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Questo ebook si presenta come una guida rivolta a tutte quelle persone che vogliono conoscere le spiagge del Salento.
A volte capita di andare in un determinato posto e di voler scoprire cosa ha di davvero interessante, ma questa scoperta risulta essere difficile , a volte impossibile. Io ho notato che mancava effettivamente una guida del Salento che potesse descrivere con esattezza e con immagini quello che l’ospite in particolare vorrebbe vedere. Ovvero se la spiaggia è sabbiosa o rocciosa.
Spero che il mio tempo speso per voi sia di vostro gradimento e che tu possa trovare una guida sicura in questo ebook.
Ecco come è diviso l’ebook:
-Il Salento diviso per zone
-zona1: Porto Cesareo
-zona2: Gallipoli
-zona3: Nardò
-zona4: Marina di Ugento
-zona5: Santa Maria di Leuca
-zona6: Castro e S. Cesarea Terme
-zona7: Otranto
-zona8: San Cataldo
Ogni zona avrà foto delle varie località, con relativa descrizione delle stesse.
Ringraziamenti speciali vanno a: Caterina De Bellis (scrittrice)
e a tutte le persone che hanno offerto
le loro foto per la realizzazione di questa guida per voi.
Francesco S Tricarico
La zona di Porto Cesareo ha caratteristiche sia sabbiose che rocciose come andremo a vedere successivamente. Il mare è di una lucentezza particolare e si possono notare diverse torri su questo lembo di terra. La città di Porto Cesareo poi è rinomata per la freschezza del suo pesce ed è una ridente cittadina amata da tutti.
Nardò è un comune italiano di 31.957 abitanti[1] della provincia di Lecce in Puglia.
Secondo centro della provincia per popolazione ed estensione territoriale, dal 1952 si fregia del titolo di città. Sorge in posizione pianeggiante a sud-ovest del capoluogo provinciale e include un tratto della costa ionica del Salento.
Gallipoli è un comune italiano di 20.969 abitanti della provincia di Lecce in Puglia.
Situato lungo la costa occidentale della penisola salentina, è il quinto centro della provincia per numero di abitanti. È sede, insieme a Nardò, della diocesi di Nardò-Gallipoli
Ugento è comune italiano di 12.327 abitanti della provincia di Lecce in Puglia.
Il territorio comunale è situato nel basso Salento e include un tratto della costa del mar Ionio. Il centro abitato, distante 58,6 km dal capoluogo provinciale, sorge in parte sul sito dell’antica Ozan (Uxentum in latino), importante città messapica. È sede della diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca.
Il comune di Ugento è stato riconosciuto come città d’arte e località ad economia turistica dalla Regione Puglia nel 2008 per le sue bellezze architettoniche, archeologiche ed ambientali
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Santa Maria di Leuca (Lèviche in dialetto salentino) è una frazione di 1.062 abitanti[1] del comune di Castrignano del Capo, in provincia di Lecce. Rinomata località turistica, è la propaggine più meridionale tra i vertici ideali del Salento, insieme a Taranto e a Pilone. È il centro abitato più a Sud dell’intera provincia; dista 83 km dal suo capoluogo, se lo si raggiunge tramite la Strada statale 274 Salentina Meridionale che continua nella S.S. 101, oppure 70 km percorrendo la Strada statale 275 di Santa Maria di Leuca che prosegue nella S.S. 16.
La zona di Castro e Santa Cesarea Terme si trova sul lato dell’adriatico ed è racchiusa tra Santa Maria di Leuca e Otranto. La costa risulta essere per la maggior parte rocciosa e piena di grotte.
Otranto (Utràntu in dialetto salentino, Derentò in greco salentino, Ὑδροῦς in greco classico, Hydruntum in latino[2]) è un comune italiano di 5.568[1] abitanti della provincia di Lecce in Puglia. Situato sulla costa adriatica della penisola salentina, è il comune più orientale d’Italia: il capo omonimo, chiamato anche Punta Palascìa, a sud del centro abitato, è il punto geografico più a est della penisola italiana.
San Cataldo (1.000 abitanti circa) è una località balneare del mare Adriatico situata in provincia di Lecce, a circa 10 chilometri dal capoluogo salentino. Amministrativamente è una frazione divisa tra i comuni di Lecce e Vernole
Punta Prosciutto
Torre Castiglione
Questa è una zona della spiaggia di Punta Prosciutto
Punta Prosciutto è un meraviglioso tratto della costiera salentina, facente parte del Comune di Porto Cesareo, all’estremo confine tra Taranto e Lecce. La natura incontaminata, le lunghe spiagge (per l’80% libere) e le acque cristalline, fanno di Punta Prosciutto un angolo di paradiso nel cuore del Salento.
Questa spiaggia è nota anche come “li Prisuti” (in dialetto locale) o “Palude del Conte” (nome tratto dal Parco Naturale Regionale di cui la costa fa parte).
Il tratto di Punta Prosciutto è delimitato al nord da Torre Colimena e a sud da Torre Lapillo, circoscritto per altro da una folta schiera di macchia mediterranea secolare.
Il sollevamento del fondale marino ha generato un’area umida che si è rivelata essere il perfetto habitat per l’istaurazione di una particolare flora e fauna, che hanno reso necessaria e doverosa la costituzione del Parco Naturale Regionale di Palude del Conte. La bellezza del luogo è tale che ha catturato anche l’interessamento europeo che ha incentivato la protezione del territorio e degli habitat naturali in esso presenti, a rischio di estinzione.
Rientrano nel parco anche le dune e le cosiddette “spunnulate” (dal termine dialettale “spunnare” cioè “sprofondare”), consistenti in alcune cavità naturali presenti nel terreno, di varie dimensioni, localizzate soprattutto attorno all’ormai diroccata Torre Castiglione.
Nonostante il numeroso apporto di turisti nella stagione estiva, l’ampiezza della costa è tale da consentire ampi spazi a tutti i visitatori che possono apprezzare l’aria selvaggia e solitaria della località (è evidente però che d’agosto anche in kilometri di costa si finisca per trovare folla!). La sabbia bianca e soffice che affianca le acque basse e cristalline disegna un paesaggio di sublime bellezza, da preservare. Punta Prosciutto è una meta prediletta del turismo famigliare, giacché le acque basse e l’ampia visibilità, consentono una buona vigilanza dei bambini, ma allo stesso tempo è apprezzatissima da giovani e sportivi. Si praticano nella zona windsurf, barca a vela ed immersioni.
E’ una spiaggia ideale per giornate in tranquillità e lunghe nuotate in una distesa cristallina. Raggiungere la località è per altro abbastanza semplice: basta percorrere la provinciale 122
andando verso Torre Lapillo, girando a destra appena passata Torre Colimena.
E’ una spiaggia ideale per giornate in tranquillità e lunghe nuotate in una distesa cristallina.
La sabbia bianca e soffice che affianca le acque basse e cristalline disegna un paesaggio di sublime bellezza, da preservare.
Punta Prosciutto è una meta prediletta del turismo famigliare, giacché
le acque basse e l’ampia visibilità, consentono una buona vigilanza dei bambini, ma allo stesso tempo è molto apprezzata da giovani e sportivi. Si praticano nella zona windsurf, barca a vela ed immersioni.
E’ una spiaggia ideale per giornate in tranquillità e lunghe nuotate in una distesa cristallina. Raggiungere la località è per altro abbastanza semplice: basta percorrere la provinciale 122 andando verso Torre Lapillo, girando a destra appena passata Torre Colimena.
Caterina De Bellis
Stabilimenti
L’area è certamente più apprezzata per le bellezze naturalistiche che per l’abbondanza di strutture ricettive. L’80% di questo tratto di costa salentina è ad utilizzo libero e gratuito.
Possiamo consigliare lo stabilimento annesso al villaggio “Riva degli Angeli”, dotato di ogni confort e adatto ai bambini, oppure il caratteristico Samanà Beach capace di amplificare l’impressione di ritrovarsi ai Caraibi. Entrambi gli stabilimenti sono abbinati a strutture ricettive, bar e ristoranti.
Ecco i link per prezzi ed immagini degli stabilimenti: Riva degli Angeli
Samanà Porto Cesareo
Ristoranti/Bar
In località Punta Prosciutto vi è “L’Ancora” un ristorante, pizzeria e bar, a conduzione famigliare. Si possono gustare il loco specialità di pesce ma anche menù di carne e per bambini. I prezzi sembrano essere molto abbordabili e non è obbligatoria la prenotazione. Il ristorante ha posti a sedere all’aperto su di una meravigliosa terrazza che si affaccia direttamente sulla costa.
Per info: L’ Ancora
Alloggi
“Riva degli Angeli” (già accennata in precedenza per lo stabilimento balneare) è dotata di un villaggio con camere a due, tre o quattro letti. L’aria condizionata è centralizzata e sono presenti tutti i principali servizi oltre che una meravigliosa piscina. Sono a disposizione dei villeggianti, attività sportive in campi attrezzati e servizi d’animazione.
Al “Samanà Beach” è abbinato il “Samanà Bed”, uno stabilimento moderno a poche centinaia di metri dal mare con camere affittabili (ognuna con bagno, doccia, tv, frigo e allarme, pulizie giornaliere e parcheggio auto).
Raccogliendo le testimonianze dei turisti della zona emerge una grande ammirazione per le bellezze naturali del territorio ed allo stesso tempo un po’ malcontento per la mancanza d’infrastrutture (principalmente carenza di docce, servizi igienici, vigilanza e pulizie del litorale libero) e per l’inciviltà di alcuni visitatori. Inevitabili inconvenienti dei luoghi ampiamente frequentati e non ancora sufficientemente valorizzati.
#zona 1: Porto Cesareo | Torre Castiglione
Spiagge di Torre Castiglione
Torre Castiglione è quella porzione costiera a nord di Porto Cesareo contigua a Punta Prosciutto e
Punta Grossa, in prossimità di Torre Lapillo. L’intero litorale presenta spiagge bellissime l’una dopo
l’altra in questa zona e Torre Castiglione certo non sfigura in mezzo a tante bellezze.
