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Chi era John Ronald Reuel Tolkien
La vita di un professore che amava i draghi
John Ronald Reuel Tolkien nacque il 3 gennaio del 1892 a Bloemfontein in Sud Africa, da Arthur Reuel Tolkien e Mabel Suffield.
I coniugi Tolkien, originari di Birmingham, si erano trasferiti in Sud Africa per le esigenze lavorative di Arthur che era manager di una banca inglese. Dopo due anni dalla nascita di Ronald nacque Hilary. E proprio in quell’anno si verificò un episodio che potrebbe aver dato origine a due grandi cattivi di Arda : Ronald venne morsicato da un tarantola e venne salvato soltanto dalla prontezza di spirito della bambinaia che succhiò via il veleno dalla ferita.
Nel 1895 i due bimbi furono portati da Mabel a vivere in Inghilterra, reputata una terra climaticamente migliore per la loro crescita. L’anno successivo Arthur morì di emorragia e febbre reumatica, così la famiglia Tolkien si trasferì per quattro anni a vivere a Sarehole, nei sobborghi di Birmingham.
Quelli di Sarehole furono anni felici, in cui Ronald e Hilary poterono giocare spensierati nella campagna inglese e immaginarsi draghi e orchi da combattere. Proprio in quegli anni iniziò a insinuarsi nel cuore di Ronald la passione per le lingue, grazie anche alle lezioni della madre Mabel che insegnò personalmente ai figli i primi rudimenti di latino.
Il giovane Tolkien iniziò a formare il suo background conoscitivo sulle fiabe, la mitologia e la letteratura fantastica attraverso la lettura dei libri di George McDonald e Andrew Lang, autori che in seguito, insieme a William Morris, avrebbero influenzato notevolmente la sua fantasia.
Nel 1900 Mabel si avvicinò alla Chiesa Cattolica, atto che le fece rompere i rapporti con i parenti protestanti battisti. La famiglia Tolkien si trasferì a Birmingham, e lì Ronald iniziò a frequentare la King Edward’s School.
Nel 1904 Mabel si spense di diabete a soli 34 anni; tuttavia, prima di morire, aveva chiesto a padre Francis Xavier Morgan del Birmingham Oratory di diventare il tutore dei suoi figli, affinché non facesse loro abbandonare la strada del cattolicesimo.
I ragazzi si trasferirono dalla zia Beatrice, e quindi dalla signora Faulkner. Lì, nella casa di Duchess Road, Ronald incontrò l’amore della sua vita Edith Mary Bratt, una pianista orfana di 3 anni più vecchia di lui. Era il 1908, i due ragazzi presero a frequentarsi finché l’anno successivo la relazione venne scoperta da Padre Francis che chiese a Ronald di non vedere più Edith in quanto era protestante anglicana e, soprattutto, rappresentava una distrazione dagli studi. Negli stessi mesi Ronald fallì nel tentativo di ottenere una borsa di studio per Oxford.
La relazione con Edith continuò segretamente per un altro anno, poi la ragazza lasciò Birmingham per andare a vivere a Cheltenham e i due amanti dovettero separarsi; anche perché padre Francis aveva diffidato il suo pupillo dal vedere Edith fino al compimento della maggiore età, che in Inghilterra si ottiene legalmente a 21 anni.
Nel dicembre del 1910, Ronald seppe di essere stato ammesso all’Exeter College di Oxford per frequentare letteratura classica, indirizzo che cambiò successivamente per letteratura e lingua inglese.
Nel 1911, insieme a un gruppo di amici del King Edward’s, Ronald fondò il primo dei diversi club a cui partecipò nel corso della sua vita. Nacque il T.C.B.S, un circolo di giovani studenti amanti della poesia che si riuniva nelle sale da tè.
Risalgono allo stesso anno le vacanze estive spese fra le montagne svizzere che, per stessa ammissione dell’autore, influenzarono per paesaggi e vicende il viaggio di Bilbo fra le Misty Mountains .
Durante gli ultimi anni del King Edward’s e il quadrienno all’Exeter si consolidò in Ronald la passione per le lingue. Oltre al greco, al latino e alle lingue germaniche (con una predilezione per il gotico), il giovane studente si interessò al gallese e al finlandese, su cui in seguito modellò le lingue elfiche Sindarin e Quenya.
Il ragazzo iniziò a inventare lingue proprie, facendo germogliare le basi del corpo mitologico fantastico che dopo la sua morte venne pubblicato sotto il nome de Il Silmarillion.
Nel 1913 Ronald divenne maggiorenne e, sebbene avesse mantenuto la promessa fatta a padre Francis di non vedere e contattare Edith, l’amore per la ragazza in lui non si era mai spento. Così, la sera stessa del 3 gennaio, data del suo ventunesimo compleanno, le scrisse una dichiarazione d’amore. Edith rispose celermente alla missiva di Ronald scrivendo che, pensando di essere stata dimenticata, aveva già accettato l’anello di fidanzamento di un altro uomo, tale George Field.
Ma il giovane studente di Oxford non era un ragazzo facile ad arrendersi, tanto che l’8 gennaio prese il treno per Cheltenham, incontrò Edith e la convinse a rimandare al mittente l’anello e a fidanzarsi con lui.
Così un anno dopo essersi laureato Ronald si sposò e la ragazza per suo amore si convertì alla Chiesa Cattolica, permettendo al marito di ottenere la benedizione dell’amato padre Francis. Le nozze si svolsero a Warwick presso la Saint Mary Immaculate Catholic Church, il 22 marzo del 1916.
Intanto era scoppiata la Prima Guerra Mondiale e Ronald, già a partire dal 1915, aveva iniziato gli addestramenti da fuciliere. Nel giugno del 1916 venne imbarcato volontario per la Francia fra i Lancashire Fusiliers; combatté in trincea e partecipò alla Battaglia delle Somme come ufficiale, prima di essere rimandato in Inghilterra, cinque mesi dopo, invalidato dalla febbre da trincea.
Nel 1917 Ronald convalescente cominciò a scrivere The Book of Lost Tales e divenne padre di John.
L’anno successivo la famiglia Tolkien si trasferì definitivamente a vivere a Oxford, dove Ronald iniziò a collaborare con l’ Oxford English Dictionary e come tutor freelance per l’Università.
Nel 1920 venne chiamato a insegnare come reader di lingua inglese presso la Leeds University e divenne padre di Michael. Questo periodo di lavoro culminerà con l’elezione a professor nel 1924 (anno in cui nacque il terzo figlio Christopher), la pubblicazione di A Middle English Vocabulary e di un’edizione critica per studenti di Sir Gawain and the Green Knight, curata insieme al collega E.V. Gordon.
Nel 1925 Ronald venne richiamato a Oxford come Rawlinson and Bosworth Professor of Anglo-Saxon e fu collocato al Pembrooke College. L’anno seguente, insieme al neoamico e collega oxoniense C.S. Lewis, fondò il club The Coalbiters , in cui venivano lette le saghe norrene in lingua originale.
