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Glossario
Le definizioni di occupazione utilizzate in contabilità nazionale corrispondono a quelle adottate a livello
internazionale e armonizzate sotto tutti gli aspetti con i concetti contenuti nelle direttive internazionali in
materia di contabilità nazionale (SEC95) e con le definizioni e le nomenclature utilizzate in molte altre
statistiche socio-economiche sull’occupazione.
La corretta comparazione degli aggregati economici a livello territoriale, settoriale e istituzionale è
garantita, in particolare, dall’utilizzo di definizioni coerenti con il sistema riguardo alle definizioni
sull’input di lavoro cui gli aggregati economici sono rapportati. Le definizioni di input di lavoro adottate
sono: il monte ore, gli occupati interni, le posizioni lavorative e le unità di lavoro (o equivalenza a
tempo pieno).
Ore effettivamente lavorate
Questa variabile esclude le ore pagate ma non effettivamente lavorate come le ferie annuali, le festività e
le assenze (per malattia, sciopero, altro). Sono inoltre escluse le pause per i pasti e il tragitto tra casa e
lavoro. Sono incluse le ore effettivamente lavorate durante le ore normali di lavoro, le ore lavorate in
aggiunta alle ore normali (straordinario), il tempo che si impiega in attività quali la preparazione del
posto di lavoro e quello corrispondente a brevi periodi di riposo sul lavoro.
In sintesi, le ore effettivamente lavorate includono:
a) ore effettivamente lavorate durante una periodo normale di lavoro;
b) ore lavorate in aggiunta alle ore lavorate in un periodo normale di lavoro, e che generalmente
vengono pagate con una tariffa più alta (straordinario);
c) il tempo dedicato sul luogo di lavoro ad operazioni quali la preparazione del posto di lavoro, le
riparazioni e la manutenzione, la preparazione e la pulizia degli attrezzi di lavoro, la compilazione di
ricevute, di fatture, di schede di controllo dei tempi e di relazioni;
d) i tempi morti o di inattività trascorsi sul luogo di lavoro a causa, per esempio, di mancanza
temporanea di lavoro, di guasti meccanici o per infortunio o il tempo trascorso sul posto di lavoro senza
esercitare alcuna attività pur percependo 'una retribuzione in forza di un contratto di occupazione
garantita;
e) il tempo corrispondente a brevi periodi di riposo sul posto di lavoro, comprese le pause per ristoro.
Viceversa, le ore effettivamente lavorate non comprendono:
a) le ore retribuite ma non lavorate, ad esempio per ferie, festività o congedi di malattia;
b) le pause per i pasti;
c) il tempo impiegato per gli spostamenti tra il domicilio e il luogo di lavoro e viceversa.
Ore contrattuali lorde
Sono definite ore contrattuali lorde le ore di lavoro che devono essere effettuate, per contratto, dai
lavoratori dipendenti con rapporto di lavoro a tempo pieno al lordo di quelle che vengono retribuite
senza essere lavorate per ferie, festività e permessi retribuiti di diversa natura (riduzione annua del
lavoro, recupero festività soppresse, studio, assemblea). Tale dato è ricavato dall’Indagine sulle
retribuzioni contrattuali che utilizza i Contratti Nazionali del Lavoro e si riferisce all’orario settimanale
contrattuale medio, ossia non differenziato per qualifica e livello, moltiplicato per le 52 settimane
dell’anno.
Ore lavorabili contrattualmente
Le ore lavorabili contrattualmente rappresentano le ore contrattuali al netto delle ore che, per contratto,
sono retribuite senza essere lavorate, per ferie, festività e permessi retribuiti di diversa natura (riduzione
annua del lavoro, recupero festività soppresse, studio, assemblea)
Ore retribuite
Il numero delle ore retribuite per tutti i lavoratori dipendenti è definito come segue:
a) le ore di lavoro normale e straordinario retribuite durante l’anno;
b) tutte le ore per le quali il lavoratore dipendente è stato retribuito a tassi ridotti anche se la
differenza è stata compensata da versamenti effettuati dagli enti di previdenza e assistenza
sociale;
c) le ore di lavoro non prestate durante il periodo di riferimento ma nondimeno retribuite (ferie
annuali, congedo di malattia, giorni festivi e altre ore retribuite, ad esempio per visita medica).
