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L’ARGOMENTAZIONE E IL SAGGIO BREVE CONSIDERAZIONI PRELIMINARI.
Argomentare vuol dire presentare una propria opinione – una propria tesi – intorno ad un determinato tema o problema, spiegarla e difenderla attraverso opportuni argomenti, allo scopo di persuadere chi legge della validità di quanto si dice. I testi argomentativi più diffusi sono gli articoli di fondo (o editoriali), in cui i giornalisti espongono le opinioni su un determinato evento, le arringhe degli avvocati, i discorsi degli uomini politici, le prediche e i sermoni dei sacerdoti e i saggi che trattano problemi filosofici, sociali, storici, scientifici, morali etc.
La struttura di base di un testo argomentativo potrebbe essere schematizzata in questo modo: 7 passi.
Tema/Introduzione----Tesi----Argomenti a favore della tesi----Antitesi---Argomenti a favore dell’antitesi----- Confutazione degli argomenti a favore dell’antitesi-----Conclusione.
Questa struttura può omettere delle variazioni, con la soppressione di uno degli elementi che la compongono:
In particolare i tipi di argomento che possono essere utilizzati con successo per convincere son fondamentalmente quattro:
IL SAGGIO BREVE.
Il saggio breve è un testo scritto che consiste nella trattazione di una tematica riguardo alla quale si sia in possesso di una certa documentazione e di cui si sia elaborata una personale interpretazione.
Già da questa sintetica definizione dovrebbe risultare chiaro il capovolgimento di prospettiva che la riforma dell’esame di stato impone ai nuovi candidati. Non si incomincia a scrivere subito, appena letta la traccia, come si faceva e si fa per il tema tradizionale, ma si inizia a scrivere soltanto dopo che si è raccolta la necessaria documentazione.
Per definizione il s.b. non può che essere breve. Nella "consegna" fornita allo studente all’inizio della prova viene di norma precisata una lunghezza standard: max 4-5 colonne di mezza pagina protocollo (si potrebbe anche dire 8.000-10.000 battute di un normale programma di videoscrittura).
La brevità e la sinteticità sono doti supreme per la stesura di un buon elaborato. Non vince chi scrive tanto, ma chi riesce a dire molto in uno spazio breve. Valori e criteri di giudizio sono per molti aspetti capovolti; chi riesce a inserire il maggior numero di informazioni nel più breve spazio possibile è giudicato con maggiore attenzione rispetto a chi si perde in digressioni, in esercizi virtuosi fini a se stessi, seppur ben confezionati. Dunque è auspicabile che il collegamento fra le proprie argomentazioni, fra il proprio personale modo di esporre le cose sia sorretto innanzitutto da cifre, dati statistici, definizioni esili ma chiare di un’idea-guida che costituirà la parte centrale della prova (il riassunto del saggio va a confluire nel tessuto della propria trattazione).
La stesura dovrà essere prevalentemente di tipo argomentativo: si tratterà cioè di descrivere, indicare, esporre e spiegare le ragioni degli altri confrontandole con le proprie.
A differenza di un tema, il s.b. non richiede per forza un’ introduzione. Si potrà entrare subito in medias res, perché si dà per scontato che il lettore medio, cui s’indirizza il nostro testo, conosca l’argomento (non così viene richiesto per l’articolo di giornale):
Si consiglia l’uso del presente storico, cioè della forma verbale assertiva per eccellenza.= (Si tratta di un presente grammaticale, ma riferito a eventi del passato. Si suppone che conferisca immediatezza ed efficacia alla narrazione. Es: In quel tempo Mazzini è a Londra per per diffondere l’idea della Giovane Europa) Meglio se il presente storico è confortato da una terza persona impersonale,(Es. si parla spesso…) sostituita, se proprio si deve, dal pronome Io soltanto nella parte conclusiva del lavoro, laddove sarà bene mettersi in campo direttamente, con una valutazione personale piuttosto energica.
Il saggio breve non è un esercizio retorico, né un comizio, né una prova di virtuosismo stilistico-letterario: i puntini di sospensione, le esclamazioni, le troppe domande retoriche non avranno molti diritti di cittadinanza nel s.b.; alla fine si conteranno, verrebbe da dire "si peseranno" altri coefficienti nella valutazione: la stringatezza, l’efficacia riassuntiva, la capacità di citare senza dilungarsi e senza offrire il destro all’accusa di plagio (la cosiddetta ars citandi non gode di molta fortuna nelle aule scolastiche, sebbene richiederebbe un laboratorio a sé). Citare due-tre righe dal documento offerto va bene, riportare l’intero brano è pura follia. E così ancora: vi sono autori che per puro senso di buon gusto non si citano (per es. un presentatore di varietà televisivo non è autorevole quanto un uomo politico, nell’economia del s.b); una citazione vaga e indistinta è come non esistesse, anzi diventa controproducente …
Il tipo di scrittura non sarà semplicemente quello giornalistico, divulgativo, anche se la chiarezza espositiva è elemento di primaria importanza. Per una scrittura più brillante e colorita – chi la possiede non abbia timori – meglio però scegliere la forma dell’articolo di giornale. Il s.b. esige un minimo di serietà professionale, ma non esclude, ove necessario, il ricorso agli strumenti della polemica, ai toni accesi del dibattito culturale, se l’argomento lo richiede e soprattutto se si hanno argomenti adeguatamente documentati da mettere sul piatto della bilancia.
