I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
GUIDA ALLA SPECIFICA PRESTAZIONALE DEL CALCESTRUZZO
L'attuale produzione di calcestruzzo in Italia non utilizza appieno le potenzialità offerte dagli additivi superfluidificanti, in particolare nell'industria del preconfezionato e con riferimento alla normativa per la durabilità. Infatti statistiche recenti sul consumo del calcestruzzo indicano che almeno il 70% del calcestruzzo a resistenza è di Rck 25 o minore e che meno del 5% è di Rck 35 o maggiore. Inoltre solo il 10% è di classe di consistenza S4 o S5 (come sarebbe richiesta dalla UNI 8981), mentre il 90% è di classe S2 ed S3 (consistenza plastica che è sinonimo di aggiunta di acqua in cantiere con conseguente perdita di resistenza anche oltre il 50%). Tutto questo a grave detrimento della durabilità, che richiederebbe prevalentemente calcestruzzo a rapporto acqua /cemento non superiore allo 0.55 e quindi resistenze meccaniche a compressione superiori o eguali a Rck 35 oltre a classi di consistenza S4 ed S5.
Alla base di questa grave situazione, un vero circolo vizioso, c'è la consapevolezza del Progettista della pratica impossibilità di estirpare l'usanza dell'aggiunta d'acqua non controllata in cantiere se la consistenza è di classe S2 o S3; è perciò diffusa l'idea di rischiare di meno progettando a livello di resistenza più basso.
Questo documento vuole essere uno strumento di lavoro per il Progettista al quale oggi non può essere richiesto di essere esperto di tutto, ma la sua multidisciplinarietà deve prevedere la consulenza continua di tecnologi esperti dei materiali e dei problemi legati al cantiere.
Il Progettista può affrontare il problema della ricerca della prestazione attraverso le strade del:
Massimo rapporto acqua/cemento in funzione dell'aggressività ambientale
Tabella 1 - Classi d'esposizione ambientale del calcestruzzo
Classe |
Ambiente d'esposizione |
Esempi di condizioni ambientali |
|
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1 – Nessun rischio di corrosione delle armature o d'attacco al calcestruzzo |
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X0 |
Molto secco |
Interni di edifici con umidità relativa molto bassa |
|
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2 – Corrosione delle armature indotta da carbonatazione del calcestruzzo |
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XC1 |
Secco |
Interni di edifici con umidità relativa bassa |
XC2 |
Bagnato, raramente secco |
Parti di strutture di contenimento liquidi; Fondazioni |
XC3 |
Umidità moderata |
Interni di edifici con umidità da moderata ad alta - Calcestruzzo all'esterno riparato dalla pioggia |
XC4 |
Ciclicamente secco e bagnato |
Superfici a contatto diretto con acqua non comprese nella classe XC2 |
|
||
3 – Corrosione indotta dai cloruri |
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XD1 |
Umidità moderata |
Superfici esposte a spruzzi diretti d'acqua contenente cloruri |
XD2 |
Bagnato, raramente secco |
Piscine - Calcestruzzo esposto ad acque industriali contenenti cloruri |
XD3 |
Ciclicamente secco e bagnato |
Parti di ponti; pavimentazioni - Solette di parcheggi per auto |
|
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4 – Corrosione indotta dai cloruri dell'acqua di mare |
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XS1 |
Esposizione alla salsedine marina ma non in contatto diretto con acqua di mare |
Strutture sulla costa o in prossimità della costa |
XS2 |
Sommerse |
Parti di strutture marine |
XS3 |
Nelle zone di maree, nelle zone soggette a spruzzi |
Parti di strutture marine |
|
||
5 – Attacco da cicli di gelo/disgelo |
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XF1 |
Grado moderato di saturazione, in assenza di agenti disgelanti |
Superfici verticali esposte alla pioggia e al gelo |
XF2 |
Grado moderato di saturazione, in presenza di agenti disgelanti |
Superfici verticali di opere stradali esposte al gelo e ad agenti disgelanti nebulizzati nell'aria |
XF3 |
Grado elevato di saturazione, in assenza di agenti disgelanti |
Superfici orizzontali esposti alla pioggia e al gelo |
XF4 |
Grado elevato di saturazione, in presenza di agenti disgelanti |
Impalcati stradali e ponti esposti ad agenti disgelanti - Superfici verticali e orizzontali esposte al gelo e a spruzzi d'acqua contenenti agenti disgelanti |
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6 – Attacco chimico |
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XA1 |
Aggressività debole |
Ved.Tabella 2 |
XA2 |
Aggressività moderata |
Ved.Tabella 2 |
XA3 |
Aggressività forte |
Ved.Tabella 2 |
Tabella 2 - Classi di esposizione ambientale - attacco chimico
|
GRADO DI ATTACCO |
||
XA1 (debole) |
XA2 (moderato) |
XA3 (forte) |
|
Agente aggressivo nelle acque |
|||
pH |
6,5 - 5,5 |
5,5 - 4,5 |
4,5 - 4,0 |
CO2 aggressiva, mg/l |
15 - 30 |
30 - 60 |
60 -100 |
ioni ammonio NH4+, mg/l |
15 - 30 |
30 -60 |
60 - 100 |
ioni magnesio Mg2+, mg/l |
100 -300 |
300 - 1500 |
1500- 3000 |
ioni solfato SO4, mg/l |
200 - 600 |
600-3000 |
3000 - 6000 |
Agente aggressivo nel terreno |
|||
ioni solfato SO4, mg/kg di terreno seccato all'aria |
2000 - 6000 |
6000 - 12000 |
> 12000 |
Nelle classi di esposizione ambientale caratterizzate da possibile aggressione chimica (XA1, XA2, XA3) il cemento deve essere di tipo solfato resistente. In alternativa l'aggiunta al cemento ordinario di fumi di silice in percentuali del 5-10 % sul peso del cemento consente di ottenere effetti equivalenti al cemento solfato resistente.
