Illuminazione terminologia

Illuminazione terminologia

 

 

 

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Illuminazione terminologia

A
Abbagliamento
Termine che comprende la dimi- nuzione delle capacità visive od il disturbo della percezione dovuto a luminanze elevate od a contrasti di luminanza di un ambiente visivo. Si distingue tra abbagliamento fisiologico, per cui si ha una riduzione obiettiva delle capacità visive, e l'abbagliamento psicologico, per cui un disturbo soggettivo della percezione è creato da un errato rapporto tra
luminanza e contenuto infor- mativo dell'area osservata. L'ab- bagliamento può essere causato dalle sorgenti luminose stesse (abbagliamento diretto) o dalla
riflessione delle sorgenti lumi- nose (abbagliamento riflesso).

Accenditore
Dispositivo che consente l'accen- sione delle lampade a scarica generando dei picchi di tensione.

Accomodazione visiva Adattamento dell' occhio per rappresentare in modo nitido gli oggetti situati a diverse distanze. Ha luogo con la deformazione del cristallino

Adattamento
Adeguamento dell'occhio alle
intensità luminose e lumi- nanze nel campo visivo. Esso ha luogo dapprima con la dilatazione o con il rimpicciolimento delle pupille, in misura molto maggiore però con la variazione della sen- sibilità dei recettori sulla retina e con il passaggio tra l'impiego dei dei recettori coni e l'impiego dei recettori bastoncelli (vedi anche
Occhio).

Adattamento al colore
Adattamento dell'occhio alla
colore della luce di un am- biente. Consente una percezione del colore sostanzialmente natu- rale anche in presenza di diversi effetti cromatici.

Adattatore
Elemento di un apparecchio per il collegamento meccanico ed elet- trico, in particolare nei faretti o nei washer per binari elettrificati.

Alette antiabbagliamento Denominazione delle alette dispo- ste ad angolo retto, quali quelle impiegate soprattutto nei proiet- tori da palcosce-nico per ridurre l'abbagliamento diretto.

Angolo antiabbagliamento dell’apparecchio
Angolo al di sopra del quale non è visibile nessuna riflessione orientata della sorgente luminosa nel riflettore. Nei riflettori Darklight l'angolo antiabbaglia- mento dell’apparecchio è identico all' angolo di schermatura della lampada.

Angolo di distribuzione
Semiangolo di distribuzione

Angolo di schermatura della lampada
Nei downlight, l'angolo tra il piano orizzontale e una retta
che passa per il bordo dell'appa- recchio e per il bordo della sorgente luminosa. Assieme all' angolo antiabbagliamento dell’apparec- chio è una misura per il com- fort visivo di un apparecchio.

Angolo visivo
Angolo con il quale viene perce- pito l'oggetto osservato; misura la grandezza dell'immagine dell'og- getto sulla retina.

Apparecchi con schermo la- mellare
Definizione comune per apparec- chi rettangolari ed allungati, dotati di lampade fluorescenti e spesso cor-redati di moduli a specchio, a prisma o antiabbagliamento.

Apparecchi per ambienti di lavoro
Apparecchi di illuminazione dotati prevalentemente di lampade
fluorescenti o di lampade alogene compatte e a contenuto consumo energetico, con testa posizionabile a piacere, caratteriz- zati da una buona schermatura per poter essere utilizzati in diversi tipi di postazioni di lavoro.

Apparecchi per illuminazione segnaletica
Apparecchi conformi agli apparec- chi per l'illuminazione di sicurezza a norma; le scritte sono illuminate dall'interno.

Apparecchi per pittogrammi Spesso in conformità formale con gli apparecchi per l'illuminazione di sicurezza a norma; i pittogrammi sono illuminati dall'interno.

Apparecchio da incasso nel pavimento
Un apparecchio incassato a filo del pavimento, con alto grado di protezione; serve da guida per

i percorsi ed a creare un'illumina- zione drammatica di oggetti e dettagli architettonici.

Apparecchio da incasso nel soffitto
Downlight

Apparecchio di illuminazione Oggetto che contiene una lam- pada e serve all'illuminazione. La
lampada è fissata tramite il
portalampada. I riflettori servono all' orientamento della luce. Gli apparecchi possono es- sere installati nell'architettura ad esempio come apparecchi fissi ad incasso, a plafone, a sospensione od a piantana, oppure possono essere orientati con direzione variabile della luce come apparec- chi mobili per binari elettrificati.

Architettura solare
Architettura orientata all'impiego dell'energia solare e della luce diurna come fonte di luce e di energia.

Assorbimento
Capacità delle sostanze di non riflettere né trasmettere la luce. La misura è il grado di assorbi- mento, che è definito come il rapporto tra il flusso luminoso assorbito e quello incidente.

Attacco della lampada Elemento della lampada che serve a creare il collegamento elettrico con il portalampada dell’ apparecchio di illumina- zione.

B
Bianco caldo, ww
Colore della luce

Bianco diurno, tw
Colore della luce

Bianco neutro, nw
Colore della luce

Binari elettrificati
Base per una soluzione illumino- tecnica variabile, adattabile alle spe-cifiche esigenze. È sempre corredabile con gli apparecchi più adatti ai diversi usi. In genere è preferibile l'impiego di faretti e washer, in particolare nelle aree espositive e di presentazione.

Brillantezza
Effetto luminoso, sulle superfici lucide o sui materiali trasparenti. La brillantezza deriva dalla rifles- sione della sorgente luminosa
o dalla rifrazione della luce; si ha brillantezza quando la luce proviene da sorgenti luminose puntiformi orientate.

Bruciatore in ceramica Bruciatore di lampade a sca- rica ad alta pressione. La tecnica con bruciatore in ceramica offre il vantaggio di una maggiore stabi- lità cromatica e di una effi- cienza luminosa superiore rispetto alla tecnologia al quarzo.

C
Candela, cd
Unità di misura dell' intensità luminosa; misura fondamentale dell'illuminotecnica. 1 cd è defi- nita come l'intensità luminosa emessa da una sorgente luminosa monocromatica con una potenza di irradiazione pari a 1/683 W a 555 nm.

Capacità visiva
Espressione riferita alla capacità di percezione dell' occhio o alle caratteristiche visive dell'oggetto da percepire. La difficoltà di una percezione visiva aumenta al ridursi del contrasto di colore
o di luminanza e al ridursi delle dimensioni dei dettagli.

Cilindro antiabbagliamento Elemento per la schermatura delle componenti di luce diretta dalla
lampada nella direzione di irradiazione dell' apparecchio di illuminazione. Il cono lumi- noso viene limitato alla direzione principale di irradiazione e le componenti di disper-sione della luce vengono ridotte o completa- mente eliminate.

Classe di protezione
Negli apparecchi di illuminazione è la classificazione delle misure che impediscono che le compo- nenti in metallo con le quali si può entrare in contatto siano sotto tensione in caso di mal- funzionamento.

Colore della luce
Colore della luce emanata da una
lampada. La tonalità cromatica della luce può essere indicata
con delle coordinate x e y come punto cromatico nel sistema colorimetrico standard, e per lam-

pade di colore bianco può essere indicata anche come tempera- tura colore. Per le tonalità di luce bianca esiste inoltre una classifica- zione di massima che distingue le tonalità bianco caldo (ww), bianco neutro (nw) e bianco da luce diurna (tw). Le stesse tonalità di luce pos- sono avere diverse distribuzioni dello spettro e di conseguenza una diversa resa cromatica.

Comfort visivo
Il comfort visivo consiste nella qualità di una illuminazione con riguardo ad es. a intensità lumi- nosa, assenza di abbagliamento e
resa cromatica.

Compensazione cromatica Processo dell'illuminotecnica per la correzione della colore della luce di diversi apparecchi con sin- tesi croma-tica in RGB, per garan- tire un effetto cromatico unitario in un compito di illuminazione.

Componentistica
Componenti necessari per il
funzionamento delle sorgenti
luminose. In genere si tratta di
reattori per la limitazione della tensione e di starter o
dispositivi di accensione per il funzionamento di lampade a scarica o di trasformatori per il funzionamento di lampade alogene a bassa tensione.

Conchiglia
Sezione di cono luminoso

Conduttore della luce Strumento ottico per guidare la luce a piacere in delle guide, anche curve. La luce viene tra-
sportata con la riflessione totale in guide cilindriche piene o cave in materiale trasparente (tubi o barre in vetro o in fibre plastiche).

Coni
Occhio

Cono luminoso
Definizione di un cono di luce che esce da un riflettore di norma a simmetria rotazionale. Il sistema ottico dell'appa-recchio determina se il gradiente del margine di questo cono sia netto o sfumato. Nei faretti, il cono luminoso può essere orientato flessibilmente mediante rotazione e inclinazione.

Contrassegni degli apparecchi Le caratteristiche illuminotecniche vengono descritte con la curva di distribuzione dell'intensità lumi-

nosa, il rendimento, il tipo e la potenza massima della lampada; le caratteristiche tecniche di sicurezza vengono descritte con l'indicazione della classe di protezione e con il grado di protezione.

Contrasto
Differenza di luminanza o di tonalità cromatica tra due oggetti o tra un oggetto e l'ambiente
che lo circonda. Al diminuire del contrasto aumenta la difficoltà dell'esercizio visivo.

Controluce
Tipo d'illuminazione in cui la luce colpisce l'oggetto da dietro, facendo cadere l'ombra davanti. Sul lato superiore dell'oggetto può essere presente un profilo luminoso. Nell'illuminazione tea-
trale il controluce è impiegato per creare un effetto drammatico.

Conversione della luminescenza Conversione di uno spettro dato in uno spettro diverso mediante sostanze fluorescenti. Questa tec- nica viene impiegata nei LED
o nelle lampade fluorescenti per produrre luce visibile dalle radiazioni ultraviolette.

Coolbeam
Riflettore a irradiamento freddo

Corpo radiante
Sorgente radiante che emette della luce riscaldando un mate- riale; normalmente il tungsteno è il materiale impiegato per le
lampade ad incandescenza.

Costanza
Capacità della percezione visiva di riconoscere determinate carat- teristiche non mutevoli degli oggetti (grandezza, forma, grado di riflessione, colore) nonostante le variazioni nell'ambiente circo- stante (variazione della distanza,
della collocazione spaziale, dell'illu- minazione). I fenomeni di costan- za sono una condizione fonda- mentale per la ricostruzione di un'immagine ordinata della realtà dai mutevoli schemi di luminanza percepiti dalla retina.

