I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
La punteggiatura è sintassi a tutti gli effetti. La maggior parte degli errori di punteggiatura derivano dall’idea (sbagliata) che essa riproduca nel testo scritto le pause di un’eventuale lettura ad alta voce. Invece i segni di interpunzione sono segnali logici (in quanto collegano, separano, articolano i diversi elementi del testo scritto). Certo, suggeriscono anche delle pause, che sono peraltro distinzioni logiche prima che appoggi della lettura.
In generale non si può andare a capo e mettere all’inizio della riga la punteggiatura:
Appena girato l’angolo, Anna si trovò di fronte ad una scena imprevista
: un giardino ...
La virgola
La virgola si deve mettere nei seguenti casi:
1. per separare due proposizioni giustapposte, con lo stesso soggetto o con soggetti diversi:
Era primavera, Francesca si trovava in montagna...
Dopo mezz’ora smise di nevicare, la visibilità tornò normale
Francesca si sporse, guardò a destra e a sinistra, soppesò la velocità delle auto in transito e attraversò la strada. (reggenti giustapposte/coordinate)
2. per separare proposizioni coordinate senza congiunzione
il cane di Francesca abbaia, morde, corre
... a fermarmi, a stare attento (finali implicite giustapposte)
normalmente la virgola è omessa quando le proposizioni non sono giustapposte, ma coordinate (congiunzione e). Francesca studia e io vado al cinema.
Questo non succede con ma:
Sono andata a chiamare Francesca, ma era già uscita.
3. tra la principale e la dipendente/subordinata (anche se questa viene prima)
dopo aver studiato, Francesca è uscita (temporale)
se Francesca non avesse frenato, avrebbe tamponato l’auto di fronte (ipotetica)
per quanto cercasse di stare calma, Francesca si sentiva esplodere (concessiva)
in linea di massima la virgola si usa all’interno di una frase prima di
ma, però, tuttavia, eppure, benchè, anche se, mentre, quando
se la principale precede la subordinata, si può mettere la virgola solo se questa non interrompe la continuità del discorso, cioè MAI prima di frasi interrogative indirette, dichiarative, finali…
Francesca mi ha chiesto di nuovo quando finirà questa storia degli esempi.
Francesca pensa che questo esercizio sia noioso.
Francesca vuole picchiarci per farci smettere di parlare di lei
4. dopo avverbi o locuzioni avverbiali come: d’altra parte, innanzitutto, per riassumere, in conclusione, in breve, ecc:
senza precise istruzioni, Francesca non sapeva cosa fare
sinceramente, Francesca non mi è molto simpatica
in realtà, il suo progetto non era poi irrealizzabile
In breve, Francesca non sopportava più tutti questi esempi.
5. negli incisi (parole o frase che possono essere eliminate senza alterare il senso della frase):
Si potranno fare le elezioni se, alla fine della seduta, ci sarà il numero legale
Francesca, stufa di essere sempre sfruttata per gli esempi, decise di partire per le vacanze.
Come riconoscere un inciso? provate a rileggere la frase togliendo l’inciso:
Francesca decise di partire per le vacanze.
Se la frase ha senso e il discorso fila, allora avevate proprio a che fare con un inciso. Mi raccomando, vanno sempre in coppia. Insomma, se decidete di evidenziare l’inciso con le virgole, mettetene due, come per le parentesi o le lineette.
