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Nazareth
Nazaret (الناصرة in arabo, נצרת in ebraico) è una città di 60.000 abitanti del distretto Nord di Israele, nella regione storica della Galilea. La maggioranza della popolazione è cittadina araba di Israele che si divide in 31,3% cristiani e 68,7% musulmani.
Nazaret è famosa universalmente come la città di origine di Gesù, che secondo i Vangeli, pur essendo nato a Betlemme, vi abitò durante la sua infanzia e giovinezza. A Nazaret inoltre, sempre secondo i Vangeli, avvenne l'Annunciazione, cioè l'annuncio della sua prossima nascita, che venne fatto a sua madre Maria dall'Arcangelo Gabriele.
Nazaret non è menzionata né nell'Antico Testamento, né dallo storico Giuseppe Flavio, né nel Talmud. San Girolamo nel V secolo affermava che fosse un viculus ovvero un piccolo villaggio, abitato da un centinaio di persone. Era un villaggio nei dintorni di Zippori, una città romana ellenistica, che dista circa 6,5 km. In Nazaret bassa, o vecchia, vivrebbero l'83% musulmani e il 17% cristiani.
Giulio Africano (circa 200), citato da Eusebio di Cesarea (Storia Ecclesiastica 1.7.14), parla di Nazaret come un villaggio ebreo, e nello stesso passo parla di desposunoi, o parenti di Gesù, che provenivano da Nazaret e dalla vicina Cochaba e conservavano nota della loro discendenza con grande cura. Inoltre, un martire chiamato Conone, che morì in Panfilia sotto Decio (249-251), dichiarò al suo processo: "Io sono della città di Nazaret in Galilea, e sono un parente di Cristo che io servo, come i miei antenati hanno fatto". (Clemens Kopp, Die heiligen Stätten der Evangelien [I luoghi sacri dei vangeli], Friedrich Pustet, Regensburg, 1959: pagina 90).
Epifanio, che morì nel 402, dice (Panarion i. 136), basandosi su una conversazione con un certo Giuseppe che costruiva chiese a Zippori e altre città, che fino al tempo di Costantino (IV secolo) Nazaret era abitata solo da ebrei. Questo potrebbe implicare che al tempo di Epifanio vi abitavano alcuni cristiani non ebrei (e non esclude che degli ebrei credenti in Cristo vi abitassero in precedenza); è incerto se questo Giuseppe abbia costruito chiese anche a Nazaret o Cafarnao. Nel VI secolo, leggende su Maria iniziarono a suscitare interesse sul luogo tra i pellegrini, tra i quali Elena, che fondò la Basilica dell'Annunciazione e associò un pozzo a Maria. Nel 570, l'Anonimo di Piacenza racconta di aver viaggiato da Zippori a Nazaret e fa cenno alla bellezza delle donne ebree del luogo, che dicono che Maria era loro parente, e annota: "La casa della santa Maria è una basilica" (P. Geyer, Itinera Hierosolymitana saeculi, Lipsiae: G. Freytag, 1898: pagina 161).
La Grotta dell'Incarnazione, che si trova nella cripta della Basilica dell'Annunciazione (che è costruita su di essa), è indicata dalla tradizione come il luogo della casa di Maria, in cui ella ricevette la visita dell'arcangelo Gabriele. Gli scavi, durante la costruzione della basilica moderna (edificata verso il 1960), hanno messo alla luce i resti di due chiese precedenti, una bizantina e una crociata, che testimoniano l'antichità di questa tradizione.
La casa era per metà scavata nella roccia, e per metà costruita in muratura davanti all'imboccatura della grotta; documenti dell'epoca confermano che la costruzione in muratura esisteva sul posto fino al 1291, quando fu rimossa e trasportata a Loreto, nelle Marche, dove è venerata col nome di Santa Casa.
Jack Finegan scrive sull'archeologia di Nazaret:
La vita umana più antica nella regione di Nazaret è attestata dal cranio trovato nel 1934 da R. Neuville in una caverna circa un miglio e mezzo a sud-est della città, un cranio che potrebbe essere più antico di quello dell'uomo di Neandertal. Nella stessa Nazaret un complesso di caverne sepolcrali è stato trovato nella città alta nel 1963, nel quale vi era del vasellame della prima parte della media età del bronzo (Revue Biblique 70 [1963], p. 563; 72 [1965], p. 547).
