Genetica ambiente e personalità

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Genetica ambiente e personalità

2) Genetica, Ambiente, Personalità
Interazione Geni-Ambiente:
Si ritiene che le persone cambiano in buona misura nel corso dello sviluppo e che l’impatto delle precoci esperienze, anche quelle negative, può avere effetti a lungo termine assai diversi in relazione alla natura delle successive esperienze di vita.
Si intende richiamare l’attenzione da un lato sulla grande variabilità interindividuale e dall’altro sulle grandi potenzialità di recupero che contraddistinguono la specie umana.
Le esperienze che conducono alla stabilizzazione e al mantenimento di una situazione di benessere o di disagio sono infatti importanti quanto le prime esperienze che avviano un percorso di sviluppo nella direzione della salute o piuttosto del rischio evolutivo. Esperienze come il lavoro, il matrimonio, la crescita dei figli, estendo lo sviluppo oltre gli anni dell’infanzia.
Le cause della personalità non vanno ricercate solo nell’organismo o nell’ambiente. Sia l’organismo che l’ambiente sono infatti sistemi aperti in relazione di stretta reciprocità.
Il comportamento dipende da entrambi i fattori biologici/ereditari ed ambientali/culturali. Soltanto l’indagine sull’intero arco della vita può dunque svelare il ruolo delle transazioni multiple che segnano la personalità individuale.
Per quanto riguarda il ruolo delle influenze genetiche i recenti sviluppi inducono a riconoscere all’ereditarietà un ruolo assai più importante di quanto non si pensasse in passato, non solo per quanto concerne l’intelligenza ma anche per quanto concerne i principali tratti della personalità. Il patrimonio genetico raggiunge il 50% e il 70% nel caso dell’intelligenza e percentuali tra il 30% e il 50% nel caso dell’estroversione, della stabilità emotiva e dell’apertura intellettuale.
Plomin sostiene che il bambino seleziona e modifica il suo ambiente sulla base delle sue caratteristiche temperamentali.
Il bambino estroverso ha maggiori probabilità di essere invitato a prendere parte ad attività sociali rispetto al bambino che è, o che è percepito, come timido. I bambini dotati intellettualmente sono attratti da compiti più difficili e competitivi.
L’influenze genetica e l’ereditarietà cresce col crescere dell’età, certi geni possono essere programmati per attivarsi solo dopo alcuni anni dalla nascita.
Nella famiglia, fra i diversi fratelli, hanno una maggiore importanza le influenze ambientali “non condivise” rispetto a quelle “condivise”. Le influenze condivise sono quelle che hanno un impatto simile su tutti i bambini nella stessa famiglia come: sovraffollamento, povertà e separazione familiare. Le influenze non condivise sono invece quelle che hanno un impatto differente su ogni bambino nella stessa famiglia, come un ricovero ospedaliero, la frequenza di una scuola diversa, o anche l’essere il primogenito o l’ultimogenito, il preferito o il capo espiatorio.
Le influenze ambientali che contano significativamente non sono quelle connesse all’ambiente fisico o alle condizioni economiche, ma quelle connesse all’ambiente relazionale. Le esperienze che rendono differente lo stesso ambiente sono il diverso trattamento ricevuto dai genitori, i differenti legami che si sono instaurati con i vari membri della famiglia, le aspettative, i sentimenti che si sono accompagnati a tali legami.
Esperienze come la separazione dalla madre, la carenza di cure parentali, il conflitto tra i genitori, possono essere stressanti per certe persone, non toccare in alcun modo altre persone, ed essere costruttive per altre persone ancora.
Si è creduto per molti anni che esperienze dei primi anni negative, avevano una serie di difficoltà psicologiche per tutta la vita. Recentemente si è dimostrato che esperienze successive riparatorie possono attenuare o annullare gli effetti negativi delle sofferenze e delle privazioni precoci, ma che alcune persone sono fin dall’inizio più “elastiche” e più “attrezzate” di altre a cimentarsi con le difficoltà della vita.
Ciò che una persona diventa in definitiva dipende dai particolari incontri che costellano il suo sviluppo, gli stessi incontri possono avere effetti a breve e a lungo termini diversi nei diversi individui.