Nel 1929 nacque la prima e unica figlia femmina di Ronald ed Edith, a cui fu dato il nome Priscilla.
L’anno successivo la famiglia Tolkien si trasferì dal numero 22 al numero 20 di Northmoor Road e lì Ronald iniziò a scrivere Lo Hobbit con l’unico intento di allietare le giornate dei propri bambini.
Nel 1931, essendo cessati gli incontri dei coalbiters, insieme a C.S. Lewis, entrò a far parte del club degli Inklings, aperto solo a professori o aspiranti tali, che nel successivo ventennio avrebbe annoverato importanti personalità accademiche quali Owen Barfield, Charles Williams e Christopher Tolkien. Quello degli Inklings, il cui nome scherzoso rievocava i “pasticci con l’inchiostro”, fu un gruppo di discussione letteraria, rivelatosi molto importante per Tolkien e Lewis che, durante le sedute normalmente svoltesi nella Rabbit Room del pub The Eagle and the Child, leggevano agli altri membri le bozze dei propri racconti.
Nel 1936 Ronald compose Beowulf: the Monsters and the Critics, la sua più celebre opera accademica, e il manoscritto de Lo Hobbit, grazie all’intercessione di Susan Dagnall, venne accettato dalla Allen & Unwin e pubblicato l’anno seguente.
Il libro si rivelò essere un successo editoriale, tanto che la casa editrice gli chiese di scriverne un seguito. E così, sempre nel 1937, iniziarono i lavori a Il Signore degli Anelli.
Nel 1939 il Professore, in occasione di una conferenza sull’amato Andrew Lang, organizzata in Scozia dalla St. Andres University, presentò il saggio On Fairy-Stories, considerato tuttora una pietra miliare degli studi sulla dinamica che sta dietro alla creazione delle fiabe.
Nel 1945, dopo 20 anni esatti, JRR Tolkien lasciò il Pembrooke College per andare a occupare la cattedra di Professor of English Language and Literature presso il prestigioso Merton College, sempre a Oxford.
Ronald completò Il Signore degli Anelli soltanto nel 1949, a dodici anni dal suo inizio, anche a causa degli sconvolgimenti della Seconda Guerra Mondiale che vedeva coinvolti i figli Michael e Christopher (quest’ultimo inviato ad addestrarsi come pilota dell’aviazione reale proprio in Sud Africa, terra natia dallo scrittore).
Ciò nonostante, per intricate trattative editoriali, Il Signore degli Anelli venne dato alle stampe, suddiviso in tre volumi, solo quattro anni dopo. Così fra il 1954 e il 1955 vennero pubblicati La Compagnia dell’Anello, Le Due Torri e Il Ritorno del Re.
Nel 1959, a 68 anni, Tolkien ebbe il pensionamento dall’Università di Oxford, e venne dichiarato emeritus fellow del Merton College.
Il Signore degli Anelli portò a Ronald un’incredibile popolarità a livello mondiale, un’ingente quantità di soldi e la visita di centinaia di fan in pellegrinaggio verso l’abitazione di Sandfield Road, nel tranquillo quartiere periferico di Headington, dove si era trasferito ormai da sei anni.
Gli anni del pensionamento furono dedicati ai lavori su Il Silmarillion, e alla pubblicazione di altre opere minori quali The Adventures of Tom Bombadil, Tree and Leaf e Smith of Wootton Major.
Poi nel 1968, a causa dei problemi di salute di Edith, i coniugi Tolkien si trasferirono a Borunemouth, una tranquilla località sul mare nel sud dell’Inghilterra. La donna morì nel 1971, all’età di 82 anni.
L’anno successivo il Merton si offrì di ospitare lo scrittore in una delle abitazioni del college con delle persone che ne badassero alla salute. Così nel 1972 Ronald si trasferì al numero 21 di Merton Street e nello stesso anno venne fatto chiamare a Buckingham Palace per essere nominato Commander of the Order of the British Empire dalla Regina Elizabetta II.
Il 2 settembre 1973, JRR Tolkien morì in una casa di cura a Bournemouth, all’età di 81 anni. Le sue spoglie vennero seppellite nel Wolvercote Cemetery di Oxford, nella tomba in cui già riposava la moglie Edith. Sulla lapide i figli fecero incidere Edith Mary Tolkien Luthien 1889 -1971 John Reul Ronald Tolkien Beren 1892-1973.
Nel 1977 Christopher Tolkien portò a compimento l’opera del padre, riorganizzandone i lavori sull’epopea elfica e facendo pubblicare postumo Il Silmarillion.
L’uomo raccontato dai suoi colleghi
Notizie biografiche su JRR Tolkien, fra cui quelle utilizzate per redigere le precedente biografia, possono essere reperite in modo esaustivo nelle biografie di Humphrey Carpenter , Michael White , nella dettagliatissima cronologia di Christina Scull e Wayne G.Hammond , e nelle lettere dello scrittore, raccolte sempre da Carpenter .
In questa sede invece vorrei proporre un inedito ritratto di JRR Tolkien uomo e professore, e della sua Oxford, fatto attraverso gli occhi di Courtney Phillips e Roger Higfield, due emeritus fellows del Merton College, che furono suoi colleghi e che ho avuto il piacere di intervistare nell’aprile del 2008 .
Il professor Courtney Phillips mi ricevette alle 9.30 di un giovedì mattina presso la portineria del Merton College. Allo scoccare della mezz’ora mi si presentò un anziano uomo alto, arzillo e allegro, vestito di un completo grigio e una camicia giallo pallido. Mi condusse a passo deciso nella Common Room dei Fellows , dove mi invitò ad accomodarmi su una delle accoglienti e panciute poltrone dislocate nella stanza; un salone ampio, ingentilito da piante e quadri, illuminato da generose vetrate, e impreziosito da qualche mobile antico e un tavolo nel centro su cui giacevano sparsi riviste e quotidiani. In perfetto british style.
Una volta accomodatici entrambi, il professor Phillips, docente di chimica in pensione, mi chiese premurosamente lumi sulla mia conoscenza della lingua inglese e, quindi, iniziò il suo racconto, parlandomi dei cambiamenti subiti dall‘Università di Oxford, da quando Tolkien insegnava: <<A quei tempi, gli studenti dovevano osservare rigide regole. Se eri un undergraduate , non ti era concesso andare nei pub a bere la birra, nonostante magari fossi un reduce della Seconda Guerra Mondiale come molti studenti in quegli anni. L’Università era popolata sostanzialmente da uomini poiché, dei 35 college, 30 erano maschili e 5 femminili, mentre adesso, con forse l’eccezione di un college, tutti gli istituti accettano sia uomini che donne e la proporzione fra i sessi è bilanciata. In quei giorni, tutti i college, tranne uno, erano aperti agli undergraduate, mentre oggi ce ne sono alcuni come il St.Cross e il Linacre che sono destinati soltanto agli studenti già laureati. Anche il titolo di professore aveva un valore differente: c’era un unico professore per materia in tutta Oxford, eccetto che per quelle più ampie come la letteratura inglese, dove ce ne erano più di uno. Oggi, invece, sono molte di più le persone che vengono chiamate professore, similmente a quanto avviene negli Stati Uniti dove “chiunque” può fregiarsi di questo titolo. Quando Tolkien insegnava, i professori dell’area scientifica, ad esempio, non avevano solo il compito di insegnare, ma anche di dirigere il dipartimento. Cosa che invece non toccò fare a Tolkien, essendo docente di letteratura inglese>>.