E’ una spiaggia piccola rispetto ad altre, ma proprio per questo particolarmente gradevole. Il bacino di questo tratto di mare è caratterizzato da sabbie bianche e soffici ed acque cristalline, non troppo profonde a riva. Tutt’intorno lo splendido scorcio di mare, macchia mediterranea ed alberi. La strada scorre vicina alla discesa verso il mare, è quindi molto comoda e sorgono nelle
immediate vicinanze camping che possono essere una buona soluzione per rimanere immersi nella
natura e vicinissimi al mare per più giorni.
Il tratto di costa presenta una zona di libero accesso ed una porzione riservata ai clienti del camping limitrofo.
Caterina De Bellis
Torre Lapillo fa parte del Comune di Porto Cesareo ed è uno dei più bei scorci del mar Ionio. Dalla spiaggia è possibile ammirare un torrione antico, noto anche col nome di “Torre di San Tommaso”. Tale costruzione fu voluta da Carlo V all’interno di un progetto ampio di protezione del Salento in previsione dei possibili attacchi dei saraceni e completata nel 1568.
La struttura, tra le torri più grandi del Salento, è stata recentemente restaurata e si presenta adesso al massimo del suo splendore. Se ne può apprezzare la base quadrata con tre archi (di cui uno di recente aggiunta) e la scalinata che anticamente terminava con un ponte levatoio.
La spiaggia di Torre Lapillo è una delle più frequentate della costa ionica per merito dell’abbondanza d’infrastrutture e possibilità.
Le coste, con acque cristalline e sabbie bianche e
perfette, sono la location ideale per il relax mentre presso le scogliere ci si può divertire con pesca e snorkeling.
La frazione di Torre Lapillo si estende da Punta Prosciutto fino a Porto Cesareo ed è una delle più lunghe spiagge del Salento. La zona è ricca di villette che possono essere affittate per la bella stagione. Il mare in questo tratto presenta una meravigliosa qualità di barriera corallina apprezzabile anche tramite le immersioni amatoriali, per questo molti visitatori giungono armati di maschera, pinne e boccaglio.
Dal centro di Torre Lapillo si possono raggiungere anche a piedi i primi stabilimenti balneari, intramezzati da spiagge libere. Per chi volesse lidi un po’ meno frequentati è sufficiente recarsi due minuti più a nord, con l’autovettura volendo.
Torre Lapillo è nota anche per la sua vita notturna. Molti lidi, infatti, la sera organizzano eventi e serate danzanti. Balli, drink e mare per tutta la notte.
Raggiungere il litorale è molto semplice, basta percorrere la Brindisi-Lecce, prendere la tangenziale Est, l’uscita per Monteroni e proseguire fino a Leverano, Porto Cesareo ed infine Torre Lapillo.
Caterina De Bellis
#zona 1: Porto Cesareo | Porto Cesareo (città)
Porto Cesareo (“Cisaria” in dialetto salentino) è un Comune che fa parte della Provincia di Lecce, dotato di una porzione di costa ionica tra le più belle che si possano ammirare. La località può vantare circa 18 km di costa dalle sabbie bianchissime che si affacciano su acque cristalline che abbracciano piccole isolette capaci di rievocare paradisi caraibici. La principale tra le isole dell’arcipelago è l’Isola Grande, nota come Isola dei Conigli, raggiungibile a piedi dal porto o con le barche dei pescatori.
Per le sue caratteristiche è una delle località turistiche maggiormente apprezzate del Salento ed anche area marina protetta e sede della Riserva Naturale Regionale della Palude del Conte e Duna Costiera.
L’area marina protetta di Porto Cesareo è ubicata nella parte orientale del Golfo di Taranto e comprende la porzione più settentrionale del Mar Ionio fino a sette miglia dalla costa (tra Punta Prosciutto e Torre Inserraglio). L’area protetta è divisa in tre zone con differenti caratteristiche e regolamenti:
-ZONA A. E’ di riserva integrale, segnalata da apposite boe gialle con luci intermittenti, dista circa 500 metri dalla costa. Qui sono vietati la navigazione, la pesca (anche amatoriale), l’accesso, la sosta e qualsiasi attività che possa danneggiare la natura e gli studi scientifici in atto.
-ZONA B. E’ di riserva generale, presso Sant’Isidoro a largo di Punta Prosciutto. Qui sono vietati l’ancoraggio, la pesca, la caccia, la cattura ed il danneggiamento di qualsiasi specie animale e vegetale.
-ZONA C. E’ di riserva parziale, riguarda tutta la restante parte di costa eccezion fatta per la sezione prospicente la città ed il porto. Qui sono vietati l’ormeggio non regolamentato, la pesca subacquea e tutte le attività che danneggino l’ambiente. Sono consentite la balneazione, l’ormeggio in strutture attrezzate e le attività subacquee compatibili con la natura.
Torre Squillace è una piccolissima frazione che appartiene al Comune di Nardò, nella provincia leccese. La località è chiamata in dialetto “Scianuri” e comprende la porzione costiera tra Porto Cesareo e Sant’Isidoro. Il nome è tratto dall’omonimo torrione a base quadrata che sovrasta la costa, opera voluta da Carlo V, terminata nel 1570 e progettata dal copertinese Pensino Tarantino. La Torre rientrava in un quadro di protezione, consentendo l’avvistamento di eventuali invasori e permettendo agli abitanti di organizzare in tempo le difese. Torre Squillace non è la sola costruzione difensiva della costa salentina, ma di certo una delle più belle per i visitatori. Tutt’intorno al torrione vi è uno spettacolo naturale meraviglioso, fatto di acque cristalline e sabbia bianca finissima.
Purtroppo la manutenzione del torrione, come tanti beni culturali in Italia, non è sufficiente a preservarla da intemperie e danni del tempo e si auspicano in tempi brevi interventi di restauro. Tuttavia, sebbene l’esterno cominci a cedere, all’interno la Torre mostra il meglio di sé ai propri visitatori. Vi si può ammirare una scala che porta al piano superiore, un pozzo e un ambiente a volta con camino.
La spiaggia di Torre Squillace è frequentata dagli abitanti dei paesi limitrofi ed è meno affollata della vicina Porto Cesareo, per questo può essere un’alternativa per chi preferisce una costa meno caotica ma non meno bella naturalisticamente. I fondali sono bassi e sabbiosi, le acque tiepide e calme, quindi ideali per le famiglie con bambini.
Caterina De Bellis
E’ una località costiera ionica che fa parte del Comune di Nardò, nella provincia pugliese. Anche in questa particolarissima baia, vi è un torrione fortificato voluto da Carlo V. La Torre di Sant’Isidoro risale al XVI secolo ed è una delle numerose torri che avevano lo scopo di proteggere l’entroterra salentino dagli attacchi provenienti dal mare. In questo caso la torre, a base quadrata, si sviluppa su tre livelli e ha una guardiola sul terrazzo. La torre è di proprietà demaniale ed utilizzata come abitazione estiva.
La spiaggia a Sant’Isidoro gode di particolari condizioni naturali che ne fanno una baia privilegiata, con acque basse e quiete, ideali per chi non sa nuotare, anziani e bambini. Peculiari correnti di acqua dolce che si mischiano al mare, clima e illuminazione favorevole, producono l’habitat ideale per flora e fauna marina.
Non a caso, Sant’Isidoro è parte integrante di un’area marina protetta (istituita dal 1997). Le acque di Sant’Isidoro sono particolarmente cristalline, tanto che è possibile guardare i fondali ad occhi nudi fino ad alcuni metri di profondità. La baia è lunga circa un kilometro e caratterizzata da sabbia bianchissima e fine con acque basse e limpide.
Caterina De Bellis
Santa Caterina è una ridente località a 7 km da Nardò, nella provincia di Lecce. La frazione è ubicata tra Santa Maria al Bagno e Porto Selvaggio e comprende una parte costiera (il lungo mare) ed una parte collinare (le Cenate, bellissimo borgo di villette antiche appartenenti ad epoche e stili differenti).
Santa Caterina è una località particolarmente ricca di bellezze naturali che comprendono un mare limpidissimo, grotte naturali e ampi spazi verdeggianti. Sovrastano la zona due torrette chiamate rispettivamente di Santa Caterina e Dell’Alto. Da queste torri si può ammirare a sud la baia di Gallipoli ed a nord Porto Selvaggio.
La spiaggia qui è per lo più con acque basse e molti scogli, divisi da un breve tratto sabbioso. La particolare conformazione del territorio è dovuta a processi millenari di alzamento ed abbassamento del livello del mare, fatto testimoniato per altro dai numerosi rinvenimenti di fossili di specie marine nell’entroterra.
Le grotte e la conformazione “a gradoni” sono la seconda testimonianza più tangibile di questi processi millenari, oltre ai fossili. La posizione strategica di Santa Caterina ne fece un importante avamposto difensivo contro i saraceni, sempre pronti ad attaccare gli spagnoli residenti in zona. Le due torri furono, di fatto, costruite per comunicare con tutte le altre presenti sulla costa tramite segnali di fumo, costituendo così un efficace strumento protettivo.
Santa Caterina rientra nel contesto del Parco Naturale e Palude del Capitano, parco regionale inserito nel fondo FAI tra i “100 luoghi da salvare”. Costa frastagliata, scogliosa, macchia mediterranea e pinete, fa di questo posto una località selvaggia ed affascinante, ideale per la proliferazione di flora e fauna caratteristiche.
Nel 2008 Santa Caterina rientrò al quinto posto tra le località marittime più belle d’Italia, un riconoscimento davvero facile da confermare al primo sguardo.
Caterina De Bellis
Santa Maria al Bagno è una graziosa frazione del comune di Nardò nella provincia leccese. Si trova esattamente tra Gallipoli e Santa Caterina, vicino al promontorio di “Punta dell’Aspide”.
Il sito è d’interesse storico in quanto vi sono i resti di numerose tombe scavate nella roccia all’interno di alture, poco fuori il centro abitato. Nel 272 a. C. Santa Maria al Bagno (come tutto il Salento) fu conquistata dai romani che qui organizzarono un efficiente porto (Emporium Nauna), edifici, chiese e impianti termali. Nel XII secolo però Santa Maria, all’epoca dimora dei Cavalieri Teutonici, fu saccheggiata e distrutta dai pirati saraceni.