Studi Sulla Trasmissione Genetica di Caratteristiche di Personalità:
L’organismo biologico interagisce dinamicamente con l’ambiente nel corso del ciclo di vita.
Riconoscere che la biologia e l’esperienza si influenzano a vicenda pone nuovi interrogativi: in che misura gli organismi vengono al mondo con capacità comportamentali già costituite.
Per comprendere l’influenza esercitata dall’ambiente sulla persona, è necessario considerare anche i fattori biologici che danno forma all’esperienza.
Gli studi sulla trasmissione genetica di caratteristiche di personalità hanno riguardato principalmente i cosiddetti tratti comportamentali. Due sono i sistemi: quello di Eysenck e la “Teoria dei Cinque Grandi Fattori”.
Vivere nello stesso ambiente comporta in genere maggiore somiglianza.
La complessità di molti sistemi comportamentali porta alla conclusione che i geni non sono il destino. Anche le disposizioni genetiche possono essere sensibili all’interscambio con i fattori ambientali e comportamentali.
Ambiente Condiviso e Ambiente non Condiviso:
Possono essere necessari determinati ambienti per scatenare gli effetti di geni specifici.
Le influenze ambientali tendono a rendere i bambini cresciuti nella stessa famiglia differenti piuttosto che simili. Tali influenze vengono definite “ambiente non condiviso”.
I principali aspetti dell’ambiente non condiviso sono, malattie, incidenti, ordine di nascita, distanza di età, la diversa percezione soggettiva o la personale interpretazione che il singolo da delle medesime situazioni.
Non è l’ambiente familiare condiviso che determina la somiglianza tra i membri di una famiglia. Le influenze ambientali più significative non sono condivise dai membri di una famiglia.
Esperienze al di fuori della famiglia possono venire o meno condivise dai fratelli, come ad esempio le amicizie, l’educazione e gli eventi della vita.
Le influenze ambientali che operano sullo sviluppo psicologico non lo fanno su base familiare, ma piuttosto su base individuale: i loro effetti sono relativamente specifici per ogni bambino. Nel divorzio, ad esempio, bisogna valutare lo stress causato ad ogni bambino, ciò potrebbe costruire una fonte delle differenze tra fratelli. Il divorzio influenza i figli in modo differente.
Il progetto NEAD fornisce un esempio di forte correlazione tra il comportamento negativo dei genitori in modo specifico verso uno dei figli adolescenti e la sua condizione di depresso.
Significativa influenza genetica è stata rilevata per la valutazione da parte degli adolescenti delle variabili composte degli atteggiamenti positivi e negativi dei loro genitori.
Esistono tre tipi di correlazioni tra genotipo e ambiente: passiva, evocativa e attiva. Il tipo passivo si verifica quando i bambini ereditano passivamente dai loro genitori gli ambienti familiari che sono correlati con le loro propensioni genetiche. Il tipo evocativo quando gli individui evocano delle reazioni da altri individui sulla base delle loro propensioni genetiche. Il tipo attivo si verifica quando gli individui selezionano esperienze che sono correlate con le loro propensioni genetiche.
3) Le Basi Biologiche della Personalità
Sistema Nervoso e Differenze Individuali:
Il costrutto di temperamento si riferisce agli aspetti formali del comportamento, cioè alle differenze osservabili nelle emozioni e nell’umore, nell’attività motoria, nelle relazioni interpersonali e nella capacità di adattamento agli ambienti. Le ricerche hanno messo in luce che tali modalità di reazione compaiono in età precoce e sono relativamente stabili. Si può pertanto ipotizzare che abbiamo una base biologica.
Gran parte delle ricerche sui sistemi cerebrali coinvolti nel funzionamento della personalità trova le sue premesse nei contributi di Pavlov che in base alle sue ricerche sul condizionamento classico elaborò una nuova formulazione. Pavlov descrisse due grossi processi nervosi fondamentali, denominati “eccitazione” (capacità e prontezza a rispondere agli stimoli) ed “inibizione” (capacità di resistere ad una stimolazione intensa e di non farsi distrarre da stimoli interferenti).
La mobilità del sistema nervoso è espressa dalla capacità di cambiamento e alternanza dei processi eccitatori ed inibitori, in rapporto ai continui mutamenti dell’ambiente nel quale l’animale è inserito.
