Parafrasi
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PRINCIPALI FIGURE RETORICHE DA SAPERE PER UNA BUONA PARAFRASI
- Accumulazione: serie di termini accostati in modo ordinato e/o caotico come ripetizioni parziali del senso di ognuno. Es.: fior', frondi, herbe, ombre, antri, onde, aure soavi, valli chiuse, alti colli et piagge apriche (Petrarca, Canzoniere, CCCIII).
- Adynaton: per evidenziare l'improbabilità di un evento, si sostiene la maggior facilità che ne accada un altro impossibile. Es.: Esule il Parto berrà all'Arari, o il Germano al Tigri prima che scivoli via dal mio cuore la sua immagine (Virgilio, Bucoliche, Ecloga I, 79).
- Aferesi: caduta di una vocale o sillaba a inizio di parola. Es.: Lo 'ntelletto; Padron 'Ntoni.
- Agnizione: consiste nell'improvviso e inaspettato riconoscimento dell'identità di un personaggio, che determina una svolta decisiva nella vicenda.
- Allegoria: sostituzione di un oggetto a un altro, con accostamento basato su qualità e significati non comuni del termine e spesso di livello filosofico o metafisico. Es.: il leone, la lupa e la lonza nel primo passo dell'Inferno di Dante.
- Allitterazione: ripetizione di una lettera o sillaba in parole successive. Es.: Il pietoso pastor pianse al suo pianto (Tasso, Gerusalemme Liberata, VII,16); O Tite tute Tati, tibitanta, turanne, tulisti! (Ennio, Annales, v. 104); Seq quia multa multa modis mutata per omne (Lucrezio, De rerum natura, 1, 1024).
- Allusione: consiste nel citare un riferimento più o meno noto, trasformandolo a una realtà che lo chiama per alcune caratteristiche. Es.: Pensa che babilonia di discorsi; Vittoria di Pirro.
- Amplificazione: procedimento retorico inteso a ingrandire, accentuare, intensificare un elemento del discorso.
- Anacoluto: consiste nella rottura della corretta correlazione grammaticale tra due costrutti di uno stesso periodo. Es.: Lei sa che noi altre monache, ci piace di sentir le storie per minuto (Manzoni, Promessi sposi, cap. IX)
- Anadiplosi: ripetizione di uno o più elementi terminali di un segmento di discorso, all'inizio del segmento successivo. Es.: È il vento, il vento che fa musiche bizzarre (Vittorio Sereni, Diario d'Algeria); ma certo non ne son tanto amantata. / Amantata non son como voria (Compiuta Donzella, Ornata di gran pregio e di Valenza).
- Anafora o Epanafora o Iterazione o Metatesi a contatto: ripetizione di una o più parole a inizio frase/verso, per sottolineare un'immagine o un concetto. Es.: Ascolta. Piove dalle nuvole sparse. Piove su le tamerici salmastre ed arse (D'Annunzio, La pioggia nel pineto, vv.8-11).
- Analessi o Flashback o Retrospezione: consiste nell'evocare un evento precedente al punto della narrazione in cui ci si trova. Es.: nell'Odissea di Omero, Ulisse nell'Isola deiFeaci narra tutte le sue avventure in una notte.
- Analogia: consiste nella rappresentazione di un'idea o emozione attraverso parole con significati diversi collegate tra loro da un concetto astratto. Si tratta di una forma ancor più condensata di similitudine e metafora. Es.: la frase Sei bella come una stella è una similitudine; contratta in una metafora diventerebbe Sei una stella; contratta in analogia diventerebbe La tua stella.
- Anastrofe: Inversione dell'ordine abituale di un gruppo di termini successivi. Es.: A egregie cose il forte animo accendono l'urne de' forti, o Pindemonte; (Foscolo, Dei Sepolcri, vv.151-152)
- Anticlimax o Climax discendente: Elenco di termini o locuzioni con intensità decrescente. Es.: Così tra questa immensità / s'annega il pensier mio e il naufragar m'è dolce in questo mare (Leopardi, Infinito, ultimi versi)
- Antifrasi: Consiste nell'usare un'espressione attribuendole un significato opposto a quello a essa proprio, per lo più in senso ironico. Es.: dire Che bella giornata mentre piove a dirotto.
