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IL SISTEMA HEGELIANO: CHIARIMENTI SULLA LOGICA
Va detto anzi tutto che la logica hegeliana non ha le caratteristiche che oggi si attribiuirebbero a questa disciplina, vale a dire non è semplicemente l’enucleazione delle regole di calcolo di un sistema simbolico (un po’ come un gioco come gli scacchi: stabilisco un sistema di regole di base di tipo convenzionale e ne calcolo poi le possibili combinazioni).
La logica hegeliana pretende di essere l’articolazione della STRUTTURA RAZIONALE DELLA REALTA’. In tal senso si presenta come un’ONTOLOGIA FORMALE (= articolazione delle STRUTTURE DELLA REALTA’ IN GENERALE: domande del tipo “che cos’è una cosa?”, “quale rapporto c’è tra una cosa e le sue proprietà?”.
Ritorniamo allora un attimo sull’ASPETTO CENTRALE DELLA FILOSOFIA HEGELIANA, ossia l’affermazione dell’IDENTITA’ DI RAZIONALE E REALE.
La ragione, per Hegel, lo si è già più volte ripetuto, non è semplicemente una facoltà conoscitiva umana, accanto alla facoltà conoscitiva costituita dall’apparato sensoriale, non è soltanto un MEZZO DI ELABORAZIONE della RAPPRESENTAZIONE DELLA REALTA’, che si pone di fronte alla realtà per comprenderla e giudicarla (essempio: la storia procede per conto suo, poi la ragione sopraggiunge a giudicarne aspetti positivi e negativi, dall’esterno di quanto è accaduto).
La ragione è per Hegel il PRINCIPIO INFINITO CHE ANIMA ED ORDINA LA REALTA’.
Ma questo ordinamento razionale della realtà non è qualcosa di statico ed immobile.
La realtà razionale è dinamismo, sviluppo, progresso.
In effetti Hegel vede benissimo, come tutti, che la realtà è piena di cose insignificanti, assurde, casuali, inutili, ma ciò che intende sostenere è che ciò appare solo perché si assume un punto di vista parziale ed inadeuguato a comprende il SIGNIFICATO di ciò che è apparentemente insignificante, assurdo, casuale, ecc..
Al contrario, se si conquista un punto di vista adeguato, quello superiore costituito dalla comprensione filosofica, si vede come tutto concorre in un PIANO INFINITO che è appunto la RAGIONE AUTOCOSCIENTE, pienamente realizzato dapprima nella esteriorità del mondo naturale ( = l’ordinamento della complessità delle cose secondo leggi) e poi nel mondo storico (= la capacità attiva dello spirito umano di plasmare attraverso il tempo la continuità delle istituzioni, dei prodotti culturali ecc.).
Sbagliano allora, per Hegel, i filosofi che pretendono di GIUDICARE LA REALTA’, come se esistesse un tribunale più alto della realtà stessa (questo tribunale, ovviamente, potrebbe essere costituito da un DIO TRASCENDENTE, ma Hegel nega questa soluzione: la sua filosofia è un ASSOLUTO IMMANENTISMO).
Compito della filosofia è GIUSTIFICARE OGNI REALTA’ PARTICOLARE, comprendendone l’intrinseca necessità razionale: le cose apparentemente “prove di senso” o “sbagliate” che ci apre di vedere nella realtà, soprattutto in quello che hanno fatto gli uomini nel corso della storia, ci appaiono così perché non ne abbiamo una comprensione adeguata. Dal punto di vista della TOTALITA’ ogni cosa ha un senso, tutto è razionale.
La totalità si sviluppa STORICAMENTE verso la piena comprensione del proprio senso totale, cioè lo sviluppo della STORIA culmina nella piena comprensione del SENSO DELLA STORIA.
La filosofia hegeliana si presenta con questa pretesa (che potrebbe anche apparire come una presunzione) di essere questa piena comprensione del significato razionale della totalità.
Hegel trava significativo che la sua filosofia sorga dopo il maggiore sconvolgimento della storia moderna, quell’evento – agli occhi di tanti suoi contemporanei semplicemente catastrofico – che pare mettere in discussione ogni ordine precedente della storia: la RIVOLUZIONE FRANCESE.