Le strutture cerebrali che costituiscono la base di importanti funzioni psicologiche sono: la corteccia e i due emisferi, in cui ha luogo l’analisi delle informazioni e l’organizzazione del comportamento; il sistema reticolare ascendente; il sistema limbico (talamo, ipotalamo e amigdala), implicato nelle reazioni emotive agli stimoli, nella ricerca del piacere ed evitamento del dolore.
Teorie Basate sul Livello di Attivazione:
Il livello ottimale di attivazione condiziona la specifica sensibilità che ciascun organismo possiede nei confronti degli stimoli esterni, quindi la tendenza a ricercare ambienti e situazioni che forniscano una stimolazione con le proprie esigenze.
Eysenck spiega la personalità in maniera globale, mira alla formulazione delle leggi generali che regolano lo sviluppo e il comportamento.
Per Eysenck la personalità è la somma totale degli schemi di comportamento effettivi o potenziali dell’organismo, così come vengono determinati dall’ereditarietà e dall’ambiente.
L’Estroversione/Introversione, per Eysenck, rappresenta il comportamento di ricerca di stimoli e di apertura verso l’esterno.
Gli introversi siano caratterizzati da un alto livello di attività corticale e di conseguenza da una limitata necessità di ricercare stimoli esterni, mentre gli estroversi hanno un minore grado di attività cerebrale e tendono a ricercare nell’ambiente eventi stimolanti per migliorare il proprio benessere.
Eysenck ipotizza l’introversione/estroversione dipenderebbero dal livello di attivazione della sostanza reticolare. Mentre la stabilità/instabilità emotiva è posta in relazione con l’ippocampo, l’amigdala e l’ipotalamo.
Le differenze tra introversi ed estroversi sono la risposta salivare ed il riflesso pupillare. Gli introversi hanno una maggiore produzione di saliva in risposta a stimoli come gocce di succo di limone ed hanno un più rapido restringimento della pupilla in seguito ad un flash luminoso.
Teorie Basate sui Sistemi Neurocomportamentali-Emotivi:
I sistemi neuro comportamentali determinano la reattività individuale a specifiche classi di stimoli e gli schemi di comportamento adottati, all’approccio o all’evitamento degli stimoli.
Gray ha rielaborato i fattori della personalità individuati da Eysenck e ha ritenuto preferibile caratterizzare la personalità in base ai soli fattori di Ansia e Impulsività. Impulsività e ansia costituiscono due dimensioni di base, dalle quali derivano altri tratti di personalità, come ad esempio l’introversione/estroversione e la stabilità emotiva/nevroticismo.
Il BAS attiva comportamenti di approccio in reazione a stimoli di ricompensa, quando predomina l’individuo appare estroverso o con problemi di psicopatia.
Il BIS è responsabile dell’inibizione comportamentale, ossia dell’evitamento passivo in risposta a segnali punitivi, quando predomina l’individuo si presenta introverso o con sintomi depressivi.
Gli individui in cui domina il BAS sarebbero più sensibili agli incentivi ed alle ricompense, e quindi caratterizzati da impulsività; quelli in cui predomina il BIS sarebbero invece più sensibili alle punizioni e caratterizzati da ansietà.
I disturbi come depressione, ossessione e fobie, sarebbero tipici di soggetti con elevati livelli di ansietà e particolarmente sensibili alle punizioni (BIS). Mentre i comportamenti anti-sociali sarebbero tipici di soggetti con elevati livelli di impulsività, molto sensibili nei confronti dei vantaggi accessibili tramite condotte al limite o al di là del lecito e particolarmente incuranti delle possibile sanzioni derivanti da tali condotte (BAS).
Zuckerman ritiene che la personalità è in relazione al costrutto di “ricerca di sensazioni” che esprime il bisogno di nuove e complesse esperienze e perciò la propensione ad assumere rischi fisici e sociali al solo fine di tale esperienze.
Zuckerman ritiene che l’organismo sia caratterizzato da un livello ottimale di attivazione e che miri al mantenimento di un “tono edonico positivo”. La stessa stimolazione può indurre alcuni ad un incremento di esse o alla ricerca di stimolazioni aggiuntive, mentre ad altri un abbassamento di essa e all’evitamento di nuove stimolazioni.