Il tono e il registro dovranno essere quelli di un buon manuale o, appunto, di un saggio d’autore. Per questo è fondamentale l’esercizio propedeutico della lettura di s.b. scritti da saggisti di professione e serve poco l’appiattimento al livello del settimanale divulgativo come accade nella maggior parte delle esercitazioni che spesso si leggono nei manuali scolastici sotto forma di esercizi. Uno dei problemi più seri della scuola odierna consiste nella perdita del senso critico, nell’appiattimento dei livelli interpretativi, sicché possono considerarsi alla stessa stregua un pur bravo inviato speciale e uno storico serio.
Non si improvvisa mai, tanto meno un s.b. Se prima di arrivare alla prova non si sono letti un po’ di s.b. "d’autore" non si farà dunque molta strada. Tra l’altro, non sarà male ricordare che i s.b. sono una prerogativa della tradizione culturale novecentesca del nostro paese, una delle non tante cose di cui le nostre "patrie lettere" possono a buon diritto vantarsi: si pensi alle Prose polemiche di Luigi Russo, giù giù fino agli Scritti corsari di Pier P. Pasolini, esiste una nobile tradizione lì pronta a offrire materiali di lavoro.
Come in ogni forma espressiva, nulla s’inventa, ma tutto s’impara osservando. Si individui un saggista che corrisponda ai nostri gusti personali e lo si segua in tutta la sua produzione "breve"; naturalmente non ci si dovrà ispirare osservandolo quando è alle prese con un "saggio specialistico" – che è altra cosa rispetto al "saggio breve" . Il s.b. è un genere a sé: non tutti gli studiosi lo praticano con la stessa maestria.
Istruzioni generali:
Il saggio breve è un testo argomentativo che è definito in questo modo quando la sua funzione prevalente è quella di argomentare, cioè di presentare una questione sostenendo un’opinione, cioè una tesi, e accompagnandola con argomentazioni (ragionamenti, ipotesi, prove) collegate tra loro, che consentano di dimostrarne la validità.
Lo scopo principale del testo argomentativo è dunque quello di persuadere il destinatario ad accettare la propria tesi e influire sul suo comportamento.
Elemento determinante in questo caso nella comunicazione è dunque il destinatario (l’nterlocutore o il pubblico cui si rivolge l’autore), delle cui caratteristiche (psicologiche, sociali culturali..) l’autore deve tener conto.
Parte significativa di un testo argomentativo è rappresentata, dalle argomentazioni, cioè dalle prove che l’autore utilizza per dimostrare la propria tesi. Quali possono essere tali argomentazioni? Esse sono fondamentalmente riconducibili ad alcune fondamentali metodologie alle quali corrispondono varie tecniche: vediamo quali.
Metodologie e tecniche dell’argomentazione (quattro tipi).
1-Ragionamento deduttivo: parte da principi generali, da premesse presumibilmente condivise o da assiomi definiti, e attraverso una serie di deduzioni, giunge a conclusioni indiscutibili.
2- Ragionamento induttivo: parte da osservazioni di casi particolari e cerca di ricavarne leggi valide in generale. La validità di questo tipo di ragionamento è condizionata dalla quantità e qualità di casi osservati.
3- Ragionamento abdutivo: si basa sull’osservazione di casi, come il metodo induttivo, ma in mancanza di un gran numero di esempi, si affida a pochi indizi.
4-Ragionamento analogico: si basa sul confronto tra una situazione nota e una situazione ignota, che si suppone simile alla prima.
Come scrivere un testo argomentativo?
QUALI SONO LE CARATTERISTICHE DEI PARAGRAFI IN CUI SI SVILUPPA L’ARGOMENTAZIONE?
Consigli per la stesura dei paragrafi:
Come ottenere la coesione tra i paragrafi:
Presta particolare attenzione ai connettivi, cioè a quegli elementi (congiunzioni, avverbi, preposizioni) che collegano parole o parti del discorso all’interno di una frase o tra una frase e l’altra.