6. prima del “che relativo” quando questo svolge ruolo di inciso:
Francesca, che non sapeva nulla, chiese spiegazioni
NB: una frase relativa posta lontano dal nome al quale si riferisce, deve essere preceduta da virgola, altrimenti, si riferirebbe al nome più vicino
La sorella di Francesca, che è vestita di rosso, dorme in albergo. [la sorella è vestita di rosso]
La sorella di Francesca che è vestita di rosso dorme in albergo. [Francesca è vestita di rosso]
NB: non si usa la virgola se la frase subordinata specifica un significato preciso
Gli amici che erano arrivati tardi entrarono a casa di Francesca. [solo gli amici ritardatari]
Gli amici, che erano arrivati tardi, entrarono a casa di Francesca. [tutti erano ritardatari]
7. per isolare un’apposizione che non alteri il senso della frase
domani vedrai Francesca, una persona speciale
8. per separare proposizioni subordinate, soprattutto con il participio e il gerundio
fatti i conti, Francesca si rese conto di non avere più soldi
avendo fatto i conti, Francesca si rese conto di non avere più soldi
La virgola non si deve mettere nei seguenti casi:
1. tra soggetto e predicato (anche se intendiamo fare una pausa espressiva dopo il soggetto)
Corretto
Francesca guida
La scuola che Francesca ha frequentato per due anni a New York e che oggi non esiste più era molto bella
Sbagliato
Francesca, guida
La scuola che Francesca ha frequentato per due anni a New York e che oggi non esiste più, era molto bella
2. tra predicato e complemento oggetto
Corretto
Francesca guida la macchina
Sbagliato
Francesca guida, la macchina
3. tra il verbo essere e il suo aggettivo o nome
Corretto
Sei buono
Francesca è buona
Sbagliato
Sei, buono
Francesca è, buona
4. tra un nome e il suo aggettivo o l'avverbio
Corretto
Francesca ha una casa molto bella
Ha piovuto molto
Sbagliato
Francesca ha una casa, molto bella
Ha piovuto, molto
5. prima di quasi tutti i complementi introdotti dalle varie preposizioni (di, a, da, in, con, su, per, tra, fra)
Corretto
Francesca si è divertita in vacanza
Francesca si è sentita male per il caldo
Francesca è stata molto bene con te
Sbagliato
Francesca si è divertita, in vacanza
Francesca si è sentita male, per il caldo
Francesca è stata molto bene, con te
6. Le virgole negli incisi
Se in un discorso c’è un inciso, le virgole sono facoltative; ma se ne mettete una, dovete mettere anche l'altra.
Corretto
E' stata una giornata, anche se fredda, molto bella
E' stata una giornata anche se fredda molto bella
Sbagliato
E' stata una giornata, anche se fredda molto bella
E' stata una giornata anche se fredda, molto bella
I due punti
I due punti sono un ottimo strumento di lavoro.
1. Vengono solitamente impiegati per introdurre elenchi.
Esempio di elenco: "Esistono molti tipi di pasta: maccheroni, spaghetti, gramigna."
Errore: "I tipi di pasta più diffusi sono: maccheroni, spaghetti, gramigna" (i due punti non possono interrompere una frase).
2. La loro forza sta nell’introdurre una deduzione, una conclusione logica; possono avere una funzione argomentativa.
Si possono usare al posto di alcuni connettivi per introdurre frasi causali (sostituiscono poichè), consecutive (sostituiscono cosicchè), esplicative (sostituiscono infatti)
Francesca ha passato tutta la mattina in piscina: faceva davvero caldo (perchè faceva davvero caldo)
Francesca è molto matura e preparata: salterà l’ultimo anno di liceo (tanto che salterà l’ultimo anno di liceo)
L’ho interrotta nel momento meno indicato: mentre guardava la fine di un film giallo (cioè mentre guardava ...)
Frabcesca aveva rinunciato al colloquio: l’avevano da poco assunta in un’altra azienda (poichè/infatti l’avevano da poco ...)
3. Per introdurre il discorso diretto:
Allora le chiesi: “perchè non sei venuta?”
I due punti non si devono mettere:
1. quando verbi come dire, chiedere, domandare non reggono un discorso diretto ma un nome o una frase.
