Thomas Hobbes
I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
Thomas Hobbes
HOBBES
THOMAS HOBBES (1588 – 1679)
.
.
- Thomas Hobbes cerca di fondare la politica scientificamente. Deve dunque essere contestualizzato nell’ambiente scientifico e filosofico del Seicento. Nel 1610 compie il primo viaggio in Europa, come precettore di William Cavendish, e viene in contatto con l'élite culturale e scientifica del tempo, successivamente conosce Galileo Galilei, Gassendi e padre Mersenne. E’ in corrispondenza con Cartesio. La fondazione scientifica della politica esclude l'esistenza e la importanza del sapere pratico. Si legge nel Leviatano: "un argomento basato sulla pratica di uomini che non hanno vagliato fino in fondo e soppesato con ragione rigorosa le cause e la natura degli Stati (…) è privo di valore" (cap. 2).
- Il secondo elemento che occorre tenere presente è rappresentato dalle guerre di religione che infiammano l’intero continente europeo. E’necessario ricordare come la religione abbia assoluta rilevanza politica. Il fondamento del potere è di carattere religioso. Alcuni passi evangelici sono importanti a questo proposito. Importantissimo Romani 13, 1: “Ciascuno sia sottomesso alle autorità costituite. Infatti non c’è autorità se non da Dio: quelle che esistono sono stabilite da Dio. Quindi chi si oppone all’autorità si oppone all’ordine stabilito da Dio”. Altro passo significativo Giovanni 19, 11 quando Gesù dice a Pilato: “Tu non avresti alcun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall’alto”. La Riforma protestante ha un enorme impatto politico. Le guerre di religione divampano in Europa. Si sviluppano dottrine come quelle dei cosiddetti “monarcomachi” (uccisori di re), i quali sostenevano la legittimità, a determinate condizioni, di uccidere il monarca (nel caso, ad esempio, che si fosse trasformato in tiranno). La domanda principale che viene posta è: quando un uomo si trova perseguitato a causa della sua religione può difendersi con le armi? Si deve obbedire ad un tiranno? Quali sono le caratteristiche che fanno di un re un tiranno? E' lecito uccidere un tiranno? In effetti, Enrico III (di Valois) ed Enrico IV (di Borbone) vengono assassinati da fanatici convinti di queste dottrine.
- Terzo elemento importante è la situazione politica inglese. Vi era l’anglicanesimo, religione di stato dovuta alla riforma di Enrico VIII, che si proclama Capo della Chiesa Anglicana. Una religione che non era accettata dai cattolici e nemmeno dai puritani, una corrente derivata dal calvinismo. Il termine "puritani" compare nel 1565 e designa diverse sette (indipendenti e presbiteriani). Volevano purificare la chiesa dalle tracce del cattolicesimo e anche dai compromessi della chiesa anglicana. Il puritani si diffondono, soprattutto, tra i cittadini borghesi e in campagna. I ceti sociali che mandavano rappresentati alla camera dei Comuni. Occorre tener presente le vicende della Rivoluzione inglese, dal Corto Parlamento a Oliviero Cromwell.
In generale, possiamo affermare che Hobbes cerchi, fondando la politica scientificamente, di rendere indipendente la politica stessa dalla teologia. La scienza è il terreno neutrale su cui costruire uno spazio politico indipendente dalla religione.
L'opera più importante di Thomas Hobbes è il Leviatano, scritta nel 1651, quando Cromwell era al potere. Gli aspetti che prenderò in considerazione, in riferimento al Leviatano, sono la concezione dell'uomo, l'idea della vita sociale che consegue a questa concezione, l'idea dello stato.
- Antropologia (idea dell'uomo). Hobbes ha una concezione meccanicista dell'uomo.
- Per Hobbes è il moto a spiegare la realtà psicologica. Il modello è la causalità meccanica. L’uomo singolo è considerato come una sorta di macchina. Dal moto nasce la sensazione. (“ causa della sensazione è il corpo esterno o l’oggetto che agisce sull’organo proprio a ciascun senso, immediatamente, come nel caso del gusto e del tatto, o mediatamente, come nella vista e nell’odorato” (Leviatano, cap. I IL SENSO).
- L’immaginazione è determinata dal senso. Essa è tanto più debole quanto più lungo il tempo che è passato dopo la visione o la sensazione…” (cap. II L’Immaginazione.). Si distinguono due tipi di discorso mentale: uno involontario e uno “costante, ovvero regolato da qualche desiderio e da qualche disegno.” (cap III la successione della serie delle immagini). La concatenazione dipende e viene mossa dal desiderio: “dal desiderio nasce il pensiero”.
