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Il Rio delle Amazzoni è un enorme sistema di fiumi e foreste che copre metà del Brasile e si estende anche nei paesi confinanti. Il tratto noto come Rio delle Amazzoni scorre fra le città di Manaus e Belém, ma i vari fiumi che compongono il sistema fluviale offrono una via navigabile ai transatlantici che sono diretti sul versante opposto del continente sudamericano.
La foresta conserva ancora molti dei suoi segreti e molti degli affluenti del Rio delle Amazzoni sono ancora oggi inesplorati. Si ritiene che in Amazzonia vivano circa 15.000 specie, fra cui migliaia di uccelli, pesci e mammiferi che non sono stati ancora classificati. Un rapido elenco delle creature comuni e rare che vivono nella foresta amazzonica comprende giaguari, tapiri, pecari, scimmie ragno, bradipi, armadilli, caimani, alligatori, delfini di fiume, boa costrittori e anaconda. Fra gli uccelli che vivono nella foresta si possono citare i tucani, i pappagalli, le are macao, i colibrì e i falchi. Gli insetti sono efficacemente rappresentati da oltre 1800 specie di farfalle e da più di 200 specie di zanzare mentre fra i pesci si possono ricordare i piranha, i tucunaré, i pirarucú, i pintado e le anguille elettriche. La varietà dei pesci che vivono nelle acque del fiume è tale che i biologi non sono in grado di identificare il 30% degli esemplari che si trovano in vendita sui banchi dei mercati di Belém.
Il punto di partenza più utilizzato per le escursioni in Amazzonia è Manaus, che sorge sulle rive del Rio Negro, 10 km a monte della confluenza di quest\'ultimo con il Solimões, che segna l\'inizio del Rio delle Amazzoni. Ancora oggi Manaus viene presentata da un\'infinità di opuscoli turistici patinati come una meraviglia nel cuore dell\'Amazzonia, ma oltre a possedere poche attrattive è sporca, brutta e infestata da una criminalità in costante aumento. Il simbolo più potente di Manaus è il Teatro Amazonas, il famoso teatro d\'opera costruito in stile rinascimentale italiano su progetto di Domenico de Angelis nel 1896, nel momento di massimo splendore del commercio della gomma. Le escursioni di un giorno e le gite in barca sul fiume permettono di vedere da vicino la flora della giungla e la sua abbondante avifauna e offrono anche la possibilità di osservare le condizioni di vita dei caboclos (gli abitanti degli insediamenti che sorgono lungo i fiumi del bacino amazzonico) che stanno nelle vicinanze di Manaus. Non aspettatevi invece di incontrare qualche remota tribù di indios o decine di animali selvatici perché per entrambi ogni tipo di contatto con l\'esterno si è sempre tradotto in distruzione e quindi si sono saggiamente ritirati in zone inaccessibili.
LE AMAZZONI
Chi erano le amazzoni. Intorno al 2000 a.C. tribù nomadi scite occuparono la Cappadocia, dopo violente battaglie contro gli egiziani. In seguito a un'imboscata gli uomini sciti furono sterminati. Rimasero solo le donne che non si piegarono, imbracciarono le armi e divennero temibili guerriere dai poteri sciamanici. Istituirono un regno tutto al femminile, dove trionfavano giustizia e solidarietà: il primo matriarcato che la storia ricordi.
Gli altri popoli le chiamavano Amazzoni...
Gli uomini delle amazzoni. Gli uomini che le amazzoni tenevano presso di loro erano menomati, storpi, privi di una gamba o di un braccio, senza che questo impedisse loro di essere straordinari amanti. L'handicap impediva agli uomini di essere violenti e prevaricatori e di usurpare lo scettro del potere alle donne.
Il nome. Secondo Erodoto il nome "amazzone" significa "priva di mammella". Gli studiosi greci erano convinti che fossero prive del seno destro per poter tirare d'arco. In lingua caucasica il nome significherebbe "coloro che non mangiano pane". Ma potrebbe significare anche "coloro che vivono insieme" o infine ci potrebbe essere anche un'allusione alla "cintura" magica delle amazzoni.
Le armi. Armi delle amazzoni erano lo scudo a forma di falce lunare chiamato pelta, la lancia, l'arco e le frecce (pare che fossero formidabili arciere), l'ascia bipenne. Prima della battaglia il loro segnale di guerra era il sistro, una sorta di sonaglio, fatto generalmente in bronzo, che veniva scosso producendo un suono sottile, onomatopeico di voci della natura.
I figli. Poiché era nel femminile che vedevano la propria continuità, si è spesso detto che le amazzoni uccidessero i figli maschi e allevassero solo le bambine. Più probabilmente finito lo svezzamento i maschietti venivano portati agli uomini con cui s'erano giaciute perché se ne occupassero.
Come si diventa amazzoni. Fin da piccole le bambine venivano educate a dominare la paura e lo spavento, a maneggiare le armi e ad andare a cavallo. Dovevano essere coraggiose e indomite, vere guerriere sin dalla tenera età. Venivano allattate con latte di giumenta, perché sentissero come parte inscindibile il cavallo, che sarebbe stato loro compagno di vita. Da adulte si nutrivano di carne cruda e midollo di canne lacustri.
Il cavallo. Non esiste amazzone senza il suo cavallo. Legame esclusivo, magico, sacro. Compagno di battaglie, di caccia, di imprese, di vita nomade, animale sacrificale. Il cavallo è tutto. Le amazzoni acquisirono abilità sorprendenti nell'allevamento equino. Erano depositarie di un sapere quasi sconosciuto all'epoca, vere maestre nell'arte di domare i selvaggi animali.
Letteratura. Le Amazzoni sono citate frequentemente nella letteratura classica greca. Oltre alle descrizioni etnografiche di autori come Erodoto, Strabone, Diodoro Siculo che cercano di coniugare mito e storiografia, ma senza operare una netta distinzione l'uno dall'altra, vi sono naturalmente quelle più nettamente poetiche e mitologiche. Uno dei riferimenti epici più antichi è sicuramente quello nell'Iliade in cui sono menzionate due volte.
Secondo le fonti letterarie greco-romane le Amazzoni sono state poste nella parte più settentrionale della Sarmazia Asiatica, nella zona caucasica.
Fonte: http://www.iccazzulani.it/areadocenti/index.php?action=dlattach;topic=454.0;attach=494
Sito web da visitare: http://www.iccazzulani.it/
Autore del testo: Vanna de Angelis
Vive a Milano. Ha pubblicato, tra l’altro, i saggi Le Streghe (Piemme 1999), vincitore del Premio Iglesias, Eunuchi (Piemme 2000) e il Libro nero della caccia alle streghe (2001). Tra i suoi romanzi, L’avventuriera (Sperling & Kupfer 1987) e Il caso Francesca (Sonzogno 1992), ripubblicati anche da Rizzoli.
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