I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
Cartesio e “Il Discorso sul Metodo”:
Il discorso sul metodo è un testo che ha fatto epoca ed è molto importante per la cultura del Seicento, periodo in cui per influsso della rivoluzione scientifica cominciano a farsi sentire le dottrine dei nuovi esponenti.
Il testo è considerato il manifesto programmatico della filosofia moderna e doveva essere l’introduzione ai tre trattati scientifici, riguardanti la geometria, l’ottica e l’astronomia (“Geometria, Diottrica e Meteore”), in cui Cartesio chiariva il metodo con cui affrontava le sue trattazioni.
Nel Seicento e in tutta la filosofia moderna, il problema del metodo è centrale: è, infatti, gnoseologia (studio della conoscenza).
A partire da Cartesio si affronta il “dualismo gnoseologico”, una prospettiva basata sulla separazione tra pensiero ed essere.
Prima di Cartesio non ci si chiedeva se il pensiero derivasse dalla realtà, era infatti, implicito e dato per certo: il pensiero era manifestazione della realtà (Aristotele).
Con Cartesio si diffonde l’idea che il pensiero, conoscendo la realtà, la modifichi e la deformi.
Perciò noi non conosciamo la realtà, ma le nostre idee, che sono delle copie della realtà stessa.
PRIMA: Pensiero Essere
Il pensiero è una trasparenza, l’idea e ciò attraverso cui conosciamo la realtà.
Es: è come indossare delle lenti trasparenti.
CON CARTESIO: Pensiero // Essere
Pensiero ed essere sono separati.
L’idea diventa ciò che conosce la nostra mente.
Ciò che coglie l’uomo non è dunque direttamente la realtà, ma le idee. La realtà resta al di là.
Es: è come indossare delle lenti colorate.
In questo senso sorge il problema di capire se le immagini sono fedeli o se non corrispondono alla realtà, tanto è vero che le correnti filosofiche moderne del razionalismo e dell’empirismo si distinguono proprio su questo punto. Per i razionalisti in alcuni casi possiamo essere sicuri che la realtà corrisponda alle idee, mentre per gli empiristi non esiste un ponte tra i due ordini e quindi non c’è mai certezza.
Nell’ambito della filosofia moderna il mondo fisico è chiamato “mondo esterno”, vale a dire al di là della coscienza, tanto è vero che i filosofi si propongono di trovare non solo l’esistenza di Dio, ma anche quella delle cose.
IL DISCORSO SUL METODO:
Il breve testo contiene un progetto ambizioso: rifondare in modo globale e universale il sapere fin dalle sue fondamenta.
Nella prima parte Cartesio percorre passo per passo i suoi itinerari di studi e passa al vaglio tutte le discipline. Rifondare il sapere non significa eliminare le discipline della cultura tradizionale ma significa reinterpretarle rendendole funzionali ad un disegno unitario (visione sistematica del sapere).
Questo progetto era già stato portato avanti da Bacone nel Nuovo Organo. (vedi paragone con la città, libro).
Paragone:
Le opere compiute da un singolo sono superiori a quelle realizzate da molti, le quali mancano di perfezione: le città costruite da un solo architetto, ad esempio, presentano maggiore armonia, le leggi costituite allo stesso momento e da un unico legislatore sono più efficaci di quelle che nascono per necessità. Lo stesso modo, la sua opera filosofica vuole, attraverso il solo ragionamento di un singolo, raggiungere maggiori risultati nel campo della verità rispetto a quelle che si fondano su opinioni diverse. Come l’architetto, però, che per ricostruire una città che sia migliore, deve buttare giù le case, così Cartesio dovrà liberarsi di tutti gli insegnamenti che aveva ricevuto per poter raggiungere il suo scopo, il conseguimento della verità. Prima di respingere le diverse opinioni che la filosofia propone, però, bisogna dotarsi di un metodo, che possa farci orientare nel labirinto delle scelte possibili
Cartesio raccoglie l’eredità di Galileo anche se considera il suo progetto poco radicale, in quanto è uno scienziato e quello a cui mirava era ottenere risultati in campo scientifico, su un livello pratico. Cartesio si propone di chiarire quei concetti che Galielo ha lasciato impliciti (in quanto la sua descrizione non andava direttamente all’essere, alle essenze) cercando di raggiungere in campo filosofico la stessa universalità di consensi che Galileo aveva raggiunto con il metodo matematico.