- Il discorso è fatto con il trasferimento del discorso mentale a quello verbale. La serie dei pensieri è trasformata in quella delle parole per due vantaggi. ”Il primo è il ricordo delle immagini, l’altro la comunicazione.” Occorre notare come sia in vista del vantaggio che nasce il discorso. “IL modo in cui il discorso serve a ricordare la consequenzialità degli effetti consiste nell’imporre nomi e nel connetterli tra loro” (Leviatano, cap. IV) Occorre notare come sia il vantaggio a fare dell'uomo un essere razionale (un uomo che ha il logos). Il logos stesso nasce in vista di un vantaggio e in seguito ad un desiderio persistente.
- La verità è relativa al discorso, non alle cose. Occorre definirle bene e poi fare un calcolo esatto. IL PRIMO USO DEL DISCORSO STA NELLA CORRETTA DEFINIZIONE DEI NOMI, CHE E’ L’ACQUISIZIONE DELLA SCIENZA, MENTRE IL PRIMO ABUSO RISIEDE NELLE DEFINIZIONI SCORRETTE O NELL’ASSENZA DELLE DEFINIZIONI DA CUI PROCEDONO TUTTE LE DOTTRINE SCORRETTE. Tale abuso riduce gli uomini che ricevono la loro istruzione dall’autorità dei libri e non dalla LORO RIFLESSIONE PERSONALE “ (Leviatano IV capitolo). Hobbes promuove l'uso autonomo della ragione, criticando la cultura scolastica (con cui egli stesso era stato istruito a Oxford) e l'autorità della tradizione filosofica. Criteri di verità sono l'analisi empirica "materialistica" e la connessione logica del discorso scientifico.
- Il bene e il male non sono legati a credenze religiose o metafisiche. L’uomo chiama bene quello che gli fa piacere, male quello che gli fa dispiacere. E'evidente che bene e male dipendono dal soggetto e non sono oggettivi o intersoggettivi. L'unica cosa che è male per tutti è LA MORTE.
- Nemmeno la volontà è definita in base a un criterio oggettivo. Volontà è definita, semplicemente, “l’ultimo degli appetiti”. Nemmeno qui Hobbes esce dalla prospettiva soggettivistica e relativista. Afferma: “..nella deliberazione l’ultimo appetito o l’ultima avversione che precede immediatamente l’azione o l’omissione di essa, è ciò che chiamiamo volontà”. VOLONTA E’ L’ULTIMO APPETITO NEL DELIBERARE. Afferma: “i pensieri sono , rispetto ai desideri, come esploratori e spie che perlustrano ogni luogo per trovare la strada verso le cose desiderate, dato che ogni fermezza e ogni rapidità del movimento mentale deriva da qui”. (Leviatano, cap. VIII).
- Conseguente è la definizione di libertà. Non è volta verso l'interiorità (come in Agostino), ma soltanto è volta verso l'esterno, e si risolve nel poter o non potere realizzare la propria volontà. Libertà è assenza di opposizione. Un uomo libero è colui che nelle cose che è capace di fare con la propria forza e il proprio ingegno, non è impedito di fare ciò che ha la volontà di fare.
- Antropologia e vita sociale
- Uguaglianza naturale degli uomini. Si legge nel Leviatano: “La natura ha fatto gli uomini così uguali nella facoltà del corpo e della mente che, benché talvolta si trovi un uomo palesemente più forte, nel fisico, o di mente più pronta di un altro, tuttavia, tutto sommato, la differenza tra uomo e uomo non è così considerevole al punto che un uomo possa così rivendicare per sé un beneficio per cui un altro non possa pretendere tanto quanto lui. Infatti, quanto alla forza corporea, il più debole ne ha a sufficienza per uccidere il più forte, sia ricorrendo a una macchinazione segreta, sia allenandosi con altri che corrono il suo stesso pericolo" (CAP. 13). Si è uguali nel poter dare la morte.
- La conseguenza dell'uguaglianza naturale è l'uguaglianza nella speranza di poter raggiungere i propri fini.
- Da qui nasce l'idea del diritto. Il diritto è soggettivo e rappresenta tutto ciò che un uomo ha il potere di raggiungere. Possiamo immaginarlo come una circonferenza nel cui centro ci sia l'individuo e il cui raggio sia il suo potere. “diritto di natura è la libertà che ciascuno ha di usare il proprio potere a suo arbitrio”…
- Vita sociale.