Nella Tabella 3 vengono specificate le caratteristiche del calcestruzzo ai fini della durabilità delle opere.
Tabella 3 – Massimo rapporto acqua/cemento ammesso e classi di esposizione
Classe di esposizione ambientale UNI EN 206 |
Massimo rapporto a/c |
XS2; XS3; XA3; XD3; XF4 |
0.45 |
XS1; XD2; XF2; XA2; XF3; XC4 |
0.50 |
XA1; XD1; XF1; XC3 |
0.55 |
XC1;XC2 |
0.60 |
X0 |
0,65 |
Noto il massimo rapporto acqua/cemento ammesso, attraverso dei diagrammi sperimentali è possibile risalire alla corrispondente resistenza a compressione.
Aria aggiunta In funzione dell'aggressività ambientale
La presenza di microbolle d'aria di diametro inferiore a 0.2 mm introdotte dall'azione di additivi aeranti consente, in prossimità dei pori capillari pieni d'acqua in fase di solidificazione, di scaricare la pressione idraulica grazie al trasporto d'acqua dai pori capillari verso le microbolle.
Ogni microbolla ha una sfera d'azione di diametro 0.2-0.3 mm la quale impedisce che la formazione di ghiaccio ingeneri pressioni idrauliche tali da provocare la disgregazione del calcestruzzo. Affinché il calcestruzzo sia quindi protetto da tali sollecitazioni è necessario che le microbolle siano uniformemente distribuite, di diametro inferiore a 0.2 mm e che le sfere di azione appartenenti alle singole microbolle siano sovrapposte.
La normativa UNI 9858 e la EN 206 prevede, ai fini della durabilità nei confronti del gelo-disgelo, che il calcestruzzo contenga dal 4 al 6% di aria aggiunta. In fase di mix design (progettazione della miscela) è' opportuno tenere conto poi dell'effetto di riduzione della resistenza a compressione conseguente alla presenza di aria aggiunta.
Tabella 6 – Aria aggiunta e classi di esposizione in funzione del diametro massimo
Classe di esposizione ambientale UNI EN 206 |
Aria aggiunta % |
||
Dmax 8 mm |
Dmax 16 mm |
Dmax 32 mm |
|
XF2 |
6 |
5 |
4 |
XF3 |
6 |
5 |
4 |
XF4 |
6 |
5 |
4 |
Lavorabilità in funzione della durabilità e della qualità della posa
La lavorabilità, indice delle proprietà e del comportamento del calcestruzzo nell'intervallo di tempo tra la produzione e la compattazione dell'impasto nella cassaforma, viene comunemente valutata attraverso
la misura della consistenza. Per raggiungere la giusta compattazione del getto in opera, la classe di consistenza del calcestruzzo al momento della posa dovrà essere sempre pari o superiore alla classe di abbassamento al cono S4.
Classi di consistenza inferiori possono essere considerate ma solo per particolari categorie di opere.
Tabella 7 - Classi di consistenza mediante misura dell'abbassamento al cono
Classe di consistenza |
Abbassamento, cm |
Denominazione corrente |
S3 |
da 10 a 15 |
Semifluida |
S4 |
da 16 a 21 |
Fluida |
S5 |
> 21 |
Superfluida |
Per i calcestruzzi reodinamici (in grado di cioè di autocompattarsi senza vibrazione esterna grazie alla sola energia del proprio peso) esistono prove di caratterizzazione specifiche effettuate ovviamente in assenza di costipazione meccanica.
Diametro massimo degli aggregati in funzione della geometria della struttura e della densità di armatura
In considerazione del tipo di geometria inoltre è necessario indicare nei disegni di progetto anche il diametro massimo dell'aggregato. Tale aspetto apparentemente banale evita di avere calcestruzzi con inerti di granulometria eccessivamente elevata in getti sottili o fortemente armati (con rischi di vespai e segregazione), betoncini o peggio ancora malte per getti di notevoli dimensioni (rischio di fessure da ritiro termico).