- Antistrofe: Ripetizione delle stesse parole alla fine di più frasi o versi consecutivi. Es.: Ha combinato il guaio lui, deve rimediare lui.
- Antitesi: contrapposizione di idee espressa mettendo in corrispondenza parole di significato opposto o in contrasto. Es.Vergine Madre, figlia del tuo figlio, (Dante, Divina Commedia, Par.XXXIII,1).
- Antonomasia: Consiste nel sostituire un nome comune con un nome proprio o una perifrasi; oppure, viceversa, sostituire un nome comune con un nome proprio o una perifrasi che ricordi in modo univoco la qualità della persona o cosa stessa. Es.: Il flagello di Dio per Attila; Eroe dei due mondi per Garibaldi; La regina del pop per Madonna; La pantera di Goro per Milva, ma anche il bignami per libro di testo sintetico, la nutella per crema di cioccolata e nocciole; la Coca Cola per tutte le bevande a base di cola.
- Apocope o Troncamento: Fenomeno fonetico che consiste nella caduta della vocale o della sillaba finale della parola. Es.: città per cittade; bel per bello; fra per frate; San perSanto; professor per professore; dottor per dottore; qual per quale; tal per tale.
- Apostrofe: È il rivolgersi direttamente a una persona o cosa personificata, interrompendo il discorso in atto. Es.: Oh Terra! / A che non t'apri, e ne' tuoi cupi abissi / l'autor non conscio di tanti delitti / al fin non serri? (Foscolo, Edippo).
- Arcaismo: vocabolo, forma o espressione appartenenti a uno stadio della lingua anteriore rispetto a quello di chi parla o scrive. Es.: Forse perché della fatal quiete / tu sei l'imago (Foscolo, Alla sera)..
- Asindeto: È l'accostamento di frasi o costrutti verbali senza l'uso di congiunzioni. Es.: Diverse lingue, orribili favelle, / parole di dolore, accenti d'ira, / voci alte e fioche (Dante, Divina Commedia, Inf. III,25-27)
- Assonanza: È l'uguaglianza, fra due parole, delle sole vocali, a contare dalla vocale tonica in poi. Es.: Fresche le mie parole ne la sera / ti sien come il fruscìo che fan le foglie(D'Annunzio, Sera fiesolana).
- Brachilogia: È una forma di ellissi in cui vengono a mancare alcuni componenti della frase, anche se integrabili dal contesto. Es.: Le mani cessano di afferrare, le braccia di muoversi, le gambe di camminare (La Fontaine).
- Bisticcio: è una particolare forma di paronomasia. Consiste nell'accostamente di due parole uguali, ma di diverso significato. Es.: Apre la porta e porta inaspettata guerra(Torquato Tasso).
- Cacofonia: accostamento di suoni che produce un effetto fonico sgradevole.
- Captatio benevolentiae: topos retorico con cui chi parla cerca di ottenere la "benevolenza", cioè l'attenzione e la favorevole disposizione del pubblico nei suoi confronti; solitamente si trova posto inizialmente. Es.: Quello che è avvenuto a voi, o Ateniesi... (Platone, Apologia di Socrate).
- Chiasmo: consiste nella disposizione incrociata degli elementi costitutivi di una frase, in modo da cambiarne l'ordine logico. Es.: né il sol più ti rallegra / né ti risveglia amor, (Giosuè Carducci, Pianto antico, 15-16), dove è il sole che risveglia e l'amore che rallegra; Cesare fui e son Iustinïano (Dante Alighieri, Divina Commedia, Par. VI, 10).
- Climax: disposizione di parole e frasi, secondo una gradazione sempre più in crescita (climax ascendente). Se la disposizione avviene diminuzione prende il nome di anticlimaxo climax discendente. Es.: Ecco sono agli oltraggi, al grido, all'ire, / al trar dei brandi, al crudel suon de' ferri (Ariosto, Orlando Furioso, XXIV, 785-786).
- Concinnitas: termine usato per indicare una particolare attenzione alla forma e all'ordine per armonizzare elementi umani con regole naturali matematiche armoniche o ritmiche.
- Connotazione: procedimento grazie a cui un termine o un'espressione che ha un significato primario e comune, acquista un ulteriore significato secondario e supplementare.