Il professor Phillips prese fiato e continuò la sua accurata panoramica, parlando delle bizzarrie e dell’organizzazione del sistema collegiale oxoniense: <<Le università di Oxford, Cambridge e, probabilmente, anche Durham sono composte dall’unione di diversi college indipendenti; un sistema collegiale inusuale, per cui alcuni istituti sono molto più ricchi dell’Università stessa che detiene quindi una posizione critica. Il St. John’s, ad esempio, è il college più ricco e dispone di un patrimonio di circa 300 milioni di sterline. Il Merton si trova al quinto posto, e possiede proprietà immobiliari e agricole in tutto il paese, e molti investimenti. Tutto ciò appartiene al college e non all’Università; e quindi accade che siano proprio i college più ricchi, come il Merton, ad aiutare i college più poveri in ristrettezze economiche. E’ poi curioso il fenomeno per cui, nonostante la laurea non sia data dai college, bensì dall’Università, molte persone tendano a considerare gli istituti come la propria case e a mettere nel proprio testamento i college al posto dell’Università che li laurea. Ogni college è diretto da un corpo governativo, consistente in alcuni fellows, che in via teorica dovrebbe essere diretto da un capo chiamato, a discrezione del college, master, president, warden o in altri modi. Nella pratica invece il college non è governato propriamente dal capo, e molte persone che vennero a Oxford per dirigere un rinomato istituto rimasero deluse nello scoprire che il proprio potere doveva comunque sottostare al volere degli altri fellows, che potevano prendere e imporre decisioni opposte a quelle del massimo dirigente. Comunque, la direzione di un college è una posizione che, se sfruttata saggiamente, può conferire un grande potere>>. Ogni college ha poi in organico due o tre persone che si occupano soltanto degli affari economici o pratici e che sono estranee alla vita accademica. I finance bursar badano agli affari finanziari e sono controllati dai fellows che tuttavia non hanno le competenze per intromettersi nella loro amministrazione, se non per consigliare di non investire in particolari paesi a loro antipatici; mentre i domestic bursar curano gli aspetti pratici dell’edificio come la manutenzione di strutture e giardino, l’organizzazione e il menù dei pasti e via dicendo>>. Disse, e continuò la spiegazione entrando nel merito della gerarchia accademica: <<A quei tempi, la cattedra di ogni singola materia era assegnata a un college in particolare, perciò se, ad esempio, un professore di zoologia veniva accettato dall’Università, allora significava che avrebbe dovuto insegnare al Merton, e noi fellows avremmo dovuto accoglierlo volenti o nolenti. C’erano poi dei professori, come il sottoscritto, che erano tutor in una particolare materia, nel mio caso la chimica. Il tutor non aveva solo il compito di incontrare un undergraduate una volta a settimana per esaminare i suoi progressi nella materia, ma anche di provvedere che lo studente assegnatogli potesse studiare secondo le sue inclinazioni, a prescindere dalla didattica del college. In altre parole, se io, professore di Chimica, avessi accettato di fare da tutor a uno studente che voleva apprendere la geologia al Merton, allora io, suo tutor, avrei dovuto far sì che prendesse lezioni di geologia, e se il college non annoverava in organico un tale professore, avrei dovuto trovarne uno esterno. Ma Tolkien non aveva di questi problemi, poiché non era un tutor e non era coinvolto nell’insegnamento individuale. I fellows invece si dividono in old fellows, ossia il corpo governativo, senior research fellows, i ricercatori, professorial fellows, i professori, e junior research fellows, che rimangono nei college solitamente per poco tempo e per muovere i primi passi nel mondo accademico. Poi, tanto per confondere un po’ di più le cose, ci sono altre due classi di fellows che non hanno il minimo potere decisionale: gli emeritus fellows che hanno lavorato nel college per molti anni, come il sottoscritto, e che hanno il privilegio di poter entrare a piacimento nella struttura, senza però aver alcun compito particolare, e gli honoury fellows, studenti dei college che hanno avuto successo nel proprio campo lavorativo, come ad esempio gli attuali capi dei Servizi Civili Britannici e della Difesa, o il capo della più grande compagnia chimica del paese, che erano tutti mertoniani. Ciò premesso, negli anni in cui insegnava al Merton, Tolkien deteneva la cattedra di letteratura inglese e quindi, come fellow, aveva il diritto di essere coinvolto in qualsiasi cosa il College decidesse di fare>>.
E con queste ultime parole, l’anziano professore di chimica, prese a parlare del collega JRR Tolkien: <<A Oxford le lezioni non richiedono le frequenza obbligatoria, quindi il numero degli studenti presenti a lezione varia in funzione dell’attrattiva della materia o dei metodi di insegnamento del professore. Da questo punto di vista, Tolkien era un professore competente ma non particolarmente eccezionale. Mi spiego meglio, l’audience media degli studenti che assistono a una lezione è compresa fra le 20 e le 40 persone; le lezioni quotate possono arrivare a 200, mentre quelle mediocri possono essere frequentate da soli cinque studenti. Le lezioni di Tolkien erano nella media>>.
<<Essendo un fellow del Merton>> continuò divertito il professor Phillips <<avrebbe anche potuto avanzare delle proposte per il bene del College… ma non lo fece mai. Per correttezza: quando gli si chiese di fare qualcosa, la face sempre, ma non prese mai l’iniziativa per, ad esempio, spingere il College ad accettare le donne o a cambiare il giardino e via dicendo . Era comunque una persona rilassata e facile da approcciare per una chiacchierata… Io poi, essendo diventato fellow nel 1948, lo conoscevo bene… anche se non posso dire di essere stato un suo intimo amico, perché appartenevamo a campi di studio molto differenti… Tuttavia, sebbene lui fosse un “grande uomo”, non mi ha mai evitato pensando “è soltanto un chimico, non ho niente in comune con lui, non voglio che mi rompa le scatole”, ma è sempre stata una persona piacevole>>.
<<A dire il vero era molto difficile da capire>> mi disse quasi sghignazzando << perché ti veniva a parlare molto vicino e aveva anche la tendenza a sputacchiare mentre pronunciava alcune parole… era anche un giocatore di squash di media abilità, ricordo che giocavamo insieme due contro due nei campi del college>>.
