I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
TESTO NARRATIVO
Lo scopo del Testo narrativo è raccontare una storia, un fatto, un evento, es. cronache, racconti, novelle, fiabe, romanzi ecc.
Il testo narrativo è il racconto di fatti o avvenimenti che si collocano nello spazio e nel tempo, uniti a formare una storia in cui compaiono alcuni personaggi che svolgono azioni e ruoli diversi.
Nell’analisi di un testo narrativo bisogna tener presente:
Il testo narrativo è strutturalmente ordinato secondo il seguente schema logico:
La varietà dei testi narrativi:
Il testo narrativo letterario si articola in un gran numero di forme, definite storicamente come generi e sottogeneri della narrativa.
In particolare, si dividono in:
- testi narrativi in versi (poema, poemetto, novella in versi)
- testi narrativi in prosa (fiaba, favola, leggenda, racconto, romanzo).
L’ANALISI:
Per capire come funziona un testo narrativo occorre:
- individuare le sequenze;
- distinguere la storia dell’intreccio;
- analizzare i personaggi e le azioni;
- analizzare il tempo e lo spazio;
- analizzare lo stile narrativo dell’autore.
LA SEQUENZA: ogni testo narrativo può essere suddiviso in sequenze. La sequenza è una parte del testo che presenta una propria “unità di contenuto e di significato”.
Di solito il passaggio da una sequenza ad un’altra sequenza è determinato da:
Secondo il contenuto e le modalità dell’esposizione una sequenza può essere:
Le Sequenze possono essere:
- statiche: descrittive o riflessive (contengono descrizioni di luoghi, persone o riflessioni dell’autore)
- dinamiche: narrative (raccontano gli eventi attraverso cui si svolge l’azione).
Esse possono inoltre venire suddivise in MACROSEQUENZE e MICROSEQUENZE.
Le sequenze scandiscono il ritmo del racconto.
La suddivisione in sequenze di un testo narrativo non è mai rigida, ma flessibile; essa è importante perché permette di scomporre il testo in diverse unità di significato.
L’ORDINE DELLA NARRAZIONE: chi racconta deve seguire un preciso ordine nella sua narrazione. Vi sono diversi tipi di ordine della narrazione:
FABULA = si definisce FABULA la successione dei fatti che segue un ordine logico e cronologico preciso. La Fabula è la sistemazione di un insieme di fatti, narrati secondo il loro ordine logico e cronologico. La semplice successione degli eventi in ordine cronologico si chiama storia o fabula.
INTRECCIO = si definisce INTRECCIO l’ordine con cui il narratore racconta i fatti/la fabula e li dispone nella sua narrazione. L’Intreccio è l'organizzazione dei fatti narrati, così come è stata strutturata dal narratore, indipendentemente dall'ordine logico e cronologico. La ricostruzione fatta dall’autore si chiama intreccio.
TRAMA: I rapporti che i personaggi stabiliscono tra loro, con gli oggetti e con gli ambienti, rappresentano la trama.
ANALESSI o FLASHBACK/“lampo all’indietro” = l’analessi e/o la tecnica del Flashback permette di ricostruire avvenimenti passati, andando indietro nel tempo fino a tornare al momento presente.
PROLESSI/ANTICIPAZIONE = la tecnica della prolessi e/o della anticipazione permette di anticipare avvenimenti futuri.
PERIPEZIA = è il mutamento di una condizione/di una situazione da + a – da – a + che determina un cambiamento dell’azione e del personaggio.
RICONOSCIMENTO = è il riconoscimento da parte del personaggio della peripezia, ovvero del mutamento, del cambiamento +/- o -/+, che determina un cambiamento dell’azione e del personaggio.
I PERSONAGGI:
I personaggi sono l’elemento più importante della storia.
I rapporti che i personaggi stabiliscono tra loro, con gli oggetti e con gli ambienti, rappresentano la TRAMA
In ogni testo narrativo, i personaggi sono divisi secondo l’importanza, il ruolo e la funzione.
