Punteggiatura italiana regole

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Punteggiatura italiana regole

- I segni di punteggiatura

I segni di punteggiatura si adoperano per rendere più chiaro il discorso ed indicare le varie pause durante il suo svolgimento. Dunque, sono importanti. Oggi, però si tende ad usare sempre meno i segni di punteggiatura, fino ad arrivare in casi estremi ad abolirli del tutto, a volte per eccesso di raffinatezza, a volte per ignoranza.

La punteggiatura è comunque un elemento soggettivo, il cui uso dipende dall'intuizione, dalla carica emotiva, dallo stile dell’autore.

I principali segni di punteggiatura sono: la virgola, il punto e virgola, i due punti, il punto (o punto fermo), il punto interrogativo, il punto esclamativo, i puntini sospensivi (o punti sospensivi), le virgolette, le parentesi tonde, la lineetta, il tratto d'unione; poi vi sono altri meno usuali, come le parentesi quadre, le parentesi graffe, l’asterisco, il punto misto.

La virgola (,)

La virgola indica la pausa più breve fra due parole o fra due proposizioni. Il suo utilizzo è soggettivo, anche se esistono alcune regole per il corretto uso:

  • Nell’enumerazione di nomi, aggettivi, verbi, avverbi, ecc. e nelle proposizioni. Esempi: Ieri vidi tuo padre, tua madre e tuo fratello; Tizio, Caio e Sempronio; Venne, vide, vinse; Espose i suoi progetti, criticò i nostri e se ne andò;  Luigi va al lavoro in auto, ma dove lavora, non essendoci posto per parcheggiare è costretto a lasciare l’auto nella piazza e camminare a piedi per dieci minuti.
  • Per separare alcuni incidentali, come apposizioni, incisi, locuzioni attributive e proposizioni incidentali. Esempio: Damasco, capitale della Siria, è città antichissima; Il sole, verso le cinque, splende con minor intensità.
  • Prima e dopo un vocativo. Esempio: ragazzi, siate buoni! Che fai tu, Giovanni, dalle cinque alle sei?

 

La virgola non si pone:

  • fra il soggetto ed il predicato e fra il predicato e l’oggetto;
  • quando la proposizione subordinata svolge la funzione di soggetto o di complemento oggetto;
  • nell’ultimo termine preceduto da una conginzione.

 

Il punto e virgola (;)

Il punto e virgola indica una pausa più lunga della virgola e serve a separare due parti di uno stesso periodo. Esempio: Quando vidi che tutti mi guardavano, mi colse l'imbarazzo; tuttavia non mi persi d’animo e risposi.
I due punti (:)

I due punti si adoperano:

  • per introdurre una frase esplicativa. Nella valigia inserisco sempre i ricordi del mio paese: delle cartoline, un libro di storia e delle foto.
  • quando si riportano parole o discorsi altrui. In questo caso, i due punti sono seguiti dalle virgolette o da una lineetta e dall'iniziale maiuscola. Socrate ebbe a dire: "Io so di non sapere”
  • quando segue un elenco, una enumerazione. Le proposizioni subordinate possono essere di vario tipo: interrogative, oggettive, finali, causali, ecc.

 

Il punto fermo (.)

Il punto fermo segna la pausa più lunga e si adopera alla fine di un periodo. Dopo il punto, la parola seguente inizia sempre con la lettera maiuscola. Il punto si pone anche:

  • al termine delle abbreviazioni. Esempi: ecc., avv.
  • tra le lettere di una sigla. Esempi: O.N.U., C.G.I.L.; in questo caso, l'ultimo punto non è seguito da lettera maiuscola.

 

Se fra un periodo e l’altrio si inserisce un punto che segna un forte distacco tra i due, dopo il punto si va a capo.

Il punto interrogativo (?)

Il punto interrogativo segna una frase interrogativa diretta. Esempi: Cosa dici?; Che fai? Vuoi venire al cinema? Andrai a scuola domani?

Se l'interrogazione è indiretta non si pone il punto interrogativo. Esempi: Dimmi cosa dici; Dimmi cosa fai. Va col punto interrogativo se trasformiamo la domanda indiretta in diretta. Dimmi: “Cosa dici?”.

