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Significato di Imposte
Somme che lo Stato (nella sua funzione fiscale) esige dai cittadini per sostenere le spese necessarie ad assolvere i suoi compiti. Le imposte, sono un tributo dovuto senza corrispettivo diretto in quanto destinato in generale all’assolvimento da parte dell’autorità pubblica dei suoi compiti. Le tasse, invece, sono somme che i cittadini o le imprese pagano a fronte di una prestazione che ricevono dalla pubblica autorità (per esempio tasse scolastiche, tasse di concessione governativa). In passato era stretta la correlazione tra tasse e tariffe nel senso che la tariffa indicava il valore unitario della tassa dovuta per la prestazione di un servizio che poteva essere in misura diversa tipico il caso della allora denominata tassa comunale per il ritiro dei rifiuti solidi urbani. Ne linguaggio comune il termine tasse (soprattutto al plurale) si riferisce genericamente a qualunque tributo ( e quindi viene a comprendere imposte e tasse). Le imposte sono determinate come una quota (denominata aliquota) delle risorse generate o possedute dai soggetti economici ovvero su somme trasferite da un soggetto economico all’altro: tale quota è determinata aliquota. Una prima distinzione fra diversi tipi di imposte e quella fra imposte dirette (legate al reddito, come l’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) o l’imposta sul reddito delle persone giuridiche (IRPEG), o legate alla proprietà) e imposte indirette (come il prelievo fiscale sui carburanti e sui combustibili o l’imposta sul valore aggiunto – IVA o l’imposta sull’incremento di valore degli immobili INVIM). Si parla di accise per le imposte indirette sulla produzione e sui consumi, denominate anche imposta di fabbricazione o imposta di consumo, che sono commisurate alla quantità e non al valore del bene acquistato tipico il caso della benzina sulla quale il carico fiscale è un tot per litro e non una percentuale del prezzo pagato. Un’ulteriore distinzione riguarda il soggetto impositore: tasse statali, regionali e comunali: un esempio di tassa comunale è l’ICI (imposta comunale sugli immobili), mentre l’IRAP è una tassa regionale sulle attività produttive. Come linea di riflessione generale, nella logica di decentramento si tende a superare l’attuale distinzione di ruoli in base alla quale il centro (lo Stato) prevalentemente riscuote le tasse e la periferia (Regioni e Comuni) prevalentemente spendono: in tale direzione va la scelta di trasferire in periferia il potere impositivo. Nei paesi industrialmente avanzati le aliquote sono progressive: la costante di proporzionalità tra prelievo e reddito non è fissa, ma aumenta per fasce (o scaglioni) di reddito. La progressività dell’aliquota è da ritenere un metodo di ridistribuzione delle risorse tra cittadini. La maggior parte delle imposte indirette sono molto meno progressive che non le dirette: chi ha alto reddito consuma poco più gas per la cucina (tanto per far riferimento ad un esempio elementare) di chi ha reddito medio basso. Questa circostanza contribuisce a rendere particolarmente sgradite le imposte indirette alla pubblica opinione d’altra parte si sostiene che un’eccessiva progressione scoraggia l’intraprendenza e l’impegno in quanto, secondo una frase che circola tra il popolo delle partite IVA “al di sopra di un certo livello di reddito si lavora per il socio occulto Stato”.
Fonte: http://host.uniroma3.it/docenti/iacobone/testi/glossario%20parte%201_.doc 2,3,4,5
Sito web da visitare: http://host.uniroma3.it/docenti/iacobone/Economia.htm
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