All’epoca della caduta di Gallipoli del 1484 fu di nuovo distrutta e saccheggiata crudelmente dai veneziani e poi in seguito anche dagli africani. Giacché le incursioni erano frequenti, i cittadini si videro costretti a trovare riparo in altri paesi vicini.
In difesa della cittadina fu eretta nel Medioevo, per volere di Carlo V, la bellissima Torre del Fiume della quale ancora oggi rimangono visibili quattro torrioni dai quali comunemente deriva la denominazione “Quattro Colonne” per la zona. La Torre del fiume era particolarmente importante perché doveva proteggere Santa Maria e la sorgente d’acqua dolce (che era ambito porto d’approvvigionamento dell’acqua per i pirati).
In seguito, attirati dalla bellezza della località, i signori di Nardò decisero di costruire qui sontuosi palazzi e ville, vicinissimi al mare ed immersi nel verde. Si realizzarono così le particolari condizioni che hanno reso Santa Maria del Bagno il fantastico borgo che appare attualmente, frutto dell’ottima commistione di aria salubre del mare e della campagna.
Il lungo mare di Santa Maria del Bagno è particolarmente suggestivo, grazie alle coste vicinissime al centro abitato, le colonne e le grandi palme vicine al mare. La località è per questi motivi molto frequentata dagli abitanti dei paesi limitrofi e dai turisti
Caterina De Bellis
Gallipoli è il centro di attrazione principale di questa zona. Molto famosa nel tempo è caratterizzata per le sue zone eccellenti di spiaggia sabbiosa.
Lido Conchiglie è una località balneare della Provincia di Lecce, sviluppatasi negli anni quaranta del Novecento in seguito alla costruzione di uno stabilimento balneare, battezzato appunto Lido Conchiglie per la presenza sulla spiaggia di numerose conchiglie; amministrativamente divisa tra i comuni di Sannicola e Gallipoli dal 1911, anno in cui il territorio del nuovo Comune di Sannicola fu individuato e distaccato da quello di Gallipoli, facendo escludere dalla circoscrizione del nuovo Ente il tratto di costa che ne avrebbe costituito il naturale sbocco, ovvero le attuali marine di Rivabella, Padula Bianca e, appunto, Lido Conchiglie, eccezion fatta per un breve tratto di costa rocciosa. E’ collocata sulla costa ionica tra Santa Maria al Bagno e Rivabella, e più precisamente tra La Reggia (località di Galatone) e Padula Bianca (località di Gallipoli). Sorge ai piedi di un alto costone roccioso di notevole interesse paesaggistico, detto “montagna spaccata”, per via di un passaggio scavato nella roccia per la costruzione della strada litoranea. La località, abitata soprattutto nel periodo estivo, presenta una costa di circa 2 km che, partendo da un ampio tratto sabbioso, diventa bassa e poi alta scogliera, avvicinandosi al costone. Per conoscere tutto sulle spiagge del Salento scarica ora la guida gratuita Il territorio, abitato sin dal Paleolitico (come testimoniano i ritrovamenti di cocci di argilla, di ceramica e resti umani), durante il periodo bizantino ha visto l’insediamento dei monaci basiliani. Importante testimonianza del loro passaggio, la Chiesa di San Mauro, costruita attorno al X secolo, visibile sull’altura dell’Alto Lido, da cui domina con il suo campanile a vela lo splendido paesaggio rurale della cosiddetta Orthòlithon (“rupe dritta”). Proprio su questa altura, ai piedi della chiesetta, varie associazioni culturali in collaborazione con il Comune di Sannicola, organizzano interessanti manifestazioni in vari periodi dell’anno, come gli eventi musicali “L’alba in jazz”, tappa del Locomotive Jazz Festival, e il “Tramonto a San Mauro”, ispirati dal suggestivo panorama che si può ammirare da quella posizione, e “Lu Masciu”, la tipica festa di primavera medioevale. D’estate, inoltre, Lido Conchiglie, oltre a offrire ottima cucina e alloggi per tutte le tasche, grazie ai suoi numerosi locali, ospita, in uno spiazzo che affaccia sul mare, diversi eventi, come piccoli concerti, giochi e spettacoli per bambini, concorsi fotografici, gare di pesca, tornei di burraco, piano bar, balli di gruppo, latino americano, che coinvolgono persone di tutte le età. A due passi dalla movida gallipolina e dalle più importanti discoteche della zona, Quartiere Latino e Riobò, Lido Conchiglie offre ristoro e tranquillità a coloro che vogliono isolarsi dalla confusione e dalla frenesia estiva e godersi le vacanze in pieno relax e semplicità.
Padula Bianca è una piccola frazione appartenente al Comune di Gallipoli (nella provincia di Lecce), situata a sud di Lido Le Conchiglie e a nord di Rivabella. Si trova vicino la cosiddetta Ròssana (località che prende il nome dalla Masseria Ròssina).
“Padula” è il termine dialettale salentino per definire “palude” e si riferisce alla natura di queste zone che erano inizialmente paludose ma che furono efficacemente bonificate in epoca fascista.
Le spiagge di quest’area gallipolina sono particolarmente cristalline, giacché degradanti fino alla costa (ossia con acque man mano meno profonde che tendono ad essere sempre più trasparenti).
La località è ricca di pinete, macchia mediterranea, sabbia bianchissima e una spiaggia lunga circa 3 km.
Dopo la bonifica, approfittando della bellezza del luogo, sono state edificate numerose villette abusive (negli anni progressivamente condonate). Diverse abitazioni sono sorte così vicino alla riva, a circa 200-300 metri dal mare, villette attualmente affittate per la stagione estiva.
Per molti anni la località è rimasta trascurata dal Comune di Gallipoli, per quanto riguarda gli essenziali servizi per residenti e turisti. Tuttavia la situazione sta progressivamente cambiando e Padula Bianca si appresta a diventare una delle località turistiche privilegiate del Salento.
La rete di fognature è stata completata nel 2010, l’illuminazione stradale sarà ultimata presumibilmente entro l’estate 2013, assieme alla distribuzione del gas metano. Il tutto fa prefigurare un quadro certamente migliore per i residenti, ma comunque più rassicurante anche per un numero maggiore di forestieri.
Nonostante i servizi ancora in via di completamento, sono già molti i turisti che frequentano la località, giacché la bellezza della natura è già da sola capace di offrire al visitatore tutto ciò di cui si ha bisogno per stare bene (e al resto pensano opportunamente gli stabilimenti balneari, pronti a sopperire alle mancanze del Comune). I turisti che visitano Padula Bianca amano ritornarvi, proprio per la tranquillità che possono trovare nell’ampia costa e per la qualità del mare, che ricorda ben più lontane e costose località caraibiche.
Caterina De Bellis
Rivabella è vicina alla località di Padula Bianca, limitrofa nella porzione sud di Ròssina. E’ una zona urbanizzata a fini residenziali a partire dagli anni ’70. Qui, anche nelle villette private, abbonda la vegetazione grazie alle falde d’acqua dolce che scorrono a piccole profondità.
Prima che venisse urbanizzata, la zona era chiamata “Ponticello” per la presenza di un ponte antico costruito al di sotto della litoranea per far defluire le acque piovane all’interno di un canale che cinge tutto l’agro di Sannicola.
La località è di particolare interesse storico, giacché sono stati rinvenuti i resti di una villa romana e alcune sepolture neolitiche direttamente sulla spiaggia.
Rivabella è una delle località balneari più frequentate e più belle appartenenti al comune di Gallipoli. Il tratto di Rivabella è compreso tra Gallipoli e Lido Conchiglie ed è uno dei principali poli della movida estiva. Oltre ad avere grandi potenzialità turistiche per le strutture ricettive ed il mare cristallino, Rivabella è da quindici anni la sede di un polo commerciale estivo.
Fin dalla sua nascita, attorno agli anni ’70, Rivabella ha subito mostrato connotati fortemente turistici e residenziali. Attualmente è uno dei punti della costa salentina maggiormente attenti alle esigenze dei turisti e con più strutture. La bellezza delle spiagge già da sola ripaga i turisti del viaggio fatto. La sabbia appare bianca, fine, quasi vellutata, le acque cristalline e le dune bordate di macchia mediterranea e vari tipi di vegetazione spontanea.
La bellezza naturale del paesaggio è però stata parzialmente deturpata dalla costruzione di due ecomostri edificati direttamente sulle dune. I complessi alberghieri in questione sorgono a meno di 30 metri dal mare (e non rispettano la legge Galasso dell’8 Agosto 1985,n.431 che prevedeva – in tutela delle bellezze paesaggistiche – il divieto di edificazione a meno di 330 metri dalla riva del Mare).
Caterina De Bellis
#zona 3: Gallipoli | Gallipoli città.
Gallipoli è una delle cittadine più belle del Salento, spesso denominata “Perla dello Jonio”. I greci la chiamavano kalé pólis (“città bella”) ed il fatto non è casuale. La cittadina si divide in due porzioni, due cuori pulsanti, il centro storico racchiuso in una piccola isola ed il borgo di più recente costruzione che si collega ad esso tramite un ponticello. Circa 21mila abitanti hanno la fortuna di risiedere più, avvolti dall’abbraccio di numerosissimi turisti che – soprattutto in estate – amano inebriarsi dell’energia sprigionata da questa città. Di certo le bellezze naturali, il mare in primis, contribuiscono non poco al fascino di Gallipoli. La lunga costiera gallipolina è uno dei più peculiari tratti di costa pugliesi e
comprende Punta Pizzo, Baia Verde, Rivabella e Lido Conchiglie. A poca distanza dal centro storico, si erge l’isola di Sant’Andrea, circa cinquanta ettari di terra una volta definita “terra arida” per la sua particolare conformazione. L’isola di Sant’Andrea si eleva a non più di tre metri dal mare e quindi spesso afflitta dal vento e dai moti ondosi e per questo poco adatta alle ricche vegetazioni. Un tempo era terra da pascoli (i pastori conducevano le pecore tramite imbarcazioni) e adesso è completamente disabitata ma utilizzata da una particolare specie di Gabbiano Corso per la nidificazione. L’isola rientra nel Parco Naturale Regionale dell’Isola di Sant’Andrea e di Punta Pizzo, zona ad habitat protetto con flora e fauna peculiari.