Come regola di base è corretto assumere che:
Dmax < 0.25 volte la dimensione minima (spessore) della struttura;
Dmax < 1.25 lo spessore del copriferro;
Dmax < della minima distanza tra le barre di armatura
Tabella 8 - Diametro massimo (mm) in funzione del tipo di geometria e densità di armatura
Sezione minima della strutttura |
Muri, travi e pilastri armati |
Muri non armati |
Solette molte armate |
Solette poco armate o non armate |
8 - 15 cm |
12,5 - 19.0 |
25 |
12.5 - 19.0 |
19.0 - 37.5 |
15 - 30 cm |
19.0 - 37.5 |
37,5 |
19.0 - 37.5 |
37.5 - 75 |
30 - 80 cm |
25.0 - 75.0 |
75 |
25.0 - 75.0 |
75.0 |
80 cm |
37.5 - 75 |
120 |
37.5 - 75 |
75 - 120 |
Copriferro in funzione dell'aggressività ambientale
Ai fini di preservare le armature dai fenomeni di aggressione ambientale è necessario prevedere un idoneo copriferro; il suo valore, misurato tra la parete interna del cassero e la generatrice dell'armatura metallica più vicina, individua il cosiddetto "copriferro nominale". Il copriferro nominale cnom è somma di due contributi, il copriferro minimo cmin e la tolleranza di posizionamento h.
Vale pertanto: cnom = c min + h. I valori di copriferro minimo In funzione delle classi di esposizione del calcestruzzo sono indicati in Tabella 5.
Tabella 5- Copriferro minimo e classi di esposizione
Classe di esposizione |
Cmin (mm) |
|
c.a |
c.a.p |
|
X0 |
15 |
30 |
XC1; XC2 |
20 |
30 |
XA1; XD1; XF1; XC3 |
25 |
35 |
XS1; XD2; XF2; XA2; XF3; XC4 |
35 |
40 |
XS2; XS3; XA3; XD3; XF4 |
35 |
40 |
REQUISITI DEL CALCESTRUZZO DURABILE E RIFERIMENTI NORMATIVI
Ai fini di una corretta scelta del tipo e classe di calcestruzzo occorre, oltre alle considerazioni di carattere strutturale (identificate con la Rck), classificare l'ambiente nel quale ciascun elemento strutturale dovrà essere inserito.
Per "ambiente", in questo contesto, s'intende l'insieme delle azioni chimiche e fisiche alle quali si presume che il calcestruzzo potrà essere esposto durante il periodo di vita delle opere e che causano effetti che non possono essere classificati come dovuti a carichi o ad azioni indirette (deformazioni impresse, cedimenti, variazioni termiche).
A seconda di tali azioni, sono individuate le classi e sottoclassi d'esposizione ambientale del calcestruzzo indicate di seguito (UNI EN 206 e Linee Guida sul calcestruzzo strutturale della Presidenza del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici).
Requisiti complementari possono portare inoltre per casi specifici alla richiesta ad esempio del contenimento della fessurazione in fase plastica attraverso l'aggiunta di fibre in poliacrilonitrile o un elevatissimo grado di impermeabilità raggiungibile con l'utilizzo di fumi di silice.
Il Progettista può riconoscere nella seguente tabella come per ottenere calcestruzzi durabili sia necessario progettare con classi più elevate rispetto alle classiche 25 o 30 MPa. Infatti nella zona azzurra sono evidenziate le compatibilità tra le classi di resistenza più ricorrenti (Rck 25 e 30 MPa) e i gradi di aggressività. Si noti che con queste classi il calcestruzzo non è quasi mai durabile !!!!!!! In giallo invece sono evidenziate le aree nelle quali la tradizionale classe 25 o 30 MPa non garantisce affatto durabilità e per le quali è necessario pensare a classi di resistenza adeguate. Nella maggior parte dei casi infatti la Rck necessaria a garantire durabilità è superiore alla Rck necessaria per la verifica strutturale.
|
Le classi di esposizione di tipo XF1, XF2, XF3, XF4 richiedono 4-6 % di aria aggiunta (+A) . Anche se la normativa non prevede espressamento l'aria aggiunta per la classe XF1 consigliamo vivamente di equipare questa classe alle altre di tipo F le quali tutti prevedono il calcestruzzo aerato.
La Rck relativa indicata in tabella tiene conto della riduzione di resistenza dovuta alla presenza di aria nell'impasto
Fonte: http://www.windcrete.it/file/guida%20alla%20specifica%20del%20cls.doc
Sito web da visitare: http://www.windcrete.it/
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"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano!" Isaac Newton. Essendo impossibile tenere a mente l'enorme quantità di informazioni, l'importante è sapere dove ritrovare l'informazione quando questa serve. U. Eco
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