I draghi

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I draghi

Creature mitiche rappresentati come distruttori del mondo e nemici degli uomini o adorati e venerati come dei, i draghi sono presenti in numerose narrazioni mitologiche e leggendarie appartenenti a epoche e popoli diversi anche molto distanti tra loro. Hanno assunto significati simbolici vari secondo il contesto culturale nel quale si è formato il mito. Quelli europei (sputa fuoco, velenosi, predatori) erano generalmente considerati dei flagelli, una fonte di calamità, di fame e di morte violenta. Quelli asiatici erano invece creature potenti e benefiche, portatrici della tanto preziosa pioggia che favoriva la vita. Elemento comune in tutte le descrizioni è il diretto riferimento ai serpenti; ed è sui significati simbolici assunti nel tempo dal serpente che si sono formati quelli del drago. Nell’antichità precristiana non si nutriva una particolare avversione per i serpenti, anzi i greci ne consideravano la muta annuale della pelle come manifestazione dell’autorinnovamento della natura, così che essi assumevano il significato dell’immortalità (i serpenti sacri di Esculapio, il pitone di Delfi). Il serpente che figura nell’episodio biblico (Genesi 3) del peccato originale (e di cui esiste una corrispondente nell’epopea babilonese di Gilgamesh) viene, invece, identificato con il male. Nell’Apocalisse (12,3-17) il drago o “serpente antico”, in lotta contro Dio, è precipitato dal cielo ad opera di Michele e dei suoi angeli. E’ dai miti classici di Echidna e della sua mostruosa discendenza che prendono origine i draghi del medioevo europeo. Echidna era una divinità femminile alata, dal corpo serpentino che, dalle nozze con Tifone, aveva generato un’intera progenie di mostri: Cerbero, Orto, il leone nemeo, la Sfinge, l’idra di Lerna e la Chimera. Il drago medioevale, rappresentato con testa e zampe di leone, ali di pipistrello su di un corpo di serpente, deriva direttamente dai mostri classici della progenie di Echidna. Nelle civiltà orientali, non toccate dal cristianesimo, il drago ha conservato, invece, i caratteri simbolicamente positivi che aveva il serpente negli antichi miti. In Cina (dove, come in Giappone, viene rappresentato senza ali) è simbolo celeste di apportatore di pioggia e quindi, per i contadini, di vita e di inesauribile rinnovamento; era stato assunto proprio come simbolo dall’imperatore e dalla sua famiglia e il taoismo lo annovera tra le forze deificate della natura. Tutti i draghi sembrano essere legati a poteri elementari e caotici quasi esclusivamente distruttivi: la razza dei draghi rappresenta insomma una pericolosa opposizione alla razza umana. Quest’ultima forse pensando di acquisire parte del potere delle straordinarie creature, adottò immagini di draghi come amuleti da portare in battaglia: i soldati persiani si lanciavano in battaglia preceduti da immense figure mostruose atte a spaventare le armate nemiche; i Romani dipingevano draghi rossi sui loro stendardi di guerra, battezzandoli “dracones”, ossia draghi e durante le parate trionfali facevano volare una sorta di aquilone a forma di drago (immagine suggerita da una bocca aperta che divorava il vento e sibilava con ferocia). Sia le tribù celtiche che quelle teutoniche adottarono il drago come loro simbolo; fra gli Anglosassoni, la morte violenta di un capo nemico veniva espressa come l’uccisione di un drago e i feroci soldati normanni diedero alle loro imbarcazioni il nome di “dragoni”, ornandone la prua con teste di drago per intimidire il nemico. Anche nell’area del Messico precolombiano appare la figura del drago, rappresentato come un serpente piumato, uno degli aspetti assunti dal dio delle forze naturali Quetzalcoatl.