Presso Gallipoli si possono apprezzare architettura, cultura, folklore, gastronomia, bellezze naturali e movida.
Il centro storico di Gallipoli si compone di una serie di vicoli stretti e tortuosi. Il tutto è circondato dalla Riviera dalla quale si può ammirare gran parte della costa gallipolina. Visitando Gallipoli non si può dimenticare di vedere il castello Angioino, il Rivellino, La Cattedrale di S. Agata, la fontana greca e numerosissime e peculiari chiese.
La ricchezza di strutture ricettive rende Gallipoli meta ideale per diversi tipi d’utenza, sia giovani che famiglie.
Caterina De Bellis
Baia Verde è un tratto di costa Gallipolina tra i più apprezzati che si estende 3km a sud di Gallipoli e 6 km a nord della Marina di Mancaversa. Questa sezione di costa rientra nel Comune di Taviano ed è in prossimità del bellissimo Parco Naturale Regionale isola di S.Andrea e litorale di Punta Pizzo.
Inizialmente sorto come quartiere di villeggiatura per gli abitanti dei paesi vicini, la bellezza del luogo ha fatto sì che Baia Verde diventasse negli anni un punto di ritrovo per turisti provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo. Circa 94 sono gli abitanti stabili, ma la popolazione estiva della zona è così ampia che spesso si possono patire i disagi del traffico.
La zona è ricca di strutture ricettive, villette, camping, residence, hotel e negozietti di ogni tipo. La prospettiva è proprio quella di un luogo costruito su misura del turista. La strada scorre molto vicina alla costa, quindi sono necessari pochi passi per raggiungere l’arenile.
Per altro Baia Verde ha la particolarità di essere un lido particolarmente protetto per conformazione territoriale e posizione geografica. Qui il mare è quasi sempre calmo e pulito e ciò ne garantisce una buona fruizione anche in periodi distanti dal clou dell’estate. Grossomodo la stagione di Baia Verde può andare tranquillamente da maggio a settembre. Il mare degradante, che sfuma tra varie tonalità di verde smerando e blu cobalto, non manca di affascinare i turisti che si sentono in località caraibiche. La sabbia, soffice, sottile e di colore chiaro, contribuisce ad amplificare la bellezza del luogo.
Proprio per l’eccezionale bellezza che attira molti visitatori il rischio è quello di ritrovarsi in un lido particolarmente affollato e caotico nell’alta stagione. Gli amanti della tranquillità e degli ampi spazi in spiaggia probabilmente, pur apprezzando l’innegabile bellezza naturale, potrebbero non sentirsi troppo a proprio agio.
Caterina De Bellis
Lido Pizzo
In questa zona siamo vicino al Lido Pizzo, famoso per le sue caratteristiche stradine di campagna che sono andate a crearsi durante il corso degli anni.
Qui possiamo vedere “Le Mulu”, una caratteristica costruzione di origine ottocentesca volta alla difesa della costa e del territorio salentino nel suo insieme. Ma andiamo a vederlo più da vicino:
Bianco come la farina, questa costruzione serviva oltre alla difesa del paesaggio anche alla raccolta del grano che veniva coltivato su tutta l’area del “Lido Pizzo”
La Marina di Mancaversa è una porzione di costa ionica, collocata tra Torre Suda e Punta Pizzo. E’ un tratto che fa parte di Taviano, in provincia di Lecce, lungo circa 2 Km e caratterizzato da una bassa scogliera entro la quale si fanno spazio piccole sezioni sabbiose. Il mare è estremamente limpido e particolarmente adatto alle immersioni considerate le grandi varietà di flora e fauna marine.
La località è particolarmente adatta agli amanti della tranquillità, del buon cibo e della natura. La cittadina è adatta alle vacanze di giovani e famiglie ed è dotata di strutture sportive, maneggi, piscine e ristoranti dove assaporare i gusti del Salento ed il buon vino pugliese. Fiere, sagre, concerti e proiezioni di film all’aperto, sono solo alcune delle iniziative che l’amministrazione locale predispone per i turisti. Per altro Mancaversa è in una posizione strategica per il turista che può raggiungere agevolmente gli altri poli turistici vicini. Mancaversa si trova infatti a soli 6 km da Gallipoli, 30 km da Santa Maria di Leuca, 40 km da Otranto e 50 km da Lecce.
Il nome mancaversa dovrebbe derivare da “versante mancino” di Gallipoli, ossia in riferimento al fatto che sia la costa a sinistra della Perla dello Ionio. Una seconda teoria in merito al nome farebbe riferimento al termine dialettale “baccaversa”che indicherebbe una barca rovesciata, nomenclatura della quale si hanno alcune testimonianze letterarie.
La cittadina di Mancaversa è di recente costruzione. Le prime abitazioni da villeggiatura per gli abitanti della vicina Taviano furono costruite nel secondo dopo guerra. Pare che nella zona di fossero tre chiesette di origini ottocentesche ma attualmente non sono visibili. Mancaversa si è velocemente espansa con la realizzazione di strutture e parchi pensati per i turisti sempre più presenti nella località.
Caterina De Bellis
Torre Suda è una porzione di litorale appartenente al Comune di Racale nella provincia di Lecce. Anche questa località prende il nome dalla torre del sedicesimo secolo voluta da Carlo V, in essa presente. Questo torrione è di forma circolare ed è alto 13,5 metri e, come gli altri torrioni che si trovano presso le coste salentine, fu posto come baluardo per prevenire gli attacchi e le scorrerie dei turchi. Una lunga scalinata conduce alla porta levatoia del primo piano (composto da una base ottagonale e soffitto con botte a spicchi). Pare che il nome derivi dal fatto che, dismesse le funzioni di vedetta, la torre fu adibita a cisterna. Quando l’acqua in essa contenuta – trapelando dalle pareti – appariva all’esterno, sembrava che la torre sudasse.
La località marittima comprende un litorale composto da baie naturali accerchiate da macchia mediterranea. Per lo più si tratta di basse scogliere, caratterizzate da rocce biancastre e per lo più levigate dall’azione del mare. Nonostante si tratti di una costa scogliosa, il mare è facile da raggiungere e ci si può sedere con ogni confort. Le acque estremamente limpide non mancano di attirare i turisti che accorrono numerosi nella stagione estiva. Ad accogliere i forestieri sono state predisposte strutture apposite, adatte a giovani e famiglie.
Torre Suda si trova, per altro, in una posizione strategica per raggiungere i luoghi vicini. Il comune di Racale è a circa due km dai primi lidi sabbiosi gallipolini (Lido Pizzo e Punta della Suina) e a sette km dalla Marina di Ugento (Torre San Giovanni).
La Pro-loco di Racale organizza numerosi eventi e sagre per tutta l’estate, cui si affiancano le manifestazioni religiose e folkloristiche come i riti dedicati alla Beata Vergine Maria Stella del Mare che partono dalla chiesetta di piazza San Marco e si concludono la prima domenica dopo Ferragosto con una cuccagna a mare nel “canale della volpe”.
Caterina De Bellis
Posto Rosso è una località balneare appartenente al Comune di Aliste (nella provincia di Lecce). Il nome deriva probabilmente dal colore rossastro degli scogli. La località è anche conosciuta come Cisternella a seguito della presenza di una piccola sorgente di acqua dolce, una specie di cisterna appunto.
Anche questa baia è immersa nel verde e caratterizzata da un litorale roccioso basso che conduce immediatamente ad un mare cristallino ed incontaminato. Posto Rosso è l’approdo ideale per chi cerca tranquillità e sinergia con la natura. Pur essendo distante solo 20 km da Gallipoli, 9 km dalla Marina di Mancaversa e a 5 minuti da Capilungo e Torre San Giovanni, Posto Rosso gode di una particolare tranquillità che non viene turbata nemmeno nei mesi estivi, dato il modesto afflusso di turisti.
La località di Posto Rosso è ideale per gli amanti delle immersioni subacquee data la grande varietà di flora e fauna marina. Sono pochissimi gli abitanti stabili( circa 15) e per questo il luogo si configura per lo più come località turistica nella stagione estiva o adatta a gite fuoriporta e pique-nique.
A Posto Rosso si riesce ancora ad assaporare una vita essenziale, un po’ retrò. Un ristorante, una farmacia, un piccolo negozio di alimentari ed il venditore ambulante che al mattino passa vendendo verdura, brioches, frutta e pane. Di certo gli amanti della vita mondana troveranno questa frazione a dir poco sottotono, ma è proprio per questo un piccolo angolo di pace da preservare.
Caterina De Bellis
Torre San Giovanni è una delle più ambite mete turistiche del Salento. Si tratta di una lunga porzione costiera, appartenente alla Marina di Ugento in provincia di Lecce. Questo tratto di mar Ionio è tra i più limpidi e suggestivi: presenta una sabbia bianchissima e sottile che cinge un mare ricchissimo di flora e fauna marine, arricchito da isolotti che possono raggiungersi solo via mare ed insenature che sembrano piccoli paradisi. Si alternano splendidamente lunghe porzioni sabbiose e basse scogliere.La natura incontaminata e le numerose strutture ricettive per turisti sembrano sposarsi magnificamente nello splendido panorama composto da mare, pinete, lunghe spiagge, dune e macchia mediterranea.
Le Torri costiere, come è noto, sono molto frequenti nel Salento, tra tutte però quella di Torre San Giovanni è particolarmente riconoscibile. Questa torre costiera, risalente al XVI secolo, è dotata di una finestra per ogni lato e – come tutte le torri costiere volute da Carlo V – era utilizzata per avvistare gli invasori e permettere l’avvio delle contromisure difensive.
Attualmente questa torre è un museo didattico ed è stata ritinteggiata in modo caratteristico con un inconfondibile bianco su cui si estende una porzione di scacchiera nera. Ovviamente, per queste sue caratteristiche, la torre è il simbolo della città ed al tempo stesso dell’unione di due epoche che riescono tranquillamente a convivere, valorizzandosi reciprocamente.
