I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
C O N T A T T O R I
1 - GENERALITÀ
Le prescrizioni relative ai contattori sono contenute nella Norma CEI 17-3, Fascicolo 1035, III edizione 1987 "Contattori destinati alla manovra di circuiti a tensione non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1200 V in corrente continua".
Secondo tale Norma il contattore è un "dispositivo meccanico di manovra, generalmente previsto per un numero elevato di operazioni, avente una sola posizione di riposo, ad azionamento non manuale, capace di stabilire, sopportare ed interrompere correnti in condizioni di sovraccarico.
La posizione di riposo corrisponde ordinariamente alla posizione di apertura dei contatti principali". (art. 1.2.03)
Vi sono tre tipi fondamentali di contattori:
- Contattore elettromagnetico
"Contattore i cui elementi mobili abbandonano la posizione di riposo quando si alimenta un dispositivo elettromagnetico che agisce elettricamente sul meccanismo del contattore" (art. 1. .2.04).
- Contattore pneumatico
"Contattore i cui elementi mobili abbandonano la posizione di riposo quando si alimenta, senza intermediari elettrici, un dispositivo ad aria compressa che agisce sul meccanismo del contattore" (art. 1.2.05).
- Contattore elettropneumatico
"Contattore i cui elementi mobili abbandonano la posizione di riposo quando si alimenta con aria compressa, per mezzo di elettrovalvole, un dispositivo elettropneumatico che agisce sul meccanismo del contattore" (art. 1.2.06).
Il contattore è quindi destinato, in generale, alla manovra di circuiti elettrici "sani", in cui cioè non si è in presenza di correnti di cortocircuito, ma unicamente di correnti e sovracorrenti legate al funzionamento dell'utilizzatore finale.
Per meglio evidenziare le caratteristiche del contattore è opportuno un suo confronto con l'interruttore.
Le caratteristiche peculiari richieste ad un INTERRUTTORE sono:
Dal CONTATTORE si esige invece generalmente:
Altre caratteristiche peculiari dei contattori sono:
I principali vantaggi derivanti dall'uso dei contattori sono:
2 - ELEMENTI COSTRUTTIVI DI UN CONTATTORE E PRINCIPIO DI
FUNZIONAMENTO
I principali elementi costruttivi di un contattore sono (fig. 1):
1 - Nucleo fisso 2 - Bobina 3 - Nucleo mobile 4 - Contatti mobili 5 - Contatti fissi
6 - Cursore 7 - Molla di rimando (di apertura) 8 - Molla di pressione dei contatti principali
9 - Molla del sistema ammortizzante 10 - Struttura di sostegno e di contenimento
Fig. 1 - Schema costruttivo semplificato di un contattore
a) schema di principio - b) apparecchio
- Nucleo magnetico
È costituito da una parte fissa e una mobile.
- Bobina di eccitazione
È avvolta intorno alla colonna centrale del nucleo fisso. Quando è percorsa da corrente magnetizza il nucleo determinando, per attrazione, lo spostamento della parte mobile con la conseguente chiusura dei contatti normalmente aperti e l'apertura di quelli normalmente chiusi (fig. 2).
a - Contattore aperto b - Contattore in posizione intermedia c - Contattore chiuso |
1 - Nucleo fisso |
Fig. 2 - Funzionamento del contattore
Il contattore resta in posizione di lavoro fintanto che la bobina rimane eccitata; quando viene diseccitata (togliendo l'alimentazione) il nucleo mobile ritorna nella posizione iniziale di riposo per effetto delle molle di rimando.
Pertanto, quando la bobina viene eccitata tramite un pulsante normalmente aperto (NA), occorre un contatto di "autoritenuta" per mantenerla alimentata anche quando il pulsante NA viene rilasciato, e un pulsante normalmente chiuso (NC) per diseccitarla. Il circuito che si realizza è del tipo di quello riportato in fig. 3.
Fig. 3 - Circuito di comando della bobina di un contattore
Un tale circuito conferisce al contattore la caratteristica di componente a "sicurezza intrinseca", dovuta al fatto che la mancanza o un abbassamento di tensione nel circuito di alimentazione della bobina provoca automaticamente la diseccitazione della bobina stessa e quindi l'apertura del contattore interrompendone il servizio.
Inoltre, al riapparire della tensione al suo valore di normale funzionamento, impedisce la richiusura del contattore, evitando così la partenza indesiderata del motore (cosa che invece si verificherebbe se la bobina fosse comandata tramite un interruttore).
- Contatti principali
Ad essi va collegato il circuito su cui è inserito il carico che si deve manovrare (circuito di potenza).
I contatti principali sono sempre del tipo normalmente aperti (NA).
- Contatti ausiliari
Sono azionati contemporaneamente ai contatti principali e sono destinati a comandare i circuiti ausiliari (circuiti di manovra, di segnalazione, di interblocco, ecc.).
Sono di dimensioni ridotte rispetto a quelli principali essendo interessati da correnti più piccole.
Sono del tipo sia normalmente aperto (NA) che normalmente chiuso (NC).
3 - CARATTERISTICHE DEL CIRCUITO PRINCIPALE (contatti principali)
Le grandezze nominali principali del contattore sono:
- Tensione nominale d'isolamento (Ui)
"È il valore della tensione al quale sono riferite le prove dielettriche. Per i circuiti polifasi si esprime con la tensione fra le fasi.
A meno che non sia diversamente specificato la tensione nominale d'isolamento coincide con la più elevata tensione nominale d'impiego". (art. 2.3.02)
- Tensione nominale d'impiego (Ue)
"È il valore che, unitamente alla corrente nominale d'impiego, determina l'uso del contattore e al quale si riferiscono i poteri di chiusura e di interruzione. Per i circuiti polifasi si esprime con la tensione fra le fasi.
Un contattore può essere caratterizzato da diverse combinazioni di tensioni nominali d'impiego e di correnti nominali d'impiego per differenti tipi di servizio e categorie d'impiego.
In ogni caso la massima tensione nominale d'impiego non può essere superiore alla tensione nominale d'isolamento Ui". (art. 2.3.03)
- Corrente nominale termica (Ith)
"...È la massima corrente indicata dal costruttore che il contattore a giorno è in grado di sopportare per la durata di 8 ore.....senza che la sovratemperatura delle sue diverse parti superi i limiti fissati...". (art. 2.3.05)
- Correnti nominali d'impiego (Ie)
"Sono valori di corrente dichiarati dal costruttore che servono a specificare il contattore in funzione delle condizioni d'impiego....
Nel caso di contattori per motori l'indicazione della corrente nominale d'impiego può essere sostituita dall'indicazione della potenza del motore...". (art. 2.3.06)
- Frequenza nominale
"...È la frequenza d'impiego per la quale il contattore è previsto ed alla quale sono riferiti gli altri valori nominali dell'apparecchio". (art. 2.3.07)
- Categorie d'impiego
Definiscono le prestazioni dei contattori nelle diverse condizioni di lavoro.
Vengono identificate tramite una sigla composta da due elementi:
Le categorie d'impiego sono fissate dalle Norme CEI 17-3 all'art. 2.3.18 (Tab. 1).
ALIMENTAZIONE IN CORRENTE ALTERNATA |
|
Categoria |
Applicazioni tipiche |
AC1 |
“Inserzione o disinserzione di carichi non induttivi o debolmente induttivi, forni a resistenza” |
AC2 |
“Avviamento e frenatura in controcorrente di motori ad anelli” |
AC3 |
“Avviamento e arresto con interruzione dell’alimentazione di motori a gabbia” |
AC4 |
“Avviamento e frenatura in controcorrente, manovra a impulsi di motori a gabbia” |
ALIMENTAZIONE IN CORRENTE CONTINUA |
|
Categoria |
Applicazioni tipiche |
DC1 |
“Inserzione o disinserzione di carichi non induttivi o debolmente induttivi, forni a resistenza” |
DC2 |
“Avviamento e frenatura in controcorrente di motori in derivazione dopo il periodo di avviamento” |
DC3 |
“Avviamento, manovra a impulsi, frenatura in controcorrente di motori in derivazione” |
DC4 |
“Avviamento e arresto di motori in serie” |
DC5 |
“Avviamento, manovra a impulsi, frenatura in controcorrente di motori in serie” |
Nota: Per frenatura in controcorrente si intende l’arresto o l’inversione rapida del motore ottenuti invertendo le connessioni dell’alimentazione mentre il motore sta girando.
Per manovra ad impulsi si intende un comando caratterizzato da una o più chiusure brevi e frequenti del circuito di alimentazione del motore, effettuate con l’intento di ottenere piccoli movimenti del motore stesso.
- Potere di chiusura nominale
Valore più elevato della corrente che il contattore è in grado di stabilire ad una data tensione e in condizioni specificate del circuito, d’uso e di funzionamento.
- Potere d'interruzione nominale
Valore della corrente che il contattore è in grado di interrompere ad una data tensione e in condizioni specificate del circuito, d’uso e di funzionamento.
I poteri di chiusura e d'interruzione nominali dipendono dalle categorie d'impiego elencate nella tab.1 e sono riferiti alla tensione nominale d'impiego e alla corrente nominale d'impiego (tab. 2).
Tab. 2 - POTERI NOMINALI DI CHIUSURA E INTERRUZIONE
Categoria |
Valore della corrente |
Chiusura |
Interruzione |
||||
d’impiego |
nominale d’impiego |
I/Ie |
U/Ue |
cosj |
Ic/Ie |
Ur/Ue |
cosj |
AC1 |
Tutti i valori |
1,5 |
1,1 |
0,95 |
1,5 |
1,1 |
0,95 |
AC2 |
Tutti i valori |
4 |
1,1 |
0,65 |
4 |
1,1 |
0,65 |
AC3 |
Ie £ 17 A |
10 |
1,1 |
0,65 |
8 |
1,1 |
0,65 |
AC4 |
Ie £ 17 A |
12 |
1,1 |
0,65 |
10 |
1,1 |
0,65 |
|
|
|
|
|
|
|
|
Categoria |
Valore della corrente |
Chiusura |
Interruzione |
||||
d’impiego |
nominale d’impiego |
I/Ie |
U/Ue |
L/R |
Ic/Ie |
Ur/Ue |
L/R |
DC1 |
|
- |
- |
- |
- |
- |
- |
DC2 |
Tutti i valori |
4 |
1,1 |
2,5 |
4 |
1,1 |
2,5 |
DC3 |
Tutti i valori |
4 |
1,1 |
2,5 |
4 |
1,1 |
2,5 |
DC4 |
Tutti i valori |
4 |
1,1 |
15 |
4 |
1,1 |
15 |
DC5 |
Tutti i valori |
4 |
1,1 |
15 |
4 |
1,1 |
15 |
Ie = Corrente nominale d’impiego |
|||||||
Ue = Tensione nominale d’impiego |
|||||||
I = Corrente stabilita |
|||||||
U = Tensione prima della chiusura |
|||||||
Ur = Tensione di ritorno (tensione che appare tra i terminali di un polo del contattore dopo l’interruzione della corrente) |
|||||||
Ic = Corrente interrotta |
La durata meccanica di un contattore viene espressa con il numero di cicli a vuoto (in assenza di corrente) che l'apparecchio è in grado di effettuare prima che si renda necessaria la revisione o la sostituzione di parti meccaniche.
Il costruttore è tenuto a dichiarare la durata meccanica prevista per i propri contattori, scegliendo di preferenza fra i seguenti valori, espressi in milioni di cicli a vuoto:
0,001 - 0,003 - 0,03 - 0,1 - 1 - 3 - 10
- Numero di cicli a carico (durata elettrica)
Per durata elettrica di un contattore si intende il numero massimo di manovre che i contatti possono eseguire correttamente fino a che le condizioni di deterioramento ne consigliano la sostituzione. La durata dipende sia dalle sollecitazioni meccaniche cui i contatti sono sottoposti durante ogni manovra di chiusura, sia, soprattutto, dalle sollecitazioni di natura elettrica cui essi sono sottoposti durante la manovra di apertura: ogni volta che si interrompe la corrente si innesca, infatti, fra i contatti un arco che provoca l’erosione delle loro superfici. Quest'ultima causa ha effetto preponderante rispetto alla prima e pertanto la durata elettrica di un contattore dipende essenzialmente dalla corrente che esso è chiamato a interrompere nel suo funzionamento.
In tab.3 sono riportate, per ogni categoria d’impiego, le correnti e i relativi fattori di potenza da prendere in considerazione per la verifica della durata elettrica di un contattore.
Tab. 3 - DURATA ELETTRICA
Categoria |
Valore della corrente |
Chiusura |
Interruzione |
||||
d’impiego |
nominale d’impiego |
I/Ie |
U/Ue |
cosj |
Ic/Ie |
Ur/Ue |
cosj |
AC1 |
Tutti i valori |
1 |
1 |
0,95 |
1 |
1 |
0,95 |
AC2 |
Tutti i valori |
2,5 |
1 |
0,65 |
2,5 |
1 |
0,65 |
AC3 |
Ie £ 17 A |
6 |
1 |
0,65 |
1 |
0,17 |
0,65 |
AC4 |
Ie £ 17 A |
6 |
1 |
0,65 |
6 |
1 |
0,65 |
|
|
|
|
|
|
|
|
Categoria |
Valore della corrente |
Chiusura |
Interruzione |
||||
d’impiego |
nominale d’impiego |
I/Ie |
U/Ue |
L/R |
Ic/Ie |
Ur/Ue |
L/R |
DC1 |
|
1 |
1 |
1 |
1 |
1 |
1 |
DC2 |
Tutti i valori |
2,5 |
1 |
2 |
1 |
0,10 |
7,5 |
DC3 |
Tutti i valori |
2,5 |
1 |
2 |
2,5 |
1 |
2 |
DC4 |
Tutti i valori |
2,5 |
1 |
7,5 |
1 |
0,30 |
10 |
DC5 |
Tutti i valori |
2,5 |
1 |
7,5 |
2,5 |
1 |
7,5 |
Ie = Corrente nominale d’impiego |
|||||||
Ue = Tensione nominale d’impiego |
|||||||
I = Corrente stabilita |
|||||||
U = Tensione prima della chiusura |
|||||||
Ur = Tensione di ritorno (tensione che appare tra i terminali di un polo del contattore dopo l’interruzione della corrente) |
|||||||
Ic = Corrente interrotta |
Quando i contattori sono impiegati per il comando di motori asincroni trifasi la durata elettrica è rilevabile da appositi diagrammi forniti dai costruttori (del tipo di quello riportato in fig. 4) ed è espressa in numero di manovre in funzione della corrente di apertura.
Fig. 4 - Determinazione della durata elettrica dei contatti
Per l'utilizzazione del diagramma si procede nel seguente modo:
a) Utilizzazione in categoria AC1 e AC3
Si porta in ascissa il valore della corrente assorbita dal carico e si legge la durata sulla corrispondente ordinata relativa al contattore, oppure si sceglie il tipo di contattore qualora sia stata prefissata la durata.
b) Utilizzazione in categoria AC2 e AC4
Vale quanto detto in a) purché in ascissa si riporti una corrente equivalente pari a 2,5 volte la corrente assorbita dal carico (in categoria AC2), oppure pari a 6 volte la corrente assorbita dal carico (in categoria AC4), in accordo ai valori riportati in tab. 3.
4 - CARATTERISTICHE DEL CIRCUITO DI COMANDO (bobina)
Il circuito di comando è un "circuito elettrico (distinto dal circuito principale) al quale sono affidate l'operazione di chiusura o di apertura del contattore o entrambe".(art. 1.2.28)
Tramite tale circuito si alimenta la bobina del contattore.
Il circuito di comando di un contattore è caratterizzato da:
Se la tensione del circuito di comando è differente dalla tensione nominale d'impiego del contattore il suo valore va preferibilmente scelto fra uno dei seguenti:
AC 24 - 48 - 110/127 - 220 V
DC 24 - 48 - 110/125 - 220/250 V
Le Norme CEI prescrivono che i contatti del contattore si devono chiudere con sicurezza per valori della tensione di alimentazione della bobina compresi fra l' 85% e il 110% della tensione nominale e aprire per valori compresi fra il 75% e il 10% della stessa tensione nominale.
In fase di chiusura, quando la tensione di alimentazione è inferiore all' 85% della nominale, possono verificarsi delle condizioni critiche, in particolare il contattore può accostare i contatti senza raggiungere la posizione finale stabile di chiusura. In questa posizione si può pertanto avere il danneggiamento dei contatti e la bruciatura della bobina.
Problemi simili si possono avere in fase di rilascio, quando si hanno abbassamenti di tensione. I contatti si possono infatti solo parzialmente aprire ricreando le condizioni prima descritte.
Notevole importanza rivestono i valori degli assorbimenti della bobina allo spunto e a chiusura avvenuta.
In tab. 4 sono riportati, a titolo d'esempio, alcuni valori indicativi di assorbimenti in corrente alternata di bobine di contattori della CGE.
Tab. 4 - ASSORBIMENTI DELLE BOBINE IN CORRENTE ALTERNATA
Contattore |
SPUNTO |
RITENUTA |
||
(tipo) |
Potenza (VA) |
cosj |
Potenza (VA) |
cosj |
CA1D1/2 |
68 |
0,74 |
9 |
0,33 |
CA2D1/2/3 |
115 |
0,65 |
16 |
0,28 |
CA3D1/2 |
200 |
0,65 |
25 |
0,28 |
CA4D1/2 |
600 |
0,38 |
60 |
0,20 |
CA5D1/2 |
1600 |
0,31 |
160 |
0,22 |
CA6D1/2 |
2300 |
0,20 |
180 |
0,33 |
Come si nota gli assorbimenti allo spunto sono più elevati di quelli alla ritenuta.
E' ai primi che bisogna fare riferimento per il calcolo sia della sezione dei conduttori della linea di alimentazione, sia della potenza nominale dell'eventuale trasformatore di alimentazione.
5 - CARATTERISTICHE DEI CIRCUITI AUSILIARI (contatti ausiliari)
I circuiti ausiliari sono costituiti "da tutte quelle parti di un contattore destinate ad essere inserite in circuiti distinti da quello principale e da quello di comando".(art. 1.2.30)
Le caratteristiche più significative dei circuiti ausiliari sono:
Per ciascuno dei circuiti ausiliari sono inoltre definiti:
A meno che non sia altrimenti specificato, la corrente nominale dei circuiti ausiliari è di 6 A, e la tensione nominale e la frequenza dei circuiti ausiliari sono uguali alla tensione d'impiego e alla frequenza nominale del contattore.
6 - INDIVIDUAZIONE DEI TERMINALI
I terminali dei contattori sono contraddistinti con delle sigle (fig. 5).
Quelli della bobina di comando sono contrassegnati con A1 e A2.
Quelli relativi ai contatti principali riportano i numeri da 1 a 6 (dispari da un lato, pari dall'altro).
I terminali dei contatti ausiliari sono siglati con numeri a due cifre: la prima individua il numero d'ordine del contatto, la seconda ne indica la funzione (1 e 2 per contatti NC, 3 e 4 per contatti NA).
Fig. 5 - Individuazione dei terminali di un contattore
Fonte: http://www.webalice.it/mascellino/LezionidiImpianti/contattori.DOC
Sito web da visitare: http://www.webalice.it
Autore del testo: L.Mascellino
Il testo è di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente i loro testi per finalità illustrative e didattiche. Se siete gli autori del testo e siete interessati a richiedere la rimozione del testo o l'inserimento di altre informazioni inviateci un e-mail dopo le opportune verifiche soddisferemo la vostra richiesta nel più breve tempo possibile.
I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano!" Isaac Newton. Essendo impossibile tenere a mente l'enorme quantità di informazioni, l'importante è sapere dove ritrovare l'informazione quando questa serve. U. Eco
www.riassuntini.com dove ritrovare l'informazione quando questa serve