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Riciclaggio dei rifiuti
Processo di conversione dei rifiuti in materiali riutilizzabili. Il riciclaggio è una pratica di introduzione relativamente recente, nata nei paesi industrializzati intorno agli anni Cinquanta per rispondere a esigenze di tipo economico ed ecologico: in primo luogo, infatti, è un sistema intelligente di smaltimento dei rifiuti e un modo per ridurre i consumi energetici e i costi delle industrie, in secondo luogo, è una via da perseguire per risparmiare le risorse naturali del pianeta. Dal punto di vista ecologico, è l’alternativa più vantaggiosa ai sistemi convenzionali di smaltimento dei rifiuti (accumulo nelle discariche e incenerimento in appositi impianti), che oltre a non essere più sufficienti per smaltire il sempre crescente carico di rifiuti prodotti, hanno un impatto ambientale non trascurabile.
Smaltimento dei rifiuti: piattaforma ecologica
La produzione dei rifiuti e la loro diversificazione in categorie sono progressivamente cresciute negli ultimi decenni, in relazione a fattori socio-economici quali il miglioramento delle condizioni economiche, l’aumento dei consumi, l’incremento demografico e l’espansione delle aree urbane; a ciò corrisponde un concomitante impoverimento delle risorse che, utilizzate senza più essere restituite all’ambiente, sollevano problemi di inquinamento del territorio e di stivaggio. La gestione della “questione rifiuti” trova in Italia un fondamentale riferimento normativo nel Decreto Ronchi (D. Lgs. 5/2/97 n. 22), in cui viene introdotta una nuova classificazione dei rifiuti e viene evidenziata l’importanza, nel ciclo di produzione dei rifiuti, della fase di prevenzione e di recupero; a tale scopo vengono fissati gli obiettivi per la raccolta differenziata. A tutt’oggi la raccolta dei rifiuti non avviene però con identiche modalità su tutto il territorio nazionale. In molti comuni sono sorte le piattaforme ecologiche, ovvero impianti di stoccaggio di rifiuti riciclabili, ingombranti o pericolosi, alle quali possono accedere operatori del settore e privati cittadini, e che svolgono un'importante opera di selezione dei rifiuti; dalla piattaforma, quelli ulteriormente trattabili vengono avviati agli impianti di riciclaggio, mentre quelli che non sono suscettibili di alcuna lavorazione vengono conferiti alle discariche o trasportati agli impianti di incenerimento.
Nell’ultimo decennio il volume dei rifiuti è andato aumentando sensibilmente in tutti i paesi industrializzati. In Italia, in particolare, il tasso di incremento annuo è stato del 4% circa. Per risolvere il problema dello smaltimento, quindi, oltre a incoraggiare una riduzione alla fonte attraverso un controllo dell’uso degli imballaggi, una delle soluzioni possibili e auspicabili è il riciclaggio sistematico dei materiali di scarto.
RIFIUTI INDUSTRIALI E DOMESTICI
In genere i rifiuti prodotti dall'industria e dal settore commerciale vengono riciclati con maggiore facilità rispetto a quelli prodotti dai privati cittadini: in Italia, ad esempio, attualmente viene riciclato il 15% dei rifiuti industriali e solo il 7% di quelli domestici. La spazzatura domestica, formata da un miscuglio di materiali, nel nostro paese è composta in media per il 28% di carta, per il 16% di materie plastiche, per il 4% di tessili e legno, per l'8% di vetro, per il 4% di metalli, per il 29% di materie organiche decomponibili e per l'11% di polveri, ceneri ecc. Ai fini del riciclaggio, ognuna di queste frazioni ha un proprio valore e deve essere, perciò, separata dalle altre.
RACCOLTA DIFFERENZIATA
La raccolta differenziata dei rifiuti può essere attuata in diversi modi: può essere effettuata direttamente dai cittadini, che selezionano ed eliminano i diversi tipi di rifiuti in contenitori separati o, in alternativa, all’interno di appositi impianti di smistamento, dopo la raccolta di rifiuti misti. Quest’ultimo metodo, che fu il primo a essere applicato, consiste nella separazione manuale dei rifiuti da parte di operai addetti che li prelevano da un nastro trasportatore, oppure in una separazione di tipo “gravitazionale”, vale a dire nell’immersione in acqua della massa di rifiuti misti, per separare quelli più leggeri (carta, plastica) da quelli più pesanti (metalli, vetro). Nella maggior parte dei casi, quest’ultimo tipo di separazione a posteriori si è rivelato poco soddisfacente, in quanto non sufficientemente selettivo e rigoroso nel distinguere i diversi tipi di materiali. Il sistema più vantaggioso, quindi, rimane quello della raccolta differenziata alla fonte, effettuata dai cittadini.