<<Quando lo conobbi>> continuò il professor Phillips scavando nei ricordi <<era sempre a corto di soldi… non voglio dire che fosse povero, ma doveva quantomeno fare attenzione alle spese, anche perché aveva una moglie e tre figli a carico, amava fumare la sua pipa e bersi i suoi bicchieri di birra… di fatto, anche se non ricordo di averlo mai visto ubriaco, era spesso brillo… e poi divenne famoso e iniziarono ad arrivare i milioni, ma ormai era vecchio e non ha potuto trarne molti benefici… ha dovuto lasciare tutto ai figli>>.
Rise e si prese qualche secondo di tempo per ricordare altri aneddoti: <<Era un pochino misogino, a dire il vero… non sembrava amare le donne molto. D’altra parte come ti ho detto a quei tempi Oxford era sostanzialmente maschile e ciò portava al cameratismo e a una sorta di maschilismo… Una volta mi raccontò che, quando il college fu aperto alle donne, alla fine di una sua lezione, a una studentessa si ruppero le acque! Al ché tutte le donne abbandonarono l’aula spaventate, lasciando gli uomini e il professor Tolkien ad aiutare la donna nel parto!>>.
<<Era poi noto>> continuò <<che Tolkien dedicasse la maggior parte del suo tempo a scrivere i vari Lo Hobbit o Il Signore degli Anelli, e per questo fu criticato dai suoi colleghi che pensavano che i suoi libri non fossero prettamente lavori accademici e che “Il” professore di inglese dovesse lavorare più su Beowulf o Sir Gawain and the green knight che perdere il proprio tempo con le storie fatate…>>.
<<Anche se poi nei fatti>> proseguì il Phillips <<era un grandissimo studioso di anglosassone, bravissimo nel ricercare la storia dei nomi dei luoghi… Ricordo che c’era - e c’è tuttora - un villaggio nei pressi di Oxford chiamato Moreton in Marsh, ma che, a causa di un famoso programma radiofonico dal titolo Much binding in the marsh, molte persone chiamavano “Moreton in the Marsh“. Tolkien si prodigò molto per rimarcare che in era la versione antica di hen (gallina) e che quindi il nome del paese significava non “Moreton nell‘acquitrino”, bensì “Moreton l’acquitrino delle galline” >>.
Gli chiesi, quindi, come facesse Tolkien a vivere in ristrettezze economiche nonostante fosse un professore del Merton e se il successo de Il Signore degli Anelli l‘avesse più o meno cambiato. <<I professori venivano pagati dall’Università, non dai college, e con un salario standard da professore>> mi rispose <<i college fornivano i pasti e tutt’al più un ufficio o un appartamento, nulla di più… poi, certamente, più ricchi erano i college e più ricchi erano i banchetti e le stanze… ma lo stipendio era quello di un normale professore… Poi, Tolkien si è sempre comportato da persona normale e come tale era trattato dagli altri membri del College… anche se spesso, come ha fatto lei, venivano persone per avere informazioni sul “grande” Tolkien, e noi non facevamo altro che indicare loro la sua stanza… Persone dal New Messico o dal Sud America venivano qui solo per dirgli che i suoi libri avevano cambiato la loro vita, ma ciò non lo rese diverso … rimase sempre una persona come tutte le altre>>.
<<Mi ricordo>> continuò sorridendo <<che stavo costruendo una canoa, sotto gli insegnamenti di un esperto costruttore di canoe… che poi non era altro che un normale ragazzo… ma il College voleva vincere il campionato universitario e così fu organizzata una cena speciale per lui. Quando si presentò nella Hall lo fecero sedere vicino a Tolkien, e il ragazzo si girò verso di me dicendomi “Ma questo professor Tolkien è “quel” Tolkien?!?!”. Era al settimo cielo, non ci poteva credere!>>.
Finì la frase sghignazzando e continuò a rispondere alla mia domanda: <<A Oxford a 67 anni si va automaticamente in pensione, a differenza dagli Stati Uniti dove si continua a insegnare finché si campa >> disse ancora una volta ironizzando sul sistema americano <<ma quando morì la signora Tolkien, nonostante egli fosse pensionato da un pezzo, il Merton lo invitò a vivere al college… e lo facemmo perché lo consideravamo una persona tranquilla, non perché era famoso>>.
Così, gli chiesi se avesse mai letto qualcuno dei suoi libri e se avesse mai discusso con lui delle storie in essi contenute: <<Ho iniziato a leggere qualcosa ma non sono mai riuscito a finire>> rispose <<invece mio figlio è un appassionato e ha una copia autografata de Il Signore degli Anelli... Io non sono un esperto delle sue opere… so che ha costruito un intero mondo, che però esisteva solo nella sua testa e in quella di suo figlio Christopher>> continuò benevolmente ironico <<era una cosa per lo più fra loro due… lavoravano molto insieme, parlavano con lingue speciali e avevano dotato tutto di una logica… ma io non ne sapevo niente… e penso che anche la maggior parte dei fellows non ne sapesse nulla… era un suo interesse privato. Nonostante ne fosse presissimo, a cena non ha mai parlato de Lo Hobbit o de Il Signore degli Anelli o cose simili>>.
Gli chiesi quindi se si fosse mai recato a casa di Tolkien: <<Non chiedeva a molte persone di cenare con lui>> rispose <<nel college era una persona allegra, ma fuori amava molto la riservatezza… era un grande amico di CS Lewis, bevevano sempre insieme al pub The Eagle and Child, ma a parte ciò, era una persona che amava sì socializzare, ma in modo contenuto>>.
Gli domandai quindi se fossero vere le voci che avevo sentito a Oxford riguardo un pub crawl che Tolkien e Lewis avrebbero fatto in Irlanda in una delle trasferte da professori esaminatori e se avesse incontrato di persona anche l’autore delle Cronache di Narnia: <<Un pub crawl in Irlanda? Beh, conoscendoli, è molto facile che l’abbiano fatto veramente, erano grandi amici e grandi bevitori quei due>> disse ridendo <<Lewis l’ho incontrato personalmente un paio di volte, ed era anch‘egli un personaggio celebre… ricordo che quando mi recai in California per il mio professorato, andai a messa in una chiesa locale e il pastore stava parlando di Dio, di Mosé e di C.S. Lewis nello stesso sermone!>>.
<<Lewis e Tolkien erano poi molto amici anche di Hugo Dyson>> continuò <<una persona che amava parlare molto ma che non era molto intelligente, mentre Tolkien e Lewis sicuramente lo erano… Dyson era un tutor di letteratura inglese qui al Merton… un bravo ragazzo, ma parlava moltissimo e senza però dire niente di realmente importante>>.
Fu questa l’ultima cosa che mi raccontò, prima che la fortuna decidesse di sorridermi una seconda volta.
Si aprì la porta della sala in cui eravamo seduti e… <<Salve Roger! Questo ragazzo sta scrivendo un articolo su Tolkien… tu te lo ricordi vero??>>, <<Certo!>> rispose.
