Duomo di Pisa e piazza dei miracoli storia

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Duomo di Pisa e piazza dei miracoli storia

PISA

pisaPIAZZA DEI MIRACOLI
vi si possono ammirare i monumenti che formano il centro della vita religiosa cittadina, detti appunto miracoli (da Gabriele d'Annunzio) per la loro bellezza e originalità: la Cattedrale, il Battistero, il Camposanto, e la Torre pendente.
La piazza, ricoperta nel secolo scorso da un grande prato, è pedonalizzata. La collocazione eccentrica, nell'angolo nord-ovest delle mura, che la delimitano lungo due lati, si deve alla necessità di costruire su terreno non occupato..

DUOMO DI PISA
L'edificio iniziato da Buscheto nel 1063 è a croce latina a cinque navate con abside e transetto a tre navate, all'interno suggerisce un effetto spaziale simile a quello delle grandi moschee islamiche, grazie all'uso d’archi a sesto rialzato o a sesto acuto, all'alternanza di fasce in marmo bianche e nere e all'insolita cupola ellittica. La presenza dei due matronei rialzati nelle navate, con le solide colonne monolitiche di granito, è un chiaro segno di influenza bizantina.

La facciata di marmo grigio e bianco, decorata con inserti di marmo colorato, fu edificata da mastro Rainaldo, come indicato sulla porta mediana: Rainaldus prudens operator. I tre portali sottostanno a tre ordini di loggette divise da cornici con tarsie marmoree, dietro i quali si aprono monofore, bifore e trifore.
La Porta di San Ranieri, anticamente in facciata, oggi posta sul retro, di fronte alla Torre Pendente è un capolavoro della metallurgia dell'alto medioevo. Fusa da Bonanno Pisano, decorata con 24 formelle raffiguranti Storie del Nuovo Testamento  è una delle prime prodotte in Italia nel medioevo, dopo l'importazione di numerosi esempi da Costantinopoli, (ad Amalfi, a Salerno, a Roma, a Montecassino, a Venezia...) e vi si ammira una sensibilità tutta occidentale, che si stacca dalla tradizione bizantina. In particolare è notevole la plasticità delle figure e il senso di equilibro tra i pieni e i vuoti, che si esprime anche nella collocazione delle iscrizioni che commentano le scene. Questa attitudine dello scultore si deve sicuramente allo studio dei sarcofagi romani che erano presenti in cattedrale, con alcune figure che gli studiosi sono riusciti addirittura a ricondurre ad alcune delle scene dei sarcofagi presenti a Pisa.
Sopra le porte ci sono quattro file di gallerie aperte, con, in cima, la Madonna con Bambino e, negli angoli, i quattro evangelisti.
La tomba di Buscheto, celebrato come magnus artifex, soprattutto per la perizia nell'elevare colonne monolitiche allora senza pari, si trova a sinistra della porta nord della facciata. Una simile celebrazione di un architetto, categoria considerata a quei tempi poco superiore ad un comune muratore, rileva la grande risonanza dell'opera.

Interno  L'interno è rivestito di marmi bianchi e neri, ha un soffitto a cassettoni dorati seicenteschi, in legno dorato e dipinto, dei fiorentini, Domenico e Bartolomeo Atticciati; Non si sa se il soffitto originale fosse simile o a semplici capriate. L'attuale soffitto dorato reca lo stemma dei Medici.
Nel punto di incontro tra il transetto e il corpo centrale si innalza la cupola affrescata con la Vergine in gloria e santi dai pisani Orazio e Girolamo Riminaldi (1627-31).
Le impressionanti colonne granitiche in stile corinzio fra la navata e l'abside provengono dalla moschea di Palermo, bottino della battaglia nella Cala dai Pisani nel 1063.
Il grande mosaico absidale del Cristo in Maestà, affiancato dalla Vergine e da San Giovanni Evangelista fu completato con il volto di San Giovanni da Cimabue nel 1302, e sopravvisse miracolosamente all'incendio del 1595. Il San Giovanni Evangelista è l'ultima opera realizzata da Cimabue prima della morte e una delle pochissime di cui esiste documentazione certificata. Evoca i mosaici delle chiese bizantine e anche quelle normanne, come Cefalù e Monreale, in Sicilia.
Tra le opere medioevali scampate all'incendio figurano l'affresco con Madonna con Bambino del pisano Maestro di San Torpè  nell'arco trionfale, e sotto di esso il pavimento cosmatesco, vera rarità fuori dai confini del Lazio. Fu realizzato in tarsie marmoree con motivi geometrici ad "opus alexandrinum" (metà del XII secolo).

