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Le strutture coordinate
1. Introduzione
La coordinazione è il modo attraverso il quale due o più elementi sono accostati tra loro per formare un’unità più grande dello stesso tipo; costituisce quindi una relazione tra componenti funzionalmente e concettualmente paralleli. Si veda nell’es. seguente la coordinazione tra due SV venne… e puose…; tra tre SN loggie, trabacche e padiglioni;tra due SP di popolo e di cavalieri:
(1) In questo tempo (…) il decto Arrigo venne ad hoste sopra [attaccò] la città di Firençe, e puose suo campo, actendato di loggie, trabacche [tende da guerra] e padiglioni, nel piano del Cafaggio del Vescovado di Firençe, fuori delle mura di San Lorenço, con exercito grande di popolo e di cavalieri. (Cronica fiorentina, p. 82, rr. 8-12)
Gli elementi legati attraverso la coordinazione sono sullo stesso livello e non in rapporto gerarchico, a differenza di quanto avviene nel rapporto di subordinazione (v. cap. VINCENT).
Dal punto di vista semantico le principali relazioni di coordinazione sono tre:
i) la combinazione, che dà luogo a costruzioni congiuntive (‘e’, v. par. 2);
ii) il contrasto, che dà luogo a costruzioni avversative (‘ma’, v. par. 3);
iii) l’alternativa, che dà luogo alla costruzione disgiuntiva (‘o’, v. par. 4).
Gli elementi coordinati sono legati da un operatore di coordinazione (o congiunzione coordinativa). Come in it. mod., anche in it. ant. gli operatori non marcati sono e per le congiunzioni, ma per le coordinazioni avversative, o per le disgiunzioni. Queste congiunzioni sono tutte di tipo macrofunzionale, cioè realizzano una relazione semantica generale e possono esprimere più sottotipi semantici, come si vedrà in seguito.
Gli elementi coordinati possono essere due o più di due: nel primo caso si ha coordinazione binaria, nel secondo caso coordinazione multipla. Alcuni operatori, e in particolare quelli di contrasto come ma, possono essere utilizzati solo per la coordinazione binaria.
Nella coordinazione multipla gli operatori di coordinazione possono precedere solo l’ultimo elemento (cfr. es. (1), sopra: loggie, trabacche e padiglioni), o precedere ogni elemento coordinato tranne il primo (es. (2): prudenzia né giustizia né l’altre virtudi), oppure possono anche precedere tutti gli elementi, caso in cui parliamo di strutture correlative (es. (3): o… o… o…); queste compaiono anche in coordinazioni binarie (es. (4): e… e…; es. (5): né… né…). Quando c’è più di una congiunzione, si parla di polisindeto:
(2) Et là dove dice dell’umano officio [dovere] intendo che non sapeano vivere a buoni costumi e non conosceano prudenzia né giustizia né l’altre virtudi. (Brunetto Latini, Rettorica, p. 20, rr. 4-6)
(3) Et questo [‘l’espressione della richiesta’] puote essere o pregando o domandando o comandando o minacciando o confortando o consigliando; e in ciascuno di questi modi puote quelli a cui vae la lettera o la canzone o negare o difendersi per alcuna scusa. (Brunetto Latini, Rettorica, p. 148, rr. 3-6)
(4) Ancora il decto Papa fece il secondo concilio in Francia alla città del Torso [Tours], nel quale indusse e provocò quasi tucto l’Occidente, e spetialmente la gente di Francia, al passaggio d’oltremare: e raunati [radunati] furono con Arrigo imperadore, e tennero e per terra e per mare per lo strecto braccio di San Giorgio… (Cronica fiorentina, p. 90, rr. 22-27)
(5) Io non ti risponderò di questo fatto né ora né giamai. (Brunetto Latini, Rettorica, p. 119, rr. 12-13)
Inizio CM
La correlazione sia… sia…, sia… che…, che in it. mod. è congiuntiva, non compare in it. ant. C’è invece la sequenza sia… o sia… convalore disgiuntivo: per es.sia per forza o sia per inganno (v. es. (123), avanti).