- Consonanza: È l'uguaglianza, fra due parole, delle consonanti, a contare dalla vocale tonica in poi. Es.: Brilla / gocciastella (C. Bontempelli). Può essere interna al verso. Es.:un po' pazzi, rifanno il verso / alla puzzola che si duole (L. Sinisgalli).
- Crasi: È la contrazione di una vocale o di un dittongo alla fine di una parola con una vocale o dittongo all'inizio della parola seguente. Es. senz'altro, quand'anche; nam qui miopust vita, tantum auri / perdidi, quod concustodivi / sedulo? (infatti a cosa mi serve la vita, ho perso tanto oro che custodivo con cura?) (Plauto, Aulularia, vv. 723-724a) doveopust è una crasi di opus est (servire, essere utile, essere necessario); Nam simul ac species patefactast verna diei (Infatti non appena è svelato l'aspetto primaverile del giorno) (Lucrezio, De rerum natura, I, v. 10) dove patefactast è la crasi di patefacta est (è svelato, mostrato); altre forma latine attestate sono cautiost (cautio est), ibist (ibi est),operast (opera est), necessest (necesse est) e molte altre.
- Deissi: Procedimento linguistico col quale si richiama l'attenzione di chi legge su un oggetto particolare cui ci si riferisce con elementi linguistici. Es.: in questa è un'automobile, il pronome questo è deittico perché indica un'auto vicina a chi sta parlando.
- Dialettismo: termine o espressione di origine dialettale, tipica dunque di un contesto popolare e parlato della lingua, utilizzata in un contesto letterario a fini espressivi.
- Dieresi: È la separazione di due vocali di un dittongo, che vengono a costituire due sillabe anziché una sola. Es.: For-se per-ché del-la fa-tal qui-e-te (Foscolo, Alla sera).
- Digressione: L'allontanarsi dall'oggetto principale del testo per svilupparne aspetti secondari.
- Dissimulatio o Dissimulazione: figura del discorso con cui l'oratore o lo scrittore finge di non capire o d'intendere in un altro senso ciò che ha detto l'avversario.
- Distribuzione: un tipo di enumerazione in cui i termini elencati sono distanziati fra loro da complementi, apposizioni o attributi (mentre nell'enumerazione classica sono a contatto).
- Ellissi: All'interno di una frase, consiste nell'eliminazione di alcuni elementi al fine di dare al periodo concisione e coesione. Es.: Chiara frequenta il liceo classico, Mara lo scientifico.
- Ellissi temporale: Tecnica narrativa consistente in un salto temporale nella narrazione di un'opera.
- Enallage: Consiste nell'usare una parte del discorso con la funzione di un'altra. Es.: ...perch'io sia giunto forse alquanto tardo, / non t'incresca restare a parlar meco (Dante, Divina Commedia, Inf.XXVII,22-23), al posto dell'avverbio tardi.
- Endiadi: Nell'esprimere un concetto è l'uso di due termini complementari in sostituzione di un unico sostantivo, coordinati fra essi, sovente tramite la congiunzione e; spesso uno dei due termini potrebbe essere sostituito da un aggettivo relazionato all'altro. Es.: Chi è fermato di menar sua vita / su per l'onde fallaci e per gli scogli (Petrarca, Canzoniere, LXXX,1-2); e il grande impero / di quella Roma, e l'armi, e il fragorio (G. Leopardi La sera del dì di festa, vv.35-36) [il fragorio delle armi]; sed vi et vita pervolgata patrum (Terenzio, Heautontimorumenos) (vi et vita cioè con la forza e la vita può diventare con la vita forte/dura).
- Enjambement: In poesia, frattura a fine verso della sintassi o di una parola causata dall'andare a capo verso. Es.: sol con un legno e con quella compagna / picciola da la qual non fui diserto (Dante, Divina Commedia, Inf.XXVI,101-102).
- Enumerazione: Consiste nell'elencare in serie dei termini che possono essere coordinati tra loro per asindeto o per polisindeto.
- Epanadiplosi o Epanastrofe: consiste nell'iniziare e concludere un verso o una frase con la stessa parola. Es.: È giunto il fin dei lunghi dubbi, è giunto, / nobiluomini, il dì che statuito / fu a risolver da voi (Manzoni, Il conte di Carmagnola, Atto I, Scena I).
