolitana romana in una nuova regione
- di tutta l’attuale provincia di Roma nella ventunesima regione italiana
- dell’intero comune di Roma in area metropolitana
- di tutta la provincia di Roma in area metropolitana
In tutti i quesiti proposti la soluzione è la risposta alla lettera A) o con il numero 1)