La presenza di resti archeologici è la più tangibile testimonianza delle antiche origini della località. La cittadina era di origine messapica, inizialmente si chiamava Ozan e furono i romani a ribattezzarla Uxentum da cui deriva l’attuale Ugento. Proprio ai piedi della Torre da cui trae nome la zona, sorgono i resti delle antiche mura messapiche (risalenti al 500 a.C.) che oggi vengono variamente utilizzate per manifestazioni folkloristiche (per esempio, a Natale si allestisce un suggestivo presepe).
Sono secoli dunque che Ugento è abitata, anche a seguito dell’importanza strategica della zona che ne ha fatto nel tempo polo militare e portuale. Con l’alternanza di periodi di prestigio e altri di pessima sorte, Ugento finì per diventare un’area paludosa e disabitata a causa dell’estendersi della malaria fino a che, con l’intervento fascista nel XX secolo, l’area non venne bonificata e restituita ad abitanti e pescatori. Con gli anni ’70 si valorizzò la natura turistica della zona e quindi si avviarono i lavori per rendere Torre San Giovanni la magnifica località che possiamo attualmente ammirare. Oltre alla fortunata congiunzione di bellezze naturalistiche, agli eventi organizzati dalla proloco locale, si possono apprezzare numerose strutture sportive, ottimi ristoranti, magnifici alberghi, bar ed ogni desiderabile intrattenimento per turisti.
Caterina De Bellis
Torre Mozza è un tratto di litorale ionico appartenente alla Marina di Ugento (provincia di Lecce), compreso tra Lido Marini e Fontanelle. La località trae il nome, come spesso accade in Salento, dalla torre cinquecentesca presente sul territorio.
In questo caso la torre, eretta nel XVI secolo da Carlo V in protezione delle scorrerie turche, è parzialmente crollata nel corso degli anni e per questo venne definita “mozza”. Nel 1565 si chiamava “torre dei fiumi” ma crollò a lavori appena ultimati e fu successivamente riedificata, ma nei secoli successivi continuò a perdere porzioni. Si consideri inoltre che durante la Seconda Guerra Mondiale fu utilizzata dai soldati come postazione per mitragliare.
La costa di Torre Mozza appare come una lunga distesa di sabbie bianche e fini, affiancate da un lato dal mare basso e cristallino e dall’altro da profumata macchia mediterranea. La località è particolarmente adatta al turismo famigliare proprio grazie a questa sua conformazione. I turisti sono molto presenti sul territorio anche per la stretta vicinanza ad altre località pregevoli del Salento (prima le altre, Gallipoli che attira molti giovani per la sua movida).
A pochi kilometri da Torre Mozza vi sono le Secche di Ugento, zone marittime dalla particolarissima flora e fauna apprezzabile durante indimenticabili immersioni.
Torre Mozza è una località turistica riccamente attrezzata di strutture e dalla fortunata conformazione naturalistica, un’ottima scelta per una vacanza di relax in riva al mare.
Caterina De Bellis
Lido Marini è una porzione costiera appartenente a Ugento (da cui dista circa 8 km) e per una piccola parte al Comune di Salve che si trova esattamente tra Torre Pali e Torre Mozza.
Si tratta di una delle località marittime più estese del Salento e maggiormente frequentate nella stagione estiva. Si pensi che d’estate l’apporto di turisti è tale che si possono contare fino a 35mila presenze. Attorno alla via principale, Corso Colombo, sono presenti numerosissimi ristoranti e bar oltre che tutti i negozi e servizi che possono compiacere un turista.
Lido Marini si compone lungo la sua estensione di lunghe spiagge abbracciate da basse scogliere. L’acqua particolarmente cristallina e bassa è adattissima al bagno dei bambini, che possono così giocare e nuotare rimanendo per un vasto tratto protetti dalle acque profonde.
Villaggi turistici, agriturismi, hotel e ristoranti sono pronti a deliziare i palati dei visitatori con specialità locali adatte a stupire gli amanti della buona cucina. In tutto il Lido si estende per 2 Km, con un’alternanza di spiagge libere e private. Qua e là si trovano anche tratti con scogliera bassa, molto apprezzati dagli amanti della pesca subacquea e per chi fa immersioni alla ricerca di flora e fauna marina.
La sabbia dorata della spiaggia è contornata da folta macchia mediterranea, disposta su grandi dune che attribuiscono un aspetto selvaggio ed incontaminato alla località.
Il Lido è facilmente raggiungibile, così come è molto facile immergersi nelle sue acque o passeggiare lungo la costa. In questi posti si gode una particolare tranquillità ed è per questo che vengono scelti per vacanze all’insegna del relax. L’entroterra è apprezzabile anche per la presenza di splendidi agriturismi, ottenuti valorizzando le strutture di alcune masserie di epoca medioevale.
Se Lido Marini ha un clima sereno è tranquillo, è anche vero che gli amanti della movida possono comunque velocemente raggiungere le vicine località di Gallipoli (33 km), Torre San Giovanni e Santa Maria di Leuca.
Vicino a Lido Marini si possono apprezzare anche le cosiddette “Secche di Ugento” che erano anticamente luogo di naufragi e che adesso appaiono incantevoli distese di bellezze naturali.
Caterina De Bellis
Torre Pali è una località balneare appartenente alla frazione di Salve, nel leccese. La località è al centro del Salento e vicina alle note spiagge di Lido Marini, Pesculose, Lido San Giovanni, Santa Maria di Leuca, Torre Mozza e Torre Vado.
Qui le bellezze naturali si fondono col mistero e la storia. Anche questa porzione di Mar Ionio prende il nome dalla torre seicentesca eretta per volere di Carlo V per avvistare gli invasori turchi ed organizzare le contromisure difensive. Anticamente la località era chiamata Marina di Sant’Antonio giacché ivi era presente una chiesetta dedicata al santo per volere dei pescatori della zona. Con gli anni tuttavia la località ha assunto il nome di pali al seguito del rinvenimento di numerosi pali in legno che si rinvenivano sulla spiaggia con le mareggiate. La torre costiera di Torre Pali resiste a fatica allo scorrere del tempo ed appare parecchio diroccata ma probabilmente proprio per questo ha un particolare fascino. Quando fu progettata la torre si ergeva stabilmente sulla terra ferma ma negli anni la costa si è erosa al punto da circondare quasi interamente la torre.
La costa è in questo tratto prevalentemente sabbiosa, dorata con acque cristalline e limpide. Appena dopo la torre si trovano basse scogliere. Le case sono a ridosso della costa e godono di una splendida vista mare.
Vicino all’arenile c’è un isolotto, raggiungibile a nuoto, noto come Isola della Fanciulla. Il nome deriva da un episodio (misto di storia e leggenda) che vede per protagonista una sfortunata fanciulla che fu rapita dai turchi. Costei, tentò più volte la fuga dalla sua schiavitù e così i turchi le proposero di rinnegare la sua religione per tornare il libertà ma costei preferì la morte piuttosto che l’abiura della sua fede.
La leggenda narra che il corpo della fanciulla fu rinvenuto esanime sull’isola che si decise di dedicarle.
Torre Pali è attualmente una località turistica con ogni servizio desiderabile e splendide strutture ricettive che si abbinano ad un paesaggio naturale paradisiaco.Il comune di Salve e Torre Pali possono fregiarsi del riconoscimento della Bandiera Blu grazie al mare limpido e le spiagge pulite.
Caterina De Bellis
La località di Pescoluse appartiene alla frazione di Salve, nella provincia leccese. Pescoluse è quella parte di costa compresa tra Torre Pali e Torre Vado, porzione lunga più di 5 Km che si è guadagnata negli anni la denominazione di “Maldive del Salento”. L’acqua bassa, perfettamente limpida, contornata da sabbia finissima e dune con splendidi gigli bianchi e macchia mediterranea , creano un panorama da cartolina degno delle migliori località d’oltreoceano. Per altro, la costa rivolta verso sud, gode di una particolare posizione che le garantisce acque calme e coste protette per tutte le stagioni dell’anno.
Poco distanti dalla costa, si possono ammirare delle grotte carsiche.Eppure la bellezza della località non è solo naturalistica. A Pecoluse si possono ammirare un dolmen e una tomba risalente al 2500 a.C.Per vedere il Dolmen da vicino occorre cercarlo a pochi chilometri dalla litoranea Leuca-Gallipoli.
Il luogo è intriso di storicità, oltre ai resti dei dolmen, si possono apprezzare dei trulli caratteristici del Salento noti col nome di “Pajare”, un pozzo monumentale in pietra leccese, la torre cinquecentesca della masseria Borgin che serviva ad avvistare i corsari ed inoltre a Pescoluse vi sono numerose strutture di difesa erette per la Seconda Guerra Mondiale.
La bellezza del mare delle Marine di Salve ha garantito per diversi anni al luogo il riconoscimento “4 vele” della Guida Blu di Legambiente e la bandiera Blu della FEE.
Per questi motivi è facile immaginare che d’estate la località sia densamente frequentata. Generalmente si attendono circa 25mila visitatori, tuttavia questi si distribuiscono variamente nella costa e trovano spazio nelle strutture ricettive adatte a tutti i gusti. Scegliendo la spiaggia giusta, libera o attrezzata, i turisti di Pescoluse possono scegliere tra angoli più riservate e zone più frequentate.
Il centro abitato di Pescoluse si va espandendo negli anni, attorno alla strada centrale di via Puccini. E’ stata edificata recentemente una chiesa in memoria del beato Papa Giovanni XXIII.
Caterina De Bellis
Ecco le tre zone di Santa Maria di Leuca Torre Vado
Marina di San Giorgio Santa Maria di Leuca
Torre Vado è una porzione costiera appartenente al Comune di Morciano di Leuca, nella provincia leccese.Si tratta di uno dei posti più belli del basso Salento, vicinissimo per altro alla nota Santa Maria di Leuca. Come tante località del luogo, ha conosciuto il proprio sviluppo negli ultimi decenni a seguito della vocazione turistica.
Pare che il nome Vado derivi dal latino “vadum” che vorrebbe dire “guado” ossia luogo costiero facilmente attraversabile, d’altronde Torre Vado ha una conformazione di basse costiere e spiagge che confermerebbe questa tesi. Tuttavia qualcuno sostiene che il nome possa derivare dallo spagnolo “ovado”, ossia il luogo dove i pesci depositano le uova, anche questa tesi abbastanza credibile visto il bacino protetto che potrebbe indurre i pesci a trovarvi riparo.