Possiamo distinguere tra:
- personaggi principali, che sono al centro della vicenda e che il narratore descrive in modo completo;
- personaggi secondari, che affiancano i primi nelle loro azioni e contribuiscono a modificare lo svolgimento della vicenda;
- comparse, che non hanno alcuna influenza sugli avvenimenti.
In base al ruolo e alla funzione che i personaggi svolgono, possiamo distinguere:
- il protagonista, cioè il personaggio intorno a cui ruota la storia e l’autore descrive nell’aspetto, nel carattere, nelle abitudini, nei pensieri…;
- l’antagonista, cioè il “cattivo” di turno, che ostacola il protagonista.
Gli altri personaggi sono spesso schierati dalla parte del protagonista o dell’antagonista; pertanto essi assumono il ruolo di :
- aiutanti, quando intervengono a favore del protagonista;
- oppositori, quando contrastano l’azione del protagonista.
A volte compaiono sulla scena anche dei falsi aiutanti.
I personaggi si possono considerare come i portavoce dell’autore, in quanto esprimono il suo pensiero e hanno il compito di trasmettere il suo messaggio.
I personaggi vanno suddivisi in base al RUOLO e alla FUNZIONE.
In base al RUOLO i personaggi si dividono in:
In base alla FUNZIONE i personaggi si dividono in:
Caratterizzazione del personaggio:
Ogni personaggio ha un carattere, un modo di essere:
LE AZIONI:
Ciascun personaggio si caratterizza per com’è e per ciò che fa.
Nella funzione narrativa si possono ricostruire svariate esperienze dell’uomo, che rappresentano azioni e situazioni.
La maggior parte dei testi narrativi ha una struttura che si articola intorno ai seguenti punti:
- situazione iniziale;
- rottura dell’equilibrio iniziale;
- sviluppo della vicenda;
- situazione finale.
La narrazione copre uno spazio d’azione che va da una situazione iniziale a una situazione finale,
descrivendo un processo di trasformazione. In queste modifiche c’è tutta la consistenza di un racconto.
IL TEMPO:
Le vicende di una storia si sviluppano in una certa successione, coprendo un tempo determinato.
Per quanto riguarda l’epoca in cui si situa la vicenda, non ci sono problemi. Il periodo storico del racconto può essere indicato esplicitamente, oppure espresso in modo indefinito.
Più attenzione richiede l’analisi del tempo interno della narrazione. Bisogna stabilire:
- la durata della storia;
- il tempo verbale della narrazione; nella maggior parte, le storie vengono narrate al passato; altre volte, le storie vengono narrate al presente; più raramente, lo scrittore sceglie di raccontare tutta la storia al futuro;
- la velocità della narrazione, non dipende solo dalle tecniche usate (narrazione, descrizione, flash-back, anticipazione…) ma soprattutto dalle scelte dell’autore.
- TEMPO DELLA STORIA: TS indica l’epoca storica o il reale periodo di tempo in cui si svolgono i fatti
- TEMPO DEL RACCONTO: TR indica l’ordine con cui l’autore narra gli eventi, il mutare del tempo del racconto determina il ritmo della narrazione
Il RITMO DELLA NARRAZIONE: non è mai costante, ma varia, secondo accelerazioni e rallentamenti
- TR = TS = il tempo del racconto coincide col tempo della storia, ciò avviene nella SCENA, nei Dialoghi
- TR < TS = il tempo del racconto è inferiore al tempo della storia, SOMMARIO, si ha nei sommari, nelle narrazioni riassuntive in cui si accelera il ritmo del racconto
- TR > TS = il tempo del racconto è superiore al tempo della storia, PAUSA, si ha quando a tempi molto brevi viene dedicato uno spazio narrativo ampio, ad es. nell’analisi dello stato d’animo o nella descrizione di un luogo, nelle digressioni, le pause rallentano il ritmo narrativo
- TR = 0 = il tempo del racconto è uguale a zero, si ha nella ELLISSI, è la soppressione di un evento che si è svolto nella realtà, ma che nel racconto viene taciuto dall’autore
LO SPAZIO:
Ogni storia ha una collocazione nello spazio, cioè in luoghi e ambienti definiti, entro i quali agiscono i personaggi. L’ambiente della narrazione può essere vario:
all’aperto o al chiuso, in uno spazio ristretto o ampio, in un luogo reale oppure fantastico.