La definizione di ore retribuite interessa generalmente le indagini rivolte alle imprese.
Ore abituali
Per orario abituale si intende l’orario previsto da contratto per il lavoro dipendente; per chi svolge
un’attività in proprio l’orario normale di attività stabilito da leggi, regolamenti (ad esempio, orario di
apertura degli esercizi commerciali) o da usi, consuetudini (ad esempio, orario di attività per i liberi
professionisti e assimilati). Sono comprese le ore in eccesso abitualmente svolte, sia retribuite che non
retribuite. Sono escluse le ore per il trasferimento dall’abitazione al luogo di lavoro e quelle del pasto
durante la pausa di lavoro.
La definizione di ore abituali interessa generalmente le indagini rivolte alle famiglie.
Occupati interni
Gli occupati che partecipano al processo di produzione svolto sul territorio economico di un paese sono
chiamati occupati interni. La definizione di occupazione interna differisce dal concetto di occupazione
nazionale. Nella prima sono esclusi i residenti che lavorano presso unità di produzione non residenti sul
territorio economico e sono, invece, inclusi i non residenti che lavorano presso unità di produzione
residenti. Il concetto di occupazione nazionale, al contrario, comprende tutte le persone residenti
occupate in unità produttive sia residenti sia non residenti, escludendo le persone non residenti. Il
concetto di occupazione insito nell’indagine sulle forze di lavoro è assai prossimo a quello di
occupazione nazionale. La piena armonizzazione della definizione di occupazione dell’indagine a quella
di contabilità nazionale comporta, oltre al passaggio al concetto di “interno”, anche l’inclusione degli
occupati dimoranti in convivenze e dei militari di leva che, pur partecipando al processo di produzione
del reddito, sono esclusi dal campo di osservazione della stessa indagine.
Posizioni lavorative
La posizione lavorativa è definita come un contratto di lavoro, esplicito o implicito, tra una persona e
un’unità produttiva residente finalizzato allo svolgimento di una prestazione lavorativa contro
corrispettivo di un compenso (che, in senso ampio, include il reddito misto dei lavoratori indipendenti).
Le posizioni lavorative rappresentano, quindi, il numero dei posti di lavoro dati dalla somma delle prime
posizioni lavorative e delle posizioni lavorative plurime, indipendentemente dal numero di ore lavorate.
La definizione di posizione lavorativa qui adottata è coerente con quella utilizzata nella procedura di
stima delle serie precedenti all’introduzione del nuovo sistema dei conti e come tale include le posizioni
lavorative dei cassaintegrati. La definizione del SEC95, al contrario, porterebbe ad escludere tale
componente.
Le posizioni lavorative a tempo pieno non subiscono riduzioni, se non per effetto delle prestazioni
lavorative a tempo ridotto prestate da lavoratori momentaneamente collocati in cassa integrazione
guadagni. Le posizioni lavorative a tempo parziale (principali e secondarie) sono trasformate in unità di
lavoro tramite coefficienti ottenuti dal rapporto tra le ore effettivamente lavorate in una posizione
lavorativa non a tempo pieno e le ore lavorate nella stessa branca in una posizione a tempo pieno.
Unità di lavoro
Ai fini della misura dell’input di la voro come fattore della produzione, il SEC95 suggerisce di stimare il
numero complessivo delle ore lavorate o, come misura alternativa, il numero delle unità di lavoro.
Quest’ultime sono pari al numero di posizioni lavorative equivalenti a tempo pieno. L’insieme delle
unità di lavoro è ottenuto dalla somma delle posizioni lavorative a tempo pieno e delle posizioni
lavorative a tempo parziale (principali e secondarie) trasformate in unità a tempo pieno.
Fonte: http://nursingup.liguria.it/documenti_word/GLOSSARIO%20ORE%20LAVORATIVE.doc
Sito web da visitare: http://nursingup.liguria.it
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