Curva di distribuzione dell'in- tensità luminosa
La curva di distribuzione dell'in- tensità luminosa (LVK) è definita come la sezione di un corpo di distribuzione dell'intensità lumi- nosa che rappresenta le inten- sità luminose di una sorgente

luminosa per tutti gli angoli solidi. Per sorgenti luminose a simme- tria rotazionale la distribuzione dell'intensità luminosa può essere caratterizzata da una unica curva di distribuzione dell'intensità lumi- nosa, per sorgenti luminose a simmetria assiale sono necessarie due o più curve. Di regola le curve di distribuzione dell'intensità lumi- nosa sono rappresentate su di un diagramma a coordinate polari. Per i proiettori la rappresentazione è in coordinate car-tesiane.

D
DALI
Acronimo di Digital Addressable Lighting Interface.

Dark Sky
Termine della programmazione lumi-nosa per un'illuminazione che eviti l' inquinamento lumi- noso negli spazi esterni per evitare l'illuminazione del cielo notturno.

Diagramma della isoluminanza Diagramma per la rappresenta- zione della distribuzione della
luminanza, in cui vengono rappresentate su di un piano di riferimento le linee sulle quali si riscontra la stessa luminanza.

Diagramma isolux Diagramma per la rappresenta- zione della distribuzione dell'il- luminamento, in cui vengono rappresentate su di un piano di
riferimento le linee sulle quali si riscontra lo stesso illuminamento.

Diametro del cono luminoso
Il diametro del cono luminoso varia in funzione del semi- angolo di distribuzione e della distanza dall' appa-recchio.

Diffusore
Elemento ottico per diffondere i raggi luminosi ed ammorbidire
i contorni del cono luminoso. Sull'apparecchio il diffusore serve per ridurre la luminanza della lampada e quindi l'abbagliamento.

Digital Addressable Lighting Interface
Protocollo di comando digitale per la programmazione lumi- nosa nell'architettura. Il sistema permette il comando individuale degli apparecchi e può essere integrato come un sistema subor- dinato ed autonomo nei sistemi di comando di un edificio.

Dimmer
Dispositivo di regolazione per definire in modo continuo il
flusso luminoso di una sor- gente luminosa con un comando dell'anticipo di fase a perdita di tensione limitata. Utilizzabile con
lampade ad incandescenza,
lampade alogene a bassa ten- sione e lampade fluorescenti. La dimmerazione di lampade a scarica ad alta pressione è pos- sibile tecnicamente, ma poco utilizzata.

Dispersione luminosa Diffusione indesiderata della luce al di fuori del cono di luce. La dispersione luminosa può causare abbagliamento o, all'esterno, essere ad esempio un fattore di
inquinamento luminoso.

Dissolvenza
Sovrapposizione di situazioni lumi-nose. L'apertura di una dis- solvenza indica il richiamo di una situazione luminosa, la chiusura indica la fine della dissolvenza.

DMX
Acronimo di Digital Multiplexed. Questo protocollo di comando digitale trova applicazione soprat- tutto per la programmazione luminosa nell'illuminazione dei palcoscenici.

Downlight
Apparecchio in genere di piccole dimensioni con un'apertura cir- colare o rettangolare. I downlight sono concepiti per l'incasso nel soffitto o per il montaggio a plafone od a sospensione. La loro luce è orientata principalmente, ma non esclusivamente, verso il basso, su superfici orizzontali.

Downlight a doppio fuoco Downlight dotato di un sistema di riflettori ellittici e darklight come chiusura dell'apparecchio; pur richiedendo un foro nel contro- soffitto molto piccolo, offre una potenza luminosa molto elevata.

Downlight-doppio wallwasher Apparecchio che nei passaggi serve all'illuminazione omoge- nea delle pareti parallele e della superficie del pavimento.

Downlight-wallwasher Apparecchio con una combina- zione di riflettore darklight e riflettore ellissoidale che offre un’illuminazione omogenea della parete con il massimo del comfort visivo; la condizione è una dispo-

sizione omogenea dei wallwasher in una linea parallela alla parete.

Durata utile
Durata utile della lampada

Durata utile della lampada Per le lampade ad incandescenza dipende dalla durata utile fino al
guasto del 50% delle lampade. Per le lampade a scarica e per i LED è la durata fino alla riduzione del 50% del flusso luminoso dell'im- pianto di illuminazione dovuto
a guasti delle lampade e cali del flusso luminoso.

E
Effetto stroboscopico
Effetti di sfarfallamento o varia- zione apparente della velocità di oggetti in movimento sotto una luce pulsante (per la frequenza di rete) fino all'arresto apparente od all'inversione del senso di movi- mento. Gli effetti stroboscopici si verificano nell'illuminazione con
lampade a scarica. Si può ovviare al fenomeno con un fun- zionamento a spostamento di fase (circuito duo, allacciamento a rete trifase) o mediante reattori elettronici ad alta frequenza.

Efficienza luminosa
Unità: Lumen/Watt (lm/W). L'effi- cienza luminosa è definita come il rapporto tra il flusso luminoso emanato e la potenza elettrica impiegata da una lampada.

Elementi TWD a luce diurna TWD è l'indicazione per un iso- lante termico trasparente. Gli elementi TWD a luce diurna sono elementi in plastica disposti tra lastre di vetro, caratterizzati da un elevato grado di trasmissione della luce ed un basso grado di permeabilità al calore; sono adatti per l'illuminazione di ambienti interni con luce diurna.

Ethernet
Tecnologia di rete per network locali che consente uno scambio di dati tra tutti gli apparecchi col- legati ad una locale rete LAN.

EULUMDAT
Formato dati europeo in lumen per la descrizione della distri- buzione dell'intensità luminosa degli apparecchi.

F
Faretto
Apparecchio con una distribu- zione della luce marcatamente orientata, può essere ruotato e girato verso i punti dell'ambiente da illuminare; impiegato preferi- bilmente su binari elettrificati.

Faretto direzionale Normalmente un apparecchio ad incasso la cui distribuzione della luce è regolabile in una gamma di angola-tura definita (ampiezza di inclinazione e di rotazione); appa- recchi adatti ad aree di vendita
e all'illuminazione di ambienti espositivi.

Fattore di calcolo
Valore reciproco del fattore di riduzione; nella progettazione di un nuovo impianto tiene conto degli effetti dell'invecchiamento delle lampade, dei guasti alle lampade e dell'imbrattamento dell'impianto. Il valore da nuovo dell'illuminamento è superiore al valore di progettazione nella misura del fattore di calcolo.

Fattore di durata della lampada Valore di calcolo per il piano di manutenzione di un impianto d'illuminazione, che tiene conto della differenza della durata delle singole lampade rispetto alla durata media, oppure del guasto prematuro in caso di scadenze fisse di manutenzione.

Fattore di manutenzione del flusso luminoso della lampada Valore di calcolo per il piano di manutenzione di un impianto d'il- luminazione, che tiene conto della diminuzione del flusso luminoso in seguito all'invecchiamento della lampada.

Fattore di manutenzione dell'ambiente
Valore di calcolo per il piano di manutenzione di un impianto d'il- luminazione, che tiene conto della diminuzione del flusso luminoso in seguito all'accumulo di sporco sulle superfici che delimitano l'ambiente.

Fattore di manutenzione dell'apparecchio
Valore di calcolo per il piano di manutenzione di un impianto d'illu- minazione, che tiene conto della diminuzione del flusso luminoso di un apparecchio in seguito al deposito di sporco su di esso e alla tipologia dell'apparecchio stesso.

Fattore di rendimento dell'am- biente
Il rendimento dell'ambiente descrive gli influssi della geo- metria dell'ambiente e dei gradi di riflessione delle superfici che delimitano l'ambiente stesso, sulle dimensioni del flusso lumi- noso che investe un piano utile definito.

Fattore di riduzione
Fattore di calcolo

Filtro
Elemento ottico per una tras- missione selettiva della luce. Viene trasmessa solo una parte della
radiazione incidente, e quindi viene emessa luce colorata o vengono filtrate le componenti invisibili delle radiazioni (ultra- violette, infrarosse). Gli effetti
di filtro vengono ottenuti tramite
assorbimento (filtro di assorbi- mento) o riflessione (filtro a riflessione). I filtri interferenziali
sono dei filtri a riflessione effi- caci grazie ad uno speciale rivesti- mento vaporizzato.

Filtro colorato
Filtro

Filtro interferenziale
Filtro

Flood
Denominazione d'uso corrente per i riflettori o le lampade con riflettore a fascio largo.

Fluorescenza
Nella fluorescenza alcune sostanze vengono sollecitate ed indotte a diventare luminose da radiazioni, producendo una luce la cui lun- ghezza d'onda è sempre maggiore di quella della radiazione eccitante. La fluorescenza trova impiego soprattutto nelle lampade fluore- scenti, che convertono le radia- zioni ultraviolette in luce visibile.

Flusso luminoso
Unità: Lumen (lm). Il flusso lumi- noso descrive l'intera potenza luminosa emessa da una sorgente luminosa. Lo si calcola dalla
potenza di irradiazione dello spettro attraverso la valutazione con la sensibilità dell' occhio alla luce dello spettro.

Fotometro
Strumento per la misurazione delle grandezze illuminotecniche (fotometria). La grandezza misurata in via primaria è l' illumina-

mento, le altre grandezze vengo- no ricavate dall' illuminamento stesso. I fotometri sono adattati alla sensibilità dell' occhio alla luce dello spettro. Per la deter- minazione della distribuzione luminosa degli appa-recchi sono necessari degli speciali dispositivi di misurazione (Goniofotometri).

Fovea
Occhio

G
Gateway
Convertitore di protocollo che consente la comunicazione di diversi protocolli in un network.

Global illumination
Procedura di calcolo che nella grafica tridimensionale compu- terizzata indica la simulazione di tutte le possibilità di diffusione dei raggi di luce.

Gobo
Nell'illuminazione con faretti è un termine in uso per indicare una sagoma od una mascherina che con l'ausilio di un sistema di riproduzione ottica viene pro iettata e produce degli effetti luminosi.

Grado di protezione
Indicazione della sicurezza di un
apparecchio. La combinazione di due cifre indica il tipo di pro- tezione di un apparecchio di illu- minazione dall'infiltrazione di corpi estranei ed acqua.

Grado di rendimento dell'appa- recchio di illuminazione
Il grado di rendimento di un apparecchio di illuminazione è il rapporto tra il flusso luminoso emesso e il flusso luminoso creato dalla lampada all'interno dell'ap- parecchio stesso. Viene indicato anche con l'acronimo LOR (light output ratio).