I luoghi e gli ambienti assumono un ruolo essenziale per lo svolgimento della vicenda.
Lo spazio serve all’autore per sottolineare alcuni tratti psicologici e comportamentali dei personaggi e a far emergere la loro personalità .
Lo spazio può essere:
LO STILE NARRATIVO:
L’autore può manipolare l’intreccio, scegliendo un determinato ritmo narrativo e utilizzando specifiche tecniche linguistiche.
Tutti insieme questi elementi caratterizzano il suo stile narrativo.
Dell’intreccio e del ritmo sì è già parlato; qui verranno puntualizzate le tecniche linguistiche
La trama può essere narrata:
- in prima persona
- in terza persona.
L’autore inoltre può fare uso:
- del discorso diretto, quando ci sono monologhi
- del discorso indiretto, riferendo le parole dei personaggi
Un altro fattore determinante dello stile narrativo è dato dalle scelte linguistiche: lingua corrente, oppure una lingua sostenuta.
TEMPI VERBALI: i tempi più usati nel testo narrativo sono il PASSATO REMOTO e l’IMPERFETTO.
Passato remoto = viene utilizzato nella narrazione diretta delle azioni
Imperfetto = viene utilizzato nelle parti descrittive di fatti, ambienti, personaggi ecc
STRUTTURA DEL PERIODO: riguarda l’organizzazione sintattica del periodo
I MODI DI PARLARE DEI PERSONAGGI:
- discorso diretto: il narratore riproduce fedelmente i discorsi del personaggio e il lettore avverte la scena dialogato come se fosse reale, in questo caso le parole pronunciate dal personaggio sono introdotte dai due punti e racchiuse tra virgolette ( es. Carla disse: “……..”.)
- discorso indiretto: l’autore riassume le parole del personaggio introducendo dei connettivi (come il CHE) e modificando i tempi verbali (es. Carla disse che si sentiva stanca, che non voleva uscire …)
- discorso indiretto libero: l’autore sopprime il che, elimina i verbi dichiarativi e sembra fare propri la voce e il pensiero del personaggio (es. Carla si sentiva triste e delusa, Supplicò il padre di lasciarla in pace ecc)
- monologo interiore: nel quale vengono riportati i pensieri del personaggio senza che siano espressi attraverso la forma del discorso diretto (es. in Doostoevskij)
- flusso di coscienza: si ha quando avviene l’accostamento di pensieri, emozioni, sensazioni ecc senza alcun segno di interpunzione, senza alcun collegamento logico, si tratta di un libero fluire di associazioni mentali
Orientando la nostra indagine sul testo scritto, individuiamo subito una prima fondamentale suddivisione: esso, infatti, può essere letterario oppure non letterario, cioè pragmatico o d’uso.
Il testo letterario è scritto con l’intento di costituire un’opera d’arte. Una volta stabilito ciò che intende comunicare, l’autore studia attentamente l’uso della lingua e dei suoi mezzi espressivi per conseguire l’orma più efficace e più ricca di significato, stimolando la sensibilità emotiva e la capacità interpretativa del lettore.
Il testo letterario scaturisce dall’interiorità dell’autore, è una "finzione" che nasce dalla sua fantasia, anche quando riguarda fatti reali, e dalla sua sensibilità, costituendo un’interpretazione particolare e soggettiva dell’animo umano e del mondo.