Opera così una sorta di matematizzazione della realtà.
Il sapere:
La matematica ha un forte impatto sulla filosofia di Cartesio. Essendo il metodo matematico assolutamente rigoroso, estendendolo al campo filosofico si raggiunge, come in campo matematico a conclusioni e risultati veri, certi (rigorizzare la conoscenza).
Cartesio rappresenta il sapere come un albero:
Rami SCIENZE PARTICOLARI: medicina; meccanica; morale.
N.B. La morale (agire dell’uomo) è equiparata alle scienze naturali, perciò l’uomo è visto come un essere naturale.
Tronco FISICA, che è la premessa a tutte le altre scienze.
Linfa MATEMATICA, il metodo, ciò che definisce e rende possibili le altre scienze.
Radici METAFISICA, è la base del sapere (continuità con la filosofia tradizionale).
La matematica:
Cartesio individua nella matematica una certezza, un’evidenza e delle potenzialità teoriche, tali da portarla ad essere il metodo della sua filosofia e il fondamento di tutto il sapere.
SCETTICISMO: letteralmente è il dubbio sulla possibilità di raggiungere la verità.
Secondo Cartesio lo scetticismo rischiava di diffondersi perché la filosofia si perdeva in una serie di contraddizioni e portava solo a continue dispute e discussioni che alimentavano una specie di “sfiducia” nella ragione. Applicando un metodo matematico si raggiungerebbe ad un unico e indiscutibile risultato. La matematica in campo filosofico dà la condizione di certezza.
Nella II parte Cartesio parla della logica e della matematica intesi come modelli del sapere.
Il sillogismo, come per Bacone, anche per Cartesio è un metodo che non porta a nessuna scoperta.
Per Cartesio l’algebra e la geometria sono discipline particolari, la prima legata ai numeri, la seconda alle figure geometriche. La necessità è la relazione tra le due, tra gli enti matematici e quelli geometrici.
La matematica non è semplicemente concepita come qualcosa che si concentra solo sui numeri, la matematica intesa da Cartesio è molto di più, è basta sulla logica, sulle relazioni necessarie.
Queste, non sono altro che “lunghe catene” di ragionamenti. La concatenazione necessaria non è vincolata all’ambito matematico, può essere estesa agli altri ragionamenti.
Cartesio cerca così di fondere le discipline tra loro per “allargare l’orizzonte”.
Un esempio, la geometria analitica è nata per connettere algebra e geometria, allargando gli orizzonti dell’una e dell’altra disciplina.
Applicare la matematica alla filosofia significa perciò rispettare un ordine necessario e sviluppare concatenazioni necessarie e non spiegare la filosofia con numeri e forma.
Metodo che, per altro restituisce fiducia e sarà garanzia dei migliori risultati possibili.
Le 4 regole del metodo cartesiano:
Le regole erano inizialmente 21, ma successivamente per ragioni di semplicità e per meglio ricordarle sono state riassunte in 4 regole, chiare e seguite in modo corretto, senza eccezione.
1. REGOLA: Evidenza (chiarezza e distinzione)
Il punto di partenza di ogni nostro conoscere sta nell’evidenza.
N.B. per Aristotele l’evidenza è la caratteristica del principio primo.
Questa regola non sta sullo stesso piano delle altre, sta al di sopra, è la regola fondamentale: è il criterio di verità.
Qualcosa è evidente quando è chiara e distinta.
Chiara: è l’idea presente e aperta alla mente di chi si rivolge.
Distinta: è l’idea che si presenta così chiaramente, tanto da distinguersi dalla altre. Priva di elementi oscuri o di ambiguità.