Così, un altro emeritus fellow del Merton College, elegantemente vestito, fece il suo ingresso nella Common Room e nel nostro racconto. Il professor Roger Highfield , un anziano signore di 85 anni, due anni in più del professor Phillips, era lo storico e il bibliotecario del College. Entrò lentamente, aiutato da uno zimmer frame . Prese un quotidiano dal tavolo e si adagiò sulla poltrona. Io mi alzai e mi avvicinai a lui, e così fece anche il professor Phillips che, giunto al college in bicicletta, pareva godere di una così invidiabile condizione fisica, da sembrare la dimostrazione pratica della locuzione latina mens sana in corpore sano.
<< Era un sub-warden molto disorganizzato>> iniziò il professor Highfield ricordandosi divertito i bei vecchi tempi <<era nostro costume cambiare sub-warden ogni due anni, facendo sì che i compiti passassero di mano in mano. Durante il suo turno, Tolkien era solito entrare nella meeting room con una bracciata di fogli lavorativi che poi gettava sul tavolo disordinatamente. Era un sub-warden che si impegnava molto, faceva del suo meglio, ma sicuramente non era molto efficiente!>> disse ridendo.
<< Me lo ricordo come un affascinante membro della Common Room>> continuò con la saggezza di chi critica sorridendo e seriamente apprezza <<tanto che a pranzo invitavamo sempre gli ospiti del College a sedersi vicino a lui>>. <<Mi ricordo>> riprese divertito <<che parlava indistintamente! Era molto difficile capire cosa stesse dicendo, e spesso bisognava chiedergli di ripetere… Credeva nella letteratura normanna, nelle saghe norrene, senza pensare minimamente alla Spagna o all’Italia… credeva nell’Islanda, nella Norvegia, nei Vichinghi e ancora nelle saghe…>>. Il professor Highfield fu garbatamente interrotto dal professor Phillips che lo informò, scherzando, della mia nazionalità italiana, affinché non commettesse inconsapevoli gaffe. Si fece una risata, e quindi io gli chiesi un parere sulla religiosità di Tolkien: <<Era un cattolico romano, si adoperò molto quando l’Opus Dei cercò di introdursi a Oxford…>> s’interruppe e si rivolse a me cortesemente <<Opus Dei di cui tu potresti essere un membro magari…>> attese la mia risposta - negativa - e riprese quindi a raccontare <<Dunque, Oxford si trova sulla linea di frontiera di due grandi diocesi cattoliche, quella di Birmingham e quella di Portsmouth. Così i membri dell’organizzazione religiosa chiamata Opus Dei cercarono di stabilirsi in una delle due città, pensando di acquisire influenza anche su Oxford. I nostri cappellani cattolici però si opposero e persuasero il vescovo cattolico di Birmingham a non dare loro le licenze. Ma l’Opus Dei non si arrese, e decise di rivolgersi al vescovo di Portsmouth, che permise all’organizzazione di istallarsi dalla parte opposta del ponte. Era questo genere di cose che Tolkien prendeva a cuore… la religione, i rapporti con il cappellano dell’università e via dicendo. Non era interessato agli altri affari del College…>> disse serenamente <<…lui era interessato ad andare avanti con i suoi libri! E io lo so bene perché ero solito pranzare con lui e sua moglie nella loro casa di Sandfield Road, dove aveva trasformato il garage in uno studio per continuare a scrivere le sue storie!>>. La conversazione aveva toni allegri, e il professor Highfield sembrava conoscere Tolkien molto bene. Gli chiesi se si ricordasse altri aneddoti: <<Sì certo che me ne ricordo!>> disse con orgoglio <<A un certo punto sua moglie ebbe dei problemi di salute che la ostacolavano nei movimenti, e così si trasferirono a Bournemouth, in un hotel chiamato Miramar. Edith poi morì, Tolkien ritornò al college e noi lo alloggiammo in un appartamento in Merton Street con delle persone che si prendevano cura di lui>>. <<Seppur anziano, Tolkien era un eccellente membro della Common Room, che frequentava regolarmente>> continuò il professore << e siccome a quei tempi io ero il bibliotecario del college, un giorno venne da me e mi disse: “Roger, vorrei lasciare alla biblioteca qualcosa di mio… vorresti i manoscritti de Lo Hobbit???”. “Certamente - risposi io - niente mi farebbe più piacere, quindi avanti, andiamo a prenderli!!”. Così, mi recai nella sua stanza ed egli tirò fuori un enorme pila di fogli avvolti in carta da pacchi, che stava in mezzo ad altre pile di fogli simili. Io gli dissi “li metterò al sicuro, questa è roba di grande valore!”, e così feci. Tuttavia, dopo circa un mese, tornò da me e mi disse “Roger, hai ancora quel pacco di fogli che ti ho dato?…Non penso che dentro ci sia il manoscritto de Lo Hobbit, credo che contenga parte del Silmarillion!!”>>. Scoppiamo a ridere tutti e tre e dopo qualche istante il professor Highfield continuò: <<Così io gli ridiedi indietro il pacco, non potevo fare diversamente d’altra parte… e quella pila di fogli probabilmente rimase in suo possesso finché visse… sicuramente nella nostra biblioteca non c’erano né il manoscritto de Lo Hobbit, né tanto meno parte de il Silmarillion!… Ma, dopo la sua morte, ricevetti una lettera dal suo legale che scriveva: “Sappiamo che siete in possesso del manoscritto de Lo Hobbit, dovete rendercelo subito!”. Così, per una settimana, fummo alle prese con il dimostrare agli avvocati che non avevamo proprio niente!>>. Ci fu un’altra risata collettiva, e quindi, dopo qualche istante, l’anziano professore tornò alla sua storia: <<Qualche tempo dopo raccontai l’avvenimento a Norman Davis, il professore mertoniano di letteratura inglese del tempo, grandissimo amico di Tolkien. Dopo aver ascoltato il mio racconto, il professor Davis decise di donare al College una prima edizione de Lo Hobbit con l’autografo di Tolkien e una dedica… in rune!… Tra l’altro il libro dovrebbe essere ancora conservato nella biblioteca, glielo hanno già mostrato?>>. E siccome non ne sapevo nulla, il professor Phillips, premurosamente, si allontanò per organizzarmene la visione. Rimasi solo con il professor Highfield, che mi raccontò un altro aneddoto: <<Tolkien era un fan accanito di Flanders and Swann , un duo di cantanti radiofonici di moda a quei tempi, di cui aveva diverse registrazioni. Così, in occasione del proprio compleanno, decise di invitare Flanders and Swann al Merton. Noi facemmo portare il pianoforte a corda del college nella Common Room, così che Flanders and Swann potessero suonare e cantare le loro canzoni. Penso sia stato un episodio fascinoso… e Tolkien amava molto gli allegri e spensierati testi di Flanders and Swann>>.