H
HDR
Acronimo di High Dynamic Range

High Dynamic Range Indicazione di un rapporto molto elevato del contrasto in un’imma- gine digitale. Le immagini in for-

mato HDR possono registrare un maggiore contrasto di luminanza rispetto a quelle in Low Dynamic Range con 255 gradazioni.

Hub
Snodo per il collegamento di seg- menti di rete o anche di altri hub, ad esempio via Ethernet.

I
IES
Formato dati internazionale per la descrizione della distribuzione dell'intensità luminosa degli apparecchi.

ILCOS
Acronimo di International Lamp Coding System. Sistema uni- ficato di codificazione delle lampade.

Illuminamento
Unità di misura: lux (lx). L'illu- minamento è definito come il rapporto tra il flusso luminoso incidente su di una superficie e la dimensione di tale superficie.

Illuminamento puntiforme
Contrariamente all' illumina- mento medio, l'illuminamento puntiforme descrive l'illumi-
namento in un punto definito dell'ambiente.

Illuminazione d'accento
Accentuazione di oggetti o di
singole parti dell'ambiente tra- mite un'illuminazione mirata, più intensa dell'illuminazione generale.

Illuminazione dei locali di vendita
Si basa sugli elementi dell' illu- minazione generale orizzontale e verticale e sull' illuminazione d'accento; l'illuminazione a più componenti con lampade a scarica (illuminazione generale)
e lampade alogene (illumina- zione d'accento) può diventare un elemento fondamentale della corporate identity di un'impresa.

Illuminazione d'emergenza Denominazione per illuminazione delle vie di fuga con apparecchi d'emergenza e di indicazione delle vie di fuga con apparecchi per l'illuminazione di sicurezza.

Illuminazione della singola postazione
Al contrario dell' illuminazione generale, è un'illuminazione orientata ad una specifica posta- zione di lavoro, ad esempio per mezzo di apparecchi per postazioni di lavoro.

Illuminazione delle architetture Espressione che indica i concetti illuminotecnici che impiegano
luce diurna e luce artificiale, in cui le soluzioni tecniche sono parte integrante dell'architettura.

Illuminazione di ambienti espositivi
Un'illuminazione pensata per l'ac- centuazione visiva degli oggetti esposti; può essere eseguita con un'illuminazione omogenea o con degli accenti. Nei musei e nelle gallerie ha particolare importanza la protezione dalla luce.

Illuminazione di completamen- to della luce diurna Illuminazione addizionale ed arti- ficiale, soprattutto negli ambienti profondi, illuminati da finestre disposte su di un solo lato. L'illu- minazione complementare per
la luce diurna compensa l'insuffi- cienza di illuminamento nelle zone più distanti dalle finestre.

Illuminazione di musei Esempio particolare di illumi- nazione di ambienti espositivi; pone delle esigenze particolari
di illuminazione dell’architettura, di distribuzione della luce sugli oggetti esposti e di protezione dalla luce.

Illuminazione di postazioni di lavoro
In generale l'illuminazione delle postazioni di lavoro. In particolare un'illuminazione distinta dall'illu- minazione generale, mirata alle specifiche esigenze visive delle postazioni di lavoro.

Illuminazione di postazioni di lavoro con monitor Illuminazione negli edifici ammi- nistrativi, rigidamente regolata da direttive ed ordinamenti, si contraddistingue per le elevate esigenze in tema di livello di illu-
minazione, distribuzione della luce e limitazione della luminanza, in particolare per la prevenzione di riflessi luminosi sugli schermi, sulle superfici di lavoro e sulle tastiere.

Illuminazione di riempimento Tipo d'illuminazione per illumi- nare in modo discreto con una luce morbida un oggetto, una situazione od un'ombra, senza
essere percepita consapevolmente dall'osservatore. L'illuminazione di riempimento integra l' illumi- nazione principale.

Illuminazione di uffici
È orientata in modo specifico alle esigenze delle prestazioni di lavoro dotate di monitor; vedere illumi- nazione di postazioni di lavoro con monitor. Vi è una distinzione tra l' illuminazione generale, l'illu- minazione generale orientata alla postazione di lavoro e l' illumi- nazione della postazione di lavoro individuale.

Illuminazione diretta
Illuminazione emanata dagli apparecchi direttamente sul piano utile, ad esempio dai downlight.

Illuminazione generale Illuminazione uniforme di un ambiente nel suo complesso, non mirata alla creazione di specifici effetti visivi.

Illuminazione indiretta Illuminazione emanata da appa- recchi di illuminazione, ad esem- pio da Uplight, indirettamente sul piano utile, attraverso delle superfici di riflessione.

Illuminazione multifunzionale Esigenza di illuminazione tipica negli Hotel e nelle sale con- gressi, per seminari, conferenze, ricezione ed intrattenimento.
L'illuminazione multifunzionale è realizzata con diverse compo- nenti illuminotecniche, attivate
separatamente e congiuntamente, spesso coordinate con pro- grammazioni luminose.

Illuminazione per hotel
Gli Hotel sono aree pubbliche che richiedono una illuminazione particolarmente esigente sulla qualità della progettazione illu- minotecnica. L’illuminazione per hotel comprende l'illuminazione orientata all'architettura nella
zona della reception, un'illumina- zione di atmosfera nell'area del ristorante, un'illuminazione multi- funzionale nei centri congressi, un'illuminazione economica nelle zone di transito e delle atmosfere luminose tipiche di ambienti pri- vati nelle stanze.

Illuminazione per ristoranti Caratteristiche: illuminazione generale limitata, luce focalizzata sui tavoli, accentuazione delle diverse aree dell'ambiente e
delle decorazioni. Impiego della
programmazione luminosa per adeguare l'illuminazione degli ambienti alle diverse necessità del giorno e della sera.

Illuminazione per vetrine Formalmente in stretta connes- sione con l' illuminazione dei locali di vendita; comprende in prevalenza l'impiego di illu- minazione d'accento, spesso con effetti scenici teatrali mediante l'utilizzo di luce colorata, di pro- iezioni luminose e di program- mazione luminosa dinamica.

Illuminazione principale
Tipo di illuminazione che tramite una illuminazione d'accento determina sostanzialmente la percezione di un oggetto o di una situazione. Per evitare contrasti troppo forti serve una illumi- nazione di riempimento.

Indice di resa cromatica
Grado di alterazione dei colori sotto una data illuminazione
in confronto ad una sorgente luminosa di riferimento. L'indice ottimale di resa cromatica Ra è pari a 100.

Inquinamento luminoso Espressione che indica un'emis- sione di luce che, per l' inten- sità dell'illuminazione, per la
direzione della luce o per lo
spettro luminoso, in un dato contesto causa dei fastidi. Negli ambienti esterni l'inquinamento luminoso causa uno schiarimento del cielo notturno. Le sue conse- guenze sono lo spreco di energia e degli effetti negativi sulla flora e sulla fauna. Nella progettazione illuminotecnica la prevenzione dell'inquinamento luminoso viene detta anche Dark Sky.

Intensità dell'irradiazione Indica la potenza di irradiazione per metro quadrato; il valore massimo per la luce diurna è di
circa 1 kW/m2.

Intensità luminosa
Unità: Candela (cd). L'intensità luminosa è il flusso luminoso emesso in un angolo solido (lm/sr).
La distribuzione nello spazio dell'intensità luminosa di una sorgente luminosa costituisce
il corpo di distribuzione dell'in- tensità luminosa.

Interferenza
Fenomeno fisico nella sovrappo- sizione di onde fuori fase che
può portare all'attenuazione selettiva delle gamme d'onda.
L'interferenza viene utilizzata nei
filtri e nei riflettori per la
trasmissione selettiva o la
riflessione della luce.

Irradiazione globale
Somma di irradiazione solare e di irradiazione dal cielo.

K
KNX
Abbreviazione di Konnex. Sistema digitale standardizzato per il sistema di comando dell'edificio, ad esempio per illuminazione, riscaldamento e aerazione.

L
Lampada
Sorgente luminosa elettrica, ad esempio lampade ad incande- scenza, lampade a scarica,
LED. In un apparecchio di illuminazione serve a produrre la luce e la sua luce può essere orientata sugli oggetti tramite
riflettori.

Lampada a scarica
Sorgente luminosa nella quale la luce viene emessa per effetto di scariche elettriche liberate nei
gas o nei vapori metallici. Si distin- gue tra lampade a scarica a bassa e ad alta pressione. Fanno parte delle lampade a scarica a bassa
pressione le lampade fluore- scenti e le lampade fluorescenti compatte. In esse la luce viene creata con la sollecitazione delle sostanze fluorescenti con delle radiazioni. Fanno parte delle lam- pade a scarica ad alta pressione le
lampade ai vapori di mercurio, le lampade ad alogenuri metal- lici e le lampade ai vapori di sodio ad alta pressione. Emettono il loro spettro della luce a causa della loro elevata pressione di esercizio.

Lampada a scarica a bassa pressione
In questa classificazione rientrano le lampade fluorescenti e le lampade fluorescenti compatte.

Lampada a scarica ad alta pressione
In questa classificazione rientrano le lampade ai vapori di mer- curio, le lampade ad alogenuri metallici e le lampade ai vapori di sodio ad alta pressione.

Lampada ad alogenuri metallici Lampada a scarica ad alta pressione, riempita di alogenuri metallici. Partendo da numerose sostanze iniziali si possono ottenere miscele di vapori che per effetto della scarica emettono efficienze luminose elevate con una buona
resa cromatica.

Lampada ad incandescenza
Corpo radiante che emette la luce in seguito al surriscalda-
mento di una spirale di tungsteno incandescente. La spirale incan- descente è situata in un bulbo in vetro riempito di un gas inerte (azoto od un gas nobile) per pre- venire l'ossida-zione della spirale e per rallentare l'evaporazione del materiale della spirale. Ci sono molti diversi tipi di lampade ad incandescenza; i gruppi princi- pali sono le lampade di uso comu- ne, a forma di goccia, dal bulbo trasparente o smeri-gliato, le
lampade con riflettore incor- porato, caratterizzate da diversi tipi di specchi interni, e le lam- pade PAR, in vetro stampato e con riflettori parabolici integrati.

Lampada ai vapori di mercurio ad alta pressione
Lampade a scarica ad alta pressione contenenti vapori di mercurio. A diffe-renza della
scarica a bassa pressione, che irradia quasi esclusivamente
raggi ultravioletti, il vapore di mercurio ad altra pressione emana una luce visibile, dotata di una contenuta componente di rosso. Con l'aggiunta di altre
sostanze fluorescenti si può com- pletare la com-ponente di rosso e migliorare la resa cromatica.