- Epiteto: Figura che consiste nell'addizione di alcuni elementi a singole parole o nomi. Es.: piè veloce Achille, Pallade occhio azzurro.
- Eufemismo: Consiste nell'attenuare frasi o espressioni irriguardose e indecenti. Es.: è passato a miglior vita al posto di morire; colui che non si nomina, al posto di iettatore.
- Exemplum: citazione o racconto di un fatto storico, mitico o letterario, portato a dimostrazione o a conferma di un'affermazione o di un'argomentazione.
- Flashback: vedi Analessi.
- Figura etimologica: si ha quando vengono utilizzati nell'ambito dello stesso verso o frase due o più parole che hanno la stessa etimologia. Es.: esta selva selvaggia e aspra e forte / che nel pensier rinova la paura! (Dante, Divina Commedia, Inf. I,5-6); male perditus, pessime ornatus eo: / tantum gemiti et mali maestitiaeque (Plauto, Aulularia).
- Hysteron proteron o Isterologia: Riguarda il sovvertimento dell'ordine logico e cronologico nel disporre gli eventi in un testo, anticipando ciò che dovrebbe essere detto dopo. Es.:Moriamo, e gettiamoci nella mischia (Virgilio, Eneide, libro II), dove alla morte eroica è posposta la causa, cioè il combattimento gagliardo.
- Iato: Si chiama iato l'incontro di due vocali (una dolce e una aspra, oppure entrambe aspre) non formanti un unico suono, ossia pronunciate separatamente con duplice emissione di voce. Es.: o-bli-o; pa-u-ra; pi-a; re-al-tà; a-ero-pla-no; po-e-ta.
- Interrogazione retorica: Consiste in una domanda in cui è insita la risposta, quindi fatta in senso ironico, sarcastico. Es.: Chi è più scellerato che colui / che al giudicio divin passion porta? (Dante, Divina Commedia, Inf.XX,29-30).
- Inversione sintattica: Consiste nello spostamento degli elementi di una frase in modo tale da stravolgerne la sintassi, per dare più risalto all'elemento anteposto. Es.: Dolce e chiara è la notte e senza vento (Leopardi, La sera del dì di festa)
- Invettiva: È il rivolgersi improvvisamente a persona o cosa con rimproveri o accuse. Es.: Ahi Pisa, vituperio delle genti / del bel paese la dove 'l si suona (Dante, Divina Commedia, Inf.XXXIII,79-80).
- Ipallage: Consiste, all'interno di uno o due versi, nell'inserimento di una parte del discorso in una posizione della frase diversa da quella logica. Es. «le mura dell'alta Roma», invece di «le alte mura di Roma»
- Iperbato o Metatesi a distanza: metatassi che indica l'inversione di due parole nell'ambito di un verso o di una frase, con l'inserimento di altre parole, cioè il distanziare all'interno di una frase due parole che per rapporto grammaticale si troverebbero più vicine. Es.: Me ad evocar gli eroi chiamin le Muse / del mortal pensiero animatrici (Foscolo, I Sepolcri)
- Iperbole: consiste nell'esagerazione nella descrizione della realtà tramite espressioni che l'amplifichino. Es. Ti amo da morire!.
- Ipotassi: Struttura sintattica caratterizzata dalla presenza di una congiunzione a marcare il rapporto di subordinazione. Es.: ancor ve dirò c'ha maggior vertute (Guido Guinizzelli, Io voglio del ver la mia donna laudare); Dico che sei buono.
- Ipotiposi o Descrizione: il descrivere qualcuno o qualcosa con particolare vivacità e chiarezza. Es.: Vedi là Farinata, che s'è dritto: / dalla cintola in su tutto il vedrai / I' aveva già 'l mio viso nel suo fitto; / ed ei s'ergea col petto e con la fronte, / com'avesse l'Inferno in gran dispitto (Dante, Divina Commedia, Inf.X,31-36).
- Ironia: Consiste nell'affermare qualcosa che è esattamente il contrario di ciò che si vuole intendere, ma in modo da renderlo percepibile a chi ascolta. La consigli di venirsi a mettere sotto la mia protezione (Manzoni, Promessi Sposi), frase ironica proferita da don Rodrigo a Fra Cristoforo riferita a Lucia.