Nella maggior parte dei paesi industrializzati si sta cercando di promuovere il riciclaggio attraverso leggi e incentivi economici. In Germania, ad esempio, un recente decreto ha imposto ai rivenditori l'obbligo di ritirare gli imballaggi dei prodotti venduti. Per quanto riguarda l'Italia, diverse leggi obbligano le regioni a favorire la raccolta differenziata dei rifiuti e impongono ai Comuni di istituire un servizio per la raccolta differenziata e lo smaltimento di batterie e pile, medicinali, prodotti tossici e infiammabili, carta, vetro, alluminio e plastica.
*CARTA
Riciclaggio della carta La carta dei giornali destinata al riciclaggio viene triturata e imballata. Il riciclaggio della carta e in generale di rifiuti omogenei, non necessitando del trattamento preliminare di separazione dagli altri materiali, è molto più vantaggioso di quelli misti.
Il riciclaggio della carta è quello che ad oggi funziona in modo più efficiente: già nel 1993, in Italia, il 50% della materia prima utilizzata dall’industria della carta era rappresentatato da materiale da macero riciclato. Poiché il sistema di raccolta differenziata non è ancora del tutto consolidato, tuttavia, una parte di questa carta riclata viene importata dall’estero. Dal punto di vista ecologico, l’uso di carta riciclata presenta comunque qualche svantaggio: per ottenere prodotti di qualità, infatti, è necessario sottoporla a processi di sbiancamento degli inchiostri e di eliminazione della patinatura altamente inquinanti.
Per un riciclo migliore
Nel 2001, la raccolta differenziata di carta, cartone e cartoncino ha raggiunto in Italia 1.000.000 di tonnellate: un vero vantaggio per l’ambiente e per i Comuni, che hanno potuto risparmiare sull’invio dei materiali .
Per una produzione intelligente, dare nuova vita a carta, cartone, cartoncino
Aiutare l’ambiente non significa solo riciclare i materiali cellulosici, significa anche realizzare imballaggi eco-compatibili, in carta, cartone e cartoncino sempre più attenti all’ambiente
*VETRO E ALLUMINIO
Riciclaggio dell'alluminio Alcune balle di lattine di alluminio pressate, pronte per essere riciclate. Per sfruttare al meglio le risorse non rinnovabili, industrie e privati si sono attrezzati per procedere autonomamente al riciclaggio dell'alluminio di scarto.
Nel 2003, sono stati recuperati 33.000 tonnellate di imballaggi usati di alluminio, pari ad oltre il 51% della quantità oggi circolante nel nostro paese.
Lattine,bombolette spray, tubetti, contenitori per alimenti e foglio in alluminio saranno poi riciclati in altri oggetti di uso quotidiano,che potranno trasformarsi a loro volta in qualcos’altro.
Il riciclaggio dell’alluminio, utilizzato per produrre le lattine, è altamente vantaggioso: permette infatti un notevole risparmio energetico e un minor consumo di bauxite, il materiale da cui l’alluminio viene estratto. Si stima che oggi, in Italia, quasi il 40% in peso dell’alluminio utilizzato provenga da lattine riciclate.
Per quanto riguarda il vetro, la forma di riciclaggio più economica ed efficiente è quella del vuoto a rendere, che permette di riutilizzare una bottiglia fino a 50 volte. Il sistema di raccolta differenziata, invece, avviato in Italia alla fine degli anni Settanta, funziona oggi in oltre 5000 Comuni. Anche in questo caso, tuttavia, come per la carta, si pone un problema di qualità dei prodotti ottenuti con il materiale di scarto; questo, infatti, contiene sempre una percentuale non trascurabile di impurità, quali residui di etichette e del metallo dei tappi.
*PLASTICA
Smistamento della plastica Molti prodotti di plastica riportano indicazioni che aiutano il consumatore a capire se si tratta di materiali riciclabili o meno. Raccogliere, smistare e riciclare la plastica, tuttavia, è un procedimento molto costoso, e proprio per questo non molto diffuso. Inoltre, sebbene esistano macchine specializzate per lo smistamento, molte delle operazioni necessarie al riciclaggio devono essere svolte a mano, e questo contribuisce ad aumentare i costi.