L’intervista si spostò quindi sul Tolkien professore: <<Pubblicò molto poco. E fu criticato per questo!>> mi disse. Così gli chiesi se il professor Tolkien avesse mai reagito a simili accuse: <<Non gliene importava molto… lui era impegnato!>> disse ironicamente <<Era impegnato con Il Signore degli Anelli! I membri della facoltà di inglese gli dissero più volte che avrebbe dovuto scrivere sulla lingua inglese, ma lui, d’altra parte, nel suo garage di Sanfield Road era occupato a scrivere Il Signore degli Anelli!>>. Disse ridendo e proprio sul finire della frase irruppe nella stanza il professor Phillips che, con l’entusiasmo di un bimbo, mi disse: <<Tra un quarto d’ora le faranno vedere il libro! La aspettano giù in portineria!>>. Così, salutai il professore Higfield che in un italiano stentato mi congedò dicendo <<C’erano un tempo in cui io poteva parlare l’italiano…>> e seguii il professor Phillips in portineria, lo salutai e lo vidi serenamente abbandonare il college in sella alla sua bicicletta e con in testa un casco protettivo.
Dopo qualche minuto fui prelevato dalla bibliotecaria Julia Walworth che mi accompagnò in biblioteca e mi pose fra le mani una copia ingiallita della prima edizione de Lo Hobbit (quella con le foreste verdi e le montagne blu e nere sulla copertina). All’interno, sul frontespizio, c’era scritto a matita “Norman Davis, da JRR Tolkien” e in rune nani che la scritta “Best wishes from Thorin and company! ”.
Il filologo oxoniense e le lingue fantastiche
Tolkien ha speso quarant’anni della sua vita a insegnare la letteratura medievale inglese presso l’Università di Leeds e, soprattutto, i college Pembroke e Merton di Oxford. Era un filologo anglosassone, uno studioso di opere in inglese antico, interessato anche a quelle in inglese medio e in altre lingue di ceppo germanico come ad esempio il gotico e il norreno (o islandese antico). Inoltre era un gran conoscitore del gallese.
Quella per le lingue era una passione instillatagli dalla madre durante l’infanzia, che lo portò ad apprendere innumerevoli lingue, oltre a quelle da lui insegnate e studiate per lavoro.
Sebbene la sua fama sia dovuta maggiormente alla fiction, Tolkien ha prodotto alcuni lavori accademici di assoluta importanza che rimangono tuttora testi fondamentali per gli studiosi. Quello forse più importante è un saggio del 1936 sul poema anglosassone Beowulf, intitolato Beowulf: the monster and the critics, che introduce una visione dell’opera non come documento da analizzare e sviscerare nella speranza di trovare notizie storiche, quanto più come semplice fiction, dotata di bellezza letteraria (motivo per cui Tolkien concentra la propria trattazione sui mostri affrontati da Beowulf - Grendel e il drago -che fino ad allora venivano snobbati a vantaggio della componente storica del testo).
Sono poi degne di rilievo l’edizione critica del 1925 di Sir Gawain and the Green Kinght, le traduzioni dal inglese medio all’inglese moderno del medesimo poemetto, di Pearl e di Sir Orfeo - pubblicate postume nel 1975 - il testo dell’intervento di Tolkien in una conferenza del 1955 sulla comparazione dell’inglese con il gallese, e un saggio del 1939 sui processi alla base della creazione di fiabe e racconti, denominato On Fairy-Stories.
La grandezza di Tolkien come scrittore di libri fantastici ha oscurato la sua fama accademica, tanto che alcuni dei suoi scritti universitari più importanti sono stati riconsiderati e pubblicati soltanto dopo il successo de Il Signore degli Anelli.
E di fatto, prima di diventare una celebrità planetaria, il Professore veniva aspramente criticato da diversi membri della facoltà di inglese di Oxford, che ritenevano scarna la sua lista di pubblicazioni scientifiche e gli imputavano di destinare troppo tempo ai racconti per bambini piuttosto che allo studio della lingua inglese. Inoltre, come abbiamo appreso precedentemente dalle parole del professor Courtney Phillips, le lezioni di Tolkien al Merton College non erano seguite da un gran numero di studenti (probabilmente poiché la materia era tanto ostica da essere mediamente giudicata “astrusa” ). E sebbene gli illustri nomi che assistettero da allievi alle lezioni di Tolkien parlarono in modo entusiasta delle sue letture recitate di Beowulf in anglosassone (su tutti il poeta W.H. Auden ), quando il Professore non era ancora famoso veniva spesso criticato per la sua parlata farfugliata , che rendeva incomprensibili i suoi insegnamenti.
Per capire se Tolkien, al dì dell’autorevolezza acquisita grazie ai successi editoriali, fosse effettivamente anche un bravo filologo, ho interrogato personalmente quei professori dell’Università di Oxford, che si occupano di filologia anglosassone e norrena.
Cito testualmente le loro risposte, senza filtro, affinché ognuno possa trarre le proprie conclusioni:
Carolyne Larrington – St. John’s College
Quando mi stavo laureando sentivo persone che pensavano fosse un peccato che un così bravo filologo perdesse tempo con opere come Lo Hobbit. Beh… sicuramente io non avrei sacrificato la Trilogia, ma magari avrei voluto avere qualche testo in più della qualità dei suoi articoli accademici che sono veramente interessanti.
Ad esempio, il suo intervento Beowulf: the monsters and the critics ha cambiato il modo di interpretare Beowulf ed è ancora molto letto, probabilmente anche con un po’ di nostalgia. Tolkien lamentava che ai mostri non era data abbastanza importanza: dopo quanto ha scritto probabilmente si è verificato l’effetto contrario, i critici sono fin troppo interessati ai mostri, tralasciando la geopolitica e gli avvenimenti descritti nel poema .
Heather O’Donoghue – Linacre College
Non sarebbe giusto giudicare la carriera accademica di Tolkien con i parametri odierni. Oggi la reputazione di un professore si basa sostanzialmente sul numero di pubblicazioni o apparizioni in convegni, ma prima si pubblicava soltanto quando si aveva realmente qualcosa da dire. Se si considera la lista delle pubblicazioni di Tolkien, questa è molto scarna, ma è di grande qualità, e io reputo Beowulf: the monsters and the critics un grande articolo .
Stuart D. Lee - Oxford University Computing Services
Ogni cosa che ha scritto è stata molto ben curata e i suoi appunti inediti mostrano un incredibile profondità di conoscenza. Io, avendo consultato gli archivi bodleiani con i sui scritti inediti, ho potuto visionare molti appunti relativi alle sue lezioni. Ce ne sono alcuni che contengono parti di traduzioni di Beowulf o The Battle of Maldon; poi ci sono fogli con annotazioni molto utili, specialmente per quel che concerne The Wanderer, perché spiegano cose in più sulle opere o le sue sensazioni a riguardo. I fogli delle sue lezioni di introduzione ad alcuni testi, o relativi alla metrica di questi, sono scritti in uno stile superlativo e coinvolgente, sono molto belli da leggere. E poi erano particolarmente di valore i suoi studi sulle parole e sulla loro origine .