In un testo antico, risalente al 1619, la “Descrittione del Regno di Napoli”, la località è segnata con il nome Torre Mattafante.Di certo la località è legata al proprio torrione d’avvistamento seicentesco. Anche in questo caso, si tratta di una torre voluta da Carlo V per difendere il Salento dalle scorrerie dei pirati saraceni. La torre appare in un ottimo stato di conservazione, vicina al mare e circondata da edifici di più recente costruzione.
Essendo vicina al Comune di Salve, la torre fu per lungo tempo adibita a torre cavallare, ossia – non appena veniva avvistato un pericolo- un uomo a cavallo partiva per segnalare i pericoli in avvicinamento nell’entroterra. Nel 1864 il re delle Due Sicilie, Ferdinando II, ne ordinò il disarmo e la torre fu adibita funzioni di controllo doganale. Nel 1930 fu venduta a dei privati che nel 1935 cominciarono i lavori di restauro che l’hanno resa lo splendore che appare attualmente.
La posizione di Torre Vado è strategica per i turisti che possono da qui raggiungere facilmente Gallipoli, Pescoluse, Porto Vecchio, Torre Pali e Santa Maria di Leuca. La stessa Torre Vado è apprezzabilissima per le sue caratteristiche. Il mare azzurro, cristallino, gli uliveti in collina, efficacemente rinfrescati dalla brezza marina, costituiscono una cornice perfetta per una vacanza in tranquillità.
Gli amanti della natura trovano qui interessanti possibilità per le escursioni (in mare o a cavallo), inoltre facendo trekking verso Capo di Leuca si possono incontrare suggestivi reperti archeologici.
Ovviamente, considerate le numerose peculiarità del luogo, non mancano le strutture ricettive. Caterina De Bellis
#zona 5: Santa Maria di Leuca | Marina di San Gregorio
La Marina di San Gregorio è una località dalle origini molto antiche. Prima ancora dell’insediamento di greci e romani, in questa zona della puglia risiedevano i messapi, civiltà molto fiorente di probabile origine balcanica. All’epoca la Marina di San Gregorio era un punto di riferimento portuale e restano ancora oggi reperti archeologici che lo testimoniano. L’attuale frazione di Patù della provincia leccese, deriva da Vereto, l’insediamento portuale messapico e ancora ad giorni nostri sono visibili i resti di una scalinata che dal porto risale la collina. Il porticciolo, dalle acque poco profonde, è ricco di resti che testimoniano la presenza di un porto commerciale anche in epoca romana. Molte villette si affacciano direttamente sul mare e le coste appaiono quasi completamente scogliose ma di facile accesso. La località prende in nome dalla torre San Gregorio, costruita nel XVI per volete di Carlo V. La torre fu attaccata dai saraceni e parzialmente distrutta per poi essere, in tempi moderni, ristrutturata e adibita ad abitazione privata. Patù, frazione alla quale appartiene la Marina di S.Gregorio, è il più piccolo paesino della provincia leccese, nato nell’anno mille per accogliere gli abitanti di Vareto in fuga a seguito dell’attacco saraceno. Presso Patù è possibile ammirare una misteriosa costruzione, ancora non compresa a pieno dagli studiosi, nota come “centopietre”.
La struttura potrebbe essere d’epoca romana o addirittura precedente e consiste in cento pietre tufacee sovrapposte senza alcun legante fino a formare un edificio di forma rettangolare. La Marina di San Gregorio è vicina a Torre Vado, Torre Pali e Pescoluse, per questo può essere un ottimo punto di appoggio per ammirare anche le zone limitrofe.
Caterina De Bellis
Santa Maria di Leuca è una frazione del Comune di Castrignano del Capo. L’appartenenza a questo Comune fu discussa per molti anni, a seguito della vicinanza a Gagliano del Capo, ma fu definitivamente attribuita dopo circa 83 anni di contesa. Si tratta di una propaggine meridionale, estremamente apprezzata per le bellezze paesaggistiche e per la collocazione suggestiva. L’area di Santa Maria di Leuca si avvale di una parte sopraelevata su di un promontorio che ospita una Basilica ed un faro (alto quasi 50 m e situato a 102 metri dal livello del mare) e di una parte più bassa che comprende la Marina. Punta Capo di Leuca è il luogo dove s’incontrano due mari: Adriatico e Ionio. L’abbraccio tra i due, con le correnti provenienti dal Golfo di Taranto e quelle del Canale d’Otranto, si manifesta qui con uno stacco cromatico che delimita nella fantasia popolare il confine tra le due zone. Tuttavia, ufficialmente, il confine è stato indicato nel Canale d’Otranto in quanto compreso tra Punta Palascìa (punto più ad est d’Italia) e Capo Linguetta (in Albania).
La particolarità del luogo, fondata su bellezze architettoniche e naturalistiche, ha fatto sì che venisse compreso nell’area protetta di Parco Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase. A 85 metri sotto il livello del mare, nella poco distante Punta Ristola, giace lo scafo di un sommergibile affondato con il suo equipaggio nella Sec onda Guerra Mondiale, si trattava del sommergibile italiano Pietro Micca con i suoi 58 marinai. Non meno suggestiva è la Basilica, collegata al porto da una lunga scalinata di 284 gradini e che termina con una colonna romana, opera voluta da Benito Mussolini ed ultimata a termine del conflitto mondiale. La zona di Santa Maria di Leuca è arricchita, inoltre, dalla presenza di 43 sontuose ville Ottocentesche alcune delle quali sottratte ai proprietari durante il conflitto mondiale per ospitare gli sfollati e depredate delle parti metalliche che vennero riciclate per la produzione di armi. I lavori di restauro di alcune di queste ville, ne compromisero eccessivamente l’aspetto rispetto al progetto ottocentesco, ma restano apprezzabili nel loro splendore moltissime altre costruzioni, ognuna caratterizzata da un proprio stile. Ogni anno, a maggio, in un giorno che viene selezionato di volta in volta, le ville vengono aperte al pubblico per delle visite gratuite. In tali occasioni, la bellezza dei luoghi, è impreziosita dalla degustazione di prodotti tipici locali o di mostre floreali. Visitando Leuca, è praticamente impossibile non ammirare le grotte marine. Tra queste una delle più suggestive è detta Grotta del Diavolo, a seguito della credenza popolare che attribuiva ai demoni i forti rumori che si possono talvolta sentire nella grotta. Questo sito, oltre che affascinante per le acque cristalline che abbracciano le insenature, è d’importanza storica. A fine ottocento furono rinvenuti nella grotta utensili, armi ed ossa. Queste testimonianze hanno permesso di datare i primi abitanti della grotta nel Neolitico. Anche a Santa Maria di Leuca, tra le altre bellezze, si può ammirare un torrione costiero cinquecentesco. La torre è nota come “Torre dell’Omomorto” a seguito delle ossa umane che furono rinvenute al suo interno. Il faro di Santa Maria di Leuca, che punta l’orizzonte dall’alto della costa, è visibile da circa 40 km di distanza e fu progettato nel 1866. Il 15 d’Agosto si aprono i festeggiamenti per la Madonna e i pescatori, riconoscenti per la Santa Vergine, portano la statua in processione per terra e per mare. I fuori pirotecnici a mezzanotte concludono la festa tradizionale, ogni anno.
Caterina De Bellis
Ecco le quattro zone di Castro e Santa Cesarea Terme Tricase Porto
Marina di Andrano Castro
Santa Cesarea Terme
Il bacino occupato dal porto di Tricase, attualmente appartenente alla provincia di Lecce, è abitato sin dai tempi antichi. Infatti, si hanno testimonianze fin dal 1400 e, nonostante da allora siano passati diversi secoli, la località conserva per certi versi la stessa serenità rituale di allora.
Le acque – profonde da due a sette metri – abbracciate da scogliere e grotte naturali, compongono un paesaggio incantevole, ideale per chi cerca un posto lontano dal caos. Alle insenature naturali, sono stati affiancati due porti, uno antico ed un secondo più moderno adatto ad accogliere le barche da diporto. Quest’ultimo porto è anche l’approdo delle imbarcazioni messe a disposizione dei turisti, in crescente afflusso negli ultimi anni.
Spicca tra le costruzioni del luogo la cosiddetta Torre del Sasso, ammirabile su di un’altura a 116 metri sopra il livello del mare. Anche in questo caso si tratta di una torre edificata per proteggere la costa dalle scorrerie di turchi e saraceni, attorno al XVI secolo.
Il porto di Tricase si affaccia sul mar Ionio, nel basso versante dell’Adriatico. La natura incontaminata si erge fiera in questo luogo, mostrando la sua bellezza con le acque limpide e la sabbia fine.
Non mancano le costruzioni storiche ad impreziosire le bellezze naturali: tra queste il Palazzo Principesco dei Gallone, la chiesa Madre cinquecentesca ed il convento dei domenicani.
Meno di trecento abitanti hanno la fortuna di abitare in questo piccolo ed incantevole borgo nel cuore del Salento. Qui il folclore e la religiosità sono ancora molto vivi e lo si può ben vedere in occasione delle feste religiose e delle sagre di paese.
Si tratta evidentemente di un posto lontano dalla mondanità ma adatto ad una vacanza all’insegna del relax e del contatto con la natura.
