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KARL RAIMUND POPPER
Nasce a Vienna nel 1902, studi filosofia, matematica e fisica.
Nel 1928 si laurea in filosofia.
OPERE
Muore nel 1994 a Londra.
Riguardo al rapporto di Popper con il Neopositivismo vi sono tre tesi:
L’ipotesi più fondata è la terza:
Tuttavia con il neopositivismo è stato a stretto contatto e vi sono alcune dottrine comuni:
Dichiara che l’influenza più importante gliela ha data Einstein:
La rivoluzione epistemologica di Popper rispecchia quella in fisica di Einstein.
Due sono gli elementi che principalmente attinge dal fisico:
Popper trae da einstein i principi di fondo della sua epistemologia:
Gli interessi principali del filosofo sono:
Connesse tra loro dal razionalismo critico, che è il fondamento del liberalismo.
L’interesse di Popper non si limita alla conoscenza scientifica, ma alla conoscenza in generale:
Contrapponendosi ad un certo antifilosofismo di Wittengstein compie una riabilitazione della filosofia:
Rifiutando il declassamento dela filosofia a pura analisi linguistica, specifica che essa ha sempre a che fare con la realtà, non con parole vuote.
Rivaluta i presocratici e il problema cosmologico.
Popper vuole trovare una linea di demarcazione tra:
Offre una soluzione del tutto nuova.
Secondo un luogo comune, che divenne assioma nel neopositivismo, una teoria scientifica è valida nella misura in cui può essere verificata.
Il verificazioniemo è un’utopia e non è valido perché:
A quale principio ci si può appellare?
Popper rimodella a suo vantaggio le teorie di Einstein, rintracciando la demarcazione nel criterio di falsificabilità.
Una teoria è scientifica nella misura in cui è falsificabile:
Una teoria che non possa essere contraddetta non dice nulla di scientificamente valido:
La piattaforma del processo di falsificazione è costruita su asserzioni-base:
La validità di queste osservazioni si basa su un accordo tra i ricercatori di ritenerle valide.
Poiché la comunità dei riceratori può decidere di metterle in discussione, la base del sapere scientifico non è un sapere assoluto e stabile:
Le asserzioni base non fungono da base della scienza in senso cronologico o logico, ma in senso metodologico con una duplice funzione:
Queste asserzioni sono la chiave di volta dell’epistemologia popperiana:
La superiorità della falsificazione sulla verificazione deriva dall’asimmetria tra le due:
Dall’esperienza non si può imparare la verità di una teoria, bensì se ne può trarre la non falsità di un’ipotesi:
Popper sostiene che le ipotesi possono essere corroborate:
Il criterio di falsificabilità posto da Popper è stato molto dibattuto.
Una teoria scientifica entra in crisi e viene sostituita non per la sua falsificazione, ma nel confronto con le rivali.
In seguito a queste critiche Popper ammorbidisce un attimo la sua teoria:
ha anche concesso un certo dogmatismo prima della sostituzione delle teorie.
La falsificabilità non è un criterio di senso (significanza cognitiva=scientifica/ insignificanza cognitiva=non scientifica):
Per quanto riguarda la metafisica, non essendo falsificabile non è una scienza, ma non per questo è priva di senso:
Inoltre vi sono interconnessioni psicologiche e storiche tra teorie metafisiche e teorie scientifiche:
In ogni caso pur non essendo empiricamente controllabili, le metafisiche sono razionalmente criticabili, e ben lungi da ridursi a semplici chiacchiere, espressioni emotive e soggettive
Molto più duro è l’atteggiamento nei confronti del marxismo, della psicanalisi e della psicologia individuale, evidentissimo in “Congetture e confutazioni”.
La dottrina di Einstein si presenta con un potere esplicativo limitato, aperta a possibili smentite;
marxismo e psicanalisi sono dottrine onni-esplicative che appaiono:
Nel marxismo alcune teorie vennero falsificate, ma i seguaci reinterpretarono sia le teorie sia le prove empiriche, per farle concordare; così salvarono la teoria, ma la resero inconfutabile(non scientifica).
Analogamente per la psicanalisi, compatibile con i più disparati comportamenti umani, al punto che qualsiasi caso può fungere da conferma alle sue discordanti dottrine.