L’amore per la filologia non poteva che essere presente anche nelle sue opere di fiction. Addirittura, proprio a detta dello scrittore, le storie alla base de Il Silmarillion, e quindi de Il Signore degli Anelli, furono create per fornire un mondo alle lingue da lui inventate e non viceversa .
Già poiché Tolkien amava in particolar modo due lingue, il finlandese e il gallese, su cui aveva modellato le lingue elfiche quenya e sindarin. Idiomi che l’autore sviluppò così tanto (con relativi dialetti) da poter fornire ai suoi lettori dettagliate informazioni grammaticali, tanto che nel mondo esistono attualmente dei gruppi di persone capaci di parlare le lingue elfiche tolkieniane.
Nelle vicende di Arda il mondo linguistico fantastico di Tolkien si concretizzò sostanzialmente nella creazione di toponimi nelle differenti lingue delle specie e delle razze fantastiche , e in qualche iscrizione runica dei nani o degli elfi.
La lingua comune parlata sulla Terra di Mezzo è l’ovestron, che Tolkien tradusse con l’inglese moderno affinché potesse risultare comprensibile ai “lettori dei nostri giorni”. Pertanto, per essere coerente con l’equazione ovestron-inglese, tradusse il rohirric, la lingua degli uomini di Rohan corrispondente all’ovestron antico, con l’inglese antico, e, con il norreno, la lingua degli uomini nordici di Dale, imparentata con l’ovestron.
Questo espediente di fornire realismo ai propri racconti attraverso un’accurata linguistica fantastica è poi supportato da informazioni pubblicate nelle appendici de Il Signore degli Anelli, e in altri scritti postumi, comprendente regole di pronunzia e scrittura, alfabeti e informazioni etnografiche e linguistiche delle relative lingue fantastiche.
Ma non solo. L’approccio filologico delle opere relative alla Terra di Mezzo non si esplica soltanto nel fornire la ragione pseudostorica e pseudomitologica di toponimi o nomi, ma anche nel considerare le intere narrazioni come se fossero state il frutto di un lavoro di ricostruzione filologica.
Pertanto, come è avvenuto per i testi medievali che in molti casi ci sono stati tramandati in differenti manoscritti, le cui narrazioni hanno spesso delle leggere differenze di trama o di forma, alcuni racconti sulla Terra di Mezzo sono stati fattivamente scritti in più versioni .
Il Signore degli Anelli è quindi trattato come se fosse realmente un testo antico, con tanto di note finali sulla traduzione, oppure note relative ai manoscritti (questa volta fantastici e non reali) da cui sarebbe stata ricavata la versione del racconto in mano al lettore. A questo proposito, seguono dei passi emblematici del prologo a Il Signore degli Anelli che, per metodo e stile, potrebbe tranquillamente appartenere a una qualunque edizione, ad esempio, del Beowulf:
L'originale del Libro Rosso non è pervenuto fino a noi, ma abbiamo gran parte delle copie fatte per i discendenti di Samvise. La più importante ha una storia complessa. Scritta a Gondor, probabilmente su richiesta del pronipote di Peregrino, e completata nell'anno 1592 C.C. (172 della Quarta Era), fu però conservata ai Grandi Smial. Lo scriba aggiunse la nota seguente: «Findegil, Scrittore del Re, conclude il suo lavoro nell'anno 172 della Quarta Era.
E' la copia dettagliata e precisa del Libro del Conte che si trova a Minas Tirith. E questo a sua volta è la copia fatta su richiesta del Re Elessar, del Libro Rosso di Periannath. Quest'ultimo era stato portato al Re dal Conte Peregrino nel 64 della Quarta Era (anno del suo ritorno a Gondor)». Il Libro del Conte fu dunque la prima copia del Libro Rosso e contiene tutto ciò che nelle edizioni seguenti fu perduto oppure omesso. A Minas Tirith fu molto commentato, ed in particolare furono corretti alcuni nomi, termini e citazioni in lingua gnomica; vi fu anche aggiunto un riassunto del Racconto di Aragorn ed Arwen.
La versione integrale pare sia stata scritta da Barallir, nipote del Commissario Faramir, poco dopo la morte del Re. Ma l'importanza dell'opera di Findegil è dovuta principalmente al fatto che essa è l'unica copia contenente le complete Traduzioni dall'elfico di Bilbo. Si tratta di tre volumi, scritti tra il 1403 ed il 1418, che dimostrano l'abilità e l'erudizione dell'autore nel servirsi di tutte le fonti d'informazione disponibili a Gran Burrone .
Tolkien completò quindi la costruzione del realismo, non solo filologico, ma anche storico, della propria opera, inserendo nelle appendici a Il Signore degli Anelli anche schede con annali di re e governatori in stile anglosassone, calendari, alberi genealogici e nozioni sulle metodologie del calcolo degli anni nella Shire.
Le terribili tarantole velenose giganti Ungoliant e Shelob.
Tea Club and Barrovian Society
Sempre in quell’occasione Tolkien acquistò varie cartoline fra cui una che probabilmente fornì l’ispirazione per la figura del mago Gandalf. La cartolina in questione replicava il quadro dell’artista tedesco Josef Madlener intitolato Der Berggeist (Lo spirito della montagna); nell’immagine era raffigurato un anziano canuto signore con una lunga barba, un avvolgente mantello rosso e un cappello verde con un’ampia tesa, che accarezza un daino sotto il pino di una foresta fra le montagne.
Lettera 306, Tolkien JRR , La realtà in trasparenza, Bompiani (2001), p. 439
Montagne Nebbiose
The Silmarillion.
Il Libro dei Racconti Perduti
Grado di mezzo fra i professori delle accademie inglesi che si inserisce fra il senior lecturer e il professor.
Sir Gawain (Galvano) e il Cavaliere Verde
L’antico inglese era la lingua parlata dagli anglosassoni.
Letteralmente in italiano significa “i mangiatori di carbone”. In realtà il coalbiter (kolbitr in norreno) nelle saghe scandinave era un ragazzo inizialmente pigro - che usava passare le giornate a scaldarsi davanti al carbone ardente dei focolai - ma che poi si rivelava capace di imprese eroiche. Tracce di coalbiter, o Cinderella man (Cenerentolo), potrebbero essere ricercate in Aragorn, che inizialmente fu incontrato dagli hobbit in una taverna. Allora, l’uomo che si rivelò essere l’unico erede al trono di Gondor, aveva la fama di persona poco raccomandabile e veniva chiamato Strider (Granpasso).
The Hobbit
Beowulf: i mostri e la critica
The Lord of the Rings
Sulle storie fatate (fiabe)
The Fellowship of the Ring
The Two Towers
The Return of the King
Le Avventure di Tom Bombadil
Albero e Foglia
Il Fabbro di Wootton Major
Beren e Luthien erano due innamorati, un uomo e una elfa, protagonisti di uno dei racconti più celebri de Il Silmarillion.