4) Teoria del Temperamento
Il concetto di temperamento trova una varietà di definizioni ciascuna delle quali riflette l’orientamento teorico del ricercatore che studia il temperamento.
Con la nozione di temperamento si accentua l’interesse per le componenti biologiche della condotta, per le differenze individuali in quanto descritte in un repertorio biologico più o meno ascrivibile ad un patrimonio genetico, per gli aspetti formali della condotta, per i processi connessi alle varie forme di attivazione e di eccitazione.
La Teoria Regolativa del Temperamento di Strelau:
Nella teoria regolativa del Temperamento elaborata da Strelau il temperamento coincide con una serie di caratteristiche relativamente stabili dell’organismo ed è essenzialmente determinato biologicamento.
Secondo Strelau temperamento e personalità si differenziano in quanto il temperamento è il risultato dell’evoluzione biologica invece la personalità è il frutto delle condizioni sociali e si costruisce sulla base delle relazioni significative che il bambino stabilisce con l’ambiente circostante.
Lo studio del temperamento consente pertanto di individuare le condizioni ottimali per un adeguato sviluppo della personalità dell’individuo.
Secondo Strelau ogni individuo reagisce agli stimoli con una diversa intensità, che è determinata dai propri meccanismi fisiologici. Le reazioni individuali possono venire misurate attraverso la sensibilità allo stimolo e il livello di stimolazione richiesto per raggiungere lo stato ottimale.
Le caratteristiche individuali possono essere identificate fin dalla prima infanzia, mentre la personalità viene plasmata nelle fasi di sviluppo successivo.
Le differenze individuali nei tratti temperamentali come l’ansia, l’estroversione e la ricerca di stimoli sono state osservate anche negli animali, mentre la personalità è prerogativa dell’uomo.
Nella teoria regolativa del temperamento di Strelau il temperamento corrisponde a caratteristiche stabili determinate biologicamente. Fattori sociali e culturali possono provocare dei cambiamenti nei meccanismi fisiologici che determinano i tratti temperamentali individuali.
Quanto più una persona è sensibile, cioè ha una soglia sensoriale bassa, tanto più le stimolazioni forti sono disturbanti, e quindi, si tende ad evitarle; il contrario si verifica per chi è poco sensibile, cioè ha una soglia sensoriale elevata.
L’attività svolgerebbe la funzione di regolare la richiesta di stimolazione dell’individuo in modo tale da assicurare un livello di attivazione ottimale per l’organismo.
Individui a bassa reattività tendono a preferire attività varie, intese e coinvolgenti; individui ad alta reattività preferiscono invece attività tranquille, con un inizio e una fine prestabiliti. A ciò consegue che le persone molto reattive spesso mostrano di essere poco attive, viceversa, che le persone poco reattive di solito appaiono essere molto attive.
Reattività e Attività sono strettamente legate, dal momento che il bisogno di stimolazione predispone ad azioni che, a loro volta, hanno una funzione di stimolazione.
La Teoria dello Stile Comportamentale di Thomas e Chess:
L’idea che il temperamento si riferisca allo stile comportamentale piuttosto che al comportamento in quanto tale o alle sue caratteristiche motivazionali; è tradizionalmente associata alle tesi di Thomas e Chess.
Il temperamento è vincolato dai limiti imposti da stimoli, opportunità, aspettative e richieste provenienti dal mondo esterno, svolge un’attività di mediazione nel rapporto dell’individuo con l’ambiente.
Tra temperamento e ambiente vi è una reciproca influenza: da un lato l’ambiente influenza il temperamento del bambino, dall’altro, il temperamento del bambino influenza le valutazioni, gli atteggiamenti e il comportamento delle persone a lui vicine e perciò il suo ambiente interpersonale.
Il temperamento va valutato nel contesto sociale.
La teoria di Thomas e Chess è utile per spiegare come mai le modalità comportamentali nella vita quotidiana dei bambini siano soggette ad una estrema variabilità individuale.