Lampada ai vapori di sodio ad alta pressione
Lampade a scarica ad alta pressione contenenti vapori di sodio. Siccome in presenza di alta pressione i vapori di sodio sono aggressivi e distruggerebbe- ro il vetro, l'ampolla della scarica è in ceramica di ossido di allumi- nio ed è avvolta da un ulteriore ampolla che fa da involucro. Il
colore della luce è di tipo bianco caldo. Le lampade ai vapori di sodio ad alta pressione necessitano di
dispositivi di accensione e di
reattori.

Lampada alogena
Lampade ad incandescenza compatte con ulteriore riempi- mento di alogeni, che previene una sedimentazione del materiale della spirale evaporato sul bulbo della lampadina. Le lampade alo- gene, in confronto alle comuni lampade ad incandescenza, sono dotate di maggiore efficienza luminosa e durata utile.

Lampada alogena a bassa tensione
Lampade alogene molto com- patte, azionate con bassa tensio- ne (in genere 6, 12, 24 V). Spesso dotate di riflettore metallico o di riflettore ad irradiamento freddo incorporato.

Lampada con riflettore Lampada con riflettore inte- grato. Le lampade con riflettore sono disponibili con diversi angoli di distribuzione. Una forma spe- ciale è costituita dal riflettore a luce fredda.

Lampada fluorescente
Lampade a scarica a bassa pres- sione, a forma di tubo, contenenti vapori di mercurio. Le radiazio- ni ultraviolette emesse dalla sca- rica nei vapori di mer-curio sono convertite in luce visibile dalle sostanze fluorescenti sulla parete interna del tubo. Con diverse sostanze fluorescenti si possono ottenere una serie di tonalità cromatiche della luce e diverse qualità della resa cromatica.
Le lampade fluorescenti sono in genere dotate di elettrodi riscal- dati e possono quindi essere av- viate con tensioni relativamente inferiori. Le lampade fluorescenti richiedono starter e reattori o reattori elettronici.

Lampada fluorescente compatta
Lampada fluorescente che con la combinazione di più brevi tubi o con un tubo ripiegato riesce ad avere dimensioni particolarmente compatte. Le lampade fluorescenti compatte hanno la spina su di un solo lato.

Lampada PAR
Lampada ad incandescenza

Lampadina comune
Lampada ad incandescenza

LAN
Acronimo di Local Area Network. Rete di calcolatori locali sotto forma di istallazione permanente su piccole distanze.

LED
Acronimo di Light Emitting Diode. Elemento che emette elettro-
luminescenza e produce luce mediante ricombina-zione di
coppie di supporti di carica in un semiconduttore. I LED producono una banda spettrale stretta. La luce bianca viene ottenuta con una sin-tesi RGB o con una
conversione di luminescenza.

Legge fotometrica della distanza
Legge che descrive l' illumina- mento in funzione della distanza dalla sorgente luminosa. L'illumi- namento è inversamente propor- zionale al quadrato della distanza.

Lente
Elemento ottico per l' orienta- mento della luce. Raggio, forma della convessità e struttura deter- minano il comportamento ottico della lente. Nei faretti per proie- zione i sistemi ottici servono alla riproduzione precisa dei gobo. Le lenti Fresnel piatte possono essere impiegate nei faretti come accessori per allargare il fascio
di luce in modo simmetrico od asimmetrico.

Lente Fresnel
Lente a gradini, dove l’effetto desiderato della lente è ottenuto frazionando la lente sferica in una serie di sezioni anulari concen- triche, chiamate anelli di Fresnel. Le lenti Fresnel sono utilizzate soprattutto nei proiettori per scenografie e nei faretti con
angoli di distribuzione varia- bili.

Lente per sculture
Lente con una struttura paral- lela, che allarga un cono di luce lungo un asse, lasciandolo sostanzialmente inalterato lungo l'altro asse. La lente per scultura è impiegata nell'illuminazione
museale, per illuminare uniforme- mente con un cono di luce ovale una scultura allungata.

Local Operating Network Sistema di bus per la comunica- zione tra impianti e apparecchi, tra l’altro per il comando degli impianti di un edificio.

LON
Acronimo di Local Operating Network

Luce da osservare
La luce da osservare agisce come elemento decorativo. Gli effetti di

brillanza della sorgente luminosa
- dalla fiamma di una candela,
al lampadario, alla scultura lumi- nosa - e dei materiali illuminati contribuiscono all'atmosfera di ambienti rappresentativi ed emozionali.

Luce diffusa
La luce diffusa viene emanata da grandi superfici luminose.
Si genera così un'illuminazione omogenea e tenue, con model- lazione e brillanza contenute.

Luce diurna
Si definisce luce diurna sia la luce diretta ed orientata della
luce solare con cielo pulito, sia la luce diffusa del cielo coperto. Gli
illuminamenti della luce diurna sono molto superiori di quelli dell'illuminazione artificiale.

Luce orientata
La luce orientata viene emanata da sorgenti luminose punti- formi. È caratterizzata da una direzione principale e crea effetti di modellazione e brillantezza. Anche le sorgenti luminose senza riflettori generano una luce orien- tata, ma la direzione principale della luce, variabile nello spazio, viene in genere concentrata con l' orientamento della luce in
un cono di luce orientato.

Luce per guardare
La luce per guardare pone degli accenti. La luce collabora attiva- mente alla trasmissione di infor- mazioni, evidenziando visivamente le aree importanti e ponendo in
secondo piano quelle meno importanti.

Luce per vedere
La luce per vedere provvede all'illu- minazione generale dell'ambiente. Si assicura così visibilità all'archi- tettura, agli oggetti e alle persone presenti, per consentire l'orien- tamento, il lavoro e la comuni- cazione.

Luce radente
Tipo di illuminazione con una luce che cade molto appiattita su una superficie per accentuarne la tessitura e la struttura.

Luce solare
Luce diurna

Lumen, lm
Unità di misura del flusso luminoso.

Luminanza
Unità di misura: Candela/m2 (cd/m2). La luminanza descrive la luminosità di una superficie che emana luce in quanto sor- gente luminosa od in seguito a
trasmissione o riflessione. La luminanza viene quindi definita come il rapporto tra l' intensità luminosa e la superficie proiettata ortogonalmente nella direzione di osservazione. Superfici di diversi colori e di uguale luminanza sono ugualmente luminose.

Luminescenza
Termine che comprende tutte le emissioni di luce che non vengono provocate da una radiazione ter- mica (fotoluminescenza, chemi- luminescenza, bioluminescenza, elettroluminescenza, catodolumi- nescenza, termoluminescenza, triboluminescenza).

Lunghezza d'onda dominante Dimensione utilizzata per riepi- logare una sintesi cromatica in un'unica lunghezza d'onda. Nel
sistema colorimetrico standard la lunghezza d'onda dominante può essere calcolata tracciando una linea dal punto bianco attra- verso il punto di colore dato dalla linea del colore spettrale. Vi si contrappone la lunghezza d'onda complementare. La lunghezza d'onda dominante serve tra l'altro per la classificazione cromatica dei LED.

Lux, lx
Unità di misura dell' intensità luminosa.

M
Manutenzione
Indicazione delle misure per il corretto funzionamento di un impianto di illuminazione: vi si includono la sostituzione delle
lampade, la pulizia degli apparec- chi e l'orientamento dei faretti. Come fattore di progettazione, questo aspetto viene tenuto conto nello sviluppo di un impianto di illuminazione.

Modellazione
Accentuazione delle forme degli spazi e delle strutture delle super- fici per mezzo di luce orientata di sorgenti luminose puntiformi. In genere descritta con il concetto di ombreggiatura.

Multimirror
Riflettore ad irradiamento freddo

N
Narrow spot
Denominazione d'uso corrente per i riflettori o le lampade con riflettore a fascio molto stretto.

Nitidezza
Capacità dell' occhio di perce- pire i dettagli. La sua misura è il visus, definito come il reciproco della grandezza dei più piccoli dettagli percepibili in un dato esercizio visivo ed espresso in minuti d'arco.

O
Occhio
L'occhio è un sistema ottico nel quale la cornea ed il cristallino formano l'immagine dell'am- biente circostante sulla retina; l'iride, attenuando l'apertura della pupilla, provvede ad una prima regolazione della quantità di luce che penetra nell'occhio. Sulla retina gli stimoli luminosi vengono trasformati dai recet- tori in impulsi nervosi. L'occhio è dotato di due sistemi di recettori,
i bastoncelli ed i coni. I bastoncelli sono distribuiti in modo relativa- mente omogeneo sulla retina, sono molto sensibili alla luce e consentono una visione ad ampio raggio con illuminamenti limitati ( visione scotopica). La nitidezza è limitata, i colori non vengono percepiti. I coni sono in- vece concentrati in una concavità della retina che si trova nell'asse del sistema visivo (fovea). Essi permettono una visione nitida e a colori in un raggio visivo limitato, ma richiedono illuminamenti più elevati ( visione fotopica).

Orientamento della luce L'orientamento della luce, otte- nuto per mezzo di riflettori o lenti, viene utilizzato per creare apparecchi con deter- minate caratteristiche ottiche ottenendo così degli strumenti
illuminotecnici. Per il comfort visivo il significato dell'orienta- mento della luce è decisivo. Con l'aiuto dell'orientamento della luce l' abbagliamento degli apparecchi può essere ridotto
ad un livello accettabile.

P
Photon mapping
Algoritmo nella simulazione della luce, impiegato soprattutto come

apliamento dei processi basati sul Raytracing.

Portalampada
Supporto per fissare la lampada nell'apparecchio e creare il colle- gamento elettrico con la rete di alimentazione. I portalampada
tipici sono quelli a vite, a baionetta ed a spina. Il tipo di portalampada è documentato nel sistema ZVEI.

Potenza allacciata
La somma delle potenze nomi- nali di tutte le utenze elettriche dà la potenza allacciata.

Potenza allacciata dell'illumi- nazione
Potenza massima dell'intero impianto di illuminazione, indi- pendentemente dall'effettivo consumo energetico.

Potenza di irradiazione
Nelle lampade elettriche è il prodotto della conversione della potenza elettrica. Unità di misura: watt. Nelle lunghezze d'onda
tra 380 e 780 nm la potenza di irradiazione (W) può essere quantificata come potenza luminosa (lm).

Potenza luminosa
Altra indicazione per il flusso luminoso; nella fisica delle radia- zioni corrisponde alla potenza di irradiazione.

Potenza nominale
Potenza per cui è stato progettato un apparecchio elettrico.