Tali caratteristiche implicano una totale trasparenza tra la mente e il suo contenuto, che quindi si corrispondono. La “giustificazione” di questa regola si trova nella IV parte.
2 REGOLA: Analisi:
Conoscere significa intuire. L’intuizione, coglimento immediato, è per Cartesio alla base di qualsiasi deduzione, delle concatenazioni di ragionamenti (richiamo alla filosofia aristotelica).
L’intuizione esige la semplicità.
Un oggetto complesso deve essere analizzato, e perciò diviso nelle varie parti costitutive, deve essere ricondotto alle parti semplici che lo compongono. È perciò un processo che va dal complesso al semplice.
3. REGOLA: Sintesi
è il processo inverso all’analisi, va perciò dal semplice al complesso.
Le relazioni tra tutti gli elementi non sono più solo un dato di fatto. La complessità ottenuta dalla sintesi non è più solo un ordine di fatto (come in partenza), ma è qualcosa di trasparente, qualcosa governato dalla nostra mente. La relazione tra i pezzi è il risultato del mio ragionamento.
4. REGOLA: Enumerazione completa:
E’ una revisione finale per vedere se si compiuti eventuali errori o se si è omesso qualche cosa, durante la sintesi.
Regole della morale provvisoria:
La III parte contiene le regole della morale provvisoria. Cartesio fornisce all’uomo regole per agire finché non avrà rifondato il sapere e formato quindi una propria morale.
Le regole sono:
1. Obbedire alle leggi e consuetudini del proprio paese.
2. Non cambiare le decisioni prese
3. Sapersi dominare e agire più su se stessi che sugli agenti estrni
Per seguire le regole della morale non conta solo l’intelligenza ma anche la volontà. Niente è totalmente in nostro controllo come i nostri pensieri.
Alla volontà viene attribuito anche l’errore perché ci porta a vedere cose che non ci sono o a non vedere cose evidenti (3 regola).
IV parte:
Esiste una verità che abbia in sé i caratteri della chiarezza e distinzione di cui non si possa assolutamente dubitare, che possa costituire il fondamento del sapere?
Cartesio dubita su tutto quello di cui ha anche una minima incertezza, per vedere se riesce a raggiungere un qualcosa su cui non si riesca più a dubitare, una verità assolutamente certa che sia alla base di ogni sapere. Il dubbio è dunque il metodo con cui Cartesio ricerca il fondamento del sapere.
Il dubbio cartesiano è:
- Universale: Cartesio dubita di tutto,il dubbio riguarda tuta la realtà.
- Iperbolico: perché è estremizzato. Il dubbio è infatti una finzione portata alle estreme conseguenze. Più viene spinto al limite più sarò sicuro che quello che si sottrae è il vero fondamento. Per spiegare tale caratteristica Cartesio introdurrà in un suo altro scritto, “meditazioni Metafisiche”, la figura del genio maligno. È una sorta di diavolo ingannevole che ci può ingannare anche su quello che ci appare più evidente.
- Metodico (non è una forma di scetticismo): il dubbio è comunque una via di verità, non è un dubbio scettico, dunque di colui che non crede in nessuna verità. Cartesio dubita, perfino sull’indubitabile, proprio per arrivare alla verità assoluta.
La prima certezza che si sottrae al dubbio è il pensiero, posso dubitare su tutto ma non posso dubitare di dubitare, di pensare. Il dubbio è una forma di pensiero. Cartesio dice: “Cogito ergo sum”, “penso dunque sono”, inteso come esistenza del pensiero.
Partendo da 3 possibili errori Cartesio li estremizza arrivando alla formazione del dubbio:
- Errori dei sensi: i sensi sbagliano, ad esempio, un oggetto lontano mi appare piccolo di quanto sia.
- Errori di ragionamento: sono i cosiddetti paralogismi, ovvero i ragionamenti scorretti.
- Confusione tra sogno-realtà, o come per Cartesio tra sonno-veglia. Tale visione è legata al dualismo gnoseologico. Tutte le nostre conoscenze sono sogni, rappresentati senza fondamento nella realtà. Il sogno ha la sua logica, ma la realtà è un’altra al di là dei pensieri (dualismo). Quello che noi pensiamo non è la realtà ma le idee.