Il sistema di raccolta della plastica attualmente in vigore, non sufficientemente selettivo, non è tanto vantaggioso quanto sarebbe se si potessero separare i diversi tipi di materie plastiche: il polietilene (PE) e il polietilene tereftalato (PET), che costituiscono la materia prima più utilizzata per i contenitori di prodotti liquidi, il cloruro polivinile (PVC) e il polistirolo (PG).
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NORMATIVA |
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NORME EUROPEE |
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NORMER |
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Attualmente a livello di Unione Europea sono in vigore norme relative ad aspetti specifici:
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NORME NAZIONALI |
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FORMAZIONE DEL COMPOST
La trasformazione delle sostanze organiche viene operata da batteri e funghi, organismi decompositori che, a seconda della specie e del particolare metabolismo, degradano le sostanze organiche completamente, fino a semplificarle in sostanze inorganiche (processo di mineralizzazione), o in modo incompleto, convertendole in altri composti organici. Il processo procede rapidamente quando avviene in condizioni aerobie, cioè in presenza di ossigeno; l’eccessiva umidità induce condizioni anaerobie che innescano processi fermentativi causa di cattivi odori, di marciumi e quindi della formazione di un compost di qualità scadente. La temperatura, per la sua relazione con la velocità delle reazioni chimiche, assume una particolare importanza; nel processo di compostaggio si distinguono una prima fase mesofila, che avviene a 20-45 °C, nella quale le sostanze organiche vengono rapidamente attaccate dai microrganismi e una fase termofila, intorno ai 70-80 °C, che rappresenta la fase attiva nella quale si ha lo sviluppo di calore. L’elevata temperatura determina una parziale sterilizzazione del compost e l’eliminazione di microrganismi e spore, il che migliora la qualità del compost ai fini del suo impiego in agricoltura. L’arieggiamento della materia organica tramite periodico rivoltamento favorisce lo stabilirsi di condizioni ottimali di umidità e di ossigenzione e il raggiungimento della fase termofila.
Dopo tale fase, l'anidride carbonica e l'azoto disponibili diminuiscono e la temperatura comincia a scendere: si giunge alla fase di raffreddamento, che avviene intorno ai 30-40 °C, nella quale il cumulo raggiunge una temperatura simile a quella dell’ambiente; subentrano nuove specie di batteri, funghi e muffe e inizia la fase di maturazione a temperatura ambiente. Il compost fresco ha un’età compresa fra un mese e due-tre mesi, cioè appena uscito dalla fase di decomposizione aerobica che sviluppa le temperature più elevate e produce il suo effetto igienizzante. Dopo 9-12 mesi, a seconda delle condizioni climatiche in cui si è operato e dei rifiuti selezionati, il compost viene definito "maturo".
SISTEMI DI COMPOSTAGGIO
Smaltimento dei rifiuti: piattaforma ecologica. La produzione dei rifiuti e la loro diversificazione in categorie sono progressivamente cresciute negli ultimi decenni, in relazione a fattori socio-economici quali il miglioramento delle condizioni economiche, l’aumento dei consumi, l’incremento demografico e l’espansione delle aree urbane; a ciò corrisponde un concomitante impoverimento delle risorse che, utilizzate senza più essere restituite all’ambiente, sollevano problemi di inquinamento del territorio e di stivaggio. La gestione della “questione rifiuti” trova in Italia un fondamentale riferimento normativo nel Decreto Ronchi (D. Lgs. 5/2/97 n. 22), in cui viene introdotta una nuova classificazione dei rifiuti e viene evidenziata l’importanza, nel ciclo di produzione dei rifiuti, della fase di prevenzione e di recupero; a tale scopo vengono fissati gli obiettivi per la raccolta differenziata. A tutt’oggi la raccolta dei rifiuti non avviene però con identiche modalità su tutto il territorio nazionale. In molti comuni sono sorte le piattaforme ecologiche, ovvero impianti di stoccaggio di rifiuti riciclabili, ingombranti o pericolosi, alle quali possono accedere operatori del settore e privati cittadini, e che svolgono un'importante opera di selezione dei rifiuti; dalla piattaforma, quelli ulteriormente trattabili vengono avviati agli impianti di riciclaggio, mentre quelli che non sono suscettibili di alcuna lavorazione vengono conferiti alle discariche o trasportati agli impianti di incenerimento.