- Vi è il diritto di tutti su tutto. Questo determina uno stato di guerra permanente di tutti contro tutti. E'il cosiddetto "stato di natura". Possiamo pensarlo non come uno stato realmente esistito, ma come un'ipotesi di ciò che sarebbe la vita civile se non esistesse lo Stato. Questo stato presenta grandi svantaggi, quello supremo e universale: il timore della morte violenta. Il bene supremo è, infatti, la vita.
- In questa guerra non vi è nulla di ingiusto. Le nozione di giustizia e ingiustizia, diritto e torto non hanno luogo. Si legge: "da questa guerra di ogni uomo contro ogni altro uomo consegue anche che niente può essere ingiusti. Le nozioni di diritto e di torto, di giustizia e di ingiustizia non vi hanno luogo. Laddove non esiste un potere comune, non esiste legge; dove non vi è legge non vi è ingiustizia Violenza e frode sono in tempo di guerra le due virtù cardinali" (Cap. 13)
- Hobbes ritiene che esistano delle "leggi di natura". Viene definito: "precetto o una regola generale scoperta dalla ragione che proibisce a un uomo di fare ciò che distruggerebbe la sua vita o gli toglierebbe i mezzi per conservarla, e di non fare ciò che considera meglio per conservarla". Si chiama retta ragione, recta ratio. (cap. 14). Si trova qui una distinzione netta tra diritto e legge: diritto è "la libertà di fare o di astenersi dal fare", mentre la legge "determina o obbliga ad una delle due cose". E'una distinzione importante perché separa nettamente l'ambito dei diritti soggettivi da quello della legge, che questi diritti limita e disciplina.
- La prima legge di natura obbliga a cercare la pace. La seconda comanda che "si sia disposti, quando altri lo siano, a rinunciare, nella misura in cui lo si ritenga necessario alla pace e alla propria difesa, al diritto su tutto e ci si accontenti di avere tanta libertà nei confronti degli altri quanta se ne concede agli altri nei confronti di se stessi". La terza legge di natura comanda di rispettare i patti.
- Queste leggi non possono essere obbedite perché manca la sicurezza. Ovvero non vi è la certezza che anche gli altri obbediscano. Se si obbedisce alle leggi senza questa certezza, si rischia di soccombere. Perciò le leggi naturali obbligano solo nel foro interno (si tratta di un obbligo morale, ma non è obbligatorio anche adeguare le azioni esterne alle leggi.) Hanno valore esclusivamente morale e sono inapplicabili.
- Il patto sociale.
- La legge di natura basta a muovere gli uomini a stringere un "patto sociale". Secondo questo patto "si rinuncia o si trasferisce il proprio diritto a chi lo accetta".
- Ciascun uomo trasferisce il suo potere a un sovrano. Il trasferimento significa che "un certo beneficio va a una certa persona" (cap. 14). Il patto viene stretto tra tutti i contraenti in quanto singoli e il sovrano stesso. Quando il sovrano è istituito il patto diventa obbligatorio. Questo è un aspetto molto importante: il potere non ha più origine divina. Il potere è, originariamente, di ciascun uomo (che lo può cedere…). Il concetto di patto viene dal diritto privato.
- Quando il sovrano è istituito si è tenuti all'adempimento. L'adempimento viene imposto dal sovrano stesso. "Se si stabilisce un patto, in cui nessuna delle parti è attualmente adempiente e lo si fonda sulla fiducia reciproca, nella pura condizione naturale (che è una condizione di guerra) esso è nullo sulla base di un sospetto ragionevole. Non è invece nullo, se esiste un potere comune, posto al di sopra delle due parti, con un diritto e una forza sufficienti per imporre l'adempimento" (cap. 14) . La leva che tiene in piedi il patto è il timore. Il patto obbliga quando c'è un potere effettivo che costringe all'obbedienza.