Procedura di rendimento Procedura di calcolo dell' illu- minamento medio degli ambienti con ausilio del grado di rendi- mento degli appa-recchi, del
fattore di rendimento dell'am- biente e del flusso luminoso della lampada.

Programmazione luminosa
La programmazione luminosa consente di adattare l'illumina- zione di un ambiente alle diverse necessità di utilizzo ed alle diverse condizioni ambientali. Ad ogni condizione di utilizzo corrisponde una situazione luminosa, cioè uno schema di condizioni di aper- tura, chiusura e regolazione dei singoli circuiti elettrici. Le situa- zioni luminose sono memorizzate elettronicamente e possono essere richiamate premendo un pulsante.

Proiettore a condensatore
Proiettore compatto

Proiettore compatto
Faretto con sistema ottico che permette proiezioni con gobo e maschere con scritte per le diverse dotazioni di lampade. A seconda del sistema ottico di illu- minazione della scena si distingue tra proiettori compatti e proiettori ellissoidali.

Proiettore ellissoidale
Proiettore compatto

Proiezione
Riproduzione ottica di una ma- schera bidimensionale o di un
gobo su una superficie. Gli apparecchi da proiezione richie- dono un'ottica particolare. La riproduzione può essere messa
a fuoco con precisione mediante un sistema di lenti.

Protezione dai raggi solari Misure tecniche basate sull' as- sorbimento, sulla riflessione e sulla rifrazione, per il controllo della luce diretta del sole; lo scopo è il miglioramento del comfort visivo (protezione da abbaglia- mento) e la riduzione del surri- scaldamento dell'ambiente.

Protezione dalla luce
Schermatura dalla luce

Psicologia della percezione Ramo della scienza che si occupa dei diversi aspetti della percezione, soprattutto della ricezione neuro- nale e dell'elaborazione dei ricet- tori sensoriali.

Q
Quoziente di luce diurna Rapporto tra l' illuminamento creato dalla luce diurna sul piano utile di un ambiente e l'illu- minamento esterno; il quoziente di luce diurna può essere misurato nel simulatore di luce diurna.

R
Radiatore di Planck
Corpo radiante nero. Corpo radiante termico ideale le cui caratteristiche di irraggiamento
sono descritte dalla legge di Planck.

Radiazioni a infrarossi Radiazione di calore invisibile di lunghezza d'onda > 780 nm. Le radiazioni ad infrarossi vengono emesse da tutte le sorgenti lumi- nose, ma soprattutto dai corpi radianti; in esse costituiscono la parte prevalente delle radiazioni emesse.

Radiazioni ultraviolette Radiazioni di lunghezza d'onda inferiore a quella della luce visibile (Lunghezze d'onda < 380 nm). Le sorgenti luminose tecnologiche emanano una quantità di radia- zioni ultraviolette contenuta. Le radiazioni ultraviolette possono avere effetti dannosi, in parti- colare fanno sbiadire i colori e rendono i materiali più fragili.
I filtri UV assorbono tali radiazioni.

Radiosity
Procedura di calcolo per la simu- lazione della luce. Nel metodo Radiosity i raggi di luce partono dalla soregente luminosa e ven- gono riflessi quando incidono su di una superfice.

Ray tracing
Procedura di calcolo per la simu- lazione della luce. Il metodo Ray tracing si basa sui raggi che partono dall’occhio che osserva il
modello ed incontrano le sorgenti luminose.

Reattore
Componentistica per la limitazione della corrente per le lampade a scarica. La limitazione di corrente può essere induttiva, mediante uno starter, od elettronica. I reattori induttivi sono disponibili nella vecchia forma convenzionale o nella forma a basse perdite. Richie- dono eventualmente un accendi- tore od uno starter supplementari. I reattori elettronici operano senza accenditore supplementare, evi- tando fastidiosi ronzii o effetti stroboscopici.

Reattore elettronico
Reattore

Relè
Un interruttore azionato dalla corrente. Il relè di norma è attivato da un circuito elettrico separato
e può chiudere o aprire uno o più circuiti.

Resa cromatica
Qualità della resa dei colori sotto una data illuminazione. Il grado del cambiamento dei colori ri-

spetto alle sorgenti luminose di riferimento è dato dall'indice di resa cromatica Ra o dai gruppi di resa cromatica.

Resa del contrasto
Criterio per la limitazione dell'ab- bagliamento riflesso. La resa del
contrasto viene descritta dal fattore di resa del contrasto (CRF), definito come rapporto tra il con- trasto di luminanza per l'illumina- zione osservata ed il contrasto di luminanza per l'illuminazione di riferimento.

Resistenza alla luce Indicazione del grado in cui un mate-riale viene alterato dall'ef- fetto della luce. La resistenza alla
luce riguarda soprattutto l'altera- zione dei colori, ma anche l'alte- razione dello stesso materiale.

RGB
Abbreviazione di rosso-verde-blu (Red-Green-Blue). La sintesi cro- matica RGB nell'illuminotecnica è basata sulla sintesi cromatica additiva per produrre luce di diversi colori.

Riaccensione
Nuova accensione dopo spegni- mento od interruzione di corrente. Numerose lampade a scarica possono essere riaccese solo dopo una fase di raffreddamento. Una riaccensione immediata è possibile solo con speciali accenditori ad alta tensione.

Riflessione
Capacità delle superfici di respin- gere la luce. La misura del riflesso è il grado di riflessione; è definito dal rapporto tra il flusso luminoso riflesso ed il flusso luminoso incidente. Il riflesso può essere orientato o diffuso.

Riflettore
Sistema di orientamento della luce che sfrutta delle superfici riflettenti. La caratteristica di un riflettore consiste innanzitutto nel suo grado di riflessione e di diffusione, e per riflettori a spec- chio soprattutto nel tipo di curva della sua sezione (Sagomatura del riflettore). I riflettori parabolici orientano in raggi paralleli la
luce proveniente da una sorgente posta nel fuoco della parabola, i riflettori sferici rimandano la luce nel punto focale, i riflettori ellit- tici la raccolgono in un secondo punto focale.

Riflettore ad irradiamento freddo
Riflettori dicroici che riflettono soprattutto luce visibile, men- tre i raggi infra-rossi vengono trasmessi (riflettori in vetro) o assorbiti (riflettori in metallo). I riflettori ad irradiamento freddo generano una sollecitazione termica limitata sugli oggetti irradiati. Tali riflettori vengono comunemente definiti Coolbeam o Multimirror.

Riflettore dicroico
Riflettore con riflessione selettiva che, attraverso strati d'interferenza applicati per eva- porazione, riflette solo una parte dello spettro e trasmette altre bande. I riflettori dicroici sono impiegati prevalentemente come
riflettori ad irradiamento freddo, per la riflessione della luce visibile e la trasmissione delle radia- zioni infrarosse.

Riflettore ellittico
Riflettore

Riflettore parabolico
Riflettore

Riflettore sfaccettato
Riflettore con elementi piani sfac- cettati, che produce un cono luminoso più bilanciato rispetto
ai riflettori convenzionali lucidi.

Riflettore Spherolit
Sistema di orientamento della luce basato su calotte sferiche riflettenti. La distribuzione dell'in- tensità luminosa è determinata da fattore di riflessione, profilo del riflettore, numero delle calotte sferiche e raggio delle calotte.

Rifrazione
Variazione della direzione della luce nel passaggio da un mezzo ad un altro, di diversa densità. La capacità di rifrazione di un mezzo è data dal suo indice di rifrazione.

Rifrazione della luce Variazione della direzione della luce nel passaggio da un mezzo
ad un altro, di diversa densità. Per mezzo di rifrazioni di diversa intensità di diverse bande dello spettro, con la rifrazione della luce si possono formare degli spettri di colore.


S
Saturazione cromatica
Misura dell'intensità di un colore tra gli estremi del colore puro e del punto bianco nel sistema colorimetrico standard CIE. Con la tonalità e la luminosità, appar-
tiene alle tre caratteristiche fonda- mentali di un colore. La satura- zione cromatica di norma viene espressa come una percentuale.

Scenografia
Termine per la messa in scena dell'ambiente. Nell'illuminazione scenografia indica la trasforma- zione dell'ambiente tramite la luce in una dimensione temporale.

Schermatura antiabbagliamento
Protezione solare

Schermatura dalla luce Limitazione dell'intensità dell'illu- minazione, delle radiazioni ultraviolette e delle radiazioni ad infrarossi richiesta in partico- lare nelle aree espositive; la si ottiene con un'adeguata scelta delle lampade, dei tipi di appa- recchi e dei filtri per le radia- zioni.

Schermo a croce
Elemento deflettore per migliorare il comfort visivo. Lo schermo a forma di croce riduce la visibilità del riflettore e della lampada.

Schermo a nido d'ape
Elemento antiabbagliante con struttura a nido d'ape per deli- mitare il cono luminoso ed evitare l' abbagliamento.

Semiangolo di distribuzione Angolo tra i punti di una curva di distribuzione dell'intensità lumi- nosa, in cui l' intensità luminosa scende al 50% del valore misurato nel senso di distribuzione princi- pale. L'angolo di distribuzione è la base per l'indicazione del diame- tro del cono luminoso.

Sensore
Dispositivo di misurazione per rilevare le condizioni ambientali. Il valore di misurazione oppure il superamento di un valore limite inviano un impulso al sistema, ad esempio per adattare l'illumina- zione.

Sequenza luminosa Successione di più situazioni luminose una dopo l'altra. Per

l'allestimento luminoso dinamico, mediante una programmazione luminosa si definisce la succes-
sione delle situazioni luminose, la loro durata e le dissolvenze.

Sezione di cono luminoso
Sezione a forma di iperbole di un
cono luminoso, per es. ottenuta con i downlight su una parete.

Simulatore di luce diurna
Strumento per la simulazione della luce solare e diurna. La
luce diurna viene simulata disponendo numerosi apparecchi a formare una semisfera o con la riflessione multipla di un soffitto luminoso in uno spazio a specchi. La luce solare viene simulata con un faretto con riflettore para- bolico, il cui movimento segue il percorso del sole lungo la durata di una giornata o di un anno.
Un simulatore di luce diurna permette la simulazione delle luci e delle ombre degli edifici
progettati utilizzando dei modelli, la sperimentazione con elementi per l'orientamento della luce e la misurazione del quoziente di luce diurna sul modello.

Simulatore solare
Simulatore di luce diurna

Simulazione della luce
Calcolo di una situazione d'illumi- nazione mediante un software. La simulazione quantitativa serve a controllare i requisiti della proget- tazione sulla base di valori nume- rici. La simulazione qualitativa investe l'atmosfera e l'estetica
del progetto.