Rapporto |
Connettivi |
Cronologico |
Prima, prima di, precedentemente, dopo, successivamente, nel frattempo, intanto, quando, mentre. |
Spaziale |
Davanti, dietro, sopra, sotto, dove. |
Causa-effetto |
Poiché, perché, perciò, conseguentemente, dato che, dal momento che. |
Somiglianza-opposizione |
Come, analogamente, ma, però, tuttavia, invece, mentre. |
Spiegazione |
Cioè, infatti, ossia. |
Conclusione |
Quindi, pertanto, perciò, allora. |
CONSIGLI PER LA STESURA DELL’INTRODUZIONE:
L’introduzione di un testo ha in genere la funzione di presentare in modo globale l’argomento, anticipandone il contenuto e delimitandone al contempo i fini. Ha la funzione di predisporre il lettore alla lettura, è perciò opportuno che sia coinvolgente e chiaramente formulata.
Non è per forza obbligatorio dedicarsi alla presentazione come prima operazione della stesura del saggio; spesso è meglio dedicarsi a questa fase dopo che si è steso il corpo centrale del testo, soprattutto se si ha difficoltà a incominciare.
Niente vieta tuttavia che si cominci proprio dall’introduzione, se si ha qualche idea brillante al riguardo. In ogni caso si consiglia di non scrivere introduzioni troppo ampie, anzi di essere il più possibile stringati.
Ecco alcuni tipi di introduzione e i corrispondenti consigli di stesura.
Tipologia d’introduzione |
Consigli per la stesura. |
Inquadramento sintetico dell’argomento. |
Evidenzia le idee portanti del testo, riformulando la traccia (se ti era stata fornita) oppure anticipando le parti in cui si articolerà la trattazione (per esempio la tesi e le principali argomentazioni, se si tratta di un testo argomentativo, come un saggio), oppure fa una breve presentazione informativa dell’argomento principale. |
Domande. |
Poni in maniera problematica le principali questioni a cui il testo tenterà di dare risposta. |
Affermazioni. |
Invece che esprimerti in forma interrogativa , fa delle affermazioni che anticipino le principali questioni del testo. |
Citazione. |
Cita un brano letterario o la frase di un personaggio famoso, oppure un proverbio o una massima, che sintetizzi l’argomento principale o dia autorevolezza a quanto segue. |
Fatto. |
Fa riferimento a un fatto storico, a una vicenda personale o cita un aneddoto a cui il successivo svolgimento si colleghi. |
In medias res |
Entra direttamente in argomento evitando l’introduzione. |
CONSIGLI PER LA STESURA DELLA CONCLUSIONE:
La conclusione ha il compito di riassumere il contenuto e gli scopi essenziali del testo congedandosi dal lettore. Come per l’introduzione, anche per la conclusione si consiglia di attendere di aver completato il corpo centrale del testo, prestando attenzione ad essere coerente con quanto esposto precedentemente. Anche la conclusione presenta varie tipologie.
Tipologia di conclusione |
Consigli per la stesura |
Riassunto sintetico dell’argomento. |
Riprendi molto sinteticamente i passaggi principali dello svolgimento. |
Domande. |
Riproponi al lettore la problematicità delle principali questioni affrontate, lasciando, in un certo senso, ancora aperta la discussione. |
Affermazioni. |
Definisci in modo sintetico le conclusioni a cui sei giunto. |
Citazione. |
Cita un brano letterario o la frase di un personaggio famoso per dare autorevolezza a quanto esposto. |
Fatto. |
Fai riferimento a un fatto storico o a un aneddoto o a una vicenda personale che confermano quanto hai detto. |
Nessuna conclusione. |
Non inserire alcuna conclusione, se ritieni che il discorso sia già sufficientemente chiaro. |
Il titolo: Il titolo è un nome o un sintagma o una breve frase (verbale o nominale) che indica in forma estremamente sintetica il contenuto (argomento, soggetto, notizia) di un testo. Il suo scopo è quello di anticipare sinteticamente il contenuto del testo e di attirare l’attenzione del lettore invogliandolo alla lettura integrale del testo.
Il titolo può essere seguito dal sottotitolo , cioè da un titolo secondario che ne spiega e amplia il contenuto.
Come scrivere un titolo:
NB: Nella pratica delle consuetudini scolastiche quando ti viene chiesto di scrivere un saggio breve su un particolare argomento, di solito ti vengono forniti dei documenti. Occorre pertanto leggere con attenzione tutti i documenti, cercare di capire quale tesi o punto di vista si cela dietro le parole dell’autore. Solo dopo aver letto, posso prendere in esame l’idea di abbracciare la tesi fornita da uno degli autori dei documenti forniti. Ma posso anche decidere che nessuna tesi avanzata dai documenti mi convince appieno. Tenendo conto che non sono assolutamente obbligato a utilizzare tutti i documenti che vengono proposti, sceglierò quei passi o quei punti che sono necessari alla mia argomentazione.
Fonte: http://www.istitutosuperioresorgono.gov.it/attachments/article/80/Argomentare%20e%20saggio%20breve.docx
Sito web da visitare: http://www.istitutosuperioresorgono.gov.it
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano!" Isaac Newton. Essendo impossibile tenere a mente l'enorme quantità di informazioni, l'importante è sapere dove ritrovare l'informazione quando questa serve. U. Eco
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