Occorre, mette in chiaro Hegel, fornire una filosofia che sappia dar ragione e motivare l’apparente negatività degli sconvolgimenti a cui pare regolarmente soggetta la storia umana. Che sappia, cioè, ricucire ogni lacerazione e ricomporre ogni frattura storica, ogni SCISSIONE, in una superiore TOTALITA’ SPIRITUALE perfettamente CONCILIATA. Occorre insomma, ed è il compito che affronta anzi tutto la LOGICA HEGELIANA, mostrare e giustificare la POSITIVITA’ DIALETTICA DEL NEGATIVO: la negazione non è semplicemente la soppressione dell’elemento negato, ma l’avvio di un movimento di sviluppo, di SUPERAMENTO. E’ tipico della FORZA DEL NEGATIVO produrre una TENSIONE TRA GLI OPPOSTI, senza che però gli opposti possano fissarsi come tali. L’opposizione stessa si “tende” all’interno di una SUPERIORE SINTESI CONCILIATIVA. La dialettica, il movimento che produce è la MOLLA DEL DINAMISMO DELLA REALTA’.
Saper vedere tale dinamismo è compito della RAGIONE SPECULATIVA, e in questo consiste anche la sua SUPERIORITA’ SULL’INTELLETTO ASTRATTO sui si basano le scienze particolari: LA CONOSCENZA FILOSOFICA E’ PERCIO’ SUPERIORE A QUALSIASI SAPERE PARTICOLARE DELLE SCIENZE MATEMATICHE E NATURALI.
Le scienze procedono in questo modo: concatenamento particolari ragionamenti (ad esempio, ragionamenti matematici) di cui si può vagliare la correttezza o nella validità delle DIMOSTRAZIONI (è il caso appunto delle scienze geometrico-matematiche) o ricorrendo alla conferma empirica delle ipotesi attraverso l’OSSERVAZIONE DEI FATTI (è il caso invece delle scienze naturali).
La scientificità della filosofia, secondo Hegel, è di tutt’altra specie: la ragione è superiore all’intelletto, è, come dice Hegel, “speculativa”, in quanto sa derivare tutte le determinazioni del pensiero (i singoli concetti) esposte nel SISTEMA, l’una dall’altra, in un processo di cui si asserisce la perfetta NECESSITA’ , in quanto, posta l’identità di ragione e pensiero, la costruzione sistematica del sapere filosofico è anche la perfetta ricostruzione dell’ordinamento dialettico (dinamico) della realtà stessa, e non soltanto un’astratta elucubrazione sorta nella mente del filosofo.
La concatenazione dialettica dei concetti che costituisce il SISTEMA HEGELIANO pretende allora per i motivi che abbiamo detto di essere:
Il PUNTO DI VISTA SPECULATIVO che Hegel sostiene di aver pienamente conquistato, è come il vertice (l’unico vertice) da cui si coglie, in tutte le sue articolazioni, il SENSO DELLA REALTA’.
E’ indubbio che vi sia in questa pretesa un carattere totalizzante: tutte le altre filosofie, gli altri eventuali “punti di vista”, sono considerati AL DI SOTTO di quello, l’unico, autenticamente speculativo e razionale. Ma, in quanto parte essi stessi della realtà dello spirito, anch’essi sono “inverati” (= compresi ed assimilati) nella filosofia superiore.
Di qui il RAPPORTO DELLA FILOSOFIA HEGELIANA CON LA STORIA DELLA FILOSOFIA, di cui qualcosa si era già accennato.
L’intera storia della filosofia risulta:
La ragione che si dispiega dinamicamente nella realtà trova dunque la sua adeguata PRESENTAZIONE (non “fotografia” statica, ma “ripresa cinematografica” che conserva il dinamismo di ciò che viene riprodotto) nel SISTEMA HEGELIANO DELLE SCIENZE FILOSOFICHE.
Come dire: in Hegel la realtà, che è ragione, arriva finalmente alla piena comprensione di se stessa.
Tale dinamismo e movimento della realtà e del sistema che lo comprende è ciò che Hgel indica sotto la nozione di DIALETTICA.