Sintesi cromatica Nell'illuminotecnica con la sin- tesi cromatica additiva di rosso, verde e blu si aggiungono bande spettrali per ottenere dei colori miscelati. La somma dei tre colori fondamentali dà la luce bianca. La sintesi cromatica sottrattiva parte invece dai colori fondamentali ciano, giallo e magenta e filtra delle componenti dello spettro.

Sintesi cromatica additiva Denominazione della miscelazione di colori mediante aggiunta di bande spettrali. I colori prodotti dalla sintesi cromatica additiva sono, secondo la teoria dei tre colori, i colori complementari dei colori fondamentali (rosso, verde, blu). La sintesi uniforme dei tre colori produce luce bianca.

Sistema colorimetrico standard Sistema per esprimere numeri- camente il colore della luce
e dei corpi. Il sistema colorime- trico standard è un diagramma bidimensionale in cui si trovano i punti di colore di tutti i colori e di tutte le miscelazioni cromati- che, in livelli di saturazione dal colore puro fino al bianco, e che permette di definire tali punti colore numericamente mediante
le coordinate x e y. Le miscelazioni cromatiche si trovano su una linea retta tra i colori da mescolare; il
colore della luce dei corpi radianti è situato su di una curva ben definita, detta anche curva di Planck.

Sistema unificato di codifica- zione delle lampade (ZVEI) Sistema unificato per indicare le lampade elettriche. La sigla di una lampada indica fra l'altro il tipo
di produzione di luce, il materiale dell'ampolla od i gas di riempi- mento, la potenza ed il portalam- pada.

Sistemi a luce diurna
Soluzioni tecniche nelle zone delle finestre e dei lucernai, basate sulla
riflessione e sulla rifrazione, volte a migliorare l'afflusso di
luce diurna in un ambiente e quindi a ridurre i consumi energetici.

Situazione luminosa
Situazione od atmosfera luminosa con una determinata costellazione di stati di luminosità e colore.
Mediante una programmazione luminosa si possono memorizzare o richiamare situazioni luminose mediante un pulsante.

Sorgente luminosa puntiforme Definizione di sorgenti di luce compatte, quasi puntiformi, da cui esce luce diretta. Le sorgenti di luce puntiformi consentono
di orientare la luce in modo otti- male, soprattutto concentrandola, mentre le sorgenti lineari o piane producono una luce tanto più diffusa quanto più sono estese.

Spettro
Distribuzione dell'intensità dell'ir- radiazione di una sorgente lumi- nosa lungo le lunghezze d'onda. Dalla distribuzione sullo spettro derivano sia il colore della luce che la resa cromatica.
A seconda di come si ottiene la luce, si possono differenziare dei tipi fondamentali di spettro: lo spettro continuo (luce del giorno e corpi termici radianti), lo spettro discreto lineare (scarica

a bassa pressione) e lo spettro discreto a banda larga (scarica ad alta pressione).

Spot
Indicazione comune per i
riflettori o le lampade con riflettore a fascio stretto.

Starter
Accenditore per lampade fluorescenti.

Struttura luminosa Integrazione di singoli appa- recchi in una struttura in genere lineare, che normalmente viene sospesa al soffitto.

Superficie di emissione della luce
Piano dell' apparecchio da cui esce la luce. A seconda dell'illu- minotecnica, un apparecchio dispone di uno o più piani. La
luminanza della superficie
di emissione della luce serve alla valutazione dell'abbagliamento degli apparecchi.

T
Tecnica a taglio di fase Metodo per il controllo della luminosità, in cui si comanda la potenza assorbita delle lampade mediante il taglio delle onde di corrente alternata. Nella tecnica a taglio di fase la corrente viene
inserita senza ritardo dopo il pas- saggio dello zero della tensione di corrente alternata e disinserita prima del successivo passaggio dello zero. La tecnica a taglio di fase serve al comando della com- ponentistica elettronica.

Tecnica ad anticipo di fase Metodo per il controllo della luminosità, in cui si comanda la potenza assorbita delle lampade mediante blocco in anti-cipo delle onde di corrente alternata. Nella tecnica ad anticipo di fase la corrente viene inserita con un ritardo dopo il passaggio dello zero della tensione di corrente alternata e trattenuta fino al passaggio dello zero successivo.
I dimmer con tecnica ad anticipo di fase per lo più non sono indi- cati per le lampade fluorescenti normali o compatte. La tecnica ad anticipo di fase serve al comando della compo-nentistica conven- zionale.

Tecnica Darklight
Speciale tecnica di riflettori, con la quale l'osservatore non viene abbagliato finché la lampada si trova nell'ambito di schermatura del riflettore. L' angolo di
schermatura della lampada e l' angolo antiabbagliamento del riflettore sono uguali. La tec- nica darklight offre il massimo
del comfort visivo ed un'ottima efficienza.

Tecnologia Dark Sky
Speciale tecnica di riflettori con la quale si previene una emissione
di luce al di sopra dell'apparecchio per non causare dell' inquina- mento luminoso.

Temperatura colore
Indicazione della tonalità cro- matica di una sorgente luminosa. Nei corpi radianti esprime l'ef- fettiva temperatura del filamento della lampada in gradi Kelvin (K). Nelle lampade a scarica si assume la temperatura colore
più simile a quella irradiata. Que- sta è la temperatura per la quale un corpo radiante emette una luce di un colore comparabile.

Tempo di dissolvenza
Durata dell'intervallo di tempo tra l'apertura e la chiusura di un cambio di situazione luminosa.

Tensione
Grandezza fisica che agisce in un conduttore elettrico mettendo in movimento i supporti di carica e producendo una corrente elettrica.

Tensione di rete
Tensione elettrica che è messa a disposizione nella rete di ali- mentazione. Nella maggior parte del mondo la tensione di rete è di 230 V a 50 Hz. Per tensioni di rete diverse occorre un adattamento tecnico degli apparecchi elettrici.

Termoluminescenza
Luminescenza

Transadapter
Elemento per il collegamento meccanico ed elettrico di un apparecchio ad un binario
elettrificato, in particolare di un
faretto o di un washer; è collegato con un trasforma- tore elettronico integrato o con un reattore elettronico.

Trasformatore
Componente necessario per il funzionamento delle lampade

alogene a bassa tensione; si fa distinzione tra trasformatori
convenzionali e trasformatori elettronici.

Trasmissione
Capacità dei materiali di trasmet- tere la luce. La trasmissione viene espressa mediante il grado di trasmissione; esso è il rapporto tra il flusso luminoso trasmesso sul flusso luminoso incidente. La trasmissione può essere indirizzata o diffusa.

U
UGR
Unified Glare Rating; metodo di valutazione dell' abbagliamento psicologico, in particolare sul posto di lavoro.

Uplight
Apparecchio a sospensione, da parete, da pavimento o interrato, che emana la luce prevalente- mente verso l'alto.

V
Varychrome
Attributo per la descrizione di apparecchi che possono produrre luce colorata variabile, ad esem- pio sulla base della sintesi cromatica RGB.

Visione diurna
Visione fotopica

Visione fotopica
Anche: visione diurna. Vista con
adattamento a luminanze superiori a 3 cd/m2. La visione fotopica ha luogo mediante i
coni, e si concentra quindi nella regione della fovea. La
nitidezza è elevata e si possono percepire i colori.

Visione mesopica
Condizione di transizione dalla
visione fotopica diurna, me- diante i coni, alla visione scotopica notturna, mediante
i bastoncelli. La percezione dei colori e la nitidezza hanno di conseguenza valori intermedi. La visione mesopica ha luogo con luminanze tra 0,01 cd/m2 e 3 cd/m2.

Visione notturna
Visione scotopica

Visione scotopica
Anche: visione notturna. Vista con adattamento a luminanze inferiore a 0,01 cd/m2. La visione scotopica avviene utilizzando i bastoncelli, interessa quindi so- prattutto le parti periferiche della retina. La nitidezza è limitata e non si possono percepire i colori; d'altra parte la sensibilità al movi- mento degli oggetti percepiti è elevata.

W
Wallwasher
Apparecchio con uno speciale sistema di riflettori o sistema ottico a riflettori e lenti per l'illu- minazione omoge-nea delle pareti; è essenziale che i wallwasher
siano dipsosti su di una linea parallela alla parete e ad una distanza omogenea tra loro.

Wallwasher bifocale Apparecchio che serve all'illumi- nazione uniforme delle pareti.
Il sistema ottico concentra la luce in un secondo punto focale ed emette solo luce riflessa. Ciò consente una schermatura totale della lampada ed offre quindi un maggiore comfort visivo.

Wallwasher con lente Apparecchio con distribuzione asimmetrica dell'intensità lumi- nosa per l'illuminazione uniforme di pareti. La luce è diffusa da una
lente.

Washer
Apparecchi con distribuzione della luce diffusa, che possono essere
ruotati e girati verso i punti dell'ambiente da illuminare; impiegati preferibilmente su
binari elettrificati.

Washer per pavimenti
Tipo di apparecchio che, singolar- mente od allineato, viene disposto sopra il pavimento o sulle pareti. Illumina il pavimento in modo omogeneo e senza abbagliamento.

Washer per soffitti
Tipo di apparecchio che, singolar- mente od in serie, viene disposto al di sopra del livello degli occhi; illumina il soffitto in modo omo- geneo e senza abbagliamento, preferibilmente con lampade alogene, lampade fluorescenti o lampade a scarica ad alta pressione.

Fonte: http://www.voltimum.it/files/it/others/6/2006030823371604glossario_illuminazione.pdf

Sito web da visitare: http://www.voltimum.it/

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

Il testo è di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente i loro testi per finalità illustrative e didattiche. Se siete gli autori del testo e siete interessati a richiedere la rimozione del testo o l'inserimento di altre informazioni inviateci un e-mail dopo le opportune verifiche soddisferemo la vostra richiesta nel più breve tempo possibile.

 

Associazione Nazionale Produttori Illuminazione.


 

 

 

Il linguaggio dell’illuminazione.
Glossario dei termini, simboli, codici e acronimi principali.

 

Che cos’è?

 

Il glossario riassume le principali indicazioni, i termini ed i simboli da riportare sulla documentazione tecnica.

 

 

A cosa serve?

Ad uniformare la terminologia tecnica e permettere un approccio adeguato alla letteratura specializzata, anche ai non addetti al settore.

 

 

A chi è destinato?

Allo specialista, al tecnico, al progettista e comunque a tutti coloro che interagiscono con “IL MONDO DELLA LUCE”.