- Dopo il patto vengono fondate la giustizia e l'ingiustizia. "..nel mondo si chiama ingiustizia o ingiuria l'atto di rendere volontariamente inefficace ciò che si è fatto volontariamente all'inizio". Ciò significa che rompere il patto è ingiusto. (cap. 14)
- Il patto vincola i soggetti singoli tra di loro e il sovrano. Per questo non può essere sciolto. Per poter essere sciolto la moltitudine degli uomini deve riunirsi e sciogliere il patto. Questo non è possibile: riunire tutta la moltitudine non può essere fatto. Inoltre il sovrano, come beneficiario del patto, dovrebbe essere d'accordo; il sovrano non rinuncia, dal canto suo, al potere che gli è stato conferito. E' evidente che Hobbes non vuole costruire un soggetto collettivo diverso dal sovrano, che, eventualmente, possa contrapporsi al sovrano stesso. O vi è il sovrano, o vi è la moltitudine dei singoli divisi tra di loro. Il sovrano non fa il patto con la totalità come una delle parti contraenti "perché la totalità non è ancora una persona unica" (cap. 18) diventa una persona unica solo tramite il sovrano. (vedi sotto al punto sulla rappresentanza).
- Il patto vale fino a che il sovrano garantisce la protezione dalla violenza. Quando non riesce più, viene meno la ragione fondante del patto stesso: la sicurezza. Se manca la protezione viene meno l'obbedienza. Lo stesso vale nel caso un suddito sia condannato alla pena di morte. Ha il diritto di fuggire.
- Il potere del sovrano rende la legge naturale obbligatoria. Perché garantisce la sicurezza. Peccato che ora non serve più.
IN GENERALE, LA LEGGE NATURALE, QUANDO SERVIREBBE, NON PUÓ ESSERE SEGUITA PERCHÉ È RISCHIOSO; QUANDO SI DEVE OBBEDIRE PERCHÉ IL SOVRANO GARANTISCE LA SICUREZZA, ALLORA NON SERVE PIU' PERCHE' VI E'LA LEGGE POSITIVA (QUELLA POSTA DAL SOVRANO STESSO). LA LEGGE DI NATURA E' PARADOSSALE.
- Leviatano. Il motto che è nel frontespizio è tratto dalla Bibbia, il Libro di Giobbe "non est potestas super terram quae comparetur ei" – non vi è potere sulla terra che sia comparabile a questo" Si tratta di un mostro con un potere assoluto.
- Il sovrano (Leviatano) rappresenta tutta la collettività. Qui è importante notare come il concetto di rappresentazione sia inteso come autorizzazione. I sudditi autorizzano il sovrano (tramite il patto) a rappresentarli. "Una moltitudine diviene una sola persona, quando gli uomini [che la costituiscono] vengono rappresentati da un solo uomo o da una sola persona e ciò avviene col consenso di ogni singolo appartenente alla moltitudine. Infatti è l'unità di colui che rappresenta, non quella di chi è rappresentato, che rende una la persona; ed è colui che rappresenta che dà corpo alla persona e ad una persona soltanto." (cap. 16) . Con la istituzione della persona rappresentativa della collettività, ogni singolo appartenente alla collettività riconosce tutte le azioni compiute dal sovrano come azioni proprie. (cap. 16)
- Il sovrano ha dei diritti nei confronti di coloro che gli hanno conferito il potere. Questi diritti sono:
- I sudditi devono rimanere fedeli al patto: "..non possono, senza il suo permesso [del sovrano] fare legittimamente un nuovo patto fra di loro, in forza del quale obbedire ad un altro" (cap. 18); non possono, senza il permesso del sovrano, ritornare ad essere una moltitudine disunita.
- Non può darsi alcuna infrazione del patto da parte del sovrano. Nessuno dei sudditi può sottrarsi all'obbligo di obbedire il sovrano.
- Quando la maggioranza ha proclamato il sovrano, tutti devono acconsentire al sovrano stesso. L'uomo "che faccia parte della comunità o meno, che il suo consenso sia chiesto o meno, deve sottomettersi ai decreti di essa o essere lasciato nella condizione di guerra in cui si trovava prima.; condizione nella quale poteva essere distrutto senza ingiustizia da qualsiasi uomo" (cap. 18)
- Ció che decide il sovrano non può mai essere un torto nei confronti del suddito. Perché ogni singolo rappresentato è autore delle azioni che fa il rappresentante "ne consegue che chi si lamenta di un torto del sovrano si lamenta di ciò di cui egli stesso è autore e non deve perciò accusare altri di se stesso…." (cap. 148).
- Nessun sovrano può essere messo a morte o punito dai suoi sudditi.