Humphrey Carpenter, JRR Tolkien, A Biography, HarperCollinsPublishers (1995)
Michael White, La vita di JRR Tolkien, Bompiani (2002)
Christina Scull e Wayne G. Hammond, J.R.R. Tolkien companion and guide – chronology, HarperCollinsPubblishers (2006)
JRR Tolkien , La realtà in trasparenza, Bompiani (2001)
Più avanti Courtney Phillips spiegherà cosa si intende per “fellow”.
L’articolo è stato pubblicato in forma integrale su Terra di Mezzo, periodico della Società Tolkieniana Italiana, n. 26 equinozio di primavera (2009). Inoltre è stato pubblicato in inglese il 30 agosto 2008 su Amon Hen n.212 (p.18-23), bollettino ufficiale della Tolkien Society vice-presieduta da Priscilla Tolkien, con titolo Best wishes from Thorin and Company! – Following Tolkien’s trails in Oxford e in italiano sul n.5/6 di dicembre 2008 del periodico bimestrale Vivi Lombardia (p.53-55) con titolo Sulle orme di JRR Tolkien.
La Common Room è una stanza presente nelle università e nei college britannici, in cui si riuniscono i fellows per discutere della politica del college, leggere il giornale, chiacchierare, guardare la televisione o prendersi semplicemente un tè o un caffè.
Non ancora laureato.
Il professor Tom Shippey, dopo avere letto il mio articolo, ha voluto arricchire la testimonianza del professor Phillips con il seguente testo inviatomi per e-mail il 3 giugno 2009: <<Vorrei aggiungere che a Oxford la struttura collegiale creò una certa divisione fra coloro i quali erano fedeli ai loro college (Good College Men) e quelli che erano fedeli alle loro facoltà accademiche. Sicuramente c’è anche chi era fedele a entrambi gli schieramenti e chi a nessuno dei due – Tolkien, penso, appartenesse a quest’ultima fazione, dal momento che non si interessò alla conduzione politica della facoltà e, come il Prof. Phillips ha detto, nemmeno agli affari del college.
Spiacevolmente io ero visto come un Good College Man, poiché ero in pessimi rapporti con la Facoltà di Inglese – parzialmente, penso, perché ero noto per essere in buoni rapporti con Tolkien, e ciò non erano gradito ad alcuni dei membri più anziani. Il St. John’s, comunque, mi supportò con forza e approvazione>>.
Il professor Tom Shippey, dopo avere letto il mio articolo, ha voluto arricchire la testimonianza del professor Phillips con il seguente testo inviatomi per e-mail il 3 giugno 2009: <<Almeno uno dei nostri membri, Dr. Stirzaker era stato un Junior Fellow al Merton, e si ricordava bene di Tolkien. Una volta gli dissi che il suo cognome doveva derivare dal tedesco “Stuerzacker”, ma egli mi rispose che non era assolutamente così, poiché era una forma inglese derivante dal norreno “styrs-aker”, che significa “il campo della lotta”. “Come lo sai? – gli chiesi – Sei un matematico, non sapresti distinguere il norreno dall’antico albanese!”, “Me l’ha detto Tolkien!” mi rispose con grande sicurezza. Ed io persi la sfida…>>.
Roger Highfield (emeritus fellow del Merton College, professore di storia), intervista rilasciatami nella Common Room del Merton College di Oxford (2008).
E’ uno strumento che in Gran Bretagna è molto comune fra gli anziani. Appare come una sorta di sedia di metallo con un manico al posto dello schienale e quattro gambe gommate che servono da appoggio alle persone con difficoltà motorie.
Il sub-warden ha il compito di aiutare il warden nella direzione del college. Il sub-warden ricopre diverse mansioni fra cui il preparare il materiale per le riunioni del corpo governativo dei fellows.
La stessa stanza in cui fui ospitato per l’intervista era una Common Room, che però, dati i cambiamenti interni subiti dai locali del Merton, probabilmente, non era la stessa in cui Tolkien espletava le sue mansioni di sub-warden
Flanders and Swann era un duo britannico in voga negli anni ’60, composto dall’attore e cantante Micheal Flanders e dal pianista e linguista Donald Swann. Erano celebri per comporre testi comici, satirici e in rima.
I migliori auguri da Thorin e compagnia!
“Io non mi occupo di una materia <<astrusa>>, ma di <<anglosassone>>. Alcuni possono crederlo astruso, ma non mi va di incoraggiarli. L’inglese antico e la letteratura islandese non sono più lontani dalle preoccupazioni della gente, o più difficili da imparare senza fatica, dello spagnolo commerciale (per esempio)”. Da Lettera 15, JRR Tolkien, La realtà in trasparenza, Bompiani (2001), p.27
In una lettera Auden scrisse a Tolkien: “Non penso di averti mai detto quale indimenticabile esperienza fosse per me da studente, sentirti recitare Beowulf. La voce era quella di Gandalf”. Humphrey Carpenter, JRR Tolkien, A Biography, HarperCollinsPublishers (1995), p.138
Tolkien attribuiva il suo farfugliare a un taglio alla lingua procuratosi durante una partita di rugby.
Carolyne Larrington (docente di norreno e anglosassone presso il St. John’s College di Oxford), intervista rilasciatami presso il St. John’s College (2008).
Heather O’Donoghue (docente di norreno e anglosassone presso il Linacre College di Oxford), intervista rilasciatami presso la Facoltà di inglese dell’Università di Oxford (2008).
La battaglia di Maldon
Il pellegrino
Stuart Lee (docente di anglosassone e lingua inglese della Facoltà di inglese di Oxford, direttore del Computing Systems and Services dell’Università di Oxford), intervista rilasciatami presso la Bodleian Library di Oxford (2008).
Lettera 165, JRR Tolkien, La realtà in trasparenza, Bompiani (2001), p.248
Anche le altre specie fantastiche della Terra di Mezzo, come, ad esempio, i nani, gli ent e le creature oscure al servizio di Sauron, parlavano idealmente con lingue proprie, che però nelle opere si riflettono soltanto in qualche toponimo, o poche frasi.
“Terra di Mezzo” è la traduzione del termine inglese Middle-earth, a sua volta traduzione di Midhgardhr, che nella mitologia norrena rappresentava il mondo degli uomini. [Il canzoniere eddico, Garzanti (2004), traduzione di Piergiuseppe Scardigli e Marcello Meli, Völospá stanza 4]
Uno su tutti il racconto sui figli di Húrin che è stato scritto in più forme di cui una poetica.
Ad esempio, la prima copia completa del testo medievale gallese Mabinogion era raccolta nel Libro Rosso di Hergest (circa XV secolo) – Mabinogion, Penguin (1976), p.29
JRR Tolkien, Il Signore degli Anelli, Bompiani (2000), p.40
Fonte: http://www.marcodinoia.it/wp-content/uploads/2011/03/TESI.doc
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Autore del testo: Marco Andrea di Noia
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