 

Criteri generali

  1. Riferimenti normativi
  2. Direttive applicabili
  3. Caratteristiche generali
  4. Caratteristiche elettriche, meccaniche, termiche
  5. Caratteristiche prestazionali

 

Apparecchio di illuminazione per interni, professionali e decorativi.

 

  1. Modo di installazione
  2. Caratteristiche fotometriche
  3. Componenti elettrici

 

Apparecchio di illuminazione per esterni, arredo urbano e stradale.

  1. Modo di installazione
  2. Caratteristiche fotometriche
  3. Componenti elettrici

 

Appendice: esempi di codifica delle lampade di uso più comune secondo la pubblicazione IEC 1231 (ILCOS)

 

Sicurezza:

• CEI EN 60598-1:
“Apparecchi di illuminazione – Parte 1: Prescrizioni generali e prove”

 

Prestazioni:

• UNI EN 13032-1:
“Misurazione e presentazione dei dati fotometrici di lampade e apparecchi di illuminazione
Parte 1: Misurazione e formato di file”

• UNI EN 13032-2
“Misurazione e presentazione dei dati fotometrici di lampade e apparecchi di illuminazione
Parte 2: Presentazione dei dati per posti di lavoro in interno e in esterno”

  1. UNI EN 12464-1:“Illuminazione dei posti di lavoro Parte 1: Posti di lavoro  in interni”

 

  1. prEN 12464-2:“Illuminazione dei posti di lavoro Parte 1: Posti di lavoro all’esterno” (CIE S 015)
  1. UNI 11142:“Fotometri portatili – Caratteristiche prestazionali”

 

  1. Direttiva di Bassa Tensione 73/23/CEE, modificata dalla Direttiva 93/68/CE, recepita in Italia con il Decreto Legislativo del 25 novembre 1996, n. 626 e raccomandazione 1999/519/CE del Consiglio sulla limitazione all’esposizione del grande pubblico ai campi elettromagnetici (0 Hz - 300 GHz).
  1. Direttiva EMC 2004/108/CE, da recepire entro il 2009.

 

  1. Direttiva Sicurezza Generale dei Prodotti 2001/95/CE, recepita in Italia con il Decreto Legislativo 21 maggio 2004, n. 172
  1. Direttiva 2000/55/CE, sui requisiti di efficienza energetica degli alimentatori per lampade fluorescenti, recepita in Italia con il Decreto del Ministero delle Attività Produttive del  26 marzo 2002, pubblicato su Gazzetta Ufficiale

N. 79 del 04 Aprile 2002.

  1. Direttiva 85/374/CEE, relativa alla responsabilità per danno da prodotti difettosi, recepita in Italia con il Decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 224.

 

  1. Direttiva 2002/95/CE, sulla restrizione dell'uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche e direttiva 2002/96/CE, sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), recepite in Italia con il Decreto Legislativo 25 luglio 2005, n. 151.

 

Pesi e dimensioni:

peso: ......................kg         (  dell’  apparecchio funzionante ) diametro.................mm
lunghezza: ............mm

larghezza: .............mm

altezza: .................mm

 

Installazione:

A parete A plafone
A sospensione

A terra (pavimento)

A incasso (parete / plafone / da terra / carrabile) Mobile (da terra / da tavolo / a pinza)

  1. Applicazione: lluminazione ordinaria Illuminazione di riserva

Illuminazione di sicurezza per l’esodo (vie di fuga ed uscite di emergenza), di segnalazione, antipanico, di aree ad alto rischio


 

Marchi di conformità:

 


 

  1. Marcatura richiesta dalla  legge

 



 

  1. Componenti meccanici: Corpo dell’apparecchio Supporto

Riflettore

Schermo frangiluce Schermo lamellare Deflettore


Diffusore:


prismatico piano
trasparente, ecc..



Finitura superficiale:


verniciatura ossidazione anodica fosfocromatazione


Piastra porta - ausiliari Griglia di protezione


 

Componenti elettrici:

Lampada (designazione ILCOS - vedi Appendice) Portalampada
Attacco

Alimentatore:
ferromagnetico elettronico classificazione


Trasformatore:


ferromagnetico elettronico


Starter Accenditore
Condensatore: ......................µF ; V

Fusibile: ......................A

Morsettiera Sezionatore di linea
Interruttore crepuscolare Filtro EMC
Cavi Cablaggi


 

Valori nominali elettrici:

Tensione (o gamma di tensioni):............. V

Corrente: ...............................................A

Potenza: ................................................W / VA

Rifasamento: .........................................cos

Frequenza..............................................Hz

 

Protezione contro la scossa elettrica - Classe di isolamento:

 



 

  1. Classe per superficie di montaggio:

 


 

 

  1. Gradi di protezione IP:

Protezione contro l’ingresso di liquidi

 


 

 

 

Protezione contro l’ingresso di corpi solidi

 



 

Informazioni supplementari

 

a ambiente (se diversa da 25°   C)

 

Apparecchi a temperatura superficiale limitata per ambienti con polvere (Dust)

 

Cavi esterni resistenti al calore

 

Per servizio gravoso

 

Apparecchi per ambienti a rischio di esplosione

 

Distanza minima dagli oggetti illuminati

 

Divieto dell’uso di lampade a luce fredda

 

Per lampade a cupola riflettente

 

Disconnettere l’apparecchio dalla rete di alimentazione prima della sostituzione della lampada

 

Lampada con accenditore interno


Lampada con accenditore esterno

 

Pericolo di scossa elettrica per apparecchi con accenditore

 

Sostituire gli schermi di protezione danneggiati

 

 

 

 

Lampada ad alogeni che non richiede uno schermo di protezione

 

Lampada ad alogeni che richiede uno schermo di protezione

 

Lampada che non consente l’uso di variatore (dimmer)

 

Lampada da non toccare a mani nude

 

 

 

 

Lampada non idonea al contatto diretto con l’acqua

 

Lampada germicida con pericolo di emissione UV-C

 


 

Posizioni di funzionamento (di lampade particolari):

AMMESSA NON AMMESSA



 

 

 

 

Le prestazioni fotometriche di un apparecchio di illuminazione riguardano principalmente i parametri fotometrici dichiarati o pubblicati (verificabili).
I parametri fotometrici principali sono il rendimento luminoso ed i valori delle intensità luminose normalizzate (cd/klm) e/o le loro rappresentazioni in curve polari.


 

In aggiunta ai parametri fotometrici principali, è possibile fornire altri parametri fotometrici derivati, come ad  esempio:


 

Apertura del fascio luminoso al 50% I(max)


 

 

Indica la potenza luminosa emessa da una lampada o da un apparecchio di illuminazione ed è misurato in lumen (lm).
I valori tipici di ogni lampada sono riportati sui cataloghi.


 

Nota: il flusso di una lampada ad incandescenza da 100 W è di circa 1360 lm; quello di una fluorescente compatta da 20 W è di circa 1200 lm.


 

Indica la quantità di luce emessa da una sorgente luminosa che viene distribuita nello spazio attraverso l’apparecchio di illuminazione.
Il suo valore, che viene espresso generalmente come numero percentuale, si determina rapportando la misura del flusso totale emesso dalle sorgenti luminose in aria libera con quello emesso dall’apparecchio funzionante con le stesse sorgenti.

 

Il rendimento può risultare un elemento utile nella valutazione dell’apparecchio, a patto che si consideri nel suo contesto: nell’illuminazione dei luoghi di lavoro può determinare la scelta fra due apparecchi aventi lo stesso tipo di distribuzione e la stessa potenza, mentre invece diminuisce di significato in ambito decorativo dove prevalgono generalmente gli aspetti estetici.

Temperatura di colore K

Indica l'apparenza del colore di una sorgente luminosa.
Essa viene espressa in gradi Kelvin (K) e corrisponde alla temperatura di un corpo metallico (platino) incandescente che emette una luce simile a quella della sorgente in esame.

 

Ad esempio:

 

 

 

Apparenza del colore

 

Temperatura correlata del colore TCP
K

 

Calda

 

minore di 3 300 K

 

Intermedia

 

da 3 300 K a 5 300 K

 

Fredda

 

maggiore di 5 300 K


 

Indica l'effetto sulla percezione del colore di un oggetto, prodotto dalla una sorgente luminosa rispetto a qello realizzato dalla lampada campione: il suo valore massimo è perciò 100.
Essa indica in pratica quanto il colore di un oggetto illuminato artificialmente sia vicino a quello percepito con l'illuminazione naturale.

 

Per la prestazione visiva e la sensazione di comfort e di benessere è importante che nell'ambiente i colori degli oggetti e della pelle umana siano resi in modo naturale e che facciano apparire le persone attraenti e in buona salute.
I colori di sicurezza devono essere sempre riconoscibili come tali (ISO 3864-1).
Le lampade con indice di resa del colore minore di 80 non dovrebbero essere usate in interni dove le persone lavorano o permangono per periodi lunghi.


 

Il rapporto fra il flusso luminoso e la potenza elettrica nominale dà il valore dell'efficienza misurata in lumen/watt (lm/W).

 

Ad esempio una lampada a vapori di sodio ad alta pressione da 400 W produce un flusso di 55.500 lm, per cui l'efficienza risulta: 55.500/400 = 138 lm/W.
Quando il flusso luminoso delle lampade a scarica è riferito alla potenza assorbita comprese le perdite negli alimentatori, l'efficienza complessiva è più bassa e va valutata caso per caso, secondo il tipo di alimentatore (convenzionale, a basse perdite, elettronico, ibrido).
Per l’esempio suddetto, con perdite pari a 50 W, l’efficienza diventa 122 lm / W.


 

Indica la quantità di flusso luminoso distribuito in una determinata direzione e dipende quindi, generalmente, dal gruppo ottico dell'apparecchio.
È misurata in candele (cd).
Essa viene utilizzata in primo luogo per identificare e confrontare facilmente le prestazioni degli apparecchi mediante le curve fotometriche (dette anche di ripartizione).


 

Le curve, rappresentate generalmente su diagramma polare, danno una immediata valutazione della distribuzione spaziale della luce, senza costringere i non addetti ad interpretare le tabelle delle intensità.
Queste curve appaiono sui cataloghi degli apparecchi; i valori in cd indicati sono rapportati al valore di 1000 lm del flusso di lampada, al fine di utilizzare le stesse curve per lampade di potenza diversa: sono quindi date in cd/klm.


Luminanza L

È il rapporto tra l'intensità nella direzione di osservazione e la superficie luminosa apparente che indica la sensazione percepita dall'occhio dell'osservatore e prodotta da una superficie luminosa o illuminata; è misurata in cd/m2.
Il concetto di luminanza si applica sia a superfici illuminate (fondo stradale, gruppo ottico dell'apparecchio) che alle sorgenti luminose.