L’identificazione di nove dimensioni del temperamento presenti ed osservabili alla nascita e che in vari modi influenzano la futura personalità di ogni individuo. Ogni bambino ha un proprio temperamento, ovvero un modo specifico, fondato su specifici processi genetico-biologici, di rispondere al suo ambiente secondo queste nove caratteristiche: Livello di attività, ritmica, risposta di avvicinamento, adattabilità, soglia di responsabilità, intensità, qualità dell’umore, distraibilità, grado e durata dell’attenzione.
Tali modalità definiscono lo stile comportamentale dell’individuo nel suo ambiente di vita, viene data importanza al “come” il comportamento viene espresso, piuttosto al “cosa” viene espresso.
Sono state individuate tre costellazioni temperamentali corrispondenti alle caratteristiche di tre gruppi di bambini rispettivamente indicati come facili, difficili e lenti:
I bambini facili sono bambini che hanno ritmi regolari nelle diverse funzioni biologiche, producono reazioni positive di avvicinamento nei confronti dei nuovi stimoli, si adattano facilmente al cambiamento e mostrano un umore positivo e moderatamente intenso.
I bambini lenti presentano una discreta irregolarità nelle funzioni vitali ed una combinazione di reazioni negative e di reazioni adattive di maggiore lentezza.
I bambini difficili hanno ritmi biologici irregolari, producono reazioni negative di ritiro nei confronti dei nuovi stimoli, non si adattano, producono intense e negative espressioni emotive.
Le madri introverse percepiscono i loro figli più difficili rispetto alle madri introverse.
Alcune caratteristiche materne come l’ansia misurata durante la gravidanza, sono predittive del profilo difficile del bambino nei primi mesi di vita.
Quanto più l’ambiente è incline a soddisfare le richieste del bambino, maggiore sarà la possibilità di un’armonica risonanza fra il soggetto e l’ambiente medesimo.
I bambini che hanno incompatibilità nell’ambiente familiare assumono atteggiamenti più vivaci e tendono a sviluppare disturbi della condotta in età scolare. Al contrario, bambini che presentano caratteristiche temperamentali richieste dai genitori sviluppano un’alta autostima e ottengono migliori prestazioni scolastiche.
Le qualità negative del temperamento (Umore negativo) osservate in età precoce, sono correlate con successive difficoltà relazionali con la madre o con l’ambiente e con l’adattamento scolastico.
Il temperamento viene considerato all’interno di una dinamica evolutiva che fa si che alcune caratteristiche possono essere rinforzate, modificate o cambiate nella loro espressione.
Teorie della Regolazione Emozionale/Fisiologica di Goldsmith e Campos:
Goldsmith e Campos mettono in rilievo la componente emotiva delle caratteristiche temperamentali, temperamento ed emozionalità sono termini interscambiabili e che lo studio del temperamento non può essere disgiunto dallo studio dell’emozione.
Le emozioni primarie di base, presenti fin dalla prima infanzia ( rabbia, paura, gioia ) regolano processi psicologici interni e l’attività sociale/interpersonale.
Il temperamento in termini di differenze individuali che emergono dalla tendenza a sperimentare ed esprimere le emozioni primarie.
Goldsmith e Campos considerano importanti gli aspetti motivazionali e danno meno interesse all’ereditarietà.
In questa teoria il ruolo delle emozioni primarie è paragonabile a quello attribuito al sistema d’attaccamento nella teoria di Bowlby-Ainsworth: si tratta di fattori biologici primari che costituiscono la base delle differenze individuali che emergono nei pattern comportamentali nel corso della vita.
Il sistema emotivo interagendo con i fattori sociali e cognitivi, può essere modificato da essi e a sua volta modificarli divenendo attraverso questo processo un sistema integrato.
L’integrazione temperamentale si realizza grazie al contributo di input sia interni che esterni, appare fondamentale identificare quelle esperienze sociali in grado di favorirne la realizzazione e il consolidamento.
Le differenze individuali si esprimono nel corso dello sviluppo attraverso i differenti modi e tempi in cui giunge a maturazione la maggior parte dei sistemi.
A causa della maturazione dei sistemi e della possibilità che alcuni tratti emergano solo in un secondo momento, è prevedibile che il profilo temperamentale di ciascun individuo subisca una serie di trasformazioni nel corso dei primi anni di vita, dunque è probabile che le differenze individuali che emergono durante l’infanzia siano molto meno stabili rispetto ai periodi successivi.