Il pulpito, capolavoro di Giovanni Pisano (1302-1310), sopravvissuto all'incendio, fu però smontato durante i lavori di restauro e non fu rimontato fino al 1926. Con la sua articolata struttura architettonica e la complessa decorazione scultorea, l'opera è una delle più vaste narrazioni per immagini trecentesche che riflette il rinnovamento ed il fervore religioso dell'epoca. Nelle formelle, leggermente ricurve, sono scolpiti con un linguaggio espressivo gli episodi della Vita di Cristo. La struttura poligonale, come gli analoghi esempi precedenti, nel Battistero di Pisa, nel Duomo di Siena ed nella chiesa di Sant'Andrea di Pistoia, ma per la prima volta i pannelli sono leggermente incurvati, dando un'idea di circolarità nuova nel suo genere. Altrettanto originali sono:  La presenza di cariatidi, figure scolpite al posto delle semplici colonne, che simboleggiano le Virtù L'adozione di mensole a volute in luogo degli archetti per sostenere il piano rialzato. Lo straordinario senso di movimento, dato dalle numerosissime figure che riempiono ogni spazio vuoto. Per queste qualità unite alla sapiente arte narrativa delle nove scene è generalmente considerato il capolavoro di Giovanni e più in generale della scultura gotica italiana. Il pergamo commissionato a Giovanni sostituì uno precedente, realizzato da Guglielmo (1157-1162), che fu inviato nel Duomo di Cagliari, allora dipendente dall'arcivescovo di Pisa. Non essendoci documentazione di come fosse il pulpito prima dello smantellamento, esso è stato ricostruito in una posizione diversa da quella originaria e, sicuramente, con le parti non nello stesso ordine e orientamento di come era stato pensato. Non si sa se possedesse o meno una scala sempre in marmo

La chiesa conserva inoltre le reliquie di San Ranieri, patrono di Pisa, e la frammentaria tomba di Arrigo VII di Lussemburgo, imperatore del Sacro Romano Impero, morto a Buonconvento mentre assediava invano Firenze. La tomba, anche questa smontata e ricomposta, fu scolpita da Tino da Camaino nel 1313-1315) ed è ora collocata nel transetto destro, mentre in origine era posta al centro dell'abside, come segno della fede ghibellina della città. Successivamente spostata più volte per questioni politiche, venne anche separata in più parti (alcune dentro la chiesa, alcune sulla facciata, alcune nel Camposanto monumentale, adesso nel Museo dell'Opera).
 I 27 dipinti che rivestono la tribuna dietro l'altare maggiore, raffiguranti Episodi del Vecchio Testamento e Storie cristologiche, furono eseguiti tra il XVI ed il XVII secolo dai maggiori pittori toscani, tra cui Andrea del Sarto (tre tele, Santa Agnese, le Sante Caterina e Margherita e i Santi Pietro e Giovanni Battista) il Sodoma e Domenico Beccafumi.Numerosi e pregiati sono gli arredi seicenteschi, tra cui il Crocifisso bronzeo, sull'altare maggiore, e gli Angeli portancandelabro all'estremità della ricca transenna marmorea, del Giambologna, oltre al grande ciborio in argento ideato da Giovan Battista Foggini(1678-86) sull'altare della Cappella del Santissimo Sacramento.
Sui numerosi altari laterali sono collocati dipinti cinque-seicenteschi di prestigiosi pittori. Particolarmente venerata è l'immagine della duecentesca Madonna con bambino, detta Madonna di sotto gli organi, attribuita al volterrano Berlinghiero Berlinghieri.                                                   