 

È data dalla relazione: L = I / A
dove I è l'intensità e A è la proiezione dell'area.

 

La luminanza, in qualche caso, per interni con superfici diffondenti è data da:

L = p E /rr

dove E è il fattore di riflessione ed E è l’illuminamento sulla parete.



 

I è l'intensità e A è la proiezione dell'area nella direzione dell’osservatore

 


 

Esempio di buona distribuzione della luminanza in un ufficio


 

La luminanza è la grandezza chiave per le strade a traffico motorizzato.
Il suo valore dipende dalla posizione dell’osservatore, dalla geometria dell’impianto, dalle proprietà riflettenti del manto stradale, dal flusso delle lampade e dalla distribuzione dell’intensità luminosa degli apparecchi.

 

La LUMINANZA IN UN PUNTO ( L ) è il quoziente tra l’intensità luminosa, emessa da un elemento del manto stradale contenente quel punto nella direzione di osservazione e l’area della proiezione ortogonale dell’elemento di superficie sul piano perpendicolare a detta direzione.

 

Caratteristiche della luminanza stradale e della sua misurazione


Illuminamento E

Indica la quantità di flusso luminoso che cade su una superficie.
Si misura in lux (lx) ed è il parametro principale per la progettazione e la verifica di un impianto.

 

L’illuminamento è il rapporto tra il flusso emesso (lm) e l'area illuminata A ( m2 ):

E = <I /A

 

Si parla di illuminamento:

 

Orizzontale

per individuare il livello di illuminazione della superficie stradale (parametro fondamentale nelle tabelle normative)

Verticale

per individuare il livello di illuminazione degli “ostacoli” (es. caselli) o delle pareti di un ufficio.

Semicilindrico

per individuare il livello di illuminazione di soggetti tridimensionali (persone)


 

Nell’illuminazione stradale, l’illuminamento costituisce il parametro utilizzato per strade commerciali, locali o residenziali anche perché è facilmente misurabile ed il relativo calcolo è piuttosto facile.


 

Il modellato è il risultato dell'equilibrio tra illuminazione diffusa e direzionale. Esso è un valido criterio di qualità dell'illuminazione applicabile praticamente a tutti i tipi di interni.
L'aspetto generale di un ambiente interno è esaltato quando le sue caratteristiche strutturali, le persone e gli oggetti al suo interno sono illuminati in modo tale che forme e trame dei tessuti sono rivelati in modo chiaro e piacevole.
Questo si verifica quando la luce proviene in modo predominante da una direzione, le ombre, essenziali per ben modellare, si formano quindi senza confusione.
L'illuminazione non dovrebbe essere né troppo direzionale, per non produrre ombre troppo dure, né troppo diffusa per non perdere completamente l'effetto del modellato, rendendo l'ambiente luminoso monotono.

 

Nell’illuminazione pubblica, un’adeguato modellato è essenziale per consentire ai pedoni di identificare, a distanza sufficiente, le figure in avvicinamento.

 

Il rapporto tra l'illuminamento verticale Ev e quello semicilindrico Es è una buona guida per quanto riguarda il grado di modellato.
Il valore raccomandato è:

 

m = Ev / Es---1,3


 

L’uniformità generale ( U 0 ) è il rapporto fra il valore minimo misurato in qualsiasi punto di griglia nell’area di calcolo ed il valore medio dato dalla media dei punti di calcolo.

 

Nell’illuminazione stradale, l’uniformità longitudinale ( U l ) è il rapporto fra il valore minimo e massimo nella direzione longitudinale lungo l’asse di ciascuna corsia.


 

Fattore di riflessione (p)

 

Indica la percentuale di flusso luminoso riflesso da una superficie.
È importante nel calcolo dell’illuminazione degli interni, in quanto superfici più chiare o più scure determinano grandi differenze nei risultati.


Fattori di riflessione raccomandati dalla norma EN 12464 - 1

 

L'abbagliamento è la sensazione visiva prodotta da superfici che determinano elevati gradienti di luminanza all'interno del campo visivo e può essere percepito come abbagliamento molesto o debilitante.

 

In luoghi di lavoro in interni, l'abbagliamento molesto può essere prodotto direttamente dagli apparecchi d'illuminazione o dalle finestre.
Se i limiti dell'abbagliamento molesto sono soddisfatti, l'abbagliamento debilitante assume generalmente un'importanza trascurabile.

 

La classe dell’abbagliamento molesto determinato da impianti di illuminazione artificiale in interni è definito indice unificato di abbagliamento (UGR)

 

Il calcolo dell’UGR avviene tenendo conto tra l’altro anche dell’indice di posizionamento dell’osservatore (indice di Guth); tutte le ipotesi necessarie alla determinazione dell'UGR devono essere dichiarate nella documentazione del progetto. Ll’indice di posizione di Guth p viene ricavato secondo i rapporti H/R e T/R delle 3 coordinate T, R ed H necessarie ed illustrate nella figura.

 

 



 

L’abbagliamento può compromettere la prestazione visiva, tanto da rendere impossibile la percezione affidabile di un ostacolo o l’identificazione della persona.

 

L’abbagliamento debilitante, valutato per le strade a traffico motorizzato, causa una compromissione misurabile delle facoltà visive, ad esempio dell’acuità visiva. Esso influisce quindi negativamente sulla concentrazione del guidatore e può causare incidenti.

 

La luminanza di velo è il fattore primario dell’Indice TI; l’abbagliamento debilitante si verifica per una luminanza eccessivamente alta nel campo visivo.
La fonte di abbagliamento diffonde in pratica luce sulla retina, creando un velo e riducendo il contrasto dell’immagine.


 

L’abbagliamento riflesso è relativo a lampade, apparecchi, finestre che si riflettono su superfici lucide e schermi dei terminali.

 

In particolare, per i videoterminali, sono stati normalizzati i seguenti limiti:

 

 

 

Classe dello schermo
(secondo la ISO 9241-7)

 

I

 

II

 

III

 

Qualità dello schermo

 

Buona

 

Media

 

Bassa

 

Luminanza media degli apparecchi che sono riflessi nello schermo

 

< 1000 cd/m -2

 

< 200 cd/m -2


 

 

 

 

Indica il decadimento medio del flusso luminoso lungo la vita dell’impianto per effetto dell’invecchiamento delle lampade e dell’offuscamento del gruppo ottico dell’apparecchio (lampada, riflettore, calotta traslucida…).
Le Norme EN prevedono che il fattore di manutenzione sia calcolato e dichiarato dal progettista. In assenza di ciò, negli impianto sia in interni che in esterni, si raccomanda il valore di 0,67 (2/3; vedi grafico).



Il valore di illuminamento (E) o di luminanza (L) mantenuti sono dati dal valore iniziale moltiplicato per il fattore di manutenzione.

 

Nell’illuminazione stradale, il fattore di manutenzione deve essere determinato prendendo in considerazione le specifiche condizioni di installazione (altezza dal suolo, inquinamento dell’atmosfera, tenuta del vano ottico, tipo di sorgente luminosa, condizioni di alimentazione, tipo e frequenza degli interventi di manutenzione).

 

 

Apparecchi di illuminazione

Per interni, professionali e decorativi.


Modo di installazione

A parete

A plafone

A sospensione

Nei mobili

A terra (pavimento)

A incasso (parete / plafone / da terra / carrabile)

Mobile ( da terra / da tavolo / a pinza)


 

Rendimento  luminoso (LOR)

Tabella delle intensità luminose

 

Curve di ripartizione dell'intensità luminosa in C-y nei semipiani C ad intervalli di 15° e angoli y di 5°.

Angolo di apertura del fascio luminoso

UGR

 

Coefficienti di utilizzazione

Curve Isolux


 

 

Lampada (designazione ILCOS - vedi Appendice)

Alimentatore:       ferromagnetico / elettronico

 

Trasformatore:     ferromagnetico / elettronico

Portalampada / Attacco

 

Accenditore

Starter

 

Condensatore

Fusibile

 

Morsettiera

Pressacavo

 

Passacavo

Cavi / Cablaggi

 

Filtro EMC

Variatore di luminosità

 

Rilevatori di presenza

Regolatori automatici di flusso

 

Inverter

Batteria

Dispositivi di commutazione


Apparecchi di illuminazione

Per esterni, arredo urbano e stradale.


 

  • Su palo
  • Su braccio
  • A sospensione
  • A plafone
  • A parete
  • Da incasso a terra / carrabile

 

 

Rendimento  luminoso (LOR)

Tabella delle intensità luminose

 

Curve di ripartizione dell'intensità luminosa in C- y nei semipiani C ad intervalli di 5° e angoli y di 2,5° (da C0° a C180°) per gli stradali e ad intervalli di 15° con angoli y di 5° per gli altri apparecchi.

Angolo di inclinazione dell’apparecchio

Coefficienti di utilizzazione

 

Curve Isolux

Indice di abbagliamento TI


 

Lampada (designazione ILCOS - vedi Appendice)

Alimentatore:       ferromagnetico / elettronico

 

Trasformatore:     ferromagnetico / elettronico

Portalampada / Attacco

 

Accenditore

Condensatore

 

Portafusibile e fusibile

Sezionatore di linea

 

  1. Interruttore crepuscolare
  1. Morsettiera

 

  1. Pressacavo

Pressacavo

 

Cavi / Cablaggi

Filtro EMC

 

Regolatori automatici di flusso

SEZIONE LETTERALE

 

 

 

LAMPADE AD INCANDESCENZA

 

DESCRIZIONE

 

SIGLA

 

DESCRIZIONE

 

estensione SIGLA

 

 

 

 

 

Ordinarie Compatte

 

 

 

 

IA IB

Pera

I_A

Candela

I_B

Conica

I_C

Globo

I_G

Fungo

I_M

Sfera

I_P

Piccola pera

I_S

Tubolare

I_T

Candela a
colpo di vento

I_BA

Candela a oliva

I_BB

Candela a
tortiglione

I_BF

 

 

Altre (senza riflettore)

 

IN

 

 

 

 

 

A riflettore

 

 

IR

A riflettore diretto

 

IRR

A pera con calotta riflettente

 

IRA

A sfera con calotta riflettente

 

IRP

 

 

 

 

A riflettore PAR ordinario

 

 

IPAR

 

A riflettore PAR dicroico

 

IPARD

Fonte: http://www.voltimum.it/files/it/others/6/2006030823371604glossario_illuminazione.pdf

Sito web da visitare: http://www.voltimum.it/

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