Lo stesso stimolo non ha lo stesso effetto su individui con temperamento diversi.
Teoria della personalità Emergente di Buss e Plomin:
Buss e Plomin definiscono il temperamento come la personalità primaria a forte componente ereditaria che può essere individuata molto precocemente.
Individuano tre tratti temperamentali: Emotività, Attività e Socievolezza: (EAS).
L’emotività corrisponde alla tendenza ad entrare facilmente in uno stato di agitazione. Le persone molto emotive sarebbero caratterizzate da un più alto livello di Arousal.
L’attività è costituita dalla forza e dalla rapidità dei movimenti ed è connessa al livello di attivazione ottimale proprio dell’organismo. Gli individui con bassi livelli ottimali di Arousal corrispondono agli “introversi” di Eysenck, percepiscono piacevoli i bassi livelli di stimolazione e come spiacevoli le forti stimolazioni.
La socievolezza è relativa a tendenze affiliative e alla preferenza a stare con gli altri. Consiste nel cercare le ricompense sociali presenti in ogni tipo di interazione sociale.
Sulla base di questa prospettiva, nel corso dell’infanzia il temperamento è di fatto indistinguibile dalla personalità. Con il passare degli anni, le caratteristiche iniziali della personalità tendono a differenziarsi.
Secondo Buss e Plomin questi tratti sono ereditari, qualità che li rende più distinti, stabili. Ipotizzano inoltre che i tratti EAS siano di origine poligenetica, cioè non dipendenti da un singolo gene, ma dalle correlazioni tra molti geni.
5) Temperamento e Carattere
Teoria Biosociale di Cloninger:
La teoria biosociale di Cloninger opera una distinzione tra una componente biologica della personalità, ossia il temperamento, e una componente cognitiva e relazionale, ossia il carattere.
Secondo Cloninger il temperamento si riferisce alla predisposizione emotiva congenita e può essere definito come l’apprendimento di abitudini associative basate sulla percezione.
Il carattere riguarda l’azione individuale intenzionale e può essere definito in termini di processi simbolici astratti, che si manifestano nei comportamenti auto diretti e nella cooperazione sociale. Il carattere è una struttura influenzata dall’apprendimento sociale e dalle aspettative culturali.
Il temperamento e il carattere sono composti da processi multipli che interagiscono tra loro durante lo sviluppo.
Ogni progresso evolutivo incrementa il benessere dell’organismo. Il temperamento riguarda i processi dei livelli di sviluppo inferiori ( 1,2,3,4) mentre il carattere quelli superiori (5,6,7).
Il temperamento coinvolge un meccanismo di apprendimento su processi percettivi, il carattere matura nell’età adulta con lo sviluppo del concetto di Sé e coinvolgendo l’apprendimento concettuale basato sulla consapevolezza (insight).
Il carattere rappresenta un modello di aspettative concettuali coscienti rispetto a se stessi e agli altri.
Il temperamento si basa sull’esperienza implicita coinvolgendo immagini mentali a valenza affettiva. Il carattere si basa invece sull’esperienza esplicita che consiste in un complesso di significati e relazioni tali da poter essere chiamata alla memoria.
Il temperamento e il carattere interagiscono tra loro.
Misurazione del Temperamento e del Carattere:
Per la valutazione delle differenze della personalità, Cloninger ha presentato un metodo basato sulla classificazione lungo 3 principali dimensioni temperamentali: Ricerca di Novità, Evitamento del Danno, Dipendenza dalla ricompensa.
Ricerca di Novità: è la tendenza a rispondere con forte eccitamento a stimoli di novità e all’evitamento della monotonia. Dal punto di vista biologico si riferisce al sistema di attivazione del comportamento.
Evitamento del Danno: è la tendenza a rispondere a stimoli negativi con un’interruzione del comportamento per evitare le punizioni. Si riferisce al sistema di inibizione del comportamento.
Dipendenza dalla Ricompensa: è la tendenza a rispondere intensamente a segnali di ricompensa, in particolar modo a quelli di approvazione sociale o di dimostrazione di affetto.