Caterina De Bellis
Tra Santa Maria di Leuca e Otranto vi è una meravigliosa spiaggia che negli ultimi anni accoglie un numero crescente di turisti: la Marina di Andrano. Il piccolo comune nell’entroterra vede i discendenti dei circa 5000 abitanti – in prevalenza agricoltori – che si allontanarono dalle coste ai tempi delle invasioni di pirati saraceni e turchi. L’amministrazione locale ha predisposto negli ultimi anni il restauro di un Lungomare, lunga passeggiata che consente a visitatori e abitanti di godere a pieno delle bellezze della costa. Questa marina è stata più volte insignita del prestigioso riconoscimento della Bandiera Blu. Le acque qui sono limpide e pulite, nel pieno rispetto della natura e dei suoi equilibri. Nei due kilometri di litoranea si alternano diversi habitat per i diversi gusti. Spiagge, scogli, insenature naturali convivono a stretta distanza e costituiscono per i visitatori un paesaggio suggestivo, adatto a diversi tipi di utenza. Le famiglie, infatti, prediligono “La Botte”, lunga porzione costiera caratterizzata da una sabbia abbondante e acque basse (ideali per i bambini). Quanti preferiscono, invece, acque cangianti, con colorazione verde smeraldo tra le insenature, si recano verso la località “Marina della Torre” dove possono ammirare “Il Fiume” e la “Grotta Verde”. Infine vi è “Acqua viva”, insenatura costiera che – tra le rocce – vede sgorgare sorgenti di acqua dolce, tratto particolarmente adatto a chi cerca il relax immerso nella natura. Immergendosi nel mare con maschera, boccaglio e pinne, ci si rende perfettamente conto che la bandiera blu non è certo stata assegnata a caso: tra le più affascinanti specie di flora e fauna vivono in piena salute nei fondali di Andrano, contribuendo alla formazione di uno scenario da favola. E se le bellezze naturali sono certo le principali attrattive del luogo, non si devono sottostimare i piaceri dell’entroterra.
Passeggiando per Andrano si possono ammirare il Castello (tredicesimo secolo), la chiesa dei domenicani (quattordicesimo secolo), il belvedere della Madonna dell’Attarico e una particolarissima chiesa costruita in una grotta che presenta un affresco della Madonna con bambino realizzato in epoca bizantina. La località di Andrano, dove si respira aria fresca e si vive immersi nella macchia mediterranea, ha inoltre un interessante bagaglio culturale fatto di feste popolari e religiose.
Caterina De Bellis
Castro è un comune italiano di 2.488 abitanti della provincia di Lecce in Puglia. Situato lungo la costa orientale della penisola salentina, il comune è formato dall'abitato principale di origine medievale, posto su un promontorio a 98 metri
s.l.m. e dalla parte bassa di Castro Marina, sorta intorno al porto. Centro peschereccio e balneare, vanta origini antiche quale erede della romana. Fu una delle prime città del Salento ad essere elevata al rango di contea; fu anche sede vescovile fino al 1818
Santa Cesàrea Terme è un comune italiano di 3.062 abitanti della provincia di Lecce in Puglia.
Situato sulla costa orientale della penisola salentina, all’imbocco del Canale d’Otranto, è uno dei centri a maggiore vocazione turistica del Salento. È una stazione idrotermale.
guardando le caratteristiche costruzioni di Santa Cesarea si è ad un passo dall’Oriente.
Dal punto di vista meteorologico Santa Cesarea Terme rientra nel territorio del basso Salento che presenta un clima prettamente mediterraneo, con inverni miti ed estati caldo umide. In base alle medie di riferimento, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta attorno ai +9 °C, mentre quella del mese più caldo, agosto, si aggira sui +35,1 °C. Le precipitazioni medie annue, che si aggirano intorno ai 676 mm, presentano un minimo in primavera-estate ed un picco in autunno-inverno.
Facendo riferimento alla ventosità, i comuni del basso Salento risentono debolmente delle correnti occidentali grazie alla protezione determinata dalle Serre Salentine che creano un sistema a scudo. Al contrario le correnti autunnali e invernali da Sud-Est, favoriscono in parte l’incremento delle precipitazioni, in questo periodo, rispetto al resto della penisola.
Ecco le cinque zone di Otranto Otranto
Alimini
Torre dell’Orso Rocca Vecchia San Foca
Otranto (Utràntu in dialetto salentino, Derentò in greco salentino, Ὑδροῦς in greco classico, Hydruntum in latino) è un comune italiano di 5.568 abitanti della provincia di Lecce in Puglia.
Situato sulla costa adriatica della penisola salentina, è il comune più orientale d’Italia: il capo omonimo, chiamato anche Punta Palascìa, a sud del centro abitato, è il punto geografico più a est della penisola italiana.
Dapprima centro messapico e romano, poi bizantino e più tardi aragonese, si sviluppa attorno all’imponente castello e alla cattedrale normanna. Sede arcivescovile e rilevante centro turistico, ha dato il suo nome al Canale d’Otranto, che separa l’Italia dall’Albania, e alla Terra d’Otranto, antica circoscrizione del Regno di Napoli. Nel 2010 il borgo antico è stato riconosciuto come Patrimonio Culturale dell’Unesco quale Sito Messaggero di Pace[3]. Fa parte del club I borghi più belli d’Italia.
La zona dei laghi Alimini è una delle più suggestive della provincia leccese, a nord diOtranto. Le bellezze naturali della zona rientrano nel piano di protezione dell’Oasi dei Laghi Alimini e si sviluppano attorno ai due laghi, legati tra loro da un canale detto Lu Strittu.
Il lago Alimini Grande si estende per 2,5 km con profondità 4 metri ed il risultato dell’erosione del mare. Tutt’attorno al lago si possono ammirare pinete, rocce e macchia mediterranea. Nella costa nord del lago si trova la Palude Traduano dove scorrono numerose sorgenti ed i fondali sono bassi e sabbiosi. La più famosa tra queste sorgenti si chiama Zudrea e le sue acque contribuiscono ad alimentare il lago, assieme a quelle del mare. Nonostante queste sorgenti d’acqua dolce che s’immettono nel lago, la salinità rimane simile a quella del mare giacché esso stesso vi confluisce e per questo i fondali sono ricchi di molluschi.
Al contrario, il lago Alimini Piccolo è prevalentemente d’acqua dolce, giacché alimentato dalle sorgenti e per questo denominato anche “Fontanelle”. L’estensione è di circa 2Km ma la profondità non supera il metro e mezzo. La particolarità di questo lago è che d’estate, a seguito dell’evaporazione delle acque, tende ad aumentare la propria salinità.
La bellezza della zona dipende anche dalla presenza di particolari piante quali ad esempio la rarissima orchidea di palude, la castagna d’acqua (in via d’estinzione) e l’erba vescica (una pianta carnivora che appena avvicinata dagli insetti apre le proprie vesciche ed aspira le sue vittime).
Flora e fauna presenti nei laghi Alimini contribuiscono a creare un paesaggio bucolico, impreziosito dalla presenza cigni bianchi, fenicotteri, gufi, ghiri, testuggini e oche selvatiche.
La varietà e preziosità dell’ecosistema di questa zona è tale da essere di riconosciuta rilevanza a livello europeo. Uno dei punto di maggior pregio è la cosiddetta Baia dei Turchi, raggiungibile solo a piedi e per questo ancora ammirabile nella sua bellezza incontaminata. Il posto deve il nome alla tradizione secondo la quale in quel punto sbarcarono i Turchi pronti ad invadere Otranto nel 1400.
Caterina De Bellis
Torre dell’Orso è una località balneare che fa parte del Comune di Melendugno. Tra le bellezze del Salento è una delle maggiormente note ed apprezzate, per le acque limpide e le spiagge con sabbia fine ed argentata che sono valse alla località il riconoscimento di Bandiera Blu europea, più volte conseguito.
Per queste ragioni Torre dell’Orso gode di un ricco afflusso turistico nella stagione estiva che è in grado di accogliere con ogni moderna struttura ricettiva. Le bellezze marine -‐seppur eccelse – non sono le sole che può vantare questo territorio.
La cucina locale è particolarmente gustosa ed apprezzabile nelle numerose sagre e feste folkloristiche. Vicinissime alla spiaggia vi sono delle rigogliose pinete, attraversate da un corso d’acqua chiamato Brunese. La scogliera è ricca di grotte che sono intrise di storia, al loro interno infatti sono stati rinvenuti graffiti in greco e latino. Gli storici hanno appurato che la località di Torre dell’Orso era attraversata dai naviganti alla ricerca del percorso più breve per attraversare il mare. Una delle più interessanti iscrizioni rinvenute recita “Felicior Ispanus chiede al Dio di poter in tutta sicurezza e senza alcun timore attraversare la bocca dello stretto”, segno del forte sentimento religioso dei naviganti dell’epoca.
L’uso di scrivere sulle rocce delle grotte dei segni votivi e delle croci continuò anche in epoca medievale e sono numerosi gli esempi presenti nelle grotte marine.
Il nome Torre dell’Orso abbina la località balneare alla torre cinquecentesca di avvistamento che ancora sovrasta il paese. Non è chiaro se Orso derivi dalla foca monaca o dalla famiglia Urso che era proprietaria del territorio.
Uno degli scorci più noti di Torre dell’Orso è lo Scoglio delle due sorelle, due faraglioni simili e vicini che secondo la leggenda si ergono nel luogo esatto dove due sorelle trovarono la morte.
Caterina De Bellis
Roca Vecchia è una delle meravigliose marine di Melendugno (LE), uno dei posti migliori per trascorrere le vacanze in Puglia alla ricerca del mare pulito e del contatto con la natura.
Questa frazione si affaccia sul mare Adriatico ed è compresa tra S.Foca e Torre dell’Orso.
La località è particolarmente apprezzata dai turisti per la presenza di reperti archeologici e di due grotte marine carsiche, particolarmente suggestive. Queste ultime sono dette Grotte Poesia, una grande ed una piccola, distanti circa 60 metri l’una dall’altra.
Le insenature che abbracciano piscine naturali, sono il risultato di grotte carsiche cui anticamente sono crollati i tetti. L’acqua di mare, particolarmente cristallina in questi luoghi, entra tramite dei canali percorribili a nuovo o con piccole imbarcazioni.
La bellezza “paradisiaca” di questi luoghi doveva essere apprezzata fin dai tempi antichi, non a casa qui sono state rinvenute iscrizioni risalenti a messapi, latini e greci, alcune delle quali inneggianti al dio Taotor. Il centro abitato sorge a nord dei reperti archeologici e consiste davvero in un piccolissimo polo abitativo, animato in estate dalla presenza dei turisti.
A poca distanza si trova Roca Nuova, un centro oramai disabitato risalente al 1480, costruito dai cittadini messi in fuga dalle incursioni turche. Le origini di Roca Vecchia sono in ogni caso decisamente molto più antiche, le prime tracce di vita in questo luogo risalgono all’età del bronzo (circa XV-XI secolo a.C.).