Giù, nell'area della Basilica latina dell'Annunciazione, c'era certamente un antico villaggio abitato per lungo tempo. La ricerca archeologica dentro e intorno a questa chiesa è stata condotta da Benedict Vlaminck nel 1892, da Prosper Viaud nel 1889 e 1907-1909 e da Bellarmino Bagatti dal 1955 in poi, quando la preesistente chiesa del XVIII secolo (1730) fu demolita per fare posto alla nuova e più grande Basilica dell'Annunciazione (n. 49). L'area sotto e intorno alla chiesa, così come alla chiesa di San Giuseppe non lontano, era chiaramente quella di un villaggio agricolo. C'erano numerose grotte, silos per il grano, cisterne per acqua e olio; presse per uva e olive, e pietre di mulino.
Mentre i silos sono di un tipo trovato a Tell Abu Matar fin dall'era del Calcolitico, il vasellame più antico ritrovato in essi qui a Nazaret è della seconda età del ferro (900-600 a.C.). Vardaman richiama l'attenzione alla caratteristica grande giara con un piccolo "imbuto" a fianco dell'imboccatura: questa appendice, chiaramente disegnata come un imbuto, è semplicemente attaccata alla spalla, e non fora la parete della giara (per un'illustrazione di questa giara, vedi Bagatti in DB Supplément VI, col. 323, Fig. 601). Altro vasellame del sito comprende una piccola parte del periodo Ellenistico, una parte maggiore di quello Romano, e la parte più grande del periodo Bizantino.
Delle numerose grotte almeno alcune sono servite per uso domestico e sono state anche modificate architetturalmente per questo scopo. Una di queste, dove dei muri sono stati costruiti davanti a una grotta per farne un'abitazione, sotto il convento annesso alla Basilica dell'Annunciazione. Sono state trovate anche ventitré tombe, la maggior parte a una distanza dai 200 ai 700 metri dalla basilica verso nord, ovest, e sud. Siccome queste devono essere state fuori del villaggio, la loro posizione dà un'idea dei limiti dell'insediamento. Diciotto delle tombe sono del tipo kokim, che era noto in Palestina circa dal 200 a.C., e diventò in pratica il tipo standard di tomba ebraica. Due delle tombe, l'una (PEFQS 1923, p. 90) a soli 60 metri dall'altra (QDAP 1 [1932], pp. 53-55), 400 metri a sud-ovest dalla Basilica dell'Annunciazione, contenevano ancora oggetti come lampade di ceramica e vasi e recipienti di vetro, e queste datano probabilmente dal I al III o IV secolo dell'era cristiana. Quattro delle tombe erano chiuse con pietre rotolate, un tipo di chiusura tipico del tardo periodo ebraico fino al 70 d.C. Dalle tombe, pertanto, si può concludere che Nazaret era un insediamento fortemente ebraico nel periodo Romano. (The Archaeology of the New Testament, Princeton University Press: Princeton, 1992: pages 44-46)
Richard Carrier commenta inoltre:
Si vedano: 'Nazareth,' Avraham Negev & Shimon Gibson, eds., Archaeological Encyclopedia of the Holy Land, new ed. (2001); e B. Bagatti, Excavations in Nazareth, vol. 1 (1969), specialmente le pp. 233-34, che discutono quattro basi di colonne di calcite, che furono riutilizzate in una struttura posteriore, ma sono datate prima della Guerra dalla loro somiglianza stilistica con sinagoghe e costruzioni romane della Giudea del I secolo, e dal fatto che contengono iscrizioni nabatee (che suggeriscono una costruzione precedente a quando i sacerdoti ebrei migrarono a Nazaret dopo la guerra), e anche dal loro materiale povero (calcite invece di marmo); le pp. 170-71 discutono frammenti di marmo con iscrizioni aramaiche datate paleograficamente verso la fine del I secolo o inizio del II, che dimostrano che a Nazaret vi erano strutture di marmo poco dopo l'epoca in cui i Vangeli furono scritti (se non prima). [1]
Ci sono dunque delle prove che il sito di Nazaret era abitato secoli prima di Cristo, e che un insediamento ebraico esisteva in loco sia prima che dopo la prima rivolta ebraica del 70 d.C.
Nel 1962 un'equipe di archeologi israeliani guidati dal professor Avi Jonah dell'Università di Gerusalemme[1] rinvenne nei pressi dell'antica Cesarea Marittima una lapide di marmo grigio che citava la località di Nazaret, datandola al III secolo d.C.