Corretto
Ti ho chiesto come ti senti
Mi ha detto che era stanca
Dice che vuole andarsene
Sbagliato
Ti ho chiesto: come ti senti
Mi ha detto: che era stanca
Dice: che vuole andarsene
2. quando un elenco di complementi dipende direttamente dal verbo (perché i due punti non possono interrompere una frase)
Corretto
Alla festa c'erano Luca, Maria, Isabella, Giorgio, gli zii e i nonni
Sbagliato
Alla festa c'erano: Luca, Maria, Isabella, Giorgio, gli zii e i nonni
Il punto e virgola
Il punto e virgola è uno strumento che consente un certo distacco, ma richiama ancora la logica precedente, indicandone una variazione. Può servire per paragrafare (dentro al periodo) dei gruppetti di frasi collegati a loro volta da virgole.
1. si usa per separare due proposizioni autonome, lunghe e complesse, ma legate dallo stesso contenuto (altrimenti si usa il punto):
“L'esattezza si applica a tutte le fasi della scrittura per il web: nella progettazione del sito, un luogo in cui il lettore deve poter muoversi a suo agio, vivere esperienze, trovare quello che cerca, senza mai perdersi; nella precisione delle informazioni, nell'aderenza del linguaggio ai contenuti, nell'accuratezza della ricerca, nell'affidabilità delle fonti, nella coerenza tra il titolo di un link e la sua destinazione” (L. Carrada)
3. davanti a un connettivo forte per rango argomentativo e sintattico, soprattutto se conclusivo o esplicativo (dunque, quindi, perciò, infatti, insomma, in altre parole):
Nel Salento la Sacra Corona Unita ha buona parte del personale criminale in galera, dopo gli ultimi blitz; perciò ricorre sempre più spesso ai giovanissimi, per i quali sono ridotte anche le pene giudiziarie. (Corriere della sera)
Le lineette
Servono per fare un inciso più profondo di quello che si può mettere fra virgole, meno profondo di quello fra parentesi. (Se l’inciso è alla fine di frase, si mette solo l’apertura, la chiusura no).
Esempio: "Gli apprendenti fanno tipicamente ricorso a segnali non verbali, come l'intonazione, i gesti, l'espressione del volto, per segnalare il loro atteggiamento - di asserzione, di dubbio, di desiderio - verso gli enunciati che producono."
Le virgolette
Di norma le virgolette ("E’ opportuno ribadire che...") si mettono per un discorso diretto, una citazione. Ma sono ammesse, per la stessa funzione, anche le lineette ( - E’ opportuno ribadire che... -).
Le virgolette alte possono essere doppie (" "), o singole (' '). Non servono per scusarsi di avere usato una parola impropria (che non è da mettere – inutile scusarsi poi), ma per segnalare un uso metaforico, ironico di un termine.
Es. L’indice Dow Jones è relativamente migliorato; oggi ha perso "solamente" 16 punti.
In ogni caso è consigliabile farne un uso molto limitato.
I puntini
Spesso i puntini sono usati in modo improprio o in eccesso.
I puntini si possono usare per esprimere imbarazzo, minaccia, emozione, battute di spirito o giochi di parole.
Es. "Non so cosa dire...", "Mi sono sentito così male...", "Le ultime parole famose...".
I puntini si usano anche, quando si riporta un discorso altrui, per indicare alcune parole che sono state saltate. In questo caso, vanno messi fra parentesi quadre.
Es. "Mentre egli guardava la donna che stava ripetendo quel suo gesto caratteristico di sollevare le grosse braccia verso la fune della biancheria [...] gli venne fatto di pensare, per la prima volta, che era bella." ("1984", George Orwell)
Quel [...] avverte che, in quel punto, nel romanzo di Orwell ci sono altre parole non riportate.
N.B. I puntini devono essere sempre tre e mai più di tre.
Fonte: http://www.lingue.uniurb.it//matdid/rusciadelli/2011-12/regole%20di%20punteggiatura.docx
Sito web da visitare: http://www.lingue.uniurb.it/
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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