Cloninger ha elaborato uno strumento di valutazione del temperamento il TPQ, viene proposto quale alternativa allo strumento di valutazione della personalità di Eysenck l’EPQ, dimostrandosi più valido.
6) Temperamento e Attaccamento
I Fattori Epigenetici:
E’ importante affrontare la questione di quali siano i ruoli svolti da Natura e Cultura nello sviluppo dei singoli individui. Lo sviluppo del cervello deve essere visto come in prodotto degli effetti che le esperienze esercitano sull’espressione del potenziale genetico.
I geni contengono le informazioni che permettono ai neuroni di crescere, nel corso dei processi che portano alla differenziazione dei circuiti cerebrali, questi processi sono quindi programmati geneticamente. 
Geni ed esperienze sono parti strettamente correlate di un unico processo di sviluppo.
Circa il 50% dei tratti di personalità analizzati sono attribuibili a fattori ereditari, mentre l’altra metà sarebbe dovuta dalle esperienze.
Le intricate interazioni fra geni ed esperienze che caratterizzano lo sviluppo della mente portano all’amplificazione delle differenze individuali iniziali.
I fattori Epigenetici ( le modalità con cui le esperienze influenzano i processi di espansione genetica ) hanno un ruolo importante nello sviluppo di determinate malattie psichiatriche. Ad esempio, la schizofrenia nei gemelli si riscontra una concordanza della malattia in meno del 50% dei casi.
Ciò implica che diversi fattori sono coinvolti nel determinare le modalità con cui un genotipo ( insieme di informazioni genetiche di un individuo ) da origine ad un determinato fenotipo ( insieme di caratteristiche esterne di un individuo ).
Nello sviluppo del cervello di un bambino, il mondo sociale rappresenta la fonte principale delle esperienze che influenzano l’espressione genica.
Il Sistema Comportamentale dell’Attaccamento:
La teoria di Bowlby per cui l’individuo ha una tendenza innata a ricercare la vicinanza delle figure di riferimento è ormai al centro delle maggior parte delle ipotesi esplicative sul comportamento umano.
Bowlby sostiene che il legame del bambino con la madre è dovuto al concorso di diversi sistemi comportamentali che si sviluppano nel bambino come risultato dell’interazione con il suo ambiente di adattamento evolutivo e specialmente dell’interazione con la madre.
In particolare viene sottolineata l’origine biologica di tale legame: e’ un bisogno innato, un comportamento istintivo, finalizzato ad aumentare la possibilità di sopravvivenza del bambino.
Con Sistema Comportamentale si vengono ad intendere delle sequenze di azioni, presenti in tutti i membri di una determinata specie, che svolgono una funzione essenziale alla sopravvivenza della specie nel particolare ambiente in cui essi si sono sviluppati.
L’attivazione dei sistemi comportamentali viene evocata da fattori come la partenza, l’assenza, il ritorno della figura d’attaccamento o da fattori come la fatica, la fame, il dolore.
Sono condotte di segnalazione i comportamenti del bambino quale le vocalizzazione, gridare, piangere e i sorrisi, che favoriscono l’avvicinarsi del caretaker e promuovono interazioni.
Per Bowlby il rapporto di attaccamento si snoda mediante la comunicazione ovvero la necessità che ciascuna persona coinvolta in questo rapporto lasci che il proprio stato mentale sia influenzato da quello dell’altra.
Le menti di madre e figlio vanno pian piano ad influenzarsi reciprocamente.
Il bambino utilizza gli stati della mente del genitore attraverso i quasi si sviluppano e si organizzano i suoi processi motivazionali, un rapporto di attaccamento sicuro permette al bambino di affrontare il mondo e di stabilire in seguito relazioni con altre persone.
L’individuo tenderà a ricreare attivamente esperienze coerenti con la storia di relazioni che l’individuo ha vissuto.
Stili di Attaccamento e Temperamento:
La Strange Situation consente una valutazione quantitativa della sicurezza nelle relazioni di attaccamento.
Le differenze di interazione delle varie coppie madre-bambino fossero indicate delle differenze di efficacia della relazione di attaccamento come fonte di sicurezza.