Secondo Vittorio Messori, il quale cita lo stesso Avi-Jonah,[2] il frammento, conservato nel Museo archeologico di Gerusalemme, è più antica testimonianza storica sull'esistenza della città, in quanto risale almeno al III secolo a.C.
Secondo il professor Giuseppe Barbaglio invece l'iscrizione, in lingua ebraica, risalirebbe alla fine del III secolo o l'inizio del IV, e citerebbe Nazaret come uno dei luoghi in cui le classi sacerdotali risiedevano dopo la prima guerra giudaica. Dai tre frammenti trovati, è possibile mostrare che l'iscrizione era una lista completa delle 24 classi sacerdotali (cfr. 1 Cronache 24:7-19; Neemia 24:1-21), dove a ciascuna classe (o famiglia) era assegnato il suo ordine e il nome di ogni città o villaggio in Galilea dove si era stabilita.
Secondo la tradizione cristiana Nazaret di Galilea è il luogo nel quale Gesù ha trascorso la sua vita privata pre-pubblica, come testimoniato dai Vangeli e dagli altri scritti del Nuovo Testamento, le principali fonti storiche su Gesù. Gesù viene anche indicato col termine di non chiara origine "nazoreo", che può indicare il voto di nazireato oppure può essere un appellativo messianico.
Secondo alcuni studiosi laici moderni, l'appellativo teologico-messianico "Nazoreo", storpiato in "Nazareno", è stato storicizzato dagli evangelisti nell'indicazione del luogo di origine di Gesù a Nazaret. Il vero luogo di origine di Gesù non ci sarebbe noto, anche se l'ampio rilievo che ha nei Vangeli Cafarnao, e l'area nei suoi dintorni, nella prima fase della predicazione, hanno fatto ipotizzare che possa essere questa città. È stato anche ipotizzato che il Monte del Precipizio del Vangelo possa essere in realtà quello che sovrasta Cafarnao. Nelle immediate vicinanze si trova la cosiddetta chiesa francescana di S. Maria del Tremore, costruita in memoria della paura provata da Maria nel vedere il figlio minacciato di morte. Proseguendo lungo al strada dedicata a Paolo VI si trovano un ricovero ed il monastero delle Clarisse. Presso l'area del Monte del Precipizio, che nel versante sud contempla una discesa a picco verso la pianura di Esdrelon di quasi 300 mt, è stato ricavato un anfiteatro naturale per ospitare la celebrazione eucaristica di Benedetto XVI nel maggio 2009.
Nazaret, come tutta la Galilea, è stata una delle prime mete raggiunte dalla predicazione degli apostoli. La Chiesa vi si sviluppò con una diocesi propria dal 1187, proprio l'anno della sconfitta dei cristiani ai Corni di Hattin e della fine del I regno crociato in Terra Santa ad opera di Salah ed-Din. Al tempo delle crociate, Nazaret possedeva varie succursali, una delle quali anche in Puglia, nella città di Barletta. A causa delle ripetute e costanti conquista musulmane, i vescovi di Nazaret erano costretti a rifugiarsi in questi loro possedimenti secondari. Quando, nel 1291, San Giovanni d'Acri cadde per sempre in mano dei musulmani, l'arcivescovo di Nazaret si rifugiò a Barletta, fino a trasferirsi definitivamente in essa nel 1327.
Soprattutto a partire dal 1800 la cittadina di Nazaret ha esercitato un forte influsso sul pensiero religioso cristiano, in particolare quello cattolico. La fine del potere temporale della Chiesa, ma soprattutto l'accentuarsi del ruolo dei laici nella Chiesa ha posto l'attenzione dei cattolici sul periodo di vita che Cristo ha condotto proprio a Nazaret, prima di iniziare, all'età di trent'anni, la sua predicazione. Sono, infatti, nate varie congregazioni religiose ispirate alla "Famiglia di Nazaret" (vedi Congregazione della Sacra Famiglia di Nazareth) e molti mistici e santi cattolici hanno trovato nella vita nascosta di Cristo un motivo di ispirazione (vedi Charles de Foucauld).
Fonte: http://www.centrolapira.it/Portals/0/Tabor/Parole%20di%20vita/Nazareth.doc
Sito web da visitare: http://www.centrolapira.it/
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