Dai reperti rinvenuti, è chiaro che gli insediamenti furono più volte incendiati e ricostruiti. Probabilmente si trattava di un luogo di culto la cui distruzione simboleggiava un affronto per la popolazione dominante. Di particolare interesse è il Santuario di Maria Santissima delle Grazie, detto anche Cripta di Roca Vecchia.
La struttura ha origine su di un antico ipogeo rupestre o un’antica grotta bizantina. Si tratta di un plesso seminterrato con tre navate, ognuna con tre colonne dai capitelli composito-corinzi.
L’altare in pietra leccese è dedicato all’effige della Madonna che la leggenda narra sia stata trovata da un pastorello del luogo mentre cercava una pecora smarrita. Anche qui, si erge una torre di guardia cinquecentesca, detta Torre di Roca vecchia o di Moradico.
Caterina De Bellis
San Foca è una località costiera del Salento, parte della marina di Melendugno, di cui è frazione, in provincia di Lecce.
È situata tra Torre Specchia Ruggeri e Roca Vecchia sul Mare Adriatico Il suo porto turistico è uno dei più importanti del litorale compreso fra Brindisi e Otranto.
La costa nel territorio della marina è rocciosa ed è caratterizzata da due insenature sabbiose (a nord e a sud del porto). Nell'insenatura nord sono presenti alcuni scogli con dimensione da uno a trenta metri. Il più famoso prende il nome di Scoglio dell'otto per via della sua forma caratteristica. È un villaggio di pescatori, abitato prevalentemente durante il periodo estivo. Il tratto di mare Adriatico che bagna la costa di San Foca presenta fondali bassi e rocciosi a tratti. Chiazze di sabbia consentono lo sviluppo di una prateria di Posidoni abbastanza ampia, le cui foglie vengono ammassate dal mare lungo le rive in grandi banchi bruni. Sulle rocce a basse profondità regna la Cystoseira e grandi concentrazioni di Ulva e Enteromorpha, alghe che gradiscono acque particolarmente cariche si sali azotati.
Ecco le cinque zone di San Cataldo
San Cataldo Frigole
Torre Chianca Torre Rinalda Casalabate
In epoca romana era sede di un importante porto, intitolato all’imperatore Adriano,che ne aveva ordinato la ricostruzione (fonte: Pausania). Di tali resti ora rimane ben poco visibile nei pressi del faro. Qui sbarcò Ottaviano dopo aver appreso la notizia della morte di Cesare.
Caduta in disuso, Salapia (nome latino di San Cataldo) si trasformò in palude, la cui bonifica avvenne solo in epoca fascista da parte dell’Opera nazione Combttenti. Del tram che collegava la vicina città di Lecce non rimangono che alcune fotografie in bianco e nero. Oggi l’antico porto romano è stato completamente abbandonato e il mare lentamente lo sta distruggendo. Del suo splendore resta solo qualche muro affiorante dall’acqua.
La località balneare di Frigole appartiene alla provincia leccese e gode di una particolare collocazione, che si attesta al centro delle più belle città del Salento. Frigole dista infatti solo 15 km da Lecce, 40 da Otranto e 35 da Brindisi.
La spiaggia qui è caratterizzata da un meraviglioso fondale sabbioso con acque cristalline.
Di particolare interesse è il bacino artificiale di Acquatina, laguna realizzata per favorire la itticoltura e la diffusione crostacei, molluschi, uccelli nidificatori, piante acquatiche e vari tipi di alghe. Il bacino umido si estende per circa 100 ettari ed è circondato da dune e macchia mediterranea. Due canali collegano Acquatina al mar Adriatico e la cura di questa zona, di particolare interesse naturalistico, è affidata direttamente al Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali dell’Università del Salento.
Frigole consiste in buona sostanza in un piccolo polo abitativo, cui si aggiunge una bellissima zona balneare particolarmente frequentata nella stagione estiva. La bellezza del mare, da sola potrebbe bastare a giustificare un viaggio da queste parti, ma si aggiunga ad essa la bontà dei gusti locali a la particolarità delle sagre gastronomiche qui organizzate.
Molto forte in questi paesini è il folklore, non a caso il 15 di agosto si tengono i festeggiamenti in onore della Madonna dell’Assunta, consistenti – tra le altre cose- in un corteo a mare composto da moltissime piccole imbarcazioni.
Le origini della zona abitata sono relativamente recenti, nonostante la località fosse conosciuta già in epoca normanna. La zona in origine era prevalentemente paludosa e solo in epoca fascista venne bonificata a dovere.
Secondo un’etimologia risalente all’epoca medievale, oltre che “Frigole” il paese può essere chiamato anche “Frigule” per il freddo che si può provare in alcuni periodi a seguito del vento forte che arriva dal canale d’Otranto.
Il mare qui è particolarmente pescoso, oltre che amabile per i bagni estivi. Per questo motivo tra porto e spiagge sono moltissimi gli appassionati che tentano la fortuna di portare a casa un ricco raccolto di pesce. Particolarmente suggestivo e da visitare, il lungo mare Attillio Mori, una delle strade più antiche della cittadina.
Caterina De Bellis
Torre Chianca è una marina leccese, a poca distanza da Frigole e Torre Rinalda, che prende il nome dalla Torre cinquecentesca fatta costruire per proteggere la zona dalle incursioni turche e saracene.
Tra le numerose torri salentine, questa è una delle più imponenti (alta 18 metri e con i lati lunghi ognuno 15,60 metri) e fu usata come base dell’artiglieria anche durante la seconda guerra mondiale. Attualmente, attorno alla torre, cresce un meraviglioso campo di girasoli (protetto dall’Unesco).
In origine Torre Chianca era un derivato del borgo di Case Simini (LE) ed attualmente è una località balneare per lo più disabitata in inverno ma che gode di una lunga stagione estiva, da maggio a settembre, in cui si anima di turisti. L’area di Torre Chianca è caratterizzata da lunghe spiagge con fondali bassi-sabbiosi e dalla presenza di due bacini, l’Idume ed il Fetida.
Con il fiume sotterraneo idume che s’immette nel mare, si creano particolari condizioni naturali che favoriscono la nascita di alghe, narcisi e fitti canneti. Torre Chianca è una delle località balneari più frequentate dai leccesi, a seguito della vicinanza al capoluogo di provincia.
Le acque basse e le coste sabbiose fanno sì che venga preferita dalle famiglie che possono così portare a mare i bambini in tutta tranquillità. Il turismo subacqueo è qui molto diffuso, giacché a poca distanza dalla costa vi sono dei reperti archeologici di finissima fattura, come delle grandi colonne risalenti al II secolo D.C. (visibili a sette metri di profondità). Il windserf è un’altra attrazione possibile in zona, incentivata anche dagli stabilimenti balneari.
Torre Chianca è allo stesso tempo apprezzata anche dagli amanti del relax. Per rimanere lontani dalla ressa, si possono scegliere le ampie e numerose spiagge libere oppure gli spazi al Parco di Rauccio, foresta protetta.
Caterina De Bellis
Torre Rinalda è una piccola frazione appartenente alla provincia Lecce, compresa tra Torre Chianca e Casalabate.
Come altri paesini del Salento, prende il nome dal torrione d’avvistamento che qui ha sede, costruito nel ‘500 per paura delle invasioni turche e saracene. Sfortunatamente il tempo ha vinto sulla costruzione che appare attualmente gravemente compromessa.
Nell’entroterra, a poca distanza dal torrione, è apprezzabile la maestosa Abbazia di Santa Maria delle Cerrate. Trattasi di un monastero basiliano edificato nel XII sec. d.C., all’interno del quale sono apprezzabili un baldacchino del 1269 e numerosi affreschi eseguiti tra il XIII e il XIV secolo. All’esterno, di particolare interesse, è un pozzo rinascimentale.
Questa struttura antica e pregiata è attualmente sede del museo delle tradizioni popolari, custode degli strumenti utilizzati dagli artigiani della zona.
La marina di Torre Rinalda dista solo 15 km da Lecce ed è caratterizzata da spiagge prevalentemente sabbiose e con acque verdi smeraldo, limpide e cristalline. Uno dei più bei tratti di costa del mar Adriatico.
Questa località è particolarmente apprezzata dai turisti che trovano qui bel mare, ottimi sapori del Salento e perfette strutture ricettive per famiglie.
Caterina De Bellis
Casalabate è una località costiera adriatica contesa tra Squinzano, Trepuzzi e Lecce. Si tratta di una piccola frazione, abitata per lo più da pescatori che si anima d’estate grazie alla bellezza della sua costa con l’arrivo di numerosi turisti.
Abitano qui circa 400 persone, divise tra la parte nord di Squinzano e quella sud di Trepuzzi. D’inverno il numero degli abitanti diminuisce ancor di più, ma per chi resta lo spettacolo di tranquillità e contatto con la natura è davvero affascinante per chi è in grado di apprezzarlo.
La costa di Casalabate si estende per circa 2 km, tra spiagge libere e stabilimenti balneari.
Dista solo 22 km da Lecce, per questo può essere agevolmente visitata anche puntando al Capoluogo salentino.
Il tratto costiero ha basse scogliere e ampi spazzi sabbiosi, affacciati su di un mare incantevole molto pescoso.
L’entroterra è ricco di masserie, bellissime da visitare e ricche d’esperienze gastronomiche tipiche, tutte da gustare. Degne di menzione sono anche l’Abazia di S.Maria a Cerrate che è sede del museo e la zona archeologica Valesium.
Si respira al Casalabate la magica atmosfera degli anni che furono. Davvero un posto eccezionale per troncare la routine lavorativa e rifugiarsi in un angolo di pace.
La località ha una propria torre di vedetta cinquecentesca, Torre Specchiolla, costruita per la protezione dalle invasioni turche, attualmente in ottimo stato di conservazione.
Francesco S Tricarico
Fonte: testo tratto da http://www.spiaggedelsalento.com/wp-content/uploads/2014/03/ebook-spiagge-del-Salento-marzo-2014-versione-molto-buona.pdf
Sito web da visitare: http://www.spiaggedelsalento.com/
Autore del testo: sopra indicati nel documento di origine
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