- Il sovrano decide quali sono le opinioni da professare nella sfera pubblica. Afferma Hobbes: "Inerisce alla sovranità l'essere giudice di quali opinioni e dottrine siano avverse e quali siano favorevoli alla pace e, conseguentemente, inoltre, delle occasioni, dei limiti e di ciò in cui ci si debba fidare degli uomini quando si tratta di parlare alle moltitudini del popolo, nonché di chi debba esaminare le dottrine di tutti i libri prima che vengano pubblicati." (cap. 18) (Hobbes concede che la verità dovrebbe essere l'unico criterio per la diffusione di libri e dottrine; tuttavia afferma che "dottrine contrastanti con la pace non possano essere più vere di quanto la pace e la concordia possano essere contro la legge di natura". (cap. 18) In sostanza rigetta tutte le dottrine che sono contrarie alla pace come dottrine false. Occorre notare come qui Hobbes parli esclusivamente delle dottrine da diffondere nella sfera pubblica. La sfera privata della "opinio", ovvero l'opinione, è interamente libera. In altri termini: in privato si può pensare ciò che si vuole.
- Il sovrano decide le regole in base alle quali ognuno può disporre o meno della proprietà. "infatti prima della costituzione del potere sovrano tutti gli uomini avevano in diritto a tutte le cose, il che necessariamente causava la guerra" Inoltre "queste regole della proprietà, e di bene e male, legittimità e illegittimità delle azioni dei sudditi, sono le leggi civili, vale a dire le leggi proprie di ciascuno stato in particolare" (cap. 18)
- Il sovrano giudica esamina tutte le controversie tra i sudditi, tutte le questioni di diritto sia naturale che civile, o questioni di fatto.
- Il sovrano ha diritto di fare la guerra e la pace con le altre nazioni e gli Stati. Guerra e pace sono prerogative della sovranità.
- Il sovrano sceglie ministri e consiglieri, magistrati e funzionari sia in pace che in guerra.
- Il sovrano punisce con pene pecuniarie e corporali o con l'ignominia e ricompensa con ricchezze ed onori quelli che, non solo disobbediscono o obbediscono alla legge, ma anche coloro che "egli giudicherà massimamente efficace a incoraggiare gli uomini a servire lo stato" (cap. 18)
CONSIDERAZIONI GENERALI: Il sovrano – Leviatano – di Hobbes è veramente un mostro potentissimo. La sovranità è irrevocabile, assoluta e indivisibile. Il sovrano è al di sopra della legge e non può essere giudicato. La legge definisce ciò che è giusto (ius quia iussum = il diritto è ciò che viene deliberato. Si contrappone all'espressione ius quia iustum = il diritto è ciò che è giusto). Il potere esecutivo, cioè il potere di costringere o di adoperare legittimamente la forza fisica, sia contro i nemici esterni che contro quelli interni presuppone il potere di giudicare. A fronte di questo potere assoluto, le libertà dei sudditi sono limitate a fare quanto non è vietato o non è prescritto dalla legge. Corrispondono agli ambiti in cui la legge non si esprime. Anche nella sfera privata il suddito può pensare ciò che vuole. Non nella sfera pubblica.
Nella sostanza Hobbes porta ad espressione alcuni concetti cardine per il pensiero politico futuro: la sfera del diritto come sfera soggettiva; l'idea della personalità dello stato, come uomo collettivo artificiale, che ottiene il monopolio della forza (legittima). Sottolinea il monopolio dello stato nella produzione giuridica, cosa rivoluzionaria soprattutto nel contesto inglese, in cui si è sviluppata fin dal medioevo una consuetudine giuridica indipendente dal potere sovrano. Inaugura una concezione "formalistica" del diritto: il fondamento della norma è identificato nella voluntas principis, indipendentemente dal contenuto della norma prescritta.La volontà sovrana è prospettata nei termini di un meccanismo "neutrale" rispetto alla sfera dei valori lasciata al soggetto.
Fonte: https://moodle2.units.it/pluginfile.php/79349/mod_resource/content/1/HOBBES%20manuale.doc
Sito web da visitare: https://moodle2.units.it
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
Il testo è di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente i loro testi per finalità illustrative e didattiche. Se siete gli autori del testo e siete interessati a richiedere la rimozione del testo o l'inserimento di altre informazioni inviateci un e-mail dopo le opportune verifiche soddisferemo la vostra richiesta nel più breve tempo possibile.
Thomas Hobbes
I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
Thomas Hobbes
"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano!" Isaac Newton. Essendo impossibile tenere a mente l'enorme quantità di informazioni, l'importante è sapere dove ritrovare l'informazione quando questa serve. U. Eco
www.riassuntini.com dove ritrovare l'informazione quando questa serve