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PRINCIPI E METODI DELLA GEOMORFOLOGIA
FATTORI ESOGENI ED ENDOGENI DELLA MORFOGENESI
La geomorfologia è la scienza che ha per obiettivo lo studio e l’interpretazione delle forme sulla superficie terrestre e le cause che le generano e le modificano.
Le forze che entrano in gioco lungo questa interfaccia sono di due tipi:
1)FORZE ENDOGENE: hanno origine nella materia che costituisce il globo terrestre, originano forme endogene, i fenomeni sono fenomeni tettonici, sismici, vulcanici… …
2)FORZE ESOGENE: hanno origine nel sistema solare, sono fenomeni legati all’atmosfera, idrosfera e biosfera, vanno a creare forme esogene.
Tra le unità generali del rilievo vi sono le grandi regioni strutturali delle terre emerse, come gli scudi, le piattaforme e le fasce orogeniche, che hanno origine endogena legata ad eventi tettonici. Nelle grandi linee conservano il loro aspetto originario, solo parzialmente modificato dai fenomeni di geomorfologia esterna.
Le unità particolari del rilievo, come una montagna, una valle, un terrazzo, una frana, possono suddividersi in morfostrutture, se prevale la componente endogena, e in morfosculture, se appaiono più marcati i fenomeni esogeni.
Nei più importanti processi esogeni si distinguono di solito tre momenti: erosione, trasporto e deposito. In modo alquanto generico, si può dire che i processi endogeni creano i rilievi, che quelli esogeni tendono a demolirli, quest’azione dei processi esogeni, comporta trasporto di materiali da luoghi più elevati a luoghi meno elevati, cosicchè il risultato è un abbassamento delle rilievo, un colmamento delle bassure. La forza di gravità, che mette in movimento le acque dei fiumi, i ghiacciai, ecc., anima queste azioni di trasporto.
In realtà, oltre alle forme in rilievo, cioè convesse, dovute ai processi endogeni ne esistono altre costruite da agenti esogeni, di solito più piccole: argini morenici, cordoni litorali, dune, ecc.. I processi esogeni non si limitano quindi a demolire. Per quanto riguarda gli agenti esogeni si distinguono forme di erosione si distinguono forme d’erosione e d’accumulo. Le prime risultano dall’asportazione di materiale, le seconde dal deposito. Esistono poi forme miste: forme d’erosione scavate su forme d’accumulo o altre combinazioni. In più, si possono distinguere forme d’accumulo provvisorio, che si realizzano nel corso del trasporto, in questi casi può avvenire accrescimento per apporto di materiale su un lato, mentre su un altro lato avviene asportazione
I vari processi causati da agenti esogeni, sono in generale condizionati nel loro svolgimento, dalla struttura e in particolare dal tipo di materiali disponibili, da forme del rilievo preesistenti come la pendenza, l’esposizione, i dislivelli, da altri processi che operano simultaneamente, si sovrappongono a quello considerato e lo modificano, e, dall’ambiente bio-climatico nel suo complesso.
Ha massima importanza distinguere le forme attive, ossia quelle che risultano da processi attuali, dalle forme inattive che possono essere ereditate, quindi relitti di epoche passate che sono spesso facili da riconoscere, specialmente quando il cambiamento delle forze operanti in una regione è stato radicale, le forme fossili possono essere riesumate o riattivate.
Per ricostruire l’evoluzione delle forme è spesso necessario utilizzare sia i metodi di datazione comunemente usati in geologia, sia gli indicatori delle condizioni ambientali del passato.
Con i termini struttura, strutturale, in geomorfologia, si considera la litologia, la disposizione, le condizioni di giacitura delle rocce stesse, che dipendono dalla tettonica, e riguardano tutti i rapporti di posizione tra le masse rocciose, la fratturazione di queste, la disposizione degli strati, dei piani di scistosità, ecc..
Si dicono invece forme tettoniche le forme del rilievo causate direttamente da deformazioni crostali. Possono anch’esse essere considerati forme strutturali purchè si precisi che i movimenti tettonici vi sono coinvolti in senso attivo, saranno perciò forme prevalentemente endogene. Con morfottettonica si intendono tutti i fenomeni che implicano relazioni tra tettonica e rilievo.
Si parla d’erosione selettiva quando si osserva che l’erosione ha operato con efficacia diversa su due rocce in quanto queste hanno caratteristiche diverse.
Si dice superficie strutturale una superficie che coincide col piano stratigrafico superiore di un banco di roccia resistente.
Si dice superficie di spianamento una superficie pianeggiante che risulta dall’erosione di precedenti rilievi e che tronca rocce svariate, strutture tettoniche svariate, quasi annullando l’influenza della struttura. Sedimenti che poggiano su una superficie di spianamento sono posteriori alla superficie stessa oppure possono indicare che, nel corso dello spianamento, avvenivano fenomeni di deposizione mentre altrove la superficie continuava a formarsi per processi di erosione.
Tanto una superficie strutturale, quanto una superficie di spianamento, possono essere deformate da movimenti tettonici posteriori, come pure possono venire interessate da nuovi fenomeni erosivi, anche parziali, oppure possono essere ricoperte più o meno estesamente da nuovi sedimenti.
Si dice superficie substrutturale una superficie che corrisponde approssimativamente ad un piano stratigrafico, essa conserva qualche residuo delle rocce soprastanti e intacca parzialmente lo strato duro sottostante.
Esempi di forme influenzate si possono osservare in regioni costituite da formazioni sedimentari a strati alternativamente duri e teneri. Gli esempi più semplici si hanno con banchi orizzontali o quasi. Possono risultare così versanti a gradinata con ripiani di denudazione selettiva, detti anche terrazzi di denudazione, i banchi duri proteggono quelli teneri sottostanti, ma la loro testata può arretrare per crolli se la base, costituita appunto dalle rocce tenere, diventa instabile. Possono formarsi anche rilievi tabulari, detti tavolati o mesas(testimone).
Passando a strutture con strati inclinati, troviamo vari tipi di rilievi dissimmetrici che, in genere, si indicano come rilievi a struttura monoclinale, o rilievi monoclinali. Nette differenze contraddistinguono i versanti in cui gli strati affiorano con le testate(versanti a reggipoggio) rispetto a quelli in cui gli strati scendono come il pendio(versanti a franapoggio).
Si indicano come hogback le creste formate dall’emergenza di strati duri assai inclinati, mentre, quando l’inclinazione degli strati è modesta, si determinano rilievi nettamente asimmetrici, detti cuestas, caratterizzati da una fronte ripida dove affiorano le testate di banchi rocciosi duri, e da un dorso a debole pendenza, in corrispondenza ad una superficie si strato, solitamente duro messo a nudo dall’erosione.
Le flatirons sono faccette triangolari formatesi non per tettonica (di faglia) ma per erosione.
Le strutture a pieghe si osservano in formazione rocciose stratificate. Distinguiamo le forme tettoniche vere e proprie e le forme strutturali derivate, modellate in seguito all’azione dei processi erosivi dalla varia resistenza e dall’aspetto degli strati rocciosi.
Fonte: http://digilander.libero.it/soleoccidentale/principi_e_metodi....doc
Sito web da visitare: http://digilander.libero.it/soleoccidentale/
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