Cartesio può fingere di non aver un corpo ma non di non pensare.
Il pensiero è l’essenza dell’essere e esiste senza corpo. Il corpo, diversamente, non esiste senza pensiero, è un “accessorio”,ciò non vuol dire che Io esista senza corpo.
Penso Sono
(atto di pensiero)
sostanza pensante: res cogitans. Sono un essere la cui essenza/natura s’identifica con il pensiero.
La res cogitans è perciò alla base sia del dualismo gnoseologico che antropologico (che riguarda solo l’uomo in quanto anima e corpo).
Dualismo antropologico: separazione tra anima e corpo.
Il corpo ha una funzione secondaria, non fa parte dell’uomo in quanto sostanza pensante. Ciò non vuole però dire che l’uomo può vivere senza il corpo.
L’uomo è una sostanza pensante (res cogita) e questa posizione è alla base sia del dualismo gnoseologico che antropologico:
ANIMA CORPO
È una sostanza pensante, È pura estensione,
l’essenza profonda dell’uomo. pura materia.
Res Cogita Res Extensa
Nella prospettiva di Aristotele anima e corpo non sono due sostanze separate. Con Cartesio viene a mano l’unità profonda tra anima e corpo.
Anima = essenza dell’uomo
Su questo fatto (anima // corpo) Cartesio andrebbe criticato, perché non è possibile che l’uomo sia distinto.
Dopo il dualismo antropologico, Cartesio esplicita il criterio di verità (già enunciato nella seconda parte, viene qui spiegato) e dà la fondazione delle regole del metodo.
Le cose che noi percepiamo ben chiaramente e distintamente sono vere. Il cogito resiste al dubbio perché è autoevidente, chiaro a se stesso.
Tutte le verità che si presenteranno alla mente come il cogito, sono vere.
Tra le tante idee presenti nella mente Cartesio evidenzia tre categorie di idee:
- INNATE: sono le idee presenti nelle mente indipendentemente dall’esperienza, sono impresse originariamente. Tra queste c’è l’idea di Dio, che Cartesio definisce il sigillo dell’artefice nella sua “opera”.
- AVVENTIZIE: sono le idee che derivano dall’esperienza.
- FITTIZIE: sono quelle idee a cui non corrisponde nulla nella verità, quelle prodotte dalla nostra mente e che derivano dalla combinazione di idee avventizie (es. un asino che vola, le chimere).
Influenzato dal dualismo gnoseologico Cartesio cerca di rispondere alla domanda se esiste un essere reale che corrisponda all’idea di Dio.
Il problema metafisico dell’esistenza di Dio viene perciò individuato secondo prospettiva gnoseologica.
Cartesio sviluppa tre prove per dimostrarne l’esistenza.
Cartesio afferma di essere un essere imperfetto, tant’è che dubita su tutta, ma riconosce di avere in sé l’immagine di un essere perfetto (Dio).
N.B: Non è il Dio cristiano, è Dio inteso come essere assolutamente perfetto.
I PROVA: (prova a posteriori)
Sono un essere imperfetto (infatti dubito), ma possiedo nella mia mente l’idea di Dio (essere perfettissimo). Poiché non possiedo tutta la perfezione contenuta in quell’idea , a poiché dal nulla non viene nulla, allora quest’idea non può derivare da me stesso.
Perciò esiste l’essere perfettissimo, che è la fonte da cui deriva l’idea di Dio.
Questa è una prova a posteriori perché risale dall’effetto alla causa. Infatti si risale dall’idea di Dio, che è l’effetto dell’esistenza di Dio, alla sua esistenza (causa).
II PROVA: (prova a posteriori)
L’essere limitati indica la dipendenza a qualcosa di illimitato.
Se sono un essere imperfetto, non sono io la causa del mio essere , altrimenti mi sarei attribuito tutte le perfezioni. Quindi il mio essere dipende da un essere assoluto, che ha in sé ogni perfezione (Dio).