I Draghi nelle diverse mitologie
Babilonia
I Babilonesi scrissero che prima che la luce fosse separata dall’oscurità e che il tempo avesse inizio, il dio Marduk scovò e distrusse Tiamat, drago nemico dell’ordine e suo progenitore. Spezzò il corpo a metà: con una modellò il firmamento, dall’altra la terra. Nei cieli, costruì una grande dimora per gli dei e installò le stelle e la luna come guardiane del tempo. Con il sangue di uno dei figli di Tiamat, creò gli esseri umani affinché servissero gli dei.
Egitto
In Egitto la presenza del drago era messa in relazione con ogni cambiamento; persino l’alternarsi del giorno e della notte, descritti come il viaggio di Ra, il dio del Sole, venivano attribuiti a lui. Sovrano dei cieli, Ra saliva a bordo della sua nave ad ogni alba e attraversava i cieli da est a ovest aiutato dal suo equipaggio composto da dei e anime dei defunti. Per cavalcare i cieli, il dio del sole doveva combattere e sconfiggere il drago. Ogni sera quando Ra si posava dietro all’orizzonte occidentale si dirigeva a bordo della sua nave nelle viscere della terra e oltrepassava il regno dei morti, dove la potenza di Apopi non conosceva pari. Questo cercava ogni notte di distruggere Ra e ogni notte quest’ultimo veniva salvato da un esercito celestiale condotto da Seth, dio delle tempeste dal volto di iena. Ad ogni spuntare dell’alba, Apopi veniva sconfitto, intrappolato dagli spiriti del cielo che si rischiarava, decapitato da Seth e fatto a pezzi. Ogni giorno il corpo del drago veniva ricostituito e il ciclo del conflitto si ripeteva.
Grecia
All’inizio dei tempi Tifone, ultimo dei titani, le prime divinità onnipotenti della Grecia, uscì dal suo nascondiglio in Asia Minore diretto verso il monte Olimpo per distruggere gli dei. Il suo aspetto era terrificante: era così alto da torreggiare al di sopra delle montagne, aveva cento teste di drago, ognuna con occhi ardenti e una bocca gigantesca che sputava fuoco e vomitava sassi. Vero figlio del caos, ovunque passava, distruggeva tutto con la furia della tempesta (il termine “tifone” deriva proprio dal suo nome). Solo Zeus tra tutti gli dei non fuggì di fronte a Tifone. La battaglia divampò dalla Grecia alla Siria, dove i grandi solchi scavati nella lotta divennero dei fiumi. Zeus trascinò il mostro fino al mar Ionio, dove cadde, le teste si contorcevano e vomitavano, mentre il giovane dio strappava un’isola dal mare e la gettava sul mostro. Così nasceva la Sicilia e la montagna che sorse sul corpo di Tifone divenne l’Etna. Agli antipodi del mondo sorgeva un’isoletta chiamata “il giardino dell’Oceano”, sulla quale cresceva un albero dalle mele d’oro. Poiché un morso di quel frutto avrebbe consentito ad un essere mortale di acquisire il sapere degli immortali, gli dei avevano inviato Ladon, il drago che non dormiva mai, a guardia dell’albero. Un re mortale mandò Ercole in cerca delle mele. Questo convinse il dio Atlante, sulle cui spalle poggiava il cielo, a raggiungere il giardino incantato e raccogliere il frutto magico. Mentre il dio era impegnato nella missione, Ercole prese il suo posto e sostenne il cielo fino a quando Atlante non tornò con le mele. Giasone, il giovane figlio del re di Tessaglia, partì alla ricerca del vello di un ariete d’oro, una reliquia magica in grado di volare, pensare e parlare, sacrificato anni prima nel regno della Colchide, sul Mar Nero. Questo era custodito da un drago che non dormiva mai. Giasone salpò a bordo della nave Argo, in compagnia di numerosi eroi greci, fra i quali Ercole, Teseo e Orfeo. Giunti a destinazione, Eete, re di Colchide, decise che si sarebbe separato dal prezioso tesoro solo se Giasone fosse riuscito a seminare nella terra i denti del drago; il re sapeva bene che quei denti sarebbero riemersi nel terreno sotto forma di soldati, che si sarebbero avventati sul giovane. I piani del re furono tuttavia sventati dalla figlia Medea, una maga dai grandi poteri innamoratasi di Giasone che le promise di sposarla se lo avesse aiutato; così, quando il giovane seminò i denti nel terreno, questi riemersero come previsto ma il giovane lanciò in mezzo a loro un sasso magico datogli da Medea e si scontrarono tra loro. Dopo aver eliminato quel primo ostacolo, Giasone raggiunto il drago armato di una pozione magica che induceva il sonno. Appena la bestia cadde addormentata, l’eroe prese il vello e salpò immediatamente per la Tessaglia, portando con sé Medea.
Norvegia
Secondo un’antica credenza norvegese, un albero immenso chiamato Yggdrasil si estendeva dalla volta celeste fino alle profondità degli inferi. Nidhoggr, un drago feroce, mordeva continuamente le radici dell’albero nel tentativo di distruggere l’ordine della creazione, che tuttavia possedeva un battaglione di difensori. Tre esseri simili a divinità, chiamati Norms, sedevano accanto al drago tessendo il filo del destino dei mortali. Due cervi brucavano le foglie dell’albero e bagnavano la terra con la rugiada che si posava sui loro palchi. Una capra rosicchiava la corteccia dell’albero e forniva l’idromele per gli eroi mortali che avrebbero liberato il mondo dai draghi. Fra gli uccelli appollaiati sui rami, l’aquila era la più grande e pericolosa nemica dei terribili mostri.
Cina
In un’epoca antica, senza inizio e senza fine. Tian Ti, l’imperatore dei cieli, osservò la crescente malvagità della razza umana e come punizione, provocò una grande inondazione: I campi di riso vennero allagati da una pioggia incessante, i tetti delle case crollarono e i fiumi uscirono dagli argini; in breve tempo la terra venne completamente sommersa dall’acqua e le speranze di sopravvivenza della razza umana sembravano minime. Yù, un giovane dio, ebbe pietà degli uomini e pregò Tian Ti affinché gli permettesse di intervenire per salvarli: L’imperatore rendendosi conto che gli uomini avevano sofferto a sufficienza, acconsentì, agitò una mano e subito apparve una gigantesca tartaruga nera che si incamminò portando sul dorso della terra magica necessaria per assorbire l’acqua e creare nuovo terreno fertile. Dopo di che, il sovrano convocò un drago alato dalle squame verdi che si unì al giovane dio nella ricostruzione del pianeta. Yù, la tartaruga e il drago discesero dal cielo sul globo terrestre, dove lavoravano alacremente: distribuirono il terreno magico e crearono pianure e montagne. Sotto il comando di Yù il drago volò con la punta della coda piantata nella terra, creando nuovi corsi d’acqua che avrebbero reso le pianure verdi e lussureggianti.
Fonti
- Draghi, collana Miti e Leggende, Hobby and Work italiana editrice
- Dizionario Zingarelli

LORD DEIMOS

Fonte: http://digilander.libero.it/confraternitasilenzi/GDR%20-%20I%20Draghi.doc

Sito web da visitare: http://digilander.libero.it/

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