- Latinismo: figura retorica propria della lingua italiana e particolare tipo di arcaismo, consistente nell'utilizzo di un termine direttamente ripescato dal latino che invece la lingua popolare avrebbe modificato. Es.: Forse perché della fatal quïete / tu sei l'imago a me sì cara vieni, / o Sera! E quando ti corteggian liete / le nubi estive e i zeffiri sereni, / e quando dal nevoso aere inquïete / tenebre e lunghe all'universo meni / sempre scendi invocata, e le secrete / vie del mio cor soavemente tieni. (Ugo Foscolo, Alla sera).
- Litote: dare un giudizio negandone il contrario. Es.: Quell'uomo non è un genio; Don Abbondio non era nato con un cuor di leone (Manzoni, Promessi Sposi); Onde non tacque(Foscolo, A Zacinto).
- Metafora: È la sostituzione di un termine proprio con uno figurato. Es.: Non ho voglia / di tuffarmi / in un gomitolo di strade (Ungaretti, Natale,1-4)
- Metatesi: l'inversione dell'ordine sintattico usuale delle parole. Se ne distinguono due tipi: se l'inversione avviene fra termini vicini si parla di anastrofe o metatesi a contatto; se l'inversione avviene fra termini distanti nella frase si parla di metatesi a distanza o iperbato.
- Metonimia: Evocare un'idea citando al suo posto un concetto a essa relativo; se si tratta di paragoni quantificativi la metonimia prende il nome di sineddoche; può avvenire nei seguenti casi:
- il contenente per il contenuto (bottiglia per vino; bere un bicchiere, cioè bere (un bicchiere d')acqua);
- l'astratto per il concreto o viceversa (il prezzo della fama, avere orecchio);
- la causa per l'effetto o viceversa (guarire da una caduta, bagnare il letto);
- la materia per l'oggetto (legno per croce, bronzo per statua);
- l'autore per l'opera (leggere Omero al posto di leggere l'Iliade; possedere un Picasso al posto di possedere un quadro di Picasso);
- il luogo per l'oggetto o istituzione (Via XX Settembre per indicare il Ministero dell'Economia);
- la parte del corpo per la persona (Lingua mortal non dice / quel ch'io sentiva in seno (Leopardi, A Silvia, 26-27)).
- Neologismo: Parola appositamente coniata nel contesto a fini metrici e stilistici; più in generale indica una parola di conio recente, introdotta da poco nella lingua per soddisfare nuove esigenze espressive. Es.: Sotto la penna, ovvero stalagmitificanomisi (A. Boito).
- Onomatopea: È l'insieme di trascrizioni fonetiche e riproduzioni di rumori, voci di animali e suoni. Es.: Il tuo trillo sembra la brina / che sgrigiola, il vetro che incrina... / trr trrtrr terit tirit (Pascoli, L'uccellino del freddo); e c'era quel pianto di morte chiù (Pascoli, L'assiuolo).
- Ossimoro: Antitesi di parole differenti fra loro che vengono accostate per dare un senso paradossale. Es.: Dotta ignoranza; Sentia nell'inno la dolcezza amara / de' canti uditi da fanciullo (G.Giusti, Sant'Ambrogio, 65-66).
- Palindromo: È detta così l'espressione, di senso compiuto, leggibile da sinistra verso destra e viceversa. Es.: recai piacer; ai lati d'Italia; Roma tibi subito motibus ibit amor.
- Panegirico: Solenne esaltazione reale o ironica di un personaggio illustre o ben noto.
- Paradosso: Quando in una frase o concetto da premesse plausibili derivano assurdità illogiche. Es.: Io sto mentendo, se è vera, non sto dicendo la verità quindi è falsa; se è falsa, sto dicendo la verità, quindi sto mentendo.
- Parafrasi: la riscrittura del testo a fine di renderlo in una lingua più semplice e comprensibile. Es. Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie (Ungaretti) diventerebbe Si sta come le foglie sugli alberi d'autunno.