L'edificio, come la torre campanaria, è sprofondato percettibilmente nel suolo, e alcuni dissesti nella costruzione sono ben visibili, come le differenze di livello tra la navata di Buscheto e il prolungamento ad opera di Rainaldo (le campate verso ovest e la facciata). Le originali gradùle del Duomo, ad opera della taglia di Giovanni Pisano e risalenti alla fine del XIII secolo, furono sostituite nel 1865 e sostituite dall'attuale sagrato. Queste gradùle cingevano tutto il perimetro della cattedrale al livello del terreno, e consistevano in una zoccolatura a riquadri scolpiti con figure di animali e teste. Attualmente alcuni frammenti sono visibili al Museo dell'Opera del Duomo.

pisaBATTISTERO
il Battistero, dedicato a San Giovanni Battista, s'innalza di fronte alla facciata ovest del Duomo. L'edificio fu iniziato a metà del XII secolo. Sostituisce un precedente battistero, più piccolo, che si trovava a sud della Cattedrale. La nuova collocazione e le grandi dimensioni sono ispirate al Battistero di Firenze. Fu costruito in stile Romanico da un architetto che si firma "Diotisalvi magister..." in un pilastro all'interno dell'edificio. Presenta una curiosa cupola troncoconica, come quella della chiesa dei Templari a Pisa, che copre solo il giro interno di pilastri (la tecnica costruttiva per una cupola emisferica o poligonale di grandi dimensioni, come a Firenze, era quasi ignota) che in epoca posteriore fu mascherata da una cupola emisferica. Rimase incompiuto fino al XIV secolo, quando la loggia, il piano superiore e la cupola furono terminati in stile Gotico da Nicola Pisano e il figlio Giovanni. È il più grande battistero in Italia: la sua circonferenza misura 107.25 m. L'interno, sorprendentemente semplice e privo di decorazioni, ha inoltre una eccezionale acustica. Spicca il pulpito, scolpito fra il 1255 e il 1260 da Nicola Pisano. Le scene sul pulpito e specialmente la figura dell'Ercole nudo mostrano bene come l'influsso classico rendesse Nicola una precursore del rinascimento.

LA TORRE DI PISA
La torre pendente di Pisa, interamente in marmo bianco, è un campanile posto accanto al duomo di Pisa, sotto al quale il terreno ha leggermente ceduto, facendolo inclinare di alcuni gradi. Si tratta di un campanile costruito nell'arco di due secoli (in tre diverse fasi di lavoro) a partire dalla fine del XII. Essa pesa 400.000 tonnellate, predomina la linea curva, con giri di arcate cieche e sei piani di loggette.
La prima fase dei lavori fu interrotta a metà del terzo piano, a causa del cedimento del terreno su cui sorge la base della torre. La cedevolezza del terreno, dovuto alla presenza di numerose falde acquifere, è la causa della pendenza della torre. I lavori ripresero nel 1275 sotto la guida di Giovanni di Simone e Giovanni Pisano, aggiungendo alla costruzione precedente altri tre piani. Nel tentativo di raddrizzare la torre, i tre piani aggiunti tendono ad incurvarsi in senso opposto alla pendenza. La torre fu completata alla metà del secolo successivo, aggiungendo la cella campanaria. Dalla sua costruzione ad oggi lo strapiombo è in generale aumentato ma nel corso dei secoli ci sono stati anche lunghi periodi di stabilità o addirittura di riduzione della pendenza. Nel 1992 lo spostamento dalla sommità dell'asse alla base è stato valutato in circa 5,20 metri (era 4,86 secondo quanto riportava il Corriere della Sera nel 1989.Durante i recenti lavori di consolidamento, iniziati nel 1990 e terminati alla fine del 2001, la pendenza della torre è stata ridotta tramite cerchiatura di alcuni piani, applicazione temporanea di tiranti di acciaio e contrappesi di piombo (fino a 900 tonnellate) e sottoescavazione, riportandola a quella che presumibilmente doveva avere 200 anni prima. La base è stata inoltre consolidata e, secondo gli esperti, questo consentirà di mantenere in sicurezza la torre per almeno altri tre secoli, permettendo così l'accesso ai visitatori. Trascorso questo tempo, la torre corre il serio pericolo di crollo.È stata proposta come una delle sette meraviglie del mondo moderno.

 

Fonte: https://1asc1995.files.wordpress.com/2011/03/duomo-di-pisa-scheda.doc

Sito web da visitare: https://1asc1995.files.wordpress.com

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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