I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
Anno Accademico 2014/2015
A) 1953
B) 1937
C) 1899
D) 1982
reparacije?
A) 1945 – 1947
B) 1945 – 1954
C) 1944 – 1949
D) 1945 – 1948
Delphinium
Se parliamo di Delphinium con un discreto conoscitore di fiori o con un fiorista, entrambi penseranno subito che alludiamo ai Delphinium annuali. In buona parte d’Italia, soprattutto centrale e meridionale, i coltivatori di Delphinium perenni si possono contare sulle dita. Sbirciando qua e là tra le cancellate si può vedere al massimo qualche ciuffo di
5 Delphinium annuale. È una constatazione dolorosa, se si pensa che il Delphinium è certamente tra i fiori più belli su cui può contare un giardino. Ed ecco come un inglese, con un linguaggio esemplarmente contenuto, ma concreto, ne elenca le virtù: «I colori base dei Delphinium sono tranquilli, non troppo accesi ma ugualmente ricchi di sostanza. Sono colori non vistosi che soddisfano senza stuccare mai». È Ronald Parrett, l’autore di
10 un’ottima guida alla cultura di questa pianta (Delphinium, Penguin Books, Londra 1961), consigliabile a chi voglia addottorarsi in materia. Perché mai dunque gli italiani non coltivano più frequentemente i Delphinium? È vero che non tutte le zone d’Italia si prestano bene alla cultura di questo fiore. «Le estati calde e secche sono un anatema per i Delphinium giganti», scrivono Lemmon & Sherman (Flowers of the World, Hutchinson,
15 Londra 1965) e molte parti del nostro paese hanno estati caldissime e siccitose. Le regioni più adatte sono quelle umide e ventilate, e oltre che in Inghilterra, i Delphinium più belli si trovano in America sulle coste settentrionali del Pacifico e in quella terra meravigliosa che è il New England, a Nord di Boston, sulle coste atlantiche. Eppure, a dispetto di quanto è detto sopra, ho voluto fare un esperimento, sia pure rischioso. Ho seminato a
20 primavera i Delphinium, procurandomi i semi all’estero, in modo da poter contare su varietà sane e vigorose; li ho trapiantati dai vasetti di torba, in cui li avevo ripicchettati, in vasi di cm 15 e poi cm 20, e infine in bidoncini alti cm 45 e larghi cm 30, passati all’interno con due mani di asfalto a freddo e ben fognati. Da questi Delphinium ho ottenuto perfino tre fioriture con spighe, se non delle dimensioni di quelle raggiunte in
25 zone più confacenti, niente affatto da disprezzare e ammirate da tutti. E questo in un’estate in cui si sono raggiunti i 42° all’ombra. Se dunque i Delphinium hanno dato risultati buoni in simili condizioni, quanti giardini spogli, condannati alla Salvia Splendens e alla Canna indica, non potrebbero invece essere stipati di Delphinium, con vantaggio di tutti? Il Delphinium, tuttavia, è pianta che ha bisogno di attenzioni: non si
30 può mettere in terra e pretendere che cresca come la gramigna. Se tuttavia il terreno del giardino sarà stato ben lavorato e ben concimato all’inizio, non saranno necessarie concimature supplementari e resterà solo da pensare alle annaffiature e diserbature e a rincalzare le piante un paio di volte all’anno con foglie. Importante è la scelta delle varietà che si vogliono coltivare; e ne è difficile la distribuzione, se si vuole ottenere, tra
35 varietà più precoci e più tardive, il massimo di fioritura; e ancor più difficile è una poetica contrapposizione dei colori. Tra l’altro i Delphinium possono servire, come consiglia giustamente il Parrett, a far da intermediari tra macchie di colori discordanti tra loro, e questa funzione nel giardino non è affatto da trascurare. Il genere comprende circa 400, secondo altri 250 e altri ancora 300, specie diffuse nelle regioni temperate dell’Asia,
40 dell’Europa e del Nordamerica, con qualche outsider nelle regioni tropicali dell’Africa e del Sudamerica. L’habitat di queste piante, provengano esse dai Balcani o dall’Etiopia, dalla Siberia o dall’America occidentale, dall’Asia Minore o dall’Abissinia, sono le vallate ombrose e le pendici dei monti. Perciò è comprensibile che vogliano un clima fresco; ma, in seguito dei mutamenti subiti nel corso dell’ultimo secolo e mezzo,
45 probabilmente anche le esigenze dei Delphinium si sono modificate: come ho potuto personalmente sperimentare.
Purtroppo per quel che riguarda la coltivazione del Delphinium in Italia ci troviamo di fronte a notevoli difficoltà, perché non si trovano sul nostro mercato le talee radicate che vengono vendute in Inghilterra e in America tra l’aprile e il giugno. Gli
50 inglesi usano anche acquistare piante di un anno da settembre a novembre, ricavate anche queste da talee primaverili, che vengono piantate subito dopo la consegna. Ma siamo in un’altra civiltà. A noi basta sapere che quest’epoca, settembre-novembre, è la migliore per effettuare i trapianti. Le piante adulte (ma non le talee radicate) soffrono sempre per il trapianto, e non conviene dunque effettuare tale operazione a primavera con la fioritura
55 vicina. Questo ragionamento è tanto più valido nelle zone dove il clima è più mite e le piante entrano in riposo molto più tardi che in Inghilterra e in Germania. È molto importante per la buona riuscita dei Delphinium scegliere l’esposizione, che in Italia conviene sia di mezz’ombra: si consiglia il sole nelle zone alpine e dove il clima offre estati non troppo cocenti. È utile poi preparare bene il terreno, possibilmente tre mesi
60 prima dell’impianto, per far sì che si assesti: è necessario che le piante si ancorino saldamente e che vi sia uno stretto contatto tra il suolo e le radici, e un’umidità costante.
[Tratto da Fiori e giardino, a cura di Ippolito Pizzetti, Milano, Garzanti, 2007, pp. 258-260]
In tutti i quesiti proposti la soluzione è la prima risposta
Fonte: https://tfa.cineca.it/compiti/ A....pdf
Sito web da visitare: https://tfa.cineca.it/
Autore del testo: Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
Il testo è di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente i loro testi per finalità illustrative e didattiche. Se siete gli autori del testo e siete interessati a richiedere la rimozione del testo o l'inserimento di altre informazioni inviateci un e-mail dopo le opportune verifiche soddisferemo la vostra richiesta nel più breve tempo possibile.
I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano!" Isaac Newton. Essendo impossibile tenere a mente l'enorme quantità di informazioni, l'importante è sapere dove ritrovare l'informazione quando questa serve. U. Eco
www.riassuntini.com dove ritrovare l'informazione quando questa serve