- Paragone: Consiste nel chiarire un concetto paragonandolo a qualcuno o a qualcosa di ben noto, purché i termini di confronto siano intercambiabili. Es.: e le tue chiome auliscono come le chiare ginestre (D'Annunzio, Pioggia nel pineto)
- Parallelismo: consiste nello sviluppare un’idea attraverso la disposizione simmetrica di brevi enunciati. Es.: Mandò le tenebre e fece buio (Salmi, 104, 28)
- Paratassi: struttura sintattica caratterizzata dalla mancanza di congiunzioni fra proposizioni coordinate o subordinate fra loro. Es.: Egli vada, ella rimanga!.
- Parodia: testo o sezione di testo in cui l'autore deforma in senso caricaturale un'opera altrui con intento polemico o per divertimento.
- Pleonasmo: Espressione che non aggiunge niente, qualitativamente, nella frase in cui è inserita. Es.:A me mi piace la marmellata; Che ce ne importa a noi? Dici sempre la stessa tiritera (Tozzi).
- Poliptoto o Polittoto o Derivatio: Consiste nel ricorrere di un vocabolo con funzioni sintattiche diverse. Forma spesso espressioni idiomatiche. Es.: Starsene con le mani inmano; E li 'nfiammati infiammar sì Augusto / che' lieti onor tornaro in tristi lutti (Dante, Divina Commedia, Inf.XIII,68-69); Vestitu nimio indulges; nimium ineptus es". /Nimium ipse est durus (Terenzio, Adelphoe, vv. 63-64).
- Polisemia: compresenza di diversi significati, propria di testi semanticamente pregnanti, cioè che possono essere letti e interpretati a vari livelli di senso.
- Polisindeto: È una sequenza marcata di congiunzioni fra due o più parole. Es.: Avea in ogni sua parte un laccio teso / o parli o rida o canti o passo muova (Ariosto, L'Orlando furioso, VII, 16).
- Priamel: schema retorico, consistente in un catalogo o rassegna di oggetti/concetti/valori, ai quali è contrapposto un termine di paragone, del quale si rivendica la superiorità. Es.: Alcuni un esercito di cavalieri, altri di fanti e altri ancora di navi dicono essere la cosa più bella sulla terra bruna, io ciò di cui si è innamorati (Saffo, 16 V. (= 16 L.-P.), 1-4).
- Prosopopea o Personificazione: quando si attribuiscono qualità o azioni umane ad animali, oggetti, o concetti astratti. Es.: Vaghe stelle dell'Orsa, io non credea / tornare ancora per uso a contemplarvi (Leopardi, Le ricordanze, 1-2).
- Prostesi o Protesi: Consonante, vocale o sillaba, aggiunta davanti a una parola per motivi eufonici. Oggi di raro uso. Es.: in iscuola; in Ispagna; addimandare.
- Raddoppiamento o Reduplicazione: Consiste nella ripetizione di un'intera parola nell'ambito di una frase al fine di sostituirsi al superlativo, nel caso di aggettivi e per intensificarne il significato, nel caso di verbi. Es.: piano piano al posto di pianissimo e corri corri per aumentarne l'efficacia. Vedi anche Anafora.
- Reiterazione: Consiste nel ripetere lo stesso concetto con altre parole. Introdotta di frequente con espressioni tipo cioè, - In altre parole, - ovvero.
- Sarcasmo: Il sarcasmo è una figura retorica usata per mostrare la presa in giro, la canzonatura o la burla di una persona o di un'idea. Es. Quanto a cotesti greci, che se ne vanno spesso intabarrati e con la testa coperta, vengono avanti infagottati, coi loro libri e le loro sportine, si fermano, stanno a confabulare tra loro, pezzi di schiavi e fuggitivi! Ti stanno sempre fra i piedi e ti intralciano, avanzano sputando sentenze, li vedi sempre all'osteria a bere (Plauto, Curculio, vv. 288-292).
- Sillessi o Costruzione ad sensum o Concordanza a senso: Figura sintattica in cui vi è un accordo di tipo logico, ma non grammaticale fra due termini di una frase, in pratica una forma di paronomasia. Es.: E cielo e terra si mostrò qual era (Pascoli, Il lampo).