N.B: Sintomo della dipendenza è l’essere composti, noi stessi siamo costituiti da anima e corpo. Dio è assolutamente semplice e unitario.
III PROVA: (prova a priori: causa - effetto)
Questa prova riprende l’argomento ontologico di Anselmo di Aosta, ma con un riferimento alla matematica e alla geometria.
Per Cartesio la matematica diventa la chiave di lettura di tutta la realtà e paragona la dimostrazione dell’esistenza di Dio a qualunque dimostrazione di geometria, certa ed evidente (anche Dio va incontro a matematizzazione).
La necessità dell’esistenza di Dio è paragonabile alla necessità di alcune proprietà matematiche e geometriche.
Esempio del triangolo: un triangolo non è un triangolo se non ha la somma degli angoli interni di 180°. Allo stesso modo Dio non è Dio se dicessimo che non esiste.
Così come un triangolo con 4 lati non esiste, non si può negare l’esistenza di Dio, perché se non esistesse, non sarebbe più l’essere perfetto.
Idee e realtà:
L’unico modo per riconoscere il sogno dalla veglia è confrontare ciò che c’è nel sogno e ciò che c’è nella veglia. Sia nel sogno, sia nella veglia non bisogna lasciarsi convincere se non dall’evidenza.
Esistono per forza alcuni casi per cui le idee corrispondono alla realtà, questo perché è Dio che ha creato le nostre facoltà conoscitive.
In alcuni casi idee e realtà corrispondono. Quando le cose ci appaiono chiare e distinte, se Dio esiste posso essere certo che sono vere.
Cartesio cade perciò in un “circolo vizioso”, utilizza nella dimostrazione, quello che voleva dimostrare.
DIO EVIDENZA
Usa l’evidenza per dimostrare l’esistenza di Dio e usa Dio per garantire (in alcuni casi) la corrispondenza tra idee e realtà.
Dio è garante, garantisce infatti la corrispondenza tra le idee e la realtà.
All’obiezione del circolo vizioso, Cartesio afferma che Dio non è il garante dell’evidenza, che è invece già un principio primo e quindi non ha bisogno di essere garantito.
Dio è il garante del permanere nel tempo dell’evidenza, di ciò che una volta ciò ci è apparso evidente.
Il problema del circolo vizioso nasce dal dualismo gnoseologico, che cerca di mettere in comunicazione due principi separati: il pensiero e l’essere.
Quinta parte:
La quinta parte del metodo è dedicata alla fisica, allo studio del mondo naturale e in questa parte Cartesio è profondamente influenzato da Galileo.
Questi afferma che gli aspetti che sono quantificabili fanno parte della realtà.
Cartesio consolida l’immagine di universo che aveva dato Galileo, e la porta alle estreme conseguenze, separando gli aspetti qualitativi, i valori e i fini in generale (appartenenti alla res cogitans), dalle cose misurabili, che facevano invece parte della res extensa.
La metafisica si occupa della res cogita, dello studio di Dio e dell’uomo come materia pensante.
La fisica si occupa della res extensa.
Il mondo fisico di Cartesio è pura estensione, pura spazialità sempre in movimento, come un blocco opaco di cera, senza colore ne forma, che può prendere tutti i colori e le forme, proprio perché non ne ha alcuna. (Forme e colori che assume dalla res cogita)
La natura rivela però un certo ordine, in quanto Dio (il creatore della res cogita e della res extensa) imprime nella natura stessa delle leggi, che permettono di studiarla dal punto di vista scientifico Paragone dell’universo con l’orologio: l’orologio, l’universo, continua a funzionare con le leggi impostate dall’orologiaio (Dio) e non c’è bisogno di regolarne ogni volta i meccanismi.
L’universo è proprio come l’orologio: una macchina.
RAPPORTO DIO – UNIVERSO:
Dio è il creatore dell’universo, ma il suo atto non si limita alla sola creazione.
Egli infatti imprime nell’universo delle leggi secondo le quali si sviluppa. Quindi la sua regolarità e il suo ordine vengono da Dio.