In un bambino di un anno la separazione dal genitore in un ambiente a lui sconosciuto avrebbe portato all’attivazione dei meccanismi di attaccamento, consentendo all’esaminatore di valutare le sue reazioni non solo all’allontanamento, ma soprattutto al ritorno della figura di attaccamento.
Valutando questi fattori si rileva l’esistenza di tre tipi di attaccamento: Sicuro, Ansioso-Evitante, Ambivalente, Disorganizzato.
Ainsworth presuppone che le differenze individuali nello stile di attaccamento siano il risultato non di caratteristiche endogene del bambino, bensì della modalità di interazione bambino-Caretaker.
Lo stile di attaccamento risulta particolarmente importante per comprendere la variabilità comportamentale e le dimensioni della personalità.
A determinare le notevoli differenze individuali partecipano quindi sia i fattori temperamentali, si passate esperienze di attaccamento.
Lo stile di attaccamento del bambino è influenzato non solo dalle caratteristiche della madre, ma anche da quelle del bambino stesso.
Il temperamento di un bambino può influenzare le reazioni genitoriali, le quali a loro volta, influenzano gli esiti dell’attaccamento.
Kagan indica che le caratteristiche temperamentali sono soggette a cambiamento: il patrimonio genetico iniziale di ciascuno non è deterministico e i fenotipi sono soggetti a cambiamento sulla base dell’esperienza.
Il temperamento del bambino può in effetti portare a particolari tipi di reazioni nei genitori, ma non è il fattore principale nel determinare i comportamenti di attaccamento all’interno della relazione figlio-genitore.
Non si dispone ancora di dati che consentono di distinguere le influenze legate alla personalità del Caretaker dalle influenze legate al temperamento del bambino.
E’ presente una correlazione significativa tra la depressione materna post partum e la percezione del proprio bambino vissuto prevalentemente come difficile.
I bambini delle madri depresse riportano maggiori problemi legati al sonno ed episodi di pianto più frequenti.
I bambini irritabili e cosiddetti difficili possono inoltre richiedere un’attenzione particolare e quindi favorire nella madre diversi dubbi sulla propria adeguatezza genitoriale.
I bambini difficili che avevano madri sicure erano più coinvolti con esse in interazioni positive, ovvero ricevevano più incoraggiamenti, aiuti, approvazioni. I bambini difficili che avevano madri insicure erano più oggetto di interazioni negative, quali basate su minacce, critiche.
I teorici dell’attaccamento sostengono che pur tenendo nel dovuto conto le determinanti genetiche e biologiche la qualità dell’attaccamento vadano comunque considerate come una proprietà emergente della storia della relazione tra bambino e caretaker nel corso del primo anno.
In conclusione, il temperamento difficile rappresenta più una misura della relazione di cui il bambino è partecipe che una misura dell’individuo.
Temperamento e Attaccamento: Interazioni Teoriche ed Empiriche
Non sono emerse spiegazioni alternative alla tesi, su cui si fonda la teoria di Bowlby, che la relazione di attaccamento vada considerata come una relazione d’amore che assume uno speciale significato poiché consente al bambino di sviluppare le competenze necessarie per poter stabilire e mantenere relazioni affettive in età adulta.
Gli studi sui rapporti tra attaccamento e temperamento ha per molto tempo mostrato come la qualità dell’attaccamento valutata ai 12 e 18 mesi sia, indipendente dalle misure temperamentali. Queste evidenze hanno portato gli studiosi a sostenere che la qualità dell’attaccamento e le capacità di regolazione affettiva rappresentino proprietà indipendenti dalle caratteristiche individuali della madre e del bambino.
Il miglioramento della qualità dell’attaccamento ottenuto da Van Der Boom fornendo alle madri un appropriato training dimostra come il futuro attaccamento non sia necessariamente condizionato dalle caratteristiche temperamentali, neppure nei gruppi particolarmente a rischio.
Non è stato dimostrato che la sicurezza dell’attaccamento sia strettamente correlata alle caratteristiche temperamentali.

 

Fonte: http://www.nemo89.altervista.org/psico/[Sviluppo]%20Temperamento%20&%20Personalita.doc

Sito web da visitare: http://www.nemo89.altervista.org

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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