- Similitudine: è una figura retorica con la quale si chiarisce un concetto paragonandolo a qualcuno o a qualcosa di ben noto. È simile al paragone, ma i termini del confronto non sono intercambiabili. Avviene tramite connettivo quali come, così ... come, tanto ... quanto, tale, simile a, quanto. Es.: Qual è colui che sognando vede, che dopo 'l sogno la passione impressa rimane, e l'altro a la mente non riede, cotal son'io (Dante, Divina Commedia, Par.XXXIII,58-61).
- Sinalefe: Si ha quando la sillaba finale di una parola si fonde, nel computo, con l'iniziale della parola che segue. Es.: Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono (F.Petrarca, Canzoniere, I). Se le sillabe, nel computo, non si fondono si ha la Dialefe.
- Sincope: Indica la soppressione di uno o più fonemi all'interno di una parola. Es.: staccio per setaccio; spirto per spirito; Gianni per Giovanni. Figure simili sono l'Apocope e l'Aferesi.
- Sineddoche: Consiste nell'uso in senso figurato di una parola al posto di un'altra, si distingue dalla metonimia in quanto si basa su relazioni quantitative secondo le seguenti regole:
- la parte per il tutto (tetto per casa);
- il tutto per la parte (America per USA);
- il genere per la specie (i mortali per gli uomini);
- la specie per il genere (il piatto a tavola non ci manca - il piatto a tavola per il cibo);
- il singolare per il plurale (onde non tacque / le tue limpide nubi e le tue fronde / l’inclito verso di colui che l’acque (U. Foscolo, A Zacinto, 6-8); verso per versi)
- il plurale per il singolare (O sacrosante Vergini, se fami, / freddi o vigilie mai per voi soffersi, / cagion mi sprona ch’io mercé vi chiami. (Dante, Divina Commedia, Purg.XXIX,37-39); fami, freddi per fame, freddo).
- Sineresi: Consiste nel riconoscimento di due vocali vicine all’interno di una parola, che non formino dittongo e quindi costituiscano due sillabe, come una sillaba sola. Es.: Ed er-ra l’ar-mo-nia per ques-ta val-le. (Leopardi, Il passero solitario)
- Sinestesia: Consiste nel trasferire un tipo di sensazione a un altro appartenente ad altro dominio sensoriale. Es.: Ma per le vie del borgo / dal ribollir de’ tini / va l’ aspro odorde i vini / l’anime a rallegrar. (G. Carducci, San Martino, 5-8), dove la sensazione gustativa (aspro) si fonde con quella olfattiva (odor); oppure è ravvisabile in espressioni comevoce calda e colori freddi
- Sinonimia: l'utilizzo di due o più parole di significato uguale (sinonimi) nello stesso testo o passo.
- Sistole: Spostamento dell'accento tonico verso l'inizio della parola a fini metrici o di rima. Contrario Diastole. Es. la notte ch'io passai con tanta pièta (invece di pietà) (Dante, Inferno, I, v. 21).
- Tautologia: Proposizione logica in cui il predicato ha lo stesso significato del soggetto oppure definizione di una cosa o concetto tramite sé stesso. Es.: I quadrupedi hanno quattro zampe; Un cane è un cane.
- Traslato: Si ha ogni volta che una parola viene usata con senso diverso da quello normalmente attribuito alla parola stessa. Varie figure retoriche rientrano in questa definizione allargata, fra le quali la Sineddoche, la Metonimia, la Catacresi, la Metafora.
- Variatio: Procedimento che consiste nel modificare a livello fonetico, grammaticale, sintattico-morfologico o semantico i meccanismi della ripetizione, soprattutto quando non sono retoricamente motivati. Sue forme sono il Polittoto, la Paronomasia e la Sinonimia.
- Zeugma: collegamento di un verbo a due o più elementi della frase che invece richiederebbero ognuno rispettivamente un verbo specifico. Es.: Fuori sgorgando lagrime e sospiri(Dante, Purgatorio XXXI, v.20); Ma se a conoscer la prima radice / del nostro amor tu hai cotanto affetto, / farò come colui che piange e dice (Dante, Inferno, V,124-126).
Fonte: http://salesianibra.it/wp-content/uploads/2016/05/FIGURE-RETORICHE.doc
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Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano!" Isaac Newton. Essendo impossibile tenere a mente l'enorme quantità di informazioni, l'importante è sapere dove ritrovare l'informazione quando questa serve. U. Eco
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