Una volta che Dio ha impostato le leggi, l’universo procede da solo (Dio-orologiaio), secondo le sue regole senza ulteriori interventi.
Tesi che secondo alcuni ha favorito l’ateismo.
Per Cartesio Dio è la causa prima, ma è una causa lontanissima. Concepire l’universo come una macchina che segue da sola le sue leggi, allontana la figura Dio, la porta ad escludere, e per questo porta all’ateismo.
Dio è il creatore dell’universo, ma è un fondamento distante perché non c’è da parte sua un intervento diretto sulla natura.
LA MATERIA È PRIVA DI “FORME SOSTANZIALI”:
Tra tutte le proprietà dei corpi, quella puramente intelligibile, misurabile e quantificabile è l’estensione.
L’estensione (pura spazialità) è l’essenza dei corpi del mondo fisico, quindi la Res Extensa è la prerogativa essenziale del mondo naturale. È l’unica proprietà oggettiva, al di fuori delle numerose sfumature soggettive.
La Res Extensa è chiara ed evidente in quanto è misurabile e quantificabile. Questa concezione della materia, come pura estensione opaca, è la negazione della visione qualitativa dell’universo, porta ad affermare che essa è priva di forme, contraddicendo il pensiero di Aristotele e Bruno.
La materia è, infatti, l’oggetto della matematica, il cui scopo non è la ricerca delle forme (visione qualitativa), quanto più la quantità (visione quantitativa).
IL CORPO È UNA “MACCHINA”:
Anche il corpo umano è pura Res Extensa. Come un orologio, il corpo è un ingranaggio.
Anima e corpo sono separate e ciascuna risponde alle proprie leggi.
Il corpo umano è una macchina perfetta, in quanto è stata creata da Dio.
GLI ANIMALI SONO…
La differenza tra uomo e animale sta nella ragione, intesa come capacità di astrarre e formulare i concetti, gli animali sono privi di ragione.
Per Cartesio gli animali non solo non hanno ragione, ma non possiedono neanche un’anima. Cartesio identifica l’anima con l’anima razionale, cioè la Res Cogita.
Gli animali non hanno ragione, non pensano e quindi sono privi di anima.
RAPPORTO CORPO – ANIMA RAZIONALE:
Anima e corpo sono due sostanze distinte (dualismo antropologico), con tutti i problemi di comunicazione che ne conseguono.
Cartesio per mettere in comunicazione le due parti utilizza l’espediente della ghiandola pineale, un ghiandola, posta al di sotto del cervello, che giustifica l’azione dell’anima sul corpo.
auspica così una continuità che nei suoi principi metafisici non esiste.
infatti il presupposto da criticare non è tanto il fatto della ghiandola pineale quanto più il problema che sta al di sotto di tutto, il dualismo antropologico.
A C l’anima agisce sul corpo con atti volontari
C A il corpo agisce sull’anima nelle passioni e nei deseideri. Argomenti che Cartesio affronterà
nel suo ultimo trattato, con la stessa sistematicità, rigorosità che ha nell’indagare i fenomeni naturali (estende la matematica alle passioni umane).
L’anima è ciò che rende l’uomo al di sopra degli altri esseri creati.
DUALISMO ANTROPOLOGICO: è il caso particolare del dualismo metafisico tra res cogita e res extensa.
Fonte: http://digilander.libero.it/alemar85/Autori%20filo/cartesio.doc
Sito web da visitare: http://digilander.libero.it/alemar85
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
Il testo è di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente i loro testi per finalità illustrative e didattiche. Se siete gli autori del testo e siete interessati a richiedere la rimozione del testo o l'inserimento di altre informazioni inviateci un e-mail dopo le opportune verifiche soddisferemo la vostra richiesta nel più breve tempo possibile.
I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano!" Isaac Newton. Essendo impossibile tenere a mente l'enorme quantità di informazioni, l'importante è sapere dove ritrovare l'informazione quando questa serve. U. Eco
www.riassuntini.com dove ritrovare l'informazione quando questa serve