Due connettori disgiuntivi latini, sive e vel, hanno un uso marginale. Sive ‘o’ è documentato in:
(6) Vento no ’l pote movere [agitare]; ed è tutto come il buturo tenace [burro viscoso], e per ciò l’appellano [chiamano] molti il mare Salmarre [Salmastro], sive lo lago di Alfat. (Tesoro volgarizzato (ed. Battelli), libro 3, cap. 2, p. 10, r. 11-p. 11, r. 1)
Vel ‘o, oppure’ compare in un solo testo, la Sommetta ad amaestramento di componere volgarmente lettere, dove ha un uso testuale fossilizzato volto a strutturare e introdurre l’alternanza di formule all’interno di un elenco, di cui diamo qui una parte:
(7) Come dee [deve] scrivere lo padre al figliuolo. E dé sì lo padre ponere sé innanzi in questo modo: ‘Mazzeo genitore a l’amato suo figliuolo P. salute e in tutte buone cose la paterna benedictione’, vel ‘salutem e di bene in meglio procedere e beatamente acrescere’, vel ‘salutem e la benedictione perfecta, la quale diede Ysaàc a Iacòb [Isacco a Giacobbe] suo figliuolo di crescere e multiplicare’, vel ‘salutem e in buone virtude habondare sempre’, vel ‘salutem con adornamenti di graziosi costumi, siché possi a Dio e a li huomini piacere’, vel ‘salutem e perfectione di compiuta scienzia per venire [riuscire] in tutte le buone cose e habundare’. (Sommetta, p. 203, rr. 24-33 [fior.>tosc. occ.])
Fine CM
In it. ant. si osserva un uso diffuso di congiunzioni coordinanti anche a livello testuale, soprattutto in alcuni testi, superiore a quanto avviene in genere nell’it. mod. Nell’es. seguente il filo della narrazione viene mantenuto attraverso una vera e propria catena di segnali discorsivi costituita principalmente di e e di ma (cfr. cap. 37, 2.3.1):
(8) Allora i Fiorentini uscirono fuori armata mano e combacterono con lui e con la sua gente; e infine elli fue vinto e sconficto, e molti de’ suoi vi rimasono morti [uccisi], fediti [feriti] e presi. Ma elli campò fuggiendo innaverato [ferito]. E de’ Fiorentini pochi morirono, ma gran quantità ne furono fediti: ma tucti sanavano [guarivano] per la virtù d’un bagno ch’era nel decto Cafaggio e presso alle mura; la quale acqua usciva per condocto del monte di Fiesole. E questo bagnio fu trovato e facto al tempo de’ Romani… (Cronica fiorentina, p. 82, r. 13-p. 83 r. 8)
L’it. ant. possiede una struttura coordinata non più presente in it. mod. formata da una subordinata, esplicita o implicita, seguita dalla proposizione sovraordinata introdotta da e, o anche, ma solo dopo una proposizione concessiva, da ma (per l’introduttore sì, che dà origine a un tipo diverso, v. qui avanti c.m.). Questo costrutto dell’it. ant. è chiamato paraipotassi in quanto formato da una sequenza subordinata-coordinata (cfr. anche cap. VINCENT):
(9) E quando ei [ebbi] pensato alquanto di lei, ed io ritornai pensando a la mia debilitata vita… (Dante, Vita nuova, cap. 23, par. 3)
La paraipotassi è presente sia in testi divulgativi che in testi colti, fatto che indica il suo valore pragmatico sul piano testuale: la paraipotassi serve a movimentare la narrazione ponendo due azioni sullo stesso piano e sottolineandone il rapporto correlativo.
Le relazioni semantiche coinvolte possono essere sia di combinazione che di contrasto, in quanto il secondo membro di una struttura coordinata paraipotattica può essere introdotto da e (combinazione) oppure da ma (contrasto controaspettativo – v. avanti par. 3).
Dal punto di vista sintattico si tratta di una costruzione coordinata non parallela, in quanto solo una delle proposizioni ha una forma verbale che può essere utilizzata in una frase indipendente.
Fonte: http://gps.web.elte.hu/konyv/5coordinate.doc
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