Abbiamo già detto come per Hegel la filosofia, in quanto SAPERE ASSOLUTO, non è come le scienze particolari (fisica, matematica, biologia, ecc.) la conoscenza particolare di un certo settore della realtà. Nemmeno è però da vedersi come una certa interpretazione e visione soggettiva del mondo.
La filosofia è la realtà stessa compresa nel suo CONCETTO, ossia nella sua STRUTTURA RAZIONALE. Il che significa che la comprensione filosofica della realtà coglie la verità profonda, il “telaio razionale” che regge tutto ciò che accade.
Proprio questo è il compito che Hegel assegna alla PRIMA PARTE DEL SISTEMA: la LOGICA.
Il CONCETTO come lo intende Hegel non va inteso come una rappresentazione mentale, un’immagine che noi possiamo farci della realtà (caso mai un’immagine chiara e distinta, come pensava Cartesio), come se la realtà fosse separata ed indipendente dal concetto (esempio: il concetto di cane, rispetto ai cani esistenti) .
Il CONCETTO è L’IMMANENTE VERITA’ del reale, LA SUA STRUTTURA LOGICA.
Per la COSCIENZA COMUNE il prius, cioè il punto di partenza, è la CERTEZZA NATURALE e irriflessa delle COSE MATERIALI immediatamente date (siamo immediatamente sicuri, senza pensarci, che ci sono tante cose intorno a noi). Già la “Fenomenologia dello spirito” partiva dalla demolizione di simile ingenuità: non ci sono “tante cose”, con le loro caratteristiche, prima che la coscienza le abbia pensate – rivedere questo punto negli appunti sulla “Fenomenologia”.
Nella COSTRUZIONE DEL SISTEMA DEL SAPERE ASSOLUTO Hegel procede diversamente.
Il “cominciamento”, cioè il punto di partenza è la struttura logica della realtà, considerata astrattamente in sé: la struttura razionale considerata “prima” (in senso logico, non cronologico) del suo esteriorizzarsi nella NATURA, cioè considerata nel PURO ELEMENTO DEL PENSIERO (= il cosmo logico, non fisico, dei concetti puri: essere, nulla, parte, intero, essenza, esistenza, ecc.)
L’esposizione più compiuta di questa parte del sistema è svoltain modo molto ampio in un’opera poderosa intitolata “Scienza della logica”, e poi ripresa in in’esposizione più succinta nella prima parte dell’ “Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio”.
Ma che cosa intende Hegel per “Logica”?
Meglio ripeterlo: non soltanto la grammatica formale del corretto ragionamento (come ad esempio la intendeva ARISTOTELE), ma lo studio della STRUTTURA PORTANTE DELLA REALTA’.
D’altro canto tale struttura non è intesa, come la pensava KANT, nella sua LOGICA TRASCENDENTALE (nella “Critica della ragion pura”) come struttura portante del soggetto.
La parola “IDEA” che in Kant aveva assunto una connotazione negativa (una specie di illusione o errore in cui cade la ragione umana nel tentativo di oltrepassare i limiti dell’esperienza possibile) è in Hegel sinonimo di REALTA’ FONDAMENTALE = REALTA’ RAZIONALE = RAGIONE INFINITA.
Si dovrebbe aver chiaro a questo punto in che senso, come si diceva all’inizio, la LOGICA HEGELIANA sia in effetti un’ONTOLOGIA.
Ma da quanto si è più volte ribadito, si è anche capito come le strutture razionali della realtà, come le pensa Hegel, non vanno intese come qualcosa di statico (pilastri robusti che reggono il peso, proprio perché stabilmente immobile, di ciò che entra ed esce ai piani della casa soprastante).
Le strutture razionali della realtà sono DIALETTICHE, cioè processo e sviluppo di sintesi via via superiori e “più ricche” di significato di opposizioni reali.
E’ dialettica anzi tutto la triade fondamentale in cui si articola il SISTEMA:
Fonte: http://www.scientificofoligno.it/old/materiali-ins/calcagno/5-filo/IL%20SISTEMA%20HEGELIANO-LA%20LOGICA.doc
Sito web da visitare: http://www.scientificofoligno.it/
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