Per comprendere pienamente un testo letterario non è sufficiente conoscere il codice linguistico in cui è scritto (livello denotativo), poiché termini e immagini si caricano di significati che vanno ben oltre il piano letterale rendendo più ricco e complesso significato del testo (livello connotativo).
Il testo non letterario è detto anche pragmatico o d’uso perché è scritto per uno scopo pratico e del tutto privo d’intendimenti artistici. Si avvale di un linguaggio ordinario, preciso, spesso essenziale e univoco nel significato. L’attenzione di chi le fruisce è completamente attirata dal contenuto, evidente del testo, che non necessita d’ulteriori e sottili interpretazioni. Il mondo in oggetto è quello reale, cose e avvenimenti sono concreti. Per comprendere il testo non letterario è sufficiente la conoscenza del codice linguistico in cui è scritto (livello denotativo)
I testi non letterari possono essere usati:
Il testo letterario e i generi
Adottando una suddivisione un po’ approssimativa ma molto pratica, possiamo distinguere tre fondamentali tipi di testo letterario: quello di narrativa (in prosa), quello di poesia (in versi), quello teatrale (destinato ad essere recitato in teatro).
Ciascuno di essi comprende vari generi, cioè raggruppamenti d’opere omogenee caratterizzate da un preciso rapporto tra argomento trattato e forma espressiva. Ad esempio, il poema epico è tale perché tratta di guerra, d’eroi e delle loro eccezionali imprese ed è scritto in versi, in un linguaggio alto e solenne, denso di formule espressive ricorrenti.
L’idea della classificazione dei generi letterari risale al filosofo greco Aristotele (IV secolo a.C.), che tuttavia distingueva solamente il genere narrativo e quello drammatico.
Con l’andare del tempo la classificazione ha subito numerose trasformazioni, dando luogo sia a suddivisioni alquanto minuziose, sia a contaminazioni tra i generi tali da renderne difficile la definizione.
E' molto importante che il lettore sappia identificare i vari generi letterari per poter riconoscere gli elementi costitutivi di un testo, onde classificarlo e valutarlo criticamente in modo adeguato.
I testi di narrativa comprendono:
Quelli di poesia comprendono i generi:
Infine quelli teatrali comprendono:
Tra i testi di narrativa, il genere della novella o racconto e quello del romanzo si suddividono a loro volta in numerosi sottogeneri, secondo la tematica (ad es., romanzo d’avventura, d’amore, storico, cavalleresco, poliziesco, nero, rosa, ecc.), degli intenti dell’autore (ad es., romanzo umoristico, realistico, psicologico, ecc.) o del valore artistico (ad es., romanzo classico, d’appendice, di consumo, ecc.).
Soprattutto in questo secolo, e in particolare negli ultimi decenni, si è verificata una vera e propria proliferazione di sottogeneri e, all’interno dei sottogeneri, di un gran numero di sottospecie (ad es., il romanzo giallo può essere d’azione, psicologico, sociale, politico, di spionaggio, ecc.).
Lo schema di pagina seguente riassume tutto il nostro discorso sul testo.
Fonte: http://www.itcgap.com/didattica_e_dispense/prof_diamanti/Italiano/06.%20TESTO%20NARRATIVO%20(Sintesi).doc
Sito web da visitare: http://www.itcgap.com/didattica_e_dispense/
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
Il testo è di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente i loro testi per finalità illustrative e didattiche. Se siete gli autori del testo e siete interessati a richiedere la rimozione del testo o l'inserimento di altre informazioni inviateci un e-mail dopo le opportune verifiche soddisferemo la vostra richiesta nel più breve tempo possibile.
I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano!" Isaac Newton. Essendo impossibile tenere a mente l'enorme quantità di informazioni, l'importante è sapere dove ritrovare l'informazione quando questa serve. U. Eco
www.riassuntini.com dove ritrovare l'informazione quando questa serve