Si presenta come tipico filosofo del metodo, ma la sua posizione è più articolata.
Contro la tradizione empirista dice che non c’è alcun metodo per scoprire una teoria scientifica:
Distingue tra contesto della scoperta e contesto della giustificazione(fra genesi e valore delle teorie), le teorie scientifiche non hanno fonti privilegiate.
Una volta trovate, le idee, vanno provate:
Questo metodo non è altro che il procedimento per congetture e confutazioni, per prova ed errore, problemi-ipotesi-prove, rispondere ad un problema mediante un’ipotesi che deve venir sottoposta al vaglio critico dell’esperienza.
Il metodo è una sorta di prolungamento culturale dell’evoluzione, adattamento e sopravvivenza della specie:
- Einstein(atteggiamento critico e costruttivo nei confronti degli errori) risulterebbe uguale ad un’ameba(dogmatica).
Valorizzazione epistemologica e pedagogica dell’errore:
da Bacone, la scienza si fonda sull’induzione:
Popper sostiene che l’induzione come giustificazione delle teorie non esiste:
Ispirandosi alle riv. Scientifiche del suo tempo:
Da un lato segue l’orintamento logico-deduttivistico del razionalismo, dall’altro accetta l’insegnamento di fondo dell’empirismo moderno, secondo cui solo l’esperienza può decidere la validità di un’ipotesi.
Ciò è accompagnato dal rifiuto dell’osservazionismo (osservare la natura senza presupposti o ipotesi precostituite):
Si è accusato Popper di dare un’immagine faziosa del metodo induttivo:
La mente come faro richiama la tesi kantiana secondo cui l’intelletto umano non ricava i propri schemi dalla natura, ma li impone ad essa.
Ma precisiamo le differenze:
Aspettazione istintiva a reperire delle regolarità, molto simile al principio di causalità che Kant riteneva fosse parte della nostra mente, valido a priori.
Ma Kant sbagliò quando credette che gli schemi fossero necessariamente veri, o che noi potessimo imporle necessariamente alla natura. Giusto, ma con limiti.
Secondo Popper la scienza non è un’episteme in quanto le sue dichiarazioni sono e restano doxa.
La scienza non ha a che fare con verità, ma con semplici congetture. Le teorie non sono mai verificate, ma corroborate, ossia temporaneamente non-falsificate.
Il fallibilismo si accompagna al classico rifiuto del modello fondazionalista e giustificazionista del sapere:
Contro il fondazionalismo e giustificazionismo, Popper afferma che:
Connessione tra popperismo-socratismo: il fallibilismo non è altro che il non-sapere socratico:
Il fallibilismo di Socrate continua a stare dalla parte della ragione.
Popper: lo scopo della scienza non è la verità:
Mentre non possiamo mai avere argomenti sufficientemente buoni per pretendere di aver raggiunto la verità, possiamo avere argomenti ragionevolmente fondati per preferire una teoria all’altra, per pretendere di aver compiuto dei progressi verso la verità.
Il problema della preferenza razionale fra teorie si articola così:
La visione fallibilistica della scienza è legata al rifiuto di due classiche posizioni filosofico-epistemologiche:
Questo rifiuto si è accentuato nelle ultime opere, sta alla base della ripresa popperiana del realismo.
È andato elaborando una teoria realistico-obiettivistica basata sulla definizione della verità come corrispondenza fra proposizioni e fatti
Così da evitare il relativismo implicito di quelle posizioni di pensiero che non distinguendo fra teorie e fatti, prive di un criterio atto a valutare la consistenza delle teorie stesse.
L’ipotesi realistica ci ricorda che le nostre idee possono essere errate.
In antitesi alle degenerazioni dell’epistemologia post-positivistica, sostiene che le teorie scientifiche(costrutti della nostra mente) debbano poter cozzare contro la realtà. Da ciò la possibilità di dichiararle vere o false.
La teoria della verità come corrispondenza=distinzione realistica tra fatti e teoria, e fa si che si possa dire se la teoria sia vera o falsa. Ci permette di parlare di una realtà diversa dalla teoria(fondamentale per il realista).