Il compost può essere ottenuto in modesta quantità per usi domestici raccogliendo la frazione umida dei rifiuti in un apposito recipiente detto composter, che può contenere resti di verdura e frutta, gusci di uova, scarti di erba, potature, foglie, fondi di tè e di caffè. È preferibile non utilizzare avanzi di carne e pesce, facilmente soggetti a fenomeni putrefattivi causa di cattivi odori, resti di metallo e vetro, carta stampata, plastica, oli vari e altre sostanze chimiche. L’aggiunta di residui legnosi aumenta il contenuto in carbonio e migliora l’aerazione del cumulo contenuto nel composter.
Nei sistemi di compostaggio gestiti da comuni, consorzi ed enti pubblici viene trattata la frazione biodegradabile dei rifiuti solidi urbani, derivante dalla raccolta differenziata; possono essere impiegate anche le deiezioni animali, raccolte in cumuli su substrato impermeabile. Le operazioni di compostaggio comprendono la preselezione dei rifiuti solidi in cui si separano i rifiuti organici, che vengono successivamente sminuzzati per facilitarne e accelerarne la decomposizione.
Un impianto di compostaggio è costituito da tre fasi: una fase di pretrattamento in grado di ridurre la putrescibilità dei materiali o di vagliare e triturare gli stessi; una seconda fase, corrispondente al trattamento biologico in cui si realizza la degradazione ossidativa a opera di enzimi idrolitici – in questa fase possono essere utilizzati areatori automatizzati, oppure i cumuli vengono movimentati con pale meccaniche. L’ultima fase, consistente nel trattamento finale, prevede diverse operazioni necessarie al confezionamento del prodotto, quali la vagliatura del compost.
Il sistema di produzione del compost è di tipo chiuso quando lo smaltimento del percolato e l’eliminazione di eventuali cattivi odori vengono realizzati tramite depurazione o allontanamento e con assorbimento mediante biofiltri. Un altro sistema di produzione, invece, sfrutta i prodotti enzimatici per bloccare le fermentazioni putrefattive e impedire l'emissione di sostanze maleodoranti; questo metodo non implica la presenza di strutture particolarmente complesse e consente la realizzazione del compost all'aria aperta.
Durante il processo di trasformazione, il volume si riduce in modo tale che il peso del prodotto finale rappresenta il 25-30% di quello iniziale. Il compost finale è caratterizzato da una struttura omogenea, analoga al terriccio; è stoccabile in cumulo, è trasportabile a distanza, ha un contenuto totale di azoto, fosforo e potassio pari all'1-3% a seconda del tipo di materiale di scarto usato.
*LEGNO
- Riciclare un chilogrammo di legno significa ridurre emissioni di gas serra pari a 1,03 chilogrammi di 'CO2-equivalenti' (emissioni di gas serra misurati in quantità di anidride carbonica, che costituisce uno dei principali gas rilasciati in atmosfera). E' quanto risulta da uno studio del Consorzio nazionale per il riciclaggio del legno 'Rilegno', con sede legale a Cesenatico (Forlì-Cesena). Secondo lo studio del consorzio, in Italia i rifiuti legnosi immessi nel normale circuito di smaltimento, ammontano in un anno a 2,5 milioni di tonnellate, il 90% dei quali va in discariche controllate e il resto destinato all'incenerimento. In pratica, secondo lo studio, il riciclaggio del legno potrebbe evitare il rilascio in atmosfera di un quantitativo di gas CO2-equivalenti superiore a 2,5 milioni di tonnellate. Il risparmio - spiega lo studio - si ottiene perché evita le emissioni di metano rilasciato dal legname smaltito in discarica (1 chilogrammi di metano è uguale a 21 chilogrammi di CO2); 'congela' il carbonio presente nelle fibre legnose che vengono riutilizzate; contribuisce a salvare i boschi e quindi a tenere alta la loro capacità di assorbimento di anidride carbonica. Secondo i dati di Rilegno, in Italia "si è riscontrato negli ultimi quattro anni un aumento significativo del recupero dei rifiuti provenienti da imballaggi di legno, e più in generale, dei rifiuti di legno che nel 2002 ha toccato circa il 57%, nel 2003 e 2004 il 60% di raccolta sul totale immesso al consumo in un anno, per un totale di circa 1.570.000 tonnellate di rifiuti di imballaggi riciclati su un quantitativo di imballaggi in legno immessi al consumo di circa 2.600.000 tonnellate.
Fonte: http://www.21gradi.it/Public/progetto_d%C2%B4impresa.doc
Sito web da visitare: http://www.21gradi.it
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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