Se il punto interrogativo chiude un periodo, la parola seguente comincia con la maiuscola; se invece si succedono più interrogazioni, dopo ogni punto interrogativo segue la lettera minuscola. Esempi: Dove sei stato ieri? Ieri sono stato al mare. Però: Chi è stato? chi ha rotto il vetro? chi di voi è il colpevole?

Il punto interrogativo a volte si pone tra parentesi, dopo una frase o una parola per indicare ironia o incredulità. Esempio: Il professor (?) Rossi sostiene il contrario.

Il punto esclamativo (!)

Il punto esclamativo si pone alla fine di una frase per esprimere stupore, meraviglia, dolore, cioè uno stato d'animo. Esempi: Com'era bello!; Chi l'avrebbe detto!

Il punto esclamativo a volte si pone tra parentesi, dopo una frase o una parola come ad indicare un commento. Esempio: La nostra proposta fu giudicata “incoerente” (!).

Il punto misto (?!)

Il punto misto formato dal segno interrogativo e da quello esclamativo esprime incredulità, sorpresa, meraviglia. Esempio: Ha mentito. Possibile?! La parola seguente si scrive con la maiuscola.

I puntini sospensivi (...)

I puntini sospensivi, che sono tre, indicano la sospensione del pensiero, dovuta a imbarazzo, pèrplessità, esitazione, minaccia ed altro. Esempio: se io...; Non vorrei che...; Se posso...; Se non le dispiace...; A buon intenditor...

I puntini di sospensione si usano:

  • per preparare il lettore a una metafora;
  • per invitare a trarre le conclusioni al termine di un racconto, o di un articolo;
  • all'inizio e alla fine di una citazione, al posto di quanto precede o di quanto segue: "...mi ritrovai per una selva oscura..."
  • alla fine di una serie per indicare che la serie stessa continua: Primo, secondo, terzo...

 

Dopo i puntini sospensivi si usa la maiuscola solo se essi indicano la fine di un periodo.

Le virgolette (<<...>> oppure "...")

Le virgolette servono a:

  • racchiudere un discorso diretto; “Io me ne vado” disse Rolando;
  • a mettere in rilievo una parola o un elemento della frase; Io penso che la parola “piano” possa avere vari significati;
  • introdurre una citazione. Cesare disse: "Il dado è tratto".

L'asterisco (*)

L'asterisco può servire come richiamo per le annotazioni a piè di pagina. Se l'asterisco è ripetuto tre volte, sostituisce un nome di luogo o di persona che non si sa o che si vuole tacere. Esempio: Il padre Cristoforo da *** era un uomo più vicino ai sessanta che ai cinquant'anni (Manzoni).

La lineetta (-)

La lineetta sostituisce spesso le virgolette, specialmente nei dialoghi: Luigi disse: - Dove vai? - E Giorgio rispose: - Vado al cinema.

Il trattino o tratto d'unione (-)
 
Il trattino o tratto d'unione serve a indicare, al termine di una riga che la parola è spezzata e continua nella riga seguente. Viene anche usato per congiungere i termini di parole composte. Esempi: l'accademia scientifico-letteraria; il confine italo-austriaco.

Le parentesi tonde ( )

Le parentesi tonde, una di apertura e una di chiusura, servono a racchiudere parole o proposizioni che non hanno una relazione necessaria con il resto del discorso. Esempio: Luigi (chi lo direbbe?) è stato promosso senza fare l’esame.

Le partentesi quadre ([ ])

Le partentesi quadre, di uso molto raro, racchiudono parole estranee al testo o aggiunte per chiarimento. Esempio: Quel grande [Leonardo] continua a stupirci

Le partentesi graffe ({ })

Si usano, a volte, per raggruppare o riepilogare in maniera schematica un argomento svolto.

 

Fonte: http://www.folliero.it/italiano/01_11_segni_punteggiatura.doc

Sito web da visitare: http://www.folliero.it/

Autore del testo: A.Folliero

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