Il realismo non è né dimostrabile né confutabile; del resto non gli è stata ancora opposta un’alternativa valida:
In “L’io e il suo cervello”,scritto con Eccles, affronta il problema dei rapporti fra mente e corpo, lo considera il più difficile della filosofia e si rifuta di risolvere il chiave materialistica o monistica. L’auto coscienza umana è una delle cose più straordinarie e strabilianti: una teoria della non esistenza della coscienza sta sullo stesso piano di una teoria della non esistenza della materia. Rifacendosi al dualismo Cartesiano, prende in considerazione un dualismo fra due tipi di stati(eventi) interagenti.=>Dualismo interazionistico, basato sull’ipotesi secondo cui mente e corpo risultano in un rapporto di azione reciproca, infatti sappiamo che interagiscono tra loro.
Intervenendo sulla disputa tra deterministi e indeterministi: parla di nuvole(sistemi fisici irregolari, disordinati e più o meno imprevedibili) e orologi(sistemi fisici regolari, ordinati e altamente prevedibili). Newton: prevalsa la legge determinista secondo cui tutte le nuvole sono orologi. Crollo della fisica classica, teoria dei quanti: prevalse la legge indeterministica secondo cui tutti gli orologi sono nuvole. L’indeterminismo risulta fondamentale per ogni dottrina della libertà in quanto il determinismo non lascia spazio alla creatività. Ciò di cui abbiamo bisogno per comprendere il comportamento umano razionale e di una natura intermedia tra il caso perfetto e il determinismo perfetto, tra nuvole e orologi. La libertà risiede nel controllo plastico del comportamento tramite i principi della razionalità critica. Per Popper sono considerati liberi quei sistemi organici complessi come gli esseri umani. È libero chi controlla i risultati dei sui tentativi casuali, imparando dagli errori, in più mira a trovare le falle delle sue provvisorie soluzioni.
Popper svolse un ruolo non indifferente anche in filosofia politica. La crisi del comunismo e degli ideali totalitari(dix e six) ha evidenziato la sua importanza come filosofo della società aperta e di critico per eccellenza di qualsiasi assolutismo teorico e pratico. Opere: “Miseria dello storicismo”(44-45), “la società aperta e i suoi nemici”(45) stimolato dall’invasione nazista dell’Austria. Originalità sta nel difendere le ragioni della libertà e del pluralismo con argomentazioni di natura epistemologica.
Il termine assume il significato di uno schema polemico di natura tipico-ideale, per alludere a tutte quelle filosofie che hanno preteso di cogliere un senso globale e oggettivo della storia, una sorta di destino cui tutti gli individui dovrebbero uniformarsi, accettando la direzione di marcia della società. Intende quella velenosa malattia intellettuale del nostro tempo, che definisce filosofia oracolare, comprende dottrine che non sono peculiari del marxismo, sono tra le più antiche del mondo. La critica a questo storicismo oracolare o totalitario è teoretico-metodologica e pratico-politica.
=>Aspetto conoscitivo: critica lo storicismo nella sua pretesa di base di cogliere un senso oggettivo o una struttura necessaria che formerebbe l’essenza della storia e del destino umano. La storia assume il senso che gli uomini le danno, non le è precostituito. Né la natura, né la storia possono dirci quello che dobbiamo fare essendo noi a introdurre finalità e significato nella natura e nella storia. In oltre critica la sua pretesa olistica, dimenticando che se vogliamo studiare qualcosa siamo costretti a sceglierne alcuni aspetti(prassi delle scienze).
=>L’errore metodologico più grave è quello di non far differenza tra leggi e tendenze. Una previsione per essere scientifica si deve basare su di una legge e non su una tendenza che è instabile.
=>Queste obiezioni sono cariche del suo discorso epistemologico. Accompagnate da altrettante contestazioni politiche. Ritiene che nello storicismo alberghi un’utopia totalitaria che produca asservimento e sofferenza per gli uomini. Se si ritiene che la storia abbia una direzione oggettiva, si è giustificati a liquidare chi rema contro. Presunzione filosofica e intolleranza politica degli utopisti, che finiscono per opprimere gli altri ed eliminarsi a vicenda.
Fonte: http://www.bluejayway.it/Enrico_Colombos_Page/Appunti_liceo_filosofia_storia_e_altro_files/KARL%20RAIMUND%20POPPER.doc
Sito web da visitare: http://www.bluejayway.it/
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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