I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
GUIDA ALLA SPECIFICA PRESTAZIONALE DEL CALCESTRUZZO
L'attuale produzione di calcestruzzo in Italia non utilizza appieno le potenzialità offerte dagli additivi superfluidificanti, in particolare nell'industria del preconfezionato e con riferimento alla normativa per la durabilità. Infatti statistiche recenti sul consumo del calcestruzzo indicano che almeno il 70% del calcestruzzo a resistenza è di Rck 25 o minore e che meno del 5% è di Rck 35 o maggiore. Inoltre solo il 10% è di classe di consistenza S4 o S5 (come sarebbe richiesta dalla UNI 8981), mentre il 90% è di classe S2 ed S3 (consistenza plastica che è sinonimo di aggiunta di acqua in cantiere con conseguente perdita di resistenza anche oltre il 50%). Tutto questo a grave detrimento della durabilità, che richiederebbe prevalentemente calcestruzzo a rapporto acqua /cemento non superiore allo 0.55 e quindi resistenze meccaniche a compressione superiori o eguali a Rck 35 oltre a classi di consistenza S4 ed S5.
Alla base di questa grave situazione, un vero circolo vizioso, c'è la consapevolezza del Progettista della pratica impossibilità di estirpare l'usanza dell'aggiunta d'acqua non controllata in cantiere se la consistenza è di classe S2 o S3; è perciò diffusa l'idea di rischiare di meno progettando a livello di resistenza più basso.
Questo documento vuole essere uno strumento di lavoro per il Progettista al quale oggi non può essere richiesto di essere esperto di tutto, ma la sua multidisciplinarietà deve prevedere la consulenza continua di tecnologi esperti dei materiali e dei problemi legati al cantiere.
Il Progettista può affrontare il problema della ricerca della prestazione attraverso le strade del:
Massimo rapporto acqua/cemento in funzione dell'aggressività ambientale
Tabella 1 - Classi d'esposizione ambientale del calcestruzzo
Classe |
Ambiente d'esposizione |
Esempi di condizioni ambientali |
|
||
1 – Nessun rischio di corrosione delle armature o d'attacco al calcestruzzo |
||
X0 |
Molto secco |
Interni di edifici con umidità relativa molto bassa |
|
||
2 – Corrosione delle armature indotta da carbonatazione del calcestruzzo |
||
XC1 |
Secco |
Interni di edifici con umidità relativa bassa |
XC2 |
Bagnato, raramente secco |
Parti di strutture di contenimento liquidi; Fondazioni |
XC3 |
Umidità moderata |
Interni di edifici con umidità da moderata ad alta - Calcestruzzo all'esterno riparato dalla pioggia |
XC4 |
Ciclicamente secco e bagnato |
Superfici a contatto diretto con acqua non comprese nella classe XC2 |
|
||
3 – Corrosione indotta dai cloruri |
||
XD1 |
Umidità moderata |
Superfici esposte a spruzzi diretti d'acqua contenente cloruri |
XD2 |
Bagnato, raramente secco |
Piscine - Calcestruzzo esposto ad acque industriali contenenti cloruri |
XD3 |
Ciclicamente secco e bagnato |
Parti di ponti; pavimentazioni - Solette di parcheggi per auto |
|
||
4 – Corrosione indotta dai cloruri dell'acqua di mare |
||
XS1 |
Esposizione alla salsedine marina ma non in contatto diretto con acqua di mare |
Strutture sulla costa o in prossimità della costa |
XS2 |
Sommerse |
Parti di strutture marine |
XS3 |
Nelle zone di maree, nelle zone soggette a spruzzi |
Parti di strutture marine |
|
||
5 – Attacco da cicli di gelo/disgelo |
||
XF1 |
Grado moderato di saturazione, in assenza di agenti disgelanti |
Superfici verticali esposte alla pioggia e al gelo |
XF2 |
Grado moderato di saturazione, in presenza di agenti disgelanti |
Superfici verticali di opere stradali esposte al gelo e ad agenti disgelanti nebulizzati nell'aria |
XF3 |
Grado elevato di saturazione, in assenza di agenti disgelanti |
Superfici orizzontali esposti alla pioggia e al gelo |
XF4 |
Grado elevato di saturazione, in presenza di agenti disgelanti |
Impalcati stradali e ponti esposti ad agenti disgelanti - Superfici verticali e orizzontali esposte al gelo e a spruzzi d'acqua contenenti agenti disgelanti |
|
||
6 – Attacco chimico |
||
XA1 |
Aggressività debole |
Ved.Tabella 2 |
XA2 |
Aggressività moderata |
Ved.Tabella 2 |
XA3 |
Aggressività forte |
Ved.Tabella 2 |
Tabella 2 - Classi di esposizione ambientale - attacco chimico
|
GRADO DI ATTACCO |
||
XA1 (debole) |
XA2 (moderato) |
XA3 (forte) |
|
Agente aggressivo nelle acque |
|||
pH |
6,5 - 5,5 |
5,5 - 4,5 |
4,5 - 4,0 |
CO2 aggressiva, mg/l |
15 - 30 |
30 - 60 |
60 -100 |
ioni ammonio NH4+, mg/l |
15 - 30 |
30 -60 |
60 - 100 |
ioni magnesio Mg2+, mg/l |
100 -300 |
300 - 1500 |
1500- 3000 |
ioni solfato SO4, mg/l |
200 - 600 |
600-3000 |
3000 - 6000 |
Agente aggressivo nel terreno |
|||
ioni solfato SO4, mg/kg di terreno seccato all'aria |
2000 - 6000 |
6000 - 12000 |
> 12000 |
Nelle classi di esposizione ambientale caratterizzate da possibile aggressione chimica (XA1, XA2, XA3) il cemento deve essere di tipo solfato resistente. In alternativa l'aggiunta al cemento ordinario di fumi di silice in percentuali del 5-10 % sul peso del cemento consente di ottenere effetti equivalenti al cemento solfato resistente.
Nella Tabella 3 vengono specificate le caratteristiche del calcestruzzo ai fini della durabilità delle opere.
Tabella 3 – Massimo rapporto acqua/cemento ammesso e classi di esposizione
Classe di esposizione ambientale UNI EN 206 |
Massimo rapporto a/c |
XS2; XS3; XA3; XD3; XF4 |
0.45 |
XS1; XD2; XF2; XA2; XF3; XC4 |
0.50 |
XA1; XD1; XF1; XC3 |
0.55 |
XC1;XC2 |
0.60 |
X0 |
0,65 |
Noto il massimo rapporto acqua/cemento ammesso, attraverso dei diagrammi sperimentali è possibile risalire alla corrispondente resistenza a compressione.
Aria aggiunta In funzione dell'aggressività ambientale
La presenza di microbolle d'aria di diametro inferiore a 0.2 mm introdotte dall'azione di additivi aeranti consente, in prossimità dei pori capillari pieni d'acqua in fase di solidificazione, di scaricare la pressione idraulica grazie al trasporto d'acqua dai pori capillari verso le microbolle.
Ogni microbolla ha una sfera d'azione di diametro 0.2-0.3 mm la quale impedisce che la formazione di ghiaccio ingeneri pressioni idrauliche tali da provocare la disgregazione del calcestruzzo. Affinché il calcestruzzo sia quindi protetto da tali sollecitazioni è necessario che le microbolle siano uniformemente distribuite, di diametro inferiore a 0.2 mm e che le sfere di azione appartenenti alle singole microbolle siano sovrapposte.
La normativa UNI 9858 e la EN 206 prevede, ai fini della durabilità nei confronti del gelo-disgelo, che il calcestruzzo contenga dal 4 al 6% di aria aggiunta. In fase di mix design (progettazione della miscela) è' opportuno tenere conto poi dell'effetto di riduzione della resistenza a compressione conseguente alla presenza di aria aggiunta.
Tabella 6 – Aria aggiunta e classi di esposizione in funzione del diametro massimo
Classe di esposizione ambientale UNI EN 206 |
Aria aggiunta % |
||
Dmax 8 mm |
Dmax 16 mm |
Dmax 32 mm |
|
XF2 |
6 |
5 |
4 |
XF3 |
6 |
5 |
4 |
XF4 |
6 |
5 |
4 |
Lavorabilità in funzione della durabilità e della qualità della posa
La lavorabilità, indice delle proprietà e del comportamento del calcestruzzo nell'intervallo di tempo tra la produzione e la compattazione dell'impasto nella cassaforma, viene comunemente valutata attraverso
la misura della consistenza. Per raggiungere la giusta compattazione del getto in opera, la classe di consistenza del calcestruzzo al momento della posa dovrà essere sempre pari o superiore alla classe di abbassamento al cono S4.
Classi di consistenza inferiori possono essere considerate ma solo per particolari categorie di opere.
Tabella 7 - Classi di consistenza mediante misura dell'abbassamento al cono
Classe di consistenza |
Abbassamento, cm |
Denominazione corrente |
S3 |
da 10 a 15 |
Semifluida |
S4 |
da 16 a 21 |
Fluida |
S5 |
> 21 |
Superfluida |
Per i calcestruzzi reodinamici (in grado di cioè di autocompattarsi senza vibrazione esterna grazie alla sola energia del proprio peso) esistono prove di caratterizzazione specifiche effettuate ovviamente in assenza di costipazione meccanica.
Diametro massimo degli aggregati in funzione della geometria della struttura e della densità di armatura
In considerazione del tipo di geometria inoltre è necessario indicare nei disegni di progetto anche il diametro massimo dell'aggregato. Tale aspetto apparentemente banale evita di avere calcestruzzi con inerti di granulometria eccessivamente elevata in getti sottili o fortemente armati (con rischi di vespai e segregazione), betoncini o peggio ancora malte per getti di notevoli dimensioni (rischio di fessure da ritiro termico).
Come regola di base è corretto assumere che:
Dmax < 0.25 volte la dimensione minima (spessore) della struttura;
Dmax < 1.25 lo spessore del copriferro;
Dmax < della minima distanza tra le barre di armatura
Tabella 8 - Diametro massimo (mm) in funzione del tipo di geometria e densità di armatura
Sezione minima della strutttura |
Muri, travi e pilastri armati |
Muri non armati |
Solette molte armate |
Solette poco armate o non armate |
8 - 15 cm |
12,5 - 19.0 |
25 |
12.5 - 19.0 |
19.0 - 37.5 |
15 - 30 cm |
19.0 - 37.5 |
37,5 |
19.0 - 37.5 |
37.5 - 75 |
30 - 80 cm |
25.0 - 75.0 |
75 |
25.0 - 75.0 |
75.0 |
80 cm |
37.5 - 75 |
120 |
37.5 - 75 |
75 - 120 |
Copriferro in funzione dell'aggressività ambientale
Ai fini di preservare le armature dai fenomeni di aggressione ambientale è necessario prevedere un idoneo copriferro; il suo valore, misurato tra la parete interna del cassero e la generatrice dell'armatura metallica più vicina, individua il cosiddetto "copriferro nominale". Il copriferro nominale cnom è somma di due contributi, il copriferro minimo cmin e la tolleranza di posizionamento h.
Vale pertanto: cnom = c min + h. I valori di copriferro minimo In funzione delle classi di esposizione del calcestruzzo sono indicati in Tabella 5.
Tabella 5- Copriferro minimo e classi di esposizione
Classe di esposizione |
Cmin (mm) |
|
c.a |
c.a.p |
|
X0 |
15 |
30 |
XC1; XC2 |
20 |
30 |
XA1; XD1; XF1; XC3 |
25 |
35 |
XS1; XD2; XF2; XA2; XF3; XC4 |
35 |
40 |
XS2; XS3; XA3; XD3; XF4 |
35 |
40 |
REQUISITI DEL CALCESTRUZZO DURABILE E RIFERIMENTI NORMATIVI
Ai fini di una corretta scelta del tipo e classe di calcestruzzo occorre, oltre alle considerazioni di carattere strutturale (identificate con la Rck), classificare l'ambiente nel quale ciascun elemento strutturale dovrà essere inserito.
Per "ambiente", in questo contesto, s'intende l'insieme delle azioni chimiche e fisiche alle quali si presume che il calcestruzzo potrà essere esposto durante il periodo di vita delle opere e che causano effetti che non possono essere classificati come dovuti a carichi o ad azioni indirette (deformazioni impresse, cedimenti, variazioni termiche).
A seconda di tali azioni, sono individuate le classi e sottoclassi d'esposizione ambientale del calcestruzzo indicate di seguito (UNI EN 206 e Linee Guida sul calcestruzzo strutturale della Presidenza del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici).
Requisiti complementari possono portare inoltre per casi specifici alla richiesta ad esempio del contenimento della fessurazione in fase plastica attraverso l'aggiunta di fibre in poliacrilonitrile o un elevatissimo grado di impermeabilità raggiungibile con l'utilizzo di fumi di silice.
Il Progettista può riconoscere nella seguente tabella come per ottenere calcestruzzi durabili sia necessario progettare con classi più elevate rispetto alle classiche 25 o 30 MPa. Infatti nella zona azzurra sono evidenziate le compatibilità tra le classi di resistenza più ricorrenti (Rck 25 e 30 MPa) e i gradi di aggressività. Si noti che con queste classi il calcestruzzo non è quasi mai durabile !!!!!!! In giallo invece sono evidenziate le aree nelle quali la tradizionale classe 25 o 30 MPa non garantisce affatto durabilità e per le quali è necessario pensare a classi di resistenza adeguate. Nella maggior parte dei casi infatti la Rck necessaria a garantire durabilità è superiore alla Rck necessaria per la verifica strutturale.
|
Le classi di esposizione di tipo XF1, XF2, XF3, XF4 richiedono 4-6 % di aria aggiunta (+A) . Anche se la normativa non prevede espressamento l'aria aggiunta per la classe XF1 consigliamo vivamente di equipare questa classe alle altre di tipo F le quali tutti prevedono il calcestruzzo aerato.
La Rck relativa indicata in tabella tiene conto della riduzione di resistenza dovuta alla presenza di aria nell'impasto
Fonte: http://www.windcrete.it/file/guida%20alla%20specifica%20del%20cls.doc
Sito web da visitare: http://www.windcrete.it
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
Principi di valutazione per il certificato di verifica
Calcestruzzo pronto all'uso
Indice
1 Disposizioni generali
1.1 Campo di applicazione degli orientamenti
1.2 Norme applicabili
1.3 Visite di ispezione
1.4 Manuale sulla qualità
2 Personale
2.1 Direttore di produzione
2.2 Responsabile del controllo di qualità.
2.3 Laboratorio per il calcestruzzo
2.4 Supervisore di processo (tecnico del calcestruzzo)
3 Locali delle fabbriche di calcestruzzo pronto all'uso
4 Macchinari e impianti
4.1 Impianto di dosaggio
4.1.1 Ispezioni dell'impianto di dosaggio
4.1.2 Requisiti di accuratezza
4.2 Miscelazione del calcestruzzo
4.3 Macchine di prova
4.3.1 Compattatore per prove
4.3.2 Stampi campione
4.3.3 Misuratore del tenore d'aria (tenorimetro)
4.4 Betoniere e autobetoniere
5 Componenti del calcestruzzo
6 Composizione e produzione del calcestruzzo fresco
6.1 Dosaggio dei componenti
6.2 Miscelazione del calcestruzzo
6.3 Temperatura del calcestruzzo
7 Consegna
8 Orientamenti per il controllo di qualità
8.1 Disposizioni generali
8.2 Azioni da intraprendere in caso di qualità non conforme
8.3 Prove da eseguire sui componenti del calcestruzzo
8.3.1 Cemento
8.3.2 Aggregato.
8.3.3 Acqua
8.3.4 Additivi per miscelazione minerali come leganti e aggregati
8.4 Prove sul calcestruzzo fresco
8.4.1 Campionamento
8.4.2 Temperatura
8.4.3 Classi di lavorabilità
8.4.4 Tenore d'aria
8.4.5 Monitoraggio dell'effetto degli additivi per miscelazione
8.4.6 Monitoraggio dell'effetto degli additivi per miscelazione minerali
8.5 Prove sul calcestruzzo solidificato
8.5.1 Resistenza a compressione
8.5.2 Densità
8.5.3 Permeabilità all'acqua
8.5.4 Resistenza al gelo
9 Registri
10 Marcatura e indicazione delle proprietà
Il rilascio di un certificato di verifica si basa sulla legge concernente l'omologazione di determinati prodotti da costruzione (954/2012) e sul decreto del ministero dell'Ambiente concernente l'omologazione di determinati prodotti da costruzione (555/2013).
Un organismo approvato rilascia il certificato di verifica per un prodotto conforme ai requisiti del rispettivo gruppo di prodotti, sulla base dell'ispezione iniziale dello stabilimento di produzione e del controllo interno di qualità della produzione stessa, nonché monitorando ininterrottamente il controllo della produzione.
Il titolare di un certificato di verifica apporrà il marchio del certificato stesso sulla bolla di consegna del calcestruzzo pronto all'uso.
Norma SFS-EN 206 Calcestruzzo. Specifiche, rendimento, produzione e conformità
Norma SFS-EN 12620 Aggregati per il calcestruzzo
Norma SFS 7003 Caratteristiche e livelli dei requisiti degli aggregati per il calcestruzzo nelle diverse applicazioni
Norma SFS 7022 Calcestruzzo. Applicazione della norma SFS-EN 206 in Finlandia
Le versioni valide delle norme saranno a disposizione in fabbrica.
Le succitate norme si applicheranno nella loro totalità. Eventuali successivi riferimenti a punti specifici delle norme sono soltanto finalizzati ad agevolare l'uso del presente orientamento.
Si effettueranno due visite di ispezione l'anno. Qualora la produzione sia di entità ridotta, il numero delle visite si potrà diminuire di un'unità.
Norma SFS-EN 206: 9 Controllo della produzione
Un produttore terrà in fabbrica un manuale sul controllo della produzione, fondato sulle norme applicabili, e lo aggiornerà costantemente.
Norma SFS-EN 206: 9.6.1 Personale
In fabbrica, vi saranno un supervisore designato e un supplente per il calcestruzzo pronto all'uso.
In fabbrica, vi saranno un addetto designato al controllo di qualità e un supplente.
Il responsabile del controllo di qualità sarà incaricato della conformità ai requisiti del controllo di qualità interno e delle relazioni destinate all'organismo di ispezione.
Norma SFS-EN 206: 9.6.1 Personale
In fabbrica, vi saranno un tecnico di laboratorio designato per il calcestruzzo e un supplente.
Norma SFS-EN 206: 9.6.1 Personale
In fabbrica, vi saranno un supervisore di processo designato (tecnico del calcestruzzo) e un supplente.
Norma SFS-EN 206: 9.6.2.1 Stoccaggio dei materiali
Norma SFS-EN 206: 9.6.2 Impianti e stabilimento di produzione
Norma SFS-EN 206: 9.6.2.2 Impianto di dosaggio
Norma SFS-EN 206: 9.6.2.2 Impianto di dosaggio
Norma SFS-EN 206: 9.9 Procedure per il controllo della produzione
Norma SFS-EN 206: 9.7 Dosaggio dei componenti
Norma SFS-EN 206: 9.6.2.3 Miscelatori (betoniere)
Norma SFS-EN 206: 9.8 Miscelazione del calcestruzzo
Norma SFS-EN 206: 9.9 Procedure per il controllo della produzione
Norma SFS-EN 12390-4 Prove sul calcestruzzo solidificato. Parte 4: Resistenza a compressione. Specifiche per le macchine di prova
Norma SFS-EN 12390-1 Prove sul calcestruzzo solidificato. Parte 1: Forma, dimensioni e altri requisiti dei campioni e degli stampi
Norma SFS-EN 12350-7 Prove sul calcestruzzo fresco. Parte 7: Tenore d'aria. Metodi a pressione
Norma SFS-EN 206: 9.6.2.3 Miscelatori (betoniere)
Norma SFS-EN 206: 5.1 Requisiti basilari dei componenti
Norma SFS-EN 206: 5.2 Requisiti basilari della composizione del calcestruzzo
Norma SFS-EN 206: 9.6.2.1 Stoccaggio dei materiali
Norma SFS 7022
Norma SFS-EN 206: 5.2 Requisiti basilari della composizione del calcestruzzo
Norma SFS 7022
Norma SFS-EN 206: 9.8 Miscelazione del calcestruzzo
Norma SFS-EN 206: 9.7 Dosaggio dei componenti
Norma SFS-EN 206: 9.8 Miscelazione del calcestruzzo
Norma SFS-EN 206: 5.2.8 Temperatura del calcestruzzo
Norma SFS-EN 206: 7 Consegna del calcestruzzo fresco
Norma SFS-EN 206: 7.3 Bolla di consegna del calcestruzzo pronto all'uso
Norma SFS-EN 206: 8 Controllo di conformità e criteri di conformità
Norma SFS-EN 206: 9 Controllo della produzione
Norma SFS-EN 206: 8.4 Azioni da intraprendere in caso di mancata conformità del prodotto
Norma SFS-EN 206-1: 9.9 Procedure per il controllo della produzione
Norma SFS-EN 206: 9.9 Procedure per il controllo della produzione
Norma EN 12620 Aggregati per il calcestruzzo
Norma SFS-EN 206: 9.9 Procedure per il controllo della produzione
Norma SFS-EN 1008 Acqua di impasto per il calcestruzzo
Norma SFS-EN 206: 9.9 Procedure per il controllo della produzione
Norma SFS 7022
Norma SFS-EN 206: 9.5 Composizione del calcestruzzo e prove iniziali sullo stesso
Norma SFS-EN 12350-1 Prove sul calcestruzzo fresco. Parte 1: Campionamento
Norma SFS-EN 206: 9.9 Procedure per il controllo della produzione
Norma SFS-EN 206: 4.2.1 Classi di lavorabilità
Norma SFS-EN 206: 5.4.1 Lavorabilità
Norma SFS-EN 206: 8.2.3 Controllo di conformità delle proprietà diverse dalla resistenza
Norma SFS-EN 206: 9.9 Procedure per il controllo della produzione
Norma SFS 7022: Allegato A
Norma SFS-EN 206: 5.4.3 Tenore d'aria
Norma SFS-EN 206: 8.2.3 Controllo di conformità delle proprietà diverse dalla resistenza
Norma SFS-EN 206: 9.9 Procedure per il controllo della produzione
Norma SFS 7022: Allegato A
Norma SFS-EN 206: 5.2.6 Uso di additivi per miscelazione
Norma SFS-EN 206: 9.5 Composizione del calcestruzzo e prove iniziali sullo stesso
Norma SFS-EN 206: 9.9 Procedure per il controllo della produzione
Norma SFS 7022: 5.2.5 Additivi per miscelazione
Norma SFS 7022: 5.3 Requisiti delle classi di carico
Norma SFS 7022: Allegato A
Norma SFS-EN 206: 5.2.5 Additivi per miscelazione
Norma SFS-EN 206: 9.5 Composizione del calcestruzzo e prove iniziali sullo stesso
Norma SFS-EN 206: 9.9 Procedure per il controllo della produzione
Norma SFS-EN 206: 4.3 Classi delle proprietà del calcestruzzo solidificato
Norma SFS-EN 206: 5.5 Requisiti del calcestruzzo solidificato
Norma SFS-EN 206: 8 Controllo di conformità e criteri di conformità
Norma SFS-EN 206: 9.5 Composizione del calcestruzzo e prove iniziali sullo stesso
Norma SFS-EN 206: 9.9 Procedure per il controllo della produzione
Norma SFS-EN 206: 8.2.1 Controllo di conformità della resistenza a compressione
Norma SFS-EN 206: 9.9 Procedure per il controllo della produzione
Norma SFS-EN 206: 5.5.2 Densità
Norma SFS-EN 206: 8.2.3.2 Condizioni per la conformità delle proprietà diverse dalla resistenza
Norma SFS-EN 206: 9.9 Procedure per il controllo della produzione
Norma SFS-EN 206: 5.5.3 Permeabilità all'acqua
Norma SFS 7022: 5.3 Requisiti delle classi di carico
Norma SFS 7022: Allegato A Monitoraggio della resistenza del calcestruzzo al gelo e verifica della conformità
Norma SFS-EN 206: 9.3 Dati registrati e altri documenti
Il marchio del certificato di verifica si utilizzerà sulla bolla di consegna del calcestruzzo pronto all'uso.
Le proprietà del calcestruzzo pronto all'uso si indicheranno nei seguenti documenti di accompagnamento del prodotto (bolla di consegna) (7.2).
Proprietà del calcestruzzo pronto all'uso da specificare:
a) Per il calcestruzzo basato sulle proprietà:
— classe di resistenza
— classi di carico e vita utile programmata
— classe di tenore di cloruri
— classe di lavorabilità o valore obiettivo di lavorabilità
— valori limite per la composizione del calcestruzzo, qualora formino parte della classificazione dello stesso
— tipo di cemento e classe di resistenza dello stesso, qualora formino parte della classificazione del calcestruzzo
— additivi (per miscelazione) e aggregati, qualora formino parte della classificazione del calcestruzzo
— proprietà speciali, a richiesta
— granulometria nominale massima dell'aggregato
— classe di densità o densità obiettivo per il calcestruzzo leggero e pesante
b) Per il calcestruzzo basato sulla composizione:
— composizione particolareggiata: ad es., quantità di cemento e tipo di additivo (per miscelazione), qualora applicabile
— rapporto acqua-cemento oppure classe di lavorabilità o valore obiettivo di lavorabilità, sulla base delle specifiche
— granulometria nominale massima dell'aggregato
Fonte: http://ec.europa.eu/growth/tools-databases/tris/en/index.cfm/search/?trisaction=search.detail&year=2015&num=175&dLang=IT
Sito web da visitare: http://ec.europa.eu
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
Il testo è di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente i loro testi per finalità illustrative e didattiche. Se siete gli autori del testo e siete interessati a richiedere la rimozione del testo o l'inserimento di altre informazioni inviateci un e-mail dopo le opportune verifiche soddisferemo la vostra richiesta nel più breve tempo possibile.
I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano!" Isaac Newton. Essendo impossibile tenere a mente l'enorme quantità di informazioni, l'importante è sapere dove ritrovare l'informazione quando questa serve. U. Eco
www.riassuntini